11 apr 2017

LA FORMAZIONE FARAONICA-CARDINALIZIA-RENZIANA


L'AMBIGUO PATTO DELLA SEPPIA 
Si incontrano tutti in una saletta appartata di Rinaldi al Quirinale.il ministro Luca Lotti, che ospita due distinte comitive, capeggiate da Totò Cardinale e Davide Faraone. Al centro della tavolata il fedele Lotti, alla sua sinistra Totò, a destra Davide, accanto a lui Lorenzo Guerini ed infine, ultimo arrivato Matteo. Sembra una vecchia immagine di una corrente della vecchia DC..se non fosse che almeno in quel Partito vi erano personaggi di maggior sostanza e valori.

di vincenzo cacopardo

«Non ci sono più renziani di serie A e di serie B, né della prima o della seconda ora. Siamo tutti un’unica cosa», esclama l'imperituro Totò Cardinale. Una delle tante frasi tipiche delle figure della vecchia repubblica che le hanno sempre usate e le ripetono per non esprimere nulla. E lo stesso Faraone gli va appresso con la solita retorica che gli è comune: «Se oggi esiste ancora Sicilia Futura è perché il Pd non ha ancora compiuto quei passaggi che noi, almeno in Sicilia, ci aspettavamo quando doveva diventare un partito più aperto, per colpa di un atteggiamento ostile dalla parte più conservativa del partito. Sicilia Futura è come se fosse dentro il Pd, nei territori siamo in assoluta sinergia e faremo le liste assieme per le primarie, che dovranno avere un effetto-trascinamento per le Regionali, alle quali cominciamo a lavorare insieme».

Si stanno preparando per mantenere ancora le redini della politica in Sicilia...Con loro i siciliani-futuristi (ma politicamente più legati al passato che al futuro) Nicola D'Agostino, Michele Cimino, Edy Tamaio, Salvo Lo Giudice, Totò Cascio. Poi i dem: Luca Sammartino, Valeria Sudano, Gianfranco Vullo, Nello Dipasquale, Pippo Laccoto e Paolo Ruggirello, con l’assessore Alessandro Baccei ed infine il crisafulliano Mario Alloro...Insomma tutti gli uomini della nuova formazione Faraonica-Cardinalizia- Renziana che in Sicilia hanno già operato da tempo nelle continue variegate giunte Crocettiane.


Dopo l'insuccesso del referendum conclamato nelle aree del sud, Lotti lavora per compattare le vecchie milizie di una politica passata che vive ambiguamente sotto l'egida di un ex ministro che pare non voler mollare la presa. Un politico vecchio stampo.. un po' desueto e nell'ombra, che con la forza di quella logica centrista dell'opportunismo..opera per sostenere l'area renziana e la candidatura del sindaco Orlando.

             L'insolito confine con i Partiti tradizionali

E' abbastanza facile ritenere che Orlando alla fine vincerà ma solo al ballottaggio. Tuttavia queIlo che appare davvero insolito è il fatto che ambedue i candidati più forti non vogliono legarsi direttamente ai Partiti nazionali tradizionali (PD-FI). Così come per Orlando..anche per Ferrandelli. Rimane quindi ancora una volta emblematico tutto ciò in vista di un cambiamento che non ama più definire e legare i limiti di certe ideologie ad un pensiero politico moderno più laico e funzionale alle esigenze soprattutto in campo amministrativo.

L'attuale sindaco di Palermo Orlando si ripresenta per la quinta volta alle comunali e come di consuetudine... astutamente... non si espone totalmente col PD come aveva già fatto col referendum costituzionale .Al posto suo si espone invece l'ex ministro Totò Cardinale che, con Sicilia Futura, lo appoggia unendosi in un patto con Renzi chiamato “della seppia”. Passato con Renzi già in virtù di un altro patto quello definito "dei ricci"...sempre tramite Faraone, Cardinale ... passa adesso a quello della seppia! Un nome che la dice lunga e che fa quantomeno pensare.. presupponendo una serie di tentacoli politici di ogni sorta ...In questo triste..seppur stravagante quadro politico... per adesso si va avanti a frutti di mare e molluschi... Speriamo non debba mai arrivare il patto del pescespada e poi quello dello squalo!

