15 apr 2019

SALVINI-RAGGI: ATTACCHI PRETESTUOSI E SLEALI


Al di là di ogni posizione politica e fuori da ogni pregiudizio, il modo di procedere del leader della Lega pur di propagandare la propria figura..sembra non risparmiare nessuno . Come una sorta di cacciatore che di giorno in giorno ricerca la preda a lui più congeniale sulla quale concentrare gli strali.
di vincenzocacopardo

La già più volte denigrata sindaca di Roma rimasta di recente inconsapevolmente legata allo scandalo che ha messo agli arresti il presidente del Consiglio Comunale della capitale Marcello Devito..è sempre costretta a difendersi per inclinazione di una stampa che persevera nel tentare di coinvolgerla in ogni modo.. e persino da un politico come Salvini (alleato nel governo) che si espone a travestimenti con le più variegate divise: Una costante.. quella di Salvini.. che non gli permette di riflettere quanto queste sue pose lo rendano risibile e come l'uso delle divise in pubblico possano contribuire a canzonarlo..

Ciononostante il furbo leader della Lega insiste da un po' di tempo a beffeggiare l'operato di una sindaca attribuendole sommessamente una certa incompetenza. Il suo bersaglio dai temi dell'immigrazione sembra ormai restringersi nell'orbita di una continua critica a Virginia Raggi colpevole di avere riempito Roma di topi e gabbiani...di mezzi pubblici fuori uso e di immondizia giacente nelle strade sfossate. Una critica comoda di chi pare voler ingaggiare un braccio di ferro con gli alleati di governo...Insomma..non avendo altri temi più importanti sui quali dirigersi ed affrontare nel governo.. la via della Capitale e delle sue molteplici problematiche gli appare più comoda e remunerativa in termini di consenso.

Troppo facile ancora oggi infangare la figura della sindaca di Roma per il suo lavoro..Lei è stata da subito un comodo "capro espiatorio" La si sceglie ogni qualvolta per addossarle una responsabilità anche quando è totalmente innocente. Il fenomeno del capro espiatorio può derivare da molteplici motivazioni, consapevoli o inconsapevoli..nel caso della Raggi, chi tende a tormentarla con le accuse, non può non esserne consapevole. Tuttavia la lotta contro la sindaca è una battaglia che spesso appare diretta verso l'intero Movimento.

Si prende di mira Virginia Raggi e la si colpisce di continuo nel suo ruolo su ogni minima determinazione non considerando i molteplici sacrifici che di sicuro la costringono persino sotto l'aspetto familiare. Ma la storia appare più semplice di quanto si voglia far credere..e tanti cittadini romani possono ben comprendere il difficile compito che oggi ricade sulla Raggi: Le invidie scatenate ove nel prossimo futuro dovesse riuscire a mettere a posto anche di poco la sua Amministrazione per dare sfogo ad un'opera di riassetto dei servizi, sono evidenti e potrebbero scatenare ulteriore livore!

Tempo fa sul tema scrissi: “che la migliore metafora rimane quella che individua la Raggi come un'autista posta alla guida di un'auto vecchia e malandata a cui difficilmente possono apprestarsi opere di aggiustamento poiché le risorse mancano o sono ristrettissime: L'accensione del mezzo e precaria..i freni ancora di più, i fari non si accendono..le marce grattano e la frizione andata..i tergicristalli non funzionano..le gomme fin troppo lisce...e così via...Proviamo dunque a pensare in una condizione simile cosa potrebbe fare un altro conduttore del mezzo.. se non cercare in tutti i modi di rimettere a posto il mezzo senza il quale non potrebbe mai raggiungersi un qualsiasi traguardo.
La strada migliore, anche se più lunga, appare quindi quella di rimettere in grado di far funzionare l'auto( l'amministrazione) per raggiungere con maggior serenità e sicurezza quel traguardo a garanzia dei servizi funzionali ed utili alla città. Una strada lunga e difficile, ma sicuramente meno complicata se non si investisse di continuo la volenterosa conducente.
Se quest' auto non si ripara non sarà mai possibile raggiungere ogni traguardo! L'alternativa è quella di procedere come nel passato dove si tendeva a rappezzare ogni cosa sistemandola nel momento, ma lasciandola non finita ed in mano alla corruzione... alla speculazione di una Amministrazione incontrollata. ..e di una cittadinanza distratta.”

Il problema del Comune di Roma è diverso ed imparagonabile con gli altri! Con circa 15 0 16 miliardi di debiti accumulati dalle vecchie amministrazioni.. se oggi si tocca l'argomento ci si ritrova con la facile retorica di una opposizione che finisce con la stupefacente risposta che non si possono attribuire tutte le colpe ad un passato politico.
Il problema amministrativo di Roma andrebbe condotto con particolare attenzione e lo stesso Salvini lo sa bene fingendo di non comprenderlo...ma sa anche che rimane il punto debole del Movimento giacchè la città non potrà mai essere messa a posto in pochi anni!


11 apr 2019

SALVINI, DIMAIO.. ED IL CONTRATTO..



