di vincenzo cacopardo
Adesso
che si avvicina la riapertura delle scuole ritorneranno le proteste.
Qualcuno si lamenterà per l'insegnamento didattico non
appropriato..altri, come alcuni insegnanti, protesteranno per
opportunismo ed interesse, ma non vi è dubbio che la riforma della
scuola risulta come un'altra di quelle riforme poco studiate e
funzionali... Vi sono maestri e maestre assunti
con la legge del governo Renzi che, facendo slittare di un anno
l'assunzione, adesso per lavorare dovranno trasferirsi .
Il
ddl 'La Buona Scuola' è frutto di un lavoro di ascolto iniziato a
settembre 2014 dal Governo e proseguito con le audizioni in
Parlamento e gli incontri dell’Esecutivo con sindacati, studenti e
genitori. Il ddl prevede un finanziamento aggiuntivo di 3 miliardi a
regime sul capitolo istruzione e un piano straordinario di assunzioni
per poter dare alla scuola i docenti di cui ha bisogno. Dal 2016 si
assume solo per concorso. Il provvedimento mette al centro
l’autonomia scolastica. Si danno gli strumenti finanziari e
operativi a dirigenti scolastici e docenti per poterla realizzare.
Ovvero più fondi e più risorse umane.
Ma
quello che si temeva si è verificato: quasi
tutti i precari siciliani assunti lo scorso anno dalla “Buona
scuola” dovranno fare le valigie e
trasferirsi al Nord. Da mille a duemila maestre e maestri che nel
2015/2016 sono riusciti a spostare in avanti l’assunzione al Nord.
Ma adesso non possono più farne a meno. E’ questo l’esito per la
Sicilia dei trasferimenti della scuola primaria pubblicati, con tre
giorni di ritardo rispetto alla data del 26 luglio, dal Miur .
Sono tantissimi che si ripromettono di fare ricorso”. L’unica
speranza per questi insegnanti siciliani è l’assegnazione
provvisoria e l’utilizzazione... ma occorre
che ci siano i posti disponibili in Sicilia...Il terremoto di
questi ultimi giorni distrae da questo argomento che ben presto
tornerà a farsi più persistente.
La
riforma della scuola non è di certo perfetta... malgrado l'impegno
non può nemmeno definirsi ottimale. Non si possono ancora trascurare
i pericoli di una simile riforma che pone nelle mani di una figura
predominante... manager o no..l'andamento di un percorso di gestione
scolastica... non prevedendo che tale figura potrebbe anche non
essere capace. Nel merito, quindi, non possiamo che sperare sulle
prerogative stesse delle figure che assumono questo incarico per
meglio comprendere se ne siano davvero capaci.
Ma
vi è un aspetto sempre trascurato quando si mira a queste riforme
scolastiche che non guarda con sufficiente interesse e con la dovuta
profondità al metodo con cui si procede verso l'insegnamento..Una
disciplina che inquadra gli studenti nel loro insieme ...senza una
maggiore attenzione verso le evidenti differenze esistenti tra loro
nel processo di apprendimento...Ossia pensando di poter operare un
insegnamento comune ed uguale per tutti, sottovalutando l'importanza
di una qualità che dovrebbe porre dovute distinzioni: Sembra una
sorta di globalizzazione della scuola per un insegnamento malamente
internazionalizzato i cui risultati sono ancora da vedere.
Nessuno
si è mai posto questo importante problema e nel metodo non si è mai
ricercata una disciplina più appropriata. Dovrebbe essere questo il
principale dovere nell'opera di rinnovamento dell'educazione
scolastica. Ma questo rimane un argomento che difficilmente potrebbe
entrare nel contesto di tutte queste riforme governative che sembrano
dover guardare soprattutto a semplificare e facilitare le
iniziative.... proiettandosi quasi esclusivamente verso la gestione
nel suo insieme e privandosi spesso di un essenziale ed utile
impronta qualitativa..