9 feb 2013

La dura battaglia per il bipolarismo..



La vera battaglia che oggi si combatte è quella sul sistema bipolare!..
Io ho sempre visto il bipolarismo come una vera malattia per il Paese… Persino in medicina il disturbo bipolare viene diagnosticato come una malattia che porta crisi depressive opposte a sentimenti di estrema felicità. Sono sintomatologie estreme che possono portare a forti crisi e ad una depersonalizzazione dell’individuo. 
Al di là della medicina..nel nostro paese..il sistema bipolare è sostenuto con forza..in primo luogo..da Berlusconi e poi… da Bersani, perché sono i due Partiti che tengono ad evidenziare le differenze delle vecchie logiche contrapposte (destra – sinistra), ma soprattutto Il Cavaliere… in alternativa…non saprebbe come trovare linfa per la propria campagna elettorale....I movimenti di Grillo e del Professore, seppur differenti, appaiono in una posizione diversa...sicuramente opposta ad una politica bipolare.
Sentendo parlare l’uno o l’altro, ci si accorge di come i loro dialoghi siano uguali a quelli dei bambini dispettosi…. Tu hai fatto questo …mentre io ho fatto quello…io sono migliore…tu sei il peggiore…chi ha fatto questo?...tu sei il cattivo …ed io il buono…e così via!.....Ma veramente vogliamo chiamare questa politica?
Nelle manifestazioni di ambedue i Partiti.. si vedono, in tanti, applaudire queste figure osannate con la tipica emotività di chi tende a mitizzare ogni loro gesto ed ogni loro parola. Questa sciocca appartenenza..che oggi si spinge fino alla totale depersonalizzazione dei seguaci spettatori, fa tanto pensare a quanto poco contenuto di pensiero possa esservi in costoro. Inseguono una politica fatta prevalentemente da chi proclama di aver fatto e detto meglio dell’altro... in un gioco delle parti di un teatro che l’informazione tende sempre più a spettacolarizzare.
Mi domando se… una simile politica desiderata fino a tanto servilismo messo in mostra quasi fino all’esclusione di se stessi…possa poi generarne una migliore per i giovani che si avvicinano a questo mondo. Il mondo della politica muore in un adulazione che non può promettere nulla di buono: si continua ad osannare…venerare…e stravedere con la fatua grandiosità dell’immagine,.. sottovalutando l’importanza di una politica costruita su solide proposte di funzionamento.
La classe politica non dovrebbe innalzare immagini..ma costringersi in una rispettosa e dovuta umiltà..Lo deve perché i guasti procurati negli ultimi anni l’hanno ormai catalogata come una casta odiosa e perversa.
Quello che, quindi, non mi è chiaro capire... è l’atteggiamento dei tanti cittadini che a volte sembrano quasi apprezzare una posizione autolesionista..continuando a mitizzare certe figure frutto di un sistema di sciocche ed inconcludenti contrapposizioni ideologiche…ma anche populistiche ed assolute..che non potranno che ostacolare il funzionamento di una vera democrazia.
Una vera democrazia non dovrebbe mai ammettere esaltazioni e mitizzazioni che vedono queste corrispondenze solo negli assolutismi di precisi processi autoritari. La politica non può ammetterlo, poichè deve essere considerata una vera missione da parte di chi la esercita. Un risultato di vera democrazia necessita di una condotta estrema ed un estremo equilibrio.
vincenzo Cacopardo

Teorie e idee ..basi necessarie per un riscontro funzionale..



