17 mar 2016

UNA NOTA PERSONALE AL NUOVO ARTICOLO DI DOMENICO CACOPARDO



La chiamano narrazione, ma il suo vero nome è mistificazione. Eccone un esempio. L’ultimo.Nella polemica tra maggioranza e minoranza Pd, torna di continuo il richiamo all’Ulivo, come un periodo politico d’oro per la sinistra italiana. A dire il vero, il primo a evocarlo è stato evocarlo è stato Bersani seguito a ruota dallo stesso Renzi.

Nella realtà i governi dell’Ulivo, in senso proprio sono stati due: il Prodi 1 (1996-1998) e il Prodi 2 (2006-2008). Cos’era l’Ulivo? Era la coalizione di excomunisti (DS) ed exdemocristiani (Margherita) cui si associavano tutte le altre sigle che popolavano la galassia della sinistra nazionale. La cifra più significativa di questa formula era la rissosità, visto che ogni questione interna e internazionale provocava una serie interminabile di distinguo e di dissociazioni, sino a quella di Bertinotti, nel 1998, che determinò la caduta del governo, e a quella di Mastella che, colpito per via giudiziaria dall’iniziativa del sostituto procuratore Luigi De Magistris e non sostenuto dal primo ministro, si dimise provocando la dissoluzione della formula politica e nuove elezioni che dettero la vittoria a Berlusconi.

Il 1998, dopo il voto di sfiducia (e dimissioni) di Prodi, vide mettere in scena l’unico governo della seconda Repubblica parente dell’attuale gabinetto Renzi. Anzi l’unico reale precedente alla formula attuale.Infatti, con la regia di Francesco Cossiga, nel 1998, prima ancora della crisi, andò formandosi un nuovo partito, l’Udr (Unione democratica per la repubblica), segretario Clemente Mastella, che fu il raccoglitore di spezzoni vari di Forza Italia e di exdemocristiani col progetto sostanziale di permettere che un consistente numero di parlamentari di destra cambiasse schieramento dislocandosi nel centro-sinistra. L’operazione, non apprezzata da Prodi, ebbe la sua sublimazione con la caduta del politico reggiano.

La nuova coalizione, diretta da D’Alema (che con sforzi sovrumani era riuscito a mettere insieme quella vincitrice nel 1996), aveva una solidità parlamentare ben maggiore dell’Ulivo prodiano, visto che la fiducia al governo non dipendeva dagli umori delle piccole frazioni di sinistra, ma dall’apporto massiccio dell’Udr che presto diventerà Udeur. Con questa maggioranza e con questo governo l’Italia combatterà la sua prima guerra del dopoguerra, attaccando, con la copertura Nato, la Serbia.

Insomma Mastella nel 1998, come Verdini nel 2015 con Renzi, permise a D’Alema una specie di politica dei due forni, in modo da consentire con l’apporto dei transfughi del centro-destra quelle decisione che il centro-sinistra puro e duro non avrebbe mai assunto. Certo, la lotta sorda e sotterranea dei prodiani e della Cgil di Cofferati logorò quel gabinetto, tanto che dopo l’esito negativo delle elezioni regionali, cui era stato conferito il significato politico di conferma del consenso o di affermazione di dissenso per l’azione politica del governo, D’Alema fu costretto a dimettersi. Un confronto, quelle elezioni, la cui necessità derivava dal fatto che la coalizione di governo era nata a legislatura iniziata e non aveva avuto alcuna investitura popolare.

Una conferma elettorale –più presunta che reale- il governo Renzi –accusato (a ragione) d’essere nato a tavolino, senza un confronto elettorale- l’ebbe con le elezioni europee del 2014 e l’aspetta ora dal combinato appuntamento delle elezioni comunali di giugno e del referendum di ottobre.

Il paradosso, comunque, è il comune richiamo all’Ulivo, come un periodo d’oro per l’Italia, quando, invece, si è trattato –nei due casi che abbiamo citato- di una formula fondata sulla permanente rissosità dei partner. Non che i governi di centro-destra siano stati esempio di coesione e di unità d’intenti. Ma mitizzare l’Ulivo raccontandolo come l’età politica dell’oro è una vera e propria falsità: tanto è vero che il processo riformista, al di là delle parole, non è stato mai seriamente avviato sino al marzo del 2014, dopo l’insediamento di Matteo Renzi che, con tutte le difficoltà e le deficienze di un ministero nel quale i dilettanti allo sbaraglio erano in maggioranza, ha per la prima volta messo con i piedi per terra una serie di riforme di cui il Paese aveva una urgente necessità.

Certo, come sempre, in politica vige il detto fratelli-coltelli. Tuttavia, gran parte delle ragioni delle dure polemiche di questi giorni non sono ideali ma molto concrete: la fine del potere, nelle sue varie declinazioni degli eredi del mondo excomunista, che ha perso tutte le condizioni di favore di cui ha goduto sino a qualche anno fa. 

Impossibile che il tempo torni indietro. 

Ps: la posizione di Massimo D’Alema ha ragioni diverse. La contestazione, cioè, con argomenti nient’affatto futili, le epurazioni di Renzi, fondate sull’esigenza di occupare spazi e poteri più che di rinnovare, e l’arroganza con la quale sono state effettuate.

Domenico Cacopardo


Eccellente analisi proposta dal cugino Domenico che mi ispira ad un dialogo poiché, nonostante la possibile comparazione da lui espressa, vi rilevo piccole ma sostanziali differenze da dover sottolineare! 

Avrei qualche dubbio sul fatto che quello del passato a cui fa riferimento Domenico sia un precedente da paragonare alla formula attuale. In realtà vi trovo differenza nella sostanza oltre che nei tempi: Se in una visione apparente potrebbe dirsi identica, la fase storico politica dei venti anni ormai trascorsi.. ci vede in posizioni assai diverse.

l’Udr (Unione democratica per la repubblica), con il segretario Clemente Mastella, che, come afferma Domenico, raccolse spezzoni vari di Forza Italia e di exdemocristiani col progetto sostanziale di permettere che un consistente numero di parlamentari di destra cambiasse schieramento dislocandosi nel centro-sinistra, esprimeva dei valori ben diversi da quelli degli attuali verdiniani usati da Renzi solo per interessi specifici di opportunità politica.

