27 feb 2013

La posta di Paolo Speciale




FALSI VINCITORI E VERI VINTI

 Il naufragio del Centro, unica espressione politica che a pieno titolo può considerarsi “moderata”, certifica la sostanziale tendenza degli elettori, che bene hanno recepito l'offerta strategico-ideologica della maggioranza delle forze in campo, ad optare, in un indefinito tempo di incertezza generale, per coloro che hanno saputo ancora una volta indurre la convinzione dell'imminente avvento di grandi riforme, con una veemenza sapientemente coniugata alla ostentazione di una prospettiva solo economicamente e non anche politicamente “corretta” di riduzione dei tributi.
E così anche il popolo sovrano, complice una legge elettorale da dimenticare presto, ha troppo in fretta deciso di archiviare il Professore della Bocconi preferendo conservare di lui l'immagine di un male necessario di cui ormai potere fare a meno.
Alla concreta ed ampiamente prevista parità dei due poli tradizionali, che di fatto determina una situazione ibrida ben nota il cui epilogo non potrà certo essere condizionato da un assurdo premio di maggioranza tra l'altro monocamerale, si affianca il nuovo terzo polo già largamente profetizzato.
Esso è costituito, come ben sappiamo, da chi detesta la professione politica, oggi impropriamente e populisticamente identificata con le deviazioni promosse e praticata da certa classe dirigente. Il legittimo avvento in sede legislativa centrale del folto gruppo di Deputati e Senatori del Movimento Cinque Stelle segnala la  spiacevole prevalenza, presso buona parte della pubblica opinione, della lagna sul programma, nonché la preoccupante prospettiva di una attività parlamentare improntata aprioristicamente sul giudizio – vincolante – che sarà espresso su un'attività legiferante  posta in essere principalmente da soggetti “terzi” come l'Esecutivo o altri gruppi.
Dall'altra parte alcuni fondamentalisti considererebbero un grave e disastroso processo corruttivo la eventuale politicizzazione dei neo-eletti grillini. Riusciranno i nostri eroi a conservare la loro sinora intangibile purezza verginale?
Con la promessa-premessa – di essenziale antecedenza – del miglioramento della attuale legge elettorale, una strada percorribile dopo questo ultimo ricorso alle urne potrebbe essere quella che veda uno dei falsi vincitori – il PD – stilare un patto di governo a tempo – anche con caratteri nuovamente tecnocratici ove ne ricorressero le condizioni, con i veri vincitori, i seguaci del comico Grillo, nel tentativo di dotare il Paese di una guida che vanti un equilibrio interno laddove si possa concretizzare l'azione combinata e mista di un Esecutivo e di un Parlamento che, nati traghettatori e transitori, sperimentino con successo una sinergia tra professionisti della politica ed i grillini,  certamente dotati di una grande buona volontà di servire il Paese e che, d'altro canto, mai potranno compiutamente esprimersi se non svolgendo effettivamente il ruolo consegnato loro dalle urne.

Paolo Speciale

26 feb 2013

un commento di Domenico Cacopardo



                                         "LO SCONFITTO"

Il principale perdente della partita elettorale si chiama Giorgio Napolitano. Ripetendo il fatale errore di Oscar Luigi Scalfaro (governo Dini, invece delle elezioni che, all’inizio del ’95, avrebbero spazzato via Berlusconi dalla faccia politica nazionale), non ha indetto elezioni nel novembre del 2011 e ha insediato Monti e il suo governo tecnico. Se ci voleva qualcosa per allontanare gli italiani dall’Europa questa era Monti e il suo governo rigorista sul fronte delle entrate, fallimentare nel mettere argine alle uscite.

I dati macroeconomici testimoniano il suo fallimento. Elezioni all’inizio del 2012 avrebbero insediato un governo forte e autorevole che, oggi, avrebbe dietro di sé un anno di riforme.

Ha una sola possibile giustificazione Giorgio Napolitano: l’approfondita conoscenza del Pd e dei suoi limiti, a cominciare da Pierluigi Bersani, il noto statista di Bettola.

Riaprendo la partita europea dell’Italia, sprofondata ieri nel gorgo greco.
Domenico Cacopardo

L' ottusa logica....che conduce all’ingovernabilità



Il cittadino ha votato…e come preannunciato nei miei ultimi post…ha vinto l’ingovernabilità! L’ennesima sconfitta di un bipolarismo in un Paese che appare ancora politicamente stregato.

