8 dic 2012

il generale Grillo e le sue truppe..



Grillo ha stabilito le sue regole per le elezioni al Parlamento e nessuno può opporsi al suo sistema ed a quello del suo fedele Casaleggio….anzi chi si permette di criticarle..potrebbe essere espulso… Le votazioni per le primarie effettuate on-line, a suo modo, soddisfano i  principi del Movimento da lui stesso creato.
Al di là delle regole, sul compenso e sulla comunicazione dei rispettivi candidati, da lui decise per dimostrare la coerenza con tutto ciò che ha finora predicato, regole che sensibilizzano in modo particolare le piazze, quello che non si riesce a percepire è l’assoluto metodo di scelta delle figure che hanno partecipato a queste primarie votate senza una vera conoscenza sulle capacità di metodo, di pensiero e di idee, indispensabili per affrontare un programma politico.
In moltissimi all’interno del Movimento hanno criticato l’impossibilità di farsi conoscere attraverso dibattiti ed assemblee per poter esporre meglio il loro pensiero. In tantissimi lasceranno il Movimento in quanto delusi ed abbandonati nel silenzio assordante di un computer collegato ad un sito, attraverso il quale, hanno sottoposto idee senza alcun riscontro. L’unica illogica risposta sembrava essere “crea una lista”.
Ma come si pretende di creare una lista on-line? Come si crea una lista di individui senza poterli conoscere fisicamente e valutarli anche culturalmente? Grillo urla al grande successo di primarie senza costi…come se bastasse abbattere questi costi per risolvere i problemi mandando avanti candidati dei quali assai poco si conosce..e poi…chi potrebbe essere certo della limpidezza di una votazione on –line eseguita nel silenzio?  
Se a questo aggiungiamo il fatto che lo stesso Grillo, come da lui comunicato, resterà fuori operando una scelta di controllo, sembra ancora più evidente che il suo... non può che essere il comodo disegno di chi si vuole del tutto deresponsabilizzare…ma cosa significa: io vi controllo, ma non sarò presente?... Un metodo simile a quella di un generale che manda avanti le sue truppe (senza alcuna strategia e con i fucili scarichi) restando nascosto in attesa di un risultato: Se la battaglia si perde, il generale può lasciare il campo, dando la colpa ai soldati incapaci.
Cosa succederà adesso?…E’ probabile che il Movimento 5stelle sarà destinato a perdere pezzi al suo interno per via della enorme delusione causata da questa procedura..poichè i tantissimi che vi avevano creduto, da questa esperienza, avranno tratto un quadro negativo ponendo, questo movimento, come una sorta di “formazione oligarchica” in mano al suo creatore, il quale si presenta non disponibile allo scambio.
Molti, nel Paese, avevano sicuramente creduto in questo movimento,.. ma  siamo davvero certi che le ultime procedure non arrestateranno i caldi entusiasmi? Siamo certi che… nei pochi mesi prima delle politiche.. il Grillo  non sarà pesantemente penalizzato perdendo una considerevole percentuale di consensi? 
vincenzo Cacopardo

6 dic 2012

Berlusconi e i suoi progetti





Si era parlato di un nuovo progetto di Berlusconi in alleanza con il Carroccio di Maroni al nord e nel mezzogiorno con una lega sud che sarebbe venuta fuori dal lavoro di Miccichè con Francesco Storace.
Una maniera di entusiasmare la popolazione, ormai quasi del tutto sottomessa ad un governo voluto dalle economie europee, per ridestare un certo populismo. Si sarebbe voluto, in tal modo, riedificare una sorta di alleanza come quella costruita nel 93 che aveva visto la sua vittoria nelle elezioni del 94: Una voglia di riscatto nazionale ricercata da un manager che ha governato il nostro Paese per anni.. 
Ma dopo le elezioni regionali in Sicilia che hanno visto accordi poco chiari…sembra che il Cavaliere abbia abbandonato tale ipotesi non trascurando, però, di potersi rilanciare per la prossima sfida delle politiche rincorrendo un nuovo dialogo con la Lega.  
Il problema sta nel fatto che, in politica, ogni momento storico è sempre diverso e difficilmente simile ad un altro. La situazione politica odierna si contraddistingue nettamente da quella del 93 dove si stava consumando “mani pulite” e dove la stessa magistratura, in considerazione di un vuoto politico, tendeva quasi a riempire spazi che non le competevano: Stava chiudendosi la lunga fase di una prima repubblica ed ovviamente si ricercava una politica nuova alla quale potersi appoggiare, nel caso specifico, la presenza di un manager, riusciva a fare molta presa sulla popolazione.
Oggi la situazione è assai diversa ed a prescindere dal personaggio Berlusconi, ormai scoperto nelle sue debolezze che non possono più consentirgli di avere la stessa presa del passato, abbiamo sicuramente un quadro politico differente:

