16 giu 2016

5 Stelle..un Movimento che marcia dritto verso la vittoria



Renzi: Un leader che ha mancato l'importante appuntamento con la storia...
di vincenzo cacopardo

Se Renzi ..attraverso il ddl Boschi si batte nel sogno di un anomalo sistema presidenziale..quanto mai sgrammaticato sul piano istituzionale, vi è chi rincorre ,come massimo D'Alema, l'obiettivo di riunire tutti i pezzi della sinistra, partendo dalle varie anime della minoranza dem, approfittando del voto delle amministrative e sostenendo apertamente un consenso a Virginia Raggi. Da un'altra parte dopo l'intervento al cuore sostenuto egregiamente, si continua a discutere del Cavaliere Berlusconi come di un leader che continuerà la sua marcia..visto sempre come unico, inimitabile ed insostituibile.

Una politica che pare ripetersi tirando fuori ancora figure che, seppur preparate, come D'Alema, hanno fatto il loro tempo...E' chiaro che con questa tendenza..non potrà che essere il Movimento di Grillo... nell'immediato... il vero dominatore e se si dovessero tenere prima le elezioni politiche.. ne uscirebbe come il vincitore assoluto. Il dubbio, l'abbiamo scritto più volte, è quello di non percepire ancora bene le capacità governative delle figure di questo Movimento ancora giovane e non del tutto affidabile agli occhi di tanti. Un Movimento che definisce le sue figure in modo fin troppo discutibile ponendole poi al vertice di responsabilità troppo delicate ed impegnative. Ma al di là di ciò ci sembra giusto puntualizzare che questo Movimento rappresenta oggi una rottura di un sistema politico che in realtà non ha saputo governare con efficienza e rettitudine.

Le stime sul voto....danno un Movimento 5Stelle in considerevole aumento rispetto ad un PD che va perdendosi giorno per giorno in questioni interne sempre più complicate, in continui scandali e persino episodi di corruzione.. aggravati dai risvolti di una politica governativa risoluta e pragmatica che non sembra più incantare i tanti cittadini condannati ai sacrifici. Infine.. le continue ipocrite comunicazioni del protervo premier. Sembra dunque chiaro che questo Movimento.. più vicino alle esigenze di una gran parte della società penalizzata da questo incedere, si muove al ritmo di un affascinante politica antisistemica di rottura verso la quale gli stessi cittadini si sentono attirati con la speranza di un rinnovamento sociale più equo. Un movimento che, nel bene e nel male, malgrado sembra non sempre spingere verso proposte e programmi validi o.. comunque.. persuasivi...apre il campo a auspici di cambiamento differenti da quelli proposti dal premier Renzi.

Se un domani il Movimento riuscisse a riformare questioni delicate come quella sulla regolamentazione dei Partiti e la opportuna differenziazione dei ruoli..si potrebbe anche immaginare di vedere qualche utile risultato. Ma se anche non riuscissero a compiere ciò..si sarà comunque rotto questo muro che oggi pone ostacolo ad un cambiamento più consono ed utile per il nostro Paese..lasciando successivamente il passo ad altre nuove forze politiche di innovazione più mature e forse anche più capaci di saper governare in modo più efficiente.

La fase più difficile pare essere proprio quella della caduta di questo muro che pone argine bloccando l'ingresso di nuovo pensiero e nuove idee proposte oggi da tanti piccoli partiti isolati. Se restiamo altrimenti bloccati sul fatto che l'unico Movimento che attualmente può creare questa rottura col vecchio sistema non sarà mai capace di governare..non facciamo che precludere una strada che nel futuro potrebbe proporsi con maggior innovazione. Ogni cambiamento va affrontato col dovuto rispetto! Arriverà comunque quel momento in cui in tanti potranno meglio comprendere l'importanza e la necessità di una politica più utile e funzionale per il futuro sviluppo. Potrà essere un'occasione storica..ed è proprio questa la ragione per la quale sarebbe opportuno condividere l'opera di sfondamento del Movimento 5S solo come un'opportunità di un utile apertura.

Potrebbe apparire retorica, ma credo che l’opera del Movimento 5 Stelle debba essere vista solo in un’ottica innovativa per una svolta. Naturalmente una visione che desta paura perché qualsiasi mutamento pone dubbi e perplessità soprattutto quando si rischia di poter provocare danni assai maggiori in una società. A tal proposito… penso che, in questa prima fase, lo sfondamento di un sistema politico malato come il nostro, potrebbe risvegliare (come del resto in parte ha già fatto) le coscienze ed il modo di agire di una vecchia Repubblica rimasta assonnata per un lungo periodo

Per adesso la vera battaglia che si dovrebbe operare è quella di accompagnare l’ingresso evitando la dispersione delle forze che dovrebbero unite contrastare i principi di un bipartitismo di chiusura definitiva (vedasi riforma elettorale e costituzionale). Il rischio alternativo è quello di un attacco sconclusionato del grande Movimento alle irriducibili mura di un pensiero politico ormai bloccato…un attacco non risolutivo che potrebbe comprometterne definitivamente ogni altro successivo.



Il cammino di Renzi, malgrado le promesse di un vero cambiamento, si è mostrato errato sin dalle sue prime proposte e nel tempo non ha mai convinto. Non convincono più le promesse sui bonus, non convince più la sua comunicazione, non convincono di certo i suoi voltafaccia. Renzi sarà ricordato come quella figura che ha mancato l'importante appuntamento con la storia..Come colui che avrebbe avuto una delle più grandi occasioni per il cambiamento, ma che non ha osato affrontarlo con giusta umiltà nel senso più autentico ed in favore del suo Paese. Un politico opportunista che ha seguito la strada di quella Comunità europea che non è certo quella che gli stessi padri fondatori avrebbero voluto.... Faremmo bene a ricordarli: Konrad Adenauer, Joseph Bech, Johan Willem Beyen, Winston Churchill, Alcide De Gasperi, Walter Hallstein, Sicco Mansholt, Jean Monnet, Robert Schuman, Paul Henri Spaak, Altiero Spinelli.   

