18 giu 2019

CONFLITTO DI INTERESSI... E INTERESSE NEI CONFLITTI


L'inizio di una riforma che riguardi l'annoso conflitto di interessi non può che trovare ogni incoraggiamento da parte di tutti coloro che osservano e studiano la politica odierna..tuttavia per limitare meglio i conflitti è importante partire dalla distinzione per un funzionamento alla base dei poteri.
di vincenzo cacopardo


Come sappiamo..nel 2016 si diede inizio ad un disegno di legge che.. già da tempo.. sarebbe dovuto essere posto sul tavolo del governo: Era il ddl sul conflitto d!interessi..

Alla Camera i voti favorevoli furono 218, i no 94, 8 gli astenuti. Il testo passò poi all'esame del Senato. Nei giorni precedenti il partito di Berlusconi aveva iniziato a fare ostruzionismo rallentando i lavori. Secondo Forza Italia la discussione in commissione aveva portato ad una legge fin troppo restrittiva, mentre secondo i 5 Stelle troppo permissiva. Qualcuno pensava che se la legge fosse passata in questo modo ci saremmo ritrovati di fronte al disconoscimento dei principi fondanti del nostro ordinamento discriminando la categoria degli imprenditori. Venendo posti ostacoli all’esercizio della politica e del governo per chi facesse l’imprenditore, secondo Il movimento 5 Stelle..in condivisione con una parte del PD, si sarebbe fatta una sorta di pulizia etnica.

La nuova legge sul conflitto di interessi, avrebbe voluto introdurre in Italia la formula del blind trust, disciplinandone l'applicazione: L'alienazione dei beni, che sarebbe scattata per partecipazioni di rilevanza nazionale in settori strategici nell'editoria e nei servizi pubblici in concessione o autorizzati, poteva essere parziale e imposta dall'antitrust. Inoltre, secondo il testo, per gli atti adottati dai ministri in conflitto di interesse non sarebbe scattata più la decadenza automatica, ma sarebbe stato il presidente del Consiglio a sottoporre al questione al Consiglio dei ministri.
Il testo stabiliva in particolare che, dopo il termine dell'incarico di governo, l'incompatibilità sussisteva per ulteriori dodici mesi nei confronti di cariche in enti di diritto pubblico e in società con fini di lucro che operavano in settori connessi con la carica ricoperta.
Tuttavia il testo non andò avanti e si arenò al Senato !

Sappiamo che negli anni 90 il centrosinistra aveva le forze per offrire delle regole e determinare delle formule più adatte. Ma in tutti quegli anni si è solo perso tempo!.. Non possiamo nemmeno omettere l'esordio, quasi autolesionista, di Luciano Violante che ammise in Parlamento, senza mezzi termini, le garanzie offerte al Cavaliere. Per opportunità lo spinoso argomento venne ancora una volta accantonato dal giovane rottamatore Renzi, pena la messa in crisi di un patto detto del “Nazareno” che condizionava in modo poco logico ed ambiguo tutta la politica del Paese.. e lo stesso Partito democratico.

Quella sul conflitto di interessi rimane comunque una riforma di primaria importanza che si apre a ventaglio su una moltitudine di principi...che tocca il cuore di ogni percorso politico che si vorrebbe sano e funzionale.. e che invade grossi campi del potere economico e politico...un tema che investe l'attività parlamentare e quella governativa insieme. Insomma.. una vera madre di tutte le riforme. Il problema del conflitto d'interessi dovrebbe trovare oggi una soluzione equilibrata: Una legge che definisca in modo chiaro, semplice ed efficace un quadro normativo per impedire alle principali cariche elettive del nostro Paese, di avere interessi che interferiscono nella loro azione politica.

Oggi dopo i vari fallimenti del passato i 5 Stelle vorrebbero dare inizio ad un lavoro in favore di un ddl che lo stesso  Di Maio ritiene prioritario. Da quel che si sa..il provvedimento dovrebbe prevedere anche un registro dei lobbisti e lo stop a quelle “porte girevoli” tra ex eletti e portatori d’interessi.
L'inizio di una riforma che riguardi il conflitto di interessi non può che trovare ogni incoraggiamento da parte di tutti coloro che osservano e studiano la politica odierna, ma è inutile ribadire ( anche agli stessi pentastellati che lo propongono) che il vero conflitto (quello più macroscopico) permane se i ruoli stessi della politica (quello parlamentare..e quello governativo) non vengono meglio distinti e separati alla base... e questo potrà avvenire solo attraverso la scorta di un'altra riforma che regoli e disciplini i Partiti tagliandoli fuori da ogni operazione riguardante una funzione amministrativa di competenza: L'azione dei Partiti dovrebbe rimanere focalizzata e limitata sulla importante ricerca del dialogo con la cittadinanza ed il riscontro di quelle idee e normative utili a chi successivamente, in ruolo deduttivo, deve porle in atto con ordine e capacità. In tal modo il più evidente conflitto che genera costanti compromessi tra i Partiti ed il potere esecutivo verrebbe.. in qualche modo... limitato senza l'edificazione di interessi e conseguenti anomalie che contrastano e coinvolgono figure.

In quest'ottica rimane sempre più sorprendente pensare che un Premier possa rimanere a capo di un esecutivo e contemporaneamente segretario indiscusso di un partito.
Altro che conflitto!!

