19 nov 2018

PD: Minniti.. e gli altri...



PD: come si gira...spuntano sempre gli stessi …con l'immagine ricercata del riformismo e dell'innovazione..
di vincenzo cacopardo


Adesso anche Marco Minniti si dichiara autonomo rispetto al passato governo! L’ex titolare del Viminale pare rinascere dalle ceneri di un passato che non gli appartiene.. .rivelandosi come colui che ritiene di avere la giusta immagine e le buone intenzioni.per poter sedere a capo del PD ..Un politico senza mezzi termini e tutto d'un pezzo che rimarca il fatto (assai poco credibile) di non essere un candidato Renziano.
Minniti azzarda novità in seno ad un Partito ormai in uno stato confusionale, dichiarando col suo rituale tono energico.. che non ammetterà più correnti. Di fronte a Lucia Annunziata che lo intervista ribadisce «Compito di tutti quanti noi è far sì che qualcuno arrivi al 51 per cento”

Il nuovo aspirante alla carica di segretario del PD.. in realtà tanto nuovo non appare... anche in considerazione della lunga vita politica e governativa intrapresa tra un sottosegretariato e l'altro ..per finire come ministro nel governo Gentiloni.

Se pur riesce veramente difficile pensare che la candidatura non sia sostenuta dai Renziani, dalle sue parole non è difficile intuire la abituale doppiezza politica, tipica ed infusa in questi ultimi anni in un Partito che di sinistra sembra aver conservato ben poco.
Nei suoi annunci, Minniti, ha sottolineato vigorosamente che non è più tempo di sottovalutare i problemi in cui vive il Paese.. lo stato di disuguaglianze è tale da non poter non esser preso in considerazione da un Partito che sembra aver dimenticato ogni problematica sociale rivolta verso l'equità. Anche se non proprio queste parole usate durante l'intervista, lo è stato il senso in cui si è espresso..quasi a voler incantare un pubblico su una innovazione rispetto al recente passato in cui ha comunque lungamente governato all'interno del suo Partito.

Dopo Zingaretti e Richetti, Damiano, Boccia e forse anche Martina, il Pd ha ufficialmente un nuovo aspirante segretario che fa di tutto per apparire l'uomo nuovo: Il politico che ha compreso e si è del tutto compreso nelle problematiche sociali che da anni tormentano il Paese. Minniti.. come gli altri candidati... spera di poter sparigliare e disperdere le correnti. Tuttavia in questo suo cammino verso la segreteria, emerge una personalità politica ormai vecchia che... dopo intensi anni di governo in un PD (non di certo attento nei riguardi delle macroscopiche disuguaglianze formatesi).. vorrebbe riprendere un'ulteriore stagione del riformismo per fare come lui afferma : di un Pd “ripiegato su se stesso e assente.. una forza schierata con i deboli, non aristocratica”.
Che dire?.. Meglio tardi che mai!

14 nov 2018

DEMOCRAZIE DIRETTE E STORTURE DEMOCRATICHE





A che vale avere dei rappresentanti del popolo in un'Aula o in una commissione parlamentare, quando questi prendono solo ordini da un potere esecutivo o da un Partito che impone di votare in un determinato modo pena l'espulsione? E' una via troppo comoda che non ha alcun legame con i sani principi democratici.!
di vincenzo cacopardo

Ciò che è avvenuto in questi giorni nella commissione Ambiente di Palazzo Madama per via di un emendamento di Forza Italia al decreto di Urgenza (emendamento passato per via dei voti dell'ex capitano De Falco e la Nugnes), secondo la prassi ed i principi del Movimento pentastellato, potrebbe avere pesanti conseguenze con la esplusione dei due rappresentanti dal gruppo del Senato. Secondo le ultime notizie la Nugnes verrà sospesa e DeFalco espulso.

Ma il dissenso entra quasi naturalmente in una logica di democrazia parlamentare. Se lo vuoi arginare devi discutere con la stessa base elettorale preventivamente...evitando di offrire seggi a chi non sai bene come la pensi . Inoltre è più che chiaro che si può essere d'accordo con un programma di massima e poi apportare modifiche successivamente in fase di definizione..senza per questo stravolgere l'essenza vera delle riforme. E' proprio questo il lavoro di un parlamentare..altrimenti resterebbe un pupo manovrato che non offre alcuna idea per lo sviluppo positivo ed il possibile miglioramento delle stesse regole e di cui se ne potrebbe fare a meno.

Una cosa è certa: Se i rappresentanti nel parlamento del Movimento si scambiassero nel dialogo conoscendosi prima in profondità e con maggior chiarezza.. questi equivoci si potrebbero in parte oltrepassare. O meglio: se si intendessero bene ancora prima di essere eletti, si potrebbe maggiormente comprendere il loro pensiero politico.
Quest'ultima vicenda è la prova provata di come quei principi della democrazia diretta del Movimento, pur rispettabili come fine, non si potranno mai raccordare, né conciliare con i principi sostanziali di una democrazia parlamentare. A che vale..infatti.. avere dei rappresentanti del popolo in un'Aula o in una commissione parlamentare, quando questi prendono solo ordini da un potere esecutivo o da un Partito che impone di votare in un determinato modo pena l'esplusione? E' una via troppo comoda che non ha alcun legame con i sani principi democratici.!

