FALSI VINCITORI E VERI
VINTI
Il naufragio del Centro,
unica espressione politica che a pieno titolo può considerarsi “moderata”,
certifica la sostanziale tendenza degli elettori, che bene hanno recepito
l'offerta strategico-ideologica della maggioranza delle forze in campo, ad
optare, in un indefinito tempo di incertezza generale, per coloro che hanno
saputo ancora una volta indurre la convinzione dell'imminente avvento di grandi
riforme, con una veemenza sapientemente coniugata alla ostentazione di una
prospettiva solo economicamente e non anche politicamente “corretta” di
riduzione dei tributi.
E così anche il popolo sovrano, complice una legge elettorale da dimenticare presto, ha troppo in fretta deciso di archiviare il Professore della Bocconi preferendo conservare di lui l'immagine di un male necessario di cui ormai potere fare a meno.
E così anche il popolo sovrano, complice una legge elettorale da dimenticare presto, ha troppo in fretta deciso di archiviare il Professore della Bocconi preferendo conservare di lui l'immagine di un male necessario di cui ormai potere fare a meno.
Alla concreta ed ampiamente
prevista parità dei due poli tradizionali, che di fatto determina una
situazione ibrida ben nota il cui epilogo non potrà certo essere condizionato
da un assurdo premio di maggioranza tra l'altro monocamerale, si affianca il
nuovo terzo polo già largamente profetizzato.
Esso è costituito, come ben sappiamo, da chi detesta la professione politica, oggi impropriamente e populisticamente identificata con le deviazioni promosse e praticata da certa classe dirigente. Il legittimo avvento in sede legislativa centrale del folto gruppo di Deputati e Senatori del Movimento Cinque Stelle segnala la spiacevole prevalenza, presso buona parte della pubblica opinione, della lagna sul programma, nonché la preoccupante prospettiva di una attività parlamentare improntata aprioristicamente sul giudizio – vincolante – che sarà espresso su un'attività legiferante posta in essere principalmente da soggetti “terzi” come l'Esecutivo o altri gruppi.
Dall'altra parte alcuni fondamentalisti considererebbero un grave e disastroso processo corruttivo la eventuale politicizzazione dei neo-eletti grillini. Riusciranno i nostri eroi a conservare la loro sinora intangibile purezza verginale?
Esso è costituito, come ben sappiamo, da chi detesta la professione politica, oggi impropriamente e populisticamente identificata con le deviazioni promosse e praticata da certa classe dirigente. Il legittimo avvento in sede legislativa centrale del folto gruppo di Deputati e Senatori del Movimento Cinque Stelle segnala la spiacevole prevalenza, presso buona parte della pubblica opinione, della lagna sul programma, nonché la preoccupante prospettiva di una attività parlamentare improntata aprioristicamente sul giudizio – vincolante – che sarà espresso su un'attività legiferante posta in essere principalmente da soggetti “terzi” come l'Esecutivo o altri gruppi.
Dall'altra parte alcuni fondamentalisti considererebbero un grave e disastroso processo corruttivo la eventuale politicizzazione dei neo-eletti grillini. Riusciranno i nostri eroi a conservare la loro sinora intangibile purezza verginale?
Con la promessa-premessa – di
essenziale antecedenza – del miglioramento della attuale legge elettorale, una
strada percorribile dopo questo ultimo ricorso alle urne potrebbe essere quella
che veda uno dei falsi vincitori – il PD – stilare un patto di governo a tempo
– anche con caratteri nuovamente tecnocratici ove ne ricorressero le
condizioni, con i veri vincitori, i seguaci del comico Grillo, nel tentativo di
dotare il Paese di una guida che vanti un equilibrio interno laddove si possa
concretizzare l'azione combinata e mista di un Esecutivo e di un Parlamento
che, nati traghettatori e transitori, sperimentino con successo una sinergia
tra professionisti della politica ed i grillini, certamente dotati di una
grande buona volontà di servire il Paese e che, d'altro canto, mai potranno
compiutamente esprimersi se non svolgendo effettivamente il ruolo consegnato
loro dalle urne.
Paolo Speciale
Paolo Speciale