E' difficile oggi.. ritenere di poter proporre un'utile politica..in quanto..l’attuale sistema.. impone un modo di affrontarla non funzionale, nè utile ad un qualunque positivo riscontro. Mi piace studiare ed analizzare la politica con l’occhio critico di chi ama ricercare percorsi innovativi e nuove idee in proposito. Mi ritengo perciò un idealista…anzi meglio un teorico…ma assai meno un ideologo! Ritengo.. pertanto.. tutti coloro che oggi reputano la politica una dottrina alla quale assuefarsi… privi di ogni possibilità. Costoro non riusciranno mai in un'opera di vera innovazione, poichè sprovvisti di una necessaria base teorica utile allo studio di nuove idee.
L’errore che abitualmente si pratica… da parte di tanti che si propongono in politica..è quello di pretendere di poter affrontare un cambiamento senza uno studio di ricerca propedeutico edificato su base teorica: Si procede..così.. costantemente verso la pratica... senza un adeguato percorso di analisi teorica che, partendo da un'idea, individui una strada più logica e meno rischiosa.
Ma l'assunto appare chiaro:.. -Non vi potrà mai essere una pratica.. senza un anteposto studio teorico!... E ciò, per la politica, è uno dei problemi che pone ancora argine alla possibile ricerca di una solida governabilità. Gli attuali contenitori di consensi…ossia i Partiti odierni, non sembrano guardare in direzione di questa ottica, affrontando le relative problematiche con estrema superficialità e con proposte immediate e spesso avventate che…nel tempo..si dimostrano non utili…né tantomeno...efficaci .
Quelli… che come noi, amano impegnarsi nell'approfondimento al di là di una propria presenza in un Partito…riescono ad avere un maggior potenziale ed una visione più aperta…poiché non risultano pressati da una realtà che in un certo senso… condiziona e sottomette all’irriducibile pragmatismo di una politica ormai passata …. Di contro…però..questa, è la ragione assai comune per la quale ci si appella come inutili teorici od irresponsabili idealisti.
Nulla di più sbagliato!…Ancor più evidenziato dall’attuale contesto che ha visto, in questi ultimi anni, la politica muoversi senza quella necessaria base teorica costruttiva… che ne ha messo in luce un costante stato di degradamento.
Sarà sempre più difficile un riscontro funzionale con questa dottrina…senza una base logica che guardi a percorsi teorici di costruzione basati sullo studio delle idee…. 
vincenzo Cacopardo

7 feb 2013

Silvio...il solito incantatore..



Puntuale... è arrivata la trovata del Cavaliere proposta con la abituale enfasi che.. ad ogni bravo venditore come lui, non manca…Il babbo natale della politica moderna aveva lasciato in frenetica attesa il Paese ed i suoi seguaci che lo rincorrono e lo adulano costantemente.

Con la usuale tecnica incantatrice, Berlusconi..ha tirato fuori la sua carta vincente in un contesto costruito ad arte dallo staff addetto alla sua comunicazione.

Sempre elegante…con l'impeccabile doppiopetto e col tono di chi intende conquistare il plauso ad ogni costo, ha esibito il noto  “dinosauro”… estratto dal cilindro.. che dovrebbe portargli il desiderato consenso.

Ma l’apice si è però manifestato allorquando..un personaggio femminile delle tante presenti alla manifestazione, ha urlato in favore di Silvio, accalorate frasi di mitizzazione..L'esaltazione delle tante persone presenti nella sala… raffigura la manifesta masochistica volontà di volersi fare ancora ingannare da una politica da Stadio fondata essenzialmente da una demenziale lotta delle parti: l’atteggiamento di Berlusconi…al di là delle sue continue simulazioni costruite ad arte solo al fine di toccare emotivamente la parte populistica della società…continua a dare forza alle vecchie politiche bipolari di reazione.

Non è certamente privo di senso considerare che, un simile evento, creerà da parte di tutti gli altri Partiti in campo(Lega ovviamente esclusa) una reazione compatta che tenderà a renderli più uniti nella lotta contro il PDL del Cavaliere….con la conseguenza di un rafforzamento dei vecchi principi sfavorevoli ad un percorso che dovrebbe guardare in un’ottica di costruzione differente.

Fino a quando in politica vi saranno figure simili a quelle di Berlusconi..sarà sempre più difficile poter tagliare la strada dei vecchi percorsi Destra –Sinistra… poiché questi personaggii tendono a rafforzare azioni di replica e controreplica dannose  e non utili per una più logica  politica funzionale.

Difficile far intendere simili principi!....ma mi auguro che i giovani non si facciano stregare dal piffero dell’incantatore e che possano guardare la politica senza l’inganno portato da chi sa vendere fumo tendendo a mitizzarsi. 
vincenzo Cacopardo         

Il “mito”... vero nemico della democrazia


L’esaltazione dei personaggi sembra ormai far parte integrante della nostra società e ..come ho già avuto modo di scrivere in un mio precedente post…( la politica.. tra mito e democrazia) assume inconsapevolmente un valore, diventando una guida che genera motivo di ostacolo per il cammino di una società verso il futuro.


