19 dic 2015

"Le maglie della furbizia renziana" di Domenico Cacopardo

Le maglie della furbizia e dell’intelligenza politica di Matteo Renzi sono larghe come quelle di un’antica tonnara: così larghe da permettere che i nocivi animali acquatici dell’inesperienza, dell’ignoranza, della presunzione e della cinica supponenza le oltrepassino raggiungendo la superficie e manifestandosi di fronte a tutti. La mistificazione dei dati della realtà di fatto è l’inevitabile corollario del complesso di difetti della sua personalità, spiccata sì, ma tale da non assicurargli un sicuro futuro politico.

Eccone le prove.
Nelle prossime settimane 450 soldati italiani si recheranno in Iraq per presidiare i lavori di riparazione e messa in funzione della diga di Mosul, danneggiata dagli eventi bellici, in mano ai peshmerga curdi e minacciata dagli uomini dell’Isis. L’importante commessa è stata vinta dalla cesenate impresa Trevi, specialista in fondazioni e in consolidamento terreni.
Normalmente, nelle zone a rischio, la tutela dei cantieri è affidata a contractors, veri e propri mercenari di specifiche organizzazioni che prestano servizio in mezzo mondo e hanno accumulato un’imponente esperienza. Costano molto, moltissimo e, per questa ragione, le aziende tentano di ricorrere ad altri strumenti.

Un esempio clamoroso di questa supplenza è rappresentato da Latorre e Girone, i marò imbarcati su una nave privata con le funzioni proprie dei vigilanti in zone a rischio. Sappiamo tutti com’è finita e quale conseguenze abbia subito la Marina Militare. Ora le truppe italiane a Mosul offriranno alla Trevi spa e ai peshmerga quel supporto difensivo che, in assenza, dovrebbe essere assicurato da guardie private con licenza di uccidere e di essere uccise. Una follia, visto che Mosul è una zona di prima linea, oggetto di frequenti attacchi da parte dei combattenti dell’Isis e che tutto il contesto è privo dei più elementari presidi di sicurezza. Ragione questa per la quale la Turchia ha iniziato il ritiro delle truppe che aveva dislocato in zona a tutela dei propri confini.

Fonti non ufficiali segnalano lo sconcerto delle autorità militari italiane colte alla sprovvista dall’improvviso annuncio, sul quale ci soffermeremo più avanti. Anche perché per 450 unità impegnate nella tutela del sito, ce ne dovranno essere almeno 1000 impegnate nella logistica e nella protezione profonda di coloro che saranno schierati. A meno che, nella sua non-conoscienza specifica, Matteo Renzi intendesse dare un totale: cioè che, nei 450, ci sarebbero anche i servizi logistici e le relative protezioni. Una eclatante sottostima che dovrà essere corretta in corso di schieramento, alla luce della dura constatazione dello stato sul campo. Per non parlare dei costi della spedizione, non sostenibili con le risorse dell’attuale finanziaria e con la prospettiva di un impegno serio di militari italiani in Libia.

Roberta Pinotti, ligure ministro della difesa, spiega che gli italiani a Mosul non combatteranno: una falsità. Se non ci fosse da combattere, non ci sarebbe bisogno di truppe. E, nella realtà, la diga è cruciale nello specifico scacchiere e, quindi, non solo è stata, ma sarà oggetto di attacchi degli uomini dell’Isis.

Chi ricorda le vicende iraqene, rammenta la tragica strage di Nasiriya (2003), gli scontri nella medesima città (2004) e gli altri italiani vittime della guerra. Chi è un po’ più informato sa anche che le nostre perdite furono contenute perché le truppe italiane s’erano trincerate in campi fuori dalle città e che di rado operavano delle sortite, in forze e con coperture aeree, e che la nostraintelligence interveniva foraggiando i vari capi locali proprio per dissuaderli dal fomentare l’aggressività nei nostri confronti.
I maligni deducono da notizie alleate sul web che ci sarebbero state lamentele per una nostra presunta scarsa combattività cui, personalmente, non credo. Ci sono quindi tanti pericoli nell’Operazione Mosul e, allo stato, poco valutati. E c’è di sicuro una irresponsabile sottovalutazione dei dati di fatto da parte di Matteo Renzi, sino a ieri quasi-statista nel rifiuto di partecipare alle ritorsioni francesi e di fornire soldati per il Ciad e per il Mali.

Siamo, però, di fronte a una grave realtà istituzionale, di cui dovrebbe farsi carico il signor presidente della Repubblica.Annunci del genere, concordati appunto con la presidenza, debbono essere fatti in Parlamento e concludersi con una mozione con la quale l’invio di truppe e i loro compiti siano approvati dalla maggioranza della Camera dei deputati e del Senato della Repubblica. Un’occasione da non perdere per le opposizioni, per le minoranze Pd e per i coloro che, in maggioranza, non hanno recato il cervello all’ammasso, per farsi sentire e far correggere la rotta governativa.

Invece no.
Il signor Matteo Renzi va nel salotto di Bruno Vespa e comunica agli italiani l’Operazione lì, orgoglioso di essere Matteo Renzi e di poter dire ciò che, irresponsabilmente, ha detto. Un modo di comportarsi così simil-Berlusconi da suggerirgli di precisare, per differenziarsi, che lui (medesimo) non ha mai sottoscritto un contratto con gli italiani (sic!).