Con l’ingresso di certi personaggi.. molti cittadini hanno..in questi anni.. interpretato metaforicamente la politica come una partita di calcio nella quale le squadre del PD e del PDL si sono inutilmente battute per una vittoria. Il consistente pubblico di Grillo… come terzo incomodo, ha di fatto abbandonato le tribune di questa inutile partita dichiarandosi…del tutto estraneo alla competizione condotta dalle due squadre che non hanno offerto agonismo…ma solo insulti e spintoni: Una partita senza spettatori ha messo in crisi la stessa immagine agonistica che si credeva di offrire…

Se così piace vederla a chi non percepisce l’importanza della politica in termini culturali e di pensiero…non si può che evidenziare …come in questo popolo dei grillini ..vi sia un evidente numero di elettori di protesta unito ad un altro consistente numero di votanti pieni di speranza verso  il mutamento di un simile "spettacolo".

Credo che il vero zoccolo duro del popolo del Movimento 5stelle non dovrebbe superare la soglia del 10/15%...tutto il resto è ulteriore protesta! Vi è stato quindi un grosso numero di votanti confluiti nel Movimento di Grillo tolto alla lotta viscerale determinata dall’inutile battaglia del bipolarismo. Questo non può che essere il risultato logico di una politica costruita da molto tempo sulle inutili battaglie ideologiche che hanno determinato la bassa dialettica di estrema competizione.

Una lettura che segna in modo inequivocabile la disperazione di un Paese reso oggi ancora più  ingovernabile dal voto di protesta che regala a Grillo una forza superiore a qualunque immaginazione: una determinazione di ingovernabilità voluta da un chiaro malcontento.

Se adesso…secondo la becera procedura di una sterile politica, il nemico da sconfiggere è “l’antipolitica” di Grillo, non potranno che costruirsi grandi inciuci tra le due coalizioni che fino a ieri si sono battute in toni di competizione fino alle offese peggiori. Si potrà anche cercare di costruire un dialogo con questo nuovo Movimento che entra in Senato e Camera…sebbene questa strada sembra del tutto ostacolata dalla logica dello stesso Grillo.

Sono ormai vent’anni che crediamo di poter costruire una politica utile attraverso il sistema bipolare e sono diversi anni che la politica non offre alcun risultato positivo in proposito. L’errore fondamentale…quello che molti cittadini ancora non comprendono, poiché guardano alla politica in termini viscerali, di pancia o..peggio…come una competizione sportiva,  è di sottovalutare l’importanza delle serie riforme istituzionali che possano costruire una vera governabilità attraverso la testa e la ragione.

Con la politica non si scherza... non è un gioco!...ed ora… le conseguenze per il nostro Paese potrebbero essere peggiori di quello che non si immagina.

vincenzo Cacopardo      


25 feb 2013

Modugno... potenziale ispiratore di una politica innovativa



Il grande successo ottenuto dalla finction su Domenico Modugno non può che destare ammirazione in questo momento storico in cui ci si aggrappa con particolare sentimento alle figure che sono emerse in nome dell’ingegno e dell’innovazione. Al di là della immensa bravura di Beppe Fiorello, un’impressione positiva è stata confermata  da una bellissima fotografia dei magnifici paesaggi pugliesi e dalla capacità dello stesso attore di immedesimarsi nel cantante, in modo profondo e passionale. Non si può dunque che essere grati a Fiorello ed al regista che hanno messo in evidenza in modo energico tutta la personalità del grintoso cantante: La storia di un uomo che, con la forza del proprio carattere, ha voluto mettere in evidenza l’importanza di una innovazione nel campo musicale e che fece epoca..non intaccando un grande rapporto d’amore con la donna della sua vita che le è stata d’aiuto e di ispirazione.   

La scelta di volermi esprimere sull’argomento, non è per me scollegata da un contesto sociale odierno che vede il momento storico tendente a non evidenziare l’importanza di doversi esprimere con la forza dell'innovazione. Una condizione che sembra aver reso gli uomini succubi di una comunicazione e di un linguaggio che li rende spesso servili e non capaci di mettere in evidenza il proprio pensiero con la forza del carattere.

Sicuramente Domenico Modugno si è distinto per una forte personalità ed un proprio pensiero che lo ha spinto verso una innovazione combattendo..nel suo ambito…con un mondo che tendeva a condizionare la sua vena artistica. La sua “nel blu dipinto di blu” sembra aver contribuito a far volare più in alto il nostro Paese. I giovani, dovrebbero prendere spunto da quest’artista,.. percepire il valore e l’importanza della sua innovazione… dando più sfogo ad una propria personalità.

