16 feb 2016

Nuova comunicazione da Alfio di Costa

"SI PERDONO PEZZI IMPORTANTI DI UN IMMENSO PATRIMONIO STORICO" 

Un altro pessimo esempio dell'inerzia di una politica regionale che non pare occuparsi accuratamente dell'inestimabile patrimonio archeologico storico e artistico della nostra isola. Oggi il Castello Svevo di Augusta viene sequestrato dai carabinieri del Nucleo Tutela del patrimonio culturale di Siracusa per l'indolenza di una politica che non si prende cura ed attenzione dei veri valori della nostra terra. Si apre un'inchiesta che sembra coinvolgere anche il nostro governatore.
Pare, infatti, che i competenti specialisti della Sovrintendenza avrebbero più volte evidenziato alla Regione siciliana le lesioni esterne dell’immobile dovute all’omissione dei lavori necessari per evitarne il deterioramento. Più che di una inerzia..sembrerebbe essersi trattato di una vera abulia da parte di chi non vi ha provveduto.. una inoperosa opera di menefreghismo durata nel tempo.

Queste le dure parole di chi già da tempo si muove per una politica in favore dei beni e dei valori di questa nostra regione attraverso il suo Movimento regionale Insieme si può: Così pare distruggersi e deteriorarsi gran parte del nostro patrimonio artistico sul quale,al contrario , dovrebbe  basarsi lo sviluppo e la crescita della nostra bella isola. Perchè dunque continuare ad affidare a questa politica che non percepisce il valore di tali beni fondati sulla storia e la cultura.. la custodia e le sorti di inestimabili risorse del nostro patrimonio atte a sviluppare una buona ed utile crescita?”


vincenzo cacopardo

15 feb 2016

Una opinione sull'articolo di| Giuseppe Turani del 13/02/201




inesorabile” è di certo un termine appropriato, ma non il solo giacchè è molto tempo che ci siamo accorti che il metodo Renzi è solo un gran pasticcio intriso di falsa comunicazione ed oboli distribuiti per affermare il suo consenso. Abbiamo abbondantemente scritto sul sindaco d'Italia ..Premier di un Paese che ama le figure determinate..ambiziose ed ipocrite, tuttavia quello che scrive Turani non sembra essere del tutto completo..nel senso che finisce col dimostrarsi fin troppo leggero verso la figura di un capo del Governo assai sicura di sé. 

E' fin troppo chiaro il punto relativo alla modesta crescita..come rimane definito il contorno di quello relativo alla scoperta delle vecchie conserterie... e persino il punto sulla forza pari a quella di un leone da dover mettere per affrontare le questioni bollenti oggi sul tavolo..Temi che attanagliano il nostro Paese, ma rimane di tutta evidenza il fatto che si è voluto affrontare ogni problema con la sfacciata supponenza e la mancanza di un giusto atteggiamento. 

Il giornalista Turani, con tutto il rispetto per il suo ottimo articolo, dimentica di sottolineare con giusta intensità l'importanza di chi da tempo, dopo essersi sbarazzato in modo poco gentile del suo predecessore.. compagno di Partito, avrebbe potuto e dovuto affrontare il delicato momento storico con minor fretta e superficialità.. e comunque con un atteggiamento politico di maggior modestia di fronte alle immense difficoltà in essere. Basterebbe questa mancanza di umiltà per bocciare chi si è permesso di affrontare i temi politici più scottanti riguardanti lavoro e riforme costituzionali col consueto atteggiamento spavaldo come un qualunque giocatore d'azzardo, iniziando una quasi personale partita a danno dei tanti piccoli risparmiatori..dei pensionati e di un Mezzogiorno fin troppo dimenticato. Renzi ha sottovaluto totalmente l'importanza delle idee ..Idee che spesso non ha chi è fin troppo determinato e pragmatico come lui.. .(se possono esservi tenti gufi in giro..non è detto che non potrebbero esservi altrettanti presuntuosi e supponenti)
vincenzo cacopardo