Non solo le fortune del nostro premier sono legate a un filo. Ma con lui quelle del Paese che gli ha dato, per via parlamentare, fiducia. Chi vi scrive è sconcertato per questo succedersi di azioni e comportamenti condivisibili e per cadute di stile e per imperdonabili sciocchezze che si susseguono, come una doccia scozzese, giorno dopo giorno a opera di questo incredibile primo ministro.
Matteo Renzi, sin qui un miracolato.
Sarà bene che i genitori partano subito per Medjugorje.

Domenico Cacopardo

18 dic 2015

Il disappunto di un Movimento piegato nei suoi principi

di vincenzo cacopardo

Ha intuito subito come muoversi con l'opportunismo che non gli è mai mancato: Renzi ha ceduto un menbro della Consulta in favore del Movimento 5 Stelle e potrebbe anche incassare qualche agevolazione sul voto di sfiducia contro la sua ministra Boschi. Al di là del fatto che rimane assurdo poter pensare che la sfiducia alla Boschi passerà ..la mossa verso il movimento di Grillo potrà comunque egevolarlo nel futuro. Bisognerà vedere adesso quale sarà il vero atteggiemento di un Movimento che si è sempre posto di rottura al sistema politico che lo stesso Renzi sta conducendo: un cambiamento che in realtà..il Movimento pentastellato.. non ha mai digerito nella formulazione delle stesse riforme.

Matteo Renzi si è spesso profuso in un doppio gioco tra Forza Italia e Movimento 5Stelle per rinforzare la sua politica che non guarda con particolare attenzione a posizioni precise: Ieri il Nazareno..oggi i Cinquestelle..domani si vedrà! Era inevitabile una reazione all'interno di un Movimento che non si è mai piegato per principio a possibili inciuci e che vede oggi la sua base inquieta comunicare attraverso i soliti computers. Una quasi rivolta interna che fa prevedere ulteriori conseguenze e che mette all'indice lo stesso Grillo.. con Di Battista.. Di maio ed altri componenti in testa come responsabili di una plausibile trattativa politica che pone delusione ed amarezza..oltre che un certo disappunto.

Risulta.. quasi inutile e persino pericolosa(poichè potrebbe scoperchiare altre verità sul voto) la mozione individuale di sfiducia presentata alla Camera, dove..tra l'altro.. i numeri sono larghissimi per la maggioranza. Renzi riesce definitivamente a porgere argine alla scottante questione fino a gennaio, quando dovrebbe esser votata l'altra mozione di Forza Italia, Fdi e Lega contro l'intero governo. Intanto.. Forza Italia, quasi per risposta al presunto inciucio operato con 5Stelle. cambia la sua posizione non votando più la sfiducia alla ministra Boschi

Se le ultime notizie sembrano dare per confermata la presenza della ministro Boschi al Cdm del 10 settembre scorso, (quello che recepì lo scudo per le banche..Banca Etruria del papà compresa) e pare aver preparato lo schema di decreto per le riunioni successive..si potrebbe ritenere in realtà che non sarebbe neppure esatto valutare la sussistenza o meno di un conflitto di interessi della stessa Boschi.



Quella incomprensibile cultura che osanna un premier parolaio


Veramente strabiliante questo breve articolo del cugino Domenico. Un pezzo che... al di là degli ultimi fatti in relazione alle quattro banche fallite e salvate.. rivolta con arte tutto a favore di un premier menestrello e ciarlatano... Per non parlare delle parole a favore di una ministra giudicata addirittura “la migliore” .

Non sto assolutamente a valutare l'operato di una ministra in questi ultimi fatti relativi al padre ed alla banca Etruria..poichè sarebbe veramente difficile individuare qual'è quel filo che potrebbe legarla ad un conflitto..che in realtà potrebbe esservi, ma anche non esservi e che oggi riduce il suo compito esclusivamente ad un problema di opportunità. Ma quello che mi riesce davvero difficile digerire è questo osannare la “bella addormetata tra i Boschi” come la migliore ministra di questo governo. D'altronde è anche difficile negli ultimi tempi un riscontro con figure di governo davvero intuitive e capaci di portare vera innovazione funzionale all'ordinamento politico.

E' ormai assodato che Domenico Cacopardo..da bipolarista incallito e pragmatico sistemico, non ha mai voluto percepire come dannose le ultime riforme costituzionali ed istituzionali condotte dalla Boschi: Riforme.. davvero difficili da digerire da parte di chi percepisce la democrazia come un valore primario.. oltre che come principio sul quale dovrebbero porsi i naturali contrappesi per poterla sostenere. Purtroppo, con tutta la stima..non posso che prendere ancora una volta atto di quanta poca attenzione e mancanza di sensibilità politica esiste in tanti..come lui.. che sembrano camminare nel percorso di una pragmatica tangibilità degli esistenti principi.. non precependo l'importanza di procedere attraverso una nuova strada politica di vera salvaguardia dei valori democratici.

La Boschi non è condannabile per i fatti riguardanti la figura di suo padre...quanto di sicuro da biasimare politicamente per l'atteggiamento assai poco sensibile posto dalla sue riforme che avrebbero dovuto mettere l'attenzione dovuta ed il rispetto verso una società che pone la democrazia al centro. La ministra, al contrario, sotto l'impulso del suo premier, ha proseguito in tutta fretta verso una vuota e più facile semplificazione..non ponendosi alcun altro dubbio.