UNA RISPOSTA AL NUOVO ARTICOLO DI DOMENICO CACOPARDO



Il NO è suonato da molti tromboni

È un NO a un percorso che porta l'Italia fuori dal guado
 di Domenico Cacopardo



La fragilità del «Sistema Italia» torna a emergere in tutte le sue insospettabili dimensioni ancora oggi, quando l'ipotesi «Brexit» (l'uscita del Regno Unito dall'Unione Europea a seguito del referendum che si celebrerà il 23 giugno) cresce nell'opinione dei sondaggisti che danno sempre più vincente –anche se con margini modesti ma netti- il Sì.
Se non ci fosse l'ombrello aperto anche su di noi, soprattutto su di noi, da san Mario Draghi da Francoforte, lo «spread», già cresciuto sensibilmente, avrebbe raggiunto i livelli che, nel 2011, spinsero, per l'ardita manovra di Napolitano in accordo con la Merkel, il governo legittimamente (per vittoria elettorale) in carica, diretto da Berlusconi, alle dimissioni, consentendo così la costituzione del governo Monti e tutto ciò che ci è noto, compreso quel «Fiscal compact», inaccettabile per contenuti, forme e soprattutto sostenibilità.
Da qualsiasi punto di vista lo guardiamo, quell'episodio dev'essere considerato un vero e proprio commissariamento comunitario dell'Italia operato con forme e contenuti che, formalmente, cioè ipocritamente, salvaguardavano la sovranità nazionale.
E la cosa era così nota e considerata ineluttabile da tutti, che i partiti maggiori e minori presenti in Parlamento votarono senza battere ciglio le varie norme, anche le più assurde o sbagliate (vedi Fornero), che il governo Monti proponeva.
Quest'antefatto fornisce una chiara e logica interpretazione di ciò che è accaduto dopo. Le elezioni del 2013 con il successo della banda grillina, l'assenza di una maggioranza, e Napolitano costretto a promuovere una grande alleanza sinistra-destra per avviarcon il Pd di Bersani «non sconfitto»e (senza più il ricorso all'elemento estraneo) un processo di riforma costituzionale e di riforme di struttura, capace di ricondurre l'Italia nell'alveo del pacchetto di regole e di modalità di governo della società e dell'economia praticato nell'Europa comunitaria e, perché no, nel resto del mondo avanzato (a parte la Cina).
L'inefficienza ontologica di Enrico Letta costrinse ben presto il presidente della Repubblica e il neoeletto segretario del partito di maggioranza, a costituire un nuovo governo, diretto, appunto, da Matteo Renzi e fondato su una effimera prosecuzione dell'accordo sinistra-destra (Patto del Nazareno) saltato sulla mina dell'elezione del presidente della Repubblica, Mattarella.
Se non abbiamo presenti queste condizioni esogene ed endogene, ci viene difficile capire il punto cui siamo arrivati, la strada percorsa, quella da percorrere e le criticità, vaste e irrisolvibili nel breve, che rendono l'Italia un Paese fragile politicamente, economicamente e socialmente.
L'inquadramento del momento che attraversiamo nella vicenda di questi ultimi dieci anni, ci porta a considerare, quella attuale, la tratta di un lungo percorso che ci porterà in tempi non lontani a un assetto politico-legislativo pienamente compatibile con la presenza nell'Unione. Solo così la questione del debito pubblico può essere sminata in modo da permettere che il problema sia affrontato in Italia e a Francoforte con strumenti accettabili e gestibili nell'ambito del nuovo assetto istituzionale. È fondamentalmente questa, la ragione per la quale si deve approvare la riforma costituzionale che abolisce il bicameralismo paralizzante ora in vigore.
Sembra che, nell'affrontare la questione (come le altre oggetto di leggi di riforma), il governo si sia dimenticato di chiarire, ai cittadini italiani, di essere una formazione transeunte che si inserisce tra il governo commissariale di Monti, quello senza nerbo né un progetto coerente (nel senso che abbiamo spiegato) di Enrico Letta, e il governo del futuro quello che uscirà dalle prossime elezioni, con premio di maggioranza di lista e ballottaggio. In un contesto nel quale gli obblighi europei sono forti e condizionanti e che, tutto sommato, l'attuale elasticità e l'indulgenza di Bruxelles sono strettamente collegate a questo medesimo governo e a un disegno riformista ritenuto coerente con le esigenze del Paese e dell'Unione.
Diventa difficile, quindi, giustificare con argomenti razionali il voto contrario nel referendum costituzionale, annunciato con parole solenni e retoriche da tanti personaggi del passato.
Risulta parimenti –e peggio- incomprensibile accettare, senza una semplice contestazione, l'istinto suicida che ha colto molti esponenti della sinistra storica che si scalmanano a dichiarare che voteranno grillino. Penso a una persona per bene in particolare, a Vincenzo Vasile, storico giornalista dell'Unità, personalità del mondo dell'informazione democratica e antimafia palermitana, uomo senza macchia e senza paura che, su un social, dichiara di votare la grillina Virginia Raggi, rifiutando il voto a Roberto Giachetti.
Sembra che così si dichiari di essere orfani di Berlusconi e del primitivo gioco dello scontro buoni-cattivi, si immagini di sostituire il cavaliere con un simil-cavaliere, impersonato da Matteo Renzi, l'usurpatore dell'ortodossia (quale? Quella comunista, postcomunista, democristiana?), e si voglia liquidare l'idea, discutibile, ma attuata, di dotare l'Italia di un partito democratico, cioè moderato e riformista, capaci di portare a sintesi le esigenze dell'Europa e della sua economia, e una politica «light» di gestione dei sacrifici. E che questo sia il «mood» di questo governo, di questa gestione, lo si può capire solo confrontando le dure ricette attuate in Portogallo, Spagna, Irlanda e Grecia e le lievi (in termini comparativi) decisioni italiane in tutti i campi della spesa pubblica.
La ragione, ecco, la ragione dovrebbe prevalere. E dovrebbe ricordare a tutti coloro che hanno raggiunto gli anta che ci sono alcuni discrimini invalicabili in questa Nazione: uno è quello del fascismo, anche di ritorno, e l'altro è quello dell'antagonismo stragista, sempre in agguato. Nei confronti del secondo, ricordiamolo, il Pci di Berlinguer si assunse l'impegno di difesa democratica supremo, la delazione: denunciare i compagni collusi. Ci fosse un'emergenza democratica vera oggi ci sarebbe qualcuno, nella sinistra storica, capace di rischiare la vita come Rossa per la difesa della Patria? Questo è il problema esistenziale di tanta gente che non deve essere abbandonata dalla politica e portata a contribuire, a destra, al centro e a sinistra, al suo consolidamento e diffusione.