Ma anche una certa politica dovrebbe trarre insegnamento da simili figure per meglio indirizzare la propria cultura verso la libera ricerca del nuovo…non continuando a costruire miti e becero servilismo intellettuale.
vincenzo Cacopardo           


20 feb 2013

La consistenza apparente di una fittizia governabilità




Non vi è dubbio che oggi..si continua a girare intorno agli argomenti della politica senza una precisa idea, con l’unico intento di cercare di attrarre l’attenzione del cittadino su questioni quasi indefinibili, lasciando così un’alea di incertezza , ma anche…di illusione .

Persino molti di coloro inseriti nel nuovo movimento del Professor Monti non sembrano avere ben chiara la proposta del cambiamento che vede un’innovazione fondata principalmente sulle  contrapposizioni della politica.: Quando costoro insistono col richiamarsi al centro si evince un’assurda contraddizione che rischia di farli apparire falsi.

Si era forse troppo sperato in una ricerca di cambiamento delle vecchie regole della politica che oggi appaiono messe in evidenza solo per un gioco di potere che tende ad evidenziare un unico fine governativo: Senza un vero impegno sulle riforme istituzionali …nulla potrà realmente cambiare e la stessa governabilità potrà avere una consistenza apparente!

Ma cosa potrebbero nascondere le continue simulazioni di questi contenitori di consensi se non un preciso scopo di voler raggiungere un risultato a tutti i costi…disinteressandosi così dei veri problemi dei cittadini? Occorrerebbe invero… rendersi conto dell’importanza di una vera innovazione della politica e della fedeltà delle proposte che si devono portare avanti, per poter comprendere il bisogno di una vero rinnovamento in seno ai Partiti.

Il prossimo avvenire vedrà una chiara difficoltà per la determinazione di un Governo e…se consideriamo le infinite problematiche inerenti la nostra Nazione: debito pubblico..lavoro..mezzogiorno..giustizia etc, possiamo benissimo renderci conto … quanto bisogno avrebbe il nostro Paese di ascoltare una politica più onesta anche in termini di comunicazione oltre che nei programmi.

Il timore futuro ….un timore che sento di condividere pienamente, è quello della definizione di una governabilità che verrà giocoforza, costruita per puro bisogno, e che sarà edificata attraverso una legge elettorale che precluderà la strada ad una vera democrazia popolare. Una governabilità non ricercata attraverso un’azione proveniente dal basso …ma che, per l’effetto di motivazioni logistiche… verrà stabilita attraverso una legge elettorale poco chiara che guarderà al riscontro con una qualsiasi maggioranza.

Si cercherà poi, in modo assai formale.. di far comprendere ai cittadini il bisogno di averla dovuta trovare per la necessità di una stabilità ed una sicurezza, nascondendo l’incapacità di non averla saputa realizzare con il giusto metodo…Perché di incapacità si tratta quando un politico non si propone per le giuste riforme!…  

Sarà l’ennesima sconfitta della buona politica e la messa da parte di una democrazia che non riesce a compiersi  lasciando così…sempre più spazio al potere oligarchico dei partiti.

Tutto ciò… perché si pretende di restare aggrappati ad una forma mentis vecchia, non  proiettandosi…se pur con qualche rischio … verso un futuro di innovazione.   
Vincenzo Cacopardo   

     