10 giu 2019

POTERE GIUDIZIARIO E POLITICA DELLA GIURISDIZIONE


Se c'è un caso di attualità che dovrebbe sorprenderci..non sono tanto i risultati delle elezioni ..quanto quello relativo il CSM che coinvolge ordine della magistratura e politica in un preoccupante compromesso
di v cacopardo


(Sembra che il caso coinvolga più direttamente il PD nella sua corrente renziana.)
Tutto nasce con il caso Palamara (nel 2008 nominato Presidente dell’Associazione Nazionale Magistrati e poi dal 2014 membro togato del Consiglio Superiore della Magistratura.) Il magistrato viene indagato per corruzione dalla Procura di Perugia: Palamara, candidato ad un ruolo di aggiunto, sembrerebbe anche avere intralciato la partita della nomina del successore di Giuseppe Pignatone a procuratore capo di Roma, da tempo sul tavolo del Csm.
Non manca molto che all'assemblea del CSM arrivano le conseguenti autosospensioni di 4 consiglieri togati (Antonio Lepre e Corrado Cartoni, entrambi di Magistratura Indipendente), che seppur non indagati, avrebbero partecipato con Palamara ad incontri con l'ex sottosegretario Lotti e Cosimo Ferri in cui pare si discutesse della nomina del procuratore di Roma. Da lì sembra essersi allargata una indagine con coinvolgimento di altri giudici... prima auto sospesosi e subito dopo rientrati...
Oggi questa allarmante faccenda..ha terremotato l’intero Consiglio Superiore della Magistratura, l’organo di autogoverno della magistratura a cui come sappiamo, in base all’art. 105 della Costituzione, spettano assunzioni, promozioni, assegnazioni e trasferimenti...oltre alle azioni disciplinari nei riguardi dei magistrati.
Malgrado si facesse in modo che nessuno lo sapesse il fatto è venuto fuori implicando la figura di Luca Lotti, amico strettissimo di Matteo Renzi, già indagato per problemi giudiziari..che parrebbe si incontrasse con i giudici del Consiglio per l'assegnazione degli incarichi..tra cui la procura di Roma..Procura in cui tra l'altro si indagava sul suo caso. .Sappiamo che gli incarichi vengono assegnati da maggioranze costituite da magistrati e laici del Csm ed è quindi quasi logico pensare che vi sia una lotta di potere per la distribuzione delle poltrone. Tuttavia nella fattispecie..vi è un aspetto più inquietante ed è quello che coinvolge Cosimo Ferri deputato del Partito democratico, che parrebbe essere stato presente agli incontri intercettati dalla Procura di Perugia nell'inchiesta per corruzione a carico di Luca Palamara, leader di Unicost.
Questo quanto riportato dalla stampa!
Qualunque cittadino ha sempre nutrito sospetti circa le nomine politicizzate della magistratura..tuttavia questo caso emblematico dovrebbe scatenare la dovuta reazione per ristabilire ordine all'interno del CSM.
Dovremmo in proposito ricordare cosa sarebbe voluto essere per i padri costituenti il CSM: Una istituzione indipendente dagli altri poteri dello Stato per far sì che la libertà civile ottenga concreta realizzazione. Questa libertà non è quella politica, poichè non potrà mai essere un giudice ad impedire che si possano travolgere con la forza le istituzioni di uno Stato democratico.
Possiamo però asserire che in questa strada, non si è mai tenuto in giusta considerazione l’assioma politico che, creare un potere comporta... inevitabilmente... il sorgere di molti desideri per la sua conquista: Se questo potere si pone nelle mani degli stessi giudici, la conseguenza inevitabile sarà quella dello scatenarsi di una guerra interiore tra loro per la conquista di detto potere.
Quindi..come possiamo constatare dai fatti odierni.. la lotta delle “correnti” interne al CSM, ha finito col rompere il “vantaggio” che si sarebbe voluto. Ma l’aspetto più grave resta quello che si è creato un organismo che non riesce a trovare una collocazione legittima in un regime politico fondato sulla divisione dei Poteri. Tuttavia si tratta solo di un argomento verbale privo di realtà in quanto, come è ampiamente dimostrato, ogni potere di un’alta amministrazione assume conseguentemente un carattere politico. Quindi, anche in questo caso, l’amministrazione della giustizia ha finito con l'assumere un carattere politico..
La domanda che da tempo avremmo sempre dovuto porci sarebbe dovuta essere: Sarà mai possibile dirigere tutta la parte amministrativa dell’esercizio del Potere giudiziario senza fare politica della giurisdizione?
Questo di oggi rimane un fatto preoccupante che mette ancora una volta in luce i compromettenti atteggiamenti di una politica nei confronti di alcune figure di magistrati creando ulteriori dubbi sulla loro indipendenza.
Ma ancora peggio risulta essere l'atteggiamento di tutto il PD che è sembrato sottovalutare il valore politico di tali comportamenti e che dovrebbe esprimersi.. contro questi coinvolgimenti compromissori che vedono coinvolte figure del suo Partito con l'ordine autonomo...attraverso parole chiare e meno ambigue!                                



28 mag 2019

IL MOVIMENTO CHE DIMEZZA I CONSENSI


MALCONTENTO ED ASTENSIONISMO PENALIZZANO I 5 STELLE

di vincenzo cacopardo

Il M5stelle crolla..oltre ogni previsione!.La sorte del Movimento era legata al sud. Un sud verso il quale si e' trascurata una decisa attenzione e che ha reagito non andando a votare e spostando una parte dei consensi sull' alleato di governo.

I pentastellati non possono lamentarsene in considerazione del fatto che, trascurando la dovuta attenzione verso meridione.. che li aveva premiati alle politiche..hanno raccolto tanto malcontento ed astensione. Persino il complesso sistema del reddito di cittadinanza non e' mai riuscito a convincere. Occorreva una maggiore attenzione ed un lavoro più profondo e convincente per rilanciare il sud.

Adesso.. al di la' della intensa delusione..pare che Di Maio debba decidere: se restare a capo di Movimento o continuare nell'incarico di governo. Dovrà scegliere per smorzare le critiche all'interno dell'organizzazione, ma anche perchè.. in questo contesto.. il doppio ruolo potrebbe continuare a castigarlo nella comunicazione ed investirlo nei compromessi!
Il leader del Movimento è di certo una persona di carattere ed ha dimostrato molta volontà e tanto coraggio nell'affrontare i suoi ruoli in un contesto in cui la stampa ed i partiti di opposizione lo hanno criticato in una continua retorica dell'incompetenza. Tuttavia.. proprio il suo doppio incarico.. non potrà essergli di aiuto nel futuro.