Inesorabilmente fermi


A leggere qui e là, specialmente sui social network, c’è solo abbondanza di ricette e di cose da fare che non sono state fatte: taglio spesa pubblica, liberalizzazioni, chiusura società inutili, ecc.
Nessuno di questi suggerimenti è sbagliato, tutti sono giusti, meno il taglio della spesa pubblica: un colpo di mannaia sulle spese dello Stato nel 2015 avrebbe mandato il paese in recessione, come è stato più volte spiegato qui. E oggi non saremmo qui a conteggiare, e a lamentarci, per via della crescita dello 0,6 per cento, ma saremmo attoniti davanti a un meno 0,4 per cento.
Tutti i suggerimenti proposti, però, sorvolano un punto chiave: chi, quale parlamento, avrebbe dovuto approvare quelle riforme? Il nostro? Ma qualcuno si rende conto della sua pochezza e della sua elusività? Giornate e giornate a discutere di cose quasi ridicole, mozioni di sfiducia altrettanto ridicole, sceneggiate varie. Questo parlamento è abilitato solo a fare cose piccole e confuse.
Ma, tornando alla questione iniziale, Renzi va bocciato? Se si guardano i freddi numeri, sì. Aveva promesso di smuovere il paese, ma il paese è rimasto fermo.
In realtà, le cose sono più complesse. Sia pure con qualche errore e qualche scivolata, Renzi ha cercato di rimettere in moto le cose (ferme da oltre vent’anni), ma l’impresa si è rivelata titanica. Molti, e giustamente, parlano di liberalizzazioni forti per dare spinta all’economia. Ma, nella realtà dei fatti, questo è un paese nel quale persino due lobby insignificanti (taxisti e farmacisti) riescono a bloccare qualsiasi novità. E si potrebbe continuare con altri esempi.
Si sta scoprendo, cioè, che il peso delle vecchie consorterie è molto più forte di quello che si credeva. Inoltre, ci sono dei blocchi istituzionali. In un mondo corretto e decente, ad esempio, la regione Sicilia sarebbe già stata dichiarata fallita e al posto del suo inutile governatore (e dell’ancora più inutile assemblea regionale) oggi a Palermo siederebbe un commissario governativo dotato di pieni poteri. E non sarebbe l’unico caso. Però nessuno può farci niente. Crocetta spende e spande, e alla fine saranno le casse pubbliche (cioè noi) a dover intervenire.
Sul fronte più strettamente produttivo non si fanno passi avanti. Un po’ perché dopo sette anni di crisi molto pesante è difficile trovare imprenditori che abbiano voglia di investire e di darsi da fare. In più, abbiamo un sindacato (Cgil soprattutto) praticamente morente, se non già morto, che non ha alcuna idea moderna e che continua solo a chiedere nuove tasse per distribuire più benessere ai suoi associati (e per fare, sa il cielo, quali investimenti). Senza sapere, naturalmente, che questo paese sta morendo di tasse.
E qui arriviamo al punto. Di solito si dice che, con questa situazione politica (maggioranza incerta) Renzi può fare poco. Tutto sarebbe rimandato a dopo le elezioni politiche generali quando, con in mano una maggioranza forte, sarà in grado di fare operazioni spinte. E’ possibile che il suo disegno sia esattamente questo. Ma potrebbe essere anche troppo tardi.
Si può fare qualcosa subito? Si può, ma serve un coraggio da leoni. La strada è molto semplice. Invece di stare a discutere di inezie con l’Unione europea, si presenti un piano robusto di taglio delle tasse (proprio le aliquote) contestualmente a un piano di tagli di spesa da fare nei prossimi tre anni. In sostanza, 5 per cento in meno di pressione fiscale (non 0,01 per cento), all’inizio finanziato in deficit, ma subito coperto con tagli della spesa pubblica. Questa sarebbe la scossa che questo paese va cercando dal 1990. Invece si è andati avanti alzando ogni anno un po’ la pressione fiscale. Sarò molto sintetico: la svolta buona è la riduzione delle tasse. Allora gli 80 euro e i 500 ai giovani non servono più.
Come già suggerito in passato, tutto questo potrebbe essere accompagnato da un dettagliato crono-programma per ridurre il peso dello Stato del 50 per cento nei prossimi dieci anni: l’Italia che si può muovere è quella, non questa di oggi.
A Bruxelles si metterebbero a strillare con quanta forza hanno in gola, ma mica possono mandare qui i marines.
Ricetta troppo drastica, troppo pericolosa? Può essere. L’alternativa è continuare a strisciare sul fondo fino al 2017 o fino al 2018, quando si dovranno fare, comunque, queste stesse cose.
Giuseppe Turani 










Il tifo, indicatore esistenziale del sistema..

di vincenzo cacopardo

Quello che da più parti viene definito un indicatore esistenziale di grande importanza non è direttamente correlato con la pratica sportiva e con l’amore per lo sport, ma piuttosto appare come una complessa interazione fra la psicologia del singolo ed alcuni aspetti della società.

Per tifo si indica un comportamento sproporzionato, diverso dal semplice parteggiare per una squadra. La parola deriva dal greco e d etimologicamente sta ad indicare la “febbre”, un sostegno fervido e gioioso per una squadra o un personaggio. Tuttavia, nell'odierna visione sociale si mette in evidenza sempre più prorompente un tifo extrasportivo, una vera e propria adorazione per una squadra o una figura sportiva, che eccede oltre i limiti. Insomma..il tifo sportivo è legato all’agonismo dello sport e perciò soggetto anche ad una particolare interpretazione dove si possono riscontrare circostanze negative.. Sono condizioni che purtroppo oggi non si manifestano col dovuto rispetto e che possono persino procurare dolore e morte.

E' inadatto chiamarla passione, fede o amore..quando un tifoso, seduto sugli spalti dello stadio della sua squadra del cuore..può perdere il lume della ragione..e se anche fossero le emozioni quelle che contano e che restano...bisogna soprattutto apprezzare la disciplina sportiva mettendo l'equilibrio e la misura davanti a queste. Ma la verità è che la disciplina calcistica da quando vi è entrata una gran mole di denaro e di interessi personali.. spinta da una mentalità odierna famelica di mitizzazioni, ha assunto connotati diversi che si sono riflessi su una gran parte della società che osserva tale sport da una prospettiva diversa: L'osserva in un contesto reso ormai cieco da ogni vero amore verso la sport e solo piena di odio verso il nemico da abbattere. ..esattamente come lo fu nelle arene del passato dove i gladiatori combattevano ed una certa esaltazione pretendeva il sangue. Certo il paragone nei fatti è lontano dalla violenza che portava morte e dolore, ma nella mentalità pare restare identica: Una passione che da sana..giorno per giorno ..assume le caratteristiche di cieco fanatismo.

