23 dic 2015

Fiducie continue.. nell'attività di un governo garantito da un sistema anomalo

di vincenzo cacopardo
Le continue difese di una certa stampa di governo sull'operato del premier Renzi ..vedono di sicuro un avversario in quell'altra stampa e quei social definiti disfattisti e perennemente contrari alle sue riforme. In realtà se non vi fosse questo faro illuminante (più o meno obiettivo) non vi sarebbe una esatta conoscenza ed alcuna capacità di compendio critico da parte degli stessi cittadini: Ogni scandalo.. di cui il nostro Paese non vede mai fine.. e persino gli ultimi avvenimenti succeduti sulle Banche Popolari, sarebbero venute fuori in modo più soft o manipolate dal governo per il solito sistema di sottacere al fine di non creare alcun panico ed instabilità.

Intanto il governo continua a porre fiducie! L'ultima è quella sulla stabilità! Già votata ed approvata alla Camera la manovra economica che sembra esser salita a oltre 30 miliardi con le coperture che, tanto per cambiare e con bella forza, sono state trovate aumentando il deficit dal 2,2% al 2,4%. Una manovra da 35 miliardi, per metà in deficit che, a detta del premier, punta ad agganciare in modo stabile la ripresa, ma per tanti una manovra dettata dalla abituale superficialità del governo “renziano”.. Con 162 sì e 125 no alla fiducia, Maria Elena Boschi ha ricevuto il definitivo via libera. Ci si domanda cosa può più contare una logica Parlamentare in uno stato simile.. e quale senso può più avere offrire a quasi mille parlamentari comode e remunerate poltrone..se non hanno alcuna possibilità di espressione.

Si corre con la solita superficialità e maldestra semplificazione anche su quelle riforme che dovrebbero cambiare l'ordinamento politico istituzionale (leggi costituzionali e legge elettorale) nell'inconsapevolezza di guardare con innovazione e rispetto ad una democrazia. A tal proposito rimane sempre più enigmatica l'assenza di una garanzia di un Presidente della Repubblica che, seppur integralmente onesto e fin troppo riservato, pare non cogliere l'importanza di un suo intervento sull'operato di un governo che ha sempre definito in fretta furia e con continue fiducie.. le regole delle sue rappezzate riforme. Per quanto attiene..trattandosi di un considerevole numero di riforme tendenti a stravolgere l'impianto istituzionale voluto dai padri costituenti (esperti..oltre che fortemente istruiti in materia) parrebbe utile muoversi in termini di un metodo più appropriato.. Pur lasciando da parte ogni riferimento al merito di dette riforme (che, invero, potrebbero anche portare danni peggiori nel futuro politico del Paese), avrebbe sicuramente fatto piacere un intervento..ascoltando le osservazioni di metodo da parte del nuovo Capo dello Stato.

Se si ha la percezione che tali riforme possano intaccare i valori di una democrazia (considerazioni che in realtà appartengono a chi in qualità di garante, dovrebbe ancora oggi vedere nel Parlamento il punto centrale di tutta la politica istituzionale)...si potrebbe intuire come il raccordo tra Governo e Parlamento sia completamente lacerato in barba ai principi costituzionali a cui pare nessuno voglia più prestare attenzione. Si ha la sensazione che tali pasticci creati dalle superficiali riforme costituzionali potranno generare altre anomalie ad un sistema già da tempo sommerso da queste.


Illustre Presidente della Repubblica..sembra ormai chiaro che Parlamento e Governo non riescono più ad operare in condizioni di indipendenza. Sebbene la loro naturale distinzione funzionale, risultano oggi condizionati da un pressante potere partitico che li sottomette al proprio interesse..Pur nella sua imparziale visione che non le consentirebbe di intervenire su questioni di merito politico..credo che si evidenzi oggi una differente ed esclusiva questione di metodo organico e di funzione dei ruoli. Un problema tendente a fuoriuscire dalle linee dei principi costituzionali che necessita sicuramente di un intervento da parte di chi rappresenta di certo la figura di garante della nostra Costituzione repubblicana. 

21 dic 2015

..Banche: Davvero una porcata..

di vincenzo cacopardo

Davvero una porcata a danno dei tranquilli pensionati di provincia quella che ha colpito il loro investimento in obbligazioni attraverso le quattro banche oggi salvate da un decreto. Nè la Consob..(Autorità che vigila sui mercati)...nè BankItalia.. (che vigila sugli Istituti) hanno saputo vegliare e porre argine in modo preventivo.

Le ispezioni della Vigilanza di Palazzo Koch sarebbero state sufficienti a modificare il contesto del rendimento di quelle obbligazioni..se si fosse osservato che il rischio era quello di perdere oltre la metà del capitale. Sappiamo invece che i risparmiatori hanno perso tutto perché le nuove regole del bail-in (ossia il salvataggio interno delle banche) hanno abbattuto ogni valore delle obbligazioni.

Ma..a parer di tanti.. i governi succeduti fino ad oggi..hanno le loro precise responsabilità! Il governo attuale, sembra essersi sempre preoccupato più del debito..che di certe banche italiane. E' mancata una vera vigilanza e molte responsabilità andrebbero ricercate a monte più che a valle. Sono venute meno le indispensabili ispezioni che avrebbero fatto emergere casi di mala gestione nelle quattro banche malsane. Nel paese dei suggestivi incidenti e delle anomalie come il nostro... tutto sembra possibile! Adesso il governo afferma di lavorare in proposito per risolvere il problema facendo fronte alla indignazione. Ma come ormai già comprovato.. in questo Paese si arriva costantemente in ritardo e pare che ogni volta ci voglia il morto per poter procedere.

