20 mag 2015

INVALSI ..UN SISTEMA DI VALUTAZIONE CHE FA PENSARE





Una analisi sull'articolo di Domenico Cacopardo sull'annosa questione della scuola



Ormai il cugino Domenico sembra schierato in tutta evidenza verso la politica di governo.. per me assai poco convincente.

Pare tutto semplice da parte di chi guarda con approssimazione a favore della politica del sindaco d'Italia...sebbene qui (come in altri casi), non si tratta di essere contro le riforme, ma di criticarne il metodo ed il merito stesso. In questa ottica rimane retorica la frase del consigliere Cacopardo relativa alle sfide.. “Non c’è mediazione tra coloro che, con qualche errore, affrontano le sfide del presente e del futuro e coloro che, per ignavia, conservazione e paura, quelle sfide intendono disertarle". Una frase che dà forza al comodo metodo con il quale si tende a tagliare ogni ragionamento ed ogni naturale critica riguardante la politica del nostro Paese.

Fin troppo riduttiva e conveniente anche la frase «I filosofi hanno tentato di interpretare il mondo. Ora si tratta di cambiarlo.» Che vorrebbe genericamente far intendere l'utilità di poter cambiare..subito e con i fatti.. ciò che la filosofia tende a voler limitare con il pensiero. Ma non è proprio questo il senso e l'interpretazione che vi si dovrebbe dare.. poiché i concetti filosofici tendono comunque ad imprimere forza alle analisi che rappresentano di sicuro la base più sicura per ogni percorso di sano cambiamento.... Ma sarebbe inutile perdersi in questi concetti senza tener conto dell'argomento trattato da Domenico in riferimento alla riforma della scuola.

Sappiamo che “Invalsi” è l’Ente di ricerca dotato di personalità giuridica che ha raccolto, in un lungo e costante processo di trasformazione, l’eredità del Centro Europeo dell’Educazione (CEDE)... istituito nei primi anni settanta del secolo scorso. Sulla base delle vigenti leggi, che sono frutto di un’evoluzione normativa sempre più incentrata sugli aspetti valutativi e qualitativi del sistema scolastico, l’Istituto si muove in tal modo: -effettua verifiche periodiche e sistematiche sulle conoscenze e abilità degli studenti e sulla qualità complessiva dell'offerta formativa con l’obiettivo generale di verificare in che misura i quindicenni scolarizzati abbiano acquisito alcune competenze giudicate essenziali per svolgere un ruolo consapevole e attivo nella società e per continuare ad apprendere per il resto della loro vita.

Ma per loro natura i test tendono a sopravvalutare un concetto nozionistico rispetto ad un ragionamento...(ogni dato più di un processo...ogni numero rispetto ad una competenza)... Esistono abilità personali che i test non possono misurare, proprio per la loro natura rigida e standardizzata. I test non misurano la capacità di riflessione critica, la capacità di esporre il pensiero, il livello di partenza e quello di arrivo, la partecipazione. Calcolano solo l’acquisizione di una serie di informazioni circoscritte e limitate, stimolano una frammentazione della didattica che potrebbe risultare ovvia. Insomma..potremmo affermare che mortificano gli sforzi per arrivare alla conoscenza come conquista di un gruppo e non esaltano le attitudini personali.. tendendo solo ad una competizione. Un certo concetto qualitativo e personale si potrebbe perdere poiché non verrebbe più stimolato. ...Se questa per Domenico è solo filosofia spiccia..per qualcun'altro potrebbe rappresentare qualità e prerogativa..

Il vero problema di questo tipo di test è sapere cosa esattamente misurano: Se controllano il grado di apprendimento di quello che è stato insegnato e se ciò è connesso al pensiero di ognuno.. o solo costruito sulla prontezza delle risposte. Se.. cioè.. diventa più importante imporsi attraverso una bella figura con risposte che in se rimangono asettiche e prive di una personale analisi...Come si fa, dunque, a non percepire quanto renzismo esiste in questo metodo?..Come si fa a non comprendere come la sua stessa cultura politica segue un identico percorso tendente a concentrare ed a massimizzare senza una partecipazione di pensiero più distinta?

E'.. quindi.. logico porsi delle domande in proposito?
Nessuno vuole spendersi per partito preso contro Renzi e il suo governo. Non è sempre per ignavia, conservazione e paura, che si intendono disertare le sfide, ma perchè a volte queste potrebbero mortificare la qualità di un certo sviluppo e certe potenzialità nascoste nel Paese.. per dare maggiore spazio ad un insensato appianamento .
Vincenzo cacopardo