Per quanto attiene il super protetto Renzi, oggi osannato come il mito dell'innovazione, ma che in realtà rimane legato ai soliti schemi di una vecchia politica di potere, risulta del tutto evidente come egli continui ad operare nella anomalia di un vero conflitto attraverso un doppio ruolo che, seppur ormai accettato da una politica idiota, cieca e compromessa, gli consente di nominare presidenti della Repubblica e governare sottomettendo di continuo un Parlamento...ponendo continue fiducie. Tutto ciò appare davvero una forma quasi masochista di tutti coloro che appartengono ad una classe parlamentare ormai esautorata.  Inoltre, il fatto che Renzi rimanga quasi condannato a nominare di continuo il suo commissario Cantone ..la dice lunga sulla incapace responsabilità amministrativa del suo stesso governo.

E che dire.. poi.. di Padoan e tutto il governo che, pur seguendo il percorso politico di un premier saccente e determinato, non si è mai mosso in modo preventivo e di controllo sulla politica economica delle banche: Il fatto che si sia procurato tutto questo gran terremoto attorno agli istituti di credito ed ai loro titoli, solo dopo questo scandaloso fatto, fa capire il pressappochismo di costoro che si sono mossi..con apatia...senzi dubbi..nè ponendovi gli opportuni accorgimenti.

La lamentela di Domenico Cacopardo appare davvero poco opportuna, poiché la critica dei giornali e dei talk che lui poco ama..rimane comunque un faro acceso necessario ed utile per far comprendere ai cittadini come.. in politica.. non ci si possa muovere con tale supponenza facendo apparire la rottamazione e l'innovazione come principi da osservare ma poi, in realtà, mai considerati e messi in atto... E nemmeno muoversi attraverso promesse di bonus continui senza saper leggere in lungimiranza i bisogni dei cittadini e le risorse di un Sud del tutto abbandonato a se stesso. Ecco la ragione per la quale questo governo ed il suo premier (ben consapevole dei suoi limiti..poichè furbo ed esperto) rispecchia soprattutto la doppiezza ed una più che evidente ipocrisia.

Strano che Domenico..uomo di cultura del Sud..pensi costantemente a promuovere l'operato di un governo in totale mancanza di idee e di ogni altro atteggiamento in favore del meridione... e vada continuamente a protezione di uno spocchioso premier fiorentino limitato nei confini ristretti di una cultura della sua toscana..
vincenzo cacopardo




Era fatale e giunge in ritardo. La caccia a Matteo Renzi è in pieno svolgimento. L’occasione, la questione Banca Etruria, Banca Marche e Casse di risparmio di Chieti e di Ferrara e i provvedimenti del governo adottati per affrontare la situazione senza innescare un default dalle conseguenze impreve-dibili. Il primo presidente del consiglio, dopo Bettino Craxi, che ha affrontato in modo globale la questione riforme non poteva passarla liscia. 

Tutti possono constatare come gradualmente, partendo dal Fatto quotidiano, uno dopol’altro si siano allineati i giornali del ceto benpensante e quelli del ceto militante, La7, mosca cocchiera con il suo ben stagionato (e consumato) Mentana e la ormai mummificata Gruber, sino a tutti gli altri compreso il Gr1, colto come Saulo sulla via di Damasco antigover-nativa. Per non parlare di Radio24, esposta ai capricci del conduttore di turno. Sorprendente, Fontana, atteso come il restauratore del ruolo storico del Corrierone, iscrittosi, invece, tra gli antipatizzanti.

Sublime, il 15 dicembre, il veleno della Sarzanini. Non c’è dubbio: i passi avanti compiuti da Renzi, meno radicali e incisivi di quel che si dice, ma pur tuttavia determinanti (jobs act e, soprat-tutto, la riforma costituzionale che
colpisce il perenne gioco del ricatto politico), hanno sconvolto le attese di migliaia di praticanti gli angipor-ti della politica e dei loro mentori, le cui armi, presto, potrebbero essere mortalmente spuntate.

Ora ecco l’occasione: le ban-che. E il padre di Maria Elena Boschi, il miglior ministro di que-sto governo, molto meglio di Padoan (alla prese con incolmabili capacità di comunicazione e abbastanza succube del disastroso Kom-binat di Bankitalia), vicepresidente di Banca Etruria (allo stato non indagato, solo multato). La sublimazione è la mozione presentata dai 5 Stelle con la quale si chiedono le dimissioni: falsifi cazioni dei dati di fatto, delle norme approvate e della Costituzio-ne, presentato ad usum della platea di militanti. Il fi ne esplicito è quello di costringere Matteo Renzi, non la sua ministra, a un passo falso tale da aizzare ulteriormente la canea di contestatori, privi di argomenti
seri e, quindi, più urlanti.
Perciò, calma e gesso.
Domenico Cacopardo



17 dic 2015

Berlusconi... “Centrodestra avanti!”

di vincenzo cacopardo

L'esortazione di chi ancora non pecepisce il processo di un sistema stracolmo di anomalie..anteponendovi solo vecche ideologie.

 Se Berlusconi ritiene che non siamo più in una democrazia ..e che il governo non è legittimo poichè non è stato votato dagli italiani ..che Renzi stesso rappresenta quasi un intruso in un quadro politico non più equilibrato dai contrappesi giusti..è bene che reagisca in modo diverso..cioè: Cambi completamente la sua procedura politica di contrapposizione ad una sinistra e si muova per combattere una lotta contro il sistema.

Sempre ammesso che il Cavaliere ed il suo Partito ( ormai giudicati politicamente dai cittadini ) possa avere ancora un successo..dato anche il peso dell'età del suo leader ..dovrebbe quantomeno muoversi in un modo ben diverso .. abbandonando una ideologia di destra vecchia e non più utile a contrastare una sinistra che di sinistra non dimostra ormai di avere nulla..Sfoderando le armi contro un sistema che lui stesso reputa non più democratico.. con una governabilità illegittima costruita sul perdurare di un processo assoluto determinato dall'alto di cui lui stesso nel passato ha usufruito.