Da quello che da tempo si scorge..vi sono problemi notevoli di organizzazione all'interno di questo Movimento che partono dalla mancanza di una adeguata comunicazione.. sia interna che esterna..Manca una identità precisa che possa fare presa sull'elettorato..manca un riscontro diretto con il territorio ed una precisa volontà progettuale a supporto dei temi di un meridione che lo ha sostenuto. Insomma.. oggi il grande astensionismo che ha penalizzato il Movimento.. prende spunto da una scarsa attenzione verso il mezzogiorno che nelle elezioni del 2018 gli aveva portato una enormità di consenso.
Adesso non mancherà al vittorioso leader della Lega..alleato di governo.. sollevare richieste precise ( flat tax, autonomia e Tav.) con perentorie forzature in forza dei risultati ottenuti.
Il futuro di questo Movimento non è incerto, ma di sicuro pieno di tanto lavoro per costruire la base forte per una identità capace di carpire ancora l'attenzione dei tanti rimasti delusi che credevano ad un vero cambiamento. Occorrerà tempo.. e forse.. abbandonare il campo governativo per immedesimarsi con maggiore attenzione in quello organizzativo della struttura!..Le difficoltà si intuivano già da tempo all'interno di una organizzazione che ha sempre preteso di creare una classe dirigente ed una democrazia diretta ..attraverso metodi poco convincenti e sostenuti con forza da una dose di emotività.




27 mag 2019

FROTTOLE E COMUNICAZIONE POLITICA



Frottole...balle...bugie..pansane..menzogne..le possiamo chiamare come vogliamo..ma il senso non cambia!

Gran parte dei politici di oggi.. basa la propria campagna elettorale essenzialmente sulle frottole.. per poi entrare in fase governativa e modificare e persino trasformare in senso diametralmente opposto ostentati programmi.

Prima Berlusconi..successivamente Renzi..ed oggi ancora Salvini..(e lo ha fatto persino e malauguratamente il leader di un Movimento proclamatosi per il cambiamento) adoperano la loro comunicazione con l'elettorato in un edulcorato elenco di prospettive a favore della società e di un benessere comune...per poi mutare atteggiamento di fronte ad un costringente quadro istituzionale (nazionale ed internazionale) che implica necessari vincoli.

E' fin troppo chiaro che tali personaggi guardano più alla loro popolarità ed usano la comunicazione politica per un ritorno di consenso facendo forza su una gran parte del popolo che, ignorando, non si proietta mai sulle possibili conseguenze opposte. In questo quadro.. si finisce sempre con osannare i più furbi o più capaci nel comunicare...come si volesse dimostrare che solo la prepotenza e la determinazione assoluta siano la carta vincente contro chi, al contrario, ha la pretesa di una speranza verso il buon senso, un essenziale equilibrio e la coerenza: Un' auspicio verso un futuro politico migliore che non potrà mai arrivare se non si pongono i giusti limiti ed il dovuto rispetto..ma soprattutto la percezione di chi li ascolta nel valutare la loro comunicazione con la misura necessaria.

Queste figure ..osannate come miti dell'innovazione, in realtà rimangono legati ai soliti schemi di una vecchia politica di potere. Risulta del tutto assiomatico come essi stessi continuino ad operare nella anomalia di un vero conflitto attraverso un doppio ruolo che, seppur ormai accettato da una politica cieca e compromessa, gli consente di governare e nominare sottomettendo di continuo un Parlamento..facendo altresì gioco su perentorie e continue richieste di fiducia.
vincenzo cacopardo

23 mag 2019

LE BEGHE VERGOGNOSE SULLA COMMEMORAZIONE

LE CONTRAPPOSIZIONI CHE ALIMENTANO LE OSTILITA'

di vincenzo cacopardo

Ci mancava pure questa! In un clima già di per sé caldo …

Una cerimonia in onore di Falcone dopo 27 anni dal vile agguato che lo ha portato alla morte..pregiudicata dalle beghe costruite sulle orme delle incomprensibili contrapposizioni politiche destra- sinistra che ancora persistono nel nostro Paese.. causando astio, basso pettegolezzo..e vergogna, persino in occasioni come queste che dovrebbero vederlo unito.

Questa storia si infiamma anche sulle scelte di un sindaco che pare non voler stringere la mano al ministro degli interni..un presidente della Regione che diserta alcuni luoghi.. ed un assessore al comune che invita Salvini a non presentarsi alla commemorazione. La condotta non può più essere definita ridicola ma vergognosa ...offrendo in tal modo ancora una volta il fianco al leader della Lega il quale non mancherà di farne uso di propaganda a proprio favore.
Bisticci infantili ed inopportuni per l'occasione..che in realtà toccano con evidenza le istituzioni ed il loro incoerente rapporto con uno Stato che in una commemorazione di questa portata dovrebbe quantomeno vedersi unito.

Un ignobile teatro costruito sui veleni e sul cadavere di un uomo che ha combattuto per lo Stato..Un uomo..un magistrato.. che lo stesso Stato ieri non ha saputo proteggere e che ancora oggi non riesce a commemorare in modo univoco e compatto: Si può dunque immaginare quanto questo clima.. anche nel passato.. non abbia potuto aiutare, anzi sia stato deleterio, per il magistrato nella sua opera di indagine ai fini di una lotta contro il potere mafioso.

Fino a quando questa politica continuerà ad essere costruita sullo spirito delle vecchie contrapposizioni ideologiche..(come due squadre che si scontrano in uno stadio..o due pugili in un ring) commemorazioni e manifestazioni come queste non potranno che infiammare ed alimentare l'umore di un popolo non esattamente in grado di percepire il senso di uno Stato unito.

post correlato
http://vincenzocacopardo.blogspot.com/2015/07/ricordarli-come-esempio.html






22 mag 2019

LE OPPOSIZIONI E LA RETORICA DELL'INCAPACITA'



di vincenzo cacopardo

Quando parla Calenda pare conoscere tutto sul Paese ed essere l'uomo della soluzione a tutti i problemi della politica, quando invece parla Zingaretti i discorsi cadono esclusivamente sulla decadenza della politica a causa di un governo inadatto ma mai si propone su possibili soluzioni..Poi parla Berlusconi e secondo il cavaliere tutta la colpa rimane concentrata sulla incapacità dei nuovi arrivati.

Il PD e FI hanno governato per qualche decennio ..eppure la colpa è sempre dei nuovi arrivati, ma soprattutto dei 5 Stelle poiché Salvini con la sua Lega non conviene attaccarlo con la stessa energia... dato che la Lega stessa ha governato anche nel passato. Senti parlare persino la Moretti (che nel PD continua ad imboccare una lunga serie di elezioni..non concentrandosi mai su una specifica carica) esprimendo un curioso tipo di oratoria sul fatto che non si debba fare più riferimento al passato.
Insomma: Come la giri ...è fin troppo comodo parlare dell'incompetenza dei nuovi arrivati al fine di giustificare i molteplici errori commessi nel passato da forze politiche che in verità non hanno dimostrato alcuna capacità e lungimiranza!

