I temi odierni della politica visti
da Vincenzo Cacopardo
intervista del gennaio del 2014
Incontriamo chi ama la
politica attraverso la ricerca e la cultura mettendo in dubbio i sistemi rigidi
del bipolarismo e l’attuale funzionamento dei Partiti.
“Vincenzo Cacopardo designer, nasce a Palermo nel 1948. Ha vissuto,
studiato e lavorato a Milano e Roma. Non ha mai esercitato alcun ruolo attivo
in politica. Una breve apparizione negli anni novanta nella qualita' di
responsabile della cultura e dell'informazione per l'UDR in Sicilia. Nel 1999
ha pubblicato un libro “La politica ed il cambiamento”nel quale pone
l’importanza del bisogno di un vero cambiamento in favore della politica.
Attualmente vive in Sicilia e si diletta alla ricerca e lo studio della cultura
politica con particolare attenzione a quella della nostra nazione”. Ideatore di
un blog dal nome “Libero studio per una nuova cultura della politica”.
Vincenzo possiamo parlare con lei.. di politica odierna..in generale?
Certo!..sono lieto di farlo senza riferimenti ai personaggi
oggi presenti alla ribalta della politica..e questo non perché io voglia criticarli,
ma per evitare inutili pettegolezzi simili a quelli che girano di continuo nei Social. Gradirei esprimermi più come appassionato ai temi importanti.. che
alle figure.. anche perché mi sembrano più interessanti e utili.
Può..allora.. dirci cosa la spinge a questi studi?
Più che studi forse bisognerebbe parlare di ricerca ..io non
credo che ci sia tanto da meravigliarsi in quanto la politica, che può
trasformarsi anche in qualcosa di veramente ignobile …. in realtà è il
contenuto di arte e scienza. L’arte di saper ricercare le idee e regolarle
attraverso un dialogo e la scienza nel saperle mettere in atto. Quando oggi si
parla di politica si fa sempre riferimento al potere, agli inciuci, alla
gestione amministrativa delle istituzioni, ai Partiti corrotti..etc, ma mai a
quella fondamentale azione di costruzione che deve essere condotta attraverso
la ricerca. Quando, come me, non si pretende di aver trovato una soluzione
qualunque e ci si impegna in una ricerca per dare sfogo al pensiero ed alle
idee, la politica assume una caratteristica diversa…diventa una vera forma di passione!
Ci può dire…quali sono i
risultati di queste sue ricerche?
Se sapessi di avere risultati assoluti o risolutivi.. non
sarei dove sono ..nè quello che sono! La mia caratteristica.. alquanto
rispettosa.. nell’affrontare queste impegnative tematiche, condiziona il mio
modo di pensare e mi colloca in una posizione di teorico che insegue gli ideali
di un sistema che potrebbe non essere più un paradigma certo. Il “cambiamento”,
di cui io ho prematuramente parlato nel
mio libro nel 99, assai prima della comparsa di personaggi come Grillo, è per
me un risultato da raggiungere con logica idee e metodo… facendo un
indispensabile uso dell’equilibrio… Impossibile pensare di raggiungerlo secondo
una strada esterna e demagogica, ma agendo solo all’interno dello stesso
sistema. Per fare questo..occorrono di certo le teorie e la dovuta ricerca per
portarle avanti… Vorrei far comprendere a chi ancora oggi reputa la politica
una dottrina alla quale assuefarsi…che nulla potrà essere praticato in
direzione di una vera innovazione, senza una necessaria base teorica che
predisponga allo studio di nuove idee. L’errore che abitualmente si pratica… da
parte di chi si propone in politica..è quello di pretendere di poter affrontare
un cambiamento senza uno studio di ricerca propedeutico edificato su base
teorica… Procediamo... costantemente.. verso la pratica... senza un adeguato
percorso di analisi teorica che, partendo da un'idea, individui una strada
più logica e meno rischiosa.
Quale dovrebbe essere.. secondo Vincenzo
Cacopardo… il percorso più corretto ?
L'assunto sembra chiaro:..-Non vi potrà mai essere una
pratica.. senza un anteposto studio teorico! Questo, per la politica, è uno dei
problemi che pone ancora argine alla possibile soluzione di una solida
governabilità. Gli attuali contenitori di consensi…ossia i Partiti odierni, non
sembrano guardare in direzione di questa ottica, affrontando le relative
problematiche con estrema superficialità e con proposte immediate e spesso
avventate che…nel tempo..si dimostrano non utili…né tantomeno...efficaci.