7 apr 2017

Missili e Gas: l'ONU sempre più lontana


di vincenzo cacopardo

Con un attacco missilistico contro una base aerea della Siria, il presidente Usa Donald Trump dimostra un chiaro cambio di rotta nei confronti di Damasco. Trump sembra aver radicalmente cambiato opinione rispetto a quando, considerava un errore colpire il regime di Damasco.

Anche Marine Le Pen, malgrado la sua ammirazione per Trump, pare essere rimasta sorpresa dalla reazione all'attacco chimico in Siria. Secondo la leader del Front National in Francia, occorreva attendere i risultati di un'inchiesta internazionale. Colei che ha sempre apprezzato il nuovo presidente americano... su questo delicato argomento.. rimane invece sulla linea del presidente russo, il quale ha sottolineato che gli attacchi degli Stati Uniti contro la Siria sono una autentica aggressione contro uno stato sovrano.

I fatti sono comunque ancora da accertare su tre ipotesi:
La prima è quella che Damasco abbia sganciato i missili con contenuti chimici gassosi, la seconda è che abbia utilizzato armi missilistiche convenzionali, ma possa averlo fatto colpendo volontariamente depositi gassosi, la terza è che il raid aereo non abbia né usato, nè colpito alcun deposito, ma che i ribelli al regime abbiano usato le armi chimiche come reazione..creando allarme e colpevolizzando lo stesso regime. Di sicuro un'inchiesta approfondita rimaneva più che necessaria ed è per questo che  l'intervento missilistico americano sia apparso  prematuro.

I contrasti con Putin appaiono sempre più accentuati. Sappiamo che la Russia, da sempre alleata di Damasco, risponde che si è trattato di un incidente e che una bomba dei ribelli abbia fatto saltare un deposito di armi chimiche Sappiamo anche che da parte della Russia si cerca di demolire ogni accusa contro Assad, ma rimane sotto gli occhi di tutti lo sdegno che va crescendo tra i tre Paesi occidentali. Usa, Francia e Gran Bretagna denunciano che la morte dei civili è stata causata dal gas sarin, ma non possono riuscire ancora a dimostrare che ad usarlo sia stato il regime.
La vera tragedia resta quella dell’Onu...che continua a rimanere impotente e che da tempo sembra persino lontana da simili faccende di sua specifica pertinenza. Ma ciò non può più sorprenderci dato l'incredibile atteggiamento che continua ancora a mantenere da lunghi anni nell’Assemblea generale e in vari organismi collaterali nei confronti del conflitto israeliano-palestinese.



4 apr 2017

L'entusiamo dei renziani per il voto ai circoli


di vincenzo cacopardo

 "In base ai dati raccolti dai coordinamenti regionali - l'organizzazione nazionale del Partito democratico ha registrato come i votanti ai congressi dei circoli del Pd siano stati 266.726, pari al 59,29% dei 449.852 iscritti. 

Oltre i due terzi dei voti”.Non aspetta l'esito delle prossime primarie prima di entusiasmarsi l'ex segretario Renzi, il quale parla di grande consenso. Ma questi voti, seppur ragguardevoli, dovranno trovare corrispondenza alle primarie del 30 Aprile. La scarsa affluenza è stata dovuta al calo degli iscritti. Un successo già scontato per Renzi che in seno al suo Partito tra gli iscritti gode ancora di una egemonia rispetto agli altri candidati. Ma il voto del 30 Aprile lo vedrà impegnato in modo diverso.. anche se una sua vittoria rimane più che probabile!

Renzi vincerà di certo anche se con uno scarto inferiore, ma continuerà a far disperdere il consenso al suo Partito! La realtà vede un PD spaccato e dopo la presunta vittoria di Renzi non è detto che ulteriori scissioni non possano avvenire. Se il PD si compatterà a favore della politica di Renzi sarà comunque destinato a logorarsi lentamente per il semplice fatto che il sindaco d' Italia ha inteso lavorare per disintegrare e non per integrare. Renzi ha continuato ad usare un Partito di sinistra per operare attraverso una politica di destra e nel contempo affermare che oggi non esistono più tali contrapposizioni. Quindi la domanda più facile da porgli sarebbe quella di farci spiegare come mai non si sia prima creato una parte politica indipendente nella quale far convergere le sue nuove proposte politiche. Se le contrapposizioni sono oggi poste tra chi vuole cambiare col presupposto che dall'altra parte non si voglia farlo per capriccio, si finisce col non dire la verità... portando avanti un discorso di comodo: Si usa una comunicazione subdola..ma efficace allo scopo di confondere!

