Se
a preventivare non si occupa un governo ..a chi spetta..a Babbo
Natale?
Più
che opportune queste segnalazioni messe in evidenza da Domenico
Cacopardo.
Mi
permetto di ricordare i grandi ritardi su questioni che la
politica avrebbe dovuto affrontare anticipatamente. Sentire parlare
oggi di manovre di aggiustamento.. dopo lo scandalo degli istituti di
credito che hanno massacrato tanti cittadini ignari, non può che
definire pessimo il compito di una politica di governo che avrebbe
dovuto operare un controllo al fine di vigilare su manovre di questo
tipo. Si sa da lungo tempo cosa può fare una Banca d'Italia su
un'operazione di controllo se ..pur avendo funzioni pubbliche resta
in mano ad Istituti privati che non possono che difendere i propri
interessi. Chi si sarebbe dovuto muovere per porre le dovute regole a
difesa?.
In
questo assurdo Paese non sembrano mai esistere responsabilità
precise!
Oggi,
come al solito, il governo propone soluzioni, quando appena ieri non
ha fatto nulla per la salvaguardia degli interessi dei tanti
cittadini onesti. Non basta operare in ritardo quando la politica
avrebbe dovuto attuare in tempo normative di vigilanza più adeguate.
E' strano che un ministro dell'economia così preparato non vi abbia
messo l'impegno necessario..Al posto suo sarebbero in tanti ad
essersi dimessi! Per non parlare della superficialità di come questo
governo affronta ogni tema che riguarda la sicurezza dei cittadini in
ogni dove!
Dove
stà l'accortezza..l'avvedutezza che come principio base avrebbe
avuto, secondo Costituzione, il dovere di difendere i risparmi dei
tanti cittadini di un Paese che appare sempre più
incomprensibilmente in mano ad una classe politica dirigente persino
irresponsabile? Prima di mettere mano a riforme assurde che per la
loro estrema semplificazione non renderanno risultati efficaci, si
dovrebbe operare per sradicare in via preventiva ogni illogico
meccanismo che possa dannegiare il percorso di una società più
sicura.
Oggi
si affrontano le problematiche di una guerra in Medioriente e si
accusa una politica che nel recente passato.. con metodo
semplicisitico.. ha voluto sradicare un potere dittatoriale in alcune
regioni africane e mediorientali. (Sistemi dittatoriali che ponevano
argine ad un possibile esodo). Si dà la colpa ad un assurdo criterio
che ha visto solo distruzione e mai operazioni preventivate dettate
da una logica politica per il futuro. Di ciò ormai.. i Paesi
occidentali che ne hanno preso parte..se ne fanno una
colpa...affermando che il metodo semplificatico ha solo peggiorato la
già difficile situazione.
Bisognerebbe
fare più attenzione su questa riflessione.. poichè riflette lo
stesso metodo frettoloso e spicciolo con il quale Renzi affronta il
cambiamento all'interno del Paese attraverso l'uso di riforme che
stanno soltanto mortificando l'ordinamento istituzionale e politico e
per il quale nel futuro prossimo avremo a lamentarci. Se la
posizione del Premier resta valida per quanto attiene la politica
estera nei confronti dei bombardamenti infruttuosi..rimane tutt'ora
approssimativa e per nulla adatta e funzionale sulle riforme proposte
per la crescita all'interno del nostro Paese. Il suo metodo poco
avveduto ed assai superficiale.. registra oggi tragici risultati che
ricadono sulle tasche dei cittadini.
vincenzo
cacopardo
Tre
notizie segnano i giornali di ieri: due di esse sono pessime. Si
tratta della mancata approvazione della manovra sulla banche
in default e
dell’apertura di un procedimento d’infrazione per la mancata
identificazione di tutti coloro che approdano sulle nostre coste o
vengono imbarcati dalle nostre navi.
Quanto
alla prima questione ce ne occuperemo presto. Segnalo soltanto
questo: il sepolcro imbiancato della Banca d’Italia s’è sporcato
ed è necessario un deciso ricambio ai vertici. Fanno bene il governi
e i gruppi parlamentari a volere una commissione di inchiesta: forse
riusciremo a capire perché alla Vigilanza siano sfuggiti gli
scandali bancari dal Monte dei Paschi di Siena agli ultimi casi.
Quanto
alla identificazione degli immigranti sono due anni che solleviamo il
problema. Le norme europee prescrivono che nel momento in cui le
autorità di pubblica sicurezza o confinarie di una Nazione dell’UE
s’imbattono in un immigrato, debbono rilevarne le generalità e, in
mancanza, prima ancora della rilevazione delle impronte digitali e
dello screening sanitario,
debbo conferirgli un’identità convenzionale che lo seguirà in
tutto il periodo di sua permanenza nel territorio della Comunità.
