L’errore della
Boccassini di Domenico Cacopardo
L’eccesso di enfasi, le
aggettivazioni sovraccariche, i ripetuti avverbi mostrano un procuratore
aggiunto, Ilda Bocassini, in seria difficoltà nell’arringa finale del processo
Ruby-gate. Una difficoltà che nasce da un errore di diritto e da un’ipotesi di
reato difficilmente dimostrabile, nonostante sei ore di appassionata (ma il
giudice non dovrebbe essere freddo e distaccato?) perorazione.
L’errore è alla radice ed
emergerà in secondo grado, visto che il rito milanese prevede di rado lo
scostamento del primo giudice giudicante dalle tesi di accusa. Esso consiste
nella circostanza che la concussione (la Bocassini ha evitato di entrare nel
merito della concussione per induzione o per costrizione) è il reato del
pubblico ufficiale. Quindi, Berlusconi l’ha commessa, come l’ha concretamente
commessa, nella qualità di presidente del consiglio dei ministri, soggetto
sovraordinato al ministro dell’interno e per li rami alla questura di Milano.
Immaginate il capo di gabinetto che rifiuta di obbedire alle pressioni del primo
ministro. La conseguenza imprescindibile è che la competenza è del tribunale
dei ministri e che la procura della Repubblica di Milano agisce ‘fuor d’opera’.
Quanto al reato di
prostituzione minorile, nonostante ogni volo pindarico, ogni immaginifica rappresentazione
dell’accaduto, nonostante l’insopprimibile tendenza a trasformare il peccato in
reato, rimane un reato, appunto, difficilmente dimostrabile. Anche perché, la
procura non ha indagato sul passato della ragazza, che già al suo paese, Letojanni,
appena tredicenne, batteva in un luogo preciso, in orari definiti, con una
lunga fila di clienti. Sarebbe bastata una rapida indagine di polizia per
stabilire la natura dell’attività che vi svolgeva questa disgraziata giovane
immigrata.
Berlusconi sarà condannato e molti di noi diranno: «Ben fatto, se l’è meritato.» E se l’è meritato, di certo. Tuttavia, si tratterà di una condanna labile e caduca, a conferma che la qualità della nostra giustizia e dei suoi interpreti (vedi il caso di Mada Bokoko) è scarsa e ci colloca in fondo alle classifiche di settore.
Berlusconi sarà condannato e molti di noi diranno: «Ben fatto, se l’è meritato.» E se l’è meritato, di certo. Tuttavia, si tratterà di una condanna labile e caduca, a conferma che la qualità della nostra giustizia e dei suoi interpreti (vedi il caso di Mada Bokoko) è scarsa e ci colloca in fondo alle classifiche di settore.