Poter partecipare all’esaltazione di un personaggio per osannarlo... sembra ormai essere una costante per tanta gente alla quale appare necessario crearsi un simbolo ove aggrapparsi per la vita.
Diversamente dalle favole, le quali restano legate ad una fantasia e contribuiscono ad alimentare un importantissimo immaginario sicuramente utile all'uomo, le odierne forme di mitizzazione assumono caratteristiche di divinità non esattamente appropriate che ingannano..edificando logiche e dialettiche concettuali negative per l’individuo…. Ciò mette in evidenza l’assurdo contenuto che vi è in noi stessi...  quando ci si abbandona alla demenziale esaltazione e si diventa soggetti passivi privi di una fondamentale personalità: -l’uomo dovrebbe saper credere più in se stesso per riuscire a crearsi una personalità individuale forte ed in certi casi anche utile alla sicurezza del proprio Paese!


Persino la politica non rimane esclusa dal fascino della mitizzazione. Prova ne sono…non soltanto le idealizzazioni rivolte verso chi ostenta una tipica politica di clamore e di immagine..ma gli stessi archetipi sui quali si continuano a fondare le basi della cultura politica:  Mentalità che… generando circoli viziosi, finiscono col trascurare le vere capacità di chi potrebbe invece essere utile per la costruzione in favore di una politica attiva. Le dimensioni amplificate dell’attuale modo di rappresentarsi in politica, si riflettono..con evidenza.. su una costante incapacità di saper far funzionare il sistema.


I comportamenti che portano ad una mitizzazione si potrebbero facilmente percepire nella mancata conferma dell'individuo in un generale contesto sociale, ma sono facilmente riscontrabili anche nella insicurezza dei tanti individui non capaci di imporsi con la forza delle proprie idee. In sostanza… avendo così poca sicurezza e fiducia in noi stessi e nelle proprie capacità dobbiamo.. per necessità, creare una figura divina per mitizzarla.  Un concetto diffuso che tenderà, sempre di più, a costruire fatui modelli ed ostentare miti… non permettendo alla politica di costruire quell’innovazione profonda necessaria fondata prevalentemente sui pensieri e sulle proprie idee.
vincenzo Cacopardo 

Chi.. intravede i nuovi percorsi?

Si! ..è vero..chiunque oggi potrebbe sentirsi un antipolitico! Se antipolitico vuol dire non condividere più questo vecchio sistema..allora avremmo tutti una saggia soddisfazione di esserlo poiché mai, come oggi, si coglie l’assoluta mancanza di proposte innovative, suggerite attraverso una nuova “forma mentis”, che dovrebbero poter sostituire il percorso di una mentalità ancora incollata alle passate procedure anticostruttive.

Ciò dipende da due motivi precisi:

1)L’incapacità di immedesimarsi in una vera costruzione del nuovo in termini di idee, rompendo le rigide e burocratiche formule dell’attuale sistema e riuscendo così a comprendere che il vecchio modo di ragionare, non potrà più farci crescere. 2) La vecchia abitudine di legarsi alle procedure esterofile degli altri Paesi (europa-america) che di per sé non potranno che renderci loro succubi e non in grado di metterci in competizione, perchè costruite con una logica ed una storia che non ci appartiene.
Questa è la ragione per la quale non credo nel voto odierno poichè ancora basato su un vecchio sistema istituzionale che non potrà offrire alcun risultato positivo alla governabilità.

La vecchia logica di Montescquieu, circa i poteri dello Stato, ancora valida rispetto alle democrazie moderne che operano attraverso “i poteri” dello Stato, non sembra più essere stata rivisitata, ed oggi, nel disperato bisogno di un percorso di revisione della democrazia moderna, non ci si può ancora basare su questo principio in modo costretto e pragmatico: se si vuole costruire qualcosa di più funzionale, la prima forma che deve sparire è proprio l’idea di “potere” che, forse, potrebbe eprimersi soltanto in quella dei cittadini e della loro rappresentanza nel Parlamento. Inoltre, il “potere” esecutivo, che oggi rappresenta il complesso delle attività volte a dare attuazione alle leggi dello Stato, dovrebbe essere classificato come un “organo”. L'unico vero potere dovrebbe essere rappresentato dal Parlamento e dalle leggi che esso esprime.