Non bisogna dimenticare che il movimento virtuale UDR, sponsorizzato da Cossiga, era venuto fuori da esigenze diverse ed aveva assunto una posizione di decisa rottura andandosi ad incuneare fra i due poli in un contesto politico che appariva ormai bloccato. In realtà quei mutamenti e quelle trasformazioni si resero quasi naturalmente necessarie per l’effetto di un’azione assai costretta che un bipolarismo troppo anticipato e non attentamente studiato, aveva determinato. 

Quel movimento si era posto come centro moderato alternativo alla maggioranza e questa posizione aveva creato non poche polemiche fra gli addetti ai lavori che vi avevano identificato la inquietante riedizione di un vecchio partito. Ma la sua azione aveva comunque destato l’interesse di tanti cittadini proprio perché vista nell’ottica di una posizione di rottura nei confronti del sistema bipolare e sembrava dovesse costruire un maggior consenso in quanto…non si proponeva.. nell’immediato..ruoli governativi: Sembrava proprio il successo di una politica innovativa che mirava ad assicurare un’azione dinamica di primaria utilità rispetto ad un’ostinata e costretta governabilità.(Al di là di chi ne ha giovato in modo interessato..potremmo quindi non identificarla come vera azione di puro trasformismo...ma forse.. costretta a trasformarsi per dare più vita ad una indispensabile politica di base!)

Molti avevano intuito nel neonato movimento di Cossiga, una posizione politica lungimirante, fluida e più costruttiva, forte del richiamo culturale del momento:una corsa in coerenza col tempo...successivamente dimostratasi..non altrettanto coerente nel tempo. Infatti..non appena entrata a far parte del nuovo governo D’Alema, il grande entusiasmo cessò si esistere: l’ingresso nell’esecutivo e la pretesa di una politica diretta prevalentemente verso l’Europa, non potevano reggere la prova di un Movimento ritenuto ancora virtuale nel Paese.

Ciò che in modo diverso sta avvenendo oggi ..(oltre ad essere la prova provata di un insuccesso di un bipolarismo ormai contrastato da decenni)..pare spinto da futili motivi di interesse..non per contrastare la formula bipolare (come lo fu in passato con l'UDR) attraverso azioni dinamiche proposte con contenuti di una politica di riflessione in favore di una migliore democrazia, ma per puro opportunismo non essendo supportata da alcun progetto...tranne che in favore di una governabilità che pretende persino di cambiare i valori di una Costituzione. Se in quella del passato poteva intravvedersi una azione di trasformismo motivato...in quella di oggi si percepisce di sicuro un'azione opportunista..più che di giustificata trasformazione!

vincenzo cacopardo


16 mar 2016

Palermo: città vessata da assurdi provvedimenti

I cittadini di Palermo sempre più oppressi dai continui balzelli..
di vincenzo cacopardo

Mai come in questi giorni il nome della piazza di fronte al Municipio di Palermo (piazza della vergogna) sembra così particolarmente legato all'opera della giunta di questa città.

La stangata in arrivo per i cittadini palermitani sembra voluta dal Comune di Palermo per dare una sistemata alle casse vuote. Seppellita ogni possibile discussione sul provvedimento Ztl imposto con forza e persino arrogante prevaricazione.. una nuova ordinanza colpisce chi usa le strisce blu gestite dall’Amat (circa 15mila) . Tutte le soste ora dovunque costeranno 1 euro.


Si può comprendere la difficoltà di una giunta allo stremo di risorse che opera scelte difficoltose..ma non si può certo digerire il fatto che tutto ciò è in contrasto con le promesse fatte dal sindaco durante la campagna elettorale: Orlando, infatti, aveva promesso di sopprimere questo tributo ed invece la città si ritrova oggi con l'ennesima odiosa imposta da pagare in aumento. Ricordiamo che le zone blu nascono illegittime.. e tradire tale promessa vuol dire noncuranza di ciò che si è impegnati a fare su un provvedimento per di più già ingiusto. Se a ciò uniamo lo stato di degrado dell'intera città...riesce davvero difficile poter digerire i nuovi espedienti promossi dalla sua giunta.

L'attuale giunta appare infatti poco competente e meno disponibile alle esigenze dei cittadini: Una delle peggiori giunte che si sono viste negli ultimi decenni.. non potendo altresì asserire che le altre siano state buone. Ma quello che colpisce è il continuo fregarsene delle esigente di coloro che vivono in una città ormai priva del funzionamento dei principali servizi...opprimendo, al contrario, i loro cittadini vessati insistentemente nel pagare balzelli come quello delle Ztl (provvedimento che non nasconde un interesse che pare andare oltre ogni beneficio in favore dell'inquinamento).




 


15 mar 2016

I social ed i Movimenti in crescita..

L'inverosimile silenzio da parte della stampa e dei media
di vincenzo cacopardo

28 milioni di persone..quasi una persona su due guarda e si confronta nei social..a dispetto di quanto sosteneva il professore Eco che tendeva a mettere in risalto solo le storture ed a volte.. il cattivo gusto di questi. I social sono ormai in assoluto una invenzione straordinaria che, se contenuta in parametri di equilibrio, mira a scoprire il pensiero dei tanti e mettere in evidenza storture e deformazioni di una società che fino a prima tendeva a nascondere certe verità: Quanta conoscenza viene fuori dallo scambio del pensiero e dalle informazioni che tali mezzi ti consentono? In certi casi vengono fuori anche commenti migliori di quelli offerti da alcuni giornalisti sempre più compromessi!

Sono in molti i Movimenti politici oggi presenti nel territorio nazionale attenti al sociale.. che si propongono nei social non avendo altro modo di comunicare con la stampa...Alcuni si immedesimano con cura in una politica territoriale in modo serio e determinato. Ma la stampa li snobba e pare seguire pedissequamente solo i principi e le regole imposte da chi la finanzia. La domanda da porsi in proposito è quella di non comprendere come una infinità di giornalisti non si approccia in un dialogo con alcune di queste organizzazioni politiche che in realtà acquisiscono una lunga serie di visualizzazioni nei motori di ricerca: prova di un grande interesse da parte dei cittadini!