NON SI SCORGE UNA POLITICA DI INNOVAZIONE
Il cambiamento è come un treno che corre e che passa di rado ..bisogna saperlo prendere a volo e guidarlo senza tentennamenti!

di vincenzo cacopardo

"Basta banchieri, burocrati, barconi e buonisti","prima gli italiani"! Noi non abbiamo giornali e opinionisti e professoroni, ma abbiamo il popolo che ci ha votato..
Per Salvini sono i soliti slogan che catturano di certo l'interesse dei cittadini, e che tuttavia rimangono spesso parole poiché nei fatti è sempre un'altra cosa. E' un'altra cosa mettere in atto una politica per il proprio popolo quando mancano le risorse, è' un'altra cosa quando ti scontri con una realtà sociale come quella che fino ad oggi si sostiene attraverso una globalizzazione..una economia e certe regole internazionali difficili da smontare..almeno di poterle affrontare con quel particolare equilibrio che proprio il capo della Lega non pare avere nel suo DNA.

Il leader della Lega sostiene che ciò che interessa è "essere famiglia e portare il cambiamento in Europa”. Ma il cambiamento potrebbe trasformarsi in una parola generica se non intrapreso con l'uso di un particolare equilibrio. Al contrario...Salvini tende a spaccare un pensiero e non a ricercarlo attraverso una riassunto equanime. La sua narrazione è sempre più spesso tagliente e pare non porre mai alternative. Tuttavia la persona non è per nulla manchevole di quell'intuito politico di furbizia.. e nella comunicazione sa bene come incantare il suo popolo. Questo non può fare di lui una figura politica completa: Se a volte nel merito potrebbe avere ragione (vedasi il caso Diciotti) non lo stesso può dirsi nell'ottica di un sistema giuridico procedurale. Impegno ed energia, sono la sua forza e con l'aiuto della reta riesce ad esaltare gli animi dei più suscettibili indossando divise..

A differenza di lui.. Di Maio (che oggi potrebbe persino apparire come avverso all'interno dell'organizzazione del suo Movimento), si muove con maggiore accortezza e ne paga un prezzo poiché la sua cautela finisce col non rendere consensi nella politica odierna dove si adora il mito dell'uomo forte e deciso. Il leader dei 5stelle sconta fortemente il prezzo di alcune regole all'interno della organizzazione che appaiono limitative, costringenti ed a volte persino fin troppo imbarazzanti:Il doppio ruolo di leader del Movimento e quello governativo.. in un certo senso..non può aiutarlo. Le logiche dei valori dei pentastellati sembrano contrastare nettamente con la illogica dei loro principi organizzativi ed il loro modo di interpretare la funzione politica. Nel suo incedere politico, Di Maio sembra comunque molto migliorato rispetto all'inizio della sua scalata in seno al Movimento essendo stato costretto a ravvedersi su alcune dichiarazioni, ma quale politico non lo è stato nel passato?

Fra i due leader vi è stato posto in mezzo un contratto (un contratto non proprio deciso dal popolo, ma da due forze politiche messesi insieme per governare che vantavano due evidenti diverse posizioni). Man mano non si potevano che scorgere le differenze. Diversità che non hanno portato ad una vera sintesi positiva, ma ad un disagevole “do ut des”: Una sorta di ricatto che non può che innervosire lo stesso popolo del consenso.

La via del cambiamento pare quindi essere stata arrestata da questa unione politica scaturita da una legge elettorale non esattamente completa nei suoi principi proporzionali. Si avvicina un nuovo bipolarismo di cui poi torneremo a lamentarci..con un ritorno alle due contrapposte posizioni che incanteranno il popolo con la loro retorica ideologica...come un giro della giostra andato a vuoto per la mancanza di nuove forze moderne progressiste che ancora non si scorgono..Si ritornerà al passato avendo perso l'occasione di una vera innovazione della politica. Il cambiamento è come un treno che corre e che passa di rado ..bisogna saperlo prendere a volo e guidarlo senza tentennamenti!

3 apr 2019

COL PESANTE DEBITO E SENZA CRESCITA…COSA FARE?




Le determinanti direttive internazionali che costringono le regole dell’economia
di vincenzo cacopardo

In un mio precedente post ho fatto riferimento al grande economista e premio Nobel Paul Robin Krugman. Secondo il noto  professore di economia…l’austerità voluta dai grandi imperi economici ha portato ad un autentico fallimento. Egli... in proposito.. ha sempre sottolineato con forte critica le relative speculazioni di alcuni fondi e l'importanza di alcuni interventi economici in favore di investimenti: Un pensiero che appartiene ad una filosofia economica descritta come neo-Keynesiana.
Il premio Nobel..già da tempo.. si chiede chi potrà trarre vantaggio da questa crescita. La sua è di sicuro una delle più profonde e sentite domande che pone ed alla quale dovrebbero continuare a portare riflessione le politiche economiche di tutti i Paesi proiettati verso la speranza di una crescita.

