L’Ucraina
desidera l’Europa più di quanto l’Europa desideri l’Ucraina.
Dietro le aperture e il sostegno di facciata alla nazione ex
sovietica le grandi nazioni europee come Francia e Germania la
temono. Entrando nell’Unione, infatti, ne sarebbe il principale
paese per estensione territoriale, con una potenzialità economica (è
il maggior produttore di grano al mondo, a cui si aggiungono le
risorse naturali in situ e in transito dalla Russia) capace di
spostare verso Est il centro degli equilibri europei.
Ma
Francia e Germania sbagliano. Perché l’ingresso dell’Ucraina
nell’Unione è il più grosso affare che l’Europa possa mai
concludere nella sua storia millenaria. Neanche Alessandro Magno si
spinse a tanto. Nemmeno l’Impero Romano. Né fu permesso a Hitler.
Con il plusvalore che la voglia di Europa dell’Ucraina non è
indotta da invasioni militari o ricatti economici, ma legata solo e
indissolubilmente alla volontà del popolo ucraino, espressa fin
dall’inizio della rivolta contro il satrapo Yanukovich affiancando
alla bandiera nazionale quella europea, e che guardacaso hanno gli
stessi colori.
Una
volontà popolare con cui tutti hanno dovuto fare i conti: l’Europa,
messa quantomeno in imbarazzo da tanto dichiarato amore sanguigno e i
suoi governi e cittadini antiunionisti messi in tragicomico; la
Russia, che non ha potuto andare oltre l’annessione della Crimea.
L’America e la Cina, che prima nel paese concludevano ottimi affari
a prezzi stracciati. E tutti sono rimasti spiazzati dai veri fautori
e finanziatori dell’alzata d’orgoglio degli ucraini, i banchieri
ebrei.
Quegli
stessi banchieri che fino a poco tempo prima si erano resi complici e
sodali degli speculatori che aggredivano gli stati sovrani (Grecia,
Cipro, la Spagna, il Portogallo, la stessa Italia, vi ricordate?) e
che a cominciare proprio dall’Ucraina hanno iniziato a investire
sulla sovranità, sulla voglia e la capacità di un popolo di
rendersi indipendente, di liberarsi. Per questo l’Ucraina attrae ma
fa paura, perché nonostante le difficoltà economiche date da questa
transizione, è un paese libero. E che liberamente ha scelto
l’Europa. Quando potrebbe benissimo starsene da solo.
L’Ucraina
insomma, oltre al denaro sonante, porta in dono all’Europa una
delle tradizioni culturali che l’ha costituiscono, quella Yiddish,
quella degli ebrei europei. Le prime vittime del fanatismo nazista e
comunista. Personalità del calibro di Menachem Mendel Shneerson,
l’ultimo Lubavitcher Rebbe, medaglia d’oro del Congresso degli
Stati Uniti d’America, dai suoi seguaci considerato il Messia. O di
Menachem Mendel Hager, il Caritatevole, fondatore della dinastia
chassidica Viznitz. Si chiamava ODESSA l’organizzazione segreta che
aiutava i nazisti a fuggire scoperta da Simon Wiesenthal. Un
patrimonio di valori di cui l’Europa ha fame ma che i governi
sembrano ignorare. Se non osteggiare senza passare per antisemiti.
Perché questo legame tra il potere finanziario e il popolo è a dir
poco fastidioso per la politica. Addiruttura letale.
Se
dunque l’Europa e l’Ucraina hanno solo da guadagnarci chi ha da
perderci? L’America. Un’Europa forte con dentro l’Ucraina
costituirebbe un grosso problema per gli Stati Uniti, così grosso che
neanche la firma del TTIP così com’è risolverebbe.
Ma
questo perché continua a campeggiare l’ormai vecchio e arrugginito
sistema maschilista nordamericano. Se ci fosse una donna Presidente
tutto si risolverebbe. Ella potrebbe ad esempio riaprire il dialogo
con le tante leader donne dell’America Latina. Potrebbe parlare con
Angela Merkel. E stringere un buon accordo con l’Europa. E
fregarsene così di Putin. Che ci rimarrebbe malissimo.
