Quello che Enzo Coniglio esprime come un desiderio di riflessione e che mi sento di
condividere..dovrebbe spingere a meditare profondamente sulle cause e le ragioni che oggi hanno portato alle odierne cruenti reazioni.
In
realtà Weber non
ha inteso sostenere che un fenomeno economico possa essere causato
direttamente da un fenomeno religioso. Nel
passato l'intervento della religione luterana
aveva messo in evidenza l'inefficacia delle buone opere per ottenere
la salvezza. Era la dottrina che giustificava un'espressione della
onnipotenza divina.
La
Chiesa ha sempre operato una mediazione tra chi era fedele e quel Dio
presente nel cattolicesimo...Ciò che, al contrario, nel
luteranesimo, era stato cancellato.
Con
Calvino..poi.. sembra essersi riscontrata una soluzione.
Il segno della grazia divina diventa visibile e sicuro ed è la
ricchezza, anzi..meglio... quel benessere generato dal lavoro. Il
lavoro in sé acquistava il valore di vocazione religiosa.
La
concezione
calvinista del valore del lavoro per il lavoro stesso.. trova proprio
riscontro per Max Weber in alcune caratteristiche che differenziano
le due religioni: mentre il cattolico celebra la sua messa o prega
per ottenere qualcosa, il protestante ringrazia Dio per quello che ha
già ottenuto.
L
a mentalità religiosa calvinista
era per Weber una mentalità di tipo capitalista: Lì dove la prima fu una pre-condizione
culturale insita nella popolazione europea assai utile al formarsi
della seconda. Ma l'uso del termine "capitalismo" associato
a un fenomeno religioso del cinquecento non sarebbe appropriato, in
considerazione del fatto che il sistema capitalistico è da riferirsi
più giustamente nell'ambito della prima rivoluzione industriale
della metà del settecento. Essa è comunque riferita allo spirito,
ad
un ordinamento
socio-culturale che, correggendo la spontanea sete di guadagno,
induce il calvinista a reinvestire i frutti della propria attività
per generare nuove iniziative economiche.
Max
Weber
aveva notato come i paesi che osservavano una religione di tipo
calvinista, erano arrivati primi al capitalismo rispetto a quelli
Cattolici come persino l'Italia: Ma se il capitalismo genuino è
caratterizzato essenzialmente da un profitto e dalla volontà di
reinvestire incessantemente quanto guadagnato, l' atteggiamento non
potrebbe avere alcuna relazione con una mentalità calvinista. Questo
potrebbe spiegare il ritardato arrivo del capitalismo in quei paesi
rimasti cattolici.
Nondimeno
tra il cristianesimo dei popoli dell'Europa
centro settentrionale e di quelli della fascia Mediterranea, sin
dall'inizio esisteva una differenza: Si rappresentavano due culture
profondamente diverse. Sin dall'inizio sembra esservi stato un doppio
cristianesimo. Nel Medioevo la cristianità era stata improntata dal
feudalesimo venuto dal Nord Europa, ma poi..nel tempo..fu la cultura
cristiana dei mercanti e banchieri italiani a diffondersi in Europa.
Una
vera aggregazione tra i due cristianesimi non pare mai essersi concretizzata.
Certo..nella
storia.. il messaggio cristiano
a contribuito in gran parte alla costruzione di una comunità occidentale attraverso l'opera evangelica di una Chiesa che
storicamente ha influito di continuo nel pensiero, ma la società è rimasta per
lo più laica nelle scelte di una politica e si avvia ad esserlo
sempre di più. Tuttavia nel messaggio cristiano rimangono espressi
concetti che continuano a contribuire alla formazione della nostra
società..Il concetto di famiglia, ad esempio, potrebbe definirsi
determinante per la stessa crescita sociale dei Paesi occidentali.
