...danno
un'idea chiara della leggerezza politica di un premier
di vincenzo cacopardo
Le
dissertazioni sulla giustizia di Matteo Renzi sembrano molto simili
ai discorsi affrontati da Berlusconi durante il suo premierato. Il
Premier, intervenendo al Senato sulle mozioni di sfiducia al governo
si è sfogato indicando piccoli punti che seppur reali..rimangono
troppo ristretti nel merito. "Da
cittadino penso che quando un magistrato è messo nelle condizioni di
lavorare deve essere accompagnato dal sostegno e non dalle critiche,
ma quando non si arriva a sentenza mi ergo dalla parte della
giustizia contro il giustizialismo che fa solo vittime e non aiuta il
paese". "I giudici devono parlare con le sentenze, ma
queste sentenze devono arrivare presto, vogliamo sapere chi è il
colpevole e chi ruba", ha detto. L'Italia ha conosciuto giudici
ammazzati dalle mafie "ma anche una vera e propria barbarie di
giustizialiamo".
Chiunque
quando ha in mano il potere dell'esecutivo si siede nell'agiata
poltrona di comando non interferendo, anzi elogiando il lavoro della
giustizia ed il sacrificio degli stessi magistrati. Ma.. una volta
seduto.. si scontra con una realtà che pone lo stesso Ordine a
dover far fronte ad indagini da parte delle procure su atti illeciti
di una mala politica che ogni giorno sono in crescendo. Il giudizio
del premier di turno mano a mano va mutando con l'idea che vi
possano assere volontà e determinate manovre per impedire ogni
percorso governativo...fino ad esplodere nella retorica di una
giustizia poco funzionante e sempre nemica di ogni politica di
gestione governativa. ..(Insomma.. secondo Renzi..chi governa può
pensare di essere attaccato dagli oscuri poteri della giustizia..ma vieta ad altri che si pensi che possa essere sostenuto da altrettanti
oscuri poteri finanziari)
Personalmente
credo che sia rimasto ancora da dirimere il vero problema di base e
cioè quello che indica il giusto posizionamento dell’ordine
giudiziario in riferimento ai poteri dello Stato..ma soprattutto in
riferimento all’importanza che potrebbe avere il posizionamento del
potere esecutivo in perenne compromesso o, persino in conflitto con
quello parlamentare. Al di là del fatto che si tratta di due
specifici poteri, diversi dall’Ordine autonomo giudiziario, si
mette oggi in evidenza un conflitto che spesso (proprio in mancanza
di una politica corretta e seria) pone la stessa magistratura a
dovere far fronte ad indagini poco gradite sulla stessa classe
politica...la quale contrattacca pensando a suo comodo di poter
definire un confine che ancora oggi non pare avere precisi limiti.
Tutto ciò anche a causa di
una Costituzione che, da un lato vorrebbe identificare due poteri con
ruoli ben diversi (esecutivo e parlamentare) e dall’altro, non pone
sufficienti e chiare limitazioni alla loro separazione di compiti,
destinando, in modo troppo sintetico, la guida e l’indirizzo della
politica dello Stato all’esecutivo.
Come
potrebbe oggi un premier.. o qualunque ministro, meravigliarsi nei
confronti dell’ordinamento giudiziario, quando nel contempo, si
espone ad illogici conflitti, ponendo la stessa magistratura nel
dubbio e nel sospetto dell’insorgenza di possibili compromessi in
seno alle istituzioni? Sono proprio
questi conflitti e le spaventose anomalie a porre la stessa
magistratura nell'incertezza e nella inclinazione di dovervi mettere
chiarezza!
Al
di là delle solite oratorie di Renzi..esasperate da una
comunicazione a dir poco pretestuosa e quanto mai deleteria, non
credo che si possa affrontare un argomento talmente delicato con la
innata natura tendente solo a semplificare ed esprimersi per slogan.
Quando si affrontano questi delicati temi bisognerebbe non limitarsi
agli sfoghi ..ma affrontare il dialogo attraverso una analisi più
profonda. Il problema giustizia è uno dei più importanti ..la cui
mancata soluzione impedisce in un certo senso il percorso sicuro e
più immediato della stessa crescita del Paese ed è del tutto
evidente che una riforma sulla giustizia affrontata di recente dal
suo stesso governo non abbia per nulla inteso aiutare un percorso
positivo di sicurezza. Una riforma che ha inteso soffermarsi ostinatamente sull'impegno delle giornate lavorative dei giudici.. dimenticando
quanto l'organizzazione stessa e l'immensa mole delle pratiche da
sveltire meriterebbero.. almeno.. un impegno di risorse decisamente
diverso da quello che oggi vi mette lo Stato. Chiunque entra in un
Tribunale si accorge di come lavorano i giudici che si fanno carico di smaltire centinaia e centinaia di pratiche l'anno. Non occorre forse
partire da un riassetto dell'organizzazione attraverso un impegno di
spesa più consono?
Non
per difendere in toto il lavoro di qualunque magistrato, ma
sicuramente per porre l'attenzione sui tanti governi.. come quello
odierno.. che si lamentano non operando mai in favore di una giustizia
più organizzata e da snellire. ..Non v'è dubbio che oggi il giudici
e magistrati siano costretti a
lavorare in solitario...Se nella funzione di un primario
ospedaliero, consistente nell’esaminare e fornire indicazioni per
varie decine di casi al giorno, lo stesso viene coadiuvato da una
corte di ausiliari, aiuti, assistenti,
persino studenti oltre che infermieri, che operano per lui una serie
di indagini necessarie sul malato.... il magistrato non ha
nulla che assomigli ad una simile squadra di aiuti e assistenti che
lo possano assistere...Riceve un aiuto dal cancelliere limitato a
funzioni unicamente materiali come la formazione dei molteplici
fascicoli, la redazione dei verbali, la pubblicazione delle sentenze
etc.
E'
più che vero che una sentenza deve passare in giudicato come afferma
il Premier, ma la politica non può nemmeno pretendere di lavorare
per una sua logica di convenienza garantendo ogni politico a scopo di
interesse senza operare preventivamente. La politica dovrebbe
lavorare per togliere alla stessa magistratura ogni dubbio sulle
figure politiche stesse che propone e per la quale si attiva!
Anche
in questo delicatissimo campo, per via della incomprensibile e deleteria
politica delle contrapposizioni, si finisce in un limitato giudizio
espresso per parti prese: o sei un giustizialista...o un garantista!
La politica delle reazioni finisce col pregiudicare persino le
posizioni in campi delicatissimi come questo!..Ma che vuol dire? .Non v'è dubbio che in previsione di una politica bipartitica voluta dall'attuale governo.. tale argomento potrà solo degenerare in scomposte azioni e contrarie reazioni!