Quella
vecchia politica delle promesse che disturba un più naturale ed
utile sviluppo
vincenzo cacopardo
Ancora
una volta Matteo Renzi elargisce promesse a lungo termine. Fino a
quando si continua a promettere ..si potrà anche procedere col gioco
di una flessibilità con Bruxelles. Ma giocarsi tutto sulla
flessibilità non sarà più facile: Con una nuova assicurazione sul
taglio delle tasse nel 2017.. il sindaco d'Italia continua a
dimostrarsi poco credibile anche in Europa
La
riduzione strutturale da oltre 23,5 miliardi già attuata che già
include gli 80 euro, lo sgravio Irap , la Tasi, Imu
ed Ires.. ai
quali vanno ad aggiungersi gli interventi per l'anno corrente tra
maxi-ammortamenti e decontribuzione, si contrappone all'evidente
pressione fiscale che, per alcuni istituti, pare
salita ad oltre il 50%.
Se
a queste aggiungiamo la lieve crescita del Pil decisamente diversa
da quanto promesso e ci si sarebbe aspettato, il nostro Paese
appare in una situazione nella quale riesce davvero difficile
immaginare di poter proporre un qualsiasi programma di abbattimento
delle tasse volendo contemporaneamente mantenere quel pareggio di
bilancio, per ben due volte già
differito.
Il
supponente Capo del governo dovrà farsene una ragione e non perchè
ci si voglia opporre al suo determinismo in termini di ottuse
posizioni categoriche, ma perchè la realtà appare davvero diversa
da quella che giorno per giorno si vorrebbe fare apparire... ed in
questo quadro la sua mancanza di idee risalta sempre di più: Ancora
nessuna politica strategica per un Sud (che appare un terreno di
grandi risorse), nessuna politica in favore di nuove iniziative
edificate sulla nostra qualità, alcuna spinta verso una economia
reale protetta da iniziative finanziarie più consone al
Paese..nessuna vera equità e nessuna riforma a protezione delle
pensioni più basse. Nulla!...ma
al contrario tante belle parole..che riempiono le orecchie ed in cui
solo la fretta e la superficialità la fanno da padrone. Sappiamo al
contrario come questo nostro Paese possa avere una speranza di
crescere attraverso la cura di un turismo reso funzionale da
opportune infrastrutture, la qualità dei suoi particolari prodotti,
la moda, il design, l'immenso patrimonio artistico..e le tante
bellezze naturali...
Alla
base della nostra crisi, tale speranza di crescita, è anche legata
ad un problema del sistema bancario e finanziario che non asseconda in
modo funzionale. Ma anche spingere verso l’economia reale rappresenta un
limite se l’azione del nostro governo non andasse oltre le assurde logiche finanziarie. Sarebbe
quindi necessario partire dalla radice del problema, dalla sua causa
primaria e cioè da quel sistema bancario malato che deve essere
assolutamente riveduto e corretto.
Guardando
al nostro passato di tradizione e di vera qualità, sia per il gusto
che per le idee, si potrebbe oggi dedurre che non vi è altra via per
poter dare sfogo ad una solida economia che nel futuro possa vederci
più forti concorrenti in nome di prodotti e valori che rappresentano
una sostanza davvero unica nel mondo. Ma ciò che occorre, per poter
potenziare questa dote naturale che sicuramente ci appartiene, è una
innovazione profonda che possa operare a supporto con impegno di
metodo, prospettiva e lungimiranza.
Con
l’uso di una guida politica che sposi questo tipo di sviluppo e che
possa essere di vera utilità attraverso regole e riforme che aiutino
una crescita in tal senso.
Non
è proprio detto che bisogna ostacolare la crescita di una
organizzazione comune europea, ma battersi di certo per contenere i
principi di una globalizzazione economica attraverso la difesa dei
propri prodotti ed i propri valori.