Era chiaro che tutto ciò avrebbe creato attriti e formato posizioni antitetiche all'interno di un PD, visto sempre come un Partito di base ideologica di sinistra..seppur cresciuto successivamente con un'apertura in direzione di una social democrazia più moderna e progressista. Potremmo perciò sicuramente azzardare che Renzi possa avere usato il PD per costruirsi una piattaforma più comoda sulla quale lavorare una sua personale strategia di successo. Il suo fine prossimo sarà quello di costruire un nuovo Nazareno per sconfiggere l'avanzata dei Cinquestelle. Un fine esclusivamente strategico che lo vedrà nuovamente dialogare con la destra!


Il presupposto di identificazione nella figura di Leader di un nuovo Partito o Movimento in forza del fatto di ritenere un'organizzazione politica come una sorta di azienda privata..non potrà mai essere efficace nel tempo. Sono ancora in tanti a non accorgersi della naturale contraddittorietà insita in questo modo di affrontare la questione. Oggi.. questo è un argomento molto discusso e la stessa politica delle figure, malgrado il perseverare, dovrà mettere fine ad ogni forma di esaltazione buona solo a costruire miti (una politica con lo scopo del proliferare di proprie egoistiche opportunità) di sicuro non utile alla definizione di una vera democrazia. Non esistendo una verità assoluta sulle soluzioni.. credo che un'organizzazione politica dovrebbe occuparsi principalmente di dirimere e risolvere giorno per giorno attraverso il dialogo e la ricerca col contributo di uno scambio interno. Se è vero che occorre una guida.. è anche vero che leader non si nasce ma si diventa...ed è proprio il modo odierno in cui si diventa a convincere assai meno. Costruire una leaderschip è molto più difficile, ma rende più resistente e compatta l'opera di ogni Partito o Movimento che nasce per ascoltare ed accrescere il dialogo sotto una spinta paritaria di ricerca.  

2 apr 2017

La tentazione populista ed euroscettica di Matteo Renzi

Non c'è da essere pro o contro Renzi, ma solo rendersi conto di quanto la sua persistente presunzione abbia reso più instabile ed insicuro il nostro Paese!
di vincenzo cacopardo

Sappiamo che in autunno il governo Gentiloni sarà alle prese con una legge di Bilancio. Un Bilancio difficile su cui pesano le incognite delle clausole di salvaguardia. Si parla di ben 20 miliardi. Un vera stangata, per la quale non mancheranno difficili e complesse trattative. Palazzo Chigi spera di ottenere una certa flessibilità dalla Commissione Ue sul rapporto deficit/Pil.

Ma quello che in questi giorni ha disturbato il nostro Presidente Mattarella sembra essere una certa fretta sulle elezioni anticipate voluta dallo stesso Renzi ed dai suoi compagni in seno al Partito, in considerazione del fatto che nei giorni scorsi hanno dichiarato l'intenzione di puntare al voto il 24 settembre. Questo anche per evitare che lo stesso Partito proponga una legge di Bilancio assai dura per il Paese e quindi non facile da fare accettare dai cittadini che andranno al voto sempre più delusi.

Franceschini... ministro dei Beni culturali...comincia a non essere affidabile per gli stessi renziani..pur restando oggi l'unico valido appoggio a sostegno di Matteo Renzi per il prossimo congresso del 30 Aprile che vedrà l'ex premier impegnato nella sfida a capo del PD..

Renzi sa bene che la tornata amministrativa dell'11 Giugno rischia di essere amara per il Pd, visto che città importanti vengono già date per perse. Se così fosse, la sconfitta non potrebbe che ricadere su di lui e l'unico modo per provare ad invertire la tendenza in vista di una difficile campagna elettorale, sarebbe quello di aprire un'offensiva contro l'Europa e cavalcare l'onda populista contro le tasse.


Ma la tentazione populista ed euroscettica di Renzi non pare essere piaciuta affatto al Colle che ha reagito in proposito.. e non si vede nemmeno come possa piacere all'intero Paese... soprattutto poco chiara nei confronti dei suoi stessi accoliti che lo hanno sempre osannato e seguito come un vero rottamatore fedele alle parole date. Il suo essere incostante e poco deciso..un pò pro ed un pò contro l'Europa in base alle opportunità...non gli può procurare vantaggi in un futuro politico che lo vede ormai avvitato su se stesso ..assai incoerente e meno deciso di una volta. Rimane incomprensibile, dopo una scissione provocata da lui stesso, come ancora possa avere consensi in seno ad un Partito in netta discesa.