L’indifferenza è un’arma micidiale, specie in mano a una donna.
E
invece ci tocca assistere ai tragicomici effetti del vecchio metodo
basato sulla costruzione del nemico. Agli psicologi americani che
danno dell’autistico a Putin sostenendo che ha la sindrome di
Asperger per metterlo in cattiva luce. E poi si scopre che ne
soffrono alcune tra le persone più sensibili e genialoidi del genere
umano: Albert Einstein, Marilyn Monroe, Abraham Lincoln, per esempio,
gli attori Dan Akroyd e Daryll Hannah. La cantante Susan Boyle.
Eppure
è stato bravo Vladimir Putin. Ha dato prova di grande apertura e di
prontezza, sia riguardo ai diritti umani sia nell’annussare subito
l’aria nuova nelle prospettive economiche e nelle relazioni
internazionali. Per primo tra i leader mondiali si è presentato in
Vaticano per rendere omaggio a Papa Francesco appena eletto. Ha
stretto ottime relazioni con l’America Latina.
Subito
dopo ha perdonato le Pussy Riot, peraltro scomparse, dato che erano
diventate famose non per la loro musica ma perché vittime del
regime. E infine ha liberato lo storico nemico Michail Borisovič
Chodorkovskij.
Per
non parlare del nuovo e amabile corso politico, e religioso anche, di
Hassan Rouhani in Iran. Insomma questi due hanno dimostrato di
saperci fare. Forse per questo stanno antipatici ai più, specie agli
arrugginiti occidentali. Sbaglia invece la comunità internazionale a
privarsi di queste intelligenze quando potrebbe guadagnarci. Il
cambiamento viene dall’Asia. E noi siamo una penisola dell’Asia,
non dell’America. Per questo è assurda una delegazione di pace
congiunta Europa-Stati Uniti. Perché hanno interessi in conflitto.
Cosa è andato a fare più volte nell’Est Ucraina il capo della CIA
John O. Brennan? Chi manovra i ribelli filorussi quando quella gente
ha tutto da guagnarci a entrare in Europa e non interessa alla
Russia? Che cosa abbiano fatto davvero di male Russia e Iran per
meritare quelle sanzioni? E lo spionaggio e le torture della CIA che
tuttora vanno impuniti invece?
Vanno
tolte le sanzioni alla Russia per sbloccare lo stallo ucraino e
fermare la guerriglia. Putin sa bene che non può riavere l’Ucraina.
E’ tramontata l’epoca dei governi fantoccio. Anche perché non
conveniva più. Dato che i fantocci si erano fatti troppo furbi.
Yanukovich infatti rubava tanto agli ucraini quanto ai russi e
accumulava ricchezze private in Europa. Questioni di debiti e crediti
incrociati che si metterebbe subito a posto se non ci fossero le
sanzioni.
La
analisi di Vizzini sembra abbastanza esatta poiché è chiaro che, un
paese come l' Ucraina identificato e determinato nella sua cultura
storica..pare aver subito la supremazia dei paesi occidentali in modo assai particolare. Credo anch'io che vi sia una indissolubile volontà del
popolo ucraino, espressa con palese evidenza anche contro una certa
tirannia..Un principio che..sottovalutato, non potrebbe aiutare a vedere in un'ottica più lucida. ....E bisogna anche tenere in considerazione alcuni avvenimenti avvenuti in concomitanza e subito dopo l'indipendenza della Crimea che non possono essere sottovalutati.
Non
abbiamo verità certe sui fatti svoltisi nel recente passato in
Ucraina..ma una lunga serie di dubbi. Una
faccenda apparsa subito ambigua che ha portato conseguenze nello
stesso paese ucraino. Sono ormai in tanti ormai a pensare che tutti i
guai dell’Ucraina sono nati per mantenere in vita la Nato e tutto
il loro apparato militare... a premere sui confini per generare
l’ingresso in Europa dei paesi dell’Est come un atto in contrasto
alla Russia. Sembra che nella stessa Crimea vi siano stati inni di
gioia e qualche disapprovazione, ma il passaggio della Crimea alla
Russia rimane comunque un dato di fatto.Mosca ha sempre dichiarato
legittima la dichiarazione di indipendenza della Repubblica
autonoma di Crimea ed ha evocato in proposito lo statuto dell'ONU.