La sensazione..a parer mio... è che si resti fin troppo succubi di un sistema (per la forza dei potentati economici).. senza alcuna speranza di poterne ricercare un altro più attuale ed indispensabile al momento storico che attraversa la società!

La teoria di John Maynard Keynes, basata sull’aumento degli indispensabili investimenti, potrebbe risultare decisiva per le odierne sorti della nostra economia: Secondo questo pensiero…nasce un'inevitabile necessità di intervento da parte dello Stato per dare forza ad un incremento della domanda globale..e…conseguentemente, aumentando i consumi, poter far crescere investimenti ed occupazione.

Appare oggi.. imperativa, determinata e determinante la visione di una economia internazionale europea che costringe gli Stati aderenti: Il continuo controllo sul debito e le direttive sulla stabilità dei Paesi della comunità condizionano a prescindere ogni percorso economico ricercato dai singoli paesi. Difficilmente, oggi, un Paese come il nostro, potrebbe dare sfogo ad una economia più brillante in termini di investimenti e di conseguente economia reale!

Un pensiero spontaneo.. quindi.. potrebbe essere quello di non riuscire a capire perché mai ci si debba adeguare ad un simile percorso di sofferenza imposto da un modo di interpretare il modello economico prevalentemente in termini di operazioni per il facile arricchimento dei pochi.. trascurando la vera linfa vitale di una società, la cui sopravvivenza dovrebbe basarsi in un’economia effettiva di sviluppo: Un modello che non potrà che generare un allargamento della forbice ricchezza – povertà.
Una risposta a tutto ciò sembra abbastanza evidente e contempla lo spirito con cui si muovono le potenti lobby che guidano, ormai in modo determinato, gli Istituti di Credito internazionali trasformati in luoghi in cui.. la principale occupazione.. pare essere quella di investire su operazioni finanziare sicure, trascurando l’indispensabile sostegno alle aziende che producono.
Comunque la si voglia leggere..da questa evidente ed illogica procedura pare impossibile uscire poichè si sono, già da tempo, impegnati i debiti delle Nazioni in un gioco finanziario ad alto rischio.

Restando fermi nei parametri della rigida visione dell’economia odierna internazionale, si indica come drastico il problema del nostro Paese strangolato da un pesante debito pubblico, senza il quale, potremmo oggi usare i miliardi, pagati in interessi, per far crescere la nostra economia: Se pagare il debito, in via di principio, è anche necessario..e se dovessimo continuare a dar conto a tale logica…il nostro bel Paese, non potendo crescere, non avrebbe più alcuna speranza di pagare alcun debito!

Cosa fare dunque?
Oggi le strade sembrano due: O, quella... ormai tardiva ed insensata... di un Paese che si stacca da questo processo di strangolamento slegandosi dall’euro, con l’intento di operare un piano di sviluppo reale e prolungando al massimo le scadenze del suo pesante debito Pubblico o, rimanere in questa soffocante condizione, venendo.. pian piano..strangolati ed obbligati a cedere gran parte delle proprie ricchezze esistenti nel territorio fino a negare ogni occupazione ai propri cittadini.

Ma una terza via forse c'è!..ed è quella di tagliare le spese incoraggiando il lavoro attraverso appositi investimenti anche a costo di sforare oltre. Una via che appare la scelta migliore, ma che ancora oggi non sembra aver portato risultati.. poiché si continuano a tagliare poche spese (spesso, anche impropriamente)..e non si trovano adeguate risorse da investire. La vecchia strada del sistema, in considerazione del rapporto con gli enormi interessi del debito pubblico, non riuscirebbe mai a mettere in linea un’economia di sviluppo con risultati sicuri.

Questa è la realtà che non vuole mai essere una compiaciuta visione catastrofica! Ma bisogna anche considerare in modo pragmatico che ogni speranza verso una crescita non potrà mai inventarsi senza i presupposti essenziali di un’economia reale, né tanto meno, chiudendo le falle di un sistema che per anni si è fatto finta di non vedere.


27 mar 2019

ELEZIONI REGIONALI... E FUTURO POLITICO




Sarà anche un dato di fatto che il Movimento 5Stelle nelle regionali della Basilicata non ha ottenuto una maggioranza, ma non c'entra proprio nulla il paragone che ci si ostina a fare con le politiche del 2018! Non si sottolinea il fatto che proprio in ambito regionale il Movimento 5Stelle ha più che raddoppiato i suoi consensi..ed è il primo partito della regione!

di vincenzo cacopardo

Una certa stampa incalza per comodo sull'argomento... e guai a contraddire la stampa e gli sfegatati che guardano con astio i nuovi arrivati...poiché si finisce sempre per passare come ferventi adulatori dei pentastellati e non come attenti analisti della politica e del metodo delle elezioni!

La verità che si vuole nascondere ai cittadini meno esperti è quella di confondere la diversa tipologia delle elezioni. Ma chi conosce questi argomenti sa bene che le lezioni Politiche non hanno nulla a che spartire con quelle regionali dove le liste civetta sollecitano e restano fondamentali per fare salire l'intera lista con i Partiti tradizionali. Ciononostante non è detto che se si votasse per le politiche oggi una consistente emorragia di voti per i Cinquestelle potrebbe esserci!