Un commento di Alberto Cacopardo



Berlusconi all’Economia? Come dire un Cadorna alla Difesa 

di Alberto cacopardo

Berlusconi ci ha appena annunciato che, nel caso di una improbabile vittoria della sua coalizione, ci risparmierebbe l’oltraggio di una sua rinnovata guida del governo: si metterebbe al ministero dell’Economia. Ci vuole una bella faccia tosta.
Purtroppo ben pochi hanno una chiara percezione di quanto sia stata catastrofica per questo paese la guida berlusconiana della sua economia. Ma c’è un dato, un solo dato, che la dice molto lunga sull’argomento.
E’ un dato di enorme rilevanza politica e storica che, inspiegabilmente, è sfuggito del tutto all’attenzione dei più.
Fu reso noto in Italia, il 29 ottobre 2010, soltanto da un articolo di Repubblica, inspiegabilmente relegato in tredicesima pagina. Era ripreso da un’elaborazione pubblicata il 24 ottobre dal quotidiano spagnolo El Pais, sulla base del World Economic Outlook prodotto quell’ottobre dal Fondo monetario Internazionale.
Il dato riguardava la classifica generale dei tassi di crescita del Pil in 180 paesi del mondo, per il decennio 2000-2010. Il decennio berlusconiano per eccellenza, in cui il cavaliere afflisse il paese con la sua illuminata conduzione per quasi tutto il decennio, con la breve e tormentata interruzione del secondo governo Prodi fra il 2006 e il 2008.
Ebbene, in quel decennio berlusconiano, il tasso di crescita italiano è risultato l’ultimo di tutto il pianeta, con la sola eccezione di Haiti che, colpita come fu dal terribile terremoto che tutti ricordiamo, non può fare testo. Non è un dato sorprendente? No: è agghiacciante.
Nel commentare in quei giorni la notizia in un post sul mio blog, scrivevo: “E' scontato che in questa classifica i paesi più ricchi risultino fra gli ultimi, poiché, per fortuna, in quest'ultimo decennio sono stati quelli che erano dieci o cento volte più poveri di noi a crescere di più. Infatti al primo posto (con un impressionante 387,45%) c'è la Guinea Equatoriale, la Cina è al sesto col 170,86%, l'Etiopia al decimo, l'India al ventesimo, e così via. Mentre gli Stati Uniti sono al numero 152, la Gran Bretagna al 157, la Francia al 162 e la Germania addirittura al centosettantaduesimo posto. Non era scontato, però, che l'Italia si collocasse proprio ultima.” Con una crescita del 2,43% nell’intero decennio, precedevamo di appena un soffio la povera Haiti, col suo 2,39%.
Ma il dato più agghiacciante, completamente sottaciuto dall’articolista di Repubblica, era il colossale distacco che ci separava dagli altri paesi in coda alla classifica. Il penultimo era il Portogallo, con una crescita decennale del 6,47%, pari a quasi il triplo della nostra, mentre quella della Germania, col suo 8,68%, era oltre tre volte e mezzo tanto.
Nel 2010, alla vigilia della tempesta che ci ha investiti, la Spagna aveva un Pil pro capite di 29.652 dollari, di poco superiore ai nostri 29.418, ma era cresciuta del 22,43% in quel decennio, ossia dieci volte più di noi. E la Grecia, su cui già si addendavano nubi minacciose, aveva un reddito di 28.832 dollari a testa, cioè quasi pari al nostro, ma il suo Pil era cresciuto di oltre il 28% in quei dieci anni.
Questa era la condizione dell’Italia alla fine del decennio berlusconiano. Un’autentica catastrofe nazionale. E tutto questo, si badi bene, prima che arrivasse la tempesta che ci ha resi ancor più poveri di prima.
E’ difficile spiegare una simile catastrofe senza addossarne la responsabilità all’uomo che ha guidato e condizionato il paese in tutti i modi in quel decennio. E che lo ha fatto perennemente strombazzando ai quattro venti la propria impareggiabile competenza economica, perennemente promettendo dietro l’angolo il secondo miracolo italiano.
Che un simile personaggio si venga a candidare adesso al ministero dell’Economia è come se Luigi Cadorna, dopo aver guidato la rotta di Caporetto, si fosse candidato a ministro della Guerra alle elezioni del 1919. Ma certo, Cadorna non aveva televisioni.

19 feb 2013

Grillo…ed il difficile completamento delle sue idee





Come tutti sappiamo ..Grillo lancia un messaggio di rottura verso un sistema politico ormai fallito e su questo non si può che essere d’accordo…ma la sua volontà di voler poi costruire il nuovo trova ostacolo nella macro demagogia delle sue proposte, non apparendo tra l’altro.. nemmeno chiare le capacità attuative degli eletti improvvisati…. che le dovrebbero portare avanti.

Se una certa volontà di spingere verso il cambiamento non può che essere sostenuta in pieno da chiunque…non può di certo esserlo la fase di edificazione del suo programma che impone cambiamenti per i quali non basterebbero duecento anni. Anni nei quali si accavallerebbero ulteriori problematiche che complicherebbero ancora di più le sorti di tutta la società civile. Ma..nella sua accesa battaglia, appare ancora più incomprensibile…la forza di distruzione verso un’integrazione Europea contro la quale è ormai impossibile opporre ogni resistenza.

Quando si vuole sostenere una battaglia per una (pur condivisibile) rottura del sistema..non si può fingere di dimenticare la necessaria e conseguente fase di costruzione per il cambiamento…fase che, non può non identificarsi in un contesto empirico di funzionamento.

La emotività dei seguaci di questo movimento rimane spropositata… proponendosi di poter togliere di mezzo un sistema (sicuramente malato) attraverso la forza e l’ardore di un populismo…senza meditare attentamente su cosa e come.. deve proporsi per il futuro.