Non v'è dubbio che anche qui si pongono le basi per ulteriori considerazioni che assumono una veste sociale e quindi anche politica..poichè questa tifoseria è molto utile ad una sistema che vede in ciò, non soltanto un motivo di distrazione sui temi più importanti della società, ma che ingloba tali motivi di esaltazione a beneficio di quella identica politica di contrapposizione tanto apprezzata da personaggi che oggi siedono nelle istituzioni: un fenomeno ormai talmente diffuso in tutto il mondo..da apparire persino insussistente, ma che in realtà pone problemi logistici.

Il tifoso che eccede nel fanatismo, al contrario di chi apprezza lo sport con equilibrio ed una visione oggettiva, si manifesta quasi sempre come il dominato da un sistema di potere (l'importanza di vincere a tutti i costi)..Ma questa esaltazione spinta dal mito accecante, non potrà mai premiare il percorso di una società che dovrebbe insegnare e diffondere la misura per ogni disciplina. Questa analisi critica non può che essere diretta verso coloro che perdono il lume della ragione e che ritengono che possa essere giusto farlo... e non certamente coloro che si approcciano con rispetto alla visione di una sfida sul piano agonistico.

Si sa bene che per questo argomento non si potrà che essere criticati.. poiché si va a toccare quel tasto delicato delle emozioni... dove persino una certa ipocrisia è presente.. aprendo anche contorni teologici: Se pensiamo che tanti di costoro si professano ferventi cristiani andando in Chiesa con altrettanto trasporto battendosi il petto, ci possiamo accorgere di quanta contraddizione vi è quando.. da un lato pongono la mitizzazione per la loro squadra in modo ostentato e idolatra persino violento.. mentre dall'altro pregano per un Cristo che ha combattuto contro ogni forma sistemica di mito, di esaltazione e di prepotenza.





12 feb 2016

La “stepchild adoption”..tra etica e morale.


di vincenzo cacopardo

Se un problema esiste nel portare avanti la legge Cirinnà sulle unioni civili è sicuramente di tipo etico più che politico! 

Qualcosa farebbe quasi intendere che Renzi la voglia per volontà di un'Europa a trazione spinta ed avanzata verso il sociale. Ma il tema mette di certo in confusione un sistema che nel nostro Paese, anche per via dei caratteri di una religione cattolica, persiste da secoli: La famiglia è sempre stata intesa come la base forte del sistema ed il matrimonio inteso esclusivamente etero (uomo-donna).

Trattandosi di rapporti con la società esiste tuttavia una relazione evidente con la nostra Costituzione che al titolo 2° (rapporti etico-sociali) specifica: “La Repubblica riconosce i diritti della famiglia come società naturale fondata sul matrimonio. Il matrimonio è ordinato sull’eguaglianza morale e giuridica dei coniugi, con i limiti stabiliti dalla legge a garanzia dell’unità familiare. 9 ART. 30. È dovere e diritto dei genitori mantenere, istruire ed educare i figli, anche se nati fuori del matrimonio. Nei casi di incapacità dei genitori, la legge provvede a che siano assolti i loro compiti. La legge assicura ai figli nati fuori del matrimonio ogni tutela giuridica e sociale compatibile con i diritti dei membri della famiglia legittima. La legge detta le norme e i limiti per la ricerca della paternità.”

Quindi... per quanto attiene....la legge assicura qualunque figlio..anche quelli nati fuori del matrimonio..dettando persino i limiti e la ricerca della sua paternità. A questo punto bisognerebbe capire bene quali confini potrebbero avere tali limiti e se non sia il caso di mettere in evidenza un contesto sociale e familiare odierno ben diverso da quello esistente negli anni della promulgazione della nostra Costituzione.

Questo per quanto attiene la legge di un Paese che sembra essere cresciuto notevolmente dal dopoguerra, ma rimane sempre il problema dell'etica. Un’etica che si evidenzia in un insieme di princìpi fondamentali sui quali vengono costruite di conseguenza le stesse leggi. ..e le Leggi, di seguito, sono la versione resa formale di alcuni di questi princìpi: Potremmo definire l'etica come una sorta di “regolatore” sociale che serve a rendere possibile la convivenza. Ma cos'è invece la morale? Per morale dovrebbe intendersi un comportamento messo in atto dalle diverse comunità religiose per compiacere il proprio Dio: Ogni sistema.. per imporre un'etica sociale.. si esprime attraverso un consenso democratico.. o con la forza, ed a volte persino con l'intento di infondere paura... Ma è certo che qualunque etica per potersi sostenere deve essere condivisa e quindi rimane necessario il rapporto con la società nella quale si intende affermare. Una morale viene perciò infusa per rendere la società più sicura e resistente. 