Ma secondo lei.. non è
più importante e prioritario dare un governo sicuro al paese?
Vede..questo argomento mi stuzzica non poco!...E’ proprio il
tema fondamentale della politica di questi ultimi anni!..E’ la dimostrazione di
quanto la politica non vuole far uso della necessaria cultura pur di
raggiungere un qualsiasi risultato in proiezione di una stabilità…una stabilità
che non riuscirà mai a trovare e che si inseguirà all’infinito in quello che,
oggi, appare come il pericoloso gioco che finirà col rompere un legame con un
vero sistema democratico.
Cosa intende dire?
La governabilità deve essere vista come un fine!..Nessuno
potrà mai pretendere di imporla in un sistema di democrazia..poichè se il
percorso per raggiungerla deve essere imposto da una procedura sempre più
ristretta e non ricavata da una base più forte..il risultato sarà sempre quello
dei compromessi e dei ricatti…insomma… in un concetto di vera democrazia, è
solo illusorio… pensare che si possa sostenere una governabilità, imponendola
attraverso la logica dei modelli costretti e diretti dall’alto!.. Vi è un
bisogno di costruirla dal basso per rendergli quell’appoggio essenziale che le
dia più forza e sicurezza! In
quest’ottica ho sempre pensato che dovrebbero essere proprio i Partiti a
condurre il percorso di costruzione di base di una governabilità attraverso il
dialogo con i cittadini e non… portare avanti sistemi elettorali chiusi come il
maggioritario e formule come il bipolarismo che tendono ad ingabbiare la
politica e le rispettive idee.
Come mai lei non condivide il sistema bipolare ormai
consolidato negli altri Paesi?
Nessun politico si esprime in profondità sull’incomprensibile
sistema che ha provocato vent’anni di confusione ed inerzia della politica del
nostro Paese e che ci ha portato allo stato in cui oggi siamo! Dopo le cruente
contrapposizioni…si costruiscono oggi incoerenti composizioni governative
estranee ad ogni logica che si voleva bipolare. Chi ha dunque sbagliato?....Sbaglio adesso io?…Sbaglia forse oggi.. un Capo dello Stato
che si trova..contro ogni sua volontà, in una situazione di dover risolvere le
innumerevoli problematiche di inefficienza del quadro politico esistente per
dare più sicurezza al paese?...O hanno invece sbagliato, nel passato.. tutti
quei Partiti che hanno optato per un rigido sistema costruito sugli illogici
compromessi di un pensiero edificato sulle estreme contrapposizioni? Si è
parlato di posizioni politiche costruite, in questi lunghi anni, attraverso una
ideologia che spingeva… nelle due rigide polarizzazioni... Due
poli che hanno generato un’incomprensibile limitazione del pensiero politico e
che hanno rafforzato sempre più una radicalizzazione delle figure.
Lei rimprovera una certa classe politica per aver dato corso
a questo sistema?
L’avere portato avanti un simile sistema per lungo tempo…
senza alcun metodo e per un restrittivo bisogno di operare una qualunque
governabilità…la dice lunga sulla incapacità dei tanti che hanno voluto
intraprendere questa attività per il piacere di accomodarsi in una poltrona col
beneficio di una lauta ricompensa. Da una conciliazione negata, poichè costretta
dai principi del sistema bipolare...siamo arrivati all'odierna ricerca di
una illogica, ma necessaria mediazione..per evitare il disastro
politico del nostro Paese! Come si spiega tutto questo?.. Vengono spontanee due osservazioni:-
o la classe politica ha errato nel passato ..o sta commettendo
l'errore adesso con una svolta inconsueta!... Sembra, in ogni
caso, assai grave...tacere l’errore commesso nel passato,
nascondendosi dietro un bisogno di aver dovuto seguire un modello assai
avanzato dei Paesi democratici a noi vicini e lo è ancora di più insistere
come oggi si cerca di fare.
Mi pare di aver capito che lei non ama questi sistemi perché
li vede troppo semplificativi..giusto?