Le stesse televisioni.. anche quelle locali private.. faticano ad aiutare la crescita di quei validi Movimenti che si propongono lungo tutto il nostro territorio. I media sembrano snobbarli..le tv di Stato restano distanti o fanno orecchie da mercante...continuando a ricercare il contatto con una politica di sistema molto compromessa e poco affidabile.. se non in termini di interessato riscontro. Ma in realtà quando si è sui social, al di là di ogni forma di cattivo gusto da condannare, è come stare in una piazza...fra la gente..osservare meglio i loro bisogni...e porsi le relative e giuste riflessioni.    

Un commento sul nuovo articolo di Pippo Russo su Livesicilia

L'articolo di Russo induce ad una profonda riflessione poiché l'argomento in questione è stato più volte trattato dal sottoscritto nel blog. Naturalmente.. come è noto ..fa molto più notizia e viene più letto quando questo viene proposto da un politico conosciuto nell'ambito regionale e non da chi esprime queste disamine in termini di libero pensiero e senza pretese di elevarsi a giornalista o professore.

L'analisi è corretta, perchè tocca l'indiscutibile quesito su un cambiamento che difficilmente potrà avvenire per via delle evidenti difficoltà da parte delle tante associazioni, dei movimenti, i soggetti istituzionali, le liste civiche ed altri.. che facendo fatica ad unirsi in modo compatto, tendono a lasciare intatta la forza ai vecchi contenitori di consensi già formati e più robusti che da anni hanno dimostrato incapacità ed inerzia nei confronti della crescita economica e sociale dell'isola. Partiti, come scrive Russo, sempre dediti alle solite manovre scambiste "di Palazzo", ed alle torbide soluzioni d'apparato.

Ma ciò che riesce difficile digerire in questo articolo, sicuramente corretto nella riflessione, è il tono di trasporto nei confronti dell'operato del sindaco di Palermo Orlando che pare superare ogni dimensione. Non è certo una questione posta come un pregiudizio quella dell'età del sindaco, ma come più volte percepito.. è proprio la sua figura che ormai appartiene ad un passato che lo ha visto da decenni in un percorso politico logoro che ha stancato gran parte dei cittadini che guardano all'innovazione. Quello che è ampiamente dimostrato..e che manca come accentuazione nell'articolo di Russo.. è l'incapacità della gestione di questa giunta che vede oggi una Palermo abbandonata nell'immondizia, nel caos di un traffico indecente, nelle strade da terzo mondo con buche e pozzanghere, marciapiedi divelti ..confusione e caos continuo, in mancanza di idee.. studi e logiche capaci di risolvere anche le più piccole questioni riguardanti insensati semafori. Una giunta che come scopo primario si preoccupa di raccattare risorse attraverso subdole manovre antismog.

Se per il dottor Russo che si approccia ad una analisi simile..fare il sindaco significa solo impedire atti di illegalità o combattere la malavita, credo che una città non avrà mai possibilità di crescere nei servizi necessari. Poco può importare il confronto con chi ha saputo o no far crescere la città con una classe dirigente nuova..se i risultati non si vedono per nulla!

Al di là di questa critica sulla giunta di Palermo l'articolo di Russo va interpretato sicuramente in pieno per quella parte riguardante le difficoltà oggettive di poter uscire da un vecchio sistema politico regionale che vede i soliti Partiti dettare regole e manovre di Palazzo. Ma la responsabilità è anche da imputare ai tanti cittadini ormai sottomessi ad un cinismo che non lascia intravvedere speranze. Una evidente frustrazione dalla quale fanno fatica a venir fuori.. che li trascina verso il non voto od i soliti voti di convenienza: Se i cittadini non si svegliano da questo torpore nulla potrà mai cambiare!   
vincenzo cacopardo



Il cambiamento in Sicilia? al di fuori dei partiti

Se coloro che potrebbero dare molto insieme si limiteranno a compiere una seppur brillante battaglia personale non approderemo ad alcun porto. E a vincere saranno i soliti noti.

Risulta oltremodo lacrimevole, lo confesso, continuare a denunciare la penosa condizione in cui agonizza la Sicilia per le chiare responsabilità di una classe politica complessivamente mediocre, con le dovute eccezioni, e di un governo regionale che possiamo certamente definire, nelle sue quattro declinazioni, tra i peggiori mai avuti. Proviamo, piuttosto, ad affrontare il tema del futuro. Con un recente articolo su Livesicilia, "La nostra sfida contro la cattiva politica" - probabilmente non a caso finora letto da 27.000 lettori - tratteggiavo un possibile scenario alternativo a quello prevedibile e logoro offerto dai partiti siciliani.

Uno scenario per le prossime elezioni amministrative a Palermo - ma vale ovunque - e per le regionali immediatamente successive (entrambe nel 2017). Il mio voleva essere, ed è, un appello ad una alleanza in Sicilia tra cittadini, associazioni, movimenti, soggetti istituzionali (i sindaci), liste civiche già esistenti o in via di formazione, per costruire un percorso della buona politica e del buon governo che, alla fine, giunga a delle liste civiche unitarie composte da donne e uomini di comprovata competenza e moralità. Un modo concreto per dire basta alla degenerazione in fondo alla quale è precipitata la politica siciliana, al sottosviluppo conclamato, a certa antimafia fasulla, alla corruzione diffusa.

Un'alternativa  all'astensionismo, a suggestioni di sicilianismo estremo, di leghismo in salsa sicula e, soprattutto, ai partiti, questi partiti, dimostratisi degli involucri vuoti e dannosi. Il PD siciliano, da me lasciato perché in balia di logiche correntizie e dei padroni delle tessere, affaccendato per sete di poltrone in un colpevole sostegno ai disastrosi governi Crocetta e, in ultimo, in operazioni di riciclaggio di vecchio personale politico, ad oggi non è  in grado di offrire proposte e candidature credibili agli elettori, né a Palermo né alla Regione. Anzi, assisteremo alle solite manovre scambiste "di Palazzo", alle torbide soluzioni d'apparato, per assicurare a Palermo un sindaco frutto dell'accordo romano con i centristi e l'Ncd di Alfano e, a Palazzo d'Orleans, un esponente renziano.