Quando vi sono nuove decisioni da prendere di solito occorre affidarsi a quelle già esistenti ed in questo cammino spesso ci si confonde e si rischia di complicare le cose..soprattutto quelle più delicate. La formazione dell’etica non può che interpretarsi come un “percorso sociale”, mentre la morale resterà sempre relativa.. poiché legata ad un credo.. ed era perciò logico che sarebbe divenuto difficile entrare nel dialogo delle unioni civili affrontando il delicatissimo tema delle adozioni comprese quelle del figliastro (la cosiddetta “stepchild adoption”): Tra surroghe ed uteri di altre donne.. si è finito col sottovalutare il vero problema che è e resterà sempre quello di non riuscire ad avere alcuna certezza sui risultati di queste adozioni riguardo al futuro di questi nascituri.



11 feb 2016

A proposito delle libertà politiche..

di vincenzo cacopardo

Su "Italia oggi" l'Esposto-denuncia di Domenico
 Cacopardo

Un esposto contro il Movimento 5Stelle..reo di aver fatto scrivere «nero su bianco» (in un documento fatto firmare agli aspiranti candidati del Movimento) l’impegno a versare 150.000 a titolo di multa da parte di chi dissente. Domenico Cacopardo fa riferimento all'articolo 67 della Costituzione che così espone «Ogni membro del Parlamento rappresenta la Nazione ed esercita le sue funzioni senza vincolo di mandato.» Una norma che, come lo stesso asserisce, per comune accettazione anche giurisprudenziale e, in molti casi, per recepimento esplicito negli statuti di regioni e comuni, si applica a tutti coloro che esercitano mandato popolare in assemblee elettive.
A tal proposito il consigliere Cacopardo cita l’art. 610 del codice penale relativo alla violenza privata e l’art. 629 dello stesso codice che definisce il reato di estorsione.

Al di là del fatto che il cugino Domenico ha tutto il diritto di promuovere esposti di tal genere, e lontani dal voler tutelare certe indifendibili procedure dettate dal leader del Movimento Casaleggio, mi sembra davvero fin troppo pretestuoso sporgere tali denunce da parte di chi non esercita alcun ruolo politico nello stesso Parlamento. Non me ne vorrà il cugino se appare ancora più incomprensibile il meravigliarsi di tali interventi promossi in seno ad una organizzazione politica per salvaguardare la linea politica di un intero Movimento, quando nel Parlamento attuale accade di tutto e di più.. in un gioco di scambi di poltrone e posti di potere che potrebbe persino non escludere prebende sottobanco: Un Parlamento definito persino non costituzionale.. circondato da istituzioni cariche di continue anomalie e dove perseverano sconfinati conflitti governativi.

Se a questo aggiungiamo il richiamo alla Carta Costituzionale ormai trattata dallo stesso Premier e dalla sua complice ministra, come fosse Carta straccia..attraverso riforme imposte e non dettate attraverso una legittima Costituente, il doppio ruolo ambiguo di un Premier mai votato dal popolo, l'ormai perduto raccordo tra Parlamento e Governo.. e la mancanza di una vera figura di garanzia a difesa dei valori primari di una Costituzione, l'esposto di Domenico potrebbe apparire futile ed inconsistente.

Si..è vero tutto nelle regole! Ma regole poco chiare e meno definite.. poiché non rapportate ai tempi ed all'evoluzione che ha avuto un certo modo di far politica, ed il cui combinato tra di esse.. riscontra un pasticcio tale da mettere in crisi ogni funzionamento...

10 feb 2016

Condizioni amministrative e ruoli dei partiti


di vincenzo cacopardo

Commette un grossolano errore Grillo col suo Movimento quando non separa con metodo e scopo un'attività parlamentare e di Partito da quella prettamente amministrativa
...cioè quando attua lo stesso criterio per la definizione dei candidati disposti per amministrare Comuni, Enti e Regioni.. e persino per chi un domani potrebbe occuparsi di una attività governativa!

Se per un'attività parlamentare è già azzardato un candidato poco conosciuto e meno esperto che nei cinque anni potrà anche rafforzarsi nel dialogo e nella conoscenza in seno al suo gruppo, di certo questa logica non potrà mai soddisfare il bisogno di indicare per l'amministrativo una figura più preparata.. di alta capacità.. e di esperienza.

Dovrebbe essere chiara la differenza tra le due mansioni.. poiché è certo che per amministrare un Comune occorre meno responsabilità politica di Partito e più impegno verso il soddisfacimento delle regole e dei servizi sociali nella guida della città...Pensare che i due ruoli possano essere equipollenti è un errore che vede tra l'altro una politica amministrativa sempre più bloccata su scelte legate e condizionate da interessi di Partito ..Col metodo del Movimento 5Stelle..si rischia quindi di vedere figure poco capaci di operare positivamente e con risultati utili ed efficaci.

La logica della politica dovrebbe di fatto veder divisi i ruoli: chi amministra non può essere sottoposto ad interessi di Partito ...mentre chi opera per costruire regole e normative può anche esserlo! ( in quest'ottica sarebbe sicuramente auspicabile una ri-disciplina dei Partiti attraverso una adatta riforma). Ma è indiscutibile il fatto che chi amministra deve rispettare un progetto che riguarda i servizi e i piani di sviluppo della propria Città..Un lavoro che poco può avere a che fare con una politica parlamentare e di Partito che mira alla ricerca ed alle regole:Se nel passato la politica si è definita nel riduttivo senso dell"amministrare" è anche vero che in una visione odierna lo scopo della politica tende a diversificare i ruoli e le competenze. 


