30 giu 2021

LIBERI DA UNA OSSERVANZA NELLA RICERCA DI UNA FEDE

 


Le parole di un Papa che continua la sua meritoria opera di innovazione in favore dei valori cristiani...

di vcacopardo


Abbiamo sempre bisogno di venire liberati, perché solo una Chiesa libera è una Chiesa credibile.”

Queste le ultime parole del Pastore di una Chiesa destinata ad innovarsi, un Papa tanto amato quanto contestato per le sue osservazioni che invadono il campo del sociale spesso strettamente legato a quello politico. Con queste sue parole il Pontefice insiste col dirci di rimanere “liberi” dalle insicurezze, non solo dalle tentazioni del mondo esteriore e dalle tante ipocrisie che ne derivano, ma anche dalle certezze di una osservanza religiosa che può rendere rigidi ed inflessibili. A queste sue osservazioni Papa Francesco lega la solennità dei santi Pietro e Paolo definendoli due colonne portanti e giganti della fede.

Non v'è dubbio che persino i meno osservanti o coloro che non trovano riscontri immediati, vengano attratti da queste parole quando in merito alla affermazione “liberi da una osservanza religiosa che rende inflessibili” il Pontefice dà piena dimostrazione di una diversa apertura alla fede cristiana: Una fede che andrebbe ricercata con estrema libertà, senza imposizioni, nell'animo di ognuno e nell'interesse di ognuno... al di fuori di ogni interesse ecclesiastico. In sé anche queste parole rappresentano una sorta di rivoluzione all'interno di una Chiesa che nel tempo..prima del suo pontificato...potrebbe non aver favorito una fede libera da ricercare dentro se stessi..quasi imponendola sotto la spinta di un Clero: Una Chiesa libera è una Chiesa credibile!..Quindi un messaggio destinato ad avvicinare tanti in nome di un libero pensiero per una libera fede.

Ancora una volta Papa Francesco muovendosi con una innata umiltà... lasciando piena libertà di scelta....lascia aperte le porte e si dimostra un Pastore flessibile nel trasmettere un messaggio destinato ad accogliere ed unire in libertà in nome di una fratellanza e nella ricerca continua dell'amore tra i popoli.


29 giu 2021

CONTE IN CONFERENZA PER IL NUOVO PARTITO

di vcacopardo


Discorso chiaro, senza alcuna possibilità di fraintendimenti quello affrontato da Conte nella conferenza stampa di ieri: -Ha parlato di funzionamento di un partito, fondamentale bisogno di innovazione, desiderio di collaborazione da parte di tutti: Un cambiamento sull'organizzazione necessario ed indispensabile per poter reggere il confronto con gli altri e per rendere la struttura al servizio delle idee di tanti. Un atteggiamento moderato che non potrebbe che giovare al futuro di un Movimento che al contrario rischierebbe di disintegrarsi.

Ad ascoltare Conte, che in parte ha svolto il suo intervento a braccio, assai più disinvolto, ma anche consapevole della difficoltà nella quale è coinvolto, ci si rendeva sempre più conto dei grandi miglioramenti espressi sulla comunicazione, della maggiore chiarezza e del sostanziale fervido impegno messo fin dall'inizio in questa difficilissima impresa.

L'ex premier desidera un cambiamento pieno, senza impedimenti o forzature contrarie che possano lasciare dubbi ad incertezze su una innovazione di base più che necessaria per l'organizzazione; ha parlato di assemblee e congressi con linee politiche differenziate da quelle organizzative e ruoli ben precisi, ha parlato di una apertura verso i territori e di una attenzione totale anche verso chi non farà parte del nuovo partito...Insomma una sorta di rivoluzione organizzativa che non potrà mai essere condizionata da “padri padroni”

Un compito, come già evidenziato nel mio Blog, di grandissima difficoltà se si è privi della massima libertà nell'azione. Adesso il vero problema di ristrutturare il partito per renderlo così come lo vorrebbe Conte potrebbe trovare ostacoli proprio in seno alla stessa organizzazione dove c'è di certo chi ha assunto un proprio potere.

Conte potrà veramente diventare un vero riformatore in seno al suo partito, come.. al contrario.. sarà visto come un usurpatore, un restauratore che desta diniego e contrarietà con l'evidente effetto di una impossibilità di riorganizzare.

VEDREMO

9 giu 2021

CONTE DA FLORIS

 

QUALE STRADA POLITICA PER IL NUOVO PARTITO DI CONTE?

di vcacopardo

Un' intervista ad ampio raggio condotta da Floris a 'Di Martedì', L'ex premier, ancora chiamato con tono sarcastico “Giuseppi” dai giornali di destra che lo hanno di continuo considerato un usurpatore intromesso nella politica del Paese, ha risposto ai numerosi temi: Da quello dell'appoggio al neo Capo del Governo Draghi..a quello relativo a Renzi ed alla sua manovra di distacco che ha messo in crisi il suo secondo governo.

"Non rispondere all'appello di un governo di unità nazionale sarebbe stato volgere le spalle agli italiani. Mi sono subito predisposto per far partire questo governo" Questa frase dimostra come Conte, non compromettendo l'andamento del governo Draghi, si renda disponibile in qualunque momento per il bene del Paese, tuttavia, la fase di ricostruzione di un partito non essendo un impegno prettamente istituzionale, lo impegnerà in modo assai più arduo. 