Abbiamo assistito, inorriditi, alla politica degli scudi umani utilizzata da rivoluzionari e terroristi in ogni parte del mondo, a partire dalla rivoluzione algerina.
Ma ora, rimaniamo indifferenti rispetto al fenomeno che si sta manifestando in casa nostra. Anzi, giornali, radio e televisioni danno all’evento grande risalto senza esercitarsi minimamente in una valutazione critica, utilizzandolo anche (in prima fila, come sempre La7 di Mentana e compagnia cantante) come strumento di minaccia e di attacco al governo della Repubblica.
Parliamo dell’annuncio, formulato dalle centrali sindacali, di un blocco dei prossimi scrutini scolastici di giugno: un vero e proprio abuso nei confronti dei ragazzi, dei nostri figli e dei nostri nipoti, nelle mani di insegnanti somari e irresponsabili, incapaci di fornire quell’esempio di dirittura morale che ogni società civile pretende dai suoi docenti.
Non contenti di essere partecipi e, in gran parte, responsabili della disoccupazione giovanile per insuperabili carenze formative (una disoccupazione ben più alta di quelle, per esempio, tedesca e polacca, stati che portano all’età lavorativa gente reduce da studi severissimi e con formazione tecnica utile per l’inserimento nel sistema produttivo), gli insegnanti usano la loro posizione di potere nei confronti degli studenti per renderli complici di un disegno concepito contro di loro, contro le loro attese, contro il futuro della Nazione. A favore solo di ignavi e pelandroni, capaci, mercé l’atteggiamento dei loro docenti, di essere per questa via uguali agli studiosi e ai solerti.
Una vera e propria follia, consumata con l’aiuto di un mondo sindacale rimasto all’età della pietra e sostenuta, appunto, dai media, esclusivamente in odio alle iniziative di Renzi e del suo governo.
La cosa più inaccettabile è la posizione di alcune minoranze del Pd, che gongolano delle difficoltà del disegno di legge sulla scuola, dimenticando la lezione di una personalità importante nell’Italia del dopoguerra: Palmiro Togliatti. Nel 1951, in un memorabile articolo di fondo su L’Unità, scrisse che il compito dei giovani era di studiare e di studiare seriamente per prepararsi ad affrontare la vita e, secondo la sua dottrina, le sfide rivoluzionarie che avrebbe comportato.
Insomma, la sinistra pura e dura è per la scuola seria e selettiva, in modo che dia alle nazioni persone mature capaci di dare un contributo allo sviluppo della società e al suo mutamento.
Va poi ricordato che oggi la selezione è effettuata dalle aziende e dallo Stato (concorsi) mediamente a 28 anni invece che, come giusto, molto prima, nei banchi delle scuole medie superiori prima o al momento di ingresso nelle università.
Un’altra pretesa avanzata dagli insegnanti ha natura immorale: quella di non essere giudicati né da un preside, né da una commissione, né da un soggetto terzo, come accade con le prove Invalsi (modulo Ocse).
Rifiutando ogni valutazione, gli asini si affiancano ai purosangue da corsa, in una sorta di generale «simme tutt partualli» (siamo tutti aranci) secondo il detto settecentesco napoletano che indicava come la feccia intendesse farsi uguale ai migliori esponenti della società.
La battaglia mediatica in corso, tuttavia, è condotta con strumenti e armi altamente squilibrate a disfavore del governo, di chi vuole la riforma e delle famiglie consapevoli che dalla riforma i loro figli hanno tutto da guadagnare.
Per un riflesso condizionato, tipico dell’informazione italiana non legata all’etica dell’approfondimento, della terzietà di chi vuole capire, ma succube di un macabro condizionamento ideologico (quel condizionamento che fa celebrare nelle televisioni come un eroe un satrapo sanguinario e violento come Fidel Castro), uno schieramento massiccio, che copre tutto l’arco dei media, compresi quelli che per malinteso «perbenismo» mettono sui due piatti della bilancia le opinioni degli uni e degli altri mistificando i termini del problema, si sta spendendo contro Renzi e il suo governo. Oggi per la scuola. Ieri per l’Italicum o il «job act».
E se una critica c’è da fare al «premier» è quella di avere sopravvalutato le proprie capacità comunicative e sottovalutato l’alleanza dei conservatori che da destra a sinistra, comprendendo gli inconsapevoli seguaci di Grillo&Casaleggio, lo combattono. Anche la sua esibizione davanti alla lavagna è stata un errore: facilmente, è stata trasformata in satira, in stupido dileggio, anche da alcuni studenti malamente influenzati e non edotti dei contenuti della riforma.
Il coro che s’è levato nel Pd per trattare, se accolto, porterà il governo alla sconfitta, la prima di una serie fragorosa.
Non ceda, Renzi, ora che ha ragione. Studi l’irremovibilità di Bettino Craxi di fronte alle pressioni di democristiani e socialisti (da Amato a Gino Giugni) perché rinunciasse al taglio della scala mobile (S. Valentino 1984).
Sia irremovibile: non fermi il processo riformista. E non accetti che rimangano comodamente accucciati nello schieramento di chi vuole le riforme coloro che delle riforme sono nemici. «Per la contraddizione che nol consente».
Non c’è mediazione tra coloro che, con qualche errore, affrontano le sfide del presente e del futuro e coloro che, per ignavia, conservazione e paura, quelle sfide intendono disertarle.
Come scrisse Carlo Marx nel 1845 nell’undicesima tesi su Feuerbach: «I filosofi hanno tentato di interpretare il mondo. Ora si tratta di cambiarlo.»
Domenico Cacopardo

18 mag 2015

Renzi e Salvini....sempre più contrapposti

di vincenzo cacopardo
Oggi una lotta politica pare aperta in un confronto con Matteo Salvini: unico vero oppositore del governo Renzi. Una opposizione che vede il consenso del leghista salire a dismisura...Ma sono in tanti a definirsi in disaccordo alle idee di una Lega che non si arresta contro una certa violenza portata dai suo facinorosi.
Qualcuno tende a precisare che Salvini è un provocatore: un incendiario che cerca volutamente la provocazione. 

Le sue proposte appaiono assurde se messe di fronte ai problemi reali del Paese. Sono in tanti a pensare che il capo della Lega istighi all'odio ed alla violenza e che sarebbe opportuno non farsi trascinare dalle sue continue provocazioni. Insomma... si pensa che Salvini abbia ogni diritto di parlare, ma con senso di responsabilità e senza incitamenti che possano fomentare odio e violenza tali da mettere in crisi ogni dialogo di un sistema che si vuole democratico.

La paura che Salvini possa salire in modo esponenziale nei consensi induce tutte le forze moderate del governo ad indicare l'uso verbale della sua comunicazione come violenta ed istigatrice di odio, non tenendo conto che lo stesso atteggiamento comunicativo del Premier (anche se in altro tono) spinge egualmente a rafforzare profonda avversione ed astio tra i cittadini: E' la logica della teoria delle vecchie contrapposizioni che da ideo- logiche finiscono col divenire quasi ideo-statiche ed assolute... e quindi fondate soltanto su principi di azioni e reazioni. Tutto ciò non potrà mai generare crescita politica in senso positivo, ma solo perenni effetti di replica improduttivi.

Cosa ci si poteva aspettare come reazione da un finto percorso politico innovativo costruito con tanta ipocrisia e poco rispetto da colui che oggi viene identificato come il rinnovatore del momento? Da chi, poco attento alla ricerca di un efficace funzionamento ed assai esperto nella comunicazione, tende sempre a semplificare e persino a dividere?

La reazione naturale non poteva che essere quella di personaggi come Salvini che, sebbene più disadorni nella loro comunicazione, mettono comunque in evidenza storture e deformazioni insite nel sistema. Ma Salvini rappresenta oggi un ausilio..un soccorso..un ripiego per i tanti che non credono più ad una destra in opposizione a Renzi e nemmeno ad un rifugio sotto l'ala dei pentastellati di Grillo, ma solo fiducia e speranza verso l'uomo che promette maggior sicurezza per il territorio.

A Salvini interessa raccattare voti agitando paura ed insicurezza e cercando di trasformarla in fobia...ma, come per Grillo, non si hanno certezze sulle sue vere capacità di governo...Questo è l'effetto di un sistema che oggi.. tende a fondarsi esclusivamente sulle assurde contrapposizioni delle figure e che non mira, come al contrario dovrebbe, ad una ricerca costruita sulle idee e sul rivoluzionamento delle pricipali normative di funzionamento in favore di una più utile politica del Paese.