Qualcuno come Casaleggio afferma persino che il Parlamento non dovrebbe esistere, dando così ragione a chi definisce questa sua logica come autoritaria e destabilizzante contro i principi di qualunque democrazia rappresentativa.
In certi casi.. come questo appena avvenuto... il Movimento si sarebbe dovuto chiarire con i suoi rappresentanti attraverso uno scambio verbale ante voto della commissione. Invece pare che tutto arrivi dall'alto come  ordine .. come sembra sia avvenuto nel passato persino con altri governi.
Dov'è allora questo cambiamento? Dov'è questa metamorfosi tanto declamata che mette il popolo ed il suo consenso proveniente dal basso in prima linea?. Può mai diventare il parlamentare una marionetta da manovrare a beneficio di un Partito al governo senza che questi abbia un minimo di personale riflessione sugli argomenti da trattare? Dov'è finito il principio fondamentale che divide in modo accurato e funzionale i poteri dello Stato?

E qui ritorniamo all'articolo 67 della Costituzione che oggi sembra essere di grande attualità poichè... comunque la si pensi..pare essere stato introdotto con grande lungimiranza dai padri costituenti.
Sappiamo bene che in un sistema proporzionale come quello esistente, (a differenza di quello maggioritario tendente a determinare due contrapposte forze bipolari), vi sono ovvi motivi perchè si possano definire spostamenti di pensiero di un parlamentare per lo più attento al proprio pensiero ed alle esigenze del proprio elettorato territoriale, il quale lungo il percorso del dibattito parlamentare... potrebbe trovarsi meno d'accordo su determinati temi pur perseguendo un'azione globale di cambiamento politico voluta dal suo stesso Partito.
Rimane evidente che in un sistema proporzionale si è obbligati a dare maggior forza all'art 67 senza costringere un'azione di pensiero dei parlamentari, a differenza di come si suole fare quando si impone un sistema bipolare. Eludendo i principi dell'art 67 si costringono il pensiero e le idee dei Parlamentari soprattutto quando un Parlamento ed i suoi gruppi nell'Aula sono già definiti...anche rispetto alla formazione delle dovute normative in itinere. Il difetto sta nel fatto che ogni azione Parlamentare non può mai essere simile a quella governativa predisposta per amministrare.
Ciononostante il Movimento 5 Stelle continua perseverare su questo argomento dimostrando al contrario poca lungimiranza in proposito e dimenticando che l'articolo della Costituzione sul quale ci si dovrebbe maggiormente applicare per dipanarlo in senso funzionale è l'articolo 49 sui Partiti.


13 nov 2018

LE CRITICHE ECCESSIVE ALLA STAMPA





La comunicazione del Movimento 5Stelle, pur volendo affrontare un problema esistente, non sembra centrare l'obiettivo aggravando un ritorno di critiche.
di vincenzo cacopardo

Sono proprio i termini “puttane e sciacalli” che risultano troppo azzardati ed irrispettosi! Sarebbe bastato usare termini diversi più consoni ed adatti: “condizionati...asserviti..assoggettati”...anche in considerazione che spesso è proprio così! Quelli dei leaders del Movimento pentastellato sono vocaboli che hanno creato una fortissima reazione nel mondo giornalistico. E poi..è sicuramente errato il fatto di assimilare tutta la stampa ed i giornalisti come fossero uguali!

Di Maio e Dibattista possono anche avere ragione poiché spesso la stampa (ma non tutta) straripa dal suo essenziale ruolo diffondendo notizie su possibili fatti non accertati o diffamando in prima pagina per poi inserire un articolo con smentite in quinta pagina. Per non parlare anche di alcune TV...Tutti fatti che, in ogni caso, hanno da sempre creato in concreto problemi a tutti i Partiti e non solo al Movimento. Tuttavia è sbagliato definire tutta la classe dei giornalisti in un calderone unico..come del resto sarebbe un errore classificare inadatte e meretrici tutte le altre categorie come quella della stessa politica o quella della magistratura.

Queste eccessive valutazione, anche frutto di una lotta che oggi si mette più in evidenza per l'effetto di un percorso di sradicamento del vecchio sistema, non può tornare utile a nessuno..anzi penalizza in negativo i portatori di tali eccessive opinioni che paiono affrontarle con troppo veleno ed astio...Astio e veleno che non pagano mai!

Oggi sono coloro che sono andati al governo che si lamentano..ieri si lamentavano gli altri, i loro avversari, per aver creato un clima che ha reso possibile alcune delle loro vittorie elettorali. Bisognerebbe affrontare questo argomento con un particolare equilibrio, senza fare di tutta un erba un fascio e moderando i termini.. poiché come la storia ci insegna.. tutto torna indietro e si ripete da diverse angolature.