Sistemi
maggioritari, bipolarismi affrettati ed addirittura bipartitismi, non possono
che accentuare il distacco con i cittadini, rischiando di costruire un
autentico solco che separa sempre più il Paese da una vera politica. Oggi…si
tende a partire dalla base assoluta di una nuova legge elettorale che vuole
immaginarsi rivolta al miglioramento di un buon iter istituzionale quando, per
evitare fini personali o di potere, sarebbe più utile costruire regole a difesa
di questo stesso iter. Assistiamo, oggi, a scontri politici riformisti basati
su scelte che non promuovono idee veramente innovative e sembra che, per la
nuova tendenza alla semplificazione, si voglia metaforicamente tagliare il nodo
del problema per non scioglierlo. Per far ciò, si fa riferimento e ci si
accosta ai processi politici evoluti delle altre Nazioni prendendo ad esempio i
loro sistemi.
Lei parla proprio di un chiaro fallimento, ma tanti paesi..
dove regna la democrazia.. usano questo modello..
Il fatto che lo si usi in altri Paesi che hanno avuto
un’altra storia ed una cultura ben diversa dalla nostra… non giustifica la
scelta! L’aver diviso in modo secco il pensiero e la stessa cultura politica a
metà.. dopo oltre cinquanta anni di politica moderata, ha finito col generare
un mucchio di contraddizioni. Un sistema sempre più compromesso da logiche posizioni di
convenienza ed illogiche posizioni di convivenza…. ed ecco che, la vera
funzione politica parlamentare, assume troppo spesso un ruolo secondario in uno
scenario che appare sempre più quello di alcune grandi società per azioni dove
le assemblee contano sempre meno e dove il potere della maggioranza viene costruito
attraverso logiche di spartizioni…non c’è dunque da meravigliarsi di quello che accade ogni giorno!
Pensa che il bipolarismo..in un certo modo.. possa aver
frenato le riforme?
Negli ultimi vent’anni si è dato corso all’inerzia di un
sistema bipolare senza alcuna ricerca delle indispensabili riforme e
senza la giusta valutazione di una funzione politica che potesse dare maggiore
sfogo ad una governabilità forte costruita dalla base…si è solo costruita e
rafforzata una politica delle figure..come si fa a non accorgersene?.. Sono
anche propenso a credere che l’ingresso in Europa abbia costretto.. non poco..
l’azione politica delle Nazioni che ne hanno fatto parte…e quindi anche la
nostra….obbligandole ad un necessario ordine politico per una più efficace e
sicura posizione in seno alla stessa Comunità.
Lei pensa che ci sia stata una naturale spinta da parte
dell’unione Europea verso questi sistemi?
Non proprio una spinta voluta, ma un condizionamento.. che ha
finito con l’incidere molto più sulla governabilità…che sulla politica nel suo
complesso, una governabilità che si è sempre desiderata stabile come
presupposto essenziale per una più ricercata “unione di economie”. Ma il vero
disastro nasce dalla mancanza di una nuova disciplina dei Partiti..
Cosa intende dire?
Questi contenitori di consensi dovrebbero oggi trasformarsi
in contenitori di idee..La politica che oggi si nasconde dietro il fallimento
di questi Partiti.. che in modo alquanto sprovveduto hanno optato simili
scelte senza una dovuta ed essenziale ricerca costruita sulle analisi storiche
del passato…non potrà non rendersi responsabile…né potrà liberarsi
facilmente dei Movimenti come quelli di Grillo, che ne rappresentano un’evidente
reazione.
Quindi..lei vede prioritaria una riforma dei Partiti?
Sicuramente!.. poiché sembra essersi ormai rotto quel
raccordo che teneva uniti, nei valori, i due poteri…Guardi..noi viviamo in uno
Stato parlamentare e questo basterebbe per porre l’importante azione della
Camera come centralità dalla quale dovrebbe dipendere ogni regola ed ovviamente
l’indirizzo culturale ed economico del nostro Stato democratico. I ruoli
legislativi, quindi, non possono che essere primari e propedeutici a quelli amministrativi.
Quel raccordo tra il potere esecutivo e quello parlamentare... oggi sembra
essere intaccato e desta serie preoccupazioni per la garanzia dello stesso
principio di democrazia costituzionale. I due ruoli non riescono più ad operare
in condizioni di indipendenza e, pur nella loro distinzione funzionale,
risultano condizionati da un pressante potere partitico che li sottomette al
proprio interesse.
Cosa non la convince in tutto questo…non crede che debbano coesistere
questi due poteri?