Credo che molti cittadini si domandino oggi, se possano ancora esistere concetti fondati su una divisione Destra-Sinistra, e se la vita politica, malgrado sia sempre stata segnata da un percorso ideologico costruito attraverso questa dialettica, possa continuare a contribuire positivamente in favore di un funzionamento sociale. 
I politici di tutto il pianeta fanno ancora credere che non possano esistere altri percorsi anche perchè, questa contrapposizione, dà loro la possibilità di continuare ad esprimersi in una vecchia logica al fine di poter restare incollati ad un sistema.

Di certo oggi, non si può più discutere in questi termini... e questo conduce automaticamente alla ricerca di un nuovo sistema... 
Che poi possano esistere ideologie diverse, nel nostro pensiero, è più che legittimo sebbene, in un contesto di moderna politica, non si dovrebbe che lavorare per un processo di crescita e di benessere in favore dei cittadini con più sinergia, seppure, con idee e metodo diversi.

Il programma voluto dai cittadini dovrebbe sempre essere anteposto a qualunque scelta e rappresentare il presupposto ideativo essenziale del percorso politico del Paese.

Nel mio percorso di studio ho operato una ricerca teorica in favore di proposte alternative che si possono leggere nelle pagine del mio Blog. Queste idee sono poste come spunti teorici ed hanno il solo scopo di sensibilizzare un’ulteriore scambio per altre idee, non avendo alcuna pretesa di essere risolutive. 
Chi è in grado di poter vedere in un’ottica più innovativa la funzione di una politica più attiva per la nostra società, potrebbe meglio accorgersi di quanto sia importante poter ragionare con un’apertura mentale disposta in favore di un sistema alternativo e ciò può avvenire solo con la forza di una ricerca su basi teoriche.
vincenzo Cacopardo

1 feb 2013

Monti… e la comunicazione



Guardando attentamente  le proiezioni, si può notare la costante..leggera…flessione del Movimento di Mario Monti.  Il messaggio politico del Professore è fin troppo difficile da comprendere per chi guarda ancora alla politica con l’occhio dell’antagonismo di una vecchia politica:- Riuscire a far comprendere al cittadino comune cosa significano le riforme primarie per la determinazione di un nuovo sistema politico che non guardi né a Destra, né a Sinistra, né alle posizioni di Centro, può destare maggior sospetto in chi ha bisogno di una competizione ideologica sulla quale basare un proprio consenso.
Pro captu lettoris..secondo l’intelligenza del lettore..di chi sa veramente leggere la nostra politica…
E chi di politica se ne intende…(e non può di certo trattarsi di un semplice 9% dei consensi)..riesce ad intuire l’importanza di una ricerca di innovazione del sistema politico in favore di un benessere collettivo per una società che,.. mai come oggi, necessita di un costruttivo funzionamento: -Quando si intende rimuovere il confronto bipolare in un Paese che ha già constatato.. a proprie spese.. l’inutilità di queste contrapposizioni degenerate in continue reazioni, non si fa altro che cercare di far meditare profondamente sull’importanza di un alternativo modello che possa funzionare a beneficio dei fatti sulle inutili parole. Tentare di dare forza e metodo ad un funzionamento della politica a beneficio dei cittadini…è cosa davvero difficile..
Ma questo è il principale messaggio che il Movimento dovrebbe diffondere! E non perdersi in battaglie verbali che continuano ad offrire il fianco a chi tenta di posizionare.. il detto Movimento politico.. in una precisa ubicazione.
A parer mio il movimento di Monti, attraverso i propri candidati,.. opera alcune scelte di comunicazione non sempre indovinate..non stigmatizzando l’importante missiva esposta precedentemente….a volte anche sposando scontri verbali…che lo collocano alla pari con l’avversario politico. Non ultimo..forse con troppa superficità..alcuni si schierano in una posizione Centrista…svalutando l’azione predominante di una non collocazione nel contesto politico attuale. Se in precedenza ..il Professore era sceso per governare ed aggiustare i conti del Paese come tecnico..oggi dovrebbe essere salito per comunicare da nuovo soggetto politico.
Vincenzo Cacopardo
  

31 gen 2013

Berlusconi..maestro della simulazione



Se ne sentono tante in quest’ultima campagna elettorale!