Diritti e regali....nella scaltra comunicazione del premier

RENZI.. LA CONSULTA ED I PENSIONATI
di vincenzo cacopardo

Altro che aiutino!...Al sindaco d'Italia, premier e capo assoluto del PD è stata concessa ulteriore visibilità in vista delle prossime elezioni regionali. E così nell'Arena di Giletti..Renzi ha potuto dare sfogo alla sua retorica politica sui rimborsi ai pensionati. Quello che dà da pensare è.. comunque.. il fatto che un dialogo con un giornalista (al di là di ogni capacità) è sempre limitativo se non è mantenuto ed alimentato attraverso un vero contraddittorio.

Renzi continua a promettere l'impossibile e lo fa con il solito metodo ipocrita della sua studiata comunicazione. Per quanto riguarda la nuova sentenza della Consulta in riferimento al rimborso ai pensionati, il sindaco d'Italia si prodiga con enfasi nel monotono dialogo tendente a rassicurare, pur sapendo di non poter ottemperare alle richiesta di tutta quella massa inclusa nel rimborso: in sostanza continua a promettere..pur sapendo che una gran parte di loro rimarrà esclusa dal rimborso. D'altronde il Paese è privo di risorse ed un rimborso completo metterebbe ko tutti gli sforzi fin qui fatti da lui..ma soprattutto dagli stessi cittadini!

Sappiamo che la Consulta ha dichiarato illegittimo il blocco dell’adeguamento all’inflazione degli assegni pensionistici oltre 3 volte il minimo dal 2012 a oggi, per cui a ciascun pensionato spetta un rimborso di almeno 3.000 euro, per un totale di 18 miliardi..In sostanza Il premier distribuendo 2 miliardi,(di cui in realtà non se ne conosce ancora bene la provenienza) lascia un debito di sedici miliardi da restituire ai pensionati....E fa questo.. facendo quasi apparire un regalo, ciò che in realtà è di per sè un diritto..



Quello che infastidisce di più è quindi.. l'atteggiamento, un po' altero.. ma di sicuro ipocrita, con il quale Renzi continua a dialogare facendo apparire in positivo una manovra che in realtà rimane un imbroglio per una gran fascia di pensionati che di sicuro non può dichiararsi priviegiata. 

La vita spezzata di Tania..

Una giovane vita spezzata al centro di una città dove in tanti continuano a guidare nell' improntitudine dell'inosservanza delle regole e nella distrazione dei cellulari.


Tania era una giovane donna che sorrideva ed amava la vita a cui un pirata della strada ha tolto ogni speranza di un futuro. Una vita stroncata da chi guidava privo di patente. L'uomo è stato fermato e condotto in Questura, mentre il furgone è stato posto sotto sequestro.Al conducente sembra esser stata ritirata la patente l'anno scorso per eccesso di velocità. La giovane lavoratrice, invece, si sarebbe dovuta sposare a settembre.

I colleghi di Tania hanno assistito alla drammatica scena mentre la donna stava andando a lavorare presso il call center , pur essendo domenica. L'incidente è avvenuto qualche minuto prima delle 10 del mattino sulle stesse strisce pedonali, sbiadite, che qualche giorno prima mi avevano visto quasi vittima di un eguale incidente da parte di una distratta ragazza che guidava pericolosamente con una mano al volante e l'altra a sostegno di un tablet che la distraeva.

Al di là della dinamica dell'incidente e della triste storia della povera Tania, sembrano ormai frequenti questi comportamenti da parte di chi guida e corre senza tenere conto delle strisce pedonali o distratti da un cellulare od un tablet.
Non si può che restare attoniti di fronte all'accaduto e non si può nemmeno non considerare la dicotomia del giorno successivo...dove....nello stesso luogo dell'incidente... per via della folla accentratasi in onore di Tania, vi sia stata una avvertita presenza dei vigili pronti a bloccare il traffico delle auto del viale principale ad ogni passaggio pedonale di un singolo cittadino. Ciò dimostra, come anche da parte della vigilanza... oltre che dei cittadini, sia stato sentito il dramma che ha colpito la famiglia della giovane donna e la forte determinazione nell'accoramento di chiunque non può più sopportare che una vita possa cancellarsi in un istante.. a causa dell'incoscienza.
Se questo cordoglio prendesse la strada in direzione di una più efficiente prevenzione e se vi fosse maggiore presenza di vigilanza nelle strade.. oltre ad una più corretta circolazione..forse qualcosa potrebbe cambiare nell'ottica della sicurezza della nostra città.
vincenzo cacopardo



13 mag 2015

Le consulenze a titolo gratuito del governo...altre anomalie!


Tutto ormai sembra procedere attraverso l'uso costante delle anomalie, ma quello che assai più sorprende.. è in fatto che pare essersi sovvertito ogni principio di valutazione sulle stesse.. rendendo positiva e conveniente ogni immagine distorta dei principi fondamentali più corretti.
In un recente articolo.. il cugino consigliere Domenico Cacopardo, attento osservatore dei temi giuridici istituzionali, spiega l'incomprensibile cammino di una attività amministrativa spesso incoerente e disattenta del governo.
Al di là di ogni riscontro con una efficace spending review, quello che colpisce sono sempre le innumerevoli inspiegabili difformità dei percorsi stabiliti...come quelli degli incarichi a titolo gratuito, ormai nella norma, ma sicuramente contrari ad ogni principio morale e costituzionale sul lavoro..Sono diventate abituali certe irregolarità alle quali sembra nessuno voglia fare più attenzione, poiché.. nella ormai disattenta morale comune.. appare più pulito un contratto conferito a titolo gratuito che quello più limpidamente e giustamente retribuito.
Saranno anche giudicati capricci o manie, ma... come afferma correttamente Domenico, non rendono sicuramente alcuna luce ad un processo di ricerca per qualunque consulenza che si dovrebbe onorare con un giusto e misurato compenso... onde evitare di poter avere sentori per scambi e favoritismi di tipo diverso...Un tema che potrebbe inquadrarsi nel percorso di ricerca del capitolo riaperto di recente sul conflitto di interessi!
vincenzo cacopardo