IL SI..INVECE..SUONA I TAMBURI DI UNA PIU' COMODA OLIGARCHIA
di vincenzo cacopardo

In questo articolo Domenico Cacopardo sembra far trasparire una “forma mentis” bloccata ancora sulla visione di una repubblica del passato fondata su logiche e paradigmi ormai vecchi. Questa sua analisi.. nella lettura..appare impedita da un pensiero che non ci appartiene più..poichè gli errori sono stati tanti e le conseguenze inevitabili...Primo di tutto l'Unione Europea che è risultata un sciagura... Su di essa non si può più approfondire alcun argomento che possa reggere... Giorno dopo giorno si dimostra quanto questa Unione stia portando alterazioni ad un sistema internazionale che non riesce a premiare la sua crescita in un contesto globalizzato e che svantaggia tante Nazioni che ne fanno parte tra cui la nostra. Questa Europa è la inspiegabile dimora di Paesi che non trovano una solidale politica a beneficio della sua stessa Unione..sia in tema economico.. che politico e sociale.

Domenico sa bene che e' da tempo che si parla della mancanza di una politica internazionale che possa vedere in lungimiranza... attuando meno vincoli e misure restrittive per chi sfora l'impegno alla stabilità. Ci si comincia ad accorgere in gran ritardo di quanto sia in pericolo la nostra economia e quanto insidiose le molteplici reazioni populiste messe in evidenza.. giorno dopo giorno.. nei vari Paesi.


Malgrado gli enormi sforzi e le grandi sofferenze sopportate dai cittadini del nostro Paese..sembra che sia veramente impossibile ridurre il debito.. soprattutto in mancanza di una crescita del PIL che proprio per via di certe direttive europee si impongono... e fino a quando la crescita del Pil rimane vicina allo zero o di poco maggiore.. i tassi di disoccupazione saranno destinati a rimanere altissimi. Inoltre la politica del premier Renzi (per lo più imposta dalla stessa Europa)..malgrado la concitata comunicazione....non è riuscita a definire una vera via strategica operando con manovre a debito di convenienza elettoralistica e senza idee innovative sul lavoro più adatte e consone al nostro naturale sviluppo. Tutto ciò persino tenendo conto delle operazioni messe in atto da Draghi col QE.


Nella sua esplicita analisi storica della politica degli ultimi anni Domenico dimentica di indicare la lunga serie di anomalie condotte persino da Napolitano su ordine di una comunità europea sorda ad ogni sensibilità di un Paese che ha dovuto ottemperare a sacrifici enormi e che ha visto nell'Unione perdere ogni suo principio di qualità e di equità sociale. Le anomalie hanno di conseguenza continuato a generare conflitti sui quali si è imbastita la sottile tela delle riforme ideate da Renzi e la sua squadra alquanto inidonea.

Si può essere d'accordo con l'articolo di Domenico Cacopardo ..ma non si può non accorgersi di come tutto questo abbia potuto generare disgusto e mancanza totale di riguardo verso una politica che per salvaguardare un principio di governabilità ha dovuto sacrificare il più importante principio democratico di una repubblica che rimane parlamentare. Anche se l'insieme non portasse alla (più volte declamata) “deriva autoritaria”, lascia intravvedere irrisolto il problema di un equilibrato funzionamento dell'ordinamento istituzionale in una società che si dichiara ancora democratica.

Uno dei dubbi che si rileva in questa riforma pasticciata è il fatto che non ci si sia impegnati a fondo a guardare con più attenzione in direzione di un logico funzionamento che ogni sistema democratico dovrebbe tenere in considerazione e cioè: Che in democrazia tutto deve nascere dal basso confluendo verso l'alto (Cittadini-Partiti-Parlamento-Governo)..Una considerazione che dovrebbe vedere nei programmi e nei Partiti che li supportano.. una base di partenza sulla quale muoversi in direzione di una governabilità di funzione e non di scopo personale. Ciò significava avviarsi in prima battuta su una prudente ed avveduta riforma sui Partiti...rendendoli più partecipi e responsabilizzati ( finanche non legati ad interessi sull' amministrativo) Quindi, in realtà, non è proprio la riforma (assai poco convincente e pasticciata) che non convince, quanto il mancato indirizzo verso un vero funzionamento democratico..Un indirizzo che non si è voluto ricercare in modo più equilibrato e confacente alla natura politica del nostro Paese. E' mancato il vero obiettivo.. sia per la smisurata fretta..che per la supponenza imposta.