Un piatto altamente indigesto per chi vorrebbe finalmente voltare pagina, ovviamente condito, accetto scommesse, con scontri alla baionetta fratricidi. Ce la fate, per esempio, a immaginare i salti di gioia dell'area di Raciti e Cracolici dinanzi a un'eventuale candidatura di Davide Faraone alla presidenza della Regione? In realtà, qualunque candidatura targata PD, allo stato degli atti, sarebbe divisiva. Poi ci sono i grillini, una forza ormai considerevole che spariglierà le carte ma che non potrà mai garantire in beata solitudine, per le spaventose condizioni finanziarie ed economiche della Sicilia e per la complessità di governo dei Comuni, una rivoluzione che non sia soltanto delle buone intenzioni.

Forse anche loro, spogliandosi della veste di detentori in esclusiva dei valori della moralità pubblica, dovrebbero considerare l'ipotesi di accordi ampi con le migliori espressioni dei vari mondi vitali e della stessa politica presenti in Sicilia. In tale quadro troviamo perfettamente armonica la ricandidatura, già annunciata, a sindaco di Palermo di Leoluca Orlando, figura abbastanza compatibile con iniziative di rottura di un inaccettabile sistema di potere, radicatissimo a livello regionale, gestito da partiti senza anima e da inquietanti cerchi magici.

Orlando, al netto di numerosi problemi ancora da risolvere, ha stabilizzato i conti, martoriati da imponenti tagli lineari dei trasferimenti agli enti locali; ha impedito a speculatori, mafiosi e faccendieri, a Palermo sempre in agguato, di mettere le mani sulla città; ha avviato, con la scelta di presidenti di specchiata rettitudine e adeguata competenza, il risanamento delle partecipate (alcune delle quali trovate saccheggiate, fallite o nel mirino della magistratura). C'è chi tira fuori la questione dell'età, argomento fragile se pensiamo che i due pretendenti al più potente trono della terra - la Casa Bianca - Hillary Clinton e Donald Trump, sono coetanei o addirittura più anziani del Professore.

A chi, invece, lo accusa di non aver saputo fare crescere attorno a lui una nuova classe dirigente vorrei chiedere quale classe dirigente, nuova per davvero, hanno saputo produrre in Sicilia i partiti, in definitiva i soggetti astrattamente titolati e attrezzati a farlo. In effetti, è vero, di giovani speranze, che vadano oltre il freddo dato anagrafico non di rado fuorviante, all'orizzonte non se ne vedono. Discorso a parte merita Fabrizio Ferrandelli, cui si deve riconoscere il coraggio di essersi dimesso da deputato regionale e di affrontare le piazze siciliane con un invidiabile entusiasmo.

Ma lui, mentre sto scrivendo, è ancora de iure e de facto nel PD ed è lì, quindi, che si dovrà candidare rischiando, alla squagliata della neve, di vanificare gli sforzi finora compiuti. I partiti, con le loro regole finalizzate all'autoconservazione appaiono irredimibili; al massimo, se hai un seguito, puoi imbastire l'ennesima corrente entrando in contraddizione. Inoltre, il PD lo candiderebbe a Sindaco di Palermo? A presidente della Regione? Ho fondati dubbi, anzi, sarebbero capaci di lasciarlo fuori financo dalla corsa per un semplice seggio all'Ars, dove, nella migliore delle ipotesi, mesto ritornerebbe dopo aver sbattuto la porta.

Per concludere, se coloro che potrebbero dare molto insieme si limiteranno a compiere una seppur brillante battaglia personale non approderemo ad alcun porto. E a vincere saranno i soliti noti, con annesse clientele, che avremmo voluto (e dovuto) mandare a casa.
Pippo Russo




14 mar 2016

La lunga via del cambiamento in Sicilia

di vincenzo cacopardo


Il lavoro dell’Assemblea regionale siciliana, viene ancora rinviato al 15 marzo, , dopo appena un’ora di lavori. Rimane ferma in commissione Bilancio anche la discussione del ddl che contiene le norme stralciate dalla Finanziaria.
Crocetta.. tra una promessa e l'altra.. pare navigare a vista.. malgrado le sue continue dichiarazioni su una bonifica di tutta la pubblica amministrazione. Con la solita comunicazione eclatante... parlando del quotidiano Libero che ha pubblicato in prima pagina il titolo: ‘Condannati per mafia assunti come forestali dallo Stato’, risponde che non permetterà più che un giornale del Nord, invece di esaltare il lavoro del suo governo.. scriva di mafiosi e piromani assunti nella forestale, sottolineando l'opera di una regione che, in linea con il suo popolo, cerca in tutti i modi di allontanarsi da un imbarazzante passato: I forestali in Sicilia sono 24 mila, ne sono stati licenziati 66..forse altri verranno messi fuori, ma il problema resta difficile anche perchè nel passato gli stessi Partiti hanno abusato per proprio comodo di queste generose assunzioni.
Difficile sgretolare quel muro che vede ancora nei Partiti consolidati nel territorio siciliano vecchie logiche che perseverano massacrando sempre più lo sviluppo dell' isola. L'arduo compito dei nuovi Movimenti è quello e mobilitarsi per sconfiggere una mentalità politica costruita su interessi in favore di questi vecchi e radicati Partiti, un impegno che li obbliga ad uno sforzo immane per due ragioni precise: L'una... per via del fatto che chi è già dentro il sistema politico del territorio resta avvantaggiato in quanto detiene da tempo le leve del potere avendo appreso meglio come usarlo, l'altra.. poiché da parte degli stessi cittadini vi è una gran disaffezione verso la stessa politica.. tale da renderli ormai estranei da ogni interesse.

La via del cambiamento politico per la Sicilia rimarrebbe quella affidata al Movimento più grosso in termini di consensi ossia il Mov 5Stelle. Una organizzazione politica che parrebbe muoversi verso il sociale per promuovere onestà ed equità. In realtà per quanto riguarda la nostra Regione poco si è ancora visto da parte dei pentastellati! In termini teorici quello che si propone il Movimento di Grillo può essere giusto, ma dovrebbe essere accompagnato oltre che da un programma adeguato anche da figure rappresentative capaci di saper amministrare. Tuttavia in mano a questo Movimento restano legate le sorti di una rottura verso il passato che ancora nell'isola vede personaggi incollati a logiche democristiane, centriste e di sinistra lontane nel tempo, ma che continuano ad operare usando voti per sostenere a piacimento maggioranze equivoche che stanno riducendo l'isola nel disastro.. rendendola schiava di una politica centralista imperativa ed a volte autoritaria.

