di vincenzo cacopardo
Sono gran parte
quei cittadini (soprattutto quelli più rigidi e pragmatici) a
definire guerra di religione e di cultura ciò che sta avvenendo tra Oriente ed Occidente. Per molti di
loro esiste il pericolo, non teorico, ma attuale.. che le aggressioni
degli estremisti islamici provochino una svolta autoritaria e
neofascista in tutta Europa. In questa loro considerazione il
rischio è quello di azzerare decenni di paziente costruzione
comunitaria e di consolidamento della democrazia. Infine.. per
costoro oggi non è più accettabile ciò che altri continuano ad
affermare.. dando la colpa all’Occidente ed agli alleati islamici
(Arabia Saudita e Qatar) al punto di ritrovarsi in un indesiderato
disagio sociale che li spinge ad armarsi o cingersi di cinture
esplosive.
Per chi la pensa così..
si tratta di ben altro, di un modo di vivere e di organizzarsi
socialmente per cui anche il rapporto di libertà tra uomo e donna
viene di fatto compromesso.. poichè non fondato sulla parità. Per
questa concezione orientale il modello occidentale si presenta quasi
sconvolgente mettendo in discussione la concezione islamica della
vita e le stesse prescrizioni volute dal Corano. Vi è quindi una
irrecuperabile frattura tra società occidentale ed islamica, cui non
può potrà mai porre rimedio quel multiculturalismo oggi tanto in
voga nelle grandi metropoli europee. Per chi la pensa così..l'’unica
via possibile è quella che l'Occidente imponga agli islamici che
scelgono di venire a vivere nel loro territorio.. l’accettazione
esplicita dei principi costituzionali del proprio Paese con
particolare attenzione per i diritti della donna.
Questa analisi è
abbastanza corretta, ma rimane fin troppo limitata.. forse scontata
e persino fin troppo facile..poichè non tiene conto di altri
presupposti ..cioè..non fa che definire con troppa freddezza quello
che è solo il risultato..ovvero la conseguenza di una fase storica
che ha visto lo scombussolamento sociale di tutta una fascia
mediorientale meta di conflitti e conquiste..subito dopo il finire
della seconda guerra mondiale. Credo sia più
utile ed importante saper leggere nel suo complesso la storia.. poichè rimane altresì facile fare una critica sulle ripercussioni senza
individuare altri motivi che hanno generato, oltre che un consistente
flusso di immigrazione verso l'Occidente, anche e soprattutto, la
difficoltà di poter costruire le fondamenta di una società islamica
culturalmente uniforme al di là di ogni considerazione religiosa.
Sappiamo bene che la sharia (cioè la legge
religiosa), non è legge civile, ma dovremmo altresì comprendere che
tutto il mondo islamico non è uguale.
Uno
strano riordino di tutta quella fascia Orientale dove l'Occidente vi
ha messo mano anche pesantemente. In sostanza quando si parla di
cultura islamica non si può prescindere da una serie di avvenimenti
che hanno influito sull'assetto socio-economico. E' inutile
nasconderlo..
vi sono evidenti rapporti ambigui e delle "zone grigie" che
Arabia Saudita, Qatar e Turchia avrebbero intrattenuto con al-Qaida,
l'ISIS e con i terroristi che hanno colpito a Parigi. Nonostante ciò
poco si continua ad approfondire in proposito. Vi sono riconosciuti
rapporti tra l'America e i paesi in questione. Antiche e strette
relazioni dell' Arabia Saudita... anche col Regno Unito, da cui
acquistano attrezzature di difesa per miliardi di dollari. Tali
accordi hanno permesso a questi Stati di garantirsi un
approvvigionamento energetico duraturo in cambio della protezione
nell'affrontare i comuni avversari nella regione, in particolare il
nazionalismo arabo e l'Iran. Questo accordo, stabilito con la
feudo-monarchia saudita, insieme al legame strategico intrattenuto
con Israele soprattutto dal 1967 in avanti, è il nucleo attorno al
quale ruotano tutte le politiche statunitensi nell'area mediorientale
e dal quale discendono gli scombussolamenti odierni: I sauditi, forti
dell'alleanza militare con gli USA e intenzionati a portare avanti la
loro politica egemonica (anche dal punto di vista religioso) dentro
il mondo islamico, hanno finanziato i mujahidin afghani contro l'URSS
negli anni '80 e foraggiato Saddam nel conflitto contro l'Iran
sciita.