31 mar 2017

Berlusconi: figura nuova per l'Europa?

Perdura la lotta del vecchio contro il nuovo..del logoro contro il rinnovamento..di una Europa che ha fallito.. avversa ad una Europa che si vorrebbe funzionale e nell'interesse degli Stati che vi partecipano.
di vincenzo cacopardo

Se davvero Berlusconi è rimasto il più significativo e sicuro interlocutore con l'Europa è facile pensare che a Strasburgo verrà reintegrato dalla Corte Europea in forza di quei poteri che lo vorrebbero come una sorta di ultima speranza per questa Europa: La sentenza potrà arrivare presto è potrebbe essere a suo favore! D'altronde, dopo le disavventure politiche di Renzi, se veramente l'Europa deve scommettere su un politico moderato più affidabile, sembra evidente che bisognerà reintegrare il Cavaliere che oggi rappresenta per la Comunità Europea l'unica strada possibile per una politica più congeniale.
Ma come tutti sappiamo ...al di là di una età e della salute precaria che di recente lo ha visto coinvolto in operazioni delicate, Berlusconi per la stessa Europa non potrebbe più rappresentare la figura dell'innovazione. Il suo passato lo ha visto eccedere anche in comportamenti non del tutto consoni con la sicurezza che uno statista dovrebbe offrire nella qualità di Capo di Governo. Se lui stesso sostiene di essere l'unico garante della stabilità in Europa, c'è chi ancora in Italia (e sono tanti) non riesce a considerarlo più utile alla politica innovativa di cui il Paese bisogna.
Berlusconi ha esposto i suoi propositi di garanzia all'Europa davanti ai tanti capi di Stato e di governo appartenenti al Ppe, incontrati a Malta. Si è misurato con loro esprimendo timore per i populismi diffusi, ritenendosi l'unico argine di contenimento contro la demagogia di Grillo e di chiunque insegua la bandiera del populismo. Il leader di Forza Italia intende tornare centrale per l'Europa ed in riferimento alla Merkel parla di attriti ormai superati. Una Merkel sempre attenta agli scenari del nostro Paese sulle prossime politiche.
Sembra ripetersi quindi la solita commedia dell'antipopulismo pur di cacciare chi non si adegua alla sistemica logica di questa Europa delle disuguaglianze : se non è il PD ..è Forza Italia- se non è la destra.. è la sinistra..se non è Renzi ..è l'eterno Berlusconi..dimenticando che il Paese sta maturando in modo diverso.. in direzione di un desiderio di uguaglianza e di equità che taglia nettamente il dialogo con la vecchia visione politica delle contrapposizioni ideologiche in favore di un desiderio di politica nuova che né Berlusconi, né Renzi hanno saputo e potranno mai offrire.
Tutti sanno ormai che i Cinquestelle in Italia sono in vantaggio e l'unica alternativa che i partiti riescono ad offrire non è quella delle proposte e dei programmi, ma solo quella della loro distruzione o di un loro possibile fallimento. Persino la Merkel è informata sulla possibile vittoria dei cinquestelle alle prossime elezioni ed ecco la ragione di doversi riaffidare, "ob torto collo" ad una figura come quella di Berlusconi che tempo addietro fu messa da parte anche per mano di Napolitano.
Ma sembra più una lotta del vecchio contro il nuovo..del logoro contro l' innovazione..di una Europa che ha fallito.. avversa ad una Europa che si vorrebbe funzionale e nell'interesse degli Stati che vi partecipano.

INDIFFERENZA DI UNA AMMINISTRAZIONE


"La città della cultura intrappolata in un eterno irrisolto traffico "
di vincenzo cacopardo

In prossimità delle elezioni ...Palermo la si vorrebbe fare apparire come una una città con i servizi in ordine, ma sappiamo ormai in tanti quante cose non funzionino in questa città!
Una di queste.. alla quale questo blog ha dedicato fiumi di parole è il semaforo posto in viale della Libertà che determina caos e disordine tra i cittadini che provengono da ben cinque strade a senso unico. Nonostante l'evidente imbarazzo degli automobilisti bloccati ogni mattina dal traffico, l'amministrazione comunale da lunghi mesi non vi ha saputo porre alcun rimedio.