Quando il Movimento 5Stelle non percepisce questa differenza ed opera lo stesso metodo per la ricerca di coloro che avrebbero il difficile compito di portare avanti un progetto attraverso una indispensabile conoscenza ed una precisa esperienza, non comprende il grande problema che oggi attanaglia la politica in un evidente compromesso tra il ruolo dei Partiti e quello delle amministrazioni..Una condizione che oggi si espleta in un gioco di potere fin troppo subordinato... Non avrà..quindi.. avvertito uno dei più importanti passi verso il cambiamento!..In caso contrario, potrebbe ottenere un risultato vincente, affidando tale incarico a forti personalità di fiducia e di alta conoscenza amministrativa...mantenendo saldo in mano il ruolo politico di un Partito di vera innovazione.



9 feb 2016

Se il Paese resta a galla....

di vincenzo cacopardo

Renzi..sembra ormai avanzare solo per uno spirito di ambizione e nella delimitata coscienza di promettere ciò che è..sicuramente.. ritenuto impossibile per il Paese: Sforzi sovrumani diretti spesso verso chi è meno in grado di poterli sostenere. In questo suo percorso, il Premier si lega in spropositati accordi e manovre che vedono forze politiche di sinistra e di destra tenuti insieme per patti di convenienza..in una visione di un'Europa ancora non del tutto convinta della nostra crescita.

Di contro la demagogia ed un certo populismo si alimentano stimolando la disperazione dei tanti che si sentono traditi dal “gioco” della politica. Un gioco pericoloso che induce il popolo verso la disperazione aumentando ancora di più una certa insicurezza...Governo..Banche e Stato sembrano non aiutare il cammino di una società civile che si sente sempre meno assicurata. In questo assurdo ed incerto quadro.. che sembra non lasciare intravedere alcuna luce..una domanda nasce spontanea: con quale spirito oggi si può andare a votare? Ci si può seriamente soffermare a pensare che vi sia stato un positivo cambiamento della politica?

Il caos pare regnare ..le anomalie perseverano ed i conflitti permangono. In realtà Renzi sembra aver prodotto tanto fumo e meno sicurezze.. Ciò che sta cambiando non può convincere, ma quello che lo fa restare a galla è di certo la mancanza di altre figure valide che gli si possano contrapporre. Una ragione in più per riflettere sull’importanza della ricerca di quelle necessarie riforme utili al fine di arginare i forti populismi e le inutili demagogie che il quadro politico odierno tende a promuovere. Politiche che toccano gli animi dei tanti cittadini..

Quello di cui la appariscente politica governativa non sembra rendersi conto.. è in fatto che non si può più ragionare con la forza mentale di un tempo e lo stesso Renzi ..malgrado la sua entusiasmante e favorevole comunicazione, rimane legato ad un processo sistemico che non potrà mai offrire il salto di qualità necessario. Sono le parole innovazione, equilibrio ed equità che devono legarsi a quelle di una ricerca della qualità e dei valori connaturati della nostra terra che dovrebbero fare la differenza per una base di una crescita valida del nostro Paese.

Ora... se non si attuano riforme atte a portare avanti i preziosi e naturali valori della nostra Nazione attraverso le idee ..resta inutile ogni altra riforma riguardante le regole: Le regole come quelle sul job's act.. ad esempio (sebbene tanto da criticare nel merito).. rimangono prive di una base forte sulla quale poggiare quando il lavoro stesso non si genera. Generare lavoro significa far crescere le startup innovative con il solido aiuto di una economia finanziaria reale e costruttiva. Il criterio Idea-startup-impresa è un concetto agevole, concreto e storicamente legato al criterio imprenditoriale della nostra Nazione.. ma non potrà mai fare a meno di essere accompagnato da una logica politica più funzionale. Insomma un'economia reale basata sui nostri veri valori darebbe molti vantaggi in più per una crescita: Un EXPO..non varrà mai quanto la nascita di centinaia di piccole aziende!.

Se il Paese resta a galla e lo spread rimane contenuto sembra essere solo perchè la manovra del “quantitative easing” di Draghi vi pone un forte argine: un quantitativo di decine di miliardi di euro al mese immessi che aiutano a tenere a freno il degenerare di una situazione economica assai precaria..Una massa di risorse finanziarie offerta agli istituti bancari a costo irrisorio e su cui spesso le banche speculano. Da questa trappola infernale solo le idee possono salvarci e la politica.. che dovrebbe fare la sua parte.. pare impreparata ed immobile! Nessuna nostra politica odierna parla oggi in termini di qualità e di idee ed anche il nostro Paese ha sempre preteso di marciare e vivere cinicamente di riflesso ad un’economia globale forzata da una primaria esigenza di produzione. Se a ciò aggiungiamo le poco utili riforme istituzionali e costituzionali in essere poste dal governo Renzi che non potranno mai aiutare le libere espressioni delle idee..l'unica cosa che viene spontaneo domandarsi è: Ma dove stiamo andando?