Sappiamo che il caso era già esploso il 22 novembre scorso quando, per la prima volta in Italia, i risparmiatori di quattro banche (Etruria, Marche, Chieti e Ferrara) hanno perso i loro soldi in conseguenza di un decreto del governo. Ma se andiamo ad analizzare più attentamente possiamo accorgerci che l' origine di tutto nasce prima... allorquando gli stessi amministratori con estrema insensibilità..avevano dimostrato tutta la loro irresponsabilità divorando risorse dagli stessi istituti, senza che Consob, governo italiano, lUnione europea e Banca d’Italia intervenissero con provvedimenti essenziali.

Oggi il governo decide di far rinascere le quattro banche, per salvaguardare i risparmi dei clienti e i posti di lavoro dei dipendenti, ma soprattutto per evitare la fiducia di tutto un sistema bancario italiano. Nell'opera di salvataggio si è proseguito nella rinascita dividendo una parte malata da quella sana. Per un destino strano ..molti di questi risparmiatori..potrebbero ingiustamente far parte di quella malata! Oggi..poi.. sarebbe molto più difficile per uno Stato ricorrere al salvataggio per via dell'immenso debito pubblico e con le nuove normative europee sarebbe di sicuro impossibile. Ma quello che ancora si attende è un rivalersi su quegli spudorati amministratori che.. oltre che disonesti..si sono dimostrati maldestri ed incapaci.

Mentre Matteo Renzi persevera col suo giochetto del PIL ..nonostante l'evidenza di una crisi strisciante, pensando che la consueta dose di ottimismo possa rimettere a posto tutto, per i tanti che perderanno i loro risparmi potrà non esservi alcuna possibilità di pagare alcuna tassa prevista nella sua nuova legge di Stabilità... Sentendolo difendere in modo sempre più ottimistico il suo operato, persino i poveri truffati dalle banche sarebbero portati a credere che tutto andrà a posto...anzi sempre meglio.. malgrado l'evidenza di scandali simili che, in mancanza totale di una prevenzione, potrebbero ripetersi di continuo.

20 dic 2015

Un commento alla analisi di Domenico Cacopardo sulle possibili dimissioni della Boschi

In questo articolo Domenico Cacopardo esprime il suo libero pensiero sull'opportunità delle dimissioni della ministra Boschi, ritenendo che non dovrebbe farlo. Domenico lo spiega in modo puntuale accostandovi le figure politiche che nel passato sono state indotte a farlo per i loro imbarazzanti comportamenti istituzionali. Lo fa definendo espressione del solito acritico conformismo, accentuato da un solito pregiudizio nei riguardi di chi come Elena Boschi è donna, è ministro, è potente ed ammirata per la sua bellezza.

Al di là del fatto che.. con questo principio.. potremmo anche affermare che, ugualmente, per quanto riguarda la Cancellieri, il trattamento poteva dipendere dal pregiudizio di non essere ammirata per il fatto che non esprimeva alcuna bellezza, questo fatto che quando si parla della Boschi si debba per forza avere un qualsiasi pregiudizio.. non mi convince affatto.

A riguardo.. per il sottoscritto.. non esiste alcun pregiudizio..ritenendo tra l'altro inutile e persino in favore della stessa ministra il fatto di aver intrapreso una azione di sfiducia che.. di sicuro..le offrirà nel futuro maggiore visibilità supportata da un conseguente vittimismo. Era tra l'altro chiaro che tale mozione non sarebbe mai passata.. non rendendo alcun vantaggio ai sprovveduti parlamentari che vi hanno creduto! Infine.. il suo conflitto è sempre apparso assai debole..al contrario di quanto esprime un quadro di insieme della faccenda che concerne il mancato impegno da parte del governo.

Il mio personale giudizio su colei che io ho sempre definito “la bella addormentata tra i Boschi” è differente ed è concentrato esclusivamente sulle sue difettose riforme.. tanto assurde che dannose per gli stessi principi di una democrazia: “Addormentata”... nel senso che pare dormire sopra un soffice letto di riforme talmente comodo per chi intende governare senza impedimenti in barba a qualsiasi possibile controllo parlamentare. E' difficile per chi come me ama lo studio della politica valutare una figura in modo pregiudizievole per invidia o addirittura per la sua immagine, ma lo è di sicuro dover digerire l'impianto del suo combinato di riforme che costringono e chiudono ogni futuro ad un ordinamento della politica più funzionale ed utile. Riforme volute da chi non pare portare rispetto ed alcuna sensibilità verso un sistema di democrazia che richiede partecipazione dal basso.

Mi auguro perciò che Domenico non mi accomuni a qualsiasi altra persona capace solo di valutare per immagine con spirito acritico e conformista, e che..al contrario.. possa percepire il mio pensiero rivolto esclusivamente al funzionamento di un processo politico che non può mai risoversi con tale semplicità e fretta e che può essere analizzato con giusto spirito critico.
Vincenzo Cacopardo