Possiamo augurarci che i tanti movimenti oggi cresciuti nell'isola possano in qualche modo legarsi, anche solo in termini di tempo, di opportunità e di interesse al più grosso Movimento ..trascinando la Sicilia fuori da questa orbita sgradita per chi davvero ama questa terra.   

12 mar 2016

Pd: formazione controversa di proprietà Renziana


Dopo le recenti manipolazioni delle primarie e le esternazioni di D'Alema..le elezioni amministrative sembrano assai compromesse

di vincenzo cacopardo

E' davvero strano constatare come attraverso le previsioni di voto di questi giorni si configura un PD che passa dal 33,8% al 34,3% . ..quando il governo e lo stesso operato di Renzi è sceso notevolmente sui giudizi dei cittadini che lo bocciamo per oltre il 75%. Una dicotomia tipica di questo Paese sempre più confuso e politicamente insicuro!

Questo dato fa comprendere tuttavia quanta paura vi è nel cambiamento ed in sostanza, malgrado il peso di un Renzi ormai meno gradito..ed i pasticci delle primarie, il partito di maggioranza viene quasi forzatamente digerito: L'angoscia di mettere in mano ad un metamorfosi politica attraverso il nuovo Movimento dei 5Stelle terrorizza gran parte della popolazione sistemica che ancora si rifugia nei vecchi contenitori di consensi che vedono all'apice il Partito più robusto ormai di indubbia proprietà del segretario-premier.

Alle esternazioni di D'Alema che si sono abbattute contro lo strapotere e la tracotanza del gruppo dirigente del Partito e del suo segretario..Renzi risponde ironizzando «Il suo è un distillato di odio. Ma quando ci attacca, ottiene l'effetto opposto...», continuando poi «E certo non mi faccio spaventare da lui, che lavora organicamente per la scissione, o dagli atteggiamenti sleali di altri. Noi intanto andiamo avanti tutta, ora che si cominciano a vedere i primi risultati del nostro governo, testimoniati dai dati Istat sulla ripresa della produzione industriale: è per questo che hanno paura e strappano proprio ora».

In realtà i risultati politico economici davvero impercettibili rispetto alle eclatanti esternazioni di successo da parte del suo governo... non possono bastare per la ripresa di cui il Paese necessita! Ma le nuove esternazioni di D'Alema alimentano critiche e smuovono il pensiero dei dissidenti che forse..ripetutamente in ritardo... si accorgono di come sia innegabile l'alterazione dovuta all'affidamento del doppio incarico a Renzi ...che fino ad oggi ha portato solo contrasti in seno ai Partiti.(materia di cui il mio Forum continua a dibattere ormai da anni)

Il sindaco d'Italia..in forza al suo doppio ruolo continua a prendersi gioco delle “animelle” come Bersani che ancora credono ad uno strano concetto di lealtà in seno alla casa comune di un Partito (dove, viceversa.. quel che conta sono le proprie riflessioni)...immolandosi continuamente in uno strano rispetto verso il proprio Partito: Non può esservi lealtà che tenga verso un Partito di fronte alla coscienza del proprio pensiero politico...soprattutto quando in seno allo stesso vi è chi si prodiga con una comunicazione faziosa ed una determinazione assoluta ed oligarchica. ..Un Partito è principalmente uno scambio di idee e le idee dei dissidenti sono ormai da tempo in forte contraddizione con quelle di un segretario Premier saccente ed autoritario.

Ma lo strapotere del sindaco d'Italia pare non arrendersi e si racconta persino che starebbe tentando di «riprendersi la testata dell'Unità», attraverso investitori a lui vicini con interessi editoriali. Dopo il caso banche e della vicenda Etruria...sebbene in gran ritardo..Bersani sembrerebbe aver raggiunto il culmine annunciando che non voterà mai la riforma delle Bcc nemmeno se si porranno le note fiducie... Sappiamo bene quanto importante possa essere questo capitolo per il Premier..il quale con la solita flemma troverà di certo la strada dell'appoggio da parte di Verdini.
In questo clima..il percorso delle amministrative soprattutto a Roma pare compromesso per il Pd sempre più confuso e disgregato.. aprendo spazi sempre più larghi alla candidata Raggi del Movimento 5Stelle. Non siamo in grado di fornire giudizi affrettati su questa candidata che dalle prime interviste, pur apparendo determinata, si è proposta un po' eccedente di utopiche illusioni, ma possiamo sperare in una sua vittoria sulla strada di un cambiamento diverso che possa aprire a nuove aspettative. Non potrema mai avere una reale convinzione delle capacità prettamente amministrative che le appartengono se non nei fatti... in virtù delle strane determinazioni... per lo più approssimative... sul metodo e la scelta dei candidati operate da questo Movimento.



11 mar 2016

Draghi salva ancora il sistema!

Il taglio dei tassi della BCE è l'indice di un continuo malessere del sistema economico finanziario internazionale che investe anche la nostra Nazione.

di vincenzo cacopardo

Da una parte la BCE di Draghi taglia i tassi principali lanciando nuovi prestiti, dall'altra ritocca in modo considerevole il quantitative easing portandolo a 80 miliardi di euro al mese ed unisce una estensione ai bond aziendali che potrebbero aiutare la ripresa economica. Di fatto accelerando l'inflazione sotto il 2%" pone anche fiducia nel depresso mercato borsistico."Questo nuovo programma - afferma Draghi - durerà fino al marzo 2017 o più a lungo, se necessario, per raggiungere il target di inflazione".

Se il Quantitative easing sale da 60 a 80 miliardi al mese è proprio per cercare di dare stimolo ad una ripresa, ma sembra chiaro che le manovre della BCE non possono rimanere le isolate. Occorrono operazioni suggerite dalla politica. Appare scontato che questa manovra, in aggiunta a quella dell'assenza di ogni tasso d'interesse, offre al mercato europeo una ulteriore occasione per il rilancio, ma è altrettanto noto come.. di volta in volta.. la politica non abbia suggerito contemporaneamente strade diverse per vere riforme di ripresa in direzione di una economia reale: Se in tal modo si da più spazio e si rilancia il settore bancario al fine di comprare i titoli per mantenere basso il differenziale spread ..rimane anche necessario porre ulteriori regole al fine di spingere gli stessi istituti di credito ad aiutare quella economia solida senza la quale il nostro Paese non vedrà mai crescita.