Sappiamo che il semaforo fu montato in quel punto dopo l'incidente avvenuto alla povera Tania, ma è il punto in cui è stato posto che pone problematiche evidenti: Subito dopo una curva, con ben cinque strade a senso unico che vi convergono(via Cordova- Via Simone Cuccia-Via Principe di Paternò- Via Bonanno e la stessa via Libertà). Inoltre una corsia autobus in senso inverso. In una continua mancanza di vigilanza e controllo. Tutto ciò non può che produrre intralcio e lunghissime file nelle vie interessate a rischio di tamponamenti ed ulteriori incidenti.

Non ci vuole una gran capacità di pensiero per comprendere che : o si sposta il semaforo o si alterna il senso delle suddette strade.

Ma questa amministrazione e l'assessorato competente sembrano restare lontani da una simile problematica ( che dura ormai da lungo tempo) per una storica indifferenza unita alla chiara mancanza di immedesimazione, non interessandosi a risolvere un evidente problema che coinvolge la propria città.



29 mar 2017

La mancanza di alternative..un mediocre ritornello che si ripete


Renzi ed Orlando..e la consueta mancanza di alternative
di vincenzo cacopardo

Così come in ambito nazionale, anche a Palermo si ripete il ritornello della mancanza di alternativa alle figure preminenti che prevalgono per comunicazione simulata o per artificiosa notorietà. Così per Renzi ..visto come l'unico candidato possibile alla guida del governo, nella città di Palermo, non si riesce ad immaginare una alternativa ad Orlando a capo della amministrazione comunale: Sono i limiti sostanziali di un modo di pensare alla politica in termini di paura del nuovo e di ostinata ed incomprensibile comodità verso il vecchio, ma di nessun vero interesse e sguardo in direzione dell'innovazione ed il cambiamento.

Molti cittadini Palermitani non vogliono constatare l'evidenza di chi ha gestito la città, seppur in termini di conformità, ... amministrativamente assai poco utile per il suo sviluppo riguardante quei servizi innovativi ed il loro funzionamento. Abbiamo ancora cantieri fermi da mesi e qualche ditta che sembra essere inquisita che blocca l'attività dei cittadini, muraglie di metallo e grandi gru che ingombrano le strade, quartieri sporchi, servizi pubblici di autobus e viabilità precarie.. vie giornalmente ingorgate..marciapiedi divelti, strade sfossate, mancanza di disserbamento ed allagamenti. Una visione poco lungimirante di una Amministrazione incapace di mettere mano a nuovi piani di vero funzionamento e persino un bilancio assai precario. Se questa è la Palermo che merita di essere nominata la città della cultura.. non si può che restare sbigottiti! Ma si può supporre che tale “gratificazione” possa essere stata offerta alla città di Palermo in forza di un accordo politico per fare affluire risorse importanti per la città ed assicurarsi l'ennesima vittoria di Orlando a capo della città.

Orlando, che si propone per la quinta volta, sembra essere per Palermo l'unico capace di saper fare il sindaco soprattutto per coloro che ripetono la consueta litania che “in mancanza di altri non vi può essere alternativa” . Identica espressione usata in campo nazionale per un futuro governo che solo Renzi potrebbe guidare. Questo “modus pensandi” di tanti cittadini non fa che sostenere..successivamente..un “modus operandi” del quale poi non facciamo che lamentarci. Il cittadino che vota un candidato perchè crede nelle sue capacità rimane un cittadino coerente, ma i tanti che sostengono un candidato per mancanza di alternative.. rappresentano la mediocrità nella visione di una politica amministrativa in favore della comunità sociale.


Al di là di Renzi ed Orlando.. (il quale non ha preso e non prende da tempo, in modo assai accorto, posizioni politiche precise con i Partiti nazionali), quello che rimane insopportabile è il constatare che vi siano tanti cittadini incapaci di vedere alternative a costo di qualche rischio per un cambiamento delle figure politiche alle quali sembrano attaccate per insensata e.. persino ingiustificata.. fedeltà. Sono gli stessi cittadini che chiudono gli occhi e non vogliono vedere ciò che intorno li circonda, lamentandosi però costantemente dei servizi scadenti cui giornalmente si imbattono.

