29 gen 2016

Tempestività ed opportunismo per un necessario rimpasto

di vincenzo cacopardo

Non c'è alcun dubbio che oggi Renzi gode di un potere che nessun altro premier prima aveva mai avuto. Sembra in grado di incantare chiunque è questo piace tanto al naturale autolesionismo di un Paese che pare inseguire idoli e miti. 

La sua forza la ricava principalmente da una concomitanza di eventi a suo favore e dal fatto che non vi è nessuno.. allo stato attuale.. in grado di contrastarlo (poiché in tanti restano ormai compromessi ed incapaci), ma la ricava principalmente da un Partito che ha giovato di un premio di maggioranza notevole alla Camera tramite una legge oggi dichiarata non costituzionale. La attinge persino da figure assurde e caratterialmente deboli in seno al suo stesso Partito come Bersani che, per un incomprensibile e quasi risibile, patto leonino è rimasto fedele al PD.. dimenticando che il principale compito di un uomo di Partito non è esattamente quello di restare fedele ai principi di interesse dell' organizzazione, ma ai più considerevoli bisogni dei cittadini: Bersani non è riuscito a smacchiare il suo giaguaro, ma ha fatto anche di peggio, facendosi sovrastare da una giovane volpe!

Abbiamo oggi in Parlamento una lunga serie di personaggi poco affidabili ed anche questo non può che far comodo al furbo premier :Ex forzisti, ex centristi, montiani convertiti, vendoliani redenti, grillini rinsaviti, verdiniani per uno strano rinnovamento, socialisti, autonomisti, cattolici ferventi e trasnfughi di vario genere.Sembra esservi posto per tutti nel caos generato dalla lunga serie di compromessi ed anomalie. Ma per Renzi potrebbe essere il preludio al suo nuovo Partito della Nazione: Altro che partito delle riforme..appare come una sorta di minestrone dove gli interessi reciproci la fanno da padrone in una visione riformistica che richiama al peggiore passato.

Il rimpasto del governo voluto dal sindaco d'Italia mette in evidenza come sia stato necessario poter portare avanti con sicurezza e serenità la difficile legge sulle unioni civili che, proprio il Partito di Alfano e quel che resta dei pochi fedeli di Scelta Civica, avrebbero potuto ostacolare. Leggendo i nomi dei nuovi entranti tra viceministri e sottosegretari non si può non percepire con quanta tempestività ed opportunismo Renzi abbia operato nell' adempimento ad una legge che sarebbe potuta essere bloccata al Senato.

Renzi ha legato con maggior forza al suo carro Alfano...dando un posto di ministro degli Affari regionali (vacante da un anno) ad Enrico Costa, coordinatore piemontese di Ncd ..più tre nuovi sottosegretari, Federica Chiavaroli (Giustizia), Dorina Bianchi (Rapporti col Parlamento), e Antonio Gentile (Sviluppo Economico) e Simona Vicari, che passa come sottosegretario dallo Sviluppo Economico alle Infrastrutture. Per accontentare Scelta civica, Il segretario di quel che resta dei montiani, Enrico Zanetti, già sottosegretario all'Economia, viene promosso viceministro, mentre Antimo Cesaro, diventa sottosegretario. Ma c'è di più per ottenere maggiore tranquillità ..in quota sinistra Pd l'ex vendoliano Gennaro Migliore siede su una nuova poltrona.. come pure l'ex bersaniano Enzo Amendola. Per finire non può mancare il premio ai verdiniani con tre vicepresidenze delle Commissioni parlamentari, andate a tre senatori.

Insomma ..una mossa alla quale abbiamo assistito diverse volte nella vecchia Repubblica che non può stupire se non fosse che Renzi ha iniziato il suo percorso politico in nome di un rinnovamento e della rottamazione senza compromessi.. E se questi non sono compromessi!!

Questo strano Paese continua ad entusiasmarsi sulle figure ed autolesionarsi sulle scelte: Renzi è chiaramente una figura che non unisce il Paese... il suo pensiero e le sue vedute hanno evidenti confini.. e spesso non vanno nemmeno sotto la sua regione Toscana..Se arrivano a Roma è solo perchè lì vi è il centro del potere politico. Ciò lo rende più un disgregatore. Non percepisce una crescita unita dell'intero Paese e si affida a scelte per puro opportunismo..inoltre non presenta la dovuta umiltà in proposito agendo con spocchiseria e tracotanza. Sebbene nascondendolo con astuzia, non fa che adottare gli stessi metodi del passato. Potrà essere furbo..abile..capace nel comunicare e persino a conoscenza di tanti aspetti sociali, ma resta imprigionato in quella visione politica che lo rende assai ipocrita e quindi costretto nei peggiori opportunismi e compromessi.

Un premier, al contrario, dovrebbe presentarsi in favore dell'intero Paese..(più che un regionalista) dovrebbe assumere i connotati di un vero statista ..dovrebbe integrare e non disgregare spaccando in due il pensiero della nazione, unire più che dividere, associare più che tendere a dissociare..insomma nel suo percorso non appare per nulla in un'opera di fusione positiva dell'intero Paese, come lui stesso non è mai stato un vero rottamatore. 