Se nel 93 si cercava di imbastire una politica diversa rispetto a quella edificata sul vecchio sistema della prima repubblica, oggi è sicuro che, un vero cambiamento, non può avvenire se non rompendo gli schemi del vecchio sistema.
Il Cavaliere sembra voglioso di riproporsi…dopo un ventennio in cui il pensiero dei cittadini è profondamente cambiato e lo spirito del Paese appare diverso, l’immagine di tutta una classe politica è ormai compromessa poiché fallita e frustrata, ed anche Berlusconi, volendo di nuovo ripresentarsi come colui che promette di poter risolvere gli attuali problemi, non credo riesca più ad incantare e.. nemmeno potrà sperare di riuscire ad ammaliare il cittadino dichiarando che è il popolo stesso a desiderarlo.
Si possono riconoscere a Berlusconi meriti o difetti, ma sarà difficile non ritenere il suo tempo ormai passato.
vincenzo Cacopardo

la posta di Paolo Speciale

 LE TENTAZIONI NEGATE

La recente cronaca politico-giudiziaria ci partecipa il non  esclusivo appannaggio del Cavaliere e dei suoi adepti  nel  promuovere, presso la pubblica opinione, una  sempre più crescente accezione del nostro Ordinamento  filosoficamente fondata sulla “bolla malarica della politicizzazione” di cui esso sarebbe affetto,  con particolare riferimento a quegli Organi costituzionalmente preposti al di sopra delle parti e che quindi  sarebbero inopportunamente non scevri  dalla concorrenza nella determinazione ed attuazione dell’indirizzo politico contingente.  Si constata così  con sconcerto ed incredulità la sopraggiunta perfetta coincidenza  di opinione sulla qualità e sul merito dell’operato  della Consulta – anche se su temi diversi – da parte di due personaggi pubblici – Berlusconi ed Ingroia -  completamente diversi nel ruolo occupato nella collettività, nella forma mentis, nella formazione culturale e, perché no, politica. E allora? Cosa significa tutto ciò? Due le possibilità: o entrambi hanno ragione, oppure ci troviamo davanti ad un discutibile metodo per sostenere e manifestare –legittimamente – il proprio punto di vista. Ecco perchè una delle grandi sfide che dovrà sostenere  il legislatore dell’immediato futuro sarà quella di conciliare il sacrosanto diritto di critica con il rispetto dell’autorevolezza dello Stato inteso -  forse utilmente nella fattispecie - in senso etico/hegeliano, nell’intento di superare  una volta per tutte l’impasse costituita dalla fuorviante tentazione ossessivo/individualistica  di considerare impuro tutto ciò che non sia intrinsecamente conforme al patrimonio personale di idee che costituisce il substrato ideologico di ogni dissidente. La necessaria stabilità di ogni Ordinamento ne trarrà durature garanzie e benefici, che contribuiranno  anche a rafforzare una ritrovata alta qualità del libero confronto democratico.
Paolo Speciale