Ho sempre considerato Conte un personaggio serio e sobrio che, malgrado le grandi difficoltà di procedere in governi poco sereni e sicuri, ha saputo usare l'arma dell'equilibrio e della moderazione. Potrà essere criticabile per altri aspetti da parte di chi si è sempre sentito radicalmente più vicino ad una delle controparti, tuttavia continuo a reputarlo un amministratore affidabile a servizio di un sistema politico non del tutto facile.

Il problema odierno dell'ex premier resta però un altro.. e cioè quello simile ad un'impresa gigantesca nel dover ricostruire un partito dalle ceneri di un Movimento che di posizioni stabili e di identità ha sempre scarseggiato: un movimento ricco di personaggi che spesso non hanno trovato intese..una organizzazione scadente andata avanti solo per inerzia portando avanti una bandiera del cambiamento e dove i buoni valori spesso non hanno trovato soluzione nei principi...dove nessuno poteva permettersi di esprimere le proprie idee pena un depennamento, dove non è mai esistito un vero dialogo..dove in tanti si sono dispersi, dove le tante contraddizioni sono andate riscontrandosi giorno dopo giorno.

Possiamo affermare che una qualche sicurezza nell'andazzo dispersivo del gruppo l'ha portato proprio Conte..facendo sì che non si disintegrasse, ma adesso il compito che lo aspetta è parecchio arduo:- Malgrado la costanza di un nuovo leader di Partito che ha sempre dimostrato di saper impegnarsi, i dubbi permangono sia sul fatto che una cosa è amministrare la vita pubblica di un paese in forza ad un premierato governativo, un'altra è quella di un lavoro per rifondare un partito dove tante voci restano in evidente contrapposizione (tral'altro con gli stessi personaggi che vi sono ancora dentro) .

Nel corso dell'intervista mi è parso di percepire che Il nuovo leader dei 5stelle vorrebbe rendere più forza ad un sistema lavorando per un cambiamento dello stesso.. Forse rischiando di chiudere le porte ad una democrazia parlamentare in favore di un presidenzialismo? Ha parlato di cambiare la Costituzione in alcuni fondamentali contenuti..Vorrei sperare che non facesse passi simili: Chiunque abbia cercato di operare in favore di questo.. ha sempre dato fine alla propria carriera politica: la Costituzione non si tocca, se non per piccole modifiche per rafforzare il bicamerismo dando funzionamento ad una democrazia parlamentare più agevole e spedita.

La domanda adesso è capire come proprio in questo campo il suo neo partito vorrebbe muoversi e come Conte intende rimetter in piedi un movimento rendendolo partito con una vera e solida identità.






2 giu 2021

 

M5 Stelle..Le distonie di un'organizzazione politica

(lettera a chi si propone di ricostruire un ex movimento)




di vcacopardo

                                         premessa

L'entrata nel quadro politico nazionale del nuovo premier Draghi deve far riflettere soprattutto tutti coloro che forse hanno interpretato la manovra voluta dal presidente della Repubblica come una sorta di sabotaggio istituzionale. In realtà il Movimento di maggioranza relativa ha poco da lagnarsi in proposito proprio perchè avrebbe dovuto proseguire il suo cammino anche senza l'appoggio del partitino di Renzi ..e seppur senza i numeri ..mettendo alla prova il Parlamento.. ponendo fino alla fine una fiducia senza affrettate dimissioni: A quel punto tutti coloro che non avrebbero voluto perdere la poltrona (anche in conseguenza di nuove possibili elezioni fortemente limitate nei seggi) avrebbero potuto riflettere di conseguenza. Un altro errore ( in loro sfavore e dimostrazione di debolezza) è stato anche quello successivo di entrare in un governo Draghi assieme a tutti gli altri Partiti perdendo una maggioranza ed in sostanza una lunga serie di poltrone ministeriali. Non garantendo fino in fondo un coerente sostegno a Conte. Possiamo pensare però che vi possa essere stata una perentoria esigenza europea in proposito condizionata dal recovery fund che imponeva un qualsiasi governo stabile. “ Di fatto in tutte queste operazioni il Movimento ha solo perso in sostanza ed in coerenza."



La politica anti-sistemica di un movimento che ha guardato ai valori non definendo i principi

Occorreva da tempo che il Movimento 5Stelle si desse una seria mossa e cominciasse a rivedere il suo sistema interno per le candidature e quello dell'impostazione delle regole definendo bene i confini di una morale di comportamento..Magari parlando meno di onestà..senza alzare vessilli..con pacatezza ed agendo solo attraverso i fatti in favore di questa!.. Per coloro che hanno osato pensarla in modo anche poco diverso all' interno...quello a cui in si è assistito è stata la prevalentemente epurazione per mancanza della trasparente condotta.. esercitata in modo alquanto anomalo.

Nel mio Forum è stata diverse volte sottolineata la difficoltà di poter continuare a condurre una politica attraverso i vecchi principi. Di ciò si è data abbondantemente colpa ad una vecchia politica incapace di custodire i fondamentali valori di una democrazia e di lottare contro obsoleti concetti che non potranno mai far crescere una politica moderna più utile alla società: Negli studi e nelle costanti ricerche ho persino percepito l'importanza di doversi muovere attraverso i valori...ed..in forza di questi.. andare alla ricerca degli indispensabili principi validi di sostegno per il riscontro di una giusta crescita sociale!..

