IL SINDACO DI FIRENZE SOSTIENE LE SUE
LOGICHE DI CONVENIENZA E SPINGE IL POPOLO VERSO IL BIPOLARISMO.
“In un momento politico di
grandissima confusione vincono la facile dialettica e la comunicazione.. ma si
perde il senso di una vera cultura politica!”
Come era facile immaginarsi, Renzi ha
vinto in modo significativo la sua corsa alla segreteria del Pd. Nel suo
discorso di insediamento è apparso come
una figura di Premier, pronto più a guidare il nostro Paese che il suo stesso Partito.
Queste primarie devono però tenere
conto del fatto che non sono state limitate all’interno del solo PD, ma hanno
goduto dei voti portati dall’esterno. Un dato di fatto estremamente importante poiché
contribuisce a pensare che il voto sia stato dato alla figura nella qualità di
prossimo premier, più che di segretario del Partito.
Non lasciano dubbi le sue parole
dirette contro quelli che marcatamente ed in senso dispregiativo definisce i “i
teorici dell’inciucio” che ostacolano il bipolarismo, un sistema che Il sindaco
di Firenze vuole decisamente portare avanti con la forza di un maggioritario, (senza
se e senza ma) poiché è l’unico che gli potrebbe garantire una futura
governabilità sicura. Renzi definisce con orgoglio la sua ambizione come una spinta
propulsiva voluta da coloro che l’hanno votato, affinchè si possa generare con
forza quel desiderato cambiamento.
Bisogna riconoscere a Renzi un’ottima
capacità di comunicazione a largo raggio, ricca di opportune battute ironiche
che condiscono la sua dialettica in modo completo, attirando l’attenzione dei
più giovani.
Matteo Renzi potrebbe essere la
figura politica del futuro ma, a prescindere dal suo evidente obiettivo, non è
facile condividerne il percorso in direzione di una concezione fin troppo
chiusa di una politica tendente al riscontro di una essenziale governabilità
sicura, ma priva di un naturale appoggio. Una governabilità dettata dal solo bisogno
di doverla mettere in atto e non da una ricerca per renderla più forte alla base. Ed è proprio per questo che.. con
grande spirito di opportunità.. tira fuori il discorso dei “ teorici dell’inciucio”
facendo però, di tutta l’erba un fascio e ponendo le teorie come disastrose
dottrine solo utili a speculare, prive di ogni sostanziale positività.
Qui.. il
rottamatore non sembra individuare una differenza tra chi intende speculare
sulle teorie e chi, invece, intende costruire.. attraverso queste, la base sulla quale
individuare una pratica più solida e robusta.
Tagliando fuori le teorie si rischia di operare in modo grossolano
senza un minimo di ricerca sul passato e sui contenuti culturali oggi utili per
non ritrovarci al punto in cui siamo: L’errore che abitualmente si fa… da
parte di chi si propone in politica in tale modo..è quello di pretendere di
poter affrontare un cambiamento..senza uno studio di ricerca propedeutico edificato
su base teorica: Si procede..così.. costantemente... senza l’adeguato
ed utile percorso di analisi teorica che, partendo dalle idee, possa
individuare una strada più logica e meno rischiosa.
Non credo vi possa mai
essere una pratica.. senza un anteposto studio teorico e questo, per la
politica, è uno dei problemi che pone ancora argine alla possibile ricerca di
una solida governabilità.
Malgrado la sua capacità dialettica e le sue possibili buone
intenzioni, quella di Renzi rischia di essere la visione fin troppo pragmatica di
chi pretende di risolvere le immense problematiche di una democrazia di un
paese sofferente ed ancora vittima di una globalizzazione,
attraverso un non consolidato, ma forzato, sistema di governabilità.
Dovrebbe, quindi, immedesimarsi con più attenzione sulle
problematiche interne al suo Partito e guardare con maggiore obiettività gli
interessi dei cittadini da una prospettiva diversa senza ingabbiare la voce del
popolo in una dialettica bipolare troppo chiusa.
La sua fresca forza fisica e le sue capacità comunicative,
gli consentono di fare buon gioco e presa su chi l’ascolta, ma vorremmo sperare
in un suo impegno più diretto verso riforme più appropriate e meno
condizionanti in termini di vera democrazia a beneficio della ricerca di una
politica di base più solida..
Ove un bel canto… non diventi solo un incanto.
vincenzo cacopardo