Così Marcello Foa a proposito delle recenti
elezioni europee
1) Renzi? Agli italiani piace
l’affabulatore (o se, preferite, lo spin funziona).
Continuo a non cambiare giudizio su Renzi: né il politico, né
l’uomo mi convincono. La sua grande, innata dote è quella
dell’affabulatore. Grande parlantina, faccia tosta, ambizione
sfrenata. “Il bomba” lo chiamavano da bambino, nel senso di
quello che le spara grosse pur di impressionare, e “bomba” è
rimasto. L’uomo è intelligente e conosce la potenza dello spin. Ne
ha fatto ampio uso, imitando soprattutto Tony Blair e in parte anche
Silvio Berlusconi. E ha funzionato: il leader che non ha ancora
dimostrato nulla e che non riesce a mantenere le promesse, è
riuscito a vincere puntando tutto sull’immagine e sulla gestione
delle emozioni e delle percezioni. Il suo è un successo, per quanto
talentuoso, soprattutto scientifico, frutto di un’attenta
programmazione. Lo spin funziona anche con gli italiani, che nella
vita quotidiana sanno essere scaltri, diffidenti, brillanti, furbi;
gente a cui è difficile darla a bere, ma che, in politica, mostrano
un debole per i parlatori immaginifici con stridente eppur
emblematica ingenuità. Si fanno incantare, poi, di solito, se ne
pentono. E ci ricascano. Sarà così anche per Renzi?
2) Leader forte = uguale opposizione
vincente Negli altri Paesi i veri vincitori di queste
elezioni sono Nigel Farage e Marine Le Pen. Che cosa li accomuna?
Senza dubbio un lungo percorso politico, che ha forgiato il carattere
e la resistenza, ma soprattutto la capacità di presentarsi come
leader credibili, maturi, dalle opinioni forti, taglienti ma
accettabili per un pubblico moderato. Quando Farage va in televisione
in giacca e cravatta, lo spettatore della classe media non lo
identifica come un estremista antisistema ma pensa “E’ un uomo
perbene, coraggioso, é uno di noi”. Marine Le Pen è riuscita a
distanziarsi dall’oltranzismo xenofobo con scivolate razziste del
padre Jean-Marie Le Pen, e oggi parla come una vera gollista ovvero
facendo appello non tanto alla cacciata del diverso, quanto alla
difesa di valori profondamente radicati nella cultura francese e gli
elettori non si sentono in colpa se votano per lei.
Tutto il contrario di Beppe Grillo, che ha fallito
proprio perché è e continua ad essere il leader degli arrabbiati,
degli esclusi, degli antisistema. Il suo errore più grave è stato
quello di illudersi che sarebbe bastato andare in televisione per
conquistare anche il pubblico moderato, ma le sue sparate (vedi le
minacce di processi pubblici) e performance poco brillanti come
quella da Vespa hanno generato l’effetto boomerang, accentuando la
distanza anziché raccorciarla. Sia chiaro: il 20% dei voti resta un
risultato enorme, ma è evidente che, in assenza di un salto di
qualità politico e di immagine, il Movimento 5 stelle continuerà ad
essere un movimento di rottura, anziché di governo. Grillo non è
Farage. E si vede.
3) Nasce una coscienza anti euro .
Significativo è il successo della Lega Nord in Italia e di
Alternative für Deutschland nonché di tante liste contrarie alla
moneta unica in molti Paesi piccoli e medi. Il loro successo è solo
in parte carismatico e per questo molto solido: cresce in tutta
Europa la convinzione che la moneta unica rappresenti il problema
numero uno dell’Europa, per i danni evidenti che ha provocato
all’economia e alla società e per l’ipoteca su un futuro che
appare sempre più gramo, senza speranza.