Ciò allo scopo di consentire il tracciamento della sua presenza in
relazione ai possibili reati che può compiere e allo scopo, nel caso
si tratti di persona che non ha titolo a rimanere nell’UE, di
respingerlo nel Paese che gli ha dato la prima accoglienza.
La
norma ha una finalità evidente: corresponsabilizzare i paesi esposti
in modo da impedire la facile ammissione di tutti coloro che
intendono arrivare e arrivano sui loro territori.
La
furbissima Italia e il suo furbissimo ministro dell’interno,
accompagnato dal furbissimo capo della Polizia, hanno barato al
gioco: gran parte dei nuovi arrivati, illegali e profughi non sono
stati identificati e sono stati lasciati liberi di andarsene dove
volevano. I furbissimi, infatti, sapevano che gran parte
dell’immigrazione 2013-14 e 15 era diretta verso la Germania e
i paesi nordici, tutti ambiti –a ragione-.
Con
due anni di ritardo, l’Unione si è accorta del pasticcio e ha
aperto la procedura di infrazione.
Il
signor Alfano si è giustificato sostenendo che solo (sì, solo!)
60000 persone non erano state identificate.
Nello
sfondo, si stagliano le difficoltà di realizzare la demenziale e
truffaldina idea di ripartire i profughi, riconosciuti tali, tra le
nazioni dell’Unione. Truffaldina, questa idea, perché tutti sanno
che i profughi hanno le loro mete preferenziali e che, se saranno,
per dire, assegnati alla Slovenia o all’Estonia, l’indomani si
trasferiranno in Germania, in Olanda, in Belgio o dove vorranno.
E
tutti sanno che, alla fine di questo gioco, il cerino rimarrà nelle
mani di italiani e greci, costretti a subire la presenza di alcune
centinaia di migliaia di profughi e di illegali che non hanno né
avranno nessuna possibilità di occupazione, salvo quelle che offrirà
loro la criminalità organizzata.
La
terza notizia, sulla quale l’occhio dei cronisti è passato veloce,
riguarda il veto posto dall’Italia al rinnovo automatico delle
sanzioni alla Russia.
Già:
giovedì il rinnovo stava scattando, anche con il complice e stolido
consenso di Francoise Hollande e di Angela Merkel, incapaci entrambi
di usare il timone per correggere la rotta dell’Europa nel momento
in cui è diventata l’alleata di fatto e preferenziale della Russia
nella lotta allo Stato terrorista dell’Isis.
Ebbene,
per la seconda volta (la prima è stato il rifiuto a partecipare ai
bombardamenti di Hollande con conseguente rifiuto di inviare truppe
in Ciad e in Mali), Matteo Renzi mostra di avere compreso i termini
nei quali si deve svolgere la politica estera italiana e ha, perciò,
acquistato lo standing di
uomo di Stato. Da ieri, altre riunioni vengono dedicate alle
sanzioni.
La
posizione italiana deve essere irremovibile, a costo di essere
l’unica nazione dell’Europa comunitaria a riaprire i rapporti
commerciali con la Russia. Se sarà così, vedremo quasi subito
partire la corsa per imitarci, poiché basterà il nostro rifiuto a
fare crollare il non granitico schieramento dei sanzionatori.
A
fronte di un presidente americano incerto e rinunciatario, capace di
pronunciare bei discorsi cui non seguono azioni coerenti, la Russia
ha affrontato la situazione con coraggio, correndo un rischio
calcolato.
Ricordiamoci
che Putin, nel dire che la guerra all’Isis non dovrebbe
trasformarsi in guerra
atomica, l’ha
di fatto evocata, minacciando i terroristi e saggiando le reazioni
francesi. Infatti, è la Francia la nazione più allettata dall’idea
di risparmiare migliaia di boots
on the ground,
mediante il lancio di qualche bomba atomica tattica.
Lo
spettro comparso a Hiroshima e Nagasaki può tornare a farsi vedere
nei cieli di Siria e Iraq.
Il
vero modo per evitare che compaia e faccia decine di migliaia di
morti, soprattutto civili innocenti e perseguitati dai terroristi, è
quello di un’azione concertata tra Europa e Russia, cui non potrà
non allinearsi l’America della primazia perduta, per impedire che
gli sporchi traffici sauditi, turchi e degli emirati continuino e per
ottenere sul campo, anche con boots
on the ground,
la sconfitta tombale di Al Bagdhadi e dei suoi uomini.
Probabilmente
è questa la reazione che si aspetta Putin dopo il richiamo
all’atomica.
La
coalizione dovrà occuparsi, naturalmente, anche della Libia.
Matteo
Renzi dovrà tenere duro.
Altrimenti
perderà la faccia in Italia e in Europa.