19 nov 2022



E' in arrivo una chiara crisi delle ideologie politiche. Il terremoto post ideologico si diffonde piano piano in tutta l'Europa. Un'Europa che sembrava procedesse in direzione di una unione compatta per via di una pandemia!

Una guerra alle sue porte pare condizionarla!

Un forte populismo si è diffuso scontrandosi con violenza sulle contrapposte visioni ideologiche nate dalla politica del novecento... portandoci oggi in direzione di una complicata rivoluzione sociale. Uno stato confusionale che durerà parecchio tempo!
È difficile capire come finirà, più facile aver compreso da tempo che sarebbe successo!
v.cacopardo

18 nov 2022

L'ORGOGLIO SCONFINATO DI UN PREPOTENTE AUTOCRATE

 


PRIVO DI COSCIENZA E RICCO DI ESALTATO NARCISISMO

di vcacopardo

Adesso, dopo la inaspettata difesa della propria terra da parte dell'Ucraina, l'autocrate prepotente e sanguinario Putin persevera col prendersela con i civili. Lo fa colpendo le fonti essenziali di energia utili per i civili nell'uso della corrente elettrica in un paese dove la temperatura scende sotto i zero gradi. Non gli basta distruggere tutto con i suoi raid missilistici. Quanti innocenti bambini moriranno per il gelo?

Mettere fuori uso la fonte energetica significa ancora una volta prendersela con i civili che lui stesso ha sempre considerato fratelli da salvare dal nazismo ucraino: Un atto ipocrita vile di chi insiste con la prepotenza pur di raggiungere uno scopo dopo trecento giorni interminabili di una guerra che doveva chiudersi in un lampo.

Putin lo fa poiché consapevole di non potercela fare attraverso i combattimenti del suo esercito che trova sempre maggiori ostacoli proprio in virtù dei rifornimenti armati offerti dall'occidente. Un Occidente in difesa dei diritti dei paesi sovrani!

Un Occidente al quale non si può negare l'utile beneficio di un sostegno di fronte ad una tale vigliacca operazione speciale che non sembra terminare solo per non far perdere la faccia allo stesso autocrate che ha calcolato male le sue mosse!

Una guerra destinata a proseguire a lungo e che trova un solo ed unico responsabile il cui orgoglio continua a far soffrire e perire una lunga serie di innocenti ragazzi anche tra le file del suo esercito...spesso persino improvvisato!


15 nov 2022

IDEOLOGIE ED INNOVAZIONE



di v.cacopardo
Le ideologie di destra e di sinistra fanno spesso comodo a diversi politici ..politologi e qualche giornalista compreso...Tanti che..in assenza di queste... non potrebbero nemmeno riuscire a lavorare: Basta guardare la Tv per accorgersi come, nel modo di condurre un dialogo politico, si tenda sempre a mantenere una posizione attraverso l'uso corrente delle passate ideologie ed attraverso queste, imporsi eternamente in un estenuante dialogo di convenienza che non arricchisce la politica, ma preserva il loro dialogo e le figure.
Possiamo tutti essere d'accordo
 sul fatto che le vecchie ideologie esistano, come anche le posizioni di destra e di sinistra sulle quali nel tempo si è incanalato un processo politico culturale che ne ha posto le chiare differenze. Tuttavia rimane un dato di fatto che una politica moderna concentrata su queste due posizioni genera solo reazioni e quando le tensioni aumentano, le due parti opposte (come più volte visto) finiscono persino col proporsi insieme in un contraddittorio gioco di compromessi...
Negli ultimi tempi, anche per via di una falsa narrazione, la politica della contrapposizione ha generato solo miti e divismo. Resta il fatto che in una logica dialettica politica chiunque può sposare principi da un lato o negarli dall'altro...e viceversa.
La politica rimane movimento di una società verso il futuro e bloccarsi sulle ideologie nega il laborioso cammino della sua indispensabile dinamica. Il desiderio di governabilità ha sotterrato ogni altro beneficio di una dialettica aperta per la definizione stessa di una politica funzionale e lungimirante restringendone il dialogo.
Guardare la politica e valutarla come fosse una mela divisa a metà le cui due parti appartengono ad un esclusivo pensiero potrebbe voler dire non leggere con equilibrio...ne' avere una visione più ampia ed una prospettiva futura della società, poiché ambedue le parti potrebbero contenere ciò che manca all'altra. Bisognerebbe guardare la politica con una ottica di innovazione verso gli ideali e le idee mettendo da parte il contesto in cui ancora si promuovono principi sui quali si fondano atteggiamenti sociali di un'epoca.