In caso contrario.. non avrebbe nemmeno senso il suo meravigliarsi di una mancanza di democrazia da tempo ormai evidente alla gran parte di cittadini che non vanno più al voto. Forse il cavaliere pensava che Renzi restasse immobile dopo le oltre trenta fumate bianche per i componenti della Consulta? Pensava forse che il determinismo sfrontato di un simile premier.. capo di un governo e con in mano la segreteria del Partito di maggioranza.. avrebbe sopportato il lungo braccio di ferro senza trovare una soluzione diversa? Possibile che Berlusconi, figura da tempo vissuta nel quadro della politica nazionale, non abbia ancora intuito che in politica certi fragili ed inopportuni patti alla "nazareno" non possono avere capacità di sostenere il percorso di una politica impastata di compromessi che marcia dritta verso un percorso ormai sommerso di anomalie?

Se il cavaliere si rammarica della cattiva conduzione di un governo anomalo e intende rinnovare il sistema politico istituzionale deve anteporre ciò ad ogni sua azione di Partito, muovendosi con un concetto diverso e separato da una definizione ideologia liberale di destra, poiché il principale compito di oggi, prima di assumere certe posizioni, è proprio quello di combattere una lotta per la ristrutturazione di un sistema che fa acqua da tutte le parti: Le anomalie esistenti sottolineate dall'anziano leader non sono altro che l'insieme di una politica del passato a cui lui stesso ha partecipato.

L'esortazione... “Centrodestra avanti!” appare superflua oltre che inutile.. dato che risulta evidente che certe posizioni, anche se in modo subdolo, sono state colte e messe in atto dallo stesso Renzi.. che non opera certamente per una politica di sinistra in favore dei più disagiati. Anche se un domani dovesse andare al governo un qualunque centrodestra ( oggi più confuso che coeso) non vi sarebbe differenza poichè i conflitti ed i compromessi sono ormai incancreniti nella zavorra di un sistema stracolmo di anomalie.

16 dic 2015

Future elezioni... alla faccia dell'innovazione.


di vincenzo cacopardo
Sembrano siano iniziate le grandi manovre in vista delle elezioni comunali del 2017. Indovinate chi vi è in prima fila: Leoluca Orlando: Alla faccia dell'innovazione e delle figure nuove!..Ma dico certi personaggi..non si stancano mai di imporre questa loro immagine ormai desuetà?

Pare che ancora una volta vedremo , Leoluca Orlando in prima linea. Se non vi saranno, al contrario, clamorose sorprese, quindi, il capoluogo sarà chiamato a rinnovare sindaco e consiglio in primavera, mentre per la Regione se ne parlerà ad autunno del 2017. Nientemeno, secondo quanto riportato da giornali locali, si parla di trattative in corso per Orlando per l'ennesima poltrona di piazza Pretoria.Un processo che dovrebbe intensificarsi l'anno prossimo e nel 2017: Da lì vi sarà tempo un anno e mezzo perchè i palermitani decidano.

Al di là della figura di Orlando..sulla quale non mi permetto di commentare e che sembra non stancare i palermitani, quello che non si può comprendere è il fatto della riproposizione continua degli stessi personaggi in un momento storico in cui la stessa Sicilia è in cerca di una vera metamorfosi sociale che parta oltre che dalle idee, anche dal cambiamento stesso delle figure.

Ancora si parla di orlandiani o crocettiani ..quando la nostra terra dovrebbe vedere nuovi personaggi che incoraggino un cambiamento che parta dai valori stessi di questa terra e non dal vecchio sistema politico incacrenito sulle posizioni legate al vecchio sistema. L'idea stessa che questi navigati personaggi già inseriti nelle istituzioni lavorino per una loro ripetuta candidatura un anno e mezzo prima, anziché provvedere alla efficienza dell'attuale... che manca di una vera organizzazione in favore dei servizi delle amministrazioni, già di per sé dovrebbe porre dubbi ed interrogazioni agli stessi cittadini che vivono e lavorano in questa terra.

La città di Palermo ..come la Sicilia tutta..meriterrebbe molto di più!
Attendono da tempo di portare avanti programmi più congeniti e studiati e non l'anacronistico impegno personale verso una futura candidatura a sindaco od a presidente della regione. In questo momento stesso le città e tutto il territorio siciliano chiamano aiuto, poiché il disinteresse governativo e l'infruttuoso sostegno politico locale sembrano lavorare a solo scopo personale per mettere a segno solo posti di potere e di governo. Se per costoro.. il sogno è solo quello di vincere future comunali o lanciare le volate per le future regionali, si percepisce bene la mancanza di una vera sensibilità politica nei confronti degli stessi cittadini.
.Meditiamo!





Salvini rende forza al premier ciarlatano

di vincenzo cacopardo
Ci voleva la parlantina fuori luogo di Matteo Salvini per offrire maggiore visibilità al sindaco d'Italia Premier che, data la sua innata furbizia, non perde occasione per trarre da questi attacchi, ulteriori opportunità a suo vantaggio.

Pronta e scontata la risposta resa durante la registrazione del sistemico salotto dell'immortale Vespa: "La strumentalizzazione politica di queste ore mi fa davvero tristezza", c'e' un limite che e' il confine del rispetto umano e quando si esce da quel limite si entra nell'odio". E non gli si può certo dar torto dato l'inopportuno frasario usato da Salvini che definisce Renzi un “infame e responsabile della morte del pensionato truffato dalle banche”.