Non è l'odierno strano modo di intendere la società attraverso la forza di un cinico pragmatismo che potrà farci vedere un futuro migliore, ma sembrano essere proprio i valori del nostro Paese a condurci in una più libera ricerca di nuove idee in proposito.

La singolarità odierna sta nel fatto che questo processo di rinnovamento di difesa dei valori può essere l'unica carta vincente per una politica che oggi richiede equità sociale e crescita sicura, come non può più esserlo quello seguito da chi limita il pensiero e spacca in due un Paese attraverso incomprensibili contrapposizioni che appartengono ad un passato ormai lontano..

Ma se obiettivamente è esistito un Movimento che ha messo in moto in questi ultimi tempi la difesa dei valori..questo è stato il Movimento dei 5Stelle: Invertire il processo mentale partendo dai valori.. sembrava essere ciò che ha sempre inteso fare il Movimento di Grillo ..tuttavia per definire i principi e rendere la società politicamente sicura era necessario confrontarsi ..era necessario scambiarsi..e farlo interagendo attraverso il dialogo e le idee e non movimentando le piazze! Gli errori commessi da questo Movimento restano enormi.. soprattutto quelli di una grande leggerezza ..errori risultati sostanziali! Si può e si deve sperare che l'ingresso di un nuovo leader come Conte possa porre basi necessarie e diverse per un nuovo inizio...più che per una sua ripartenza.. 

La loro cadenza contro-sistemica ha cozzato contro i principi posti da un loro statuto inconcepibile e non del tutto chiaro che ha finito col dirimersi in conseguenti posizioni autoritarie.

Il principio della trasparenza è stato imposto in termini perentori e non del tutto chiari..la definizione dei candidati assai approssimativa..il dialogo all'interno quasi interamente escluso..e persino i programmi non si sono mai compresi in pieno: Sembrano errori gratuiti e si è persino avuta la consapevolezza che il tutto sia rimasto a galla per inerzia ed incapacità nei fatti al solo scopo di schierarsi contro un sistema che non soddisfa più!

Malgrado sia partita con lo scopo di una organizzazione facente muro di contenimento ad una politica di vecchio sistema ..(un blocco che sarebbe stato utile per produrre nuova innovazione ad una politica dormiente del passato) il Movimento non ha per nulla reso il vantaggio desiderato ponendo al contrario rabbiose ed inaspettate contrapposizioni per finire poi col cedere al vecchio sistema: Proporre valori più sani è assai più facile che consolidarli successivamente attraverso principi utili per il loro buon fine!


"I DRAGHI DELLA POLITICA" DI PAOLO SPECIALE

 

Acuta analisi dell'amico Paolo che..con attenzione mette a fuoco il periodo di emergenza politica che ha determinato la messa in campo del “tecnico” Draghi ... Forse meglio scongiurare quella conclusione pessimistica ..quasi nichilista (non me ne vorrà l'amico) che è difficile accettare allorquando “tanto vale affidarsi” potrebbe intendersi come una sconfitta di un sistema istituzionale che, al contrario, dovremmo aspirare a proteggere attraverso un cambiamento determinato da riforme più appropriate e di funzionamento.

vcacopardo




I DRAGHI DELLA POLITICA

di Paolo Speciale

Interrogarsi  sulla matrice identificativa dell’attuale esecutivo è pratica ormai diffusa e, ovviamente, fatto prevalente nella piazza delle opinioni.

Oggi siamo governati da tecnici, da politici o da entrambi i generi? E, soprattutto, detto in termini pratici e senza girarci troppo intorno, chi comanda in questa fase storica particolare nel nostro Paese?

E, ancora, quanto ha influito l’emergenza sanitaria mondiale in questa “svolta” che tende ad esaltare, forse su base meramente emotiva, l’attribuzione di poteri a chi li possa detenere con una superiore “autorevolezza”?

Sono dissertazioni ed analisi, oltre che quesiti, ai quali vale la pena di dare un riscontro tramite qualche opportuno approfondimento.

Il  Governo Draghi, che succede a quello guidato da Giuseppe Conte, appare a molti come l’espressione di una colpevole ingratitudine di origine istituzionale nei confronti del neonato leader Cinque Stelle, che pure aveva sorretto un peso imprevisto ed abnorme, con grande dignità e valore indiscussi, dimostrati sul campo.

E tanto infatti ha dovuto lavorare sino ad ora l’ex governatore della BCE per mantenere, ma anche per accrescere la nostra rilevanza in ambito europeo, seguendo un percorso in buona parte già tracciato.

Cerchiamo allora di comprendere come faccia specie la rara peculiarità del Governo Draghi, che incarna, pur nella sua assoluta legittimità certificata da una maggioranza parlamentare non già assoluta quanto qualificata, un forte contrasto in termini di riguardo istituzionale dovuto al dibattito politico tradizionale, alla lotta tra maggioranza ed opposizione, linfa vitale della democrazia e della stessa funzione parlamentare e legislativa.

Accade così paradossalmente che si sia di fatto azzerato l’esercizio di quella dialettica costituzionale in cui un Parlamento Politico eletto svolge la funzione di controllo sull’operato del Governo che, a sua volta, aggrava l’esautorazione, anche se con buone ed innocenti intenzioni, di Montecitorio e di Palazzo Madama, quasi riconoscendone una funzione meramente notarile, grazie anche all’uso reiterato della decretazione.