Non è stupefacente l’allinearsi di giornali e media sull’asserzione che la Boschi goda di un trattamento diverso e privilegiato rispetto alla Idem, alla Cancellieri, alla De Girolamo e a Lupi, tutti indotti alle dimissioni dall’emergere di notizie, quanto meno imbarazzanti, sui loro comportamenti istituzionali ed extraistituzionali. È l’espressione del solito acritico conformismo, accentuato da una sorta di insidioso pregiudizio nei confronti di Elena Boschi per le solite, già esplorate ragioni: è donna, è ministro, è potente e, infine, è ammirata per la sua bellezza.
Josefa Idem, governo Letta, si dimise perché il marito, col quale gestiva una palestra, aveva dimenticato di pagare l’Ici e la cosa era stata oggetto di formale contestazione: un comportamento della cui scorrettezza nessuno ha dubitato, compresa la Idem che dopo un paio di giorni di burrasca mediatica rinunciò all'incarico ministeriale.
Per la prefetta Cancellieri, ministro della giustizia, la pietra dello scandalo erano le registrazioni di alcune sue telefonate a uno dei fratelli Ligresti, nelle quali laministra della “giustizia” esprimeva solidarietà umana a uno dei predetti fratelli ristretto nelle patrie galere. In quei giorni, era anche emerso che un figlio dellaministra aveva lavorato dai Ligresti in posizione rilevante nel complesso del caso Sai-Fondiaria e che era poi transitato in altra azienda.
Ritengo ancora oggi che la signora Cancellieri si sarebbe dovuta dimettere immediatamente e che il suo flebile primo ministro, Enrico Letta, avrebbe dovuto imporle le dimissioni. Che, giustamente, Maria Elena Boschi, allora, aveva sollecitato.
Per memoria, ricordo che questa Cancellieri è uno dei regali avvelati di Napolitano.
L’onorevole De Gerolamo era stata tirata in ballo dalle registrazioni di conversazioni tra due persone da lei conosciute e a lei estranee, inquisite per lo scandalo Asl di Benevento. La natura delle accuse rivolte a quegli estranei era particolarmente pesante e la ministra, forse autorevolmente consigliata, si decise a presentare le dimissioni, accolte il giorno dopo dal premier Letta.
Maurizio Lupi, dimissionario il 20 marzo 2015 (governo Renzi), è stato vittima di rivelazioni riguardanti suo figlio, presunto (ma non tanto) beneficiario di incarichi e regali di valore nel contesto dello scandalo grandi opere, quello, per intenderci del Consorzio Venezia Nuova. Lupi, di fronte al montare delle accuse, forse su pressioni del premier e del capo del suo partito Alfano, si dimise.
Veniamo a Maria Elena Boschi. La sua colpa è quella di essere figlia dell’exvicepresidente di Banca Etruria, una delle quattro banche nella tempesta, commissariate e, in questi giorni, salvate.
Allo stato, Pierluigi Boschi non è oggetto di avviso di garanzia. Lo si può dire, in quanto, se lo fosse, ne sarebbero piene le pagine dei giornali.
Quando Pierluigi Bersani, speculando poco, ma speculando, accomuna la Boschi alla Idem, alla Cancellieri (il caso più grave e impunito, forse –si dice- per il permanente sostegno del presidente della Repubblica dell’epoca), alla De Girolamo e a Lupi, sbaglia in genere numero e caso, evocando una specie di biblica maledizione per la quale i figli dovrebbero pagare per le colpe (presunte, attualmente) dei genitori.
Naturalmente, c’è dell’altro.
C’è l’art. 35 del decreto legislativo 16 novembre 2015, n. 180, che, al 3° comma, dispone: «L'esercizio dell'azione sociale di responsabilità e  di  quella dei creditori sociali contro i membri degli organi  amministrativi  e di controllo e il direttore generale, dell'azione contro il  soggetto incaricato della revisione legale dei conti, nonché dell'azione  del creditore  sociale  contro  la  società  o   l'ente   che  esercita l'attività  di  direzione  e  coordinamento  spetta  ai   commissari speciali sentito il comitato di sorveglianza,  previa  autorizzazione della  Banca  d'Italia.»
Franco Bechis, giustamente, ne denunzia la scandalosità.
Tuttavia, anche per esperienza personale, ritengo che si tratti di una norma di favore non per gli amministratori (non tutti) ma per la Banca d’Italia, non insolita a chiedere e, talora, pretendere norme di salvaguardia del genere. Ricordo il caso del salvataggio di Sir (Rovelli) e Liquigas (Ursini), nel cui decreto il governatore della Banca d’Italia chiese e ottenne che fosse inserito un articolo che rendeva esenti da conseguenze penali gli amministratori degli istituti di credito coinvolti e per li rami la Banca d’Italia medesima per i possibili omessi controlli.
Quindi il 3° comma dell’art. 35 è una norma di favore per la Banca d’Italia che, nell’esercizio (immotivato) della sua facoltà  di consentire o meno l’esercizio dell’azione sociale di responsabilità, può salvare coloro che hanno operato a stretto contatto con la Banca stessa o che erano portatori di suoi orientamenti.
Questa è una norma a regime, al di là e al di fuori del regolamento comunitario, che va rimossa il prima possibile, per rendere questa Banca d’Italia, ben lontana da quella di Einaudi, Menichella e Baffi, un soggetto pienamente inserito nell’ordinamento e responsabile di atti, omissioni e distrazioni se mai ce ne fossero e fossero dimostrati.
Per ciò che, nello specifico, concerne la Boschi, la norma non solo è generale, ma altresì ha mostrato la propria inefficacia nei confronti degli amministratori di Banca Etruria, Banca Marche, Casse di risparmio di Chieti e Ferrara, in quanto le azioni di responsabilità nei confronti degli amministratori, compreso Pierluigi Boschi, sono state tutte iniziate e, se il giudice le riterrà fondate com’è lecito ritenere, i patrimoni dei convenuti (gli amministratori) saranno duramente attaccati. Salve le eventuali responsabilità penali.
Queste fanno pensare al procuratore della Repubblica di Arezzo, consulente (uno degli 81) di palazzo Chigi, Roberto Rossi: sarebbe stato opportuno che  avesse rinunciato all’incarico nel momento in cui il governo affrontava questioni che potevano avere riflessi penali deducibili da parte del suo ufficio. Se non l’ha fatto, lo faccia subito: la sua posizione è già insostenibile.
Queste le ragioni per le quali non ritengo che Maria Elena Boschi debba dimettersi e che, anzi, debba continuare nel suo determinato impegno per le riforme di cui ha bisogno l’Italia.