Affermare che il NO al referendum è un percorso che porta l'Italia fuori dal guado non è per nulla esatto ed è persino forviante se non si entra nel merito delle riforme volute da Renzi per mano della Boschi. Di fatto si è proceduto persino nel metodo in modo anomalo e discutibile... Con tutto il rispetto per chi la pensa per il SI.. che ha tutto il diritto di esprimersi come vuole, le circostanze per la quali si muove un fronte dei NO è supportato, oltre che da una considerazione di metodo assai imbarazzante (mancanza di una Costituente)..anche da quella di una assenza verso nuove idee in proposito: Come se avessimo perso il treno adatto per raggiungere quel traguardo tanto agognato...La prova di tutto ciò sta proprio nelle parole dei tanti politici che propongono quel SI e che oggi insistono con la retorica frase : “meglio questo che nulla”! Una frase che la dice lunga sulla superficialità con la quale si pensa di poter riformare una Costituzione.

Continuare a prendersela col Movimento 5Stelle..sminuendo ogni suo lavoro per cercare di salvaguardare i diritti ed i valori di una società non può aiutare (anche se in loro possono evidenziarsi difetti di vario genere)..Ma ha forse dimostrato la politica delle recenti figure del PD o PDL di saper cambiare e di amministrare con senno ed equilibrio? Ogni cambiamento merita rispetto.. e di sicuro Renzi al suo Paese, dati i risultati ottenuti.. non ne ha certo portato!



Pensioni: Poco affidamento sulle nuove idee del governo


di vincenzo cacopardo
Secondo le ultime notizie riguardanti il bonus degli 80 Euro sappiamo ormai che l’Agenzia delle Entrate potrebbe verificare i redditi complessivi del singolo dipendente nell’arco dell’anno..obbligandolo, in mancanza di una propria dichiarazione, alla restituzione con un versamento unico con il pagamento col modulo F24. .Naturalmente se questo dovesse avvenire saranno proprio gli incapienti a restarne i più colpiti...ovvero coloro che guadagnano meno di 8mila euro l’anno si vedranno costretti a restituire in un'unica rata il non dovuto. Era dunque prevedibile che ciò avvenisse..sarebbe bastato mettervi dei rimedi..Tuttavia è sempre apparso strano l'aver voluto favorire in tal senso solo una fascia che in sé non può definirsi incapiente.

Ma cerchiamo di capire perchè..quali potrebbero essere le vere ragioni?

Nel contesto internazionale europeo, ormai formatosi sia per volontà di chi nel passato vi ha veramente creduto, ma anche per la volontà delle forze economiche che contano, la parola d'ordine sembra ormai essere quella del sacrificio e dell'abnegazione...quel percorso crudele per abbattere in modo quasi naturale i più deboli che.. a loro volta... risultano i più antisistemici.

Fatta questa indispensabile premessa..ritornando adesso al sindaco d'Italia e ad i suoi 80 euro al mese, risulta ben chiaro che per rendersi il favore di chi il potere lo gestisce, Renzi abbia scelto una fascia alquanto inchiodata al sistema... proprio perchè legata ad un posto di lavoro ormai accreditato che difficilmente potranno abbandonare, un lavoro che li fa sopravvivere e che... tutto sommato, con questa manovra... li favorisce con qualche spicciolo in più. Ma proviamo al contrario ad immaginare se Renzi avesse voluto offrire tale opportunità a tutta quella fascia di poveri pensionati incapienti che.. (già di per sé contro il sistema), con la loro minima e l'aggiunta di ottanta euro al mese, non avrebbero potuto cambiare il loro modo di vivere assai precario...continuando a rendersi meno legati agli stessi interessi di un premier che..in tale sistema politico.. ricerca consensi favorendo chi il lavoro è felice di averlo.

In sostanza Renzi ha premiato una fascia legata al sistema proprio perchè conserva o si adegua ai suoi interessi ed a quelli dei potentati che lo guidano..Una strada assai più facile e risolutiva...Al contrario ha condannato e contribuito all'emarginazione (secondo il principio mondiale di cui sopra)...di chi avrebbe almeno una ragione umana per riuscire a sopravvivere.


Quello della restituzione degli 80 euro è un grattacapo non da poco per il governo che si propone oggi per un'altra soluzione per i pensionati che volessero lasciare il lavoro a tre anni dal raggiungimento dell'età di vecchiaia: Una rata di 500 euro al mese per tredici mensilità su una pensione netta di 2.500 euro mensili per vent’anni. (in questo caso pari a 97.500 euro) Con una pensione netta di 1.000 euro al mese l’anticipo di tre anni potrebbe prevedere una rata che va dai 180 ai circa 200 euro.. In caso di pensione netta di 800 euro e un anticipo pensionistico di 3 anni (31.200 euro il prestito da restituire) la rata su 13 mensilità sarebbe di 159 euro (portando l’assegno a 641 euro) per 20 anni. Tutto ciò senza garanzie e senza obbligo di estinzione da parte degli eredi...


In queste ipotesi vi potrebbero essere rischi di truffe..ma il prestito in sé non è altro che un auto cessione che grava sulle stesse tasche del pensionato.. poiché si parla di risorse accumulate sul suo lavoro che sono un diritto acquisito. Insomma..un prestito da restituire su ciò che già gli spetta..sul quale (al contrario) non dovrebbe gravare alcun interesse! Naturalmente il lavoratore potrà essere libero di scegliere come vorrà, ma siamo ormai abituati a vedere procedere questo governo verso idee poco approfondite che arrecano ulteriori problemi ai nostri cittadini ..e possiamo solo sperare che ci si concentri in una visione più avveduta sui possibili risvolti che potrebbearrecare. La percezione è comunque il fatto che questo governo difetti di vere idee funzionali e lungimiranti.