23 mar 2017

Quando si parla di politica...


di vincenzo cacopardo
Quando si parla di politica si commette il grossolano errore di pensare che essa sia contenuta nello spazio ristretto del saper governare. Si dimentica il fatto che sarebbe fin troppo facile riassumere i suoi contenuti in questa limitata visione: La politica non può solo avere un sintetico senso del governare, in quanto essa racchiude in se i contenuti di teoria e pratica, di arte e scienza, di idea e funzionamento.

La politica rimane arte nel principio consistente la ricerca delle idee, nel confronto con i cittadini, nella mediazione, diventa scienza nell’esercizio della sua funzione amministrativa legata allo sviluppo costruttivo della società: Se da un un lato è necessario regolare i rapporti con i cittadini attraverso lo studio di un programma, dall'altro si deve poter governare in conformità con lo stesso. L'arte di regolare i rapporti con i cittadini rimane propedeutica alla scienza del saper governare. Impossibile pensare di poter governare in un sistema democratico non osservando questo giusto percorso.
Quello che oggi accade è completamente difforme da questi principi.. e se questi potrebbero essere visti come riduttivi o utopiche teorie dai tanti soloni della politica moderna, rimane il fatto che resta impossibile governare in altro modo. Almeno che non si passi ad un sistema di oligarchia dall'alto che nulla ha da spartire con ogni sano progetto democratico.

Ma quale è la ragione per la quale non si intende procedere verso la ricerca di un più consono progetto democratico che possa dividere meglio i ruoli? Perchè la politica moderna continua a seguire la strada di una governabilità determinata dall'alto.. pur nella comoda apparenza di un sistema che si definisce subdolamente democratico? La ragione appare semplice ed è dettata dalla difficoltà di poter definire i ruoli con maggior determinazione e funzionamento, finendo poi col lasciare il tutto nelle mani di chi gestisce il potere finanziario!

L’odierno sistema vede il politico inserito contemporaneamente nei due ruoli come appartenenti ad un unico lavoro per via dei Partiti che li tiene legati(parlamentare-governativo). Nulla ancora oggi è stato fatto nella procedura di un ridisciplinamento dei Partiti (art 49) per poterli regolare al fine di non incidere contemporaneamente sui due ruoli. Questo sistema ha fatto sì che oggi il politico venga considerato colui che crea e nel contempo esegue, nel contesto di un’unica linea politica. Linea politica che, nel tempo, viene condizionata da una vera e propria oligarchia dei Partiti. Ci capita di vedere sempre più spesso ambedue i poteri, esecutivo e parlamentare, chiedere più spazi a proprio vantaggio per via del differente ruolo a cui appartengono ed alle naturali esigenze :Chi siede in Parlamento reclama di poter legiferare e chi presiede un esecutivo esige di poter governare con procedure più svelte e funzionali. La determinazione dei due ruoli che potremmo definire “induttivi” e “deduttivi”.., per scopo ed esigenza, definisce due strade diverse con l'unico scopo di raggiungere un comune percorso costruttivo in relazione alla definizione di una “politica” che si vorrebbe più funzionale e meno compromessa.

Quell’accentramento che vedeva nel passato il raccordo dei due poteri Parlamento–Governo, affinché si potesse raggiungere un solido equilibrio, sembra oggi essere compromesso dall’evidente peso partitico che finisce col condizionare notevolmente ogni azione. Le attuali forze politiche Nazionali appaiono non del tutto preparate ad affrontare una nuova era dove l’economia avanza ad alta velocità e dove la stessa “politica” sembra ancora alla ricerca di un vero “cambiamento”. Una politica che sembra arrancare in una strada vecchia priva di vere riforme innovative. In termini di vero “funzionamento” sembriamo assai indietro ed ogni problematica appare oggi condizionata da un iter processuale vecchio che subisce, fin troppo, chiari condizionamenti da parte delle odierne forti economie.

Le vecchie ideologie hanno sicuramente contrastato e rallentato la marcia di innovazione dei grandi contenitori di consensi, ma oggi sembra che nessuno, abbia aperto la strada alle nuove idee per una vera politica di attualità.Attuale” non può solo essere l’uso di un computer o dei servizi messi a disposizione dalla moderna rete internet, ma un’innovazione di tipo culturale profonda che solo i pensieri e le idee possono dettare...Ma dove sono queste nuove idee?