Al di là di una frase detta in un momento poco adatto.. anche nel rispetto di chi ha perso la vita.. Il leader della Lega, che ormai da tempo avanza nei consensi, con queste inopportune frasi, può fare solo torto al suo successo, poiché sembra chiaro che simili affermazioni verbali tanto generiche..quanto inappropriate, non possono che rendere vantaggio al suo avversario politico.

Nella registrazione della puntata odierna di Porta a Porta il presidente del Consiglio difende a spada tratta il decreto legge varato dal governo sulle banche...ritenendo che al contrario non ci sarebbe potuta essere alcuna possibilità di salvezza."Intanto mettiamo al riparo il sistema bancario perché se parte il panico non andiamo da nessuna parte. Se qualcuno pensa a qualche voto in più speculando sulla morte, sappia che su questo terreno non risponderò. C'è un attacco al governo al quale non risponderò. La strumentalizzazione politica di queste ore mi fa davvero tristezza".

..Una risposta decisamente e stupidamente agevolata da un..poco scaltro.. Salvini!

Con la solita furbizia verbale, il premier, riesce a togliersi da ogni difficoltà sproliquiando su ciò che farà sempre dopo..cercando di evitare le responsabilità dovute alla mancanza di atti preventivi e di vigilanza che il governo..(sempre super attivo come lui afferma di continuo).. avrebbe potuto già studiare da tempo. Evitando naturalmente il fatto che.. chi governa.. non può che presagire tali conseguenze...E da lì la solita filastrocca del “vorrei” e del “faremo”: "Ci sono troppi cda, troppi direttori generali e troppi consulenti. Le banche vanno accorpate e lo faremo a partire dalle banche di credito cooperativo. E' arrivato il momento di dire che ci sono stati troppi che hanno giocato a fare i piccoli banchieri.

Bisognerebbe che Salvini si rendesse conto che sono altri gli argomenti sui quali sfidare il suo avversario politico: (Estrema semplificazione..fretta e mancanza totale di studi preventivi.)... e non le stupide ed inconcludenti offese che torneranno sempre indietro a vantaggio di un Premier saccente e ciarlatano.













15 dic 2015

L'innata attitudine di un Pontefice sempre più sensibile ai temi sociali


Un pontefice che pare spingere le porte di ingresso ad un nuovo modo di pensare e di vivere.
Ancora parole sagge da un Papa dedito alla fraternizzazione tra i popoli
di vincenzo cacopardo

Cancellare il debito internazionale degli Stati più poveri, abolire la pena di morte, varare nuove leggi sull'immigrazione per poter garantire una maggiore accoglienza. Papa Francesco..pur non riferendosi alla politica, indirizza il suo pensiero verso le giuste strade di una armonica società internazionale. In verità l'appello è diretto verso i responsabili degli Stati di tutto il mondo nel Messaggio per la 49esima Giornata Mondiale della Pace .

Un pontefice che in tanti amano, ma tanti altri giudicano come un predicatore che varca i confini della normale evangelizzazione... entrando in un territorio che non gli dovrebbe appartenere. Naturalmente...si può anche capire quanto fastidio possa esprimere il suo lessico: Un linguaggio sociale umile che, in ogni modo, gli spetta in quanto conforme con l'opera della sua predicazione cristiana. Se la politica ne risente.. vuol dire che ne percepisce in pieno le proprie colpe e responsabilità!

Papa Francesco (sarebbe incomprensibile non ammetterlo) insegna e dirige una strada per la salvezza di tutta l'umanità e guida la sua opera con opportuno equilibrio: Per lui la semplicità non è semplificazione.. ma gesto disinvolto..sobrio ed affabile, la generosità non è sacrificio..ma dedizione volontaria, l'umiltà il modo più comune di proporsi verso i problemi più ardui e complicati. Sono tutte manifestazioni che appartengono in qualche modo al sociale..anzi ad una utile socializzazione dei popoli che ne hanno sicuramente necessità. Vi è in lui una particolare necessità di fraternizzazione tra i popoli per una partecipazione alla vita della comunità internazionale. A tal proposito Francesco persevera..attraverso lo spirito del Giubileo.. in quell'importante opera della Misericordia.

Queste le sue parole che si spingono ogni giorno di là: "Anche gli Stati sono chiamati a gesti concreti, ad atti di coraggio nei confronti delle persone più fragili delle loro società, come i prigionieri, i migranti, i disoccupati e i malati. Per quanto concerne i detenuti, in molti casi appare urgente adottare misure concrete per migliorare le loro condizioni di vita nelle carceri, accordando un’attenzione speciale a coloro che sono privati della libertà in attesa di giudizio, avendo a mente la finalità rieducativa della sanzione penale e valutando la possibilità di inserire nelle legislazioni nazionali pene alternative alla detenzione carceraria. In questo contesto desidero rinnovare l’appello alle autorità statali per l’abolizione della pena di morte, là dove essa è ancora in vigore, e a considerare la possibilità di un’amnistia".


Parole sentite e rivolte alla politica, non come imposizione ..nè certamente per una personale vocazione alla dottrina o per sentirsi in diritto di dire la sua, ma per una semplice ed innata attitudine verso un immenso bene terreno resoci da chi ci ama e l'importanza stessa che gli uomini in terra dovrebbero dimostrare nel rispetto per la propria e l'altrui vita.

.Boschi: Discuteremo in aula!