Calenda pare esprimersi come il nuovo censore politico col suo modo di esprimersi con forte dose di sicumera su ogni argomento che tocca, ma presuntuosi lo sono ormai un po' tutti coloro che oggi rimangono in opposizione ad un governo fortemente compromesso da due forze che lo sostengono attraverso una sorta di contratto che non genera alcuna sintesi politica, un governo che è di certo il risultato di una scelta su una legge elettorale voluta da chi oggi in parlamento siede in opposizione. 

Umiltà poca o niente..riconoscimento degli errori mai...persistono presunzione ed arroganza e persino voler insegnare strade che nel passato non hanno mai saputo affrontare! 
Queste opposizioni non sembrano mai lavorare in favore di un vero progetto alternativo soffermandosi invece con maggior impegno verso la retorica dell'incapacità o su argomenti del più basso pettegolezzo ed inseguendo ancora personaggi del passato.

21 mag 2019

COMUNICAZIONE DI EFFETTO E ASSOLUTISMO PROFETICO

di vincenzo cacopardo

-Saper percepire l'importanza di certe riforme istituzionali capaci di far procedere l'apparato della politica verso un utile funzionamento - Saper comprendere che senza una giustizia efficiente non vi potrà mai essere una base di costruzione per una vera legalità - Capire quanta importanza oggi ha l'entità territoriale come quella di un meridione..ormai del tutto abbandonato da ogni utile studio per il suo naturale sviluppo ed a cui necessita un vero progetto infra regionale - Capacità di realizzare vere riforme innovative per lo sviluppo e la crescita di nuove piccole aziende per prodotti e servizi di qualità - Spingersi verso formule fiscali più corrette in soccorso delle aziende - Imporsi verso un'Europa con giusto tono diplomatico e non in osservanza a formule che ci penalizzano costantemente -  Progettare un futuro con il dono della semplicità e la giusta attenzione verso una società civile che si vuole più equa e sobriamente integrata....E si potrebbe continuare..

Ieri Renzi ...oggi Salvini, (con un Di Maio che in realtà appare molto più pacato e moderato del suo avverso alleato rimanendo in bilico all'interno di un Movimento che ancora deve crescere e ravvedersi sulla struttura organizzativa ed alcuni principi)
Quello che oggi constatiamo, senza pregiudizi nei confronti di chi ci ha governato o si impone ancora oggi con tono assai sprezzante, è l'assolutismo profetico di chi pensa che, spingendo al massimo ogni riordino in modo deciso, pragmatico e frettoloso, si possa riscontrare un domani un risultato utile: E' quello che oggi in tono assai convenzionale si suol chiamare “efficientamento” (ossia un neologismo assai di moda che vorrebbe significare il miglioramento dell'efficienza). Ma per ottenere un miglioramento bisogna che almeno un metodo efficiente ed una soluzione ponderata nel merito vi siano!
La direzione più giusta rimane sempre quella di una ricerca più attenta ed utile verso un rinnovamento che dovrebbe dirigerci verso una più utile funzionalità del sistema politico ed una fattiva innovazione senza una imposizione di tagli lineari..persino in termini di democrazia.

Forse è difficile poter fare comprendere questi concetti a chi non guarda in profondità la politica.. ma non v'è dubbio che oggi tutta l'attività politica di Salvini che corre nel paese con i suoi variopinti camiciotti, pare muoversi verso un vecchio dialogo di “contrapposizione” tra chi è con lui e chi, non essendolo, rimane contrario al rinnovamento. Il vicepremier usa appositamente questa antitesi ( come del resto..sebbene in altro modo.. lo fece Renzi) nel dialogo verso il popolo attraverso una forma comunicativa che suona quasi ricattatoria e di reazione...”Chi non è con le loro riforme è un nemico di esse”.

La speranza di ogni possibile sintesi tra chi ci governa rimane ormai assai lontana!



9 mag 2019

MOTIVAZIONI E SPERANZE PER UN CAMBIAMENTO


di vincenzo cacopardo
( tratto dal libro "la politica ed il cambiamento di vcacopardo del 99)

Ciò che accade oggi nel mondo intero è un lento, ma progressivo cambiamento del sistema politico spinto da una visione più completa di una società che aveva già da tempo incanalato gli asettici principi delle disuguaglianze infischiandosene delle scontate conseguenze che oggi sembrano manifestarsi sempre più animatamente.

Nel nostro Paese la necessità di nuove organizzazioni politiche che potessero dare una svolta ad un sistema fin troppo ricco nei principi ed assai meno fondato sui giusti valori era nell'aria già da tempo subito dopo i governi succedutisi dopo mani pulite.


Possiamo cominciare una breve analisi ricordando quel 96..con la difficile fase di un governo tecnico guidato da Dini, appoggiato dalla sinistra e dalla Lega, quando.. subito dopo.. si ritornò a votare per le politiche: Un nuovo polo, sotto la sponsorizzazione delle foglie di un ulivo, riuscì ad unire una frastagliata sinistra vincendo le elezioni, ma dovette vivere con forti contraddizioni la sua lunga fase governativa, sforzandosi non poco nell'adattare una certa ideologia ad un sistema sempre più competitivo e liberista. Per certi versi.. quel governo..sembrava più diretto a costruire accordi con una opposizione per un maggior quieto vivere e per realizzare il sogno di un più efficace ingresso in Europa. Di fatto subito dopo si passò al governo Berlusconi con l'uso del sistema bipolare basato sull'alternativa dei due poli opposti.

Malgrado la politica del Palazzo marciasse in questa direzione per una buona parte dei cittadini furono proprio quelli gli anni in cui si cominciò a dubitare di un sistema costruito sulla retorica delle ideologie del passato che avrebbe spinto alle reazioni. Molti avevano creduto alle elezioni attraverso il “maggioritario” e ad un sistema governativo bipolare capace di togliere di mezzo le vecchie forze di centro. Tuttavia nessuno aveva realmente percepito quanto avrebbe inciso nel quadro politico questa mancanza repentina delle forze moderate che per decenni avevano amministrato il paese.