9 nov 2018

GOVERNO..ED OPPOSIZIONI



Al di là di ogni risultato buono o cattivo...bisogna farsene una ragione e comprendere...anche se non si è d'accordo.. che questa alleanza, costruitasi per esclusiva responsbilità dei Partiti tradizionali, durerà di sicuro fino alle prossime Europee e..forse potrà andare oltre in base ai risultati.”
di vincenzocacopardo

Oggi si parla di grillizazione della Lega, poco tempo fa.. al contrario.. ci si riferiva ad un Movimento completamente sottomesso alla Lega. Comunque la si giri e la si dica i due partiti politici al governo ricercano continuamente una sintesi e pare procedano insieme senza nemmeno assorbire gli attacchi che dalle opposizioni arrivano sempre più feroci e meno produttivi.

Al di là di ogni risultato buono o cattivo...bisogna farsene una ragione e comprendere...anche se non si è d'accordo.. che questa alleanza, costruitasi per esclusiva responsabilità dei Partiti tradizionali, durerà di sicuro fino alle prossime Europee e..forse potrà andare oltre in base ai risultati. Comunque la si voglia vedere questa è..e rimane la conseguenza di una legge elettorale voluta principalmente dal PD di Matteo Renzi..un Partito che oggi si lecca le ferite ostentando continui miseri attacchi che non somigliano per nulla ad un costruttivo pensiero antitetico, ma ad una vero e proprio livore verso chi avanza nei consensi.

Si può certamente non essere d'accordo con le riforme che oggi la nuova coalizione di governo mette sul piatto, tuttavia riesce riprovevole assistere a certi attacchi sulle persone e su certe scelte volute da una maggioranza scaturita solo per una chiara irresponsabilità dei vecchi partiti sistemici che non hanno saputo cogliere il bisogno di un cambiamento. Se poi questo cambiamento si verificherà a discapito della nostra società.. è ancora tutto da vedere..e qualora si mettesse in luce arriveranno nuove forze in protezione, di certo la politica e la sua essenziale dinamica non perderà valore.

Oggi le critiche della opposizione avanzano e si racchiudono sempre sulla incompetenza e su qualche frase poco accorta dei due vicepresidenti del consiglio, attraverso il solito cortile spinto, ma mai sulla sostanza di un vero cambiamento...mai in favore di una idea di crescita, solo a sfavore dei personaggi che oggi guidano il governo.
Nondimeno perchè il contratto di programma tra le due forze, pur controverso, possa riuscire a concludersi in una sintesi equilibrata occorrerà tempo e non certo la fretta che le opposizioni richiedono.

Ogni cambiamento buono o cattivo che sia necessita del suo tempo! Sicuramente essersi immobilizzati per anni nel logoro e vecchio sistema ha registrato tutte le conseguenze negative che oggi ci portiamo appresso.

8 nov 2018

PRESCRIZIONE: LA RIFORMA CHE DIVIDE I GIURISTI



di vincenzo cacopardo

Oggi i pareri sulla riforma della prescrizione sono differenti persino in seno alla maggioranza di governo, ma la domanda da porsi è solo una: Se la prescrizione nega ogni forma completa di giustizia..la giustizia dovrebbe negare qualsiasi espediente sulla prescrizione.


C'è chi ritiene scioccamente che allungando i tempi di prescrizione si allungherà la durata dei processi, che già in Italia è più che accentuata. Con questa affermazione si taglia ogni possibile utile riforma in proposito e si costringe quasi ad una arresa sui principi stessi di funzionalità della autorità giudiziaria
La prescrizione nei paesi europei oltre che in Italia è adoperata solo in Grecia mentre negli Stati Uniti si blocca con l’inizio del processo. Nel nostro bel Paese quando un imputato viene condannato in primo grado si appella alla riduzione della pena, ma in realtà riesce spesso a profittare della prescrizione affinchè possa non scontarla del tutto.

Di fatto qualunque possibilità di accordo delle parti in fase preliminare delle indagini tra l'accusa e la difesa..viene automaticamente condizionata..inoltre se accade (come spesso accade) che un giudice durante la sua inchiesta venga trasferito e cambia la composizione del collegio giudicante, si deve dare corso ad un nuovo processo allungando i tempi assecondando così l'imputato..cosa che certamente non può favorire il buon esito della giustizia. Al contrario con un blocco della prescrizione (come oggi si intende riformare) il condannato potrebbe affrontare il giudizio o dichiararsi colpevole limitando persino i danni..

Dall'altra parte, c'è chi non condivide la riforma e pensa che se l'imputato non sia colpevole il blocco della prescrizione potrà solo arrecargli danni..favorendo il prolungamento del processo che nel nostro Paese è assai lungo.
Secondo Luigi Paragone giornalista oggi parlamentare dei 5Stelle :”La prescrizione nega la giustizia alle vittime e ai loro familiari. E lascia liberi i colpevoli, siano essi stupratori, assassini o responsabili di assurde stragi, come quella di Viareggio.”