Ma quando si parla di Berlusconi e delle sue capacità di bravo venditore…talmente abile da riuscire ad accattivare un gran numero di consensi. e..persino aiutato dall’inadeguatezza di chi gli si pone contro,… non si rende un utile servizio alla politica.

Errato considerare la politica come l’arte di saper vendere!.. In realtà dovrebbe essere l’arte di saper costruire.. e Berlusconi…malgrado la buona volontà, non è riuscito a realizzare innovazione e dare sicurezza al nostro Paese. Questo perché..le sue innate capacità di manager non sempre possono rendere profitto alla governabilità di uno Stato: Governare un Paese è cosa ben diversa dal dirigere un’azienda!
L’avanzata dei consensi portata avanti da Berlusconi a beneficio della sua coalizione, denota sicuramente l’ammirazione dei tanti cittadini, fin oggi perplessi, nei confronti di un uomo che sa usare meglio di altri la comunicazione. Ma quale comunicazione?  Non è detto che questo tipo di comunicazione…costruita con mestiere attraverso battute ironiche e brillanti sogni, da chi ne è davvero maestro....possa poi rivelarsi a vantaggio di ciò che deve poter esser fatto …Una comunicazione, di sicuro, coinvolgimente …ma per lo più fuorviante…utile sull’istante per attrarre ma…deviante per lo scopo di una fattiva  politica. 
I cittadini avranno, oggi, una possibilità di decidere…se operare una scelta politica di risanamento fondata sulle importanti riforme e le reali capacità di un Governo..o, affidarsi a chi, se pur armato di buone doti di venditore, potrà mai riuscire a portare a compimento le adeguate proposte di bonifica per la ripresa.

Parlare positivamente del futuro degli Italiani…può certamente servire a dare maggior forza alla società civile..ma far sognare il cittadino con l’uso emotivo di una comunicazione che incanta,..sembra una consueta commedia di simulazione… una strada fin troppo usata in questi ultimi anni…Meditiamo bene! 
vincenzo Cacopardo   

29 gen 2013

Grillo.. consapevole incantatore



Quando vedo Grillo in TV, al di là delle sue brillanti sceneggiate che toccano sicuramente le pance di parecchi cittadini,..non posso fare a meno di pensare a lui come ad uno di quei medicinali che… preso in dose equilibrata…aiuta il fisico..ma, ingerito in dose prolungata, rischia di incidere negativamente su tutto l’organismo.
Grillo.. è questo!
Sà... ed è capace di conquistare il pathos di chi lo ascolta ma, sembra anche essere consapevole che la malattia del suo Paese..non potrà facilmente risolversi con la dose giornaliera della sua medicina.
Beppe Grillo..conosce benissimo questi limiti e ciò si scorge con evidenza quando..dopo il suo spettacolo che incanta ed infervora gli animi dei cittadini presenti…viene contestualmente intervistato: il suo volto sembra cambiare …in quel momento..le parole non riescono più ammaliare e le risposte sono più confuse..meno chiare ed evidenti. La sua coscienza ed il suo intelligente intuito, conoscono bene le difficoltà di dover costruire ciò che egli stesso.. a volte anche ragionevolmente..vorrebbe distruggere.
Lui sa benissimo quanto è più facile assistere ad un gioco di rottura e quanto è assai più difficile partecipare alla difficile costruzione di un sistema in un Paese…conosce bene il rischio di un probabile suo default in un impegno per una ricostruzione che sembra essere più grande di quanto si possa immaginare... Tanto lo percepisce...da intuire l'importanza strategica di non partecipare ad una sua diretta attività in seno al Parlamento.
Ai suoi discepoli …poiché di questo si tratta… essendosi lui proposto come l’unico e solo profeta a capo del suo Movimento, ..posso soltanto suggerire i pericoli che nascondono simili moti populisti intrisi della retorica demagogia che.. lo stesso Grillo.. continua ad esaltare. Movimenti che marciano nell’inconsapevole percorso degli assolutismi. Si comincia spingendo ed affascinando con estrema facilità il pubblico, al quale non mancano di certo i pretesti per combattere l’attuale sistema…e si finisce con lo scontrarsi con qualcosa di tanto grande.. da autodistruggersi in un batter d’occhi, con lo stesso pathos e la stessa forza con la quale si è iniziato a demolire.
Vincenzo Cacopardo