E, precisiamo, nel contempo non vi può essere alcun timore per il sistema democratico, eccezione fatta per qualche isolato e delirante procurato allarme da parte di qualcuno affetto da patologiche fobie da divisa, quale attacco strumentale contro l’efficiente quanto umile Commissario anti Covid-19 Generale Figliuolo.

Un’altra curiosa peculiarità dell’esecutivo Draghi, tranne poche presenze partitiche, tra i ministri, è la sua costituzione prevalentemente tecnica piuttosto che politica; ma anche in questo contesto  è proprio il Presidente del Consiglio e la sua storia che richiamano la nostra attenzione, determinando la opportunità di operare una attenta analisi del suo personaggio; come già rilevato in più sedi di dibattito, Draghi è primariamente un tecnico, ma figlio legittimo e naturale della politica e del suo sistema; egli incarna, in sé, l’alta competenza ed esperienza tecnico/economica e, nel contempo, la strategia politica, quella dei compromessi, degli accordi, del “do ut des”; e ciò laddove tali due fondamentali caratteristiche diventano complementari ed interdipendenti, talvolta giungendosi persino a considerare più “ferrato” in politica il tecnico piuttosto che il politico stesso. 

Come ignorare, a tal proposito ed a testimonianza della intima correlazione tra politico (o carica elettiva) e tecnico (o burocrate), la metamorfosi che spesso si verifica tra i due generi?

Altri ed innumerevoli altri spunti di riflessione spero di avere indotto dibattendo su quello che rimane comunque, dopo tanti secoli, il misterioso mondo che riguarda la aggregazione degli uomini ed il sistema/ordinamento che deve assicurare il rispetto della pluralità e del bene comune, e ciò laddove anche l’adozione fedele delle norme ed il rispetto dei ruoli può tuttavia determinare ancora oggi anomalie, più o meno pericolose per la tenuta del sistema stesso, talora inaspettatamente e aldilà di ogni previsione. Magari a causa di una epidemia.

Ed allora tanto vale – forse – affidarsi ai “Draghi della politica

 


26 mag 2021

ANALISI POLITICA SUL “NON POLITICO” DRAGHI

 


di vcacopardo

Il suo terreno è principalmente quello dell'economia, tuttavia Draghi riesce a mantenere un forte rispetto per la politica della nostra Nazione malgrado il quadro politico non sia dei più normali.

Abbiamo visto la sofferenza da parte dei 5Stelle(partito di maggioranza relativa in Parlamento) per questo governo tecnico-politico succeduto ad uno precedente che per l'arroganza di Italia Viva perdeva la maggioranza, portando avanti la nomina del premier Draghi voluta dal presidente Mattarella. Un premier quasi imposto per necessità impellenti dovute alla epidemia ed al recovey fund.

Queste nuove 'larghe intese' hanno dovuto prendere la strada in un Parlamento che non esprimeva più maggioranze sicure. Al di là dei tormenti sulle consultazioni dei pentastellati con la necessità di consultare la piattaforma Rousseau..una maggioranza parlamentare risultava già acquisita. Ciò ha portato ad un richiamo da parte di qualche partito verso il Quirinale, ma lo stesso Draghi è riuscito a sostenere gli equilibri dimostrando di essere in grado di mantenere quella indispensabile umiltà più che mai necessaria in certi momenti.Umiltà che col tempo sembra al contrario non essersi riscontrata su alcuni leader politici.

Si parla adesso di una 'strategia dell’attenzione' messa in campo da Draghi attraverso la quale il “non politico” sembra essersi immedesimato del tutto nel ruolo arrivando persino a porre perplessità su alcune frasi espresse in lingua inglese: Può sembrare una sciocchezza, ma questa sua perplessità riesce a renderlo più vicino di quanto non sembrasse al nostro paese!

Al momento attuale l'impegno di Draghi è legato ad alcuni aspetti immantinenti legati alla salute ed alla economia della Nazione per il quali occorre procedere con sollecitudine evitando le contrapposizioni di una politica partitica. Tuttavia, è inutile nasconderlo, passato il momento della fase pandemica e del Ricovery, si tornerà a guardare la politica in modo diverso: In un sistema parlamentare come il nostro le riforme devono per forza essere promosse dai Partiti e discusse in un Parlamento. Se ciò non avviene e se abbiamo avuto a Capo del governo una figura un po' estranea come quella di Draghi, non può mai essere responsabilità dello stesso Capo dello Stato che lo ha nominato, ma di una scarsa visione dei Partiti che hanno sempre dormito sulle principali riforme dell'ordinamento politico. Naturalmente vi sono tanti che hanno sempre preferito il Premier determinato..più autoritario nelle scelte, ma il nostro sistema non esprime un tale bisogno che potrebbe al contrario togliere lo spazio dovuto alla forza parlamentare rendendo poca o nessuna democrazia alla politica del paese.

Possiamo comunque sostenere il fatto che, malgrado l'estromissione di un governo politico Conte, nel suo percorso il Premier Draghi ha sicuramente dimostrato di impegnarsi umilmente e senza alcuna arroganza sul suo ruolo, anche se incoraggiato da un rapporto col Parlamento difforme dal contesto comune….