Qualcun'altro afferma che i
processi in Italia durano tanto perché ce ne sono troppi. Troppi appelli e ricorsi in Cassazione, fatti proprio in attesa che arrivi la prescrizione. E non v'è dubbio che per gli imputati e loro avvocati è più conveniente puntare sulla prescrizione del reato.
Secondo il magistrato Davigo vi è un'altra seria questione e cioè: “In Italia, se appellante è il solo imputato, non è possibile la reformatio in peius della pena: chi fa appello può avere la pena cambiata solo in meglio. Questo, per esempio in Francia, non c’è. Infatti in Francia solo il 40 per cento delle sentenze di condanna a pena da eseguire viene appellato, mentre in Italia il 100 per cento: ti conviene e non rischi nulla. Ma è così che, nella struttura piramidale della giustizia italiana, le Corti d’appello saltano .Si dovrebbe depenalizzare drasticamente il sistema giudiziario. Ci sono troppi processi. Tutti questi processi non li possiamo fare”.

Insomma... la questione è di scottante attualità ed oggi rimane uno dei punti caldi del confronto politico..poichè è proprio la politica che se ne dovrebbe fare obbligo.
Oggi però i pareri sulla riforma della prescrizione sono differenti persino in seno alla maggioranza di governo, ma la domanda da farsi è solo una: Se la prescrizione nega ogni forma completa di giustizia..la giustizia dovrebbe negare qualsiasi espediente sulla prescrizione.

Scelte difficili, ma sostanzialmente quello che dovrebbe risolversi ancora prima deve riguardare la prolissità dei processi attraverso l'uso di molteplici risorse da indirizzare per sollecitare i giudizi e far funzionare Tribunali e Corti.

7 nov 2018

IL PREMIER CONTE A DI MARTEDI'




Si può essere o non essere d'accordo con questo governo e le sue manovre. Si potrà anche contrastare e dibattere la difficile opera di sintesi del Presidente del Consiglio. Le opposizioni hanno ogni facoltà di mettere in dubbio i provvedimenti come il reddito di cittadinanza, la quota cento ed i condoni...Tuttavia certi commenti canzonatori contro il Premier diffusi per radio o per televisione, oltre ad essere offensivi si potrebbero e si dovrebbero evitare.

Alcuni giornalisti, assidui soloni che di continuo affollano i talk, attaccano il Presidente del Consiglio valutandolo incapace ed approssimativo..perseverando sull'immagine e la sua espressione. Conte..malgrado la complessa posizione di sinossi, non di certo comoda, a DiMartedì è parso pacato e composto alle domande del presentatore. A differenza di un Renzi o di un Berlusconi che hanno sempre dimostrato quella sicumera e la boria tipica degli arroganti, Il Premier ha descritto il difficile lavoro del governo con la dovuta calma e dovizia ed un tono non di certo altezzoso.

L'atteggiamento dei suoi predecessori soprascritti è sempre stato quello di richiamare l'attenzione dell'ascoltatore su una presa di posizione fin troppo decisa e saccente(un certo popolo viene quasi ammaliato da certi personaggi)..Quella di Conte.. invece.. è apparsa come quella di chi si è espresso senza alcuna sufficienza e saccenteria ( Malgrado si possa o non possa essere d'accordo rispetto ad una manovra che pone di certo alcuni dubbi)

Cionondimeno successivamente.. nello studio.. lo si è voluto attaccare affondando la forchetta sui suoi modi di esprimersi più che sulla sostanza di ciò che ha espresso...arrivando a dipingerlo quasi come un debole imbarazzato...quasi evanescente

Sarà forse questa la ragione per la quale il suo consenso supera quello di tutti gli altri?

vincenzo cacopardo

5 nov 2018

ITALIA A PEZZI!



VIENE DA CHIEDERSI SE UNA MANOVRA DI BILANCIO NON DOVREBBE GUARDARE PREVALENTEMENTE ALLA MESSA IN SICUREZZA DEL SUO TERRITORIO ORMAI MARTORIATO...
di vincenzo cacopardo

Le reazioni climatiche incalzano sempre con maggiore violenza ed il Paese Italia, con il consueto lassismo, finge di non accorgersi dei continui abusi edilizi e delle costruzioni insicure. La natura ci parla e noi fingiamo di non ascoltare... Fumi e gas iniettati nell'aria come fosse una normale abitudine ed un territorio quasi abbandonato ad un destino che non può che generare ulteriori danni e morte.

Tutte queste morti che ogni anno si ripetono con costanza sono un chiaro richiamo all'importanza ed al bisogno di una prevenzione.... Sono un richiamo ad un impegno.. nell'inerzia assoluta di chi, con ipocrisia, continua a dirsi pronto.. ringraziando poi quasi retoricamente chi si occupa di spalare per recuperare morti e feriti.

Abbiamo visto tutti le scene che si ripetono in televisione con case che franano ed automobili spazzate via dall'acqua e dal fango..morti e feriti gravi persino nelle grandi città..eppure basteranno pochi giorni per dimenticare nuovamente ...nell'attesa di un nuovo evento sempre più catastrofico.