Domenico Cacopardo scrive in proposito:
Ma non s’era parlato di «spending review»? Non c’era stato un commissario (il cremonese Cottarelli, più longobardo che latino) che aveva scritto un ponderoso libro per indicare i tagli e i risparmi che si sarebbero potuti ottenere? Per esempio, l’unificazione delle forze di polizia che, tante quante sono, prima che uno spreco, sono una ridicolaggine tutta nostrana. Sul punto, rimane incomprensibile –o troppo comprensibile- perché in Italia non sia stato costituito, sull’esempio estero, un forte e ben organizzato «bureau» incaricato di indagare sui reati di magistrati e poliziotti.
Ma così va il bel Paese e non possiamo che auspicare che il solito vento cambi le sue inveterate, borboniche abitudini.
Ora, Cottarelli è stato sostituito da due consulenti di Renzi, i professori Perotti e Gutgeld e il «dossier» sembra sommerso da altre più urgenti carte piombate sulle loro scrivanie. Di questi due baldi giovanotti va detto che come altri consulenti del «premier» lavorano a titolo gratuito: il che rappresenta il massimo dell’opacità. Infatti, si contraddicono: il principio morale e costituzionale che il lavoro deve essere retribuito (e se non c’è una retribuzione stabilita, ufficiale, contrattuale, la retribuzione sarà cercata altrove); il principio logico che il lavoro deve essere riconosciuto (nel senso che deve essere disciplinato all’interno di una convenzione pubblicistica) e il principio funzionale (che il lavoro dev’essere produttivo di effetti, anche consultivi, ma identificabili).
Queste parole saranno giudicate fisime «vintage» di chi ha una formazione giuridica, ma sono elementi sostanziali che, da soli, delegittimano la presenza di 10-consulenti-10 negli uffici di Palazzo Chigi, incaricati di suggerire al «premier» soluzioni sull’intero scibile amministrativo”.




Reddito di cittadinanza o contributo di necessità ?


Ritorna l'idea del reddito di cittadinanza....Più che reddito bisognerebbe chiamarlo in senso più appropriato, una rendita inattiva..un contributo per la sopravvivenza... ma sappiamo, anche, che il fine di tale manovra è indirizzato principalmente a beneficio dei tanti che oggi si trovano improvvisamente senza lavoro e senza un tetto.

Pur nella costante attenzione posta nei riguardi dei cittadini, Grillo non specifica bene il significato della sua proposta.  Vi è infatti una chiara differenza tra un reddito di cittadinanza.. da quello per il sostentamento di chi un reddito non lo ha! E’ chiaro infatti che un reddito di cittadinanza equivarrebbe in sé ad una base reddituale per tutti con un impressionante costo di decine di miliardi per il Paese.

Diverso è invece un contributo per chi un reddito non lo ha...non avendo un lavoro.. che potrebbe essere una operazione sociale equanime, sebbene comprensibilmente difficile da attuare in un Paese come il nostro dove i furbi spadroneggiano e dove, per impostare una ricerca verso coloro a cui spetterebbe, si dovrebbe mettere su una macchina organizzativa costosa ed impegnativa...In più appare poco produttiva una idea come questa in un contesto come il nostro in cui, una simile operazione, potrebbe arrestare il naturale sviluppo del lavoro...offrendo al contrario, occasione per rendere la società passiva verso ogni possibile crescita.

Sarebbe assai più utile, nella fattispecie, eliminata una cassa integrazione, mirare ai bisogni per quei lavoratori costretti ad interrompere la loro attività, offrendogli un apposito reddito di sostentamento.. evitando di incidere sui costi delle aziende.Una operazione che potrebbe anche vedere ulteriori manovre a beneficio di chi ha veramente bisogno di un contributo di sopravvivenza, ma che premierebbe maggiormente i lavoratori e potrebbe aiutare le aziende.
vincenzo cacopardo

12 mag 2015

Palermo..città nell'abbandono..dove tutto rimane aleatorio ed indefinito...


di vincenzo cacopardo

CONTINUA NEL SILENZIO L'ASSENZA DI UTILI PROVVEDIMENTI DA PARTE DI UNA AMMINISTRAZIONE CHE APPARE INCAPACE DI PORRE RIMEDI E SOLUZIONI NELLA CITTA' CHE ORMAI SEMBRA NELL'ABBANDONO ASSOLUTO.

Se non fosse per la sua naturale bellezza sarebbe da indicare come la città peggio amministrata da sempre. 

Buche, fossi, fogne intasate, strade impraticabili, marciapiedi divelti e pieni di erbacce, sporcizia, traffico e confusione....autobus in enorme ritardo o stracarichi, questa è la Palermo di oggi! Una città che sembra essere abbandonata ad un triste destino, dove gli stessi cittadini sentono allontanarsi da ogni possibile dialogo con l'amministrazione che dovrebbe guidare una politica sui servizi più attenta ai bisogni comuni degli abitanti. Ormai anche i possibili turisti, malgrado le tante bellezze artistiche, sembrano scappare dal palese caos infernale di questa città e dalla evidente disorganizzazione municipale sempre più cresciuta negli ultimi tempi. Se a questa aggiungiamo la perenne crisi di una politica regionale solo capace di pensare a come sostenere tutto il suo impalcato burocratico amministrativo, possiamo renderci conto di come tutto in questa terra rimane aleatorio ed incerto nei riguardi di chi vi vive.

Palermo è in uno stato di difficoltà dovuto al difficile momento economico a cui è sottoposta tutta la nostra Nazione, ma il suo sviluppo è stato fortemente compromesso da congeniti limiti organizzativi e motivi di inerzia che hanno sempre posto, questa città, in grande svantaggio rispetto a quelle del nord. Da lungo tempo non si sono apprestate le strutture necessarie per il suo sviluppo in termini di servizi e si è andato avanti sempre con grandi ritardi che hanno portato solo poca organizzazione ed inopportune procedure a danno dei cittadini: Se da un lato si è apprestata una linea tranviaria, dall'altro.. non si è data un utile servizio per lo scorrimento  dei due assi principali. 


Pare non esservi ormai nulla che possa veramente dare forza promozionale a quella che nel passato fu una delle città più considerate del nostro Paese: La politica amministrativa sembra del tutto lontana sia da un concetto organizzativo in genere, che dalla più che indubbia scelta delle primarie necessità sui servizi: Autobus stracolmi e biciclette dappertutto senza alcuna regola e rispetto per i pedoni...Trasporti pubblici carichi di controllori alla caccia delle obliterazioni dei tichet che contrasta con una grande difficoltà della ricerca stessa dei biglietti spesso introvabili. Tanta sporcizia per le strade e buche pericolosissime nei marciapiedi ( a volte ricoperte dall'amministrazione in modo assai futile ed indefinito) Pochissimo controllo urbano e costante pericolo nell'attraversamento delle strisce pedonali spesso invisibili...Semafori eterni senza alcuna logica a beneficio di una circolazione fluida..Doppie e triple file nel posteggio delle auto che interrompono ogni naturale scorrimento..traffico infernale dovunque e potremmo anche continuare..