Quello che di certo emerge è il fatto che un partito di opposizione, che con un nuovo segretario vorrebbe presentarsi rinnovato, è riuscito a portare in Consiglio Regionale Marcello Pittella, ex presidente della Regione coinvolto nello scandalo della sanità lucana. Dimostrandosi ancora una volta che malgrado il bisogno di una opposizione... questi Partiti non riescono ad avversare politicamente questa maggioranza se non attraverso figure indagate che operano con il loro stesso consenso.
Le ultime tre elezioni regionali manifestano anche la voglia di ritornare ad un nuovo bipolarismo...se non addirittura un bipartitismo..in completa avversione con una legge elettorale spinta sul proporzionale che per adesso ne complica ogni formazione. La circostanza è anche supportata dall'odierno accordo governativo.. che si è costruito malgrado le tante differenze tra gli alleati..e che rimane il frutto di uno strano sistema elettorale proporzionale non esattamente definito nei ruoli. Destinato nel futuro a tendere quasi meccanicamente a ricostruire un altro sistema bipolare attraverso la forza di un maggioritario a cui tanti aspirano.

Non avendo messo al centro dell'attività politica il fondamentale ruolo parlamentare e bay-passandolo di continuo..non si potrà mai rendere forza allo stesso principio proporzionale.
Tutti gli sforzi per ricostruire il nuovo sistema secondo le giuste logiche.. sembrerebbero perciò risultati vani e la politica continuerà a rincorrere il sistema bipolare contenendo le posizioni dei cittadini nell'ambito delle due monolitiche posizioni e tagliando in due il pensiero politico.

Cambiare non vuol dire sempre innovare!

Tanti errori da parte di tutti!..Da parte di una politica che non ha percepito il momento favorevole per il cambiamento e non ha inteso proiettarsi con buon senso verso le analisi e la ricerca del nuovo..attraverso nuove idee di innovazione.
Quella di oggi tra il M5S e la Lega non è esattamente una sintesi, ma una precisa spartizione di regole e principi che spesso contrastano..Sebbene alcuni risultati potranno sembrare positivi, le differenze insite nello stesso contratto di governo nel tempo verranno al pettine.
E' un legame che prima o dopo esploderà per ricostruire un “futuro” che sembrerebbe destinato a tornare nel “passato”.



20 mar 2019

LA FINE DEL QUANTITATIVE EASING CHE RIDUCE LA CRESCITA E SOLLECITA LO SPREAD.



Nessuno che analizza i conti pubblici del nostro Paese ed i dati di crescita.. si pone la domanda sulla fine del Quantitative Easing. Uno strumento che ha sicuramente dato forza ai governi precedenti.. ed in mancanza del quale oggi...si riduce la crescita di tutti i paesi della UE.

di vincenzo cacopardo


Quando si valuta l'andamento dello spread non si puo' non tener conto del fattore QE. Ma cos'è il QE che la Bce di Draghi ha avviato nel marzo 2015? 
E' un particolare strumento di politica monetaria: Le banche centrali solitamente, in condizioni normali, tengono sotto controllo l'inflazione con il rialzo e il ribasso dei tassi d’interessi.

Letteralmente significa “alleggerimento quantitativo” ed è un meccanismo finanziario di immissione del denaro pubblico con lo scopo di ampliare la quantità di moneta in circolazione in modo da stimolare l'economia.
Oltre alla spinta all'economia..in questi anni...il QE ha avuto effetti positivi anche sulle borse, ma è di sicuro uno strumento che può sollecitare l'andamento dello spread.. Inoltre, avendo un po' più soldi a disposizione, grazie al rivalutarsi delle loro attività finanziarie, i consumatori sono stati spinti a spendere di più, limitando ogni rischio di deflazione generata dalla crisi.

Quando il Qe valeva 80 miliardi di acquisti mensili, la Bce e la Banca d'Italia compravano fino ai 12 miliardi al mese di BTP, poi gli acquisti sono passati a 60 miliardi.. e con la fine del 2018 sono cessati. Naturalmente..essendo ormai finiti..solo i governi precedenti ne hanno potuto beneficiare.

C'è chi afferma che la fine del Qe non è la fine del mondo...ma è un inizio del ritorno a un mondo finanziario più naturale...e che la sua fine non significa che la deflazione sia stata sconfitta, ma che la crescita dell'economia non ha più bisogno di un sostegno straordinario del grosso compratore. Tuttavia è chiaro che la sua mancanza non può aiutare alla stessa maniera una crescita come avvenuto durante il governo di Renzi e Gentiloni.