Il palazzo si era chiuso e la politica pensava molto a se stessa con poco spazio dedito alle vere esigenze di chi guarda alla politica come funzione sociale. Era perciò scontato che progressivamente si sarebbero formate organizzazioni politiche con manifestazioni di piazza. Era anche previsto che un Movimento formatosi in reazione ad una politica di palazzo costruita attraverso il gioco delle contrapposizioni dovesse prima i poi insorgere...(qualunque fosse)... Per di più in forza ad un mutamento sociale che aveva cominciato ad investire il mondo intero per via di una globalizzazione che non sembrava lasciare alcuno spazio a idee, qualità e valori a cui quella stessa politica non poneva alcuna resistenza

Oggi.. nel mondo intero..senza quella essenziale politica lungimirante.. questa trasformazione ha raggiunto anche valori più alti e difficili da contenere come quelli ambientali..quelli di una sovrappopolazione e della emigrazione. Nel nostro Paese anche quella di porre minori disuguaglianze e di ridurre il macroscopico divario Nord – Sud.

Nessuno ha la sfera di cristallo per leggere il futuro..nessuno sa se un Movimento come quello dei 5 Stelle, con tutte le sue contraddizioni, sarà in grado..anche solo in parte.. di mettere ordine nel nostro paese attraverso un solido equilibrio politico, nessuno è in grado di sapere se ne verranno altri di nuovi.. più preparati e convincenti .. ma di certo non ci si può meravigliare del bisogno di un “cambiamento” perfino quando questo non sembra esser guidato nel senso giusto ed in modo in cui vorremmo, poiché ogni cambiamento pone anche limiti e dubbi che solo il tempo potra' dissolvere. Tuttavia.. in qualunque modo finirà ..si saranno aperte nuove strade...

In politica la speranza di poter chiudere una porta a beneficio di un'altra che poi nel tempo ne aprirà un'altra ancora ..è sempre utile alla sua dinamica..di certo più utile e costruttiva che dovere restare immobili e schiavi di vecchie figure e delle logiche di un passato.

Una disamina sull'articolo dell'amico Paolo Speciale

L'amico Speciale, particolare lettore del mio Blog, mi invia questo articolo che pubblico volentieri. L'articolo mi invita.. però.. ad una personale disamina sull'argomento che ha tenuto banco per diversi giorni sui giornali e le tv..
Leggendolo mi trovo sostanzialmente in accordo in via generica con quanto scritto da Paolo, tuttavia mi permetto di far osservare che nella fattispecie la questione Siri deve leggersi in modo diverso: L'argomento non può( come per altro specificato contraddittoriamente dallo stesso amico autore dell' articolo) essere visto nell'ottica di un “giustizialismo” ed un “garantismo”. Proprio per questo deve rimanere esclusivamente valutato nel ristretto campo di una etica che la stessa politica deve salvaguardare e prevenire anche al fine di non lasciare ulteriori conflitti nel cammino di una giustizia che deve indagare su eventuali reati. Insomma: una cosa è l'indagine giudiziaria che inizia con un avviso il suo percorso garantendo l'indagato ed il suo diritto di difendersi..altro è il comportamento poco affidabile nei riguardi dello stesso governo di chi ha cercato di asservire l'esercizio delle proprie funzioni e dei suoi poteri a interessi privati, in modo alquanto lobbistico... proponendo e cercando di concordare con gli organi apicali dei ministeri competenti per materia... andando così oltre il suo compito e suscitando notevoli perplessità.
Questo è più che sufficiente per porsi delle domande attenenti un conflitto di interessi grande come una casa che la politica non può far finta di non vedere. Sottolineo tra l'altro che Siri rimane comunque garantito come senatore non avendo il governo in proposito nessuna legittimità di poterlo sospendere...(quindi non se ne può di certo fare una vittima).
Può darsi che Di Maio abbia anche usato questa faccenda ad uso propagandistico, ma rimane il fatto che il sottosegretario è reo di un comportamento politico morale assai poco convincente..anzi forse preoccupante!.
Per quanto riguarda la possibile tangente ed i rapporti con Arata e Vito Nicastri, il 're' dell'eolico, ritenuto vicino all'entourage del latitante Matteo Messina Denaro, lasciamo sicuramente il tutto in mano alla magistratura dove il ruolo etico della politica non può e non deve entrare.
Infine credo che..sulle riforme dimenticate invocate in questo articolo se ne potrebbe parlare tanto.. ma non relative a questo caso..Lo scontro dei poteri dovrebbe innanzitutto potersi focalizzare sui limiti dei propri ruoli! 