Domenico Cacopardo

19 dic 2015

"Le maglie della furbizia renziana" di Domenico Cacopardo

Le maglie della furbizia e dell’intelligenza politica di Matteo Renzi sono larghe come quelle di un’antica tonnara: così larghe da permettere che i nocivi animali acquatici dell’inesperienza, dell’ignoranza, della presunzione e della cinica supponenza le oltrepassino raggiungendo la superficie e manifestandosi di fronte a tutti. La mistificazione dei dati della realtà di fatto è l’inevitabile corollario del complesso di difetti della sua personalità, spiccata sì, ma tale da non assicurargli un sicuro futuro politico.

Eccone le prove.
Nelle prossime settimane 450 soldati italiani si recheranno in Iraq per presidiare i lavori di riparazione e messa in funzione della diga di Mosul, danneggiata dagli eventi bellici, in mano ai peshmerga curdi e minacciata dagli uomini dell’Isis. L’importante commessa è stata vinta dalla cesenate impresa Trevi, specialista in fondazioni e in consolidamento terreni.
Normalmente, nelle zone a rischio, la tutela dei cantieri è affidata a contractors, veri e propri mercenari di specifiche organizzazioni che prestano servizio in mezzo mondo e hanno accumulato un’imponente esperienza. Costano molto, moltissimo e, per questa ragione, le aziende tentano di ricorrere ad altri strumenti.

Un esempio clamoroso di questa supplenza è rappresentato da Latorre e Girone, i marò imbarcati su una nave privata con le funzioni proprie dei vigilanti in zone a rischio. Sappiamo tutti com’è finita e quale conseguenze abbia subito la Marina Militare. Ora le truppe italiane a Mosul offriranno alla Trevi spa e ai peshmerga quel supporto difensivo che, in assenza, dovrebbe essere assicurato da guardie private con licenza di uccidere e di essere uccise. Una follia, visto che Mosul è una zona di prima linea, oggetto di frequenti attacchi da parte dei combattenti dell’Isis e che tutto il contesto è privo dei più elementari presidi di sicurezza. Ragione questa per la quale la Turchia ha iniziato il ritiro delle truppe che aveva dislocato in zona a tutela dei propri confini.

Fonti non ufficiali segnalano lo sconcerto delle autorità militari italiane colte alla sprovvista dall’improvviso annuncio, sul quale ci soffermeremo più avanti. Anche perché per 450 unità impegnate nella tutela del sito, ce ne dovranno essere almeno 1000 impegnate nella logistica e nella protezione profonda di coloro che saranno schierati. A meno che, nella sua non-conoscienza specifica, Matteo Renzi intendesse dare un totale: cioè che, nei 450, ci sarebbero anche i servizi logistici e le relative protezioni. Una eclatante sottostima che dovrà essere corretta in corso di schieramento, alla luce della dura constatazione dello stato sul campo. Per non parlare dei costi della spedizione, non sostenibili con le risorse dell’attuale finanziaria e con la prospettiva di un impegno serio di militari italiani in Libia.

Roberta Pinotti, ligure ministro della difesa, spiega che gli italiani a Mosul non combatteranno: una falsità. Se non ci fosse da combattere, non ci sarebbe bisogno di truppe. E, nella realtà, la diga è cruciale nello specifico scacchiere e, quindi, non solo è stata, ma sarà oggetto di attacchi degli uomini dell’Isis.

Chi ricorda le vicende iraqene, rammenta la tragica strage di Nasiriya (2003), gli scontri nella medesima città (2004) e gli altri italiani vittime della guerra. Chi è un po’ più informato sa anche che le nostre perdite furono contenute perché le truppe italiane s’erano trincerate in campi fuori dalle città e che di rado operavano delle sortite, in forze e con coperture aeree, e che la nostraintelligence interveniva foraggiando i vari capi locali proprio per dissuaderli dal fomentare l’aggressività nei nostri confronti.
I maligni deducono da notizie alleate sul web che ci sarebbero state lamentele per una nostra presunta scarsa combattività cui, personalmente, non credo. Ci sono quindi tanti pericoli nell’Operazione Mosul e, allo stato, poco valutati. E c’è di sicuro una irresponsabile sottovalutazione dei dati di fatto da parte di Matteo Renzi, sino a ieri quasi-statista nel rifiuto di partecipare alle ritorsioni francesi e di fornire soldati per il Ciad e per il Mali.

Siamo, però, di fronte a una grave realtà istituzionale, di cui dovrebbe farsi carico il signor presidente della Repubblica.Annunci del genere, concordati appunto con la presidenza, debbono essere fatti in Parlamento e concludersi con una mozione con la quale l’invio di truppe e i loro compiti siano approvati dalla maggioranza della Camera dei deputati e del Senato della Repubblica. Un’occasione da non perdere per le opposizioni, per le minoranze Pd e per i coloro che, in maggioranza, non hanno recato il cervello all’ammasso, per farsi sentire e far correggere la rotta governativa.

Invece no.
Il signor Matteo Renzi va nel salotto di Bruno Vespa e comunica agli italiani l’Operazione lì, orgoglioso di essere Matteo Renzi e di poter dire ciò che, irresponsabilmente, ha detto. Un modo di comportarsi così simil-Berlusconi da suggerirgli di precisare, per differenziarsi, che lui (medesimo) non ha mai sottoscritto un contratto con gli italiani (sic!).