13 apr 2021

PANDEMIA, INCERTEZZA ECONOMICA E POSSIBILE SVILUPPO

di v.cacopardo


RIPRESA ITALIA...

Di sicuro dopo le incertezze economiche provocate da un VIRUS devastante a livello mondiale.. occorre indirizzare la nostra ripresa verso una strada che accompagni le principali QUALITA' connaturate del nostro Paese: La PANDEMIA sembra essere l'avvento nefasto, passato il quale, si suggerisce la scelta più giusta per una più consona crescita

GENIALITA', ESTRO, TRADIZIONI, ARTE, BELLEZZE NATURALI, sposandosi con una moderna innovazione, devono essere motivo di spinta per una logica politica al fine di raggiungere un riscontro con un successo che nel futuro ci spetta. NON C'E' PIU' TEMPO DA PERDERE!

Il nostro Paese ha sempre primeggiato nella MODA, nell'ARCHITETTURA, nel DESIGN, nel ramo AGROALIMENTARE, nella CUCINA, nei prodotti VINICOLI, nell'ARTIGIANATO e di tutto ciò che comporta l'apporto di estro, genialità e capacità di adattamento: Requisiti non giustamente supportati da una politica poco lungimirante! Inoltre l'Italia è accompagnata da una cornice a cielo aperto di BELLEZZE ARTISTICHE e PAESAGGISTICHE naturali come nessun altro paese.... Abbiamo uno straordinario PATRIMONIO! ..Queste nostre immense potenziolità ci dovrebbero portare intuitivamente verso un impegno preciso in opposizione ad una non logica di mercato che non può più spingerci verso un' impropria realtà: L'intera politica nazionale non sembra averne intuito davvero l'importanza! Non c'è stato un premier negli ultimi decenni che ne abbia sottolineato l'importanza attraverso un PROGETTO MIRATO!

Da tempo l’economia mondiale ha sofferto non poco dopo le sferzate inferte da chi ha voluto costruirvi attorno il fumo di un MERCATO VIRTUALE accompagnato da una estrema propaganda senza regole. Oggi il Paese attende di poter crescere sulla base di un mercato più SOLIDO e REALE anche grazie ad una sfortunata coincidenza con una pandemia che ha generato una crisi economica devastante. Adesso a difesa di tutto ciò.. dovrebbe essere operata UNA SCELTA DECISA attraverso un percorso in salita che immagini un futuro diverso affidato ad una logica crescita attraverso la base delle RISORSE NATURALI più connaturate col nostro Paese.

Per una crescita reale, la politica ha solo una strada che è quella di affidarsi soprattutto ad uno sviluppo basato sul TURISMO...sull'ARTE.. sull'ARTIGIANTO LOCALE ed il PRODOTTO AGRICOLO e tutto ciò che occorre per sostenerlo . Bisogna perciò ancora una volta immedesimarsi sulla reale importanza della realizzazione delle APPROPRIATE INFRASTRUTTURE necessarie (meglio se eco sostenibili) mettendo in secondo piano l'importanza di poter procedere verso altro tipo di industralizzazione non coerente con lo sviluppo e soggetta ad una sofferente, inutile concorrenza.

Una GLOBALIZZAZIONE selvaggia..se non regolamentata.. non può più avere alcun futuro per la società mondiale, ancor più se oppressa e condizionata da una epidemia mortale..Bisogna che un Paese come il nostro per evitare di soccombere, vi contrapponga un sistema RIORGANIZZATO QUALITATIVAMENTE sia in campo economico che politico o sociale, attraverso la forza delle proprie risorse, delle idee e della innata cultura.

Un Paese CRESCE se è accompagnato da una logica politica coerente al suo ambiente ed alla propria storia, ancor di più se spinto da una impellente necessità come quella odierna!


2 apr 2021

RIFONDARE UN PARTITO

 

Un Movimento in trasformazione identitaria appeso al credito di immagine dell'ex premier