Governo del cambiamento e riforme dimenticate

di PAOLO SPECIALE


Il Governo del cambiamento si rende protagonista dell'ennesimo scontro tra i poteri della Repubblica. Il motivo del contendere è sempre lo stesso, anche se stavolta la prospettiva dei fatti e delle posizioni assunte dalle forze in campo è diversa.
Non si registra infatti, come ai tempi del berlusconesimo, un "j'accuse" rivolto alla magistratura requirente circa la presunta ed impropria spinta "politica" delle inchieste su parlamentari e/o membri dell'Esecutivo, ma l'adesione ed il consenso incondizionato tout court all'operato – peraltro pienamente legittimo - di un GIP o similare, in nome di una assoluta e perentoria moralità che si ferma e si attiene alla primissima parte delle spesso lunghe inchieste giudiziarie in ambito istituzionale e politico.
Ora, se è vero come è vero che fino alla dichiarazione di colpevolezza certa e definitiva perché non più appellabile l'individuo debba essere considerato "innocente", laddove i termini inquisito, indagato, sospettato non possono in alcun modo costituire, in un ordinamento come il nostro, alcun elemento di colpevolezza, vogliamo provare a ricordare i diritti di cui può e deve avvalersi chi si ritrova prematuramente sul banco degli imputati con la contezza personale – magari non dimostrabile in via immediata – di non aver commesso alcun reato?
Non può certo bastare il diritto alla difesa, che consideriamo scontato, intendiamo qui riferirci piuttosto a quello di rimanere legittimamente in carica? Si può negare, secondo il nostro ordinamento, ad un cittadino chiamato a far parte della cosa pubblica e meramente sotto indagine, la facoltà di continuare a svolgere il proprio mandato istituzionale, che comporta anche innegabilmente, oltre all'impegno connesso all'incarico ricoperto, anche una personale gratificazione per la fiducia democraticamente ricevuta in forza di una elezione dalla elezione e/o di una nomina a quella stessa carica? Ed ancora: sino a che punto è legittimo, di fatto, interrompere, annullare, cancellare con un semplice decreto – peraltro non condiviso alla unanimità nell’Esecutivo – non solo il mandato istituzionale contingente, ma anche – e lo sappiamo tutti molto bene – la carriera politica di una persona?
Una delle doglianze da esprimere senza esitazione a proposito di certi aspetti della nostra legislazione riguarda la prolungata assenza, in essa, di una regolamentazione in senso prettamente morale dell’uso della libertà di stampa, regolamentazione sinora sempre frenata dalla strumentale diffusa ossessione che in realtà si voglia sempre e comunque controllare in qualche modo l’informazione stessa; e ciò è mortificante per la matura civiltà democratica del nostro Paese, spesso danneggiata da certa stampa più attenta agli avvisi di garanzia che ai successivi proscioglimenti, sensibilmente numerosi in fase istruttoria.
Qualora Siri - ma domani potrebbe essere un esponente dell'altra principale forza politica al Governo - , fosse prosciolto tra qualche mese tornerebbe a ricoprire il suo incarico con un altro decreto di nomina o rimarrebbe irrimediabilmente privo di un incarico potendosi rivalere ( ma come?) su chi lo ha per così dire “danneggiato”?
Da qualsiasi parte politica si stia, come è possibile non includere, tra i diritti fondamentali di un individuo, quello di mantenere un incarico pubblico da parte di chi sia stato chiamato al governo, a vario titolo, o in Parlamento, a rappresentare il popolo elettore? Come ed in nome di che cosa è possibile equiparare, di fatto, l’inizio di un procedimento giudiziario, avviato per accertare eventuali responsabilità e/o violazioni del codice penale, con l’atto conclusivo - ancora ignoto - di tale stesso procedimento, che prevede tre gradi e tre sedi istituzionali giudiziarie di svolgimento, sempre che vi sia un rinvio a giudizio che spesso nel momento dell’attacco mediatico ancora non si è neanche concretizzato? Sono considerazioni condivise nel rispetto irrinunciabile della nostra Magna Charta e del nostro ordinamento, che pongono i diritti fondamentali di qualsiasi cittadino in posizione di assoluta prevalenza.
Qui non si tratta di essere garantisti o colpevolisti: è riprovevole la neo xenofobia salviniana, come è altrettanto riprovevole la dichiarazione di Di Maio in cui definisce il decreto odierno anti Siri "la vittoria degli onesti": forse intende vittoria sui disonesti? Ed da chi egli si ritiene in grado o abilitato alla pronuncia di vere e proprie sentenze?
Il Presidente del Consiglio sostiene che il corso e la durata di un procedimento giudiziario sono diversi dai tempi di valutazione "politica" di una inchiesta avviata.E' vero, anche perchè questa dichiarazione lascia chiaramente intendere la profonda e necessaria "alterità", sul piano costituzionale, tra i poteri dello Stato.Il problema è proprio questo, che la nobile e sacrosanta "alterità" voluta dai padri costituenti ormai da tempo mal si concilia con l'applicazione contingente delle leggi ordinarie e con le azioni spesso reciprocamente ingerenti sostenute, di fatto, da un indirizzo politico che molta presa esercita sull'opinione pubblica, ma di populismo parleremo un'altra volta.



2 mag 2019

REDDITO DI CITTADINANZA: La fase più difficile e meno garantita



di vincenzo cacopardo

La prima fase del reddito di cittadinanza sembra procedere: Quella relativa ad una carta con la quale i cittadini che entrano a far parte di coloro che ne hanno i requisiti, possano essere in grado di acquistare beni di necessità per garantirsi un po' di serenità economica.

Non è di certo la panacea!.. Ma in fondo si dà ai disagiati un minimo di sostentamento al fine di rendergli la vita più sopportabile. Inoltre, forse anche in minima parte, si offre un mantenimento a qualche giovane che altrimenti potrebbe ricorrere a spacciare o a commettere qualche piccolo furto. Tuttavia nulla è scontato! Si può di certo affermare che la prima parte di questa particolare riforma aiuta a movimentare denaro e rendere più agevole la vita di qualche poveretto.

Ma il reddito di cittadinanza ha una seconda fase che è quella più importante e che rimane l'anima stessa del progetto: Quella di dover immettere costoro nel mondo del lavoro altrimenti il disegno stesso della riforma rimane monco e non del tutto convincente secondo i fini promessi: E' quello di rimettere in piedi i centri dell'impiego..quello di attivarsi per interconnettere il lavoratore con le aziende..quello di formarli alla tipologia del lavoro..e' il complesso lavoro dei “navigator” che verranno impiegati a tempo determinato e che dovranno essere in grado di espletare bene e con logica questo lavoro: Una strada che appare molto più difficile della stessa complicata azione per mettere su la farraginosa manovra iniziale del progetto.

Di Maio ha dimostrato in proposito una grande volontà..apprezzabile di certo, ma il compito difficile inizia adesso poiché trattandosi di “reddito” e non di “sostentamento” l'occupazione per questi milioni di cittadini dovrà trovarsi... il momento storico non è per nulla favorevole e lo stesso progetto rimane assai lungo nell' espletamento. ..Qualcuno potrebbe anche chiedersi:  Se il governo (già di per sé disarmonico ed instabile)... dopo le elezioni europee... dovesse cadere..chi prenderà in mano le redini di questo progetto..chi potrà garantire che tale lavoro iniziato potrà essere portato avanti?