Nessuna logica democratica senza prevenzione





Sembra che in questo Paese le cose debbano per forza accadere per poter suscitare..poi.. una strana meraviglia! Si rimane sempre impotenti di fronte a qualunque possibile azione preventiva. Ci si dovrebbe invece adoprare affinché, nel nostro sistema democratico, si possa agire con migliore efficienza e tempestività per offrire maggiore sicurezza, salvaguardando il diritto dei cittadini… Il recente caso dei derivati del Montepaschi né è una ennesima prova!

Ma si potrebbero elencare diversi casi, anche più gravi (terremoti-instabilità degli edifici-speculazioni selvagge-atti di criminalità..etc) dove..pur a conoscenza del pericolo che incombe..tutto prosegue nell’indifferenza di chi dovrebbe adoprarsi per operare preventivamente.

Il tema della sicurezza è un tema difficile che riguarda tutto il sistema per l’aspetto spesso contrastante tra libertà, regole ed odierno vivere sociale. Mai come oggi.. occorrerebbe un grande impegno e posizioni politiche non estreme, ma determinate, al fine di non spezzare quel filo sempre più sottile che lega la nostra società al vero significato della parola “democrazia”.

Non v’è dubbio che la regola primaria del nostro Stato sembra essere quella repressiva: La repressione resta certamente utile come componente metodologica della struttura amministrativa dello Stato ma, non potrà mai essere ostentata come la sola alternativa risolutiva dei problemi della società.



Anche la nobile politica dovrebbe regolare i rapporti prima che gestirli nel contesto comune di uno Stato. Questo dovrebbe valere sia per le recenti problematiche che coinvolgono gli Istituti Bancari..che per tutti quei rapporti strettamente legati con la società civile…Ma pensiamo davvero che in nome di una libertà ..possa rinforzarsi il valore stesso della democrazia…senza un principio di controllo preventivo?

Con lo stesso concetto, in questo Paese, si pensa di poter realizzare forme di governabilità..senza il fondamentele processo induttivo che dovrebbe determinarne un fine sicuro e costruttivo... Indurre un processo di costruzione solido alla base..equivale a prevenire ogni possibile impedimento e dare più sicurezza in fase di esercizio.  

Rimane..dunque..fondamentale il compito della politica che, attraverso una programmata regolamentazione, possa riuscire ad offrire modelli più funzionali per la sicurezza, proiettandoci, non soltanto verso l’Europa, ma in una casa comune dove possano sposarsi e convivere diverse culture.

Persino riguardo alle ultime questioni legate all’economia avanzata ed alla inarrestabile recessione di questi ultimi tempi, non si è voluto affrontare il problema in termini di prevenzione.. per porre in tempo le opportune regole al fine di promuovere azioni di contenimento. Chiaro esempio di come sia venuta a mancare un’azione preventiva di studio politico e di come si sono voluti chiudere gli occhi di fronte ai difficili problemi che ne sarebbero scaturiti.

Le enormi problematiche alle quali assistiamo.. che investiranno il futuro dei nostri ragazzi… sono il sicuro esempio di quanto determinante sia il ruolo preventivo di una politica per la collettività e quanto indispensabile sia la tutela di un interesse pubblico che solo le istituzioni possono salvaguardare attraverso giuste azioni preordinate.
vincenzo Cacopardo