Draghi non commette errore quando si impone ai leader dell'Unione europea chiarendo che l'indebolimento delle prospettive di crescita dei paesi dell'Eurozona..unito alla crescente disoccupazione..rimane considerevole e rende opportuna l'applicazione decisa di riforme strutturali da parte della politica... non conferendo tale onere pesante e difficile sempre alla BCE : Un ennesimo richiamo ad una politica poco capace e dormiente rispetto alle soluzioni dovute.

Ma in queste logiche che vedono la BCE correre in continuo sostegno alle Banche.. una domanda oggi nasce spontanea per i cittadini: Se le banche prendono il denaro a tasso zero..per quanto ancora lavoratori ed aziende dovranno pagare il suo costo ad interessi del 6/7% ed oltre?

Sappiamo ormai da tempo che la crisi finanziaria si origina e si sviluppa per l'eccesso di indebitamento che per oltre due decenni è stato consentito a banche, imprese e famiglie: per evitare che l'eccesso di debito privato potesse avere effetti dirompenti sull'economia reale, si è dovuto far crescere il debito pubblico. Paradossalmente manovre nate per ridurre l'indebitamento ed il rapporto debito/PIL hanno sortito l'effetto opposto. Quando un paese entra in questo vortice, il pessimismo si autoalimenta, l'aumento degli spread comporta un aumento del costo del debito e di conseguenza del deficit. Per scongiurare questo nuovo rischio, non bastano le manovre di Draghi, ma occorreva già da tempo, a livello europeo, applicare una regolamentazione più rigida sulla speculazione finanziaria.


Queste le parole tratte dal Forum nel 2012 e riprese dal mio libro del 1999 ”la politica ed il cambiamento” 


:L’attuale crisi economica è il risultato di un sistema finanziario e bancario internazionale che non può più funzionare: Il problema principale sta nel fatto che la politica non si è mai veramente interessata a regolamentare il sistema finanziario e bancario. Per superare questa situazione si dovrebbe rilanciare l’economia reale e di questo è proprio la politica che deve farsene responsabile. L’indirizzo politico degli istituti bancari del nostro Paese sembra ormai non prendere alcuna strada in tal senso: Non una linea di economia di sviluppo che guardi di più alla realtà imprenditoriale, nessun impegno adeguato verso un intervento a favore dello sviluppo delle aziende e dell'innovazione. La problematica dell’economia è globale e necessita di un impegno e di una immedesimazione di tutte le nazioni. Il compito di tutte le forze politiche rimane dunque fondamentale, in uno studio che potrà vedere, nel futuro, un processo di una economia forse un po' meno globalizzata, ma con sicuro apporto di una indispensabile regolamentazione.

v.cacopardo




10 mar 2016

Zamparini.. emblema di un pensiero poco utile alla Sicilia

di vincenzo cacopardo
Nessun rispetto per chi ama l'agonismo e la propria squadra...

Il caso Zamparini dovrebbe portarsi come esempio. Un esempio emblematico di come si usi questa Sicilia non per farci un favore, ma trarre profitto delle condizioni particolari in cui l'isola vive. Non si è dimostrato il generoso magnate e dopo aver portato la squadra del Palermo in serie A, per opportunità dovute alle remunerative proposte offerte dalla federazione..opera in modo del tutto opposto. Pare muoversi in tutti i modi per far ritornare la squadra in B come un comune uomo d'affari che pone ogni proprio interesse a discapito della squadra e della tifoseria stessa.

Il comportamento apparso irragionevole ed insensato sul continuo cambio degli allenatori non può che essere visto in un'ottica di interesse che seppur lecita, non spicca certo per deontologia nei confronti di tutti coloro che amano la propria squadra ed il calcio in senso agonistico. Se è vero che in questi ultimi anni, per via degli enormi interessi economici, il calcio ha preso una via completamente diversa non del tutto consona allo sport, è anche vero che Zamparini vi ha messo un punto fermo che prima non si era mai visto: Si conta un immenso cambio di allenatori, ma quello che colpisce di più.. è proprio il tono con cui ciò è stato operato ed una certa mancanza di rispetto verso quegli allenatori che la squadra l'hanno davvero amata!

Lo sport è di sicuro un valore... a differenza degli interessi che circolano in seno al calcio che non lo sono per nulla, poiché appartengono a quei principi deteriori di arricchimento personale che finiscono col frustrare ogni carattere agonistico e quel che resta di quel tifo ancora buono legato alla sana competitività.

Zamparini è anche il fondatore di un Movimento politico dal nome “Movimento per la gente”Sicilia e Territorio. L’imprenditore di Sevegliano (Friuli-Venezia Giulia).. proprio in questa terra non ha inteso limitarsi alla presidenza della U.S Città di Palermo, ma si è esposto dichiarando persino la discesa politica per la Regione. I promotori hanno più volte spiegato che questo progetto rimaneva una risposta all’antipolitica e che solo dalla politica tra la gente e per la gente è possibile davvero sperare in un futuro migliore per l’isola. Abbiamo così potuto notare quale grande lezione etica abbia offerto alla nostra gente!


Non credo proprio che oggi la Sicilia abbia bisogno di simili figure che, seppur facoltose, non paiono rispettarla nel merito: Come ha fatto col calcio potrebbero farla a pezzi.. non rendendogli mai i valori che merita...Se nello sport si è impegnato con tale fine..come potrebbe impegnarsi chi.. per un fine politico.. dovrebbe porre la nostra terra in primo piano per storia, cultura e bellezze naturali? Non sono di certo i grandi magazzini a cambiare la sostanza di un'isola che merita maggiore rispetto! 

DUE PAROLE SULLE PRIMARIE di Alfio di Costa

La posta del Forum

"La serietà consiste nel capire chi hai davanti ..nel riconoscere i meriti di chi vale e nel predisporsi ad ascoltare l'opinione di chiunque".