D'Alema.. per il PD ormai ingombrante

Un breve commento all'articolo di domenico Cacopardo

In questo suo articolo Domenico Cacopardo esprime con animo un certo risentimento nei confronti di una verità che nel PD si vuole nascondere. La verità è quella rappresentata da chi come D'Alema...volendo esprimere un proprio pensiero... viene costantemente impedito da pesanti critiche interne. L'ex primo ministro...nel bene o nel male.. ha sempre voluto dire la sua e.. a differenza di Bersani che lancia sassi per nascondere successivamente la mano, continua ad esprimersi con libertà dimostrando coraggio in forza di un proprio pensiero.

Sappiamo che la vita comune di tutti i giorni è rappresentata da una chiara differenza di uomini che determinano un vero cambiamento attraverso una azione personale del pensiero e da altri che passivamente si adeguano. Nel mondo della politica in molti si fanno trasportare da logiche superate o si aggrappano al pensiero altrui non preoccupandosi mai di incidere sui percorsi..Ma se in un Partito manca il dialogo o meglio..se il dialogo rimane unico e non si accettano i confronti e le critiche..non esiste più quella che dovrebbe identificarsi come una casa politica comune.

E' vero..come afferma Domenico, gli uomini..ed ancora più quelli che si occupano di politica, si giudicano per il loro operato, ma anche per le loro pubbliche prese di posizione...Chiunque prende posizioni diventa scomodo e pieghevole e D'Alema oggi sembra essere divenuto ingombrante. Ma quello che si scorge in seno a questo malato PD è la prova di un fallimentare Partito che sembra aggrappato con forza alla figura di un segretario premier che.. pur apparendo forte e deciso... nella sostanza brancola nel buio.. proprio in forza del fatto che il dialogo di ogni altra personalità, non proprio comoda, non lo si voglia più ascoltare.

vincenzo cacopardo




D'Alema è diventato un simbolo

Ingombrante ma anche da gestire in un confronto chiaro
di domenico cacopardo


Sembrano i «Ragazzi della via Paal», Renzi come Boka, il capo, gli altri, Lotti, Boschi come Geréb, Nemecsek uniti dall'appartenenza alla loro strada, non quella definita nelle varie manifestazioni alla Leopolda, ma proprio il loro vicolo di città toscana, quello nel quale si sono cementate amicizie, intese naturali e solidarietà nonostante tutto.
Avevano bisogno di un nemico (ma questa è già una considerazione che ingloba la contemporaneità e la grande forza –spesso inquinante- della comunicazione) e l'hanno sin dall'inizio individuato in Massimo D'Alema. Non s'è mai visto in nessuna nazione occidentale che un leader che appartiene alla storia del Paese e alla storia di un partito (Pci, Pds, Ds, Pd) fosse estromesso dal Pantheon delle donne e degli uomini rilevanti a opera degli organi dirigenti del suo medesimo partito, in fondo carne della sua carne, visto che D'Alema s'è prodigato, dopo naturali perplessità iniziali, per la nascita del Pd.Immaginate la Merkel che demonizza Kohl o Hollande che indica al pubblico ludibrio Jospin o Miliband Blair.
La cosa non avrebbe senso comune se non fosse indicativa di una insicurezza politica e personale di fondo, che indulge ai discorsi d'intendenza, alle beghe (quanti scontano la «condanna» di non essere ammessi all'udienza del «Capo» perché hanno espresso opinioni non allineate?), rinunciando al volare alto proprio degli uomini di Stato, di coloro che lavorano sul piano della grandi idee e dei grandi interessi nazionali, riassorbendo, là dove ci sono le aree di dissenso, in una visione complessiva che considera tutti i possibili contributi, anche critici, occasioni per la crescita del movimento che rappresentano. L'«affaire» D'Alema di questi giorni viene da lontano. E viene dalle mani di Bersani, il primo a non pretendere la sua candidatura in Parlamento, e prosegue con la mobilitazione di tutti i componenti della «Banda dei ragazzi della via Paal» contro il leader di qualche anno fa. Solo che questi «ragazzi» non sono più ragazzi e Renzi non può più essere Boka.
Gli uomini politici si giudicano per il loro operato e per le loro pubbliche prese di posizione. Se Renzi e l'attuale Pd considerano D'Alema un nemico da estromettere per sempre dalla loro vita politica, confezionino un processo politico nei suoi confronti, nel quale sia garantita al «colpevole» la possibilità di difendersi. Altrimenti, rinuncino a imboscate e tranelli, a pettegolezzi e maldicenze che, alla fine, sono soltanto autolesionistiche. Come un personaggio della grande tragedia greca, Massimo D'Alema non è un politicante comodo, pieghevole come sono pieghevoli tanti esponenti dal Pd attuale: considera suo dovere essere e presentarsi così come è, con la sua storia, i suoi successi, le sue sconfitte. Non cambierà mai. Sarà sempre quello che da primo ministro disse a un suo ministro: «Caro non puoi raccontarmi il giornale di oggi, l'ho letto prima di te. Se ci riesci dicci qualcosa di intelligente » Non sarà simpatico a molti, come non lo è chi si esprime senza le ovattate parole tipiche di un passato ormai remoto. Però, come sostiene un personaggio letterario: «Meglio una sgradevole verità che mille piacevoli bugie»



13 giu 2016

IL PAESE CHE NON HA MUTATO VERSO

I profusi selfie di un premier vanitoso
di vincenzo cacopardo

Continuano a sbagliarsi tutti coloro i quali pensano che con la sola forza di un determinismo e con la prosopopea sempre dimostrata dal sindaco d'Italia.. si possa ancora raggiungere un utile risultato.

La questione non è proprio quella che: “in fondo...a differenza di altri.. ci ha provato!”..come molti continuano a ripetere! L'argomento politico si è sempre presentato delicato e sarebbe stato necessario affrontarlo con molta più umiltà e maggiore deferenza nei riguardi dei cittadini. Più sensibilità nei riguardi dei principi stessi della democrazia..meno forzature contrapposte...maggiore delicatezza e più impegno nei principi di egualità ed equità..meno appariscenza....  Insomma, meno selfie ed abbracci e più impegno verso l'innovazione e le idee.