Quest'ultima disgrazia avvenuta a Casteldaccia suona come l'ennesima consueta indolenza di uno Stato e delle sue Istituzioni,..da tempo mai preparate ad una logica prevenzione sul rischio idrogeologico...un rischio ormai impellente in tutto il nostro delicato territorio. Le istituzioni non sono in grado di tutelare i cittadini. L'abusivismo deve essere combattuto già dalla posa della prima pietra e non quando è già tutto costruito. Al di là delle diatribe di stampo politico..un dato di fatto resta certo: Chiunque si è insediato al Governo ha sempre sottovalutato questo rischio legato al territorio non fornendo una adeguata protezione attraverso uno studio preventivo e le rispettive risorse adeguate. I danni provocati dall'acqua dello scorrere dei fiumi in piena.. provocano danni immensi ben superiori alle spese occorrenti per prevenirli...E allora?...persino una figura poco esperta farebbe i suoi conti prevedendo interventi appropriati, limitando la cementificazione, ed adoprandosi per far defluire i fiumi nel modo più intelligente e sicuro...Non sembra mai esservi nemmeno una costruttiva intesa tra le amministrazioni e l'attività governativa.

Sarebbe il momento di reagire per salvaguardare il nostro territorio ormai martoriato dalle continue alluvioni, dai ponti che si sgretolano, dalle strade che si allagano e si frantumano, dagli argini dei fiumi che straripano. Un territorio che in tanti nel mondo ci invidiano!
C'è tanto lavoro da fare e da distribuire in tutto il territorio! La politica dovrebbe affrettarsi: Le forze e la volontà non mancherebbero e nemmeno le risorse se si concentrassero prevalentemente sulla messa in sicurezza e la salvaguardia del territorio operando con prevenzione e coscienza.


31 ott 2018

LE CONSEGUENZE DI UN PARADIGMA RESO IMPERFETTO



di vincenzo cacopardo

Quella democrazia che risalta i diritti dimenticando i doveri

Si pensa che la democrazia possa interpretarsi in forma di estrema libertà e libero arbitrio, dimenticando che essa è l'implicito insieme di diritti e doveri!

Gli atroci fatti recenti che a Roma hanno coinvolto la sedicenne drogata e seviziata fanno parte di una lunga serie di fatti che coinvolgono il precario andazzo di una società che fino ad oggi ha interpretato il sistema di democrazia come quelli di un permessivismo senza confini. Sono la conseguenza di non considerare più con attenzione l'importantissimo controllo del territorio.
Quella di Roma si potrà farla apparire una disgrazia, persino in parte volutasi cercare dalla stessa giovane, ma in realtà il tutto è l'esatto equivalente risultato di un paese che già da lungo tempo non controlla... ne preserva il territorio nel giusto modo favorendo una tendenza a lasciare quella estrema libertà in quei territori che diventano preda di malcostume e malavita.

Nel fatto specifico, come lo è stato nel triste e macabro avvenimento di qualche mese addietro che ha coinvolto la giovane fatta a pezzi nelle Marche, i responsabili restano stranieri clandestini provenienti dall'Africa o da qualche paese limitrofo, che lasciati vagabondare senza alcun controllo si appropriano di un territorio per spacciare e vivere nel degrado massimo...Il permessivismo generale troppo spinto.. la legittimazione senza limiti..costruitosa in questi decenni... non avrebbero che potuto portare a tutto ciò..

Tuttavia non volendo entrare oltre nello specifico degli avvenimenti inerenti prettamente questioni di tipo amministrativo e giudiziario di competenza dello Stato e della magistratura, di fatto questa forma di malcostume, di sicura competenza politica ed amministrativa, sembra rafforzarsi sempre di più anche per altri comuni fatti riguardanti stupide liti con sparatorie, leggittime difese oltre i limiti, prepotenze e libertà personali, violenze e stupri, spacci e truffe di ogni genere proprio a causa di un permessivismo senza limiti. Una tendenza a pensare di vivere in una società dove tutto sembra concesso additando il vessillo della democrazia come quello dove ognuno può avere il diritto di libertà spaziando senza i limiti degli essenziali doveri connessi ai giusti contrappesi che distinguono una forma corretta di democrazia da un'autarchia indipendente e personale.

E' di certo un problema che riguarda la politica e la sua cultura connessa che dovrebbe impegnarsi in profondità sulla prevenzione .. Le scelte della politica di un paese che si ritiene democratico dovrebbero esser fatte salvaguardando il diritto alla sicurezza, promuovendo un controllo equilibrato del territorio, ma soprattutto infondendo la cultura dove la parola democrazia richiama ai giusti doveri che si contrappongono ai sempre più prevalenti diritti.

21 ott 2018

DIVENTERA' BELLISSIMA..MA QUANDO?




E' passato un anno da quando si è insediata la nuova giunta regionale con a capo l'integerrimo politico con un passato di Destra che sembrava dovesse.. con le sue proposte esposte nella campagna elettorale, far diventare bellissima la nostra isola.

di vincenzo cacopardo

Eppure nulla di tutto questo si scorge all'orizzonte soprattutto per una totale mancanza di idee verso l'innovazione. Si vedono ulteriori arresti per presunti casi di corruzione ed ancora progetti politici che lasciano il tempo che trovano sotto il comodo e retorico ombrello ipocrita  a difesa del territorio.