Alfio di Costa continua a sorprendere gran parte della popolazione dell'isola. I suoi follower su Twitter si apprestano a diventare oltre 50.000 e le visualizzazione delle sue pagine su google+ si avvicinano al milione. La sua determinazione si riscontra sempre più viva quando si parla della sua Sicilia e della possibilità del suo riscatto.

Il fondatore del movimento regionale “Insieme si può” esterna una valutazione sulle primarie del PD appena svolte per le città di Roma e Napoli...definendole oltre che inutili prive di vera anima cittadina: Non potrà mai essere un vanto da parte di un Partito che si definisce ancora di sinistra mostrare questo tipo di meccanismo preelettorale ricco di fraudolente manovre a beneficio di chi è al comando del Partito. Tuttavia il problema rimane più vasto”

Di Costa prosegue il suo giudizio facendo osservare come nel Partito di maggioranza ed in quello dei 5 Stelle sembra operarsi per offrire una facciata di immagine sobria ed equa sulla scelta dei candidati. "Se per quanto riguarda il Pd sembrano riscontrarsi brogli e si esaltano candidature su un preciso volere del Segretario, non fa meglio il Movimento di Grillo che si espone attraverso primarie virtuali con la forza dei computers e senza una conoscenza concreta sulle loro qualità amministrative”

Le primarie possono avere uno scopo utile solo se si apprezzano i veri meriti di chi si propone e se si lascia il passo a chiunque voglia parteciparvi attraverso riconosciute qualità...insomma non può mai essere il Partito a presentare una lista di piacimento per farla di forza digerire ai cittadini!... Da questo punto di vista diffidiamo di questi teatrini lasciandoli a questi contenitori di consensi poco chiari e ci dedichiamo al riconoscimento di tutti coloro che siano in grado di saper amministrare in base a competenza, curriculum e merito” ..Il sindaco deve sempre esprimere l'anima cittadina e cioè i suoi bisogni e le sue esigenze.. Ricercare questa figura attraverso il beneplacito e le convenienze di un Partito significa solo fingere di operare a favore di un consenso”
vincenzo cacopardo



9 mar 2016

Primarie ridicole..ed anomali doppi ruoli

di vincenzo cacopardo

Per molti soloni della politica ed alcuni giornalisti cultori dei miti delle figure politiche, vi è sempre un pretesto per difendere l'operato di Renzi. Persino in queste ultime primarie per i Comuni ..si cerca in tutti i modi di preservare il ruolo di capo Partito di Renzi.. accennando alla “non sconfitta” al posto di una vera e propria “ridicola pagliacciata” che ha visto pochi intervenuti al voto..chiari imbrogli ed evidenti imposizioni sulle figure da parte del segretario di Partito..

Verrebbe naturale chiedersi che senso possano ancora avere queste primarie..(studiate appositamente per ingannare i cittadini) quando la logica vuole che a decidere vi è sempre il Partito e chi lo comanda. Se poi si ipotizza che si sia ingrossato volutamente il numero delle schede bianche per far crescere l'affluenza e scongiurare un eventuale fallimento..allora si percepisce sentitamente l'entità del chiaro inganno. E' davvero difficile poter comprendere come si possa ancora credere a questo modello di subdola "prima-votazione" costringendosi a pagare persino due euro!

Da molto tempo questo blog scrive in proposito ai doppi ruoli.. e nel caso non fosse chiaro il doppio ruolo che Renzi esercita gli consente di promuovere persino figure come un nuovo Capo di Stato..determinare sindaci amministratori..favorire sconclusionate e restrittive riforme come quelle costituzionali..e condizionare un lavoro Parlamentare che in realtà dovrebbe restare più libero ed indipendente...I veri nodi da risolvere sono proprio questi e non quelli delle ambigue primarie!


Quella del doppio ruolo è una delle tante anomalie che una certa politica vecchia (alla quale lo stesso Permier fa occhietto) ha stabilito volutamente di non mettere in rilievo poiché agevole e semplificativa di un sistema che pare far comodo a tanti...Naturalmente.. col solito scopo di prendere in giro i cittadini meno accorti.. si seguono le comuni strade dell'apparenza rispetto a quelle del giusto funzionamento.    

8 mar 2016

Non peggio, nè meglio... ma in difesa di un principio democratico

di vincenzo cacopardo

In riferimento agli articoli del giornalista De Bortoli..che definisce il renzismo, "un prodotto di sintesi del berlusconismo di sinistra”. Domenico Cacopardo si esprime così su italia oggi:

Sembrava scritto tra la fine degli anni ’80 e i primi ’90, il pezzo di Ferruccio de Bortoli dell’altro giorno sul Corriere. Lamentava, l’ex direttore, che la distanza tra cittadini e politica sia crescente anche in relazione alla flessione del numero di coloro che, a ogni elezione, raggiungono i seggi e depositano la propria scheda. Una sorta di nostalgico com’eravamo, riferibile ai primi decenni della nostra democrazia, nella quale partiti di massa organizzati secondo la lezione del leninismo, mobilitavano le masse e le convogliavano a votare per appartenenze più che per programmi. Il sistema aveva una sua logica e, in fondo, funzionò per cinquant’anni, anche perché i partiti, pur privi di una disciplina legislativa, erano un luogo di incontro, di dibattito e di selezione di una classe dirigente che seppe affrontare momenti drammatici superandoli con efficacia.”

Nell' articolo Cacopardo mette in evidenza la differenza tra uno Stato liberal-democratico e uno Stato di tipo peronista..sottolineando che: “nel primo si realizzano periodici, frequenti incontri elettorali con la cittadinanza, sempre chiamata a esprimere un giudizio su come s’è governato e su come ci si propone di governare mentre nel secondo ci si rivolge direttamente al popolo, l’organo più ondivago e influenzabile che ci possa essere, in mancanza di regole stabili...Non sarà la crescita della governabilità in Italia a metterne in discussione la sostanza democratica. Gli Stati Uniti, il paese nel quale è maggiore il peso del presidente, un re senza scettro, rimangono una grande democrazia.”

Al di là delle espressioni usate da Domenico (ondivago ed influenzabile) mi sembra assai semplificativo esprimere a priori ogni giudizio verso un popolo che viene sempre più costretto e ridotto nella sua espressione democratica. E' poco appropriato il confronto con il passato espresso nel suo articolo dal itolo: Quant’ era bello, quand’ era peggio”.. Con le urne piene di voti espressi dalle truppe cammellate.