Verrà il momento in cui costoro si accorgeranno dell’impossibilità di poter costruire positivamente senza un logico processo politico di funzionamento.. e si abbandoneranno in una strenua lotta che potrebbe sfociare in un autoritarismo assai pericoloso. Simile a quando un bimbo vede perdere il giocattolo che gli è stato promesso e... piangendo disperatamente, promette vendetta.

Quando Grillo..in modo assai spettacolare.. propone le sue idee…potrebbe anche essere credibile…ma lascia sempre delle immense incognite: -Una è sicuramente quella che.. non è detto che la sua idea sia realizzabile…ma soprattutto ..che non può essere svincolata da un piano di integrazione legato al contestuale cambiamento di tutto il sistema che non potrà mai costruirsi in modo così aleatorio e teatrale.  

Metaforicamente: ..quando ci riproponiamo di togliere di mezzo un automobile per rimpiazzarla con una più funzionante…dobbiamo, non soltanto  essere sicuri che essa funzionerà meglio..ma che, anche la strada nella quale dovremo farla camminare.. possa essere percorribile. Tuttavia il suo percorso nel tempo potra' cambiare...e la strada del suo movimento prendere una linea diversa e più  moderata!. 
vincenzo cacopardo

Ruoli inadeguati nel gioco dei poteri





L’argomento della giustizia continua a tenere banco, anche dopo le elezioni.

L’entrata in politica dei diversi giudici, provoca ancora dibattiti e non convince pienamente tutti coloro che...della magistratura....diffidano, poiché l'hanno sempre considerata come un "ordine" al di sopra delle parti.

Quando si affronta l’argomento del ruolo della magistratura, l’errore sul quale si casca in partenza è quello di classificare un “ordine giudiziario“ come un “potere” . In tanti dichiarano che i magistrati, non potendo essere investiti di funzioni riguardanti i problemi della politica, sono solo chiamati ad assicurare la giustizia nel singolo caso. Bisognerebbe, quindi, comprendere se… l’autonomia che si suole chiamare “organizzativa” della magistratura sancita nell’art. 104 della Costituzione, debba intendersi come un’autonomia che ha un valore semplicemente strumentale e cioè se,....quando si parla di indipendenza della  magistratura, non si debba porre il dubbio che il valore vero che si deve mirare a salvaguardare è l’indipendenza del concreto esercizio della funzione giurisdizionale. (che dovrebbe esprimersi col principio secondo cui i giudici sono soggetti soltanto alla legge.)

Un giusto potere giudiziario dovrebbe essere esercitato da ogni singolo conciliatore, ogni Tribunale, ogni Corte, al fine di respingere ogni vincolo di dipendenza dagli organi degli altri poteri dello Stato e di ogni altro organo in senso assoluto. 
Deve poter respingere ogni ingerenza “esterna” proprio perché, se “esterna”, potrebbe appartenere ad altro potere. Tutto ciò spiega l’avversione da parte del costituente di non averlo voluto definire “potere” e la ragione per la quale ha preferito il termine assai più pertinente di “ordine”  autonomo: Proprio in ragione della profonda diversità di struttura e di esercizio di potere giudiziario rispetto agli altri poteri dello Stato che intervengono in modo attivo nella vita del Paese e che constano di una serie di organi per lo più gerarchicamente collegati ed articolati fra loro.

Un regime democratico ha la sua fonte di sovranità nel popolo e a tale fonte va riallacciato l’esercizio di ogni potere, di conseguenza la più diretta espressione della volontà popolare risiede nel Parlamento. Una osservazione che dovrebbe di per sé dimostrare in senso assoluto che l’organo della magistratura non potrà mai esercitare un potere come quello “politico” appartenente agli altri due poteri.

Sembra quindi logico e sano poter ritenere questo “ordine” in posizione autonoma, ma di fondamentale collaborazione e non in contrasto o addirittura in ostilità con gli altri poteri…cosa che al contrario non sembra esistere nel nostro Paese nel quale l’interferenza dei ruoli regna sovrana.

Ora…quando membri di questo ordine, pur spogliandosi della loro toga, si inseriscono in un contesto politico definito da poteri (di governo e di parlamento)..questo potrebbe suonare conflittuale poiché, pur dimessisi, essi hanno lavorato ed instaurato rapporti particolari che potrebbero agevolarli nella stessa elezione ed ai quali potrebbero rispondere con ulteriori scambi di favori giacchè inseriti definitivamente in un potere che ha sempre lasciato porte aperte alle conseguenti pressioni,... ma certamente non potranno mai più tornare ad occupare il campo giudiziario.   