4) Già, perché l’exploit dei diversi movimenti euroscettici erode ma di fatto non sradica lo strapotere del Popolari e dei Socialisti, che pur arrivando sovente secondi o terzi, riescono a mantenere, assieme, una solida maggioranza. Dunque, a fini pratici, per quel poco che conta l’Europarlamento, cambia poco. L’establishment comandava prima e comanda anche adesso. Solo dovrà spendersi di più per avere la meglio di un’opposizione euroscettica, che avrà la forza e la voce per farsi sentire a Bruxelles. E questo in un’ Unione europea in costante “deficit democratico” (ovvero che non è stata costruita sul consenso popolare ed è gestita con criteri bizantini) non è certo negativo. Non risolve, ma aiuta.
4) Già, perché l’exploit dei diversi movimenti euroscettici erode ma di fatto non sradica lo strapotere del Popolari e dei Socialisti, che pur arrivando sovente secondi o terzi, riescono a mantenere, assieme, una solida maggioranza. Dunque, a fini pratici, per quel poco che conta l’Europarlamento, cambia poco. L’establishment comandava prima e comanda anche adesso. Solo dovrà spendersi di più per avere la meglio di un’opposizione euroscettica, che avrà la forza e la voce per farsi sentire a Bruxelles. E questo in un’ Unione europea in costante “deficit democratico” (ovvero che non è stata costruita sul consenso popolare ed è gestita con criteri bizantini) non è certo negativo. Non risolve, ma aiuta.
Questi quattro punti espressi dal professore e giornalista.. mettono in evidenza le
figure politiche predominanti che hanno indotto poco più del 50%
della popolazione italiana al voto. Non posso che condividere i molti
punti di vista circa la personalità ed il loro modo di esprimersi in
politica sostenuti dal professore sui due principali
avversari Renzi e Grillo.
Per quanto riguarda il
Premier ci si è basati sulla gestione delle emozioni e delle
percezioni.. una forza innata attraverso la quale Renzi riesce...
anche in considerazione di non avere più avversari seri che possano
contrastarlo all'interno del sistema.
..Riguardo a Grillo,
descritto come un arrabbiato, manca sicuramente quel salto di qualità
politica messo in evidenza da Foa: conquistare un consenso moderato
sarebbe stato utile..sebbene io sia convinto che una gran parte di
coloro che vi avrebbero voluto votare ...hanno poi deciso di
disertare le urne. D'altronde il Movimento 5S ha portato a casa oltre il 21% e ..nel bene o nel male.. questi milioni di voti si debbono sempre a Grillo!
Ma ciò che si sta mettendo in luce in questi
giorni successivi alle elezioni che hanno visto attacchi in seno al
Movimento..ed i contrasti susseguenti su Grillo..non possono che essere il risultato di una scelta fin troppo approssimativa
operata dallo stesso comico sui parlamentari. Un risultato logico che
prima o poi si sarebbe messo in luce: E' stupido credere di poter
portare avanti un modello nuovo di democrazia senza conoscere bene il
pensiero e la cultura di chi deve opere per il detto cambiamento...In
questa considerazione di metodo vi sta racchiuso il principale
ostacolo al percorso donchisciottesco grillino.e del suo Sancio Pansa
Casaleggio
Quanto allo strapotere dei Popolari e dei Socialisti, come giustamente afferma Foa, riusciranno a mantenere, assieme, una solida maggioranza, ma dovranno sicuramente ridimensionare il loro tono in considerazione delle molteplici presenze euroscettiche in parlamento. La sostanza rimane però sempre la solita e guidata dai poteri forti dell'economia... simile a quella che promuove la politica del nostro stesso Paese: si accredita sempre di più una governabilità guidata dall'alto.. e si continua a penalizzare un già esistente “deficit democratico”
vincenzo cacopardo
Quanto allo strapotere dei Popolari e dei Socialisti, come giustamente afferma Foa, riusciranno a mantenere, assieme, una solida maggioranza, ma dovranno sicuramente ridimensionare il loro tono in considerazione delle molteplici presenze euroscettiche in parlamento. La sostanza rimane però sempre la solita e guidata dai poteri forti dell'economia... simile a quella che promuove la politica del nostro stesso Paese: si accredita sempre di più una governabilità guidata dall'alto.. e si continua a penalizzare un già esistente “deficit democratico”
vincenzo cacopardo