Una strana dicotomia si avverte poi quando, con grande spirito di efficienza, si pretende di chiudere l'importante asse centrale che conduce alla stazione rendendolo pedonale e..lasciando aperto un cantiere che costringe ad un rallentamento inusuale nel percorso alternativo verso la via del mare. Non è davvero difficile poter comprendere che questo impedimento arresta una essenziale alternativa della circolazione verso la stazione e non sarebbe nemmeno complicato (per il periodo dei lavori)..aprire l'asse centrale per il traffico alle auto. Ma questo è solo uno dei tanti esempi delle incomprensibili disattenzioni di una amministrazione che pare ormai aver abbandonato la ricerca di nuove soluzioni per il normale svolgimento dei servizi che si deve ai cittadini.

Palermo si salva ancora per la sua bellezza naturale che la vede posta in quella che fu soprannominata la spettacolare “conca d'oro”...Ma se non fosse per il naturale sfogo a mare di una magnifica Mondello..potremmo stare certi che pochi cittadini rimarrebbero in una città che.. sul piano sociale culturale e dei servizi.. offre assai poco. 

La speranza sul futuro di questa città, che per cultura ha pochi rivali, ma per efficienza e mentalità sembra avere come antagonista se stessa, è quella fondata sulla forza e lo spirito di nuove figure amministrative che possano rendere un servizio più utile attraverso logiche amministrative e sociali più attente, funzionali e meno aleatorie..

post correlato: Palermo nel baratro delle incomprensibili amministrazioni

Una nota al nuovo editoriale di Domenico Cacopardo sulla spending review

Ancora una volta Domenico indica con puntualità l'inspiegabile contraddizione relativa alle riforme. La teoria dei tagli lineari è sempre stata inutile oltre che riduttiva e tipica di chi lavora per semplificare, ma non per rendere il sistema più semplice (differenza non di poco conto). Soprattutto per il Mezzoggiorno del Paese, tale metodo, rimane penalizzante.

Per quanto riguarda il termine "in house providing", (come giustamente espone Domenico) viene indicata l’ipotesi in cui un committente pubblico, derogando al principio di carattere generale dell’evidenza pubblica, in luogo di procedere all’affidamento all’esterno di determinate prestazioni, provvede in proprio all’esecuzione delle stesse attribuendo l’appalto o il servizi di cui trattatasi ad altra entità giuridica di diritto pubblico mediante il sistema di un affidamento diretto ossia senza gara. Ma sappiamo che negli affidamenti in house non vi può essere il coinvolgimento degli operatori economici nell’esercizio dell’attività della Pubblica Amministrazione, per cui è chiaro che le regole sulla concorrenza sugli appalti pubblici, non vengono messi in rilievo. Questo è un modello organizzativo in cui una pubblica amministrazione provvede da sé al perseguimento degli scopi pubblici. Una sorta di auto-organizzazione che chiaramente non risulta tanto compatibile con una riforma che dall'altro lato deve tenere conto di una spending review oculata ed equilibrata.


Non so se le argomentazioni esposte a fine articolo da Domenico Cacopardo sono in realtà le vere ragioni e cioè... se veramente quei centri definiti parassitari appartenenti ad una vecchia repubblica, impediscono ad un governo determinato e deciso come quello del sindaco d'Italia, di proseguire verso una spending review che possa migliorare i dati della contabilità nazionale ed introdurre un po’ di moralità nel sistema degli appalti. Ma una cosa è certa: il tempo è passato ed ancora, dopo il piano Cottarelli , nulla sembra muoversi in proposito ed in senso chiaro.
vincenzo cacopardo


C’è una sorta di inspiegabile antinomia tra le riforme che si annunciano e il silenzio sulla «spending review», seppellita, dopo Cottarelli, sulle scrivanie del duo Perotti e Gutgeld, consiglieri non retribuiti di Renzi. Questa del lavoro a titolo gratuito è una trovata di moda di questi tempi e contraddice principi morali, pratici e funzionali (visto che se non sei pagato, puoi fare ciò che ritieni meglio).
La «spending review» è, in parole povere, il taglio delle spese dello Stato, delle regioni e dei comuni. In una spesa complessiva di circa 830 miliardi di euro l’anno, ci dovrebbe essere ampio spazio per tagli non più lineari, ma indirizzati alle innumerevoli fonti di spreco e di dissipazione. Per esempio le migliaia (9000?) società pubbliche partecipate dai tre soggetti istituzionali di cui sopra, in gran parte deficitarie, quasi tutti create in frode alla legge. Perché in frode alla legge? Perché con la riforma della legge comunale e provinciale Bassanini è stato consentita la costituzione di società cui affidare l’attuazione di particolari compiti della pubblica amministrazione. Le cosiddette «inhouse». Si tratta di delegare a un soggetto esterno di proprietà dell’amministrazione incaricata, l’esecuzione di funzioni proprie della stessa. C’è da chiedersi come mai questa «gabola» abbia avuto tanto successo. Lo spieghiamo: 1)consente al sindaco, al presidente della regione, al ministro di associare nell’impresa un privato, possibilmente amico, attraverso una procedura «aggiustabile»; 2)autorizza il sindaco, il presidente etc. ad affidare alla società così formata, per esempio, la realizzazione di un certo tipo di opere pubbliche. E qui il ragionamento si fa chiaro: poiché questo soggetto ha natura privatistica, può non applicare la normativa europea e nazionale sugli appalti e affidare all’amico di turno progettazione, direzione lavori e tutto quanto riguarda l’esecuzione dell’opera. Alcuni, più raffinati, incaricano la società in questione di trovare un «general contractor» e quindi, frappongono tra se stessi e il malaffare due sbarramenti. Certo, si sa che la Corte di cassazione e il Consiglio di Stato hanno escluso la natura privata di questo genere di attività e disposto l’applicazione della normativa europea e nazionale.
Ma nel comune di «Oltredisotto» non lo sanno, lo dimenticano, lo aggirano, continuando a fare ciò che da oltre un decennio fanno. E, se nessuno ricorre, abbondante acqua arriva all’orto dell’amministratore.
Se torniamo al governo Renzi e alla «spending review» è facile chiedersi il perché di questa inerzia rispetto a un fenomeno che andrebbe rimosso per migliorare i dati della contabilità nazionale e per introdurre un po’ di moralità nel sistema degli appalti.
C’è una sola ragionevole spiegazione: finché sarà in carica questo Parlamento espressione della vecchia seconda Repubblica, se il governo attaccasse i centri di spesa parassitari, ben più forti (politicamente) delle categorie organizzate, in poche ore perderebbe l’appoggio della sua maggioranza, composta da gente che è espressione del sistema.
Solo col nuovo Parlamento, tagliato il cordone ombelicale con i gruppi sociali che controllano il vecchio, il governo, se vorrà restituire al Paese la voglia di correre, potrà incamminarsi sulla pericolosa, ma vitale strada dell’effettiva «spending review».
Domenico Cacopardo



11 mag 2015

Tutto vecchio in casa del Cavaliere!


di vincenzo cacopardo
«Voglio indicare a tutti gli italiani non di sinistra l'esempio degli Usa, dove ci sono due partiti, i repubblicani e i democratici che si contrastano...È il sogno che inseguo».
Queste le parole di Berlusconi.. e questo il percorso di una "nuova" Forza Italia al fine di proporre crescita e sviluppo al nostro Paese! E' un sogno decisamente vecchio incardinato su poco.... senza idee e proposte che possano offrire vera innovazione. Berlusconi come tanti altri restano bloccati dalla visione di un mondo politico che deve in tutti i modi spaccarsi in due monolitiche posizioni ..I limiti di questi personaggi sono stigmatizzati dagli stessi pensieri stantii che guardano prevalentemente alle "posizioni".. e che non potranno mai offrire nuovo ordine ad una politica che oggi esige innovazione soprattutto in termini di percorso e funzionamento istituzionale.