Se
analizziamo gli eventi accaduti a Kiev il giorno della fuga di
Janukovich ( piazze in allarme occupate dai manifestanti europeisti
per un appoggio occidentale, la prodiga reazione dell'Europa della
Merkel ed in particolar modo.. il sostegno americano), ci accorgiamo
come di contro, da parte di Mosca... vi sia stata una evidente scelta
democratica degli abitanti attraverso il ricorso ad un referendum che
non può lasciare alcuno spazio a pensieri diversi o subdole pretese.
Naturalmente il coro dei media occidentali ha imputato alla Russia un
atto di aggressione militare invocando sanzioni dichiarando che era
insostenibile appoggiare un presidente ucraino che rifiutava di
portare il paese in Europa, il tutto in un sostegno più che
apprezzabile da parte degli Stati Uniti che a loro volta dichiarano
di aver investito miliardi di dollari negli ultimi vent’anni per
dare all’Ucraina un futuro memorabile...
Ma
cosa è accaduto davvero?...Sembrano volersi volutamente nascondersi
alcuni fatti essenziali avvenuti a febbraio quando le forze di destra
del partito paranazista Svoboda, hanno militarizzato le difese di
Maidan e molti manifestanti si sono armati di armi nuovissime, fucili
e pistole. Naturalmente qualcuno vorrebbe anche sapere la verità
sulla provenienza di quelle armi dato il fatto che non sia per niente
assicurato che siano di provenienza russa. Vi sono stati
massacri di manifestanti sempre attribuiti ai russi per indurre ad
una indignazione e far sì che i media spingessero a favore
dell'Europa e dell'America.
Appare
certo che la decisione del destino del paese sia stata concentrata su
una serie di avvenimenti poco chiari... non voluti dallo stesso
popolo ucraino, avvenimenti che lasciano senza alcuna chiarezza e che
portano al sospetto di una ulteriore influenza dell'America nei
territori dell'est: - Si parla di una fuga di Janukovich prima della
sua destituzione per paura di fare una brutta fine. Chi ha vinto e
chi ha perso?
L'america
che ancora una volta ha voluto imporre la sua supremazia al di là di
ogni altro interesse?...o la Russia.. che in qualche modo ha voluto
dichiarare il suo sdegno di fronte alle posizioni territoriali che
meno competono agli Stati Uniti e persino alla giovane Europa?
Gli
ultimi avvenimenti ci avvisano che.. mentre Hollande spinge per un
dialogo illustrando un piano di pace e la Merkel si muove per una
cauta risoluzione.. la Nato pare spingere verso un intervento armato.
L'Occidente
non esclude quindi un'opzione militare in Ucraina..valutando bene
prima la fornitura di equipaggiamento e armi all'esercito di Kiev,
per fronteggiare i separatisti filorussi. In tutto ciò...Kiev, pare pronta
a dichiarare la completa cessazione del fuoco per fermare il
crescente numero di vittime tra i civili ed il presidente ucraino ha
precisato che..nel merito.. il suo governo abbia avuto il sostegno da
parte della Merkel e di Hollande.
Vedremo
presto gli sviluppi di questa storia esposta dai
media in modo poco convincente ed a volte di parte.
Sembra
comunque chiaro che le sanzioni verso la Russia operate da un paese
come il nostro... con una crisi economica fuori dal normale... appaiono
sprovvedute ( e pesanti per le casse dello Stato), malgrado il nostro
governo, con la costante ipocrisia che lo accompagna..si sia accodato
in tutto e per tutto ad una politica estera dei paesi economicamente
più forti. Una politica che potrebbe spingerci in conflitti ed atti
di terrorismo ancora più pericolosi.
vincenzo
cacopardo