Non si trattava solo di rimanere estranei al rito stantio dei partiti del passato, ma di operare con meno fretta e semplificazione, poiché la logica del freddo pragmatismo non potrà mai essere vincente, ma solo integrativa alle idee: Nel caso di Renzi..quelle poche e strampallate idee sembrano aver fatto acqua. E' quasi un anno e mezzo che il mio Forum ..anche attraverso il collaborativo scambio con il pensiero e le analisi di altri, ha messo in serio dubbio l'operato fin troppo arrogante percorso dal giovane premier.

Dov'è si è mai messa in evidenza quella sensibilità che doveva guidare la sua figura con maggior modestia e con più impegno da vero statista nel dialogo con gli altri Partiti?
Tutto ciò che Renzi ha fatto è stato per lo più suggerito dalle forze politiche ed economiche europee.. non dimostrando alcun vero rispetto per la cultura, il pensiero ed il mondo imprenditoriale del nostro Paese. ..Si è adattato ad un sistema globale senza il minimo sforzo di fornire un contributo di cambiamento che avrebbe potuto rendere allo stesso sistema un barlume di innovazione. La sua semplificazione non è innovazione!...Eppure siamo il Paese delle idee..siamo definiti i più grandi creatori... dovremmo dettare concetti qualitativi eccellenti.. più che presunzione e formule pragmatiche.

Adesso che siamo alla prova dei fatti saltano in evidenza le crepature di un processo di falso cambiamento da lui voluto ed imposto anche per mancanza di altre figure politiche più capaci. Più che i molti a sperarci ..sono stati in troppi costretti a fare affidamento su una figura mossasi con gran capacità di comunicazione.. ed abbondanti promesse... che ha finito anch'essa con lo stancare. Strano che vi siano ancora tanti indecisi che non abbiano intuito prima quanto avrebbe potuto nuocere alla politica una personalità talmente ambiziosa quanto poco rispettosa di un processo si cambiamento che avrebbe dovuto sostenersi con maggior sensibilità e spirito umile: un finale che si intravede.. ma che ancora deve vedere un "verso" nel suo epilogo.

Non è esponendosi con machiavellico pensiero che oggi si possono affrontare le enormi questioni riguardanti la politica sociale del Paese, né con la retorica sterile della rottamazione, ma forse con una maggiore visione platonica verso le congetture, le idee e le analisi... Non sempre può esservi un fine che giustifica i mezzi! Oggi la politica tende a muoversi di frequente e con prepotenza, in questa comune logica semplificativa, mortificandosi nell‘uso dei mezzi più disperati ed assurdi e Renzi ne continua a rappresentare l'emblema.




10 giu 2016

Roma..preservare la sua bellezza è primario ad ogni evento

di vincenzo cacopardo
Che grande sciocchezza basare una campagna elettorale delle amministrative di Roma sulle Olimpiadi!..
La speranza è che ambedue i candidati non caschino in questo assurdo inganno voluto proprio dal premier che.. in qualità di Capo del governo dovrebbe astenersi dall' aizzare una campagna elettorale attraverso slogan e comunicazione faziosa..ma nell'anomalo ruolo di segretario di Partito potrebbe essere in grado di farlo: Se non è questo un conflitto di interessi.. cos'è? Possibile che i soloni della politica del Si alle riforme non siano ancora in grado di capirlo?..O forse preferiscono fingere?
La speranza è che soprattutto la Raggi non caschi nel tranello dei giochi Olimpici e persista su ciò di cui Roma ha necessario e primario bisogno!..Questa storia mi fa pensare un po' a certi parvenu'.. che non avendo nemmeno una casa decente, nè la possibilità di mantenerla.. sono subito pronti ad indebitarsi per acquistare un auto di super lusso..volendo dimostrare un potere ed una sicurezza esteriore che in realtà non esiste! Sappiamo tutti come è malridotta la capitale.. sappiamo bene come la corruzione aumenta ed i suoi cittadini sono privi di servizi decenti, ed è proprio l'idea di doversi impuntare su qualcosa di troppo ostentato..che non può convincere!
Oggi le Olimpiadi non possono essere una priorità! La storia di voler risollevare le sorti della Capitale attraverso i costosissimi giochi olimpici è un'altra di quelle strane idee che Renzi tira fuori per ingannare i romani ..molti dei quali potrebbero cadere nel solito imbroglio di un consenso spinto verso il pro o contro (tipico del suo modo di muoversi) Un sistema che tende ad isolare in una limitativa logica le problematiche esistenti nella città : Se sei per le Olimpiadi sei per Roma..se non lo sei.. sei contro la tua città! Ha sempre fatto così Renzi!.Il suo modo di muoversi in politica rispecchia sempre la ricerca di una decisa antitesi.. spaccando il Paese in una logica che non aiuta.


La candidata dei 5Stelle ha più volte sottolineato di voler dare priorità all'ordinaria amministrazione ma ha anche affermato che verso il Coni non può esservi alcun pregiudizio. Ma oggi pare che le Olimpiadi siano l'argomento del giorno..Si fa in modo che tutti ne straparlino..al fine di farla diventare una vera disputa..quando in realtà potrebbe rivelarsi persino un disastro..da aggiungere agli altri che stanno sconvolgendo le sorti della più bella città del mondo...Preservarla nella sua bellezza è primario al rischio di qualsiasi altro evento!





9 giu 2016

Bonus da restituire..colpa dei gufi?