Rifondare un Partito! .. Che in realtà ancora non lo è.. e che sembra rimasto in balia di una organizzazione non organizzata. Il compito di Conte non sembra per nulla facile e malgrado si possa stimare l'avvocato professore per la sua volontà di immedesimarsi con costanza nella sua nuova attività politica, il suo rimane un impegno più arduo che mai!.
Vi sono motivi storici oltre a quelli organizzativi che influenzano negativamente sulla volontà di rifondare un Partito non partito. Quelli della sua natura organizzativa hanno sempre difettato rendendo il movimento incapace di occupare in modo strutturale tutto il territorio, malgrado ne avesse il tempo e l'opportunità di farlo. Quelli storici-identitari invece si basano proprio sulla sua identità e sul fatto che dopo la vittoria del 2018 alle politiche, il Movimento si è fatto ingannare da un vantaggio non completo sugli altri partiti in relazione alla rivoluzione sistemica che si era promesso.
Il Movimento, nato dalla volontà di Grillo e Casaleggio, vinse le elezioni... non ebbe il vantaggio di una vittoria completa, ma solo relativa.. che non gli permise di ottemperare in modo soddisfacente alle promesse fatte ai cittadini: In realtà si era sempre dichiarato senza una precisa identità... in grado quindi di propendere ed operare a beneficio di tutti, non sostenendo alcuna parte. Tuttavia... malgrado il grande consenso offerto dai cittadini, non è stato capace di espletare il suo operato se non in complicità con i partiti tradizionali che lui stesso aveva voluto combattere: Quando ha dovuto sostenersi con una destra e poi con la sinistra.. in un controsenso esasperato rispetto ad un percorso che si era prefisso nelle rumorose campagne elettorali. -Era più che logico che non dovesse salire al governo per cambiare un sistema politico se non quando avesse avuto una propria forza elettorale in grado di poter governare da solo il suo cambiamento.
Dopo una straripante vittoria in campo nazionale.... il Movimento.. invece di attendere ed esprimere meglio l'indirizzo del suo camino nella ricerca di un pensiero e negli ideali, ne contemporaneamente di occuparsi di costruire una soddisfacente organizzazione in modo più logico e democratico ..edificando con metodo una struttura più consistente nell'intero Paese, ha creduto di poter governare senza quella maggioranza che gli avrebbe permesso di non dipendere da alcun legame con altri partiti. Il giochino fallimentare che lo ha visto legato da una parte prima.. e da un'altra dopo.. nella ricerca di una impossibile sintesi era prevedibile, come prevedibile era il fatto che tutto ciò avrebbe portato ad un rafforzamento del gioco bipolare da lui stesso sempre avversato: Se si nasce per contrastare un bipolarismo è più che chiaro che non ci si può legare a nessuno dei poli..tranne che non rendersi credibili!
Come scrissi qualche anno fa: Vi è stata una trasformazione non desiderata, ma costretta e persino condizionata dalla presunzione e dalle troppe leggerezze. Tuttavia non è solo questo mutamento a porre i dubbi sulla opaca identità di un Movimento apparsa fin dall'inizio bizzarra e non precisamente conforme con un percorso funzionale della politica:- Non vi è mai stata una vera innovazione quando dietro il vestito che ne camuffava la stessa identità si nascondeva una organizzazione verticistica tipica delle strutture assolute e di comando che ha preteso di operare in modo alquanto assoluto attraverso tagli lineari e un iper moralismo esasperato. Tutto ciò malgrado la sprovveduta buona fede di alcuni che vi hanno partecipato credendovi e combattendo!
Una buona parte del popolo.. poiché speranzoso di un cambiamento..ha perso ogni orientamento! Un popolo che lentamente si è reso conto di come governare con questo sistema significhi per tutti doversi adattare, almeno che non si abbia la forza di governare da soli! Dopo aver portato avanti il compito di rompere col passato.. il M5S non è stato capace di costruire una linea conforme legata al tanto declamato "post ideologismo" di cui il suo leader carismatico si è sempre riempito la bocca: Una Organizzazione chiusa in se stessa che non ha mai aperto seriamente al dialogo al suo interno...Il rischio ormai è quello di vederla inglobata in un sistema con un ritorno al bipolare dove potrebbe contare sempre meno a dimostrazione del fallimento di un percorso che l' avrebbe dovuta condurre al cambiamento dei principi della vecchia politica del Paese. Per voler essere discreti potremmo asserire: un risultato opposto e forse non intenzionale... Una sorta di “eterogenesi dei fini“
La comparsa del professore Conte ha plasmato proprio questa identità poiché l'avvocato nella qualità di premier è stato costretto a condurre con estrema difficoltà, ma anche con paziente sapienza, l'andamento oscillante ed ambiguo di un Movimento da una parte all'altra ..cercando di governare con equilibrio. Oggi Conte diviene leader di un Movimento che vorrebbe divenire un Partito: Un compito diverso che lo pone in uno stato ben differente da quello di un premier che deve governare poiché i Partiti vivono ancora nello spazio di una disciplina fin troppo disinvolta alla quale non vi sono mai stati posti vincoli, ma il compito del nuovo rifondatore diviene ancora più difficile proprio per la incomprensibile e contraddittoria identità dell'organizzazione mai resa pienamente riconoscibile.
Forse a questo punto, attraverso un lavoro di ricerca e di dialogo all'interno, sarebbe meglio e più favorevole invece di rifondare...cercare di costruire un nuovo Partito sulle ceneri di un Movimento dall'irriconoscibile ed ambiguo percorso ..cambiandone anche il nome..per ritrovare quei valori necessari ed il riscontro con i fondamentali principi di una società che avanza a ritmo accelerato a cui la politica deve prestare una guida lungimirante ed illuminata ….
vcacopardo

8 mar 2021

IL PERENNE QUESITO DEL CONFLITTO D'INTERESSI

  


Credo sia inutile l'incalzante forzato dualismo destra-sinistra giornalmente sostenuto dai cittadini..quando il vero problema consiste ancora nella mancanza di riforme necessarie senza le quali non potranno eliminarsi i perenni conflitti di una politica ormai
insostenibile. Una politica ridotta ad un teatrino delle competizioni. Alla stregua di una partita di calcio dove gli spettatori si limitano a tifare per una o l'altra squadra e dove ogni identità dei partiti va perdendosi.
L'inizio per una utile riforma deve per forza riguardare l'annoso conflitto di interessi da parte di  coloro che osservano e studiano la politica odierna..e per limitare meglio i conflitti risulta importante partire dalla distinzione per un funzionamento alla base dei poteri.
di vincenzo cacopardo