«Discuteremo in Aula, voteremo, e poi vedremo chi ha la maggioranza».

Queste le sintetiche parole della ministra Boschi. Una ministra che pare non voler affrontare alcun altro discorso in proposito, dimostrando tutta l'insensibilità e il disinteresse politico di colei alla quale sono state affidate le delicate riforme costituzionali. Al di là di ogni sua precisa responsabilità in proposito.. Il suo atteggiamento appare poco coerente ed irrispettoso da parte di chi dovrebbe almeno esprimere rammarico per coloro che sono incappati in una autentico raggiro.
Non possiamo trarre conclusioni affrettate sulle delicate questioni odierne riguardanti il compito di una ministra che asserisce di non essere stata presente a quel Consiglio che ha decretato in proposito..Ma sappiamo anche che poco o niente può importare la sua presenza in una seduta del Consiglio dei ministri quando in realtà ne è di diritto componente.
Riportiamo questo articolo puntuale ed assai descrittivo del Giornale che potrebbe offrire spunti di riflessione su tutta la vicenda al quale possiamo dare conto pur non traendone conclusioni affrettate..se non politiche.
vincenzo cacopardo


Articolo del Giornale del 15/12/2015 di Paolo Bracalini

Non solo la famiglia Boschi (padre, figlio, cognata) impiegata nella banca in ruoli di primo piano, ma anche altri petali del giglio magico molto interessati al destino dell'istituto. 
A partire da Davide Serra, il finanziere italo-londinese grande sponsor delle campagne elettorali di Renzi, cui ha portato in dote un bel giro di banchieri e uomini di affari.Serra, che nel 2014 si è iscritto al Pd di Londra e che Napolitano, tra gli ultimi suoi atti al Quirinale, ha nominato commendatore della Repubblica, non è solo un habitué della Leopolda, ma anche un generoso finanziatore (225mila euro) della Fondazione Open, la cassaforte delle fondazioni renziane, di cui segretario generale è proprio Maria Elena Boschi insieme al sottosegretario Luca lotti e al fidato Marco Carrai.

Ma le relazioni tra il finanziere capo del fondo Algebris e il cerchio magico renziano si intrecciano anche su Banca Etruria, quella del vicepresidente Pierluigi Boschi, padre della ministra. Nel febbraio scorso, infatti, quando la banca è già al collasso affondata dalla pessima gestione dei crediti (da lì a qualche giorno verrà infatti commissariata da Bankitalia) da Londra si fa vivo un investitore dal fiuto raffinato: è il renziano Serra. Che formula in due tempi diversi, prima e subito dopo il commissariamento - come ha rivelato il Messaggero - una «proposta di cooperazione, risanamento e rilancio di Banca Etruria». Nella prima missiva Serra manifesta interesse per l'acquisto dei «non performing loans», i crediti in sofferenza della Banca Etruria, fino a 750 milioni di euro.

Solo qualche giorno più tardi, e precisamente otto giorni dopo il commissariamento, il finanziere amico del premier torna alla carica e scrive una seconda lettera, indirizzata ai commissari della banca aretina. Serra rinnova l'offerta per il portafoglio dei crediti incagliati, ma amplia la sua proposta a una più vasta cooperazione per rimettere in salute la Etruria e addirittura partecipare alla ricapitalizzazione, anche facendosi carico di 20 dipendenti della banca e 40 di Etruria Informatica, una controllata presieduta da Lorenzo Rosi, ex numero uno dell'Etruria (che, si è scoperto da poco, sarebbe socio in tutt'altre faccende con Tiziano Renzi, il padre del premier).Non sappiamo se l'offerta di Serra - che abbiamo provato a contattare, senza risposta - sia stata presa in considerazione da Banca Etruria o sia finita nel nulla. Anche perché, nel frattempo, il finanziere era finito sotto i riflettori per essere stato convocato dalla Consob proprio in relazione a Banca Etruria e alle sospette speculazioni avvenute sul titolo schizzato in Borsa del 66% a ridosso della trasformazione - per decreto del governo - delle popolari in Spa («Mai nella storia di Algebris - spiegherà la società di Serra - è stato fatto alcun investimento nel capitale della Banca Popolare dell'Etruria»).

Sospetti infondati e malevoli. Come quelli che lo avevano investito nel 2012, quando si era scoperto che l'Ente cassa di risparmio di Firenze, la principale fondazione bancaria della città - sindaco Renzi - aveva appena acquistato 10 milioni di bond proprio da Algebris Investments, il fondo di Davide Serra. Un paio di settimane dopo lo stesso Serra organizzerà la famosa cena di finanziamento per Renzi a Milano, ospite anche Jacopo Mazzei, presidente della cassa di risparmio di Firenze. Coincidenze.Certo è che alla Leopolda dell'anno scorso il finanziere, animatore di un tavolo economico nella kermesse renziana, ha proposto una «norma a costo zero» che consenta alle banche di recuperare più rapidamente i crediti. Proprio quello che puntava a fare con gli «incagli» di Banca Etruria.Una vicenda che ha travolto il ministro Boschi, che però, di fronte alle mozioni di sfiducia in Parlamento, ostenta serenità: «Discuteremo in Aula, voteremo, e poi vedremo chi ha la maggioranza».



