(analisi sociale) di vcacopardo
In un mio vecchio post avevo scritto:
“Se il libero mercato sembra indispensabile per un progresso che voglia basarsi sul merito, sulla qualità e su un essenziale principio di competizione, questi deve necessariamente far uso di una regolamentazione che renda maggior equilibrio e più stabilità alla società…
-Non è solo un problema di etica ma anche di sostanza! La società si è ormai formata!.. il problema fondamentale, oggi, è quello di saperla equilibrare! Di renderla bilanciata in favore di un benessere collettivo che possa soddisfare le esigenze di tutti senza incidere negativamente sui valori, la vita, sui meriti e le capacità. Se questa corda, ormai troppo tesa, si rompe.. anche il beneficio e le ricchezze dei pochi decadranno ed il rischio di una rovina potrà colpire l’intera società nel suo insieme: povertà e ricchezza potrebbero lasciare lo spazio a distruzione, sfiducia e fine di ogni sistema democratico collettivo.”
Questo argomento può servire come premessa per individuare il punto di partenza sul quale si dovrebbe ampliare una analisi più profonda non privandosi di analizzare con maggiore attenzione l'aspetto naturale e formativo che definisce la singolarità di ogni individuo nell'importante processo della propria stabilizzazione all'interno di un complesso sociale...
Ogni singolo individuo ha un suo carattere, una sua coscienza e conoscenza, un proprio pensiero, un'attitudine, un sogno etc..
Quando l'umanità sceglie di vivere un rapporto insieme deve per forza fare i conti con queste differenze cercando di unificare in modo armonico un complesso di vita con gli altri. Nasce quindi una società! Un corpo unito di uomini e donne, famiglie, lavoro, professioni e via dicendo. Per unificare in senso sociale questi rapporti con regole diritti e doveri si forma uno Stato con le sue istituzioni.
Al di là delle naturali differenze, non sembrerebbe possibile affrontare un tale tema senza approfondire una natura umana così diversa: c'è chi nasce favorito e chi no, c'è chi ha la possibilità di potersi erudire e chi no, vi sono i malati, i disabili, i più sensibili, i più intelligenti ed i meno, tutti fanno parte di una comunità!. Diciamo che la società è composta da tanti individui con grandi differenze dove si riscontrano benesseri, povertà e disadattamenti... In questo contesto il sistema, col suo diffuso pragmatismo tende ad una qualsiasi crescita, favorendo i migliori in base a specifici interessi..alle possibilità economiche... di intelligenza e di conoscenza.
La società moderna cerca di andare avanti aiutando anche una certa povertà (non riuscendovi del tutto), cercando di favorire la cultura e lo studio, apre le porte all'arte, cerca di provvedere all'ambiente (anche qui con ritardi macroscopici), provvede alle attività pubbliche.. sostiene un benessere con finanziamenti (a volte anche impropri)...e via dicendo. Tuttavia questo stesso sistema continua a porre un certo discrimine: premia il più intelligente e sfavorisce il meno intelligente, il facoltoso (che a volte non tanto intelligente pare) a chi non possiede risorse.. sostiene prevalentemente un merito in base a queste due prerogative! Tutto ciò potrà apparire naturale, ma non può considerarsi veramente favorevole alla stessa società se resta bloccata da questa concezione in un percorso che dovrebbe proteggere anche gli altri senza togliere loro il merito di una dignità: E' una storia vecchia!
Come esistono i più intelligenti..esistono anche i meno intellettualmente preparati ed i per nulla facoltosi che hanno altrettanto diritto di vivere in una società: Se tutti gli esseri umani devono essere uguali nei diritti e nei doveri, non si capisce perchè non dovrebbero esserlo nella dignità!
Astenendoci da qualunque becera demagogia.. potremmo comunque azzardare che in una società così distinta si continua a favorire alcuni su altri poiché nati sfavoriti: E' chiaro che il più intelligente schiaccerà sempre il meno intelligente, come il più facoltoso difenderà sempre il suo patrimonio anche a danno dei più svantaggiati..e così via!
Ed eccoci al punto focale di questa analisi: Nella consapevolezza che non vi potranno essere soluzioni facili in proposito, si può tuttavia attuare uno sforzo maggiore nel conciliare (senza uniformare) una società con tali differenze sforzandosi di più sullo sviluppo e la crescita culturale ed intellettuale in favore dei più svantaggiati attraverso maggiori risorse per l'istruzione e la conoscenza:- Come la mettiamo con i meno intelligenti? Li abbandoniamo nella feroce lotta tra i quozienti? Alla stessa stregua di come la società fatica nella ricerca per contenere le enormi disuguaglianze tra ricchezza e povertà?
In quest'ottica ciò che non favorisce uno sviluppo solidale in una società moderna è proprio questo nostro particolare sistema capitalista privo di regole che potrà mai contribuire a sostenere questi principi in una società che si vorrebbe più equa poiché tenderà sempre a portare avanti un sistema che pone un insostenibile ed eccessivo discrimine tra chi nasce in un modo e chi in un altro. Responsabile resta proprio quel capitalismo globale che negli ultimi tempi ha reso impossibile una vita sociale in comune...
Si porrà perciò sempre questo strano ossimoro: Quello della retorica ricerca di un equilibrio attraverso un'esigenza di equità in contrasto con quella dei privilegi.. un conflitto focalizzato nella pretesa di una civile convivenza che difficilmente potrà trovare un riscontro positivo! Allo stesso modo non si può mai pensare di frenare il merito, nè si può pensare che siamo tutti uguali ed uniformi nelle idee e nel pensiero..con la pretesa di una vita spersonalizzata in comune affermando un certo ideale comunista in una società che procede verso una modernizzazione globale.
“Sociale” non appartiene a nessuna ideologia, né tanto meno ad un partito.. ma è tutto ciò che sostiene una comunità nel suo insieme... che non la divida, ma che la integri...non la uniformi, ma che la renda armonica pur sostenendo i meriti ed i demeriti con un certo equilibrio.