Considerare un processo politico in questa frustrante ottica delle eterne ideologie..non potrà portare linfa all'innovazione... né favorire una essenziale dinamica costruttiva di cui la politica necessita

13 nov 2022


Adesso...dopo quello che sta succedendo in Iran, con violenze ed uccisioni di giovani donne che vorrebbero conquistare la loro libertà (di mente e di corpo), ci sarà forse qualche ossessionato denigratore che vorrebbe continuare a condannare l' occidente con le sue libere democrazie?

Un occidente che, con tutti i suoi difetti, dimostra di saper affrontare le difficoltà di una modernizzazione e che tuttavia tende a proteggere e rispettare le libertà altrui? Un occidente da correggere e non da condannare!!

Una dicotomia: Mentre la Russia di Putin condanna apertamente l' occidente minacciando il suo sistema, in Iran, un sistema assurdo guidato da una dottrina religiosa che odora di morte e non di amore, uccide senza sosta giovani ragazze in cerca di una propria libera personalità.


v.cacopardo

19 ott 2022

EUFORIA E PRESUNZIONE...




Si sono appena concluse le nomine per le presidenze del Parlamento e già escono i titoloni come quello di “una Italia che cambia”. Una tale forzata euforia in previsione della difficile strada che aspetta qualunque governo andasse a formarsi. Questa euforia è di certo fuori luogo..Il passato ci ha già insegnato!

Si attende la formazione di un governo Meloni che dovrebbe affrontare immani difficoltà e, nella già difficile opera di decidere le poltrone, gli scontri nella maggioranza si avvertono: Malgrado la facciata, si percepiscono all'interno della maggioranza le solite scaramucce per ottenere le ambite poltrone. E' sempre stato così! La differenza è che oggi il caos e le difficoltà sono iper aumentate e le soluzioni per il bene del Paese appaiono davvero precarie e quasi impossibili.

Proprio per questo e dopo le tante esperienze del passato, nessuno in questo decadente mondo politico ha compreso quanto sarebbe più prudente sostenere: "Faremo il possibile per cambiare". Mai come in questo momento sarebbe necessaria una grande umiltà nel sostenere ogni possibile cambiamento...qualunque governo andasse a formarsi!

vcacopardo

QUANDO LA DESTRA E' ANCHE MANCINA

 


post di Paolo Speciale


Individuare le cause della crisi di una sinistra italiana – ed in generale delle cosiddette forze progressiste in buona parte europeiste – sempre più incartata in posizioni spesso contraddittorie oggi è ancora più facile.

E ciò perché all’odierna opposizione caro fu  l’unico argomento  irrinunciabile onnipresente nelle interviste rilasciate dai suoi più autorevoli esponenti nelle ultime settimane: il timore del ritorno delle limitazioni ad alcune  libertà fondamentali non tanto attraverso i consueti strumenti legislativi, quanto incidendo anche emotivamente e sensibilmente sulle coscienze dei cittadini in nome di un ritrovato patriottismo che tutto include. Solo questo. Che povertà.

Eppure basterebbe ricordare a tutto l’arco costituzionale, ma proprio a tutto, che il patriottismo, il nazionalismo furono storici comuni ideali di tutti, dei fascisti quanto dei comunisti ed oggi nessuno dovrebbe esibirne un vessillo personale, trattandosi di ideali che non hanno alcun carattere esclusivo.

Altrettanto strumentale è stato legare dialetticamente la cultura di una Europa unita alla volontà più o meno consapevole di cancellare o rilegare in secondo piano l’identità storica dello stivale.

Concezione e timore, questi, solo italiani e per certi versi risibili, indegni di essere parte costituente di una opposizione vera, costruttiva, basata sui programmi e non sull’utilizzo improprio di valori idealmente di tutti.

Più volte abbiamo manifestato la indiscussa  assenza di qualsiasi timore per la tenuta del sistema democratico; ciò perché  il vaccino italiano contro l’autoritarismo in senso lato è ancora attivo ed efficacissimo, soprattutto in un Paese come il nostro, dove il cittadino comune si commuove ancora ascoltando la semplice citazione o, meglio, l’inno “Fratelli d’Italia”.

Si tratta di  quell’inaffondabile  quanto efficace richiamo “sociale” che ha portato fortuna a Giorgia Meloni, che è stata brava quasi quanto il Cavaliere nel secolo scorso nel farne uso.