Queste sono le logiche preoccupazioni di chi sostiene non opportuno l’inserimento in politica da parte di coloro che, fino a ieri, si preoccupavano di fare giustizia Sarebbe comunque logico studiare ed approfondire nuove normative costituzionali per far sì che, questo organo indipendente, possa reggersi soltanto in forza di una nobile tradizione alla difesa della legge e degli ideali della giustizia, ma per far ciò occorre sicuramente una classe politica all’altezza della situazione.


vincenzo Cacopardo


16 feb 2013

Troppe pecore nel gregge del Paese





Continua inesorabile l’opera straordinaria dell’incantatore  in una platea del teatro Politeama di Palermo piena di gente che continua ad adorare l’ immagine e la dialettica seducente di colui che sa di poter continuare a prenderli in giro. Milioni di posti di lavoro…abbattimento delle tasse per le famiglie e per le aziende..riforme della Pubblica amministrazione, della giustizia, condoni vari etc…
Berlusconi parla spudoratamente come se stesse scendendo in politica appena adesso…ma sappiamo tutti che è stato a capo del governo e con maggioranze forti.. tali da poter presentare ed, anche.. approvare, le simili proposte che oggi sfodera animosamente.  Persino in quest’ultimo anno, durante il governo Monti…non si è sentito in proposito alcun discorso nell’aula parlamentare in cui si era collocato. Troppo facile parlarne.. oggi..come se fossero problematiche attuali…   

Guardando le facce compiaciute e dimesse del pubblico presente…sembra proprio che costoro sentano ancora il bisogno di legarsi ad una simile guida…poiché la maggior parte di essi, non sembra avere una personalità ed un carattere tale da poter formulare un pensiero critico nei confronti di chi ancora venerano come l’unico salvatore.
Con la presunzione…. tipica di  chi viene costantemente mitizzato ed adulato... il Cavaliere crede ancora di potere insegnare ai cittadini come si deve votare in un sistema di vera democrazia, favorendo quello che lui stesso reputa l’onnipotente pensiero al servizio di un servile “popolo delle libertà”.

La sfrontatezza tocca il colmo quando si esprime in favore di un Europa, ponendo ipocritamente perplessità sull’operato di Monti ( definendolo un “professorino”) e degli altri Paesi europei,...arrivando anche a parlare di tradimento dei valori.. in riferimento agli alleati precedenti che aveva costantemente osannato e persino incensato.
Riferendosi ..poi..a Grillo, lo definisce un istrione della comunicazione….non accorgendosi di classificarlo alla sua stregua…Chi è oggi.. il vero istrione della politica, se non Berlusconi stesso?…Infine…quando appella come militarizzati gli elettori degli altri Partiti.. casca in una dialettica ridicola. Chi …se non i suoi elettori.. esprimono tali valori ?

Malgrado la chiara dimostrazione del defoult dell’attuale sistema, i suoi.. continuano ad essere discorsi in netto favore di un bipolarismo. Fino a quando ci saranno figure come quelle di Berlusconi ed i proseliti che lo venerano intorno..sarà davvero difficile intravvedere una vera innovazione della politica..

Non impressiona tanto il lavoro di comunicazione di cui si serve il Cavaliere che può, sicuramente essergli consentito..ma, l’assiduo incedere di un gregge che gli va appresso…alla ricerca di nuovi inesistenti pascoli.
vincenzo Cacopardo

13 feb 2013

La speranza del cambiamento… nella concomitanza dei nuovi eventi



                                            Non ci resta che attendere!..

Resteremo in attesa dei risultati elettorali che evidenzieranno la difficile opera di costruzione di una governabilità per il Paese. Ma il periodo storico sembra essere caratterizzato da una serie di incognite dovute alla concomitanza di designazioni e proclamazioni che vengono a concentrarsi quasi contemporaneamente.

Avremo.. quindi… le nuove nomine delle assemblee parlamentari nelle due Camere, la costituzione di un nuovo Governo, la proclamazione di un nuovo Pontefice e quella di un nuovo Presidente della Repubblica. Fin troppi ed importanti appuntamenti che sembrerebbero voler portare cambiamenti.

Nella politica…non riformata dalle importanti regole istituzionali…non credo potranno generarsi mutamenti in favore di un processo più utile. La nomina del nuovo Pontefice…non prettamente inerente sul piano politico… potrebbe invece presentarsi innovativa e da stimolo persino per la successiva proclamazione del nuovo Presidente della Repubblica…chissà..potremo avere sorprese!

E’ comunque indubbio che la casuale relazione degli eventi è di portata storica e dovrà far meditare bene…Sembrerebbe quasi un’occasione suggerita naturalmente da una concatenazione di avvenimenti pregressi che l’hanno scatenata…forse..un’occasione da non perdere..