La Bce oggi non immette più nuova liquidità, e continua a reinvestire quella esistente utilizzando i soldi rimborsatigli dagli stati europei alla scadenza dei titoli, per comprare altri bond sul mercato...Insomma.. finito il QE, la Bce ha promesso di mantenere un altro diverso impegno decidendo di acquistare sul mercato secondario i titoli di Stato in vita restanti tra 1 e 3 anni di ogni Paese che ne chiede aiuto. In cambio degli acquisti da parte della Bce, lo Stato che chiede assistenza.. si deve, però, impegnare a ristabilire la sostenibilità del suo debito pubblico, mantenendo una disciplina sui conti pubblici, ed a collaborare attraverso riforme strutturali di sostegno alla crescita.

Naturalmente se lo Stato non rispetta tali impegni, la Bce può sospendendere di comprare. Tutto questo resta perciò valutato dalla stessa BCE secondo i suoi parametri e non propriamente sui bisogni di una politica indicata dai governi ed i loro cittadini.

19 mar 2019

FUTILE ATTESA PER LA “BELLISSIMA” DI MUSUMECI




di vincenzo cacopardo
Tempo addietro in questo mio blog scrissi un post sulla politica regionale siciliana che portava il titolo: “Diventerà bellissima.. ma quando?” Era già trascorso un anno e secondo le accalorate promesse del suo Presidente Musumeci..la politica siciliana e la stessa isola si apprestava a cambiare volto.


Nel mio stesso post ..scritto in attesa del cambiamento promesso..sottolineai il nulla che si scorgeva all'orizzonte per una totale mancanza di idee verso l'innovazione e gli ulteriori riprovevoli arresti per presunti casi di corruzione. Segnalai poi quei progetti politici inutili sotto il comodo e retorico ombrello ipocrita della difesa del territorio.

Vi era una figura di spicco sulla quale si ponevano speranze e che occupava una posizione di prestigio per la sua grande esperienza, ma sappiamo anche che il suo compito rimaneva costretto in un preciso ambito più di competenza scientifica che di decisionismo politico. Purtroppo per un malaugurato incidente ci ha dovuto lasciare! Del Professore Sebastiano Tusa.. che compiangiamo e stimavamo..ricorderemo sempre l'opera scientifica riconoscendone il merito a tutto vantaggio della nomea della nostra isola.

Tuttavia.. ancora oggi.. tutto rimane com'era.. nulla politicamente sembra cambiato dall'entrata del governo Musumeci..e nulla potrà mai cambiare per il fatto che tante delle figure che presiedono la giunta poste al comando dell'amministrazione rappresentano una vecchia impostazione della politica ormai al tramonto. A questo si aggiungono le nuove inchieste della magistratura che toccano esponenti di spicco della stessa giunta e personalità vicine al presidente.
Una nuova notizia che accentua la gravità della situazione si apprende in questi giorni: la Guardia di Finanza ha eseguito un decreto di sequestro da 800 mila euro nei confronti di altre 7 persone, tra cui l’attuale Presidente della Commissione Bilancio dell’ARS, Riccardo Savona.

Il risvolto di queste pesanti accuse le lasciamo alla magistratura, ma è compito di chiunque abbia a cuore le sorti della amministrazione della nostra Regione approfondire e disapprovare il ruolo politico di una giunta la cui superba denominazione durante la campagna elettorale era quella di far diventare “bellissima” la nostra isola.
Far diventare appena ordinata ed accogliente (e nemmeno bellissima) la nostra isola attraverso il mondo della politica che dovrebbe guidarla.. vuol dire cambiarne la stessa mentalità sistemica politica..vuol dire prodigarsi con impegno e cuore verso la strada delle bellezze e delle risorse naturali che la occupano. Vuol dire lavorare per un disegno delle infrastrutture occorrenti ed in coerenza con lo sviluppo naturale della nostra isola..etc..

Difficile che la Sicilia con questi soggetti che amministrano diventerà mai bellissima!..Sono soggetti politici attaccati al vecchio sistema delle contrapposizioni destra-sinistra ormai obsolete che continuano a generare politiche rabbiose di reazione ed incongruenti. Nessun territorio..men che mai la nostra Sicilia... merita una simile politica che così facendo potrà solo trasformarla in un'isola bruttissima.





9 mar 2019

ISTINTO E CONOSCENZA nella visione politica e sociale odierna




Inspiegabile come ancora oggi in temi di natura politica, nonostante l'infinita serie di mezzi di informazione, una buona parte della società ragioni attraverso un “istinto”... limitando a priori ogni fondamentale spazio alla “conoscenza”.
di vincenzo cacopardo

Sarà per la insipienza di non volersi immedesimare nelle questioni sociali o la volontà di non volerli approfondire con un'opportuna lettura..o anche per il semplicistico irrefrenabile principio di voler valutare tutto solo emotivamente.. Comunque sia...sta di fatto che...una buona parte di cittadini oggi continua ad affrontare i temi complessi della politica solo attraverso un proprio impulso emotivo... lasciandosi trasportare dall'impeto del momento.. senza approfondirli e percepirli con la giusta cognizione.