Passerà anche la cittadina romana della Garbatella, senza infamia e senza lode, come tutti i cosiddetti leader che si sono succeduti almeno negli ultimi quattro decenni, così come rimarranno le migliori, anche se pubblicamente e moralmente messe all’indice, tradizioni procedurali ispirate al mitico ed intramontabile “Manuale Cencelli”, tutt’altro che desueto.

Il Cavaliere, l’innovatore di trenta anni fa oggi al tramonto anche per i limiti di età raggiunti, in fondo non ha fatto altro che usarlo, quel manuale; il problema sta nella sua interpretazione, in genere di parte; e, del resto, assegnare le cariche pubbliche più rilevanti ai soggetti della formazione politica più votata non è eminentemente democratico e quindi comune a tutti gli schieramenti , soprattutto se si esce fuori dalla logica non sempre attuabile del “tecnicismo esecutivo emergenziale”, a scapito del legittimo “esecutivo politico”?

Se decide il popolo (sui modi con cui lo fa, cioè sulla legge elettorale, poi si potrà ancora discutere) potremmo parlare forse di una Destra  mancina, ma anche di un Centro  e di una Sinistra ambidestri.

Ancora, si potrà dire che gli ideali comuni potrebbero annientare l’identità particolare di una singola formazione partitica.

Ma è proprio questo il punto di partenza per la preminente individuazione ed il perseguimento di nuovi indirizzi politici, che stimolino i dibattiti e l’attività di legiferazione, senza preoccuparsi  di stare troppo a destra o troppo a sinistra e soprattutto lasciando in pace – con rispetto – i patrimoni ideologici che non hanno un colore solo, ma tre e sono fuori gioco, anche se essenziali.

1 ott 2022

IL FREDDO INCEDERE DI UNA INTEGRAZIONE ECONOMICA ..

 




Leggo nei social questa frase che mi colpisce:
“Quando ci toglieranno l'ultima bottega, l'ultimo negozio...quando gli acquisti avverranno solo nei grandi centri commerciali ed ancora di più on-line, capiremo forse che ci avranno tolto l'amore, la passione, la creatività, persino la gentilezza di coloro che hanno reso l'Italia il “bel Paese”che era.”
Questa frase potrebbe essere compresa nell'ambito delle tante prerogative che il nostro stesso paese possiede ..Sembra retorica, ma in realtà non lo è affatto!
La modernità, la globalizzazione dura e selvaggia spinta solo da un desiderio di monetizzare ed arricchire, un sistema che si adatta con estrema facilità, non fanno che toglierci ciò per cui l'uomo vive. Ci toglie la passione..come ci toglie l'importanza di una emozione che ci arricchisce di altro. Nell'ambito del commercio ci toglierà la possibilità di entrare in una discreta bottega o di un elegante negozio sostenendo quella sensazione dell'acquisto più accurata. In altri ambiti potrebbe persino toglierci definitivamente quella poesia importante per l'umanità che aiuta nella crescita culturale e sociale.
L'Italia, paese che tende ad esprimere qualità, non avrà che perderci..Perderà la crescita di quelle botteghe preziose e quei negozi costretti a chiudere che tenderanno a rendere le stesse città ed i paesi più freddi ed asettici.
vcacopardo

11 set 2022

ASTENSIONE COME DIRITTO AL CAMBIAMENTO

                                             

vcacopardo

A proposito dell'astensionismo....