Coesistere
si!...ma non possono più operare assieme.. devono lavorare per ruoli
indipendenti. Io credo
che occorra ricercare un nuovo sistema basandosi su un principio di
specializzazione e di suddivisione del lavoro…Le faccio un esempio che potrebbe
farla riflettere:.. Vi sono temi che seguono il percorso di una società che
avanza come ad esempio: Unioni civili…omosessuali..liberalizzazione delle
droghe…temi sull’immigrazione…etc..che devono essere affrontati preventivamente
e sicuramente attraverso una azione politica di base con i cittadini, poiché
guardano all’indirizzo di una società che cresce di continuo…Ora.. lei pensa
che questi temi possano appartenere solo ad un esecutivo?..Ed..al contrario..si
può mai pensare che ogni volta che si pongano tali questioni, debba essere
messo in crisi un governo?
Come si dovrebbe procedere..per non mettere in crisi una
attività governativa?
So bene che la politica per muoversi deve far uso delle
istituzioni e queste non possono non essere riviste e rinnovate seguendo
un cambiamento imposto da una società… come so.. anche.. quanto possa
sconvolgere oggi un cambiamento così radicale.. tanto da separare i ruoli ma,
credo che questa trasformazione appare oggi suggerita dai tempi e da una
esigenza legata al mutamento dei valori che impongono tutto ciò, per una
logica difesa di un efficiente sistema democratico. Il vero problema
è nel trovarne il modo,.. in un meccanismo come il nostro che appare tanto
bloccato nei cambiamenti, quanto fermo nella ricerca e nel metodo delle nuove
idee…. Ma ritengo, soprattutto.. che la responsabilità del programma deve
essere prevalentemente dei cittadini.. attraverso il contatto con i propri
Partiti …ed ecco la ragione per la quale devono essere debitamente riformati da
regole più consone e funzionali al loro scopo.
Quali, secondo lei …le linee di principio da seguire per la
politica nel futuro?
Il percorso del futuro dovrebbero essere imperniato su una
ricerca in direzione di un funzionamento della politica… un vero funzionamento che potrà anche
assecondare e rafforzare un percorso di integrità morale. Un futuro che deve
poter vedere un’attività lavorativa esecutiva nel governo separata da un’altra
ben diversa, nella costruzione di quella che.. io definisco.. una fase
induttiva di costruzione.. e questo potrà avvenire solo se i Partiti
riusciranno ad essere disciplinati in modo funzionale ad una politica di base e
non rinchiudendo la voce dei cittadini attraverso i sistemi ristretti del
bipolarismo ed ingannandoli..così.. in una falsa democrazia.
Un’ultima domanda: pensa che dovremmo restare nella comunità
europea e nell’euro?
Questa sembra la domanda più attuale in un contesto odierno
che vede da un lato una politica assai populista e demagogica volersi staccare dal
cordone ombelicale che sta sacrificando la nostra economia e... dall’altro chi
crede che senza questa unione il nostro paese potrà solo affondare…. Chi
pensa che l’Italia odierna possa venir fuori da un contesto economico e
politico Europeo...non fa che illudersi, poiché ormai siamo del tutto integrati
col sistema Europa e la Comunità internazionale dovrebbe servirci per sostenere
uno sviluppo più equilibrato e sicuro nel nostro stesso territorio…. Anche se
non si riesce a comprendere.. perché abbiamo dovuto pagare un conto così salato
per sentirci Europei.…e pur dando a questo interrogativo la logica spiegazione
di tutti quegli errori commessi in entrata…io credo che il risultato di questa
nostra integrazione si vedrà nel lungo tempo e potrà essere di migliore qualità..
solo se la nostra politica verrà riformata e se sarà capace di proteggere la
cultura e le principali qualità del nostro Paese…
Lei pensa che il percorso sarà ancora lungo e difficile?
E’ una lotta durissima..è inutile negarlo!... vorrei non crederlo!.. Una lotta la quale lascia quasi intravvedere un disegno voluto dai
potentati e da certe lobbyes…che sembrano favorire un percorso di sofferenza e
di ristrettezza dell’economia, al fine di una voluta eliminazione dei ceti più
deboli!.. Un atroce disegno, quasi esoterico.. forse costruito ad arte per via
della sempre più grande sovrappopolazione che invade il mondo.. Se così
fosse…sarebbe un disegno spaventoso che potrebbe vedere persino alcuni paesi
forti.. in testa.. ad assecondarlo!..
Lasciamo Vincenzo Cacopardo... col quale ci ripromettiamo
avere un prossimo incontro sull’ interessante dialogo di una politica vista in
termini più funzionali ed innovativi.
intervista condotta da Biagio Russo collaboratore di vocenuovatv