30 apr 2019

SICILIA: LABORATORI E POTERE



Eccoli di nuovo! Un ex ministro..da lungo tempo manovratore di una certa politica in Sicilia e un forzista sempre dedito a nuovi indecifrabili laboratori. L'opportunismo politico continua a mantenerli insieme
di v. cacopardo


In Sicilia quando si comincia a perdere il consenso...la parola magica è sempre stata “Laboratorio”..Una parola piena di retorica ed usata come strategia per ritornare in campo...Ormai la conosciamo bene!
Si parla ancora di laboratori della politica quando è di tutta evidenza che voglia di elaborare analisi per metodi ed idee non ve ne è proprio. L'unica realtà è quella di individuare in queste pseudo officine le botteghe dove far confluire consensi attraverso legami di interesse per mantenere per anni ed anni una qualunque forza di potere politico.

Gianfranco Miccichè sempre legato a Silvio Berlusconi..al quale deve tutto e di più..sembra ferrato in questo tipo di laboratori del compromesso... come del resto lo è l'immortale Salvatore Cardinale ..esperto conoscitore della politica siciliana e di quei particolari gabinetti scientifici della politica .
Ed eccoli di nuovo insieme nel perenne teatrino di una politica che in Sicilia pare non voler cedere mai il passo all'innovazione!

In una intervista al Corriere della Sera Miccichè rammenta una sorta di nuovo Nazareno col PD.Rimane stupefacente che ancora oggi si rievochino queste alleanze tipiche di una vecchia politica dell'opportunismo: C’e’ una parte del Pd con cui ragioniamo”... “Abbiamo cominciato a ragionare con Sicilia Futura, con l’ex ministro Salvatore Cardinale.

Certo.. questo loro complesso ragionamento sarà anche ricco di una superiore cultura politica che noi poveretti non riusciamo a percepire e che solo loro, dall'alto della loro conoscenza, sembrano in grado di dettare.

Si ripetono questi vuoti laboratori e forse anche i vecchi patti ..(Quello dei ricci..delle seppie..dei polpi) che nel recente passato hanno visto la corrente renziana legare con quella di qualche politico di FI..In una Sicilia che non sembra voler mai cambiare ne figure, ne modalità di impostazione politica, tranne che in alcune cittadine dove i Movimenti civici lottano per una politica più sana e funzionale, e dove anche lì, il rischio di legarsi ai vecchi partiti tradizionali di queste esperte figure, permane.
Fino a quando i siciliani continueranno a dare il voto a questa politica del compromesso che non potra' far crescere un sano sviluppo?

LA COMPLESSA STRADA DEL POST IDEOLOGISMO



Quando un sistema si deteriora a vincere è sempre una destra muscolosa ..un regime duro che impone la sicurezza con la forza e ad ogni costo... pur di salvare le istituzioni.
di v cacopardo

Quello che si paventa oggi è proprio un disfacimento del sistema. Il che potrebbe imporre maggiore rigidità a danno di una vera democrazia...Insomma.. il rischio è.. che il logoramento del sistema..possa portare un impoverimento della democrazia intesa come libertà di un popolo!

La politica internazionale si basa già da decenni sulla impostazione (che potremmo definire classica) destra-sinistra. E' pur vero che nel tempo questa concezione si è ammorbidita attraverso un pensiero centrista che ne ha ricavato le posizioni politiche più allargate e distese del “centrodestra” e del “centrosinistra”. Tuttavia le contrapposizioni bipolari sono sempre sopravvissute nella logica politica ideologica moderna.

Oggi si mette in discussione un futuro politico che potrebbe vedersi diverso..un futuro post ideologico che vorrebbe mettere da parte le dure contrapposizioni per aprire ad una mentalità più allargata verso le idee. In proposito resta abbastanza logico eccepire come un pensiero politico non possa mai essere spaccato in due come due metà di una mela..poichè nei principi di una parte potrebbero esservi motivi di condivisione come anche nell'altra..inoltre alcuni principi fondamentali della vecchia politica sono ancora tanto legati ad un passato storico da lasciare poco spazio ad una vera innovazione.

La politica odierna dovrebbe rimanere aggrappata ad un principio di equilibrio che difficilmente potrebbe rispondere a quello delle passate rigide contrapposizioni.

La logica del nostro attuale governo pur nascondendosi dietro un “contratto” (che appare sempre più privatistico e meno sollecitato dal popolo), malgrado l'apparente sintesi delle due organizzazioni politiche, mette in evidenza come ancora il pensiero moderno non guardi ad una politica priva della classiche visioni contrapposte: Di giorno in giorno... il do ut des appare più che evidente! Lo stesso Movimento 5stelle.. che si è sempre proclamato post ideologico...ricade di continuo su posizioni che richiamano una certa politica del passato.

Immigrazione, caso Siri, legge sulla legittima difesa..ed altro.. sono il terreno ideologico sul quale Salvini si scontra quotidianamente col suo collega vicepremier: I loro sembrano scontri ai limiti della rottura che non dimostrano per nulla quel cambiamento sul quale si è sempre basato un Movimento che in campagna elettorale si proclamava post ideologico. Il passaggio politico di questi ultimi mesi che ha visto nascere l'attuale governo, in mancanza di un vero cambiamento, potrebbe rischiare di finire nella confusione... Da queste ceneri potrebbe solo avvantaggiarsi un regime più duro al fine di difendere la sicurezza di un sistema.

La strada del post ideologismo... ossia di quella corrente di pensiero che opera al di fuori degli schemi dettati da inviolabili princìpi.... non sembra essere questa!..Come anche quella del cambiamento in cui tanti sperano....la si percorre quando si è veramente forti e sicuri..Dopo le europee il Movimento che si è posto per un cambiamento, ove evitare ulteriori contraddizioni, dovrà inevitabilmente fare i conti con i suoi principi.

24 apr 2019

GIUSTIZIA e POLITICA: LE ANOMALIE RICORRENTI


un'analisi di vincenzo cacopardo
Da qualche decennio si discute dei problemi inerenti la riforma della giustizia nel nostro paese. In ogni analisi sul delicato argomento sembra più che mai indispensabile una ricerca per il giusto posizionamento dell’ordine giudiziario in riferimento ai poteri dello Stato. 

Sempre più spesso si parla di conflitti e di abusi attraverso i quali i giudici avrebbero fin troppo invaso un campo di pertinenza dell’attività politica. Tuttavia sorge contestualmente spontanea un'altra domanda senza la quale appare più difficile poter districarsi nel campo del delicato argomento: Un quesito in riferimento ai poteri dello Stato ed all’importanza che potrebbe avere il posizionamento del potere esecutivo in perenne compromesso o, persino in conflitto con quello parlamentare..sostenuto dagli interessi dei Partiti.