Cosa pensano questi signori tanto amanti del sistema che si spingono in una paternale asserendo che votare è obbligo sociale? Cosa capiscono di un sistema dove la democrazia vive un perenne ricatto condotto dai soliti Partiti che osannano i loro leader e dove tante figure inutili imperversano? Come si può imporre un voto quando ciò che si propone da decenni rimane privo di ogni rinnovamento in favore di un popolo che deve scegliere liberamente? Pensano costoro di essere nella ragione? Conoscono l'importanza di una Costituzione dove l'art 49 si esprime in termini talmente sintetici e senza una disciplina che aiuti il percorso funzionale di un suffragio popolare? Hanno una conoscenza piena di queste regole?
Sanno costoro che sono passati settant'anni da quando la stessa Costituzione avanzava le sue regole e che tutto nella società è cambiato tranne le regole fondamentali per il rinnovamento della politica? Quelle regole istituzionali di cui tanti si sono riempiti la bocca senza mai procedere verso le dovute riforme!
Viviamo in uno Stato parlamentare e questo basterebbe per porre l’importante azione delle Camere come centralità dalla quale dovrebbe dipendere ogni regola ed ovviamente l’indirizzo culturale ed economico del nostro Stato democratico. I ruoli legislativi, quindi, non possono che essere primari e propedeutici a quelli amministrativi.
Recita il Diritto costituzionale “ la mancata attribuzione dei poteri di indirizzo politico al Presidente della Repubblica, fa sì che tali poteri vengano accentrati nel raccordo Parlamento – Governo”.
Un raccordo che oggi sembra essere intaccato e desta serie preoccupazioni per la garanzia dello stesso principio di democrazia costituzionale: i due ruoli non riescono più ad operare in condizioni di indipendenza e, pur nella loro distinzione funzionale, risultano condizionati da un pressante potere partitico che li sottomette al proprio interesse. La tendenza equilibratrice che si voleva tramite il raccordo ed affinché a nessuno dei due poteri potesse essere assegnata una condizionante prevalenza non sembra oggi possibile. La centralità del Parlamento non determina più la sua vera fondamentale funzione ed ogni azione governativa finisce sempre col prevalere e condizionare pragmaticamente ogni indispensabile percorso politico parlamentare.
La Costituzione, sulla parte riferentesi ai diritti ed i doveri dei cittadini, ci dice ”Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto ed ogni altro mezzo di diffusione”. Ciò risulta fondamentale e dimostra l’importanza di quel verbo che spinge a “regolare” i rapporti tra lo Stato ed i cittadini attribuendo a questi un diritto soggettivo ad un libero pensiero...quindi anche a non votare per contrastare la mancanza di una utile e funzionale regolarità nei rapporti.
Recita ancora la stessa Costituzione sui principi fondamentali “E‘ compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’uguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione alla organizzazione politica economica e sociale del Paese”.
Cosa può voler dire questo? Se non il chiaro messaggio di poter dare a tutti i cittadini le giuste opportunità di una propria partecipazione alle scelte?
Quest’altro rilevante principio, se collegato al precedente, vincola inequivocabilmente le istituzioni a favorire con piena attuazione la strada per la determinazione di una vera funzionalità della politica. -Funzionalità e partecipazione di pensiero e di idee che sembra oggi non si vogliano per nulla ricercare!
Nel concetto Aristotelico, la nostra forma odierna di governo, più che ad una compiuta democrazia sembra accostarsi a quella di una strana oligarchia (governo di un'elitè) sebbene essa resti mascherata da false sembianze democratiche che, seppur ingegnose, non rendono di certo utilità al funzionamento del sistema. La vera difficoltà odierna sembra essere la giusta metodologia per far sì che tale processo possa essere costruito col presupposto di sortire un utile e preciso compito: Se si vuole vedere la democrazia come ultimo baluardo a protezione della vita politica e sociale di una Nazione, al fine di non scadere nel principio assoluto e più comodo, ma sicuramente pericoloso di una dittatura, bisogna che il valore stesso della democrazia possa essere salvaguardato attraverso principi di metodo corretti e corrispondenti alla stessa concezione etimologica del suo significato: Allora si... che si spinge il popolo al voto!
Quando si guarda al nostro sistema di democrazia sarebbe opportuno fissare l’attenzione sul momento di passaggio che questo sistema muove in direzione di una governabilità indiretta ossia rappresentativa che, per ovvie ragioni, non potrebbe essere diretta dal popolo. Un passaggio che, in teoria, dovrebbe vedere nelle elezioni il vero funzionamento di costruzione di un impianto in favore dei cittadini e che, al contrario, finisce col non tener conto del loro pensiero.
Sappiamo che il sistema vince su tutto, ma non potrà mai opporsi ad un pensiero che esprime resistenza sul perverso meccanismo che non favorisce una votazione veramente libera. Non si tratta di stare con l'uno o con l'altro (come tanti idioti amano pensare), ma di percepire quanto il non voto potrebbe essere decisivo per spronare la politica ad un sano cambiamento.
Da questo punto di vista, ed in piena libertà, non si prendono lezioni da nessuno!