22 mar 2017

Spallitta e Lomonte.. candidati consimili nell'interesse di una nuova Palermo

Nadia Spallitta, è forse la vera candidata di sinistra di questa campagna elettorale. Una candidata che ha fatto spesso opposizione all’Amministrazione Orlando da sinistra. Ma la sua posizione rimane comunque più isolata poiché la passione per la sua città e le opportune soluzioni la vedono combattere con i principi vecchi e le continue sterili ideologie: per Nadia.. il compito è quello di poter amministrare una città difficile trovando soluzioni utili e funzionali al di là di ogni concezione politica settaria e di parte.Nadia è una donna impegnata da tempo sul campo amministrativo che intende rappresentare una guida diversa per una amministrazione che deve muoversi in favore dei cittadini e non in favore dei Partiti. 

La sua passione è accompagnata dal metodo e da posizioni culturali inerenti il suo territorio: Parla spesso della povertà esistente, della situazione del sud, delle nuove generazioni e delle soluzioni possibili. Ama il confronto dialettico e sulle idee sui temi importanti come le povertà in una città problematica come la nostra Palermo. Ricordiamo in proposito che è stata la prima promotrice e firmataria del finanziamento al Pride nazionale e che si è battuta per i diritti delle famiglie arcobaleno. Ha sempre creduto e si è impegnata per l'affermazione dei principi di uguaglianza sostanziali e senza discriminazioni.

La Spallitta ha sempre invitato la cittadinanza a dare il proprio contributo di idee, progetti, e anche a proporsi come candidati alle prossime consultazioni comunali.Con la costituzione del comitato "Palermo città futura" è giusto che siano gli stessi cittadini a indicarci nuove idee, progetti, propositi che derivino anche da personali esperienze in altre parti del Paese o del mondo. Verificheremo con loro se possano e in che misura applicarsi da noi, affinché Palermo diventi finalmente una città a misura di ogni cittadino che ha diritto ad avere servizi efficienti". In questo modo la candidata a sindaco raccoglie le proposte di programma dimostrando rispetto per la sua cittadinanza, ma anche una saggia apertura nell'interesse dei propri cittadini .


Ciro Lomonte è una figura nuova nella politica cittadina, ma rispecchia di certo le caratteristiche di onestà e conoscenza che, nel suo lavoro professionale di architetto e di precettore, mette sempre in evidenza: “Il sistema di strade, piazze, aree verdi, in modo da avere una città bella in cui ogni quartiere abbia una propria identità e tutti i servizi essenziali. Le persone devono avere la possibilità di uscire a piedi, se fa loro piacere..Vorrei promuovere la redazione di un nuovo Piano Regolatore Generale per incentivare l’iniziativa privata nella sostituzione graduale della pessima edilizia che caratterizza la città contemporanea. Non mi basta cambiare gli edifici! Poi renderemo pedonali quante più parti della città, ma solo se ci saranno mezzi pubblici a sufficienza per arrivarci. E i bambini debbono avere la possibilità di giocare per strada, nei cortili, nelle piazze, senza il timore di essere travolti dalla automobili.”

A Lomonte manca forse quella esperienza amministrativa di certi candidati a sindaco... Una mancanza che resta comunque compensata da una intelligenza e dalla capacità di saper cogliere l'importante passo avanti che la città deve fare per il suo congenito sviluppo ..E lo fa con l'umiltà ed una certa genuinità di cui oggi vi è bisogno..pur non essendo aiutato dai Media e dai quotidiani locali. Il suo progetto tende a liberare la Sicilia dalla morsa dei vecchi Partiti che non hanno portato sviluppo. Una sorta di liberazione..un risveglio delle coscienze. Qualcosa che accompagna anche Nadia Spallitta nella sua opera tendente a bonificare la politica dall'opportunismo dei vecchi Partiti a favore della comunità civile.

Se Ciro Lomonte rappresenta il candidato nuovo che guarda al potenziale dell'arte e della cultura oltre che allo sviluppo cittadino nella sua intera bellezza, Nadia Spallitta, ormai da tempo in seno al Consiglio, opera in favore della cittadinanza e dei suoi diritti grazie anche alla sua esperienza. Ambedue operano a beneficio di un funzionamento più connaturato alla storia ed alla cultura della città..Ambedue non sono proprio figure di Partito..ed è davvero un peccato non poterli vedere uniti in questa battaglia in favore di una nuova Palermo.





