di vincenzo cacopardo
Quello
che è accaduto a Genova suona come l'ennesima consueta indolenza di
uno Stato e delle sue Istituzioni, da tempo mai preparate ad una
logica prevenzione sul rischio idrogeologico...un rischio ormai
impellente in tutto il nostro delicato territorio. Le istituzioni non
sono in grado di tutelare i cittadini...lo ha persino ammesso lo
stesso capo della Protezione civile Franco Gabrielli, prendendosela
con il Governo e spiegando il mancato finanziamento del Fondo per
l'emergenza nazionale, successivamente finanziato solo nel 2014 con
appena 70 milioni di euro. Troppo tardi e troppo poco... per chi sa
che per le emergenze nazionali si parla di danni superiori ai
due miliardi negli ultimi tre anni. Corrado Passera.. gli risponde
senza peli nella lingua che “se lo Stato è impotente e non sa
difenderci, non potrà mai fornire alcun insegnamento al Paese”
Al
di là di queste diatribe di stampo politico..un dato di fatto resta
certo: Chiunque si è insediato al Governo ha sempre sottovalutato
questo rischio legato al territorio non fornendo una adeguata
protezione attraverso uno studio preventivo e le rispettive risorse
adeguate. I danni provocati dall'acqua dello scorrere dei fiumi in
piena.. provocano danni immensi ben superiori alle spese occorrenti
per prevenirli...E allora?...persino una figura poco esperta farebbe i
suoi conti prevedendo interventi appropriati, limitando la
cementificazione, ed adoprandosi per far defluire i fiumi nel modo
più intelligente e sicuro...Non sembra mai esservi nemmeno una
costruttiva intesa tra le amministrazioni e l'attività governativa.
Adesso
nel governo si alzano e dicono la loro dimenticando di essere
insediati già da oltre sei mesi (tutto il tempo per accorgersi
dell'immenso problema idrogeologico). Il ministro della Difesa
Roberta Pinotti ci parla ora di situazione drammatica, promettendo un
provvedimento...mentre il solerte premier, dalla parlantina facile,
ci ricorda che non mancherà il sostegno del Governo, non
dimenticando di sottolineare, da astuto comunicatore, il bisogno per
tutti di evitare passerelle da campagna elettorale. Renzi ricorda che
del dissesto bisogna occuparsi quando non ne parla nessuno. Viene
quindi spontaneo domandarsi... se gli oltre sei mesi di permanenza
governativa possano o no essere stati un termine in cui se ne sarebbe
potuto parlare intervenendo con più sollecitudine anziché dedicarsi
strenuamente dei famigerati 80 euro...del TFR.... o anche di leccare
ironicamente un gelato dentro il cortile di palazzo Chigi.
Oggi
il sindaco d'Italia si preoccupa asserendo che «C'è bisogno di
sbloccare i cantieri - e superare la logica dei ricorsi e
controricorsi che rendono gli appalti più utili agli avvocati che
non ai cittadini, come abbiamo previsto con il disegno di legge
delega sulla Pubblica amministrazione». Un 'altra delle sue
frasi opportuniste ad hoc ...persino controproducente... perché
suggerita in forte ritardo.. Quello che fa rabbia e rende i cittadini
sempre più inviperiti...(soprattutto coloro che toccano con mano la
tragedia), è il fatto di non trovare mai responsabili. Ancora più
forte la rabbia di costoro che dovrebbero, ormai senza alcuna
esitazione, sentirsi offrire un supporto economico immediato e
sicuro.
Tutto
ciò rende ancora più forte e netta l'insensibilità di uno Stato
che dovrebbe, al contrario, rassicurare tempestivamente e con i fatti
la popolazione sofferente colpita. Genova è un forte esempio, ma non
è l'unico... la questione è.. e rimane di livello
nazionale..essendo gran parte del territorio a rischio. Occorre
soprattutto un piano circostanziato dei luoghi più a rischio...ma
soprattutto fronteggiare con giusta prevenzione i pericolosi
imprevisti.Cosa si fa in proposito?...Si aspetta forse un ulteriore
catastrofe?