Una nota all'articolo di Francesco Del Vigo sulla Leopolda

Questo articolo di Del Vigo mette in evidenza un certo regime che si respira nella convention renziana che oggi appare una sorta di festa quanto mai passata.
La Leopolda è lo specchio accondiscendente al quale Renzi chiede se è il più bello del reame.” Così esprime e condensa il suo pensiero Del Vigo rispetto ad un evento nato nel passato quando il Premier era sindaco di Firenze. L'articolo chiarisce perfettamente le limitiazioni di una “Kermesse” costruita ormai su immagini retoriche di un giovanilismo forzato.

In realtà l'operazione che il sindaco d'Italia, Matteo Renzi, conduce ormai da qualche anno... altro non è che un intervento voluto da un processo di globalizzazione che si muove per accompagnare la politica ed il mondo imprenditoriale al fine di semplificare le strade che ogni processo più democratico.. invero.. tende a rallentare. E' la strada Machiavellica di chi si impone giustificando i mezzi per un fine!... Il fine è di certo quello di dare più forza al comando... ossia ad una governabilità in un processo istituzionale che vede nel Parlamento rallentamenti poco graditi.. in un mondo dove la parola d'ordine è la dura lotta alla concorrenza e quello che conta, oltre al risultato, è il tempo in cui lo raggiungi.

In questi processi, l'unico principio è quello di correre verso le soluzioni, al di là di quello che esse possono portare come reazione, sono processi che non possono guardare ad una prerogativa..sia che si tratti di operare al fine di un bene sociale ..che economico o culturale. La conseguenza è quella di perdere ogni contatto con la qualità ed ogni visione più corretta e ponderata.. poiché la fretta non mette in condizione di farlo. Quello che oggi si avverte è soprattutto la perdita di una percezione che non aiuta a guardare in prospettiva ..ma solo al momento. Per questa ragione gli serve una vetrina come la Leopolda che possa incantare il suo pubblico che percepisce l'istante e mai in lungimiranza.
vincenzo cacopardo





Articolo di Francesco Maria Del Vigo
(Dal 2011 al 2014 responsabile del Giornale.it e adesso all'Ufficio di direzione del Giornale.) 

La Leopolda di regime e il Minculpop che mette all’indice i giornali


Peggio di Renzi ci sono solo i renziani. Specialmente quelli più realisti del re. Venerdì sera è iniziata l’ennesima Leopolda. Per chi non lo sapesse la Leopolda è l’antica stazione – ora spazio adibito agli eventi – nella quale, da cinque anni a questa parte, Renzi raduna le sue truppe. L’adunata di renziani è nata quando il premier non era ancora premier e neppure leader del Pd, ma solo sindaco di Firenze. E, allora, rispetto alla sovietica ortodossia del partito, sembrava quasi un cenacolo di carbonari, di giovani dalle belle speranze che volevano rottamare i papaveri mummificati della sinistra.
La storia, ad oggi, gli ha dato ragione. Perché nel frattempo è cambiato tutto. Ma alla Leopolda fanno finta di non essersene accorti. Così l’evento, da conciliabolo di contestatori si è trasformato in meeting istituzionali di adoratori di Renzi.
La Leopolda è lo specchio accondiscendente al quale Renzi chiede se è il più bello del reame. E la risposta – va da se – è sempre affermativa. La Leopolda è il Natale e il Capodanno del renzismo, l’esaltazione della sua vacuità e la falloforia della sua arroganza. Un lavacro benedetto per chi vi entra, un sonaglio da paria per chi non viene invitato. Ma in questa edizione c’è stato un salto di qualità.
Di solito la kermesse si limitava all’esibizione dell’armamentario renziani, un misto di immagini retoriche pop e jovanottiane, sgabelli da bar, lambrette, microfoni anni cinquanta, jeans, camicie bianche scravattate e hit radiofoniche. Insomma tutto quello che può sembrare giovanile (come se la gioventù fosse un merito) e di moda a un ex boy-scout. Invece stavolta è comparsa – serpeggiante – un’altra faccia del renzismo: l’allergia a ogni critica, l’insofferenza alla stampa e alle voci che non siano perfettamente allineate al pensiero (!) del premier. A un certo punto è stata proiettata la classifica delle dieci peggiori prime pagine dell’anno, votate dai presenti. Nel mirino degli ascari renziani sono finiti prima di tutto il Fatto quotidiano, poi Libero e Il Giornale. La stampa nemica. I mascalzoni che osano sfidare le veline del premier e i messaggini del suo efficientissimo capo ufficio stampa e spin doctor. Per carità, ci sarebbe da ridere, se fosse la Leopolda di cinque anni fa. Ma in questa veste istituzionale tutto assume le rigidità del Minculpop, dell’insofferenza nei confronti delle critiche e delle contestazioni. Ma soprattutto del giornalismo e della libera informazione. Di qualunque colore e idea siano.
È evidente che tra il Giornale e il Fatto non ci siano tanti punti di contatto, semplicemente capita che su questi quotidiani vengano svelate le balle con le quali Renzi cerca di incantare sessanta milioni di italiani. Guardate il casino del salva banche. È il lavoro dei giornalisti, non è accanimento. Ma al premier non va giù e ai suoi zelanti camerieri neppure. Così la festa del renzismo si è trasformata in un triste Sanremo di regime.
La Leopolda è invecchiata. Ed è invecchiata male.