L'ultimo progetto è un ulteriore movimento denominato 'Siciliani per la Costituente', dove tra l'altro compaiono figure del passato appartenute ad altri Partiti. Un movimento nato ad Enna alla presenza del governatore Nello Musumeci, dove sono state illustrate le linee guida organizzative e si sono annunciate alcune iniziative. Tante belle parole pronunciate anche dal governatore... Ma, al di là di queste manifestazioni, la domanda diretta a Musumeci che potrebbe esprimere la solita retorica.. è quella di passare dalle parole ai fatti..e cioè che avendo vinto le elezioni nella nostra Regione non dovrebbe più stare ospite appresso alle continue formazioni di movimenti, ma costruire con i fatti quel cambiamento opportuno per far divenire bellissima ( anche poco meno) la nostra Sicilia.

Il presidente Musumeci è andato a salutare il nuovo Movimento rivendicando l'importanza di rigenerare lo Statuto siciliano poiché serve più autonomismo per creare la crescita del territorio. Il governatore ha poi spiegato (come fosse una novità) che se tutti i movimenti autonomisti siciliani trovassero le ragioni e la voglia dello stare assieme, si potrebbe riuscire ad ottenere una gran forza ed il potere di dettare contrattazioni con quello nazionale... Roba vecchia della quale il mio Forum ha già scritto da tempo ed assai prima delle ultime elezioni dove l'unione dei vecchi Partiti che portavano Musumeci contraddiceva questo assunto.

Musumeci è ormai stato eletto con le forze politiche di FI- Lega e gli alleati di destra. Rimane l'uomo politico delle vecchie generazioni ed ..al di là di ogni riferimento o recriminazione sull'autonomismo, dovrebbe mettere mano ad una crescita della nostra regione che tutt'ora non si scorge proprio.

19 ott 2018

Confusione, malintesi e manine..


di vincenzo cacopardo

Questa storia potrebbe avere altri risvolti e di sicuro lascia una serie di strascichi ed incertezze non utili ed a beneficio della nazione. Il premier Conte pare essere lo scudo sul quale si infrangono i velenosi strali delle due compagini unite, ma ben diverse.

Nella gran confusione ...tra una manina ed un'altra .. una cosa sembra certa.. e cioè che nessun testo sulla manovra ha varcato la soglia del Quirinale...E questo, al di là di una faccenda che dimostra tutte le difficoltà di procedere insieme in un governo escogitato e messo sù malgrado le grandi differenze, potrebbe smorzare la gravità dei fatti!
Il punto centrale della questione... sollevata in modo alquanto spettacolare... è il decreto sul condono fiscale ed i limiti concessi..che da qualche ora è divenuto il punto centrale di una contesa in seno alle forze di governo.

Il ministro Luigi Di Maio è esploso nello studio di Vespa condannando una manina che avrebbe cambiato il testo ormai stabilito tra i partiti..manipolandolo. La sua è stata una logica e chiara difesa del programma del suo Movimento che non ha mai potuto dare spazio a queste estreme prassi remissive. Tuttavia come si siano davvero svolti i fatti durante la riunione sulla manovra in seno al consiglio dei ministri non è del tutto chiaro: Chi ha abbandonato poichè offeso.. e chi ha posto dei limiti invalicabili...ne sapremo di più col tempo.

Il premier Conte cercherà di mettere pace sulla questione convocando un consiglio dei ministri per sabato..dove pare che la incerta presenza di Salvini sia stata ormai scongiurata. ..ma questa  storia potrebbe avere altri risvolti e di sicuro lascia una serie di strascichi ed incertezze non utili ed a beneficio della nazione. Il premier Conte pare essere lo scudo sul quale si infrangono i velenosi strali delle due compagini unite, ma ben diverse.

Se analizziamo in modo pragmatico ed in prospettiva la formazione e la durata di questo governo.. ci accorgiamo che difficilmente potrà compiere la completa legislatura dei 5 anni. Anzi, se è fin troppo scontato che i due partiti non avrebbero alcuna convenienza a rompere prima delle elezioni Europee, è più facile prevedere che quest'andazzo che genera sempre maggiori differenze sugli ideali ed i principi della politica sociale del paese, non potrà reggere a lungo. ..Si romperà naturalmente.. come quando si cerca di mettere insieme in un piatto due liquidi come l'olio e l'acqua cercando di amalgamarli: Malgrado un contratto del quale forse non se ne poteva fare a meno..certi nodi non possono che venire al pettine, sia per le evidenti differenze, che per l'impegno preso verso i propri elettori.

Adesso non rimane che attendere come questo spettacolare accaduto potrà trovare soluzioni tali da far dimenticare lo stesso insensato evento... Una questione che ha generato ulteriori critiche da parte di chi all'estero ha sempre visto il nostro governo un pò  inventato e sostenuto da “forze populiste” tendenti ad ignorare i mercati. Gli stessi mercati finanziari che attendono inesorabilmente questo tipo di eventi per rafforzare il loro principio basato unicamente sulla forza dei capitali e su uno spread.