Il
contrasto generatosi non può non vedersi e valutarsi in un contesto sociale: Agli Stati dell'Occidente è importato assai poco di quanto
l'Arabia Saudita fosse una teocrazia islamica..poichè è sempre
risultato elemento completamente estraneo al concetto stesso di
democrazia così come si è sviluppata in Occidente. Ed è per questo
che tutte le guerre recenti sono state fatte non già per togliere di
mezzo gli Stati teocratici ostili, quanto invece per eliminare quei
paesi che, pur in mezzo a grandi difficoltà e contraddizioni
interne, erano laici e tendenzialmente secolarizzati come Iraq, Libia
e Siria. Vi sono indubbiamente una lunga serie di
contraddizioni che hanno fatto perdere credibilità allo stesso
Occidente".
Certe
procedure,
invece di stroncare il terrorismo internazionale nel nome del quale
l'Occidente dice di essere in guerra dal settembre 2001, non hanno
fatto altro che allargare a dismisura il bacino dei suoi potenziali
aspiranti disseminandoli dovunque. Tutto ciò ha portato gli effetti
di cui oggi tanto si parla e si discute e ci sembra davvero strano
poter imporre principi nel nostro Paese, quando da un altro lato si
pretende di esportare ipocritamente una democrazia. Quindi.. nel
nostro Paese pretendiamo che essi siano fedeli ai principi
costituzionali..mentre nella fascia orientale perseveriamo attraverso
subdoli interessi rinfocolando l'integralismo. Se a questo
aggiungiamo la mancata lungimiranza di non avere previsto l' enorme
ondata di immigrazione verso l'Europa, generato dalle guerre operate
in IRAQ e LIBIA..possiamo accorgerci di quanto questo interesse verso
l'Oriente, non ha mai guardato verso una vera integrazione sociale,
ma solo in direzione si interessi precisi.
Con
ciò si devono prevedere e combattere le pericolose azioni
terroristiche degli integralisti, ma non è nemmeno scontato metterle
in relazione con la cultura ed il credo del popolo islamico. (Sarebbe
come ammettere che il fenomeno mafioso sia legato alla cultura
dell'intero popolo italiano, quando è di tutta evidenza che si sia
formato nel contesto di alcuni spazi di un territorio sottosviluppato
e poco attento ad infondere cultura).
Oggi
si tende giustamente a difendersi attraverso i mezzi
dell'intelligenze, (e meno intelligentemente con la forza delle
bombe) ma non ci si spinge a comprendere alla base il vero problema
che tocca le origini che hanno generato queste assurde reazioni. Se..
è più che giusto che gli islamici nel nostro Paese prestino fede ai
nostri principi costituzionali, dovremmo contemporaneamente spingerci
a comprendere lo stato sociale in cui queste stesse popolazioni hanno
vissuto e vivono in questi anni e la lunga serie si ricatti e soprusi
che hanno dovuto subire anche per le colpe e gli interessi di buona
parte dell'Occidente .Se
oggi si vuole provvedere ad una soluzione che aiuti tutti ..sarebbe
più utile proporre e mettere in atto un'azione di considerazione e di maggior rispetto per tutti i popoli..ossia un intervento culturale, e di ri stabilità sociale
oltre che economica, che possa meglio far comprendere ed appianare gli errori di
ambedue...Solo il dialogo potrà aiutare..
Al contrario..come
affermerebbe qualunque bravo cristiano ed ogni equilibrato islamico
.. vi sarà solo altra violenza!