L'opinione
di Armao centra il vero problema che sta impegnando la nostra
isola in una gara di resistenza che non può più essere contenuta. I
nostri centri scoppiano, mentre il resto della nostra Nazione ha
sonnecchiato di fronte ad una problematica devastante in termini di
vivibilità sociale: Era chiaro che lo stesso governo avrebbe già da tempo
dovuto prevedere una simile affluenza ed una logica sofferenza da
parte della nostra Sicilia. Al
di là di ogni politica senza scrupoli che ha continuato a speculare
in modo orrendo sulla già difficile opera di mantenimento degli
extracomunitari, quello che oggi sorprende è la strafottenza nei
riguardi delle evidenti difficoltà della nostra isola trovatasi di
fronte ad una tragedia che non potrà più reggere e sopportare per
l'evidente afflusso di migranti. La Sicilia rimane piegata nella
drammatica crisi che la sta coinvolgendo e come giustamente afferma
Armao “strabocca
di immigrati senza lavoro, occupati in attività illegali, privi di
garanzie sanitarie e sociali, alla
mercé della criminalità e del malaffare”
La
nuova strategia “Triton” in alternativa a “Mare nostrum”,
continua a generare incidenti mortali senza sosta e la politica, sia
quella nazionale che quella europea, appare inerte di fronte alle
catastrofi annunciate ed alla sequela della morie al largo delle
coste del nostro Paese. Ma è proprio l'ipocrisia il maggior peccato
di chi insiste col mostrare retoricamente dolore per queste stragi
che non potevano non essere annunciate da un andazzo indolente ed
inoperoso di una politica internazionale rimasta lontana da quello
che oggi rappresenta uno dei temi più scottanti nel quadro dei paesi
del mediterraneo.
Certo..le
soluzioni non risultano semplici, ma non vi possono essere equivoci
sul fatto che il tempo trascorso e la poca importanza messavi, ha
contribuito a far degenerare il problema in un dramma soprattutto per
la nostra isola. L'agenzia
europea Frontex (per la gestione della cooperazione internazionale
alle frontiere esterne degli Stati membri dell'Unione europea) è
un'istituzione che non può mai operare preventivamente per risolvere
il vero problema...quando questo alla radice è proprio quello di
bloccare sul nascere queste partenze. Nel frangente la nostra Nazione
e soprattutto la nostra isola.. si sono mossi, spinti da un
particolare senso umano, a protezione delle vite dei tanti emigranti
(clandestini o no)..
Ma
anche la politica della nostra stessa Regione, nella figura del suo
Presidente.. non sembra aver dimostrato carattere e capacità, né un
minimo di lungimiranza. Non si è imposta con grinta e determinazione
nei confronti del governo.. ricercando come al solito la abituale via
più facile dell'accompagnamento nei centri d'accoglienza con rischi
e pericoli.. oggi.. sempre più evidenti. In ciò..non si può, quindi, che
condividere la critica di Armao verso l'ineguatezza e l'incapacità
di difendere la sicurezza dei territori dell'isola
Di fronte alla politica governativa del Paese.. che poco ha offerto allo sviluppo del Mezzogiorno...la Sicilia pare aver dato fin troppo..
Vincenzo cacopardo
Di fronte alla politica governativa del Paese.. che poco ha offerto allo sviluppo del Mezzogiorno...la Sicilia pare aver dato fin troppo..
Vincenzo cacopardo
La Sicilia ha già dato. L’isola ospita oltre 16.000 persone tra centri di accoglienza, Cara e Sprar: quasi un quinto dell’intero Paese. Dobbiamo chiedere non solo di ripartire immediatamente i migranti tra le Regioni, ma di farlo su parametri che tengano conto oltre che della popolazione, anche della ricchezza, della capacità di assorbire coloro tra questi che resteranno nel mercato del lavoro. E questo senza compromettere i vincoli di solidarietà umana.
Con
diversi e più corretti parametri la Sicilia dovrebbe accogliere poco
più della metà dei migranti.Altro
che la manfrine di questi giorni tra Regioni del Nord e del Sud,
condizionati da interessi della politica senza scrupoli che gestisce
la miseria. I
Paesi europei chiudono le frontiere, le Regioni italiane del Nord
rifiutano il trasferimento di migranti, e così città e paesi della
Sicilia – già provati da una crisi drammatica che toglie lavoro ai
siciliani e fa scappare le migliori capacità –straboccano
di immigrati senza lavoro, occupati in attività illegali, privi di
garanzie sanitarie e sociali, alla
mercé della criminalità e del malaffare (anche di quello
istituzionalizzato, a quanto pare…).
È
vero che la gran parte dei migranti va poi verso altri Paesi
d’Europa, ma molti
restano ed appesantiscono il carico sociale ed economico di
disoccupazione, fame e disperazione dei
territori siciliani. Nei prossimi anni, secondo le stime di Frontex
(l’Agenzia europea per le migrazioni), milioni, sì milioni, di
persone cercheranno di sbarcare in Sicilia e nel sud del Paese
Che
misure si stanno prendendo di fronte ad una migrazione di queste
immani proporzioni? Per evitare che la Sicilia diventi un enorme
ammortizzatore della incapacità europea di affrontare la mutazione
dei rapporti tra Europa ed Africa? La
Regione, anche in questa vicenda, ha dimostrato l’inadeguatezza dei
suoi vertici, l’incapacità
di difendere gli interessi dei siciliani e di garantirne anche la
sola sicurezza, la remissività verso ogni “vessazione” imposta
da Roma.
La
vicenda dei migranti evidenzia anche l’incapacità del Governo
nazionale ad
affrontare questo dramma epocale sia internamente che a livello
europeo (a cosa sia servito il semestre di presidenza italiana Ue a
questo riguardo è più che lecito chiederlo ) ed a reprimere il
crescente malaffare che connota la gestione dell’accoglienza.
Dal
Governo statale, che amministra l’irrilevanza dell’Italia nel
contesto europeo e dal suo omologo regionale esecutore dei voleri del
primo, quando non ne risulta addirittura commissariato, i siciliani
pretendano risposte immediate. Oggi
è in gioco non solo la dignità della Sicilia, ma sopratutto la sua
sicurezza ed il futuro dei suoi figli.
Gaetano
Armao