14 dic 2015

..Renzi..monotono menestrello... strilla nella sua Leopolda



"Come un abile cantastorie..Renzi persevera..alzando il tono della sua forviante comunicazione"

di vincenzo cacopardo

Dice tutto antemponendo “con molta semplicità” o “lasciatemelo dire”...come è d'uso nella sua monotona comunicazione da vero cantastorie. Alla Leopolda..il sindaco d'Italia Renzi..manifesta ancora di più il suo carattere determinato.. oggi del tutto fuori luogo.. Strilla.... come usa fare qualunque comunicatore quando.. nel reagire ai difficili momenti.. trascina il suo popolo di seguaci...alzando il tono della voce. Ciò che avviene in modo fisiologico quando chi governa con supponenza incappa in una problematica rovente come quella delle banche che hanno messo a terra i tanti cittadini....Noi diremo...noi faremo.. noi.. e sempre noi...Poichè nella sua furbizia conosce l'importanza di usare il noi ...a differenza dell'io usato nei momenti di gloria positivi.

Ma in realtà ciò che si sarebbe dovuto fare ieri è sempre assai tardivo oggi!

Le misure del governo per salvare i tanti cittadini colpiti dal fallimento delle banche..parlano di 100 milioni di euro a fronte di un buco di quasi un miliardo. Al di là dell'immenso lavoro per la ricerca di chi dovrà essere risarcito.. non è per nulla certo che tutti i cittadini potranno restare soddisfatti e vi saranno ulteriri costi che graveranno, come al solito, sulle casse dello Stato.. La domanda del giorno non può che essere la solita: Per quale strana ragione non si è mai provveduto in modo preventivo ad un controllo serio? E per quale ragione il governo dovrebbe essere esente da un tale controllo..che, anche se indirettamente, gli spetterebbe? 

Intanto, in un quadro di assoluta insensibilità politica, avanza la convention fiorentina: La Leopolda.. una creatura renziana, edificata proprio per la sua furba, ma anche ipocrita, comunicazione. Sappiamo che nel 2010 si ebbe la prima edizione della Leopolda che titolava “Prossima fermata Italia”. Nello spazio della ex stazione ferroviaria omonima Civati e Renzi organizzarono questo happening che voleva in quale modo essere una sorta di manifesto per che voleva presentarsi come una nuova politica ( ma che in realtà, agli occhi di oggi, non dimostra nulla di nuovo) invitando diversi amministratori, politici e professionisti. Conosciamo poi la piega che hanno preso i sogni gloria dei due ambiziosi trentenni: Renzi è diventato Premier e dei vecchi palazzi è diventato il più potente e illustre inquilino mentre Civati, polverizzato dal suo partner di rottamazione, ha abbandonato il Partito a favore di una linea politica più coerente con le proprie idee. Tra le frasi più usate usate nella prima convention conosciamo :”Diamo un nome al futuro” ed II futuro è solo l’inizio. ..Frasi che tutt'oggi riempiono il silenzio di un vuoto politico, ma che in realtà non si sono dimostrate altro che comune retorica.

Abbiamo la bandiera del PD tatuata nel cuore!” Echeggiando questa frase.. il comunicatore avrà pensato di conquistare la platea in una congrega di presenze ormai addomesticata dai suoi toccanti ed ipocriti comunicati. In realtà queste frasi struggenti poco si adattano a chi, nel merito, non ha saputo portare avanti una politica in favore dei cittadini più bisognosi ed a sostegno di una più eqilibrata democrazia.. non provvedendo ad una vera politica del sociale e continuando a distribuire solo mance continue.
Per buona pace di tutti coloro che seguono l'ipocrisia di un lineaa politica di una ormai vecchia Leopolda!




nessuna regione al Front National.

Dopo i ballottaggi in Francia..nessuna regione per il Front National.

Non sappiamo se tra i voti ottenuti dal Partito di Nicolas Sarkozy vi siano consensi che appartengono al Front National, ma una cosa è certa: La paura verso il diverso ha reso il popolo francese nel panico e la forza di una destra ed una sinistra hanno determinato una sempre più strana maggioranza in un percorso di incoerenza che ormai pervade in tutte quelle democrazie europee.

I voti della sinistra sono convogliati sulla destra in barba ad un primo turno che vedeva in testa il Front National..I francesi non hanno fatto mancare la corsa al voto per panico! Quello che risulta di sicuro comprensibile è il fatto che un Partito come quello della Le Pen..(che per costituzione è un Partito accettato qualunque sia la sua propaganda antisistema e non del tutto fuori dalla logica di una politica appartenente alla democrazia popolare francese), continua a mettere terrore per le sue dichiarazioni estreme e decise.

Ma se in Francia il Front National..per essere bloccato a tutti i costi.. vede un patto che lega la destra di Nicolas Sarkozy ad una sinistra socialista..ciò può solo significare che la politica resta ancora imprigionata da un paradigma incompresibile che costruirà ancora continue incoerenze.

Marine Le Pen esprime con queste dure parole lo smacco della votazione al secondo turno: "Voglio esprimere la mia gratitudine ai più di 6 milioni di francesi che hanno votato Fn e hanno saputo rifiutare le intimidazioni e le manipolazioni", "Il Front National rimane la prima forza di opposizione nei municipi francesi", "Questo è il prezzo da pagare per l'emancipazione di un popolo. Grazie a tutti militanti che con il loro impegno, la loro energia hanno permesso il risultato del primo turno, sradicando il partito socialista a livello locale". 

Al di là di ogni valutazione sul partito del Front National.. il tutto sembra esser stato deciso da una vera ammucchiata di centrodestra e di sinistra voluta per arginare l'avanzamento di un Partito che si è caratterizzato come un terzo incomodo..difficile da digerire per le sue estremizzazioni.. ma stranamente suggerite da una buona parte dello stesso popolo francese. Un Partito forte  che non finirà di portare avanti nel futuro la sua battaglia. 
vincenzo cacopardo