21 mar 2017

La percezione che fa testo!

di vincenzo cacopardo


Quando si parla di dati economici, cifre, statistiche, parametri e trend... si può far credere ciò che si vuole, ma quella che conta e' percezione reale! La realta' rimane quella di un Paese che vive ormai in una indifferenza sociale.. con i consumi in calo e le tasche sempre più vuote dei cittadini che credono sempre meno ad una ripresa del Paese: A Febbraio l'indice dei consumi di Confcommercio ha registrato un ulteriore calo dello 0,1%. Per la Confederazione dei commercianti si conferma un esiguo margine di crescita con un'evoluzione che appare molto debole e inadeguata rispetto al bisogno ed alla attesa ripresa. Un disagio sociale, che aumenta ogni giorno di più!.
Soffrono i settori che dipendono maggiormente dalla domanda e cioè che derivano proprio dalla disponibilità degli italiani a spendere. La crisi dell'edilizia persevera costantemente con un calo del 3,8% rispetto a dicembre 2016..e del 5,2% su base annua. Non si scorgono però ancora ricette utili e nel bilancio del 2018 il rischio dell'aumento delle accise e dell'Iva appare quasi scontato.
In questo contesto...più tragico che mai..il Partito delle scissioni.. che ci ha portato fin qui per grazia di un sindaco d'Italia più tronfio che mai ... vive al suo interno una stagione sempre più difficile, mentre il consenso al Movimento di rottura dei Cinquestelle tende ad aumentare: Sembra che il Partito, guidato fino a ieri da Renzi, abbia perso di colpo oltre il 3%, mentre quello guidato dall'eterno Berlusconi abbia una decisa tendenza ad aumentare..Si parla quasi del 13 % per il Cavaliere che comunque difficilmente potrà legarsi al Partito della Lega di Salvini che dispone quasi della stessa forza. Alfano, (nell'eterno e comodo campo dei moderati) con il suo NCD.. ormai in rinnovamento.. disporrebbe di appena il 2,5%.
In queste condizioni si attende ancora di mettere mano ad una nuova legge elettorale che preveda coalizioni per dare senso e corpo alla difficile governabilità. Malgrado le difficoltà del Paese e di una politica frammentata... sembra, al contrario, che il governo Gentiloni non abbia alcuna premura nella importante ricerca di una nuova legge elettorale: Quello che appare davvero incomprensibile è il vuoto politico e la mancanza di responsabilità da parte del Partito che ancora ci governa che non osa mettere mano ad un riforma elettorale avendo già di fatto combinato immensi pasticci con quella precedente (fatta passare a suon di fiducia per poi essere bocciata dalla Consulta)

Intanto Renzi a Rignano sull'Arno, nel raggio di qualche decina di chilometri, come nulla fosse cambiato, persevera nella ricerca di una classe dirigente che potrebbe accompagnarlo nella sua nuova riscossa. Nel ristretto e provinciale circuito, il sindaco d'Italia insiste nell' opera di ricerca di personaggi di zona che potrebbero essergli utili per il futuro: L'essere toscani sembra per Renzi il requisito più importante... ma non è l'unico! E' anche importante aver seguito con fede la sua kermesse alla Leopolda e quella della fedele Boschi (che altrettanto danno ha arrecato al nostro Paese insistendo su riforme sballate, costose e non funzionali)

La percezione è quella di un Paese che sconta un periodo di politica renziana voluta dal suo stesso Partito in forza di un doppio ruolo che ha frantumato la stessa organizzazione del PD. Una politica costruita su una figura profetica che.. con l'abilità della comunicazione... ha presuntuosamente indotto la politica a seguire riforme non adatte al Paese.

A poco ormai valgono i numeri e qli 0,1% di percentuali ..quando nel Paese si vive con una realtà ben diversa! A che vale un PIL in leggero aumento se le disuguaglianze aumentano in modo esponenziale...L'impressione è quella di un Paese allo sbando dove cascano ponti e franano montagne, dove i treni si scontrano e le strade si sbriciolano, dove le scuole rimangono insicure, dove la povertà aumenta e i giovani scappano all'estero, dove il sud muore lentamente privo di ogni progetto connaturato e dove la corruzione aumenta.


Questa è la percezione reale...l'unica che fa testo!