di vincenzo cacopardo
Quando si critica l’operato di Matteo Renzi, non lo si vuole
fare per partito preso o per finire con l’essere assimilati a quei gufi di cui
lui stesso parla. Mentre in tanti lo contestano su un operato ancora da vedere
e sulle sue possibilità di reperire risorse per raggiungere lo scopo, le mie
osservazioni sono più profonde e legate soprattutto al merito.
Quello che oggi colpisce è il fatto di non poter opporsi alla
sua figura senza esser presi come coloro che contrastano un cambiamento o
addirittura che aspirano alla palude. In merito a ciò.. il sottoscritto ha già
dimostrato abbondantemente (già dal lontano 99) la propria predisposizione
verso quella metamorfosi di un modo lungimirante di vedere la funzione politica.
In tanti hanno aspettato il programma di sviluppo del lavoro
del nuovo Premier.. che in sé rappresenterebbe uno dei principali punti di
partenza per la crescita. Ma il suo “Job-Act”
si basa prevalentemente su nuove regole da apportare nel lavoro, sebbene quello
che oggi manca più delle stesse regole.. è proprio il lavoro: Malgrado si possano costruire regole a
difesa di un lavoro meno vincolato da condizionamenti, Renzi dovrebbe
procurarsi le idee per far si che il lavoro cresca e che fioriscano nuove
iniziative soprattutto giovanili. Molte delle risorse oggi destinate ai tanto
decantati ottanta euro, sarebbero stati più utili per contribuire alla crescita
del lavoro.
Questa è una valutazione sul merito!
Passiamo agli 80 euro mensili per aiutare chi lavora e
percepisce stipendi dalla soglia minima degli ottomila ai venticinquemila annui.
Al di là di ogni valutazione circa le risorse occorrenti per questa caratteristica
riforma (che dovrebbe teoricamente intendersi strutturale), l’attenzione si
concentra tutta su quella parte dei molti che oggi vivono al di sotto di tale
soglia, ai lavoratori autonomi (alcuni dei quali, pagando tasse, contribuiscono
alla busta paga dei favoriti) e soprattutto ai tanti pensionati che
dispongono di risorse minime. Premesso che anche loro.. avendo ottanta euro al
mese in più…con maggior ragione li spenderebbero, non si capisce la logica per
la quale non si debbano favorire gli svantaggiati, ma solo una precisa classe
lavoratrice… se non per un sicuro e preciso ritorno di un consenso.
Anche questa resta una valutazione sul merito!
Ma non possiamo dimenticare la riforma istituzionale inerente
il sistema elettorale dal nome tanto caratteristico come il suo “italicum” e le altre riforme costituzionali del Senato e
delle amministrazioni provinciali. Anche
qui.. assai meno possono interessare i fumosi risparmi (ormai del tutto
opinabili) ricercati in modo troppo assiduo dal Sindaco d’Italia…quando quello che più
interessa a chi vorrebbe vedere la politica più funzionale, è la ricerca di un
sistema che possa convincere e legare dinamicamente con un principio di vera democrazia.
Quale risultato potrà mai portare una simile legge elettorale che taglia
pesantemente la rappresentanza dei piccoli e che si prefigge di sostenere una
governabilità con un simile ricco premio di maggioranza? Quali illogici compiti
potrà mai avere un Senato rappresentato da amministratori locali?... Perché in assoluto l’unico principio di Renzi..
rimane solo quello di voler negare ogni contribuzione ai suoi rappresentanti?
Quest’altra è ancora una valutazione sul merito!
Renzi pare procedere come una falciatrice e tagliando tagliando...avanza noncurante di una precisa logica che si deve al funzionamento di un’attività politica. Per quanto si
possa criticarlo nel metodo, quelle che colpiscono... a chi guarda la politica in
senso più costruttivo, restano le sue “scelte” che continuano a non avere un
riscontro con la logica della funzionalità, dei valori e di una qualità
democratica.