16 ott 2018

POLITICA DI PROGRAMMA E MERCATI FINANZIARI


Le domande giuste da porsi oggi sono : In questi anni la logica dell'austerità ha fatto crescere il Paese o no? Il nostro debito pubblico in questi anni di austerità è sceso o no? Le disuguaglianze sono macroscopicamente aumentate o no? Le risposte sono talmente evidenti da non lasciare spazio ad altri commenti!
di vincenzo cacopardo

Se si vuole imporre un modello economico finanziario ritenendo un Paese alla stregua di una “impresa”, si deve avere il coraggio di ammettere che ogni “impresa” piena di debiti non potrà mai riprendersi senza investimenti e senza far uso di nuove risorse e nuove idee. Se il Fondo monetario ...come la Banca d'Italia ..si permettono di alzare la voce sull'impresa Italia dettando regole.. dovrebbero almeno spiegare con quale criterio si può pensare di far crescere un Paese indebitato.. se non favorendo chi lo vive e chi continua a sostenerlo attraverso il lavoro e le risorse.

Ma anche migliorando il rapporto col debito ..possiamo davvero insistere con queste immense disuguaglianze generatisi proprio a causa dell' insensata logica che ha premiato di gran lunga i noti e potenti imperi finanziari?

Il voto nazionale di Marzo ha portato la governabilità secondo le vecchie regole della prima Repubblica.. quando un governo si andava formando in seno al Parlamento. Non c'è da meravigliarsi quindi se si è ricavata una maggioranza tra due partiti che si sono uniti in un programma e che in fase di elezioni si trovavano distanti e distinti. D'altronde quella era la legge elettorale proposta dal PD e votata dal parlamento.. Bisogna farsene una ragione!

In questi mesi, attraverso un contratto, i due Partiti hanno ricercato una sintesi per poter soddisfare in buona parte l'elettorato dal quale hanno tratto il loro consenso. Tuttavia i nodi sono rimasti e permarranno ancora sulla fase di realizzazione della manovra che tutto il Paese aspetta.

Questi i fatti! Ma da qui a condannare sul nascere ogni provvedimento è prematuro oltre che inutile e provocatorio dato che ogni punto della suddetta manovra non potrà che ricercare maggior dialogo interno ed un impegno alle soluzioni non facile proprio per la difficoltà di far combaciare interessi di un elettorato ben diverso.

In molti come me.. rimangono poco convinti sulla questione inerente il reddito di cittadinanza, tuttavia bisognerà aspettare le varie soluzioni sul tema prima di criticare con violenza!..e così anche per gli altri delicati temi toccati dalla manovra...

Ma se un libero cittadino si pone dei dubbi... non possono di certo farlo i mercati finanziari ancor prima della definizione di un Def che potrà, anche in fase di esecuzione, apportare piccole modifiche senza spostare cifre insostenibili. Dobbiamo pensare che questo mercato finanziario che compra il debito dei Paesi.. possa muovere le loro sorti...senza lasciare alla politica il libero compito di dettare le strade più opportune che come ruolo gli appartengono?..Se così è..a che vale andare ai seggi?



11 ott 2018

ANCHE BANKITALIA CONTRO LA MANOVRA




Questa Europa non pare per nulla costruita su una economia e su una comunita' sociale...ma solo e soltanto su un mercato finanziario!... Il mercato finanziario muove le sorti dei paesi comprando debito...senza via di scampo...C'è da domandarsi se questo ipocrita successo potrà mai rappresentare il futuro di una societa' civile che vorrebbe costruirsi sulla politica di un consenso democratico.
di vincenzo cacopardo

Se per la manovra si intravvedono continui cambiamenti ed una buona dose di confusione (dovuta anche alla difficile sintesi tra i Partiti che governano), non mancano di certo le critiche di certi Istituti fondati conflittualmente sulle orme del vecchio sistema.

Dopo gli interventi di Moscovici, Junker, Mario Monti, Cottarelli e del Fondo Monetario Internazionale che hanno sollevato non pochi dubbi sulla manovra finanziaria del nuovo governo..ha chiuso il cerchio Bankitalia. Quella della Banca d'italia, è una storia vecchia! Di fatto ancora oggi vorrebbe rappresentare un istituto di diritto pubblico..ma permane in conflitto.
Le principali funzioni della Banca d’Italia sono dirette ad assicurare la stabilità monetaria e la stabilità finanziaria, requisiti indispensabili per un duraturo sviluppo dell’economia. E' un Ente pubblico che rimane ancora oggi controllato dalle banche private. E' una faccenda sulla quale in tanti hanno sollevato dubbi nel passato ed oggi ancora una volta lo ha fatto il pentastellato Di Battista..

La Banca d’Italia è responsabile del contenimento del rischio, della stabilità e della sana e prudente gestione degli intermediari....laddove per la trasparenza e la correttezza dei comportamenti rimane competente la Consob.