Stiamo sicuramente vivendo un momento estremo della storia paragonabile al punto più basso di un buio medioevo..e..proprio per questo.. tutto quello che ci viene incontro potrebbe rappresentare una possibile salita in positivo.

Se l’uomo ha chiaro ciò…io credo che..avendo sempre avuto una forza innata che gli infonde anche una speranza, possa reagire carpendo le occasioni future, suggerite quasi naturalmente, per una essenziale ricerca in direzione di un benessere collettivo.

Si è forse accesa una luce nel contesto sociale che voglia indicare maggior equilibrio nell’affrontare  nuove svolte in direzione di un nuovo rinascimento?

Le parole chiave del futuro..sembrerebbero essere: “Innovazione ed Equilibrio”.
vincenzo Cacopardo 

9 feb 2013

Le proposte insensate di una politica senza equilibrio



E così..mentre i politici, pur consapevoli di una improbabile governabilità, si danno tanto da fare in una calda campagna elettorale non ponendosi in proposito alcun problema, il Paese continuerà a vivere nell’incertezza. La manifesta volontà di voler infinocchiare il cittadino, attraverso costose ed inconcludenti elezioni, si evidenzierà ben presto..Ma la lotta politica sembra degenerare anche nella esposizione dei programmi...

La proposta di un azzeramento dei finanziamenti ai Partiti appare sciocca, insensata ed inopportuna, viene costantemente suggerita con un’ottica propagandistica errata seppur efficace.. poiché populista. ...Come possono tanti cittadini approvare una simile iniziativa? Se si avesse veramente contezza di ciò che questo significa, si dovrebbe a tutti i costi ostacolarla.

Quando Grillo, come dal suo programma,…la propone al popolo che l’ascolta in adorazione…si contraddice. Non chiarendo che ciò, non potrà che essere la fine di una politica in favore dei cittadini, poiché solo con la forza delle risorse finanziarie, si potrà guidarla e dirigerla…aprendo esclusivamente le porte alla èlite del potentato finanziario e lobbistico: Strano per chi come Grillo ha sempre combattuto le poco chiare iniziative di questi “regnanti”!

Quando, da un’altra parte, chi si accinge a proporlo… con opportuna furbizia…è il cavaliere Berlusconi,...allora.. si potrebbe chiaramente intuirne il fine: Un personaggio che appartiene sicuramente a chi possiede le suddette risorse finanziarie.

La politica che dovrebbe essere la più alta e nobile delle espressioni culturali… si trasformerebbe  nella più meschina  negoziazione nel mercato dei consensi. Quello che in fondo..ci proponiamo di combattere ogni giorno!..

La materia del finanziamento ai Partiti dovrebbe affrontarsi con meno demagogia e meno populistica emotività. Si dovrebbero rivedere e definire meglio i ruoli dei Partiti, decidere l’entità dei finanziamenti e ripartire equamente le risorse..senza alcun privilegio ed ulteriori costi.

Mi auguro che il cittadino riesca a comprendere questo ed intuisca l’importanza di determinate riforme..senza le quali..non si va da nessuna parte. In questo Paese sembra che tutto si faccia all'insegna dell'improvvisazione..passando da un estremo all'altro, senza l'essenziale principio dell'equilibrio.

   vincenzo Cacopardo

La dura battaglia per il bipolarismo..