Non potranno mai essere queste le condizioni a spingere verso la crescita un Paese come il nostro che vive oggi prevalentemente di un riformismo limitato.. ostile al miglioramento di un welfare, ad un'equità.. e non conforme ai principi di una democrazia: Una Nazione da sempre bloccata dalle figure predominanti che, con tutto il rispetto, sembrano ancora incatenate a vecchi principi ed a finte rivoluzioni costruite su sistemi e modelli.. per lo più esterofili.. non confacenti al nostro. La mancanza di una adeguata ricerca e di studio in proposito... lascia perplessi e denota come siano in tanti a voler partecipare ad un mondo della politica senza nuovi approcci teorici ed adeguate idee...ma solo nella logica di una trascinante comunicazione.

Berlusconi è chiaramente un trascinatore come lo è Renzi ..ma ambedue giocano le loro carte (come si trattasse di una scommessa) su una comunicazione ad effetto e nel caso odierno del Cavaliere siamo alla proposta di un progetto di riscontro con un sistema di tipo americano.., ( senza nemmeno immedesimarsi sul fatto che negli Usa vi è un sistema federato solido ed un modello politico costruito su un presidenzialismo)

Al centro del suo progetto vi è la solita ormai ritrita rivoluzione liberale. Le sue parole indicano meno Stato, meno tasse, particolare attenzione verso le imprese e più sicurezza. Il suo nuovo simbolo sembra essere quello dell'«elefantino» (un simbolo del partito che fu di Abraham Lincoln, Eisenhower, Ronald Reagan e Bush padre e figlio) Il cavaliere parla di captare meglio quei temi che possano smuovere le coscienze, i valori e gli interessi dei moderati. Come nella sua squadra di calcio... le persone guida non cambiano mai!.. Anche in questo caso per la conduzione delle relazioni internazionali sarà incaricato Antonio Tajani, proposto per cogliere il meglio dalle esperienze di altri Paesi. Ed in ultimo Berlusconi afferma che non vi saranno impedimenti rispetto alle primarie, dicendosi pronto a studiare bene per evitare inquinamenti, scandali...Un vero cambiamento per un accentratore come lui!

Le proposte che il nuovo partito Fi sta vagliando entreranno in una fase operativa subito dopo le regionali. Ma l'idea di fondo è l'ambizione di lavorare per un centrodestra unito e competitivo (un controrenzismo) in grado di portare al governo i moderati e i conservatori come ha fatto David Cameron in Gran Bretagna: Pare la più grande idea del momento..poichè anche Renzi vuole avanzare con le medesime forze moderate..indicando ugualmente la figura del premier del Regno Unito come un leader da seguire!...Quanta fantasia! ...E quanto impegno vi è in queste nostre figure politiche che sembrano non avere nulla da offrire se non posizioni moderate discusse e spesso discutibili..senza mai spingersi in direzione di un cambiamento e di un più utile funzionamento del nostro sistema!







10 mag 2015

..Si sono inventati il "Partito della Nazione"!

di vincenzo cacopardo
Come Cameron..anche Renzi!...Ma che vuol dire?..Una forma moderna di nazionalismo?...Un concetto di nuova identità nazionale o..una tetragona concezione opportunista per richiamare l'attenzione dei cittadini all'ovile?..Un pensiero, in un certo senso, non conforme ad i fini stessi di una unione Europea...

Ma il Regno Unito vive la sua politica in termini diversi dai nostri..
Viene chiamato " maggioritario per eccellenza. Nel Regno Unito è una monarchia parlamentare "di fatto", poiché non esiste una costituzione scritta e solo il Bill of Rights del 1689 stabilisce la sovranità parlamentare sul monarca. Teoricamente l'attuale regina potrebbe nominare primo ministro qualsiasi cittadino inglese, ma risulta chiaro che al di là di ogni convenzione si tratti sempre del leader del partito che vince le elezioni.

Il Parlamento del Regno Unito è composto da due rami, una Camera dei Lord formata da membri per diritto ereditario e membri nominati e svolge una funzione di emendamento e veto sulle leggi approvate dall'altro ramo, ossia la Camera dei Comuni, che rappresenta il vero cardine della democrazia inglese. La Camera dei Comuni si rinnova ogni 5 anni ed è composta da 646 membri, tanti quanti sono i collegi elettorali in cui è diviso il Regno Unito, tra Inghilterra, Scozia, Galles e Irlanda del Nord. Ogni collegio elegge un deputato, con un voto diretto, maggioritario e a turno unico.

E' difficile ogni paragone col nostro sistema, malgrado la sottolineatura di Renzi, al di là di ogni motivazione su una maggioranza resa nelle ultime elezioni a Cameron. Anche in Inghilterra vi è una lotta tra i due partiti storici più rappresentati(conservatori e laburisti) ed il sistema maggioritario puro finisce col penalizzare le formazioni minori e come tutti i sistemi maggioritari, presenta il rischio che la maggioranza in Parlamento non corrisponda alla maggioranza nel paese. Inoltre è evidente che nel futuro del nostro sistema (al contrario che nel Regno Unito) è programmata l'eliminazione di un Senato che resterà una generica Camera non elettiva.

David Cameron rimane dunque primo ministro avendo raccolto la maggioranza assoluta dei seggi, ma non la maggioranza assoluta in termini di voti... dando comunque una severa lezione ai Laburisti, ed agli euroscettici di Nigel Farage, ma non risolvendo alcun vero problema di rappresentanza democratica, poiché anche il sistema inglese vive al riparo di una forma mentis politica istituzionale ancora vecchia.. edificata nel passato e mai resasi davvero innovativa rispetto ai tempi...Un modello che comunque si confà con la loro educazione culturale davvero diversa rispetto alla nostra.