Non solo le fortune del nostro premier sono legate a un filo. Ma con lui quelle del Paese che gli ha dato, per via parlamentare, fiducia. Chi vi scrive è sconcertato per questo succedersi di azioni e comportamenti condivisibili e per cadute di stile e per imperdonabili sciocchezze che si susseguono, come una doccia scozzese, giorno dopo giorno a opera di questo incredibile primo ministro.
Matteo Renzi, sin qui un miracolato.
Sarà bene che i genitori partano subito per Medjugorje.

Domenico Cacopardo

18 dic 2015

Il disappunto di un Movimento piegato nei suoi principi

di vincenzo cacopardo

Ha intuito subito come muoversi con l'opportunismo che non gli è mai mancato: Renzi ha ceduto un menbro della Consulta in favore del Movimento 5 Stelle e potrebbe anche incassare qualche agevolazione sul voto di sfiducia contro la sua ministra Boschi. Al di là del fatto che rimane assurdo poter pensare che la sfiducia alla Boschi passerà ..la mossa verso il movimento di Grillo potrà comunque egevolarlo nel futuro. Bisognerà vedere adesso quale sarà il vero atteggiemento di un Movimento che si è sempre posto di rottura al sistema politico che lo stesso Renzi sta conducendo: un cambiamento che in realtà..il Movimento pentastellato.. non ha mai digerito nella formulazione delle stesse riforme.

Matteo Renzi si è spesso profuso in un doppio gioco tra Forza Italia e Movimento 5Stelle per rinforzare la sua politica che non guarda con particolare attenzione a posizioni precise: Ieri il Nazareno..oggi i Cinquestelle..domani si vedrà! Era inevitabile una reazione all'interno di un Movimento che non si è mai piegato per principio a possibili inciuci e che vede oggi la sua base inquieta comunicare attraverso i soliti computers. Una quasi rivolta interna che fa prevedere ulteriori conseguenze e che mette all'indice lo stesso Grillo.. con Di Battista.. Di maio ed altri componenti in testa come responsabili di una plausibile trattativa politica che pone delusione ed amarezza..oltre che un certo disappunto.

Risulta.. quasi inutile e persino pericolosa(poichè potrebbe scoperchiare altre verità sul voto) la mozione individuale di sfiducia presentata alla Camera, dove..tra l'altro.. i numeri sono larghissimi per la maggioranza. Renzi riesce definitivamente a porgere argine alla scottante questione fino a gennaio, quando dovrebbe esser votata l'altra mozione di Forza Italia, Fdi e Lega contro l'intero governo. Intanto.. Forza Italia, quasi per risposta al presunto inciucio operato con 5Stelle. cambia la sua posizione non votando più la sfiducia alla ministra Boschi

Se le ultime notizie sembrano dare per confermata la presenza della ministro Boschi al Cdm del 10 settembre scorso, (quello che recepì lo scudo per le banche..Banca Etruria del papà compresa) e pare aver preparato lo schema di decreto per le riunioni successive..si potrebbe ritenere in realtà che non sarebbe neppure esatto valutare la sussistenza o meno di un conflitto di interessi della stessa Boschi.



Quella incomprensibile cultura che osanna un premier parolaio


Veramente strabiliante questo breve articolo del cugino Domenico. Un pezzo che... al di là degli ultimi fatti in relazione alle quattro banche fallite e salvate.. rivolta con arte tutto a favore di un premier menestrello e ciarlatano... Per non parlare delle parole a favore di una ministra giudicata addirittura “la migliore” .

Non sto assolutamente a valutare l'operato di una ministra in questi ultimi fatti relativi al padre ed alla banca Etruria..poichè sarebbe veramente difficile individuare qual'è quel filo che potrebbe legarla ad un conflitto..che in realtà potrebbe esservi, ma anche non esservi e che oggi riduce il suo compito esclusivamente ad un problema di opportunità. Ma quello che mi riesce davvero difficile digerire è questo osannare la “bella addormetata tra i Boschi” come la migliore ministra di questo governo. D'altronde è anche difficile negli ultimi tempi un riscontro con figure di governo davvero intuitive e capaci di portare vera innovazione funzionale all'ordinamento politico.

E' ormai assodato che Domenico Cacopardo..da bipolarista incallito e pragmatico sistemico, non ha mai voluto percepire come dannose le ultime riforme costituzionali ed istituzionali condotte dalla Boschi: Riforme.. davvero difficili da digerire da parte di chi percepisce la democrazia come un valore primario.. oltre che come principio sul quale dovrebbero porsi i naturali contrappesi per poterla sostenere. Purtroppo, con tutta la stima..non posso che prendere ancora una volta atto di quanta poca attenzione e mancanza di sensibilità politica esiste in tanti..come lui.. che sembrano camminare nel percorso di una pragmatica tangibilità degli esistenti principi.. non precependo l'importanza di procedere attraverso una nuova strada politica di vera salvaguardia dei valori democratici.

La Boschi non è condannabile per i fatti riguardanti la figura di suo padre...quanto di sicuro da biasimare politicamente per l'atteggiamento assai poco sensibile posto dalla sue riforme che avrebbero dovuto mettere l'attenzione dovuta ed il rispetto verso una società che pone la democrazia al centro. La ministra, al contrario, sotto l'impulso del suo premier, ha proseguito in tutta fretta verso una vuota e più facile semplificazione..non ponendosi alcun altro dubbio.

