UNA
IDENTITÀ ANTICA E NON NECESSARIA
C’è
da chiedersi perché, soprattutto quando tocca governare alla destra,
sia ormai costante la presenza, nella cronaca politica interna, di
qualche accadimento che infiammi il dibattito sociale perché
riferito a fasi storiche del nostro Paese che, con buona pace di una
sinistra spenta ed immotivata quanto frammentata, non rientrano tra
quelle cicliche la cui ricorrenza periodica è tuttavia una realtà.
Già in altre occasioni ho cercato di ribadire la peculiare
efficacia, tutta italiana, di quel vaccino antifascista che non
dovrebbe lasciare spazio ad alcun timore di restaurazione. In tale
ottica, è facile, logico ed evidente bollare come anacronistica una
opposizione politica e parlamentare - quella di questi tempi - che
riduca ed anzi fondi la propria azione penetrativa delle coscienze
comuni sul richiamo di spettri del passato difficilmente -
razionalmente argomentando - ispiranti l’azione di governo,
espressione della maggioranza e della volontà popolare. Ma se certa
sinistra è a corto di idee, anche se organizza seminari e convegni
di formazione politica evidentemente non sufficientemente stimolanti,
anche certa destra concorre, a suo modo, a generare una accezione
della “cosa pubblica” come qualcosa di cui vale la pena di
disinteressarsi, forse a causa di una comunicazione con le anime
elettrici sempre più carente, ossessionata da un passato ormai
decomposto che sembra si voglia ad ogni costo riesumare. Una politica
che scomoda la Corte di Cassazione in sezioni riunite per scoprire se
la recente adunata, tutt’altro che sediziosa, di Acca Larenzia,
possa essere prodromica della ricostituzione del disciolto partito
fascista non rende nemmeno giustizia alle vittime di quel 7 gennaio
del 1978, la cui orribile morte ha cancellato, come è giusto che
sia, ogni movente follia ideologica. Ora, concludendo queste brevi
riflessioni, proviamo a rivolgere la nostra attenzione, traendo ogni
opportuna conclusione, su quelli che sono i veri allarmi sociali
contemporanei, in primis la mancanza di un dibattito politico
pubblico con contenuti di qualità (da tempo chi scrive sottolinea la
necessità di una progressiva incentivazione su tutto il territorio
nazionale di vere scuole di formazione politica pubbliche perché non
c’è rischio peggiore del disinteresse dei cittadini per la
politica in quanto essi stessi sono la politica); a seguire vi è poi
la ricerca costante (senza successo) di una identità a tutti i costi
e non necessaria, che non riesce a staccarsi da basi ideologiche
logorate e sviscerate dal tempo, anche da quelle con preminente
accezione negativa, come il fascismo. Perché se è vero che non era
il caso di scomodare la Corte di Cassazione a sezioni riunite per un
gruppo di persone che vogliono ricordare parenti od amici scomparsi
tragicamente alzando il braccio destro e gridando “presente”, è
anche vero che ha perso una buona occasione per tacere chiunque abbia
commentato - di fatto e non importa se positivamente ovvero
negativamente - tale sentenza. E ciò perché così facendo non solo
si sarebbe autoconferito una identità politica non necessaria,
quanto anche perché avrebbe certificato al di là di ogni
ragionevole dubbio la modesta qualità - anche questa tutta italiana
- di una scienza (quella politica) che merita di più.
Paolo Speciale
Bravo
Paolo!
Condivido,
tuttavia mi preme aggiungere e sottolineare in riferimento alla adunata e ad atti
simili che risvegliano un passato nazionalista reazionario, che tali
gesti siano pericolosi, non tanto per il fatto che a risvegliarli
siano qualche centinaia di persone, ma perchè ,la vita ci insegna, che non tutti hanno la capacità di trattenerli e valutarli in senso
equilibrato, e perchè una certa mole di conservatori carichi di
assolutismo e prepotenza possano usarli come spunti per reagire in
modo scomposto e pericoloso nella società!
Come
tu sai io sono molto più avanti nel mio modo di pensare circa le
posizioni non condividendo per nulla queste identità Destra-Sinistra ormai vecchie ed assai spinte. Sono proprio le posizioni estreme da un lato e
dall'altro che non possono che impedire un dialogo sereno e proficuo.
Queste restano pericolose ancora di più se espresse da una destra
caparbia ed oltransista che ritiene di avere una maggioranza nel
Paese, quando non v'è dubbio che l'abbia solo in Parlamento
attraverso una serie di formule sistemiche errate solo al fine di costruire potere!..
Quando
noi leggiamo la Costituzione «È
vietata la riorganizzazione, sotto qualsiasi forma, del disciolto
partito fascista.”
Dovremmo comprenderne anche il senso educativo con lo scopo di
evitare che possa costruirsi giorno dopo giorno una mentalità
deleteria che possa contrastare un sistema democratico. Non
importa che siano cento o mille su milioni di cittadini, ma che
questo germe possa continuare a crescere proprio in mancanza di un
funzionamento del sistema che oggi pare disastroso e per nulla
equo!
vincenzo