Continuare a prendere ad esempio i modelli degli altri paesi, che.. tra l'altro.. vivono la loro politica in un ambito storico sociale e culturale del tutto diverso, non serve a rendere un buon lavoro ad una politica che si dovrebbe funzionale alla nostra Nazione. Renzi ha tutto l'interesse a congratularsi con Cameron, prendendo a pretesto la sua vittoria dopo l'imposizione del nuovo sistema elettorale Italicum.. (proporzionale a fine maggioritario).. che in realtà tende a muoversi in modo diverso: quello che gli interessa è sottolineare che pur non avendo una maggioranza in ogni Paese.. si può e si deve governare.

Ma qualcosa di positivo pare esservi: I due premier sono d’accordo sul fatto di «lavorare a stretto contatto sull’Europa e sui migranti nel Mediterraneo». Speriamo riescano a convincere gli altri Paesei della comunità!



9 mag 2015

Un piccolo appunto alla nota di domenico Cacopardo sui”vitalizi”


Sull'argomento..il concetto di retroattività inerente materie penali.. viene espresso in modo esaustivo dal cugino Domenico. Come è chiaro anche il fatto che si potevano prevedere pene accessorie da irrogare da oggi in poi da parte di un giudice terzo. L'eccessivo interesse da parte delle maggioranze all'indirizzo di tali normative proposte dai presidenti dei due rami del Parlamento, Pietro Grasso e Laura Boldrini, approvate giovedì dall'ufficio di presidenza della Camera e da quello del Senato, appaiono illogiche e disuguali e fanno tanto pensare a manovre volute per interessi in vista delle nuove elezioni regionali.




I profili di incostituzionalità sembrano esserci tutti..ma non colpiscono ormai in un Paese in cui le istituzioni vivono impantante in una serie di anomalie macroscopiche e dove è sempre la Corte Costituzionale a dover dire la sua..magari dopo svariati anni.
vincenzo cacopardo



Quindi, i tagliagola senza cultura «tout-court», né cultura giuridica, guidati solo dai peggiori istinti sociali, l’invidia e la persecuzione, hanno vinto. Dopo una stagione in cui l’hanno fatta da padroni, sono tornati alla ribalta, guidati dallo spirito fascistoide del comico di turno, Beppe Grillo e dei suoi fanatici seguaci.
Giustizia è quasi fatta: i vitalizi ai parlamentari condannati per reati contro lo Stato non saranno più pagati.
La cosa più stupefacente è che un magistrato (anche se ex, «semel abbas semper abbas») come Pietro Grasso in un tweet gioisce della decisione: sembra aver dimenticato che, in uno Stato di diritto, non esiste la retroattività della pena, che la decisione di Camera e Senato, istituti dotati di «autodichia» (di giurisdizione riservata alla Camera e al Senato medesimi), rende vano il diritto alla giustizia cui accedono tutti i cittadini italiani. Infatti, i «revocati» non potranno ricorrere ad alcuna autorità giudiziaria per ottenere ragione, rispetto a un abuso grave come questo: un abuso nei confronti di chi deve subire e basta.
Una vergogna generale per i partiti che hanno votato la cancellazione e per il sistema mediatico che ha falsificato coscientemente i dati del problema indicando al pubblico ludibrio i nomi di ex parlamentari condannati, senza spiegare che in un sistema ordinato le pene debbono essere previste dal codice penale e irrogate da un giudice. Tali (giudici) non sono la Camera dei deputati e il Senato della Repubblica, che, in questo modo, hanno commesso, lo ripeto, un abuso nei confronti di inermi cittadini. Nuovi vitelli sacrificali all’obbrobrio che s’è impadronito di quella Nazione che una volta si definiva Patria del diritto.
Questi exparlamentari condannati hanno scontato o stanno scontando la loro pena, che ha una duplice funzione: riparatoria e riabilitativa. Lo Stato, con la condanna di un tribunale, stabilisce la pena che deve essere scontata nei modi previsti dalla legge con lo scopo di spingere il condannato sulla strada del recupero di una personalità non volta a delinquere. La riparazione è nel medesimo concetto di pena: tu violi il codice penale che prevede la tua pena, tu la devi scontare.
Il conto è chiuso.
Ma no. Non è vero che il conto è chiuso: un giorno s’è svegliato il Parlamento della Repubblica italiana e ha deciso di infliggere un’altra pena, che non era prevista.
Ma c’è anche la beffa. Non tutti saranno trattati allo stesso modo, visto che il Parlamento si riserva di giudicare caso per caso per valutare se la pena scontata è esaustiva delle aspettative dello Stato da un punto di vista indeterminato: la riparazione, il recupero?
Come sempre il giudizio discrezionale comporta il massimo dell’arbitrarietà che si sostanzierà in intollerabili disparità di trattamenti.
Stupisce la posizione di alcuni parlamentari, per esempio, del senatore Luigi Zanda. Gli vorrei dire: «Caro Luigi, ci conosciamo dall’aprile del 1980. Come fai a giustificare alla tua coscienza una posizione giuridicamente e moralmente incivile? Conta così tanto la corrente principale del fiume del conformismo da farti superare tutte le obiezioni che questa decisione comporta?»
E tutti i magistrati che militano nei partiti di sinistra hanno così svolto il loro mestiere di magistrato? Piegando alle esigenze del momento, di popolarità istantanea, alle richieste dei tagliagola le regole del diritto italiano? Non credo. Credo anzi che abbiano un problema di coscienza politica e professionale. Qualcuno di loro potrebbe avere deciso una condanna nei confronti di un parlamentare o exparlamentare sapendo ch’essa era esaustiva del debito contratto dal reo nei confronti dello Stato. E, ora, vedono la camera cui appartengono riaprire il caso e risentenziare.
Certo, può non essere considerato giusto che per un certo numero di reati, compresi quelli depenalizzati di recente, i parlamentari ricevano un vitalizio per la loro attività di parlamentari. Ma, se è così e così è, fate una legge e introducete la revoca del beneficio come pena accessoria da irrogare da qui in poi da parte del giudice.
Non ci può essere retroattività in materia penale.
Fra l’altro, se la decisione è stata presa in vista delle elezioni e per tacitare (già perché è stato un tentativo di tacitare, non di fare e dare giustizia) Grillo e i suoi seguaci, non avete raggiunto il risultato: aggrappandovi alla decisione di valutare i fatti caso per caso, gli avete dato la possibilità di accusarvi, a ragione, di proteggere alcuni a scapito di altri, magari i soliti noti, da tempo additati dai media (ormai implacabilmente tossici) all’odio generale di coloro che, nella vita, preferiscono odiare all’essere e costruire.
Di certo ci sono gravi profili di incostituzionalità. Li abbiamo accennati. Non ci vorrà molto perché l’ultimo dei condannati si rivolga a un buon avvocato e trovi la sede giudiziaria capace di sollevare la questione di costituzionalità.
Chissenefrega, direte voi che avete deciso la cancellazione dei vitalizi: lo stabilirà un giudice (la Corte costituzionale) e noi siamo a posto. Abbiamo fatto ciò che il popolo (quale popolo?) voleva.
La giustizia (costituzionale) restituisce il vitalizio: fatti suoi.
Così ragionò Pilato, rilasciando Barabba. Come nel suo caso, il cinismo l’ha fatta da padrone. Anche tra di voi.
Domenico Cacopardo