Accrescono le problematiche di un governo poco accorto
di vincenzo cacopardo

Sembra che la restituzione del bonus potrebbe divenire una ulteriore spiacevole incombenza per i contribuenti: Se infatti il compito passa all'Agenzia delle Entrate potrebbero partire le cartelle esattoriali con tanto di arretrati da restituire..Ma fino ad oggi non tutto sembra ancora chiaro! Certo questa storia compare come un macigno in un momento non proprio buono per Renzi. Secondo quanto ormai si conosce1400.000 cittadini potrebbero infatti rimborsare in un'unica cifra il bonus ricevuto ..e sembra che in tanti, avendo perso il lavoro e poiché sotto la cifra stabilita di reddito, ne resterebbero gravati.
Secondo il segretario della commissione diritto tributario dell’ordine dei commercialisti di Milano.. l’Agenzia delle Entrate potrebbe verificare i redditi complessivi del singolo dipendente nell’arco dell’anno..obbligando il contribuente, in mancanza di una propria dichiarazione alla restituzione con un versamento unico con il pagamento col modulo F24. .Naturalmente se questo dovesse avvenire saranno proprio gli incapienti a restarne i più colpiti...ovvero coloro che guadagnano meno di 8mila euro l’anno.

Questa storia resta tutta da accertare..vedremo come si muoverà in proposito il governo.. poichè siamo ormai abituati a veder promuovere offerte senza verificare attentamente i riscontri con le possibili variabili. Sono gli stessi dubbi che si esprimono sui pessimi riscontri che potrebbero evidenziarsi sulle riforme costituzionali soggette al referendum di Ottobre. Ma rimane di sicuro un nuovo problema per un premier che in questo momento pare ricevere mazzate su tutti i fronti...e non certo per colpa dei gufi!

Se questa faccenda non si aggiusta quanto prima.. sarà davvero difficile per Renzi potersi risollevare..Un primo ministro che pare pagare per la sua supponenza e per l'innata ambizione..ma che persevera con la comunicazione ipocrita di chi sa e finge di non sapere quanto il suo Paese stia soffrendo..




8 giu 2016

Le strategie opportuniste di un premier in difficoltà

di vincenzo cacopardo
Dopo il primo turno della amministrative, Matteo Renzi non perde occasione per escogitarne una delle sue! Mollare (o..forse.. fingere di mollare) l'alleato Verdini...Siamo su un teatro delle comiche!... Lo aveva poco prima pubblicamente ringraziato per il supporto avuto circa l’approvazione della riforma costituzionale, quella sull’Italicum e sulla legge sulle unioni civili, e adesso lo scarica frettolosamente. Una manovra di chi pare di affogare giorno per giorno per colpa della propria ostinata presunzione e supponenza. Una mossa opportunista (come tante delle sue) che.. seppur contraddittoria.. lo fa sperare di poter riottenere un consenso per il ballottaggio da quella parte della sinistra ormai delusa da quello strano legame che in Senato gli ha reso sostegno...

Era immaginabile che, malgrado il suo perenne ottimismo, la sua esagerata prosopopea non gli avrebbe reso risultati positivi. Adesso..dopo Roma.. persino Milano e Torino rischiano di cadere dal la forza del potere del suo Partito. Renzi si è spinto troppo in là..ha preteso di esercitare contemporaneamente i due ruoli per avere maggior forza..ha diviso con troppa arroganza il Paese e quello che tanti suoi fedeli vedono oggi come “un disastro totale” al quale sarà difficile porre rimedio..potrà vedere la sua definitiva fine nella celebrazione del referendum costituzionale di Ottobre..con una possibile vittoria dei NO.

Se il premier fiorentino che vorrebbe apparire come uno statista.. ancora oggi non è riuscito a percepire che questo atteggiamento di sfida difficilmente potrà risultare vittorioso..gli manca di sicuro una visione più completa della società! Quella competitività che lui stesso ha sempre dichiarato di poter ridare al Paese.. non ha nulla a che fare con le sue pessime riforme! Riforme che ad oggi non hanno portato nulla di buono soprattutto nel Sud del territorio!

Qualcuno ancora pensa che la distruzione di un consistente centro moderato possa mettere fine della democrazia parlamentare... Come se il problema fosse solo incentrato sulla moderazione: E' proprio la condotta del governo Renzi sull'iter delle riforme (soprattutto nel metodo).. che non ha mai mostrato rispetto ed alcun atteggiamento moderato!..Per non parlare poi del merito delle riforme costituzionali che sono di certo la strada più diretta per la completa fine di una democrazia parlamentare.

Dare di tutto ciò la colpa a Grillo ed il suo Movimento (seppure inesperto) appare proprio ridicolo...La gente esprime il suo voto anche per le condizioni in cui il sistema odierno ci ha costretto! Il futuro cresce con l'innovazione ..ed il sistema si è ormai incancrenito..Che ben vengano i nuovi..anche se meno accorti ..purchè si cambi, si appresti un nuovo funzionamento della politica e sparisca anche il lerciume!...Se poi non dovessero esser capaci avranno di certo aperto nuove brecce dando possibilità ad altri..forse meno supponenti.



7 giu 2016

Raggi: Si continua a screditarla...



"Persino un opportunistico commento di Francesco Totti in favore delle Olimpiadi di Roma"..per sfavorire la candidata del movimento 5stelle
di vincenzo cacopardo




Adesso.. pur di buttare giù la signora Raggi verso la quale vengono rivolte battute e canzonature che più si potrebbero additare alla Boschi..si fa di tutto!..Si parla.. di incapacità di gestire una sua quasi vittoria messa in luce da una emozione mostrata nella conferenza stampa subito dopo il voto...Montano ogni stupidata e qualsiasi cosa possa danneggiarla o portarle discredito.

Il sistema si muove ad arte attraverso una stampa spesso molto subdola o prezzolata..incapace di attendere il tempo necessario per valutare le capacità di una possibile vincitrice delle elezioni amministrative della capitale...Le esternazioni delle emozioni rappresentano la vita di ognuno e dimostrano di certo una particolare sensibilità ..se la candidata di 5 Stelle ha mostrato di averle..ciò dovrebbe essere una prova a suo favore e non certo l'handicap per chi dovrà affrontare i soprusi di una società sempre più corrotta.