9 set 2022

SISTEMA IMMUTATO: EMBLEMA DI UNA POLITICA DECADENTE

Quel che resterà di questa assurda elezione, persino immotivatamente anticipata nei tempi, sarà l'emblema di una politica decadente che tanti Italiani avrebbero voluto cancellare già da tempo!




di vcacopardo

Manca poco alle nuove elezioni nazionali e tutto sembra rimanere al punto in cui era, nessun cambiamento è avvenuto malgrado l'irruenza di una forza predisposta per il cambiamento che ha illuso gran parte del Paese!
Ci ritroviamo al punto in cui eravamo e chiunque vinca ( come più probabile una destra) poco importa! Con l'attuale legge elettorale Rosatellum a sistema misto il 37% dei collegi uninominali daranno alla destra unita quasi il 90 % dei seggi. Per i restanti collegi plurinominali è inutile illudersi...si sa' che la destra unita ha già una maggioranza
Al di là di ciò, rimane illogico come non si sia mai proceduto per cambiare questa legge ambigua mentre i parlamentari tenuti in piedi dai propri Partiti ...tra un'ipocrisia e un' altra...hanno solo lavorato ad interesse personale. Un sistema politico che ha dimenticato ogni logica democratica e che rischia di non trovare mai spiragli. Una ragione in più che spinge di non andare al voto. Quando si dice: è importante dare il voto!...bisognerebbe prima comprendere l' incoerenza e la disfunzione di questo meccanismo sistemico che vedrà sempre i partiti padroni assoluti di una falsa democrazia.
Le riforme che occorrevano non sono mai state portate avanti lasciando esclusivamente spazio ad interessi dei Partiti. Nessuna riforma è stata fatta non rendendo alcun vantaggio ai cittadini, ma solo maggiore sfrontatezza ai Partiti: Unici padroni di una politica ormai allo sbando: Non poter scegliere i propri rappresentanti rimane fondamentale punto di partenza per una legge elettorale che dovrebbe proteggere e dare garanzie al popolo.
Sono decine di anni ormai che non si lavora in termini di ricerca per il riscontro con una legge elettorale che non garantisca subdolamente il dictat dei partiti, ma che dia spazio ai rappresentanti scelti da chi ha il diritto ad esprimere una propria preferenza.
Non si è mai dato il via alla ricerca di uno studio di riforma dell'art49 della costituzione per il disciplinamento dei Partiti. Chi oggi otterrà una maggioranza, non è detto che riuscirà a terminare il suo mandato governativo e finire la legislatura perseverando ancora in ulteriori accordi subdoli o continue improbabili intese.Insomma tutto continua a restare incerto non rendendo alcuna sicurezza alle istituzioni e quindi al Paese.
Abbiamo assistito in questi giorni a tutto e di più: intese e separazioni, maggioranze scomposte, movimenti contraddittori dei Partiti pur di mantenere forza. Per l'ennesima volta abbiamo visto partiti coalizzarsi in tanti per assicurarsi una posizione di centro moderato. Tra questi Calenda e Renzi hanno dato corpo ad una unione come il gatto e la volpe nella storia di Pinocchio ( avendo ambedue navigato da un lato e dall'altro con estrema incoerenza e furbizia).
Quel che resterà di questa assurda elezione, persino immotivatamente anticipata nei tempi, sarà l'emblema di una politica decadente che tanti Italiani avrebbero voluto cancellare già da tempo!

17 lug 2022

GRILLO: DA ARTEFICE A CARNEFICE DELLA SUA CREATURA

 


(post del gennaio 2020)