La vera battaglia che oggi si combatte è quella sul sistema bipolare!..
Io ho sempre visto il bipolarismo come una vera malattia per il Paese… Persino in medicina il disturbo bipolare viene diagnosticato come una malattia che porta crisi depressive opposte a sentimenti di estrema felicità. Sono sintomatologie estreme che possono portare a forti crisi e ad una depersonalizzazione dell’individuo. 
Al di là della medicina..nel nostro paese..il sistema bipolare è sostenuto con forza..in primo luogo..da Berlusconi e poi… da Bersani, perché sono i due Partiti che tengono ad evidenziare le differenze delle vecchie logiche contrapposte (destra – sinistra), ma soprattutto Il Cavaliere… in alternativa…non saprebbe come trovare linfa per la propria campagna elettorale....I movimenti di Grillo e del Professore, seppur differenti, appaiono in una posizione diversa...sicuramente opposta ad una politica bipolare.
Sentendo parlare l’uno o l’altro, ci si accorge di come i loro dialoghi siano uguali a quelli dei bambini dispettosi…. Tu hai fatto questo …mentre io ho fatto quello…io sono migliore…tu sei il peggiore…chi ha fatto questo?...tu sei il cattivo …ed io il buono…e così via!.....Ma veramente vogliamo chiamare questa politica?
Nelle manifestazioni di ambedue i Partiti.. si vedono, in tanti, applaudire queste figure osannate con la tipica emotività di chi tende a mitizzare ogni loro gesto ed ogni loro parola. Questa sciocca appartenenza..che oggi si spinge fino alla totale depersonalizzazione dei seguaci spettatori, fa tanto pensare a quanto poco contenuto di pensiero possa esservi in costoro. Inseguono una politica fatta prevalentemente da chi proclama di aver fatto e detto meglio dell’altro... in un gioco delle parti di un teatro che l’informazione tende sempre più a spettacolarizzare.
Mi domando se… una simile politica desiderata fino a tanto servilismo messo in mostra quasi fino all’esclusione di se stessi…possa poi generarne una migliore per i giovani che si avvicinano a questo mondo. Il mondo della politica muore in un adulazione che non può promettere nulla di buono: si continua ad osannare…venerare…e stravedere con la fatua grandiosità dell’immagine,.. sottovalutando l’importanza di una politica costruita su solide proposte di funzionamento.
La classe politica non dovrebbe innalzare immagini..ma costringersi in una rispettosa e dovuta umiltà..Lo deve perché i guasti procurati negli ultimi anni l’hanno ormai catalogata come una casta odiosa e perversa.
Quello che, quindi, non mi è chiaro capire... è l’atteggiamento dei tanti cittadini che a volte sembrano quasi apprezzare una posizione autolesionista..continuando a mitizzare certe figure frutto di un sistema di sciocche ed inconcludenti contrapposizioni ideologiche…ma anche populistiche ed assolute..che non potranno che ostacolare il funzionamento di una vera democrazia.
Una vera democrazia non dovrebbe mai ammettere esaltazioni e mitizzazioni che vedono queste corrispondenze solo negli assolutismi di precisi processi autoritari. La politica non può ammetterlo, poichè deve essere considerata una vera missione da parte di chi la esercita. Un risultato di vera democrazia necessita di una condotta estrema ed un estremo equilibrio.
vincenzo Cacopardo

Teorie e idee ..basi necessarie per un riscontro funzionale..



E' difficile oggi.. ritenere di poter proporre un'utile politica..in quanto..l’attuale sistema.. impone un modo di affrontarla non funzionale, nè utile ad un qualunque positivo riscontro. Mi piace studiare ed analizzare la politica con l’occhio critico di chi ama ricercare percorsi innovativi e nuove idee in proposito. Mi ritengo perciò un idealista…anzi meglio un teorico…ma assai meno un ideologo! Ritengo.. pertanto.. tutti coloro che oggi reputano la politica una dottrina alla quale assuefarsi… privi di ogni possibilità. Costoro non riusciranno mai in un'opera di vera innovazione, poichè sprovvisti di una necessaria base teorica utile allo studio di nuove idee.
L’errore che abitualmente si pratica… da parte di tanti che si propongono in politica..è quello di pretendere di poter affrontare un cambiamento senza uno studio di ricerca propedeutico edificato su base teorica: Si procede..così.. costantemente verso la pratica... senza un adeguato percorso di analisi teorica che, partendo da un'idea, individui una strada più logica e meno rischiosa.
Ma l'assunto appare chiaro:.. -Non vi potrà mai essere una pratica.. senza un anteposto studio teorico!... E ciò, per la politica, è uno dei problemi che pone ancora argine alla possibile ricerca di una solida governabilità. Gli attuali contenitori di consensi…ossia i Partiti odierni, non sembrano guardare in direzione di questa ottica, affrontando le relative problematiche con estrema superficialità e con proposte immediate e spesso avventate che…nel tempo..si dimostrano non utili…né tantomeno...efficaci .
Quelli… che come noi, amano impegnarsi nell'approfondimento al di là di una propria presenza in un Partito…riescono ad avere un maggior potenziale ed una visione più aperta…poiché non risultano pressati da una realtà che in un certo senso… condiziona e sottomette all’irriducibile pragmatismo di una politica ormai passata …. Di contro…però..questa, è la ragione assai comune per la quale ci si appella come inutili teorici od irresponsabili idealisti.
Nulla di più sbagliato!…Ancor più evidenziato dall’attuale contesto che ha visto, in questi ultimi anni, la politica muoversi senza quella necessaria base teorica costruttiva… che ne ha messo in luce un costante stato di degradamento.
Sarà sempre più difficile un riscontro funzionale con questa dottrina…senza una base logica che guardi a percorsi teorici di costruzione basati sullo studio delle idee…. 
vincenzo Cacopardo