Per quanto attiene il super protetto Renzi, oggi osannato come il mito dell'innovazione, ma che in realtà rimane legato ai soliti schemi di una vecchia politica di potere, risulta del tutto evidente come egli continui ad operare nella anomalia di un vero conflitto attraverso un doppio ruolo che, seppur ormai accettato da una politica idiota, cieca e compromessa, gli consente di nominare presidenti della Repubblica e governare sottomettendo di continuo un Parlamento...ponendo continue fiducie. Tutto ciò appare davvero una forma quasi masochista di tutti coloro che appartengono ad una classe parlamentare ormai esautorata.  Inoltre, il fatto che Renzi rimanga quasi condannato a nominare di continuo il suo commissario Cantone ..la dice lunga sulla incapace responsabilità amministrativa del suo stesso governo.

E che dire.. poi.. di Padoan e tutto il governo che, pur seguendo il percorso politico di un premier saccente e determinato, non si è mai mosso in modo preventivo e di controllo sulla politica economica delle banche: Il fatto che si sia procurato tutto questo gran terremoto attorno agli istituti di credito ed ai loro titoli, solo dopo questo scandaloso fatto, fa capire il pressappochismo di costoro che si sono mossi..con apatia...senzi dubbi..nè ponendovi gli opportuni accorgimenti.

La lamentela di Domenico Cacopardo appare davvero poco opportuna, poiché la critica dei giornali e dei talk che lui poco ama..rimane comunque un faro acceso necessario ed utile per far comprendere ai cittadini come.. in politica.. non ci si possa muovere con tale supponenza facendo apparire la rottamazione e l'innovazione come principi da osservare ma poi, in realtà, mai considerati e messi in atto... E nemmeno muoversi attraverso promesse di bonus continui senza saper leggere in lungimiranza i bisogni dei cittadini e le risorse di un Sud del tutto abbandonato a se stesso. Ecco la ragione per la quale questo governo ed il suo premier (ben consapevole dei suoi limiti..poichè furbo ed esperto) rispecchia soprattutto la doppiezza ed una più che evidente ipocrisia.

Strano che Domenico..uomo di cultura del Sud..pensi costantemente a promuovere l'operato di un governo in totale mancanza di idee e di ogni altro atteggiamento in favore del meridione... e vada continuamente a protezione di uno spocchioso premier fiorentino limitato nei confini ristretti di una cultura della sua toscana..
vincenzo cacopardo




Era fatale e giunge in ritardo. La caccia a Matteo Renzi è in pieno svolgimento. L’occasione, la questione Banca Etruria, Banca Marche e Casse di risparmio di Chieti e di Ferrara e i provvedimenti del governo adottati per affrontare la situazione senza innescare un default dalle conseguenze impreve-dibili. Il primo presidente del consiglio, dopo Bettino Craxi, che ha affrontato in modo globale la questione riforme non poteva passarla liscia. 

Tutti possono constatare come gradualmente, partendo dal Fatto quotidiano, uno dopol’altro si siano allineati i giornali del ceto benpensante e quelli del ceto militante, La7, mosca cocchiera con il suo ben stagionato (e consumato) Mentana e la ormai mummificata Gruber, sino a tutti gli altri compreso il Gr1, colto come Saulo sulla via di Damasco antigover-nativa. Per non parlare di Radio24, esposta ai capricci del conduttore di turno. Sorprendente, Fontana, atteso come il restauratore del ruolo storico del Corrierone, iscrittosi, invece, tra gli antipatizzanti.

Sublime, il 15 dicembre, il veleno della Sarzanini. Non c’è dubbio: i passi avanti compiuti da Renzi, meno radicali e incisivi di quel che si dice, ma pur tuttavia determinanti (jobs act e, soprat-tutto, la riforma costituzionale che
colpisce il perenne gioco del ricatto politico), hanno sconvolto le attese di migliaia di praticanti gli angipor-ti della politica e dei loro mentori, le cui armi, presto, potrebbero essere mortalmente spuntate.

Ora ecco l’occasione: le ban-che. E il padre di Maria Elena Boschi, il miglior ministro di que-sto governo, molto meglio di Padoan (alla prese con incolmabili capacità di comunicazione e abbastanza succube del disastroso Kom-binat di Bankitalia), vicepresidente di Banca Etruria (allo stato non indagato, solo multato). La sublimazione è la mozione presentata dai 5 Stelle con la quale si chiedono le dimissioni: falsifi cazioni dei dati di fatto, delle norme approvate e della Costituzio-ne, presentato ad usum della platea di militanti. Il fi ne esplicito è quello di costringere Matteo Renzi, non la sua ministra, a un passo falso tale da aizzare ulteriormente la canea di contestatori, privi di argomenti
seri e, quindi, più urlanti.
Perciò, calma e gesso.
Domenico Cacopardo



17 dic 2015

Berlusconi... “Centrodestra avanti!”

di vincenzo cacopardo

L'esortazione di chi ancora non pecepisce il processo di un sistema stracolmo di anomalie..anteponendovi solo vecche ideologie.

 Se Berlusconi ritiene che non siamo più in una democrazia ..e che il governo non è legittimo poichè non è stato votato dagli italiani ..che Renzi stesso rappresenta quasi un intruso in un quadro politico non più equilibrato dai contrappesi giusti..è bene che reagisca in modo diverso..cioè: Cambi completamente la sua procedura politica di contrapposizione ad una sinistra e si muova per combattere una lotta contro il sistema.