Come Autorità di Vigilanza, l’Istituto persegue la sana e prudente gestione degli intermediari, la stabilità complessiva e l’efficienza del sistema finanziario, nonché l’osservanza delle disposizioni che disciplinano la materia da parte dei soggetti vigilati. In questi ultimi decenni una serie di decreti hanno finito col conferire alla Banca d’Italia poteri di vigilanza nei confronti delle banche e dei gruppi bancari oltre che delle società finanziarie, degli istituti di moneta elettronica e di quelli di pagamento. L’esercizio di questi poteri è finalizzato a perseguire obiettivi distinti, tuttavia collegati tra loro. Come dare torto al fatto indiscusso che questo Istituto non potrà mai svolgere equamente una vera funzione pubblica e che gli interessi privati delle banche che lo controllano prevarranno sempre su ogni iniziativa a sfondo sociale?
Ancora oggi perseverano grossi dubbi sul fatto che i controllati rimangano controllori..e perciò, sotto l'ombrello di un Istituto (per immagine pubblico), sono anche in grado di sollevare questioni di peso su manovre che spetterebbero prevalentemente alla politica di governo votata dal cittadino.

Se Istituti come la Banca d'Italia, il Fondo Monetario o la Banca Centrale Europea possono essere in grado di determinare le sorti di una società imponendo le loro regole, viene spontaneo domandarsi qual'è la ragione dell'esistenza stessa della politica..di correre verso i seggi per un consenso..di scommettere su una democrazia..Quali potrebbero essere le sorti di una società comune basata essenzialmente sui numeri di un mercato finanziario che blocca ogni sano sviluppo costruito sulle idee e su una sana economia reale?

5 ott 2018

REDDITO DI CITTADINANZA: il rischio boomerang


Le ultime voci parlano di una possibile rinuncia ai tagli delle pensioni d'oro e un rilancio del reddito di cittadinanza. Possiamo credere nell'impegno di Di Maio sulla manovra..ma i dubbi e le perplessità.. restano..
di vincenzo cacopardo
Al di là dei numeri della manovra.. sui quali vi è tantissima confusione..ed anche una sorta di complicato garbuglio con qualche piccola controversia interna dei partiti di governo ...quello che non riesce a convincere ed è ancora motivo di discussione.. è il reddito di cittadinanza. La sua impostazione adesso sembra farsi più complessa arrivando persino a circoscrivere i punti di spesa sui quali si deve far fronte per ottenere il reddito: Un'operazione che mano a mano pare diventare più complessa e farraginosa oltre che difficile e lunga nell'opera di riorganizzazione dei centri per l'impiego: Di volta in volta si continuano a stabilire forme di controllo che portano ulteriori costi inaspettati.. oltre che un immenso lavoro certosino da parte dell'amministrazione pubblica.
Non v'è dubbio che su questa operazione di riuscita del reddito di cittadinanza Di Maio vi abbia posto il futuro della sua carriera politica. Al di là di ogni malevola insinuazione, sono certo che lo abbia fatto mettendo in primo piano la dignità dei tanti che, soprattutto al Sud, vivono in stato di povertà assoluta..Tuttavia se questo gli rende onore..sembra abbia voluto affrontare il tema con troppa passione e meno pragmatismo: Sarebbe stato indispensabile doverlo affrontare con maggiore conoscenza riguardo il tessuto sociale del paese e l'aspetto tecnico di una manovra che pone decisamente una moltitudine di problematiche.. sia sul piano preventivo che su quello operativo.
Credo che se si intende portare avanti una manovra di cambiamento in deficit con l'intenzione di sforare... sia opportuno adottare misure più immediate, consone e meno farraginose.. e la misura sul reddito voluta fortemente dal Movimento, pone enormi ed indubbie difficoltà. Vi sono motivi sociali importanti e persino indiscutibili per dare forza a questo provvedimento. Motivi di evidente povertà... soprattutto al Sud per i quali non si riesce a dare serenità a quella fascia di giovani e meno giovani non in grado di potersi occupare e sostenere attraverso un lavoro. Se il Movimento 5 Stelle si è mosso per mettere in sicurezza i tanti privi di lavoro che non possono sostenersi..lo ha fatto non soltanto per un sostentamento, ma per dare loro l'occasione di formarsi e creare l'opportunità di inserirsi in un altro lavoro. Ciononostante i dubbi restano! Il reddito di cittadinanza dovrebbe basarsi sulla riimmissione dei giovani nel mondo del lavoro. Ma dov'è sono le opportunità di lavoro..quando è più facile percepire che questo.. senza investimenti più sensati ed appropriati.. stenterà a giungere? .Il rischio di non ottenere un risultato felice sul reddito di cittadinanza..dunque.. rimane.. e resta ancora più fondato al Sud!
Se il superamento della Fornero (con la quota 100).. entra nell'immediato in una logica di fornire maggiore possibilità di lavoro ai giovani avviando alla pensione gli anziani, il reddito di cittadinanza... se non accompagnato da un flusso di investimenti per generare il lavoro.. rischia di ritornare come un boomerang addosso allo stesso Movimento che si è sempre battuto in suo favore.
Un rischio fortissimo per il Movimento, per la stessa manovra... e per chi vi ha creduto.