8 feb 2016

Renzi: si fa..ma non si dice..


Sala... i cinesi.. ed il partito della Nazione
di vincenzo cacopardo

Cinesi o no..Sala ha sicuramente vinto le primarie, ma il problema non è questo! Al di là di ciò che esprimerà il voto di Giugno  delle amministrative.. che potrebbe persino non favorirlo, resta il fatto che il PD appare sempre più in una lotta interna che vede, attraverso la politica di Renzi..(più furba..oltre che utile a se stesso) usare mezzi e personaggi che accarezzano un'area centrista poco gradita ad una parte del suo Partito. Un Partito che sembra oggi non caratterizzarsi come una sinistra, ma come un nuovo modello post democristiano.

Se Sala vincerà... questa frattura si evidenzierà più netta e non è detto che in questa stessa fase ci si possa coalizzare a sinistra interrompendo la scalata di Sala per le prossime comunali. Comunque la lotta risulterà aspra e peserà di certo sull'assetto di tutto il Partito e di conseguenza.. influenzerà anche le decisioni per le amministrive Romane.

L'ultima dichiarazione di Renzi sul Partito della Nazione ricorda un po' quell'operetta che citava: si fa..ma non si dice” Il furbo Premier contrattacca chi, nel suo Partito, lo indica come un qualunque stratega e.. prendendo spunto dal Partito della Nazione se ne esce affermando che non esiste, e quindi Torino ..come anche Milano ..non stanno sperimentando alcun laboratorio politico in tal senso. Secondo Il sindaco d'Italia il suo PD (suo e di nessun altro che abbia gli attributi per contrastarlo) si sta solo impegnando in un'opera di ristrutturazione ancorata ai valori..
C'è proprio da chiedersi cosa Renzi definisce come valori!

Ma appare logico che il gioco (subdolo od interessato che sia) di un ambizioso e determinato Premier come Renzi..rimane quello di fare affluire a se il maggior numero di consensi da una parte o dall'altra al solo fine di conquistare poltrone e poter decidere: Un perenne gioco politico che assai piace ai cittadini di questo sventurato Paese abbindolato più dalla furbizia e la scaltrezza che da veri programmi funzionali per la crescita e l'equità.(già visto col mito di Berlusconi).

Sappiamo bene che.. al contrario... il cosiddetto Partito della Nazione, così come desiderato in Inghilterra dal premier Camerun, sta a indicare una sorta di consenso generale per un formazione partitica che opera prevalentemente in favore di uno Stato di governo. Un misero furbo congegno...una deplorevole espressione per mettere a sottacere ogni altro ideale o pensiero dei cittadini..volendo offrire una equivoca sicurezza ai tanti timidi e preoccupati che non hanno alcuna idea politica o che si ritengono ormai prostrati...

Una sorta di pentolone di comodo nel quale fare convergere ogni tipo di pensiero in un garbuglio che finisce col non determinare al cuna libera scelta tranne quelle decise da chi governa. Se quindi questo Partito della Nazione non esiste nei fatti..sussiste di certo per Renzi come deprecabile strategia politica che restringe ogni campo del pensiero...E lui è il primo ed esserne convinto! 

Alfio di Costa..un nuovo incontro con chi attrae un vasto numero di follower



Incontriamo chi ci mette impegno e progetto

L'attività socio-politica di Alfio di Costa sembra continuare frenetica e ricca di prossimi incontri. La nuova figura politica siciliana maggiormente inserita e riconosciuta nei Social con oltre 44000 follower su twitter e più di settecentomila visualizzazioni su google+ (numeri tendenti a crescere in modo esponenziale) procede inarrestabile interpretando il suo innovativo programma costruito sui valori stessi offerti dalla sua Sicilia.

Non è una qualsiasi propaganda di una terra ormai abbandonata al proprio destino, ma un progetto di riscatto serio per il riscontro dei principi validi di una Regione che conserva ancora il diritto di una autonomia che uno Stato ed una equivoca politica locale gli sta togliendo. “Una Sicilia ormai spogliata di tutto... afferma Di Costa.. ma che merita di essere rivestita attraverso un programma più consono e adatto per il suo naturale sviluppo”.

Alfio di Costa, fondatore del movimento regionale "insieme si può" sembra mettere impegno incessante e vera passione per la sua terra: Un contest letterario che si svolgerà a Nicosia a metà Febbraio (il primo messo in programma da un movimento politico che dimostra di amare la cultura e la propria società). Un giro attorno e dentro l'isola per nuovi incontri, ma soprattutto come egli stesso afferma: “il desiderio di essere accompagnato con la eguale passione in quell'attività di rispetto per ciò che si deve alla mia terra: Considerazione per la natura, l'ambiente, le bellezze artistiche, l'artigianato locale, l'agricoltura, gli ampi spazi del sociale.. e tanta possibilità di lavoro che da tutto ciò potrebbe scaturire per i nostri giovani conterranei”.

Non è facile non considerare..nè mettere da parte figure politiche come Alfio di Costa, che attirano consensi ed esprimono voglia di crescere in difesa dei valori.. accompagnandole con una incessante attività che pone avanti la salvaguardia di un vasto patrimonio naturale. “Se vogliamo riscontro nei principi politici di quest'isola possiamo ricercarli solo attraverso i suoi naturali valori..Solo allora potremo dar forza alla definizione stessa delle necessarie infrastrutture!”