Tutto prevedibile!
Le elezioni regionali svuotano i consensi del Movimento e manifestano la volontà di un ritorno al bipolarismo
Cosa pensava di fare Grillo che ha spinto il suo Movimento verso una governabilità che avrebbe tolto ogni possibile identità alla sua creatura? Delle due una: O Grillo è un ingenuo...o non ci ha mai creduto. Il chè non favorisce alcuna identità ad un Movimento nato per un cambiamento ad una politica delle vecchie contrapposizioni!
Come era prevedibile il disfacimento del Movimento, da tempo nell'aria, si è mostrato palese in queste elezioni regionali che hanno soprattutto messo in evidenza il ritorno ad un bipolarismo da tempo ostacolato proprio dagli stessi pentastellati.
Quelli come me che hanno sempre sperato in un cambiamento nel gioco di comodo delle vecchie contrapposizioni, ed hanno sempre meno creduto a questa organizzazione improvvisata ponendovi giornalmente chiari dubbi, avevano previsto il defluire dei voti del Movimento: Si era pensato che si fosse aperta un'altra strada e da quella sarebbero potute entrare altre forze politiche nuove...Una sorta di sradicamento dal vecchio modo di interpretare la politica...ed invece tutto il contrario...
Per quanto attiene il precario percorso dei 5stelle: Dopo appena una straripante vittoria in campo nazionale.... il Movimento.. invece di attendere ed occuparsi di costruire la loro organizzazione in modo più logico e democratico ..edificando con metodo una struttura più consistente nel territorio, ha creduto di poter governare senza quella maggioranza che gli avrebbe permesso di non dipendere da alcun legame con altri partiti. Il giochino fallimentare che li ha visti legati da una parte prima.. e da un'altra dopo.. nella ricerca di una impossibile sintesi era prevedibile, come prevedibile era il fatto che tutto ciò avrebbe portato ad un rafforzamento del gioco bipolare da loro stessi sempre avversato: Se si nasce per contrastare un bipolarismo è più che chiaro che non ci si può legare a nessuno dei poli..tranne che non rendersi credibili!
Come ripetuto più volte in questo Blog..avrebbero dovuto attendere e nel frattempo meditare attraverso un dialogo approfondito sulla loro identità e sulla struttura valida per una forte presenza nel territorio nazionale. Nel loro modo di governare, ricco di un forte iper moralismo, irriducibili nel non comprendere la questione di un Sud che li ha sostenuti con una enorme quantità di consensi, riforme come quella reddito di cittadinanza che difficilmente troverà sbocchi sulla più importante fase, il voler procedere senza una organizzazione consiliare aperta, continuando a ricercare figure parlamentari attraverso l'uso di un computer e delegando ad una sola figura tutto il peso del'organizzazione...hanno messo in evidenza una direzione verticistica che non ha mai reso credibile il Movimento e l'intenzione di un vero cambiamento.
Qualcuno crede ancora che l'arrivo di un Di Battista possa cambiare qualcosa al loro interno...in realtà non potrà mai risolversi alcunchè ..sia per il fatto che l'organizzazione ad oggi è rimasta quella che è, sia perchè ormai risulta tardi qualunque trasformazione interna la si voglia ..Non è più credibile avendo basato il suo andamento contro ogni compromesso! L'elettorato odierno è ormai fluido: Il loro posto oggi sembra essere nelle mani delle sardine e molti consensi si sono evaporati andando sia a destra che a sinistra. Al Movimento di Grillo non rimane che mettersi da parte, riflettendo sui loro molteplici errori.. comprendere che la politica non si fa senza una organizzazione di base forte e compatta negli ideali, né con figure inventate o ricercando soluzioni azzardate.
Come scritto diverse volte... il Movimento 5stelle che era stato premiato abbondantemente al sud ricevendo una infinità di consensi, non ha percepito l'importanza di quei voti ...non impegnandosi verso uno sviluppo sul lavoro e sulle infrastrutture.. dedicandosi quasi esclusivamente ad una azione di sostentamento attraverso un reddito senza alcun riscontro sul lavoro e dove tanti cittadini hanno cercato di lucrare illegalmente...Il reddito non ha funzionato per nulla!
Il riscontro di tutto ciò viene messo in evidenza nelle elezioni regionali della Calabria che torna in mano ad una destra. Una destra salviniana o della Meloni che nulla di buono potrà mai portare in quel territorio.
Al sud si ritorna ai soliti schemi destra- sinistra.. ed il popolo sembra adattarsi alle vecchie contrapposizioni politiche di comodo poiché manca una politica nuova che possa rendere forza ai valori stessi del territorio e dove chi fa politica sembra farla solo per un proprio interesse...Dopo il fallimento di questo Movimento che avrebbe potuto aprire nuove strade si ritornerà alla vecchia politica..mentre il divario continua ad aumentare!
Adesso abbiamo un'altra delle tante dicotomie politiche: Un Paese diviso in posizione bipolare ed una possibile legge elettorale nazionale propendente verso il proporzionale.
v.cacopardo

Il garante, l’empirista ed il dilettante fortunato

 