Sempre ammesso che il Cavaliere ed il suo Partito ( ormai giudicati politicamente dai cittadini ) possa avere ancora un successo..dato anche il peso dell'età del suo leader ..dovrebbe quantomeno muoversi in un modo ben diverso .. abbandonando una ideologia di destra vecchia e non più utile a contrastare una sinistra che di sinistra non dimostra ormai di avere nulla..Sfoderando le armi contro un sistema che lui stesso reputa non più democratico.. con una governabilità illegittima costruita sul perdurare di un processo assoluto determinato dall'alto di cui lui stesso nel passato ha usufruito.

In caso contrario.. non avrebbe nemmeno senso il suo meravigliarsi di una mancanza di democrazia da tempo ormai evidente alla gran parte di cittadini che non vanno più al voto. Forse il cavaliere pensava che Renzi restasse immobile dopo le oltre trenta fumate bianche per i componenti della Consulta? Pensava forse che il determinismo sfrontato di un simile premier.. capo di un governo e con in mano la segreteria del Partito di maggioranza.. avrebbe sopportato il lungo braccio di ferro senza trovare una soluzione diversa? Possibile che Berlusconi, figura da tempo vissuta nel quadro della politica nazionale, non abbia ancora intuito che in politica certi fragili ed inopportuni patti alla "nazareno" non possono avere capacità di sostenere il percorso di una politica impastata di compromessi che marcia dritta verso un percorso ormai sommerso di anomalie?

Se il cavaliere si rammarica della cattiva conduzione di un governo anomalo e intende rinnovare il sistema politico istituzionale deve anteporre ciò ad ogni sua azione di Partito, muovendosi con un concetto diverso e separato da una definizione ideologia liberale di destra, poiché il principale compito di oggi, prima di assumere certe posizioni, è proprio quello di combattere una lotta per la ristrutturazione di un sistema che fa acqua da tutte le parti: Le anomalie esistenti sottolineate dall'anziano leader non sono altro che l'insieme di una politica del passato a cui lui stesso ha partecipato.

L'esortazione... “Centrodestra avanti!” appare superflua oltre che inutile.. dato che risulta evidente che certe posizioni, anche se in modo subdolo, sono state colte e messe in atto dallo stesso Renzi.. che non opera certamente per una politica di sinistra in favore dei più disagiati. Anche se un domani dovesse andare al governo un qualunque centrodestra ( oggi più confuso che coeso) non vi sarebbe differenza poichè i conflitti ed i compromessi sono ormai incancreniti nella zavorra di un sistema stracolmo di anomalie.

16 dic 2015

Future elezioni... alla faccia dell'innovazione.


di vincenzo cacopardo
Sembrano siano iniziate le grandi manovre in vista delle elezioni comunali del 2017. Indovinate chi vi è in prima fila: Leoluca Orlando: Alla faccia dell'innovazione e delle figure nuove!..Ma dico certi personaggi..non si stancano mai di imporre questa loro immagine ormai desuetà?

Pare che ancora una volta vedremo , Leoluca Orlando in prima linea. Se non vi saranno, al contrario, clamorose sorprese, quindi, il capoluogo sarà chiamato a rinnovare sindaco e consiglio in primavera, mentre per la Regione se ne parlerà ad autunno del 2017. Nientemeno, secondo quanto riportato da giornali locali, si parla di trattative in corso per Orlando per l'ennesima poltrona di piazza Pretoria.Un processo che dovrebbe intensificarsi l'anno prossimo e nel 2017: Da lì vi sarà tempo un anno e mezzo perchè i palermitani decidano.

Al di là della figura di Orlando..sulla quale non mi permetto di commentare e che sembra non stancare i palermitani, quello che non si può comprendere è il fatto della riproposizione continua degli stessi personaggi in un momento storico in cui la stessa Sicilia è in cerca di una vera metamorfosi sociale che parta oltre che dalle idee, anche dal cambiamento stesso delle figure.

Ancora si parla di orlandiani o crocettiani ..quando la nostra terra dovrebbe vedere nuovi personaggi che incoraggino un cambiamento che parta dai valori stessi di questa terra e non dal vecchio sistema politico incacrenito sulle posizioni legate al vecchio sistema. L'idea stessa che questi navigati personaggi già inseriti nelle istituzioni lavorino per una loro ripetuta candidatura un anno e mezzo prima, anziché provvedere alla efficienza dell'attuale... che manca di una vera organizzazione in favore dei servizi delle amministrazioni, già di per sé dovrebbe porre dubbi ed interrogazioni agli stessi cittadini che vivono e lavorano in questa terra.

La città di Palermo ..come la Sicilia tutta..meriterrebbe molto di più!
Attendono da tempo di portare avanti programmi più congeniti e studiati e non l'anacronistico impegno personale verso una futura candidatura a sindaco od a presidente della regione. In questo momento stesso le città e tutto il territorio siciliano chiamano aiuto, poiché il disinteresse governativo e l'infruttuoso sostegno politico locale sembrano lavorare a solo scopo personale per mettere a segno solo posti di potere e di governo. Se per costoro.. il sogno è solo quello di vincere future comunali o lanciare le volate per le future regionali, si percepisce bene la mancanza di una vera sensibilità politica nei confronti degli stessi cittadini.
.Meditiamo!





Salvini rende forza al premier ciarlatano

di vincenzo cacopardo
Ci voleva la parlantina fuori luogo di Matteo Salvini per offrire maggiore visibilità al sindaco d'Italia Premier che, data la sua innata furbizia, non perde occasione per trarre da questi attacchi, ulteriori opportunità a suo vantaggio.