8 mag 2015

Il comodo artificio della "contrapposizione"

di vincenzo cacopardo
Come si fa a non capire che non potra' mai essere il metodo operato dal sindaco d'Italia Renzi... l'utile approccio verso una società che dovrebbe meglio esser compresa e guidata?.. Come si fa a non percepire l'importanza di condurre un dialogo con maggiore umiltà e modestia attraverso una comunicazione più appropriata verso i temi di difficile soluzione di oggi? 

Quel bisogno di esprimersi con sobrità da parte di un premier che, al contrario, non fa che usare fermezza e spocchiosa saccenteria... Se a questo aggiungiamo il peso non comune delle sue riforme proiettate verso il comando ed una governabilità quasi del tutto imposta, non c'è da star tranquilli! 
E' ormai da molto tempo che avvertiamo il pericolo di questa forte presunzione che supera ogni limite e, malgrado abbiamo già assistito nel passato alla guida di governi condotti da personaggi come Berlusconi (figura decisamente meno arrogante, ma pur sempre accentratrice) restiamo incollati, come in attesa di un miracolo, all'evoluzione di un nuovo profeta che pare guidare il gregge verso il miracolo. Ma miracoli non esistono in questa nostra nazione e soltanto con la pazienza..il buon senso..la ricerca e l'impegno dovuto..senza l'usuale insopportabile premura e le favole di una deviante comunicazione, si sarebbe dovuto affrontare il cambiamento in direzione di una crescita funzionale più adatta al nostro Paese.

-Saper percepire l'importanza di certe riforme istituzionali capaci di far procedere l'apparato della politica verso un utile funzionamento - Saper comprendere che senza una giustizia efficiente non vi potrà mai essere una base di costruzione per una vera legalità - Capire quanta importanza oggi ha l'entità territoriale come quella di un meridione..ormai del tutto abbandonato da ogni utile studio per il suo naturale sviluppo - Capacità di realizzare vere riforme innovative per lo sviluppo e la crescita di nuove piccole aziende per prodotti e servizi di qualità - Spingersi verso formule fiscali più corrette in soccorso delle aziende - Imporsi verso un'Europa con giusto tono diplomatico e non in osservanza a formule che ci penalizzano costantemente -  Progettare un futuro con il dono della semplicità e la giusta attenzione verso una società civile che si vuole più equa e sobriamente integrata....E si potrebbe continuare..

Ma quello che oggi constatiamo, senza senza stupidi pregiudizi nei confronti di chi, al contrario ci governa e si impone con tono assai sprezzante, è l'assoluta direzione semplicistica di chi pensa che, spingendo al massimo ogni riordino in modo deciso, pragmatico e frettoloso, si possa riscontrare un domani un risultato utile: E' quello che oggi in tono assai convenzionale si suol chiamare “efficientamento” ossia un neologismo assai di moda che vorrebbe significare il miglioramento dell'efficienza. Ma per ottenere un miglioramento bisogna che almeno un metodo efficiente ed una soluzione nel merito vi siano! 

La direzione più giusta sarebbe stata quella di una ricerca più attenta ed utile verso un rinnovamento che avrebbe dovuto dirigerci verso una più utile funzionalità del sistema politico ed una fattiva innovazione senza una imposizione di tagli lineari..persino in termini di democrazia.

Forse è difficile poter fare comprendere questi concetti a chi non guarda in profondità la politica.. ma non v'è dubbio che oggi tutta l'attività politica di Renzi pare muoversi verso un più che comodo dialogo di “contrapposizione” tra chi è con lui e chi, non essendolo, rimane contrario al rinnovamento. Il premier usa appositamente questa antitesi nel dialogo sociale attraverso una forma comunicativa che suona quasi ricattatoria...”Chi non è con le sue riforme è un nemico di esse e non merita di essere considerato”.

Nuova lettera del Presidente del Movimento Gente Onesta


Italicum

 legge ormai incautamente promulgata”


La parola al presidente di un movimento che nasce per sollecitare i cittadini e per non costringerli ad una tacita rassegnazione


 «Forza Renzi», titola Handelsblatt. «L'ora del riformatore, Renzi trionfa sulla legge elettorale» scrive anche la Sueddeutsche Zeitung. In un'editoriale, il quotidiano spagnolo El Pais parla di una «buona notizia per il suo promotore, per l'Italia e per tutta l'Europa: si tratta di un passo fondamentale e imprescindibile dell'ambizioso e necessario programma di riforme» con cui Matteo Renzi «vuole migliorare» il suo paese. Anche il Financial Times affida ad un editoriale l'analisi sulla nostra riforma elettorale con cui «Renzi scuote la scricchiolante governance italiana».

Giornali di economia e finanza che non possono che guardare la politica e le stesse regole della democrazia dall'alto in basso e con l'incuria di chi vede solo interessi fondati su investimenti e convenienti operazioni finanziarie. Osservazioni, quindi, poco meritevoli di una ben più alta considerazione politica culturale attinente ai bisogni di una più importante ricerca del welfare sociale. Tutto ciò è una prova evidente di come lo stesso Renzi usa e viene usato dai poteri forti per uno scopo di interessi lobbistici che sovrastano ogni altro impegno più consistente in termini di etica politica e di equità.”

La visione dall'estero è sempre improntata su questo metro di misura secondo il quale ogni governance (anche politica e persino costruita su una democrazia) deve essere resa stabile a prescindere da ogni equanime fine sociale.”

E' stupefacente..per noi di MGO.. la rassegnazione di un popolo che vede giorno per giorno una chiara umiliazione dei valori fondamentali che dovrebbero rappresentare i robusti pilastri a supporto di un sistema democratico più sicuro per tutti.” Ma lo appare ancora di più l'incoerente promulgazione di una legge elettorale in contrasto con i valori fondamentali di una nazione che si dichiara ancora democratica

G. Prete 
presidente fondatore di MGO