post di Paolo Speciale


Come non sempre accade in una crisi di governo, oggi  i protagonisti della politica nazionale sono i tre Presidenti, e ciò con buona pace dell’ex Giuseppe Conte. Ex da tutto, sia da Palazzo Chigi, sia sostanzialmente da quel  Movimento di cui, Rousseau o non Rousseau, rimane  un estraneo  oggi anche scomodo.
Durante il suo premierato, Conte non è mai stato considerato un esponente Cinque Stelle, ma solo il premier dell’emergenza Covid. Poi ha impersonato, senza volerlo, il bersaglio della colpevole ingratitudine della nazione e di chi la rappresenta, che gli ha preferito tout court  un uomo di caratura internazionale. La storia lo consacrerà come un dilettante  – solo della politica a cui siamo abituati e senza intenzione offensiva – con la fortuna di essersi trovato – lì ed ora - a gestire un evento straordinario che gli ha conferito una popolarità inaspettata. Spazzato via dal ciclone Draghi non appena apparve più che manifesto il disagio economico emerso con la pandemia, oggi il Professore Avvocato Conte consuma la sua vendetta, apprestandosi a ritirare i suoi ministri dopo il rovinoso strappo già subito dal Ministro degli Affari Esteri.
Mai come adesso una “questione personale” forse ha influito sui destini di più soggetti, ciascuno dei quali a pieno titolo coinvolti, nel bene e nel male, in un duello che resta comunque impari e certo dai più non voluto. 
Vittima primaria lo stesso Movimento Cinque Stelle, che andrà avanti nel suo processo di decomposizione; vittima anche un PD debole, demotivato, in attesa di una adrenalina che ormai tarda troppo e che finirà per trasferire altri consensi – inutili ed insufficienti sul piano pratico - ad un Renzi  che si illuderà di poter tornare sulla scena da protagonista.
Dall’altra parte, un centro destra fiducioso in elezioni immediate, che si riscopre unito e che certo non lamenta l’assenza dal Governo del Paese, come del resto nessun’altra forza politica di rilievo, tranne Fratelli D’Italia, che brama in tal senso.
Ora, andare  al voto anticipato segnerà il ritorno di quel particolare bipolarismo italiano che dovrebbe far tornare la politica nuovamente ripartita in maggioranza ed opposizione? E come si concilierebbe tutto ciò con una ancora da più parti invocata unità nazionale che faccia fronte alle montanti emergenze nazionali ed internazionali di carattere sociale ed economico?
Il  Presidente Mattarella, conscio della ricaduta improvvisa nel tunnel  della mancanza di una vera leadership a livello esecutivo, prova a trattenere, anche esercitando il suo ruolo di garante, un Draghi empirista  tutt’altro che teoretico, che grazie all’esperienza ha capito che il “tirare innanzi” non funziona ma soprattutto non gli aggrada; meno che meno un ritorno rigenerato che presto andrebbe verso una analoga dissoluzione.
La parola torni al popolo? Certo, ci mancherebbe altro.  Purché siamo tutti consapevoli e pronti a considerare che dalle urne potrebbe uscire l’ennesimo quadro di difficile interpretazione; perché forse il bipolarismo è un male necessario, così come lo sarebbe anche un sistema proporzional – capillare, dove TUTTI – o quasi – siano rappresentati.
Ma  il Governo di unità nazionale potrebbe non più costituire per forza una necessità-emergenza e divenire ordinario, in quanto legittimato da una diffusa tolleranza?  Se così fosse, la democrazia  - nella sua più comune accezione di lotta politica in sede parlamentare in cui siano presenti i ruoli di maggioranza-governo ed opposizione-controllo sull’operato dell’Esecutivo – sarebbe garantita e quindi presente ed operativa?
Infine, cosa si intende da più parti quando si dice “si torni alla politica, quella vera”, e quale sistema elettorale nella più comune accezione consente il totale ed ampio dispiegamento di quella democrazia che finalmente si realizza concretizzando il suo fine storico? Le riforme? A quelle non ci fa più caso nessuno; eppure sarebbero la vera adrenalina per la rinascita di una politica che sia praticata e trattata nuovamente con il rango di “scienza”, che molto le si addice.

6 mag 2022

PAPA FRANCESCO E LA GUERRA..

Adesso prendere Papa Francesco ed usarlo in modo strumentale per il dibattito sulla guerra..pro o contro Putin ..mi sembra un atto quantomeno inopportuno!