Temi fondamentali di cui oggi si discute..che riguardano il nostro Paese ed il rispetto per la vita.. come la questione migranti e la legittima difesa... sono argomenti che meriterebbero un'attenzione particolare... poichè toccano i valori primari dell'essere umano. Andrebbero approfonditi con un processo conoscitivo particolare e senza alcuna ragione di avvertirli con la superficiale rabbia supportata dall'emotività.

Ambedue i temi... ad i quali potrebbero aggiungersene altri... restano i cavalli di battaglia del leghista Salvini che già da tempo ha incanalato il suo percorso pseudopolitico nell'”istinto” per toccare gli animi dei suoi aderenti. Salvini...(che per me non è un fascista).. rimane comunque reazionario nel momento in cui nella sua narrazione, sottovalutando ed a volte persino tralasciando...la fondamentale funzione della conoscenza, stigmatizza all'eccesso l'insofferenza e il bisogno della ribellione emotiva.

Nel suo linguaggio politico...il leader della Lega stimola a reagire per istinto... il che, oltre a risultare riduttivo, resta poco edificante e costruttivo: Se nel momento riesce ad ottenere un risultato che lo avvantaggia in termini di adesione, col tempo...proprio in mancanza di approfondimenti e contenuti cognitivi... la sua politica si dimostrerà piena di incognite e spingerà ad altrettante pericolose reazioni opposte.

Insomma... la storia (anche quella politica) ci insegna che ad ogni reazione istintiva non può che corrisponderne un'altra..e quando queste azioni reattive sono prive del contenuto di conoscenza, il tutto non può che ridursi in scontri vuoti in cui quello che prevale, oltre all'ignoranza, è la supremazia della forza e della prevaricazione. Qualcosa sempre più difficile da contrastare proprio in mancanza di un dialogo che non può che basarsi sulla “conoscenza” degli argomenti.

7 mar 2019

DI MAIO..IL MOVIMENTO .. IL CORAGGIO... ED I RISCHI



Adesso il vero nemico di Di Maio potrebbe diventare lo stesso Movimento da lui guidato, poiché quando si governa e soprattutto quando lo si fa in una coalizione con un Partito di principi fondamentalmente diversi, i percorsi da intraprendere risultano non facili e spesso in contraddizione con la sofisticata ed irriducibile politica indicata dal suo Movimento.

di vincenzo cacopardo

In sostanza Di Maio il quale, malgrado le continue offese ed i ripetuti oltraggi alla sua figura, dimostra una volontà ed un coraggio non comuni ( i rischi di un fallimento potrebbero essere enormi per la sua stessa immagine) è costretto ad ingoiare bocconi amari e nel contempo tenere a bada una organizzazione la cui politica trasversale lascia sempre scontento qualcuno.
E' più che evidente che in una condizione simile non è vantaggioso..e forse persino sconveniente.. mantenere i due ruoli: Quello di leader del Movimento politico e quello governativo che lo impegna in ben tre forti ministeri.

Probabilmente il problema sembrerebbe porsi per il fatto che non esiste attualmente una figura politica all'interno del Movimento con le capacità adatte per rimpiazzare Di Maio nella sua opera di leader politico.. lasciandolo in tal modo libero nella elaborazione del difficile programma governativo...o forse non lo si vuole trovare? Sta di fatto che questa condizione non potrà mai favorirlo!

Si è spesso criticata l'organizzazione politica di questo Movimento basata su figure costruite attraverso una piattaforma virtuale poco convincente e dove l'anima del dibattito interno appare inesistente. Quando questo Movimento si appresta a votare l'approvazione di un decreto o una qualsiasi legge in Parlamento ..la sensazione è quella di vederlo spesso impreparato e non compatto in ragione del fatto che manca proprio un fondamentale scambio preventivo. Una discussione che..in realtà.. rimane l'anima sana di qualsiasi organizzazione politica. Proprio questo rimane il punto debole di un Movimento che ha deciso di promuoversi nel Governo in alleanza con uno dei più ostici e furbi personaggi della politica attuale.

Queste condizioni potrebbero finire per fare implodere una organizzazione politica che pur proiettandosi con enfasi verso il desiderato cambiamento.. non pare usare i giusti principi di base per una politica di maggiore funzionamento... e forse proprio il migliore tra di loro... potrebbe finire col pagarne un alto prezzo.

5 mar 2019

ALLE PORTE UN ALTRO FUTURO POLITICO BIPOLARE



Con la sua aria pacata e bonacciona Zingaretti ha conquistato di certo la simpatia di molti aderenti al Pd. tuttavia sono certo che anche la figura di suo fratello (nel ruolo del commissario Montalbano) abbia in parte influito. Un partito che da tempo, dopo il regno di Renzi, aspettava un cambiamento al suo vertice.

di vincenzo cacopardo

Vedremo col tempo se Nicola Zingaretti riuscirà nel difficile compito di reindirizzare il Partito verso l'innovazione desiderata dai suoi aderenti..anche se..per certi versi.. sarebbe più utile riformarlo persino nel nome e nel simbolo.
Si vedrà nei prossimi giorni come si incanalerà il dialogo politico al suo interno con la imperitura figura di Renzi e quali effetti produrrà il riconoscimento di un personaggio politico più sobrio e dall'innata personalità rasserenante. Certo l'andata a Torino talmente tempestiva per dire si al TAV ..un po' stupisce.. tendendo a tradire la sua stessa immagine!