A tale scopo sarebbe opportuno riprendere un post di qualche anno fa da me scritto in riferimento al conflitto d'interessi:
-Come sappiamo..nel 2016 si diede inizio ad un disegno di legge che.. già da tempo.. sarebbe dovuto essere posto sul tavolo del governo: Era il ddl sul conflitto d!interessi..
Alla Camera i voti favorevoli furono 218, i no 94, 8 gli astenuti. Il testo passò poi all'esame del Senato. Nei giorni precedenti il partito di Berlusconi aveva iniziato a fare ostruzionismo rallentando i lavori. Secondo Forza Italia la discussione in commissione aveva portato ad una legge fin troppo restrittiva, mentre secondo i 5 Stelle troppo permissiva. Qualcuno pensava che se la legge fosse passata in questo modo ci saremmo ritrovati di fronte al disconoscimento dei principi fondanti del nostro ordinamento discriminando la categoria degli imprenditori. Venendo posti ostacoli all’esercizio della politica e del governo per chi facesse l’imprenditore, secondo Il movimento 5 Stelle..in condivisione con una parte del PD, si sarebbe fatta una sorta di pulizia etnica.
La nuova legge sul conflitto di interessi, avrebbe voluto introdurre in Italia la formula del blind trust, disciplinandone l'applicazione: L'alienazione dei beni, che sarebbe scattata per partecipazioni di rilevanza nazionale in settori strategici nell'editoria e nei servizi pubblici in concessione o autorizzati, poteva essere parziale e imposta dall'antitrust. Inoltre, secondo il testo, per gli atti adottati dai ministri in conflitto di interesse non sarebbe scattata più la decadenza automatica, ma sarebbe stato il presidente del Consiglio a sottoporre al questione al Consiglio dei ministri.
Il testo stabiliva in particolare che, dopo il termine dell'incarico di governo, l'incompatibilità sussisteva per ulteriori dodici mesi nei confronti di cariche in enti di diritto pubblico e in società con fini di lucro che operavano in settori connessi con la carica ricoperta.
Tuttavia il testo non andò avanti e si arenò al Senato !
Sappiamo che negli anni 90 il centrosinistra aveva le forze per offrire delle regole e determinare delle formule più adatte. Ma in tutti quegli anni si è solo perso tempo!.. Non possiamo nemmeno omettere l'esordio, quasi autolesionista, di Luciano Violante che ammise in Parlamento, senza mezzi termini, le garanzie offerte al Cavaliere. Per opportunità lo spinoso argomento venne ancora una volta accantonato dal giovane rottamatore Renzi, pena la messa in crisi di un patto detto del “Nazareno” che condizionava in modo poco logico ed ambiguo tutta la politica del Paese.. e lo stesso Partito democratico.
Quella sul conflitto di interessi rimane ancora oggi una riforma di primaria importanza che si apre a ventaglio su una moltitudine di principi...una riforma che tocca il cuore di ogni percorso politico che si vorrebbe sano e funzionale.. e che invade grossi campi del potere economico e politico...un tema che investe l'attività parlamentare e quella governativa insieme. Insomma: la vera madre di tutte le riforme. Il problema del conflitto d'interessi dovrebbe trovare oggi una soluzione equilibrata attraverso una legge che definisca in modo chiaro, semplice ed efficace un quadro normativo per impedire alle principali cariche elettive del nostro Paese, di avere interessi che interferiscono col ruolo della loro azione politica.
L'inizio di una riforma che riguardi il conflitto di interessi non può che trovare ogni incoraggiamento da parte di tutti coloro che osservano e studiano la politica odierna, ma è inutile ribadire ( anche agli stessi pentastellati che lo propongono) che il vero conflitto (quello più macroscopico) permane se i ruoli stessi della politica (quello parlamentare..e quello governativo) non vengono meglio distinti alla base... e questo potrà avvenire solo attraverso la scorta di un'altra riforma che regoli e disciplini i Partiti tagliandoli fuori da ogni operazione riguardante una funzione amministrativa di competenza: L'azione dei Partiti dovrebbe rimanere focalizzata e limitata sulla importante ricerca del dialogo con la cittadinanza ed il riscontro di quelle idee e normative utili. In tal modo il più evidente conflitto che genera costanti compromessi tra i Partiti ed il potere esecutivo verrebbe.. in qualche modo... limitato senza l'edificazione di interessi e conseguenti anomalie che contrastano e coinvolgono figure.
In quest'ottica rimane sempre più sorprendente pensare che un Premier possa rimanere a capo di un esecutivo e contemporaneamente segretario indiscusso di un partito.
Altro che conflitto!!

6 mar 2021

IL RUOLO DI UN PREMIER NELLA MANCATA RESPONSABILITA' DEI PARTITI

 

di vcacopardo

Comunque lo si voglia rappresentare, Conte è risultata una figura di equilibrio per il momento che ha governato..Pur non essendo stata una figura politica di spicco e nemmeno vantandosi di esserlo (al contrario di ciò che si continua ad insistere col dire) ha dimostrato il suo grande impegno in uno sforzo continuo. Il professore è venuto fuori improvvisamente in un momento politico storico di un cambiamento in realtà mai percepito pienamente: Amato ed odiato contemporaneamente, Conte è apparso come una sorta di strano fenomeno nella gran confusione che ha coinvolto tutti i Partiti con le loro ideologie.