Francesco è un Papa e fa il Papa! In quanto pastore della chiesa cattolica si procura di infondere pace e serenità...tuttavia il suo meraviglioso modo di dedicarsi nell'infondere una pace in senso assoluto è spirituale è ben diverso da quello di ricercarla tra il contendersi dei popoli dove c' è chi attacca e chi subisce. Il suo compito è quello di parlare di pace tra gli uomini secondo quei principi dettati dal vangelo... ben diverso da quello che vede un mondo tanto dissimile e dove altre religioni permangono.
La guerra è una dura realtà!...Tuttavia una realtà che potrebbe vedere una pace solo se tutti i popoli... nessuno escluso...stabilissero di non usare le armi. Poichè basterebbe solo che uno le usasse a compromettere qualunque esito di non belligeranza.
In questo contesto sembra inutile anche imbattersi in una retorica diatriba "armi si ...armi no"...L' unica risposta è: "armi purtroppo"
vcacopardo

19 apr 2022

IL PENSIERO DI PUTIN SULLA DEMOCRAZIA ILLIBERALE


di vcacopardo
Per conoscere bene il pensiero di Putin occorrerebbe prima analizzarlo cercando di interpretare i suoi principi... ancora prima che il suo modo di agire. A tal proposito è fondamentale il riferimento del summit del G-20 ad Osaka 28-29 giugno del 2019)
In quella occasione Vladimir Putin rilasciò una lunga intervista al Financial Times dalla quale si può certamente avanzare una attenta ed accurata analisi che potrebbe spiegarci la lunga permanenza al potere nel suo Paese.
Per il presidente russo in carica da circa vent'anni la democrazia liberale prevalente nell'occidente si era ormai esaurita nel suo scopo, non garantendo più una libertà sociale ed anteponendone un'altra che lui definiva “illiberale” …
Per lui si era ormai esaurito il compito, quello di garantire a tutti le libertà personali e sociali ed il mondo richiedeva regole più rigide a garanzia delle esigenze primarie dei popoli. A tal scopo si soffermò proprio sulla formula che avrebbe carpito l'attenzione dei tanti nazionalisti: quella strana democrazia illiberale.
E' fondamentale analizzare questo suo intervento al G20 per dare un senso più preciso al suo pensiero quando egli stesso riporta accennando a quella “guerra fredda” che, pur definendo cattiva, aveva contenuti di regole che in termini internazionali riuscivano a rispettarsi. In questo suo intervento Putin insisteva sottolineando come e quanto il mondo fosse cambiato e con esso anche le regole, un mondo rimasto frammentato e quindi imprevedibile. Pur dichiarandosi scettico, si era spinto nel desiderio di trovare un patto in seno al G20 per dare corpo ad un accordo su regole comuni.
Insomma per Putin “l’idea liberale era diventata obsoleta poichè in contrasto con gli interessi della grande maggioranza della popolazione” e perciò sarebbe stata la forza di un nuovo nazional-populismo ad esprimere meglio i desideri dei popoli chiudendo le porte ad un certo multiculturalismo oltre che al complicato evento della immigrazione.Tutto ciò avrebbe di sicuro ridimensionato l'orgoglio occidentale ponendo la domanda della ricerca di un confine tra deterrenza ed impotenza. Con questo intervento i problemi del liberismo sarebbero stati sempre più messi in discussione dai populisti occidentali e da alcuni paesi che resteranno sempre nascosti come la Cina.
Potremmo affermare che l'orso russo era riuscito a porre in discussione il sistema liberale giocando le sue carte diplomatiche cercando di carpire l'attenzione di personaggi politici tendenti a chiudersi in un nazionalismo e condannando l'economia occidentale che definiva instabile e con fortissime disuguaglianze...persino priva di una reale libertà. In questo suo dialogo il presidente russo riuscì a convincere qualche partito sovranista e persino il presidente degli USA Trump, oltre che qualche altro paese asiatico illiberale.
Ora:- per quanto potesse apparire un vero ossimoro la parola democrazia unita termine di illiberale, il presidente russo sembrava alquanto convinto che questo suo intervento avrebbe comunque conquistato gran parte del mondo occidentale anche in ragione che l'Europa stessa non aveva fino allora dimostrato una unione capace di integrare i paesi della comunità e la politica di questi mandava avanti personaggi capaci di mettere in crisi il proprio sistema parlando di populismo.
La conseguenza si è oggi esplicata in un attacco al paese limitrofo che non potrà mai essere disgiunto da una considerazione di merito relativa a quel preciso intervento: Constatando il non compattamento di una Europa in crisi, priva persino di un esercito, Putin aveva deciso di operare questa mossa. Tuttavia dal suo intervento al G20 molte cose sono cambiate in Europa e l'avvento di una pandemia ha contribuito ad unire l'Europa ed a far perdere consensi ai nazionalisti più esaltati.
Ma si potrebbe persino esser certi che ancora di più la unirà questa assurda aggressione ad un paese sovrano da parte dell'orso russo: conseguenza ineludibile del pensiero sulla sua ipotetica e contrastante “democrazia illiberale”.