Oggi l'aria dei consensi sembra premiare l'avanzata del PD depauperando il consenso dei 5Stelle. I pentastellati pagano di certo una cattiva comunicazione..il modo di organizzare la loro struttura politica..il loro iper assoluto .. assomigliando ad una sorta di armata inquisitoria che finisce col non convincere e persino mettere paura. 
Vi è anche una incomprensibile esplicazione sul doppio ruolo del leader DiMaio in un movimento che si dichiara per il cambiamento..Tuttavia va detto a suo favore che..volendo tener fede ai suoi impegni (più o meno condivisibili) Di Maio pare mettervi un grande impegno rischiando non poco.. Qualora dovesse crollare ne pagherebbe un costo personale altissimo.

In questo quadro di piccoli.. e notevoli cambiamenti.. quello che più se ne ricava è una alta possibilità di ricostruire un nuovo bipolarismo. L'arrivo di un nuovo segretario nel partito a sinistra ..potrebbe dare maggiore forza a tutto ciò. La circostanza è anche supportata dall'odierno accordo governativo.. che pian piano si è costruito malgrado le tante differenze tra gli alleati..e che rimane il frutto di uno strano sistema elettorale proporzionale non esattamente definito nei ruoli. Quindi destinato nel futuro a tendere quasi meccanicamente a ricostruire un altro sistema bipolare attraverso la forza di un maggioritario a cui tanti aspirano.

Non avendo messo al centro dell'attività politica il fondamentale ruolo parlamentare e bay-passandolo di continuo..non si è potuto rendere forza allo stesso principio proporzionale. Tutti gli sforzi per ricostruire il nuovo sistema secondo le giuste logiche.. sembrerebbero perciò risultati vani e la politica continuerà a rincorrere il sistema bipolare contenendo le posizioni dei cittadini nell'ambito delle due monolitiche posizioni.

In un certo senso si è ormai persa l'occasione di quella efficacia del principio parlamentare al quale il proporzionale avrebbe potuto offrire la base per un maggior confronto e che.. per Costituzione renderebbe valore a tutto il nostro sistema politico.. e si ritornerà a governare con la forza di un assolutismo..poichè incapaci di immedesimarci in un contesto in cui i sacrosanti ruoli, sia per principio..che per intuizione.. dovrebbero restare separati per una loro migliore funzione.


2 mar 2019

ANALISI DI UN CAMBIAMENTO POLITICO ANCORA ATTESO



di vincenzo cacopardo

Vi sono alcuni aspetti da dover approfondire prima di fare una analisi accurata del momento politico che stiamo vivendo. Approfondimento senza il quale non sarà mai possibile comprendere le ragioni che stanno creando una certa apprensione tra i cittadini: Nella valutazione del quadro politico odierno...ogni cittadino non può che passare freneticamente da una posizione all'altra con infinite incomprensioni ed eccessivi cambi di rotta..Il tutto..come la storia ci insegna.. potrebbe generare l' ulteriore motivo di rifiuto al voto..

Il primo aspetto analitico, è quello di capire qual'è stata la ragione per la quale a Marzo dello scorso anno una gran moltitudine di cittadini abbiano diretto il loro voto a favore di un Movimento.. Una organizzazione politica nuova che si era proposta di rompere con quel sistema che continuava ad imporre le identiche figure politiche legate ai vecchi partiti tradizionali. Il secondo non può che essere l'evidente rilievo sulla stessa struttura politica organizzativa dei 5Stelle ..(resa ancora più incerta dall'azione di una stampa che persevera con la continua demolizione contro di loro) Qualcosa che aveva posto dubbi fin dall'inizio e che adesso... in fase governativa... si mette sempre più in evidenza.

Se per quanto riguarda il primo punto il risultato delle urne era già prevedibile e conclamato dalla forte affermazione.. (soprattutto per via dell' eccessiva iniquità che nel Paese si risentiva)... per quanto riguarda il secondo aspetto, quello attinente la sua organizzazione, continuano a venire a galla contraddizioni ed anomalie che pongono notevoli problematiche riflesse automaticamente in fase governativa.

Accorgendosi di questi difetti oggi Di Maio cerca in parte di rimediarvi (con l'apertura alle liste civiche e cercando di dare supporto ad una organizzazione da formare in modo più strutturato e capillare nel territorio). Ma potrebbe ormai essere tardi.. anche perchè restano da superare altri temi come quello di una piattaforma poco convincente e determinante ..sulla quale si continuano ad alimentare polemiche. Non si comprende anche perchè questo Movimento continui a fissarsi sulla limitazione dei mandati e trascuri l'importanza di limitare i ruoli: Occuparsi di governare e guidare insieme una organizzazione politica è sempre stata la tragica fine delle figure politiche..Oltre ad essere azzardato è anche di difficile cognizione per chi ha sempre pensato che “uno vale uno" ..quindi non due.