Pronta e scontata la risposta resa durante la registrazione del sistemico salotto dell'immortale Vespa: "La strumentalizzazione politica di queste ore mi fa davvero tristezza", c'e' un limite che e' il confine del rispetto umano e quando si esce da quel limite si entra nell'odio". E non gli si può certo dar torto dato l'inopportuno frasario usato da Salvini che definisce Renzi un “infame e responsabile della morte del pensionato truffato dalle banche”.

Al di là di una frase detta in un momento poco adatto.. anche nel rispetto di chi ha perso la vita.. Il leader della Lega, che ormai da tempo avanza nei consensi, con queste inopportune frasi, può fare solo torto al suo successo, poiché sembra chiaro che simili affermazioni verbali tanto generiche..quanto inappropriate, non possono che rendere vantaggio al suo avversario politico.

Nella registrazione della puntata odierna di Porta a Porta il presidente del Consiglio difende a spada tratta il decreto legge varato dal governo sulle banche...ritenendo che al contrario non ci sarebbe potuta essere alcuna possibilità di salvezza."Intanto mettiamo al riparo il sistema bancario perché se parte il panico non andiamo da nessuna parte. Se qualcuno pensa a qualche voto in più speculando sulla morte, sappia che su questo terreno non risponderò. C'è un attacco al governo al quale non risponderò. La strumentalizzazione politica di queste ore mi fa davvero tristezza".

..Una risposta decisamente e stupidamente agevolata da un..poco scaltro.. Salvini!

Con la solita furbizia verbale, il premier, riesce a togliersi da ogni difficoltà sproliquiando su ciò che farà sempre dopo..cercando di evitare le responsabilità dovute alla mancanza di atti preventivi e di vigilanza che il governo..(sempre super attivo come lui afferma di continuo).. avrebbe potuto già studiare da tempo. Evitando naturalmente il fatto che.. chi governa.. non può che presagire tali conseguenze...E da lì la solita filastrocca del “vorrei” e del “faremo”: "Ci sono troppi cda, troppi direttori generali e troppi consulenti. Le banche vanno accorpate e lo faremo a partire dalle banche di credito cooperativo. E' arrivato il momento di dire che ci sono stati troppi che hanno giocato a fare i piccoli banchieri.

Bisognerebbe che Salvini si rendesse conto che sono altri gli argomenti sui quali sfidare il suo avversario politico: (Estrema semplificazione..fretta e mancanza totale di studi preventivi.)... e non le stupide ed inconcludenti offese che torneranno sempre indietro a vantaggio di un Premier saccente e ciarlatano.













15 dic 2015

L'innata attitudine di un Pontefice sempre più sensibile ai temi sociali


Un pontefice che pare spingere le porte di ingresso ad un nuovo modo di pensare e di vivere.
Ancora parole sagge da un Papa dedito alla fraternizzazione tra i popoli
di vincenzo cacopardo

Cancellare il debito internazionale degli Stati più poveri, abolire la pena di morte, varare nuove leggi sull'immigrazione per poter garantire una maggiore accoglienza. Papa Francesco..pur non riferendosi alla politica, indirizza il suo pensiero verso le giuste strade di una armonica società internazionale. In verità l'appello è diretto verso i responsabili degli Stati di tutto il mondo nel Messaggio per la 49esima Giornata Mondiale della Pace .

Un pontefice che in tanti amano, ma tanti altri giudicano come un predicatore che varca i confini della normale evangelizzazione... entrando in un territorio che non gli dovrebbe appartenere. Naturalmente...si può anche capire quanto fastidio possa esprimere il suo lessico: Un linguaggio sociale umile che, in ogni modo, gli spetta in quanto conforme con l'opera della sua predicazione cristiana. Se la politica ne risente.. vuol dire che ne percepisce in pieno le proprie colpe e responsabilità!

Papa Francesco (sarebbe incomprensibile non ammetterlo) insegna e dirige una strada per la salvezza di tutta l'umanità e guida la sua opera con opportuno equilibrio: Per lui la semplicità non è semplificazione.. ma gesto disinvolto..sobrio ed affabile, la generosità non è sacrificio..ma dedizione volontaria, l'umiltà il modo più comune di proporsi verso i problemi più ardui e complicati. Sono tutte manifestazioni che appartengono in qualche modo al sociale..anzi ad una utile socializzazione dei popoli che ne hanno sicuramente necessità. Vi è in lui una particolare necessità di fraternizzazione tra i popoli per una partecipazione alla vita della comunità internazionale. A tal proposito Francesco persevera..attraverso lo spirito del Giubileo.. in quell'importante opera della Misericordia.

Queste le sue parole che si spingono ogni giorno di là: "Anche gli Stati sono chiamati a gesti concreti, ad atti di coraggio nei confronti delle persone più fragili delle loro società, come i prigionieri, i migranti, i disoccupati e i malati. Per quanto concerne i detenuti, in molti casi appare urgente adottare misure concrete per migliorare le loro condizioni di vita nelle carceri, accordando un’attenzione speciale a coloro che sono privati della libertà in attesa di giudizio, avendo a mente la finalità rieducativa della sanzione penale e valutando la possibilità di inserire nelle legislazioni nazionali pene alternative alla detenzione carceraria. In questo contesto desidero rinnovare l’appello alle autorità statali per l’abolizione della pena di morte, là dove essa è ancora in vigore, e a considerare la possibilità di un’amnistia".


Parole sentite e rivolte alla politica, non come imposizione ..nè certamente per una personale vocazione alla dottrina o per sentirsi in diritto di dire la sua, ma per una semplice ed innata attitudine verso un immenso bene terreno resoci da chi ci ama e l'importanza stessa che gli uomini in terra dovrebbero dimostrare nel rispetto per la propria e l'altrui vita.