Non me ne voglia il cugino..ma non mi sembra utile mettere a confronto due periodi così diversi per tempo, per storia e per cultura di valori...e persino per condizioni economiche e sociali! Abbiamo potuto constatare come tanti governi in questi anni siano stati "ondivaghi ed influenzabili" allo stesso modo in cui Domenico definisce il nostro popolo.. e come proprio l'ultimo, sotto il premierato di Renzi, lo sia di continuo nei confronti di decisioni importanti...come gli immigrati..la guerra e le adozioni. Un esperto consigliere di Stato dovrebbe comunque anche percepire quale distanza in questi anni si è posta tra i cittadini e le forze politiche per via di sistemi elettorali e le deformazioni partitiche volutamente manomesse in favore di chi governa..Governare è un fine e non il mezzo per ostentare forza, potere e decisioni assolute.. Il compito di un esecutivo dovrebbe essere quello di eseguire in favore di una democrazia parlamentare robusta ed equilibrata che non può che scaturire dalla forza stessa del suo popolo...ondigavo od influenzabile che sia! 
Il percorso da seguire per riformare dovrebbe partire da questi precisi principi attraverso una impegnativa ricerca...che nessuno oggi si propone di portare avanti.

Continuo poi a porre molti dubbi sulla sostanza di una democrazia americana: Una democrazia che pur fingendo di partire dal basso.. opera solo in favore di chi ha potere e risorse finanziarie notevoli. Al di là di questi requiliti.. chiunque altro pare venga tagliato fuori dalla loro politica! 
Quando molti credono che la democrazia americana sia la migliore espressione di democrazia…non fanno che idealizzarla e come tale finiscono per esaltarla ..in realtà essa rappresenta un chiaro accentramento di poteri che lavorano uniti per una economia mondiale dalla quale trarre dubbi benefici privati. La loro politica.. che tanto esalta il termine "democrazia" difendendolo a spada tratta.... poi, nei fatti, non fa altro che falsificare l'essenza reale della società, la quale sembra perennemente soggetta solo ed unicamente ad interessi di capitali personali. Una vera democrazia non potrà mai attecchire in senso positivo in ogni Paese dove si esalta il mito ed.. ancora più difficilmente potrà mai radicarsi in un Paese come l’America che è depositario stesso del “mito”.

Domenico Cacopardo spiega che l'unico punto giusto su una affermazione condivisibile espressa da de Bortoli è l’auspicio di una disciplina dei partiti che imponga loro statuti democratici, garantendo la libertà di espressione degli iscritti con modalità garantite...aggiungendo che questo è proprio l’oggetto di un disegno di legge di prossima discussione. 
A tal proposito è più che logico rimarcare come questo punto sarebbe dovuto essere il primo ad essere affrontato dalle riforme suggerite dalla “bella addormentata tra i Boschi” (una ministra che continua ad operare deformando più che riformando in senso innovativo i principi di una democrazia.. a comodo uso di una sicura e facile governabilità) .Il suo percorso di riforme è tanto semplice e superficiale.. racchiuso in un contesto categorico..che persino un qualunque studentello lo avrebbe potuto portare avanti.


Non possono essere le figure di Zagrebelsky e Rodotà il punto in questione che solleva la forte critica di Domenico Cacopardo, come non può esserlo la stessa critica su Renzi proposta da De Bortoli, ma sembrano esserlo i principi ed un pensiero rivolto verso la difesa dei valori che si vorrebbero garantire per evitare che una democrazia possa soccombere.

7 mar 2016

Il PD spera in un nuovo “partito della capitale”?


"Ha superato il primo ostacolo Giachetti, in quella da molti definita ormai come “la grande commedia delle primarie  del PD". 
di vincenzo cacopardo

Il vicepresidente della Camera ha ottenuto a Roma quasi il 65% dei voti. Il passo successivo dovrebbe essere quello di vincere le elezioni a Giugno. Il suo avversario di Partito Morassut si è subito reso disponibile per stabilire un'alleanza in favore del candidato prescelto dal voto delle primarie.. dichiarandosi utile al compagno Giachetti. Con tre mesi di tempo per ristabilire le posizioni perse a causa della precedente amministrazione che ha stravolto il Comune romano, il PD si ritiene pronto alla vittoria unendo tutte le forze disponibili. Ormai si parla con sicurezza di una grande alleanza democratica .e..forse, sulla spinta del fantomatico “Partito della Nazione”, il Partito di Renzi si esalta pensando ad un curioso “Partito della capitale”.
"Lasciatemi sognare: voglio sia una campagna elettorale utile alla città, dobbiamo trasformare questi mesi in un ragionamento su Roma e il suo destino”. Queste le parole Roberto Giachetti che, rispondendo al suo comitato elettorale, cerca di ricucire un sogno ormai diverse volte promesso e mai realizzato dai noti Partiti che hanno governato Roma.
Per porre argine all'avanzata del Movimento 5Stelle il Partito democratico sembra proporre di tutto per degradarlo anche a costo di inventarsi pretesti e diffamazioni: Quelle contro il Movimento 5Stelle paiono proprio storie montate ad arte da chi teme di perdere il potere politico nella città più importante d'Italia...Non sono di certo contrasti supportati da critiche sui programmi, ma solo bassi pettegolezzi.. costruiti giorno per giorno su personali faccende..proposti in tono denigratorio.
E' chiaro che il Partito Democratico si preoccupa fortemente della probabile vittoria del Movimento di Grillo. La paura dell'incognita 5Stelle incombe già da tempo in quel Partito di sinistra che da poco ha finito la sua fallimentare amministrazione della capitale.. provocando disordine in città e sorprese tra i cittadini: Si è voluto prendere di mira la nuova candidata Raggi col colpo basso della sua antecedente attività di apprendimento presso lo studio Previti (uno degli studi legali di maggior importanza della capitale) come si potessero porre dubbi sull'integrità stessa della candidata...
Non per difendere certi criticabili operati dei pentastellati..ma rimane più che evidente l'attacco sciocco e volutamente misero che con probabilità potrà ritorcersi contro chi lo ha lanciato...