28 gen 2013

L'Europa....e la ricerca dei propri valori



Diversificare lo sviluppo ed equilibrare il benessere sociale di vincenzo cacopardo
La tecnologia avanza…aerei supersonici che ci porteranno in un’ora dall’Europa in America… la scienza, la medicina, l’informatica etc…tutto progredisce a beneficio dell’uomo, per le sue attività e per il suo benessere.. Quello che appare davvero strano è.. come, in questo quadro, l’uomo non sia riuscito a garantirsi una reale tranquillità nei rapporti sociali che lo abbiano potuto portare ad una vita più serena... ad un efficiente sistema di collettiva prosperità: Qualcosa simile ad un sistema sufficientemente equilibrato che possa esprimere classi più o meno agiate..ma comunque  sostanzialmente capaci di vivere il benessere di una vita sociale edificata su valori comuni…Ma così continuando...però...si potrebbe dare troppo sfogo al solito dialogo demagogico privo di risposte concrete…. 
Sono comunque certo che tutto ciò, sia stato aggravato a causa dei modelli costruiti sulle vecchie storiche posizioni ideologiche.. risultate da intralcio ad una politica che avrebbe dovuto già da tempo proporsi più funzionale ed innovativa per uno sviluppo. Modelli basati su contrapposizioni che hanno sempre determinato azioni e reazioni continue e persino costose in termini di tempo, energie e risorse..
Gli Stati europei..persino quelli più socialmente progrediti e con un miglior welfare..non dovrebbero mai sottovalutare l’importanza di guardare oltre le antiche logiche di queste posizioni ideologiche.
La politica, la cui funzione primaria dovrebbe essere quella di regolare i rapporti e governare, non riesce oggi, a garantire quella indispensabile serenità per una vita in comune. Questa anomalia determina un disagio notevole che turba, anche se inconsapevolmente, la stabilità di una società nella quale si dovrebbe coltivare ed ampliare un sereno rapporto di scambio.
Il rapporto di crescita dovrebbe essere portato avanti con equilibrio, facendo sì che, l’evoluzione tecnologica possa stare al passo con un armonico sviluppo sociale e culturale...Creare quell’equilibrio necessario per un progresso utile e costruttivo.
Ma quando si parla di progresso… non si può di certo trascurare l’odierna importanza di un cammino verso l’integrazione Europea: Chi potrebbe oggi aver sbagliato.. se non la classe politica internazionale che non è riuscita a contrastare i principi di tale crescita costruiti unicamente sui consueti vantaggi economici di ogni singolo Paese? Come si può, ancora oggi, porre la base di una crescita internazionale sulla prevalenza di una ristretta e generica economia finanziaria? Come si possono ancora mettere i Paesi della comunità in frenetica e costante competizione tra loro.. senza offrire ad ognuno di essi una possibilità di sviluppare meglio le intrinseche risorse derivanti dal proprio vissuto storico, aiutandoli...così...nella loro individuale crescita?  
Immaginiamo..al contrario...di poter vedere nel prossimo futuro una politica internazionale lavorare per una Europa costituita da un insieme di Paesi che…pur guidati da una indipendente politica territoriale… possano riuscire a conseguire modelli di sviluppo inerenti la loro particolare caratteristica storica e territoriale. Nuovi modelli di sviluppo che non pongano più una ricerca di aggregazione dentro gli stretti confini  di una politica radicata ma, in un armonica crescita che guardi soprattutto ad un primario benessere collettivo. Un benessere che non potrà più basarsi su una lotta delle economie tra gli Stati appartenenti…poiché questa porterà inevitabilmente a scontri e conflitti..allontanando il pensiero dei cittadini dall’idea di un possibile inserimento.
Ricercare un’integrazione degli Stati per il conseguimento di un’unica Comunità federata.. è laborioso e non è uno scherzo!.. ma lo potrebbe diventare se il percorso che si intende seguire non è accompagnato da quella logica costruttiva ed armonica che guarda ad uno sviluppo dei singoli Paesi in base alle proprie culture e le proprie risorse naturali.
I Paesi più forti devono e possono comprenderlo senza cedere nulla del proprio benessere..ma operando in favore di questo.. per  evitare che possa rompersi quel filo sottile che lega il difficile processo verso l’integrazione.
Diversificare sviluppo e risorse per non renderci stupidamente concorrenziali!..ma di sicuro.. non sottovalutare il bisogno di un equilibrato benessere collettivo per evitare la conseguente instabilità che potrebbe solo portare una definitiva conclusione del percorso che fu tanto desiderato dalla figura lungimirante di Schuman.