Sarebbe
il caso di rileggere la storia in rapporto al sistema elettorale oggi
in atto:- da chi a quando fu approvato.
di vincenzo cacopardo
Nel
2017 le posizioni nel Partito democratico erano variegate
a seconda dell’area di appartenenza: Per i renziani..ad esempio..
vi era la necessità di
poter apportare alcune modifiche
all’Italicum. Ma vi erano anche altre proposte tra cui quella di un
Bersanellum
o
di un nuovo Mattarellum della minoranza dem e la proposta Italikos
dei Giovani turchi.
Per
il M5S era
già da tempo depositata in Parlamento una proposta, denominata il
Democratellum,
un sistema proporzionale corretto. Dopo la vittoria dei No al
referendum, però, chiedevano l’immediato ritorno alle urne,
proponendo di votare con l’Italicum per la Camera ed il
Consultellum, leggermente modificato, per il Senato. Sappiamo che il
Movimento di Grillo era stato contrario alle coalizioni, ma è
importante precisare che il M5s era per il sistema proporzionale con
possibile premio di maggioranza alle determinate condizioni che
rimanesse contenuto.
Anche
Forza Italia dell'eterno
Silvio
Berlusconi aveva rilanciato un sistema
proporzionale simile a quello tedesco.
Di certo per FI nel ballottaggio previsto dall’Italicum vi erano
alcuni punti critici da modificare. Il partito azzurro era
tendenzialmente contrario ad un sistema maggioritario con collegi
uninominali e vedeva invece di buon occhio un sistema che favorisse
le alleanze e non un listone unico, per evitare il prevalere di
Salvini.
Vi
era poi la Lega Nord che,
pur
affermando di voler andare subito a elezioni con qualunque legge
elettorale, avrebbe amato un sistema proporzionale puro che non
favorisse imbrogli e compromessi. Per Roberto Maroni sarebbe andato
bene un sistema uninominale con collegi, ovvero una sorta di
Mattarellum.
Infine
Per Giorgia Meloni di Fratelli d'Italia era
comunque necessario tornare subito alle urne, con qualsiasi legge,
partendo anche da quello che era in atto, facendo le opportune
modiche all’Italicum, potendo adeguare il sistema al Senato e
mettendo il premio
di maggioranza alla
coalizione.
Insomma...
ognuno aveva la sua visione, più volte confusa ..tuttavia al momento
di operare una scelta..si approvò
il Rosatellum. Rosato era ed è rimasta figura politica legata a
Renzi..il quale era appena uscito da una tremenda sconfitta sul
referendum.
Di
fatto votarono
si alla legge i partiti della maggioranza PD
e Alternativa-Popolare, oltre a Forza Italia Lega Nord e ALA-Scelta
Civica, il gruppo del senatore Denis Verdini.
Hanno votato contro Movimento 5 Stelle, Articolo 1-MDP e Sinistra
Italia-Possibile.
Il
Rosatellum non andava giù al Movimento 5 Stelle, si pensava studiato
per ostacolare la loro ascesa poiché prevedeva collegi uninominali
(dove vanno bene i candidati forti e conosciuti sul territorio, di
cui il Movimento non disponeva) e poi perché incentivava le
coalizioni, che lo stesso Movimento non ha mai voluto fare. La legge
fu abbondantemente criticata perché non prevedeva le preferenze,
cioè non si poteva scegliere il nome del parlamentare a cui
destinare il proprio voto.
Oggi
si sentono discorsi più disperati che disparati su questo sistema
elettorale
votato democraticamente, da parte di soggetti oggi in minoranza
parlamentare!.. Sono chiacchiere su un sistema elettorale che
lasciano sbigottiti per l'ipocrisia e la mancanza di memoria:
L'impianto
della legge, identico.. a meno di dettagli.. alla Camera e al Senato,
si configura come un sistema elettorale misto a separazione completa:
Ma
il
61% dei seggi (rispettivamente 386 e 193) viene ripartito
proporzionalmente tra le coalizioni e le singole liste che abbiano
superato le previste soglie di sbarramento nazionali.
Forse
non è ancora chiaro che questo sistema (a differenza di un sistema
bipolare fondato su prevalenza maggioritaria) consente ad un governo
di restare in carica fino a quando non è più sostenuto da una
maggioranza. Ma c'è di più:- Tale maggioranza può anche
trasformarsi nel corso della sua governabilità, poiché se uno dei
partiti di maggioranza decidesse di abbandonare il governo potrebbe
essere rimpiazzato da un altro partito che ne condividesse il
programma politico. Naturalmente il programma rimane e deve indicare
una direzione guida che spetta al partito di maggioranza relativa
eletto nel 2018 al quale il Presidente della Repubblica ha conferito
incarico.
Quando
oggi, la Lega si oppone al sistema elettorale fingendo di non
ricordare il voto in favore del proporzionale, si dimostra ancora più
ottusa ed ipocrita di quanto non appaia il suo leader in certe
manifestazioni... oltre a ciò, è persino risibile sentire ancora il
coro di frasi su un premier non votato...mettendosi in tutta evidenza
l'ignoranza da parte di coloro che, non avendo buona conoscenza
dell'ordinamento, parlano a vanvera sconoscendo totalmente le regole
guida della nostra Costituzione in ordine all'articolo
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