Parole piene di passione.. ma che hanno un chiaro riscontro con la realtà! 

7 feb 2016

Boschi: le pessime riforme..prima degli ipotetici conflitti!

di vincenzo cacopardo

E' incomprensibile accorgersi di come ci si concentri in una battaglia contro la Boschi per lo scandalo che l'ha sfiorata e non ci si preoccupi con ugual impegno delle sue provocatorie riforme costituzionali che daranno la stura ad un cambiamento peggiorativo a danno del nostro sistema di democrazia. Eppure per ogni vero politico che vive nell'interesse di un valido ordinamento istituzionale sarebbe molto più importante smontare l'orrendo pasticcio delle riforme volute da chi continua a non tenere conto dei principi fondamentali di una democrazia.
Rimane comunque ed oltremodo stupefacente l'immobilità di chi.. prima di lei ..dovrebbe farsi garante dei valori di questa nostra Carta Costituzionale..

Lo stesso potrebbe dirsi in riferimento all'impegno oltre misura sul tema delle unioni civili che appare quasi come una operazione voluta per distrarre l'attenzione in temi più critici: Sappiamo che gli omosessuali rappresentano una stretta minoranza rispetto agli etero e non è detto che di questa minoranza siano tutti predisposti nel voler unirsi in un matrimonio. Malgrado l'interesse.. stiamo parlando di una infinitesima parte della minoranza del Paese. In questo caso l'importanta eccessiva su un tema “etico” che dovrebbe poi concernere il nostro personale io.. non sembra per nulla paragonabile ai problemi di maggiore importanza che riguardano il tema della disoccupazione.

Ma tornando alla Boschi, personaggio politico oggi maggiormente esaltato per una critica su un'ipotetico conflitto (la cui competenza sarebbe meglio esser lasciata alla magistratura).. si continua con questo scandalo (che finisce con l'offrirle maggiore visibilità).. non mettendo in primo piano la paradossale riforma da lei voluta. Una riforma che trasformerà di colpo il metodo di eleggibilità di un Senato che storicamente.. oltre a svolgere un ruolo fondamentale nel procedimento legislativo (e di revisione costituzionale), accordava e revocava la fiducia al Governo. Il Senato è sempre stato titolare, nei confronti dello stesso Governo, attraverso poteri di controllo politico, che si sono esplicati attraverso l'adozione di atti di indirizzo (mozioni, risoluzioni, ordini del giorno) e di atti di sindacato ispettivo (interrogazioni, interpellanze). Una sorta di Camera alta che fino ad oggi non partecipa alla creazione di norme giuridiche (funzione legislativa in senso stretto), ma concorre nella determinazione dell'indirizzo politico o controlla l'operato del Governo, nell'ambito del rapporto fiduciario.

Sarebbe stato giusto trovargli una funzione più appropriata legandolo ad un ruolo differente da quello del Parlamento di Montecitorio, dimezzargli i componenti..forse, ma non certamente escluderlo da un sistema di eleggibilità rendendolo una irrisoria Camera delle regioni e non certamente in favore di esse: Una sorta di umiliazione per gli stessi componenti che avrebbero poturo avere un ruolo più efficiente e valido in favore di una politica più utile per il Paese.

Se nel contempo analizziamo tale riforma insieme al combinato disposto di una legge elettorale (più astuta che inefficiente), ci accorgiamo di come il pensiero di questa ministra..malgrado il suo parlare ricercato e composto.. sia pervaso da un immaginazione fuori da ogni logica. Ma anche estremamente limitato nell'interpretazione di una politica che pretende di assurgere ad una governabilità con mezzucci scaltri, maldestri.. e poco costruttivi..calpestando tutto il resto.

Bisognerebbe condannare per questo l'operato di colei che ritiene di poter mettere sotto i piedi una Costituzione che come valore primario vorrebbe che si rispettasse un sistema di democrazia. E non spingere troppo l'accelleratore su ipotetici conflitti che, sebbene tutti da verificare, arrecheranno meno problematiche immediate su quell'assetto istituzionale che ci coinvolgerà tutti.





5 feb 2016

Milano ..Sala perde consensi.


di vincenzo cacopardo

Sala..nuovo candidato a sindaco di Milano per conto del PD del premier dichiara di non credere che la città operosa possa tornare in mano al centrodestra, raffigurandola ormai come una città saggia e più attenta. Nel suo modo di esprimersi vi è forse un astio verso una politica di destra...ma si scorge anche un certo rammarico verso l'atteggiamento di quel PD assai supponente guidato dal sindaco d'Italia Renzi.

Ricordiamo i vecchi sindaci di destra come Marco Formentini, Gabriele Albertini e Letizia Moratti.. hanno cercato di cambiare il volto della città estremamente impegnativa..come si pensa abbia fatto l'impavido e composto Pisapia...ma non sembrano aver risolto del tutto le problematiche più difficili come quelle ambientali ecologiche e dell'immigrazione.