Si è insistito sul fatto che “lui si sia sempre limitato al preannuncio”: Può darsi!.. Dato che questo gli spettava... quando in realtà le linee politiche dovevano soprattutto spettare ai Partiti che lo hanno accompagnato. Il suo non è stato trasformismo, ma necessaria adattabilità del momento.. alla quale ha dimostrato di essere portato. Di certo il suo modo di esprimersi e parlare un po' atonico e forse anche privo di emozioni ha colpito facendolo apparire come uno scarso comunicatore..tuttavia questo è dovuto proprio al suo personale carattere e ad un certo stato emozionale che da sempre l'accompagna..uno stato emozionale spesso ingiustamente scambiato per atto compiacente. -Ma è forse meglio un bravo comunicatore che con voce suadente prende in giro il popolo?

Essere equilibrati significa anche essere capaci di adattarsi e riuscire meglio a trovare soluzioni tra le forze politiche. Ed in questo...malgrado lo stato emozionale che lo ha sempre accompaganto..Conte ha dimostrato una sua naturale forza!

In un sistema parlamentare come il nostro le riforme devono per forza essere promosse dai Partiti e discusse in un Parlamento. Se ciò non avviene e se abbiamo avuto a Capo del governo una figura come Conte ed un'altra un po' estranea come quella di Draghi, non può mai essere responsabilità dello stesso Capo dello Stato che lo ha nominato, ma di una scarsa visione dei Partiti che hanno sempre dormito sulle principali riforme dell'ordinamento politico. Naturalmente vi sono tanti che hanno sempre preferito il Premier determinato .. autoritario..più responsabile nelle scelte, tuttavia il nostro sistema non esprime un tale bisogno che potrebbe al contrario togliere lo spazio dovuto alla forza parlamentare rendendo poca o nessuna democrazia alla politica del paese..Riflettiamo...

1 mar 2021

L'INCHIESTA DI REPORT SULL'INTOCCABILE RENZI

 

di v cacopardo


E' sempre più sorprendente come tutto ciò relativo a Renzi non abbia mai una visione completa attraverso puntuali ed approfondite inchieste! Renzi sembrerebbe quasi protetto da una rete para massonica difficile da demolire.

Eppure l'inchiesta di Report porta fatti concreti sui quali riflettere: Se solo un Berlusconi ..un Salvini..o anche un più affidabile Conte.. avessero agito in minima parte nel modo in cui ha agito nel suo periodo di premierato l'arrogante attuale senatore, sarebbero stati crocefissi dalla stampa e dalla magistratura. Ma quando si parla del “sapientone” toscano, pare tutto mettersi sotto il tappeto o valutarsi attraverso quella controproducente sub cultura dell'abilità e dell'astuzia fine a se stessa.

Raccontata in modo più che esaustivo da Report, la storia con gli Emirati di Etihad, intrapresa attraverso una partnership fortemente sponsorizzata dall’allora premier Matteo Renzi, sembra essumere alcuni risvolti persino inquietanti.

Da Report “Dopo due anni e mezzo hanno portato i libri in tribunale. Ma il rapporto degli Emirati con l'Italia in epoca Renzi non si esaurisce con Alitalia: Report mostra tutti i documenti sul famoso Air Force Renzi, l'aereo di Stato voluto dall'ex premier. Si era siglato un accordo, sempre con Etihad, di svariati milioni di euro per un aereo che valeva pochissimo ed era fuori produzione dal 2011. Inoltre, l’inchiesta racconta la vicenda di Piaggio Aerospace, l'azienda aeronautica del settore sicurezza e difesa anch'essa entrata in possesso degli Emirati Arabi in epoca renziana. E poi c'è un drone militare in sperimentazione, precipitato misteriosamente.”

Report riporta anche quanto segue L’inchiesta ruota attorno alla svalutazione di Alitalia per favorire l’acquisto da parte degli arabi di Etihad: sono state completate le 526 pagine di relazione tecnica e consegnate alla Procura di Civitavecchia, che cerca di far luce sul crac finanziario di Alitalia.

Prima di vendere le quote, nel 2014, Alitalia – aveva svalutato in maniera “non corretta” le quote di una sua partecipata, Alitalia Loyalty, risultando così più appetibile all’acquirente Ethiad mentre l’azienda degli Emirati Arabi produceva verso la compagnia di bandiera italiana fatture probabilmente gonfiate, e Alitalia acquistava da Ethiad quello che è stato ribattezzato l’ Air Force Renzi”, l’aereo di Stato valutato 167 milioni di euro in leasing per 8 anni.

Seguono altre particolari situazioni poco chiare messe a fuoco dall'inchieta come quella relativa il pagamento circa le sue prestazioni odierne per la consulenza con l'Arabia avvenute attraverso un passaggio con una società con sede al sud. Domande poste all'ex premier e trasmesse da Report Tra queste quelle di un Renzi impacciato in strada dal giornalista, che togliendosi la mascherina replica: Non troverà mai il mio nome in questa vicenda, semplicemente per il fatto che in quel momento stavo guidando il Paese”.

Una delle tante risposte sfuggenti dell'ex sindaco d'Italia che come sempre pare allontanarsi dalle scomode domande..e che nella qualità di attuale componente della commissione difesa... insiste col percepire strane ed esose prebende per fantomatiche lezioni di democrazia e cultura in un paese dove è difficile o quasi impossibile comprenderne il termine e dove ogni suo possibile coinvolgimento con il ruolo avuto nel passato potrebbe non sfuggire ad una visione più che conflittuale.