Viene tirato in ballo persino il commento di Francesco Totti che esprimendosi in favore delle Olimpiadi ..(e quindi facendo apparire la stessa Raggi come una nemica dello sport e dei giochi), dichiara che Roma si salva lavorando tutti insieme con passione e determinazione..”Portando i Giochi del 2024 a Roma..si può garantire una prospettiva di sviluppo concreto alla città e alle future generazioni”...Una frase messa su con il preciso spirito di contrastare chi, al contrario, non ha mai voluto ostacolare i giochi olimpici nella capitale, ma vi ha solo anteposto le primarie necessità di ordine e servizio, senza le quali gli stessi giochi non sarebbero mai realizzabili.


Una posizione di grande equilibrio e responsabilità quella di Virginia Raggi che, al di là di ogni sua capacità di saper gestire un difficile Comune, dimostra di sicuro volontà, particolare saggezza ed una sensibilità che non potrà mai guastare. Una posizione che dovrebbe essere apprezzata dai suoi concittadini! Gli adoratori del sistema..seppelliti ormai dal cinico pragmatismo.. continueranno a trovare qualunque mezzo per farla fuori politicamente..ancora prima che entri nelle stanze del Campidoglio. 

6 giu 2016

Muhammad Alì :Una nota all'articolo di Enzo Coniglio

Enzo Coniglio ci invia questo bel pezzo in memoria di un uomo che oltre ad essere stato un campione nello sport ha dimostrato un particolare impegno verso il sociale.



La vita comune di tutti i giorni è rappresentata da una chiara differenza di uomini che determinano un vero cambiamento attraverso una azione personale del pensiero e da altri che passivamente si adeguano a ciò che, il complesso meccanismo del sistema, determina. Sicuramente pochi sono coloro che incidono e contribuiscono ad una crescita più equa di vero cambiamento che dovrebbe portare la società verso un futuro migliore. Il sistema somiglia ad un’onda dalla quale molti si fanno trasportare e contro la quale solo pochi sono disponibili ad opporsi.. remando contro. “Remare contro”, non inteso come atteggiamento stoico di chi crede di poter cambiare il mondo, ma come maturazione culturale che riesca a far prendere coscienza delle nostre vere esigenze e che ci allontani dal cinismo di una società nella quale, poi, pretendiamo di vivere tranquilli. Bisognerebbe non lasciare che quell’onda ci trascini con violenza verso un futuro privo di valori e che ci tagli definitivamente fuori da quelle essenziali valenze culturali le cui conquiste, nei secoli, sono costate battaglie pagate anche col sangue. 
Alcuni personaggi del passato hanno rotto il rigido pensiero comune pagando di persona, ma hanno sicuramente arricchito la società con la forza delle proprie idee e con una speranza che rappresenta un vero atto di fede nei confronti dell’umanità. Il rispetto che dobbiamo a costoro è immenso! Un rispetto che deve sicuramente a chi.. come Muhammad Alì, nato Cassius Marcellus Clay Jr...ha inciso con impegno nel sociale e verso tanti di quei diritti negati. “
vincenzo cacopardo




Wanted 100 Muhammad Alì per salvare il mondo

L’eroe di noi giovani che nei ruggenti anni 60, lottavamo convinti, in Europa e negli Stati Uniti, per cambiare il mondo, Muhammad Alì, nato Cassius Marcellus Clay Jr. è morto all’età di 74 anni, divorato dal morbo di Parkinson.
E’ più corretto dire che è risorto, adesso che si è liberato dal fardello del corpo e possiamo ammirare la grandezza professionale, etica, sociale e politica di questo figlio di due continenti: dell’Africa nera e dell’America dei diritti negati e della guerra del Viet-Nam.
Ha voluto innanzitutto riappropriarsi della sua identità culturale e storica, .cambiando il suo nome in Muhammad Alì e convertendosi  all’Islam, religione di pace e di coesione tra i popoli.Ed è in nome dell’Islam, che nel 1967, all’età di 25 anni, si dichiara obiettore di coscienza,  rifiutandosi di combattere nella guerra del Viet-Nam.
Questo ragazzone di un metro e 91,  era già molto famoso in tutto il mondo  avendo conquistato tre anni prima, il titolo mondiale dei pesi massimi e nel 1960, l’oro nei giochi olimpici di Roma,  all’età record di 18 anni.
Nel 1967, venne arrestato e privato del titolo di campione del mondo.Non si arrese e continuò la sua battaglia civile nelle aule dei tribunali americani fino allaCorte Suprema degli Stati Uniti che nel 1971 annullò la condanna del 1967 e lo proclamò di fatto campione mondiale dei diritti umani e leader indiscusso dei movimenti pacifisti.
Da allora Muhammad Alì ha continuato con assoluta coerenza, ad imporsi sia nel pugilato dove ha riconquistato il titolo mondiale e ha vinto 56 incontri su 61 disputati, sia nella lotta per i diritti umani  e per la non violenza, senza compromessi e sconti di alcun genere, assestando dei KO poderosi alla vecchia cultura razzista e guerrafondaia americana. Nessuno è riuscito a fermarlo, neppure il morbo di Parkinson che lo ha progressivamente debilitato fino alla apparente  morte di ieri.

Dico apparente, a ragion veduta perchè Muhammad Alì continuerà ad ispirare quanti credono nella forza rivoluzionaria della identità culturale, del pensiero e dell’azione. A lui si applicano a pieno titolo le parole di Tertulliano con gli opportuni adattamenti: “Il sangue dei martiri è semente di nuovi cristiani”. La morte di Muhammad Alì ci regali i 100 nuovi Alì che sappiano assestare quei KO necessari per rivoluzionare  il mondo.
Enzo Coniglio