Oggi i sondaggi ci dicono che Giuseppe Sala è al 35,1 per cento e la rivale (vice del sindaco Giuliano Pisapia)..Francesca Balzani al 30,4:- Appena cinque punti di distacco che potrebbero mettere in seria preoccupazione lo stesso premier Renzi che pare aver puntato tutto sul manager di EXPO.

In questa lotta per le comunali pare di assistere ad una corsa del passato con i soliti schieramenti destra-sinistra nei quali convergono figure portate non solo dai Partiti..ma anche da correnti diverse. Come al solito si mettono davanti le figure e non ci si immedesima sui progetti..Mentre si pensa a riunire un po' tutti in un unico calderone per poter far muro contro il Partito di Grillo che alza di continuo l'asticella dei consensi.. in tanti si affrettano nella ricerca di vecchie manovre strategiche al fine di salvaguardare una poltrona.

Con lo strano progetto del Partito della Nazione voluto dal Premier si scateneranno ulteriori operazioni tattiche che di sicuro aumenteranno una certa confusione:Vi potrebbero essere ricadute a livello nazionale...dipende anche da come si affronteranno le nuove difficili elezioni comunali in tutto il Paese. C'è chi vede in ciò una rottura netta con il passato e chi vede consolidare lo schema di un Pd a trazione centristra nel cui calderone vi sarebbe di tutto e di più...In realtà nulla di veramente nuovo..anzi..un costante dejavu! In questo quadro.. Milano sembrerebbe essere un nuovo laboratorio politico dell'ambìto Partito della Nazione.




4 feb 2016

il rischio e la speranza.. nella ricerca di cambiamento

di vincenzo cacopardo

Gli errori commessi dai pentastellati si ripetono..non ultimo quello operato contro il sindaco di Quarto: Sono errori commessi quasi con puerilità.. non sembrano messi in atto col proposito di una particolare presunzione: Il loro estremo moralismo.. li costringe nel perpetuare espedienti e manovre che in realtà finiscono col non considerare e non giovare allo stesso Movimento..Per cui è davvero difficile poter pensare che vi sia in loro una tale volontà autolesionistica ..mentre risulta più facile poter ritenere che sia proprio la loro immaturità a non guidarli col giusto equilibrio e la essenziale saggezza. -Un vero peccato!.. giacchè oggi.. con la voglia di cambiamento percepita, ma non ancora conseguita nel Paese.. ci si ritrova perplessi e disorientati dalla loro inesperienza e da qualche loro estremo principio.

Tutto ciò lo sappiamo da tempo! ..Ma non è sufficiente per non agevolare il loro cammino verso quel mutamento del sistema..un cambiamento che attendiamo da tempo e che potrebbe portare una ventata diversa. La strada della rottura è ormai necessaria e non può più essere vista con pessimismo, né essere intesa come una disgrazia, ma..al contrario.. una speranza necessaria.. la scossa potrebbe spalancare nuove porte ad una differente veduta mentale..più aperta verso un welfare sociale ed in direzione di nuove idee.. un percorso meno contratto da una visione pragmatica di una economia finanziaria, oggi, fin troppo limitativa...
Altrimenti i cittadini avranno sempre di che lamentarsi!

Se la strada in cui ci ritroviamo per via delle nuove riforme volute da Renzi è quella del decisionismo..di sicuro una posizione andrà presa.. e se proprio per le sue nuove regole elettorali.. si dovrà ricorrere ad un ballottaggio senza legami con altre liste, è facile pensare che vi saranno due forze in campo che dovranno vedersela in uno scontro ormai paragonabile ad una risibile partita di football: Questa è la visione politica del boy scout fiorentino che.. affiancato da una velleitaria ministra Boschi sempre più compresa nella sua opera di voler dare solo apparenza alle sue riforme... ha ridotto la politica simile ad una disciplina sportiva. Un falso cambiamento voluto da una politica ormai debole, ridicola e del tutto alterata.

Il PD dovrà vedersela con i 5Stelle in una lotta che di politica avrà assai poco, ma che pare esprimersi in un confronto sociale tra una visione sistemica ed una antisistemica. - Chi vuole perseguire la politica sterile e vecchia di un sistema che continua a confliggere e portare anomalie... contro chi vorrebbe cambiarla attraverso una visione.. fin troppo moralista, ma tendente all'equità. La seconda sarà forse orientata verso l'utopia e ricca di illusioni, ma la prima è certamente vecchia, stantia.. e basata sull'edificazione faziosa di una governabilità che cozza col principio fondamentale di una giusta democrazia.


Non pare esservi scelta! Si andrà al voto col consueto timore che il nuovo Movimento possa fallire nella sua opera governativa. Un rischio che si può correre..poichè in tal caso.. si lasceranno comunque aperti spazi dentro i quali si inserirà una politica nuova più fresca ed anche più consapevole e cosciente. Vi sono perciò diverse ragioni per le quali sembra opportuno ricercare strade nuove più creative e funzionali: Forse un'occasione storica per arricchire la politica attraverso idee più fresche, offrendo un pensiero più innovativo a garanzia dei veri valori..Una riflessione attenta che miri alla società in senso più equo pur garantendo meriti, sviluppo ed innovazione. Chi è per un vero cambiamento.. non potrà mai sottrarsi ad un ipotetico rischio!