Una crescita che disegna la cultura di una società che crede nella
vita, nell'unione..sui figli.. ed in una speranza fondata nell'uomo e
nel suo lavoro .. Questo principio che in sé rappresenta un vero
valore..non potrà mai essere abbattuto e rappresenta un cardine,
oltre che il punto forte, su cui vive e si nutre l'Occidente
Se
Papa Francesco,
sempre attento e rispettoso dell’Islam e del suo
profeta.. opera attraverso l'umiltà ed in rispetto
all'opera di Cristo, un certo Occidente ha continuato ad imporsi con
forza in senso sociale ed economico, ma..forse.. senza
quell'essenziale equilibrio ed a volte privo di ogni rispetto per una
cultura orientale di difficile tendenza che ha visto e vede oggi
nell'Isis un fondamento nelle loro azioni. Una realtà terroristica sicuramente condannabile e da contrastare, ma determinata da un
effetto politico sociale in cui anche l'Occidente sembra aver
fallito.
vincenzo cacopardo
Benedetto
Croce, Max Weber e L’ISIS: una percezione sul cristianesimo e
l’Occidente che ci costa cara
di
Enzo Coniglio
Analizzando
le dichiarazioni dell’ISIS, appare evidente che a fondamento delle
loro azione contro Roma vi è la identificazione dell’Occidente con
il Cristianesimo: uno dei maggiori nemici da abbattere. Non ce
l’hanno con Papa Francesco, sempre attento e rispettoso
dell’Islam e del suo profeta. Né tantomeno con le Istituzioni
ecclesiastiche gerarchiche vaticane che sono solite seguire il
Pontefice in tema di dialogo interreligioso.
La
diatriba quindi, il conflitto con annessi possibili risvolti cruenti,
non è religioso e va ricercato altrove. Ma dove? Sono molti i
documenti scritti e i comportamenti da cui prendere lo spunto per una
riflessione e non certo per una analisi approfondita in questa sede.
Ripeto: per uno stimolo alla riflessione.
Iniziamo
da un apprezzato uomo di cultura: Benedetto Croce, filosofo,
storico, politico e critico, tra i più influenti intellettuali
italiani ed europei del secolo scorso.Nel 1942, scrisse un breve
saggio, lui liberale e in conflitto con le autorità cattoliche, dal
titolo significativo: “perchè non possiamo non dirci
cristiani” Afferma: ” Sono profondamente convinto e
persuaso che il pensiero e la civiltà moderna sono
cristiani, prosecuzione dell’impulso dato da Gesù e da Paolo.
” Come dire che il fondamento storico della civiltà
occidentale sia il cristianesimo.
Ma
anche recentemente e con altre motivazioni, Giovanni Paolo
II, chiedeva che la Costituzione europea fosse fondata sul
cristianesimo. Fuori di casa nostra, ma negli stessi anni, in
Germania per l’appunto, un altrettanto illustre storico,
filosofo, sociologo ed economista, Max Weber, scriveva
una opera magistrale: “L’Etica protestante e lo spirito del
capitalismo.” E così, sia in ambito cattolico che in quello
riformato della “protesta” si sottolinea la centralità fondante
del pensiero e dell’etica cristiani con tutte le conseguenze a
livello locale ed internazionale trattandosi appunto di una religione
e di un “sistema egemone” non solo in quello religioso, ma anche
in quello etico, sociale ed economico.
Il
mondo arabo e islamico ne restano fuori, soggiogati e in parte
vittime. E soprattutto dei due maggiori Paesi cristiani protestanti:
Stati Uniti e Gran Bretagna e che quindi devono essere puniti e
comunque colpiti anche e soprattutto in quei principi che sarebbero
il fondamento dell’Occidente: i principi cristiani e con loro, Roma
e il papato, centrali e non solo simboli del Cristianesimo!
E
dire che la realtà fattuale, vista dal Vaticano e dal Papa, è
esattamente opposta: questo Occidente non si comporta da Occidente
cristiano e lo stesso Papa chiede un rivoluzione a 360 gradi.
Ma
è evidente che la diatriba non è religiosa e neppure si tratta di
uno “scontro di civiltà”, perchè ambedue le aree accusano
una falsa interpretazione dell’Islam da parte dell’ISIS, e della
Bibbia da parte dei governanti e dei fedeli. E così la
religione non sembra più essere l’oppio dei popoli ma un
poderoso instrumentum Regni.
E
così sia.