di vincenzo cacopardo
La speranza di una regione che trae forza dal proprio statuto
Sappiamo che la Sicilia ebbe il suo Statuto speciale con d. lgs. lgt. 455 del 15 maggio 1946, dunque prima del referendum istituzionale del 46 oltre che della Costituzione. Sappiamo anche che le particolari forme e condizioni di autonomia di una Regione a statuto speciale sono fissate dallo stesso Statuto regionale.
Lo Statuto di una Regione come la Sicilia è quindi detto “Statuto speciale” poichè disciplina le competenze esclusive concesse alla propria Regione.
La speranza di una regione che trae forza dal proprio statuto
Sappiamo che la Sicilia ebbe il suo Statuto speciale con d. lgs. lgt. 455 del 15 maggio 1946, dunque prima del referendum istituzionale del 46 oltre che della Costituzione. Sappiamo anche che le particolari forme e condizioni di autonomia di una Regione a statuto speciale sono fissate dallo stesso Statuto regionale.
Lo Statuto di una Regione come la Sicilia è quindi detto “Statuto speciale” poichè disciplina le competenze esclusive concesse alla propria Regione.
La
riforma del Titolo V della Costituzione del 2001 ha, successivamente,
accresciuto i poteri delle Regioni a statuto ordinario, soprattutto
per un aumento delle materie con competenza in
concorrenza
tra
Stato e Regione. Per le Regioni e le Province a Statuto speciale ha continuato a valere, anche dopo la riforma del Titolo V, il cosiddetto
"parallelismo delle funzioni", per cui la Regione continua
a mantenere la competenza amministrativa nelle materie in cui
esercita la potestà legislativa. Pertanto
la competenza amministrativa generale non è attribuita ai Comuni,
come invece accade nelle Regioni a Statuto ordinario, ma continua a
valere il modello della "amministrazione indiretta necessaria,
ovvero della delega di esercizio agli enti locali da parte delle
Regioni.
Le Regioni e Province ad autonomia speciale hanno sempre goduto della possibilità di istituire con legge tributi propri, possibilità prevista, ma di fatto negata, prima della riforma del Titolo V, alle altre Regioni .
Le Regioni e Province ad autonomia speciale hanno sempre goduto della possibilità di istituire con legge tributi propri, possibilità prevista, ma di fatto negata, prima della riforma del Titolo V, alle altre Regioni .
Nella
sostra regione Sicilia l'intero gettito dei tributi erariali spetta
alla Regione, ed è lo Stato a compartecipare. Attualmente,
in seguito alle riforme del 2001, la differenza tra Regioni speciali
ed ordinarie si è attenuata anche in questo campo.
La
principale differenza tra lo statuto speciale e lo Statuto regionale
di una Regione a statuto ordinario, è che... mentre lo statuto
ordinario è adottato e modificato con legge
regionale,
lo statuto speciale è adottato con legge
costituzionale,
italiana.
Queste
precisazioni sono utili per percepire l'importanza di uno Statuto
Autonomo in confronto con uno Statuto ordinario. Detto ciò non
possiamo sottolineare la stravagante offensiva opportunista lanciata
in questi giorni da Renzi in combinazione con le ultime forze del
partito di Berlusconi a danno della autonomia della Sicilia. E pare
essere proprio Ferrandelli il giovane politico su cui costoro
vorrebbero incentrare la loro partita, dimenticando l'importanza di
un'Autonomia che non riesce mai ad essere applicata integralmente.
La recente campagna politica contro l'Autonomia, sembra prendere più
corpo in questi giorni.. ed è strano che i siciliani stessi non si accorgano di come
tutto ciò non potrà di certo aiutare i vantaggi stessi che uno
Statuto Autonomo può apportare..e quale forza essa può portare..se
usata con capacità e lungimiranza.
All'orizzonte,
quindi, una nuova guerra politica di principi ( forse più sciocca..che
politica) voluta da chi pare schierarsi in una posizione a difesa
dei propri interessi e non del popolo siciliano. Difficile..dalle nuove manovre.. non
percepire l'interesse da parte dello Stato italiano e dello stesso
governo Renzi a favore di ciò che potrebbe negare grandi opportunità
ad una terra come la Sicilia ed è ancora una volta quasi
insopportabile constatare una simile lotta contro la propria terra
per una personale carriera politica che in realtà di politico non ha
nulla!
Oggi..
con un presidente della Regione Crocetta.. che pare elemosinare ogni cosa ad un
governo centrale..la Sicilia appare un canovaccio sottomessa al
potere di uno Stato. Non riesce a trarre forza da uno
Statuto...malgrado le possibilità di esercitare una propria forza
politica istituzionale che potrebbe renderle nuove energie ed
iniziative. L”esclusività” si avvia a divenire una “normalità”:
La consuetudine di una politica trainata da un potere centralistico e
sempre meno contrastata dall'inerzia delle incapaci figure presenti
nella Regione che sembrano operare solo per precisi interessi
personali.
E'
quindi logico poter pensare che un domani senza la forza di un
proprio Statuto Autonomo..lo stesso Stato potrebbe condannare la
Sicilia ad una condizione di indigenza peggiore che, unito alla
enorme mancanza di lavoro e di infrastrutture necessarie, rimarrà
definitivamente condannata.
Lo
Statuto siciliano sarà vecchio, ma lo è anche la Costituzione!
Se dunque c'è da riformare..si riformi! Ma non si abbandoni una strada che potrebbe aiutare un processo di crescita senza che uno Stato ci obblighi a chiudere ospedali e scuole..o uffici giudiziari ed altro..Persino la politica sui rifiuti sembra oggi voler essere guidata a livello centrale non lasciando spazio a chi nel territorio potrebbe avere maggior cura nel poterla gestire cautelando il proprio territorio.
Se dunque c'è da riformare..si riformi! Ma non si abbandoni una strada che potrebbe aiutare un processo di crescita senza che uno Stato ci obblighi a chiudere ospedali e scuole..o uffici giudiziari ed altro..Persino la politica sui rifiuti sembra oggi voler essere guidata a livello centrale non lasciando spazio a chi nel territorio potrebbe avere maggior cura nel poterla gestire cautelando il proprio territorio.
Ma
di chi è la colpa! Oltre all'arroganza di un potere centrale e
l'interesse di qualche personalità politica regionale.. non possiamo
escludere una certa indifferenza da parte di una società siciliana
che pare seguire pedissequamente la politica locale ad esclusivo
interesse di opportunità personali..tranne lamentarsene subito dopo
e ripetere continuamente lo stesso errore!
Bisogna.. invece.. sostenere un'Autonomia locale accompagnadola con l'elezione
di figure più capaci ed in grado di renderla utile e funzionale. Non
certo per interessi personali, ma proprio perchè in essa potrebbe
scorgersi un futuro di speranza per la crescita della nostra regione.