Al di là del fatto che si tratta di due specifici poteri, diversi dall’ordine autonomo giudiziario, si potrebbe azzardare che un altro conflitto permane costantemente allorquando, gli stessi, eletti in Parlamento, assurgono alla carica di ministri o sottosegretari, attribuendosi di fatto un ruolo esecutivo che influenza in modo definitivo il lavoro dello stesso gruppo parlamentare di loro riferimento. Anche qui, una certa consociazione trova forza e si alimenta giacché gli interessi sono estremamente forti ed i ruoli politici vengono espressi nella comune casa di un Partito. 
Nella fattispecie il politico, in ruolo esecutivo, potrebbe esercitare un particolare potere agendo in modo dubbio sull’obiettivo pensiero del singolo parlamentare, nella identica maniera con cui il magistrato requirente potrebbe influenzare il pensiero di un giudice (poichè riconosciuti in uno stesso ordinamento). Si potrebbe dunque azzardare che tale motivo è di per sè sufficiente ad individuare una ulteriore anomalia anche rispetto ad una Costituzione che, da un lato vorrebbe identificare due poteri con ruoli ben diversi (esecutivo e parlamentare) e dall’altro, non pone sufficienti e chiare limitazioni a questa separazione di compiti, destinando, in modo troppo sintetico, la guida e l’indirizzo della politica dello Stato all’esecutivo.
Per affrontare l'argomento giustizia con le sue articolazioni non ci si può dunque sottrarre dal considerare la problematica in un'ottica complessiva: -Come potrebbe oggi la politica stupirsi, anche se motivatamente, nei confronti della anomalia resa dai ruoli dell’ordinamento giudiziario, quando nel contempo, si espone ad una altrettanto illogico conflitto, ponendo la stessa magistratura nel dubbio e nel sospetto dell’insorgenza di possibili compromessi e soprusi in seno alle istituzioni? 
Questa potrebbe essere la logica motivazione che la stessa magistratura potrebbe replicare ad una classe politica che contesta in modo significativo i conflitti e gli interessi che potrebbero sorgere in seno ad un ordine giudiziario “politicizzato” dal CSM.


Nella forma politica di organizzazione dei poteri del nostro Stato, quello “legislativo” ha una importanza fondamentale per la concreta realizzazione di uno “Stato di diritto” nel quale tutte le istituzioni sono sottoposte alla legge. La realizzazione dello Stato di diritto comporta.. però.. l’obbligo delle istituzioni statali a mantenersi entro i limiti della legge. Tuttavia questi limiti assumono un carattere di rilievo politico quando il cittadino, titolare delle sue libertà civili, vi si trovi in conflitto. Tutti sappiamo che i regimi si chiamano democratici quando garantiscono ai cittadini oltre che una libertà di partecipazione al voto, anche una loro libertà personale, di movimento e di espressione. Ma per difendere tale libertà occorre la mediazione di un organo indipendente e questo non può che essere per noi la parte essenziale della funzione del giudice in un regime democratico: Una istituzione indipendente dagli altri poteri dello Stato per far sì che la libertà civile ottenga concreta realizzazione. Una libertà che non è quella politica, poichè non potrà mai essere un giudice ad impedire che si possano travolgere con la forza le istituzioni di uno Stato democratico. Fin qui ci siamo!
Sfortunatamente già da tempo questa forma di indipendenza appare fortemente radicalizzata, quasi frutto di un primitivo concetto della divisione dei poteri: Forse non si è ben considerato che, il potere giudiziario rimane... nella sua struttura... un Ordine, radicalmente diverso dagli altri poteri: Un' autorità che non viene esercitata dal complesso dei giudici, ma da ciascuno di essi.
I padri costituenti erano abituati a vedere i giudici sottoposti ad un governo ampio comprendente carriera e professione e pensarono presto che il miglior modo per assicurare la indipendenza della magistratura fosse quello di togliere questo governo al Potere esecutivo per affidarlo agli stessi giudici. A tal fine crearono un organo:Il Consiglio Superiore della Magistratura, composto in maggioranza da membri giudici eletti dagli stessi, con una minoranza di membri politici. Tuttavia non considerarono che la particolare struttura dell'Organo sarebbe potuta trasformarsi in un vero e proprio Potere, né ebbero presente che questa struttura sarebbe stata essenziale per il vero bene che si voleva difendere... che sarà sempre l’indipendenza del giudizio.


L’equivoco sta nel fatto che, il giudice, a causa della delicatezza del suo compito e per poterlo svolgere in modo realmente indipendente, ciò che rifiuta è proprio un governo, tanto che sia in mano all’Esecutivo o in mano a qualsiasi altro Organo. Ciononostante.. se questo percorso analitico riferito alle anomalie dell'organo giudiziario ha una sua logica, lo ha anche quello riguardante l'equivoca anomalia diffusasi nel tempo frutto dei perenni conflitti del potere esecutivo con quello legislativo coordinato dal potere dei Partiti... già ampiamente descritto all'inizio di questa disamina.
Se un difetto potrebbe stare nell’avere creato un organismo (giudiziario) “politicamente irresponsabile” secondo il quale le dichiarazioni rese da un Ministro responsabile di una politica possano persino essere messe in discussione, un ulteriore difetto rimane quello di considerare gli altri due poteri (legislativo ed esecutivo) la casa comune dove tutto si coordina attraverso quelle organizzazioni( Partiti mai disciplinati e regolati) dove i compromessi si possono facilmente trasformare in abuso, prevaricazione e persino corruzione.. mettendo in serio dubbio ogni forma di democrazia.
La possibilità di riuscire ad individuare un nuovo assetto istituzionale che possa dividere l’esercizio dei due poteri in modo più equilibrato potrebbe assecondarne il riconoscimento anche da parte dell’ordine giudiziario togliendo diversi sospetti e motivazioni in proposito. Qualcosa che di contro potrebbe rafforzare un'opera di riforma innovativa più equilibrata da parte della politica verso l'Organo giudiziario.