Alla faccia della
rottamazione!..Se la politica del segretario PD.. primo ministro e sindaco
d'Italia Matteo Renzi.. voleva presentarsi come quella innovativa della
rottamazione..non vi è dubbio che ha sortito un risultato totalmente
opposto.
L'esempio più vivido è
quello del senatore Denis Verdini, venuto fuori alla ribalta della scena politica
improvvisamente negli ultimi anni seguendo a braccetto il Cavaliere...
Diverse volte a giudizio con capi di imputazione come concorso in
corruzione, truffa e bancarotta..(i processi non si contano più
sulle dita di una mano e restano ancora in sospeso per la lungaggine
di una magistratura di per sè impantanata, ma anche alle prese con
le decisioni dell'Aula parlamentare).
La domanda che i tanti
cittadini dovrebbero porsi è quella di come Renzi abbia voluto
rottamare personaggi dello stampo di D'Alema (sicuramente più
politicamente profondi e preparati) lasciando il campo aperto ad
altre figure come quella dell'ineffabile e fin troppo discusso
Verdini. Se è vero che il personaggio non appartiene al suo Partito
..è anche vero che con esso il premier mantiene un considerevole
dialogo.
L'esempio di Verdini
viene spontaneo proprio perchè determina una evidente dicotomia che
contrasta fortemente la deontologia politica di chi, come Renzi, ha
sempre preteso di rottamare per rinnovare. Sappiamo bene che Renzi
opera pragmaticamente e per fini politici determinati non ponendosi
problemi nel dialogo con Berlusconi. Ma Berlusconi non è esattamente
Verdini. Berlusconi nel bene o nel male è sempre stato un leader
ed occupa una posizione forte ed ormai riconosciuta di grande
manager...ma Verdini..da quel che si conosce..sembra essere venuto
fuori improvvisandosi figura politica.
Questo
il curriculum non proprio impeccabile..tratto dalle fonti della
Rete.. di chi oggi discute le riforme col nostro Primo Ministro:
-Nel
passato è titolare di macellerie, da laureato in scienze politiche,
si specializza come
dottore
commercialista,
esercitando a lungo la professione, prima di ricevere l'incarico di
presidente del Credito
Cooperativo Fiorentino.
-Il
14 marzo 2013,
i PM
di
Firenze
chiedono
il rinvio
a giudizio per
Verdini nell'ambito del procedimento sulla gestione del suddetto
Credito
Cooperativo Fiorentino.
La richiesta viene accolta dal gup di Firenze. Verdini dovrà
rispondere per truffa ai danni dello Stato.
-Successivamente
nell'ambito di una inchiestaper
truffa
per
una presunta indebita percezione di fondi per l'editoria, la Procura
della Repubblica
di
Firenze emette un'ordinanza attraverso la quale la
Gurdia di finanza sequestra
beni per 12 milioni di
euro alla
società Settemari di Verdini
-Poi
ancora.. il 19 novembre 2014, Verdini, viene rinviato a giudizio dal
gup Cinzia Parasporo per concorso in corruzione. Il
25 novembre 2014 viene
indagato dalla procura di Firenze con l'accusa di bancarotta
fraudolenta in riguardo al fallimento della Scietà Toscana
Edizioni.
Non
domentichiamo altri casi come quello della Maddalena, della P3 e
P4..
Ma
al di là di come si concluderanno detti processi.. e come verrà
definita la posizione del senatore Verdini..della quale poco potrebbe
interessarci, ma per la quale si deve rispetto, non può che apparire inquietante il dialogo che
(all'ombra di un Nazareno) vede coinvolta una simile figura in un
quadro riguardante le riforme del futuro del Paese... quando altre
più nobili figure, sono state tolte di mezzo attraverso una
manifesta volontà di non voler riciclare.Tutto ciò sembra non
nuocere affatto alla figura ipocrita del nostro sindaco d'Italia.
Se
questa è la rottamazione...
vincenzo cacopardo