Vi è però un aspetto preponderante che riguarda il pensiero dei tanti che avevano votato un Movimento post ideologico e che... malgrado le critiche sull'organizzazione, vi restano ancora legati pensando di individuare nella loro affermazione una possibilità di rottura del sistema a beneficio di uno nuovo che potrebbe offrire maggiore innovazione. 
I più delusi restano ancora coloro i quali avrebbero sperato che non si sarebbero mai dovuti inserire in un governo con altri.

Sono errori di percorso di un Movimento che sapendo di essere trasversale (avendo ricevuto consensi da ambedue le parti dei vecchi partiti) non avrebbe dovuto fare... imponendosi con una più conforme strategia ed un preciso metodo..Il rischio oggi è quello di accorgersi che persino la rottura del vecchio sistema sembra essere lasciata nelle mani del leader della Lega e quindi non esattamente in favore di quella desiderata successiva edificazione a beneficio di un vero utile cambiamento.

27 feb 2019

L'ETERNO IRRISOLTO PROBLEMA DEL PAESE ITALIA



di vincenzo cacopardo

"Sarà sempre la solita battaglia politica dove il Nord ed il Sud finiranno col trovarsi in competizione. Un infinito annoso scontro dialettico che vede un Nord industrializzato non comprendere l'importanza del territorio meridionale.. ed un Sud cinico, fin troppo rilassato ed incapace di rimboccarsi le maniche per costruire una forte politica meridionale a vantaggio della propria ed utile economia."

Oggi...col governo definito “gialloverde” che vede due forze politiche diametralmente opposte nel loro pensiero unite da un insolito contratto... la sostanza politica sembra essere definita esclusivamente da compromessi che toccano le esigenze di un Paese che rimane dissimile nella sostanza: Le esigenze del Sud contrastano con quelle del territorio settentrionale ormai ricco di un tessuto industriale e geograficamente meglio collocato rispetto all'Europa. Le vere esigenze per il meridione rimangono..invece ..legate all'aspetto naturale, al turismo, all'agricoltura, alla pesca, all'artigianato ed alla necessità di contenere le distanze geogragiche. Questo ormai è un fatto certo!

Un Leader di partito vicepremier cresciuto e formatosi nel territorio del Nord avrà sempre, oltre che una visione politica legata all'imprenditoria, un chiaro impedimento nella sua visione politica e sarà sempre spinto a ragionare per logiche di convenienza al fine di rendere alle sue regioni del Nord i necessari benefici economici ed infrastrutturali. Diversamente non potrà immedesimarsi alla stessa maniera in una politica di un Sud che necessiterebbe di uno studio programmatico più adatto per le proprie esigenze.

L'altro vicepremier cresciuto al Sud ed a capo del Movimento definito del cambiamento...sembra spingersi di più verso una politica meridionalista con espedienti che lasciano ancora pesanti dubbi (reddito di cittadinanza). La sua visione diretta più verso una politica di aiuto ad un meridione... lo distoglie naturalmente dalle esigenze di un Nord ormai formatosi industrialmente e manca comunque di un vero progetto approfondito e studiato.

La conseguenza è proprio quella che oggi ricaviamo.. quando temi importanti come il TAV e l'autonomia in contrasto con una vera mancanza di infrastrutture al Sud, non trovano una soluzione politica immediata riducendo il dialogo in una evidente contrapposizione tra chi in realtà difende gli interessi imprenditoriali del Nord e chi protegge le esigenze del Sud.

Abbiamo oggi un Premier nella palese difficoltà di non avere in mano una forza politica, che in qualche modo cerca di sanare le esigenze di tutti. Il Premier Conte potrebbe nel futuro acquisire maggiore rilevanza ed, al di là di ogni possibile avvenimento di questo governo, divenire a capo di una nuova forza politica più moderata. Sarà forse più consapevole del fatto che non vi potrà mai essere un equilibrio per il nostro Paese se non ci si pone di fronte ad una domanda sulla eterna questione meridionale.
Cioè, se ancora oggi nel terzo millennio, si possa parlare di una “questione meridionale” e se, con l’idea di un federalismo alle porte, si debba ritenere il Mezzogiorno come una faccenda ancora da risolvere. Poiché, se così fosse, non si potrebbe azzardare alcun progetto di vero federalismo che possa coinvolgere insieme la nostra Nazione.

In poche parole: non sarà facile costruire un sistema nazionale sano ed uniforme, se non si equilibra quel divario ancora esistente tra il Nord ed Sud del nostro Paese: Sarà una storia vecchia, ma rimane una più che valida ragione!
Ogni forma di progetto di federalismo potrà rimanere utile se nel contempo si opera un piano progettuale strategico che possa vedere un coinvolgimento pieno del Governo centrale e della Comunità Europea al fine di poter apprestare giuste ed indispensabili infrastrutture per il Sud.