SALVINI : ISTRUZIONI PER L'USO
Analisi
di Paolo Speciale
Non
per andare forzatamente contro corrente, ma escludendo
aprioristicamente una qualsiasi affinità con Salvini e con il suo
pensiero riguardo a molti atti di indirizzo politico teorico e
pratico riferibili alla Lega, non è pensabile che vi siano pericoli
imminenti per la democrazia.
Termini
usati - e purtroppo abusati - come sovranismo, nazionalismo,
attengono ad un necessario passaggio storico -critico e fisiologico
strettamente connesso alla libertà di espressione; quest'ultima,
proprio in quanto comunemente percepita, è dunque manifestamente in
essere, con buona pace di tutti.
Il
Ministro dell'Interno, di certo, non è interessato a zittire in
qualche modo chi gli attribuisca - suo malgrado - un patologico Amor
di Patria o, peggio, uno sconfinamento di tale amore in una
esasperata svolta autoritaria. E' solo la filosofia - in sede
evolutivo/patologica del "meliores sumus".
Paventare
legittimamente svolte autoritarie, da parte di una larga parte
dell'opinione pubblica, è un modo di praticare la lotta politica,
anche nelle aule parlamentari, ma si tratta solo di questo. E' la
giusta attenzione. E nient'altro.
Ciò
perchè In buona sostanza il leader leghista si è trovato -
impreparato ma anche piacevolmente egli stesso sorpreso - a dover
gestire al meglio una diffusa attribuzione nei suoi confronti di
sentimenti fondati sulla difesa di una identità che pur essendo
storica, reale, palpabile, caratterizzante, non può più costituire,
dopo l'immunizzante ventennio fascista, il prologo di qualcosa che
oggi può e deve essere soltanto astratta ed ingiustificata fobia, di
certo non foriera di pericoli per il nostro sistema.
Il
momento storico che viviamo, seppur illimitatamente criticabile anche
attraverso lo spauracchio della limitazione delle libertà, non
dovrebbe generare timori di alcun genere.
E
tuttavia la speranza condivisibile è che la manifestazione di tale
spauracchio, in un Salvini mero osservatore sprovveduto e sorpreso di
ciò che gli sta accadendo, non sia funzionale ad un processo, nello
stesso vicepremier, di improprie identificazioni; tuttavia anch'esse
improbabili, per la presenza di una confusione ideologica generata da
una sorta di improvvisazione figlia di un populismo diffuso che a sua
volta genera contraddizioni, in assenza di una strategia pianificata
per la cattura dei consensi.
Perchè
questo è la Lega.
Come
conciliare infatti, ammesso che si tema il ritorno di tempi grigi per
la sovranità popolare, il colonialismo fascista con il costante
respingimento degli immigrati africani dalle nostre coste? Ed ancora,
come conciliare i seppur possibili contatti della Lega con la Russia
putiniana con il nazionalismo sovranista italiano tanto decantato
negli ultimi mesi?