5 dic 2012

La costituzione… il ruolo dei poteri e la ricerca del cambiamento





L’attuale avvenimento che coinvolge il nostro Presidente della Repubblica, induce a riflettere su un’ennesima anomalia dei poteri dello Stato, il cui compito è reso poco chiaro e trasparente da una Carta Costituzionale che non ne indica in profondità i limiti, richiamando, nella fattispecie, l’articolo 90 del titolo II: Il Presidente della Repubblica non è responsabile degli atti compiuti nell'esercizio delle sue funzioni, tranne che per alto tradimento o per attentato alla Costituzione”.
Una domanda sorge dunque spontanea: -fino a che punto potrebbe  considerarsi un possibile tradimento di un capo dello Stato, se non si è in grado di indagare?
Naturalmente, la domanda non è rivolta all’attuale Presidente, ma, in termini generici, vuole portarci a meditare in profondità sull’importanza che può avere un rinnovamento di una Carta costituzionale, la quale sembra volutamente scritta al fine di poter dare continua possibilità di rivedere in chiave moderna i suoi articoli.
Qualcuno grida che la democrazia sta morendo..ma sicuramente non sarà possibile salvarla se non si rinnova efficacemente la nostra Carta…Una Costituzione che in sé avrebbe il compito di guidare e fornire una traccia al complesso di norme per meglio definire la struttura dello Stato ma, che non sembra avere oggi un giusto funzionamento che la porti al raggiungimento del suo desiderato fine. In se, essa potrebbe apparire perfetta nella rappresentazione dei valori per la determinazione di una democrazia, ma se non rinnovata, essa può solo idealizzarne il raggiungimento.
Questo argomento induce ad un ragionamento inerente diretto al giusto posizionamento dell’ordine giudiziario in riferimento ai poteri dello Stato, cioè: se sia giusto dividere la carriera del giudicante da quella del requirente poiché ambedue, consociate in un unico corpo lavorativo, danno oggi una chiave di lettura poco trasparente rendendo un’ombra di conflittualità al delicato lavoro.
Ma il quesito appare assai più complesso e porta  in modo naturale ad una domanda in riferimento all’importanza che potrebbe anche avere il posizionamento di un potere esecutivo perennemente implicato e compromesso con quello parlamentare.
Al di là del fatto che si tratta di due specifici poteri, diversi dall’ordine autonomo giudiziario, si potrebbe tuttavia azzardare che un conflitto d’interessi permane costantemente allorquando, gli stessi, eletti in Parlamento, assurgono alla carica di ministri o sottosegretari per assumere di fatto un ruolo esecutivo che influenza in modo definitivo il lavoro dello stesso gruppo parlamentare di loro riferimento. Non v’è dubbio che, anche qui, una certa corporazione trova forza e si alimenta giacché gli interessi sono estremamente forti ed i ruoli politici vengono espressi nella comune casa di un Partito.
Nella fattispecie il politico, in ruolo esecutivo, potrebbe esercitare un particolare potere agendo in modo dubbio sull’obiettivo pensiero del singolo parlamentare, nella identica maniera con cui, il magistrato requirente, potrebbe influenzare il pensiero del giudicante (poichè riconosciuti in uno stesso schieramento)…. E se è vero che un giudice ha un potere decisionale sul singolo imputato,… è anche vero che il politico costruisce quelle normative utili per le decisioni che lo stesso giudice deve prendere…  
Si potrebbe dunque azzardare che tale motivo è di per sè sufficiente ad individuare una ulteriore anomalia anche rispetto ad una Costituzione che, da un lato vorrebbe identificare due poteri con ruoli ben diversi (esecutivo e parlamentare) e dall’altro, non pone sufficienti e chiare limitazioni a questa separazione di compiti, destinando, in modo troppo sintetico e generico, la guida e l’indirizzo della politica dello Stato all’esecutivo.
Con l’andare del tempo e con la crisi dei valori si è accentuato questo conflitto d’interessi che oggi ha portato la politica in uno stato di compromesso tale da non renderla meccanicamente funzionale allo scopo:-Come potrebbe oggi il politico stupirsi, anche se motivatamente, nei confronti della anomalia resa dai  ruoli dell’ordinamento giudiziario, quando nel contempo, si espone ad una altrettanto illogico conflitto, ponendo la stessa magistratura nel dubbio e nel sospetto dell’insorgenza di possibili compromessi in seno alle istituzioni?
Una logica motivazione che la magistratura potrebbe replicare alla classe politica che contesta in modo significativo i conflitti e gli interessi che potrebbero sorgere in seno ad un ordine giudiziario “politicizzato” dal CSM.
La politica deve quindi attivarsi in un’opera di riforma seria che parta da un rinnovamento della nostra Carta per arrivare ad un cambiamento che possa dare più funzionalità a tutta l’attività della politica e maggiore forza ai Governi, oggi sempre più ricavati per opportunità e non ricercati col giusto metodo.
vincenzo Cacopardo

2 dic 2012

Innovazione ed esperienza...le utili risorse



il pericolo di una  estrema radicalizzazione

Renzi rappresenta il nuovo che avanza…. Bersani la difesa e la sicurezza da parte di chi ha paura del nuovo… ma la lettura delle posizioni dei due candidati è anche basata sull’età: il giovane e l’anziano, … una battaglia che nel prossimo futuro, vedrà il contrapporsi di due modi diversi di vivere. La competizione odierna, estremamente sentita nel nostro Paese, porta automaticamente ad un’analisi sul tema giovani-anziani.
La diversità sembra ancora più sentita, essendo stata accentuata negli ultimi anni da una politica in mano ad una vecchia classe rimasta incollata sulle poltrone più alte delle istituzioni e dei Partiti, i quali, non rendendo giusta soddisfazione al mondo giovanile, hanno trascurato il bisogno di cambiamento mentale in direzione del loro futuro. Al di là della cattiva gestione peggiorata dagli  illeciti e le ruberie, una precisa battaglia sembra essere in atto nei confronti di una classe politica vecchia che non ha di certo dato forza ad un processo di innovazione e che ha continuato a convivere con una logica conservatrice non conforme alle idee che ogni giovane vorrebbe ascoltare.
Il problema in generale, non dovrebbe essere quello di non volere ascoltare l’anziano o di vederlo come un nemico (che di per se è sicuramente portatore di esperienza) ma di non immaginarlo prevalentemente aggrappato ad un modello di vita che non vuole rendere alcun vantaggio al futuro dei giovani: Il giovane deve fornire l’indirizzo, l’anziano deve guidare la strada con l’esperienza….ma ambedue sono potenzialmente in grado di portare idee. All’anziano si richiede, dunque, una visione più aperta in direzione dell’innovazione, al giovane una maggiore attenzione verso l’esperienza,.. ad ambedue un più intenso dialogo senza pregiudizi.  
Se un domani dovesse intensificarsi e radicalizzarsi in modo estremo la competizione giovani-anziani, questa potrebbe sconvolgere le principali regole di una democrazia..Io penso che bisognerebbe trarre dagli uni e dagli altri il meglio poiché ambedue potrebbero rappresentare un’utile risorsa per una sana società.
vincenzo Cacopardo