Il doppio ruolo di segretario di Partito e Premier non lo aiuta di certo!


Dal libro” La politica ed il cambiamento” edito nel 1999

di vincenzo cacopardo

Sono passati diciassette anni..e queste parole sembrano darmi ancora ragione. Leggendo con attenzione ci si accorge come quel momento.. che avrebbe dovuto condurci verso un più equilibrato e funzionale cambiamento.. non sia stato colto.. avendo così sprecato le occasioni per promuovere in senso più utile un percorso più logico.

"Questi ultimi decenni hanno visto un progresso smisurato e l'affermazione culturale di alcune comunità rispetto ad altre, un progresso ed un cambiamento che non possono essere sottovalutati quando si affronta una unione di questa portata. Il rischio è quindi quello di ritrovarsi un domani con una economia finanziaria internazionale globalizzata che renderà ancora più ricchi e progrediti i Paesi oggi ricchi, accentuando quel divario con gli altri Paesi della Comunità resi ancor più poveri dallo sforzo per l'unificazione. Oggi anche nel nostro Paese si sta evidenziando un'eccessiva sproporzione tra enormi ricchezze e spaventose povertà ed in questo contesto potranno rendersi persino pericolose le evidenti dicotomie. Questo resta di certo unproblema serio per il nostro Paese che, entrando a far parte della Comunità Europea, ha smepre sottovalutato e non risolto il pesantissimo problema del Mezzogiorno.

Nel nostro Paese poco si è fatto e la speranza di una ricerca del cambiamento potrebbe averci illuso sulla immedesimazione in problematiche di carattere internazionale: Nessuna nuova politica parla oggi di economia in termini di qualità e di idee ed anche il nostro sistema economico marcia e vive cinicamente di riflesso ad un'economia globale forzata da una primaria esigenza di produzione. Una forza politica troppo assente che, nella ricerca di un percorso più innovativo, anche in termini di governabilità, continua a ricercare le strade di un presidenzialismo all'americana,un semipresidenzialismo alla francese, calcellierati alla tedesca etc. Per cui qualche cittadino potrebbe anche domandarsi per quale ragione il nostro Paese debba prendere ad esempio altre nazioni persino per dar corso ad un miglioramento del proprio ordinamento e della propria funzionalità istituzionale. Perchè mai impedire di dettare noi stessi principi e procedure più consone alla nostra entità socio-culturale?

La nostra Nazione, forte di una storia ed un passato che hanno arricchito il resto del mondo, sarebbe sicuramente in grado di impegnarsi per dettare nuove regole che possano equilibrare e migliorare qualitativamente il nuovo percorso di una politica internazionale. Questa assenza e questo vuoto potrebbero voler dire che anche la nostra politica ha bisogno di uomini che riescano ad offrire più idee e non solo parole, idee che possano essere il risultato di una ricerca culturale profonda.

Il moderno concetto di europeizzazione sembra svilupparsi proprio male, facendo solo uso di principi che regolano una economia globale ed una finanza di comodo, ma sempre meno di quelli che dovrebbero guidare un confronto etico culturale e sociale! E' un modo di affrontare l'unione delle nostre Nazioni che non potrà che produrre danni, poiché appare forzato, non affrontato nei tempi e con l'attenzione dovuta. Tutto sembra fare ormai parte di quell'unica e ristretta logica bipolare e contrapposta in cui dovrebbero riscontrarsi le diverse posizioni ed in cui solo la forza dei capitali finisce col determinare il resto."


Eravamo due anni prima dell'entrata dell'euro quando scrissi questo piccolo pamphlet..i danni sembrano evidenti e sotto gli occhi di tutti.. le parole susseguono..ma nulla pare davvero cambiare in positivo! 

27 gen 2016

Unioni civili:Il vero problema resta l'adozione!


La definizione della legge sulle unioni civili pone oggi tante perplessità..ma anche retaggi di sciocchi pregiudizi...Se ancora qualche cattolico assai clericale ed un po' pedante rimane bloccato sulla visione negativa di chi potrebbe essere un buon genitore legale..anche se non biologico..lo si potrebbe facilmente smentire attraverso la storia del Vangelo..

Questi ferventi credenti potranno riflettere su un fatto che li lega alla loro stessa fede:. Qualcosa che di analogo successe poco più di 2000 anni fa...quando Giuseppe di Nazareth, un falegname poco conosciuto, divenne inaspettatamente genitore legale del figlio pur non essendone il padre naturale... Giuseppe se ne prese cura indipendentemente e forse anche con una particolare amorevolezza, tanto da essere stato più che adorato dagli stessi cattolici e tutta la Chiesa cristiana.

Ma il tema dell'unione civile rimane di certo legato al naturale processo di crescita della società ed è di tutta evidenza il fatto che ormai dobbiamo abituarci a rispettare i sentimenti e le passioni altrui purchè non vi siano lesioni nei confronti di terzi. Il rapporto d'amore uomo-uomo..come quello donna-donna..rimangono forse dei misteri ancora da esplorare e forse la stessa società che ha imposto la sua morale non né ha saputo trarre con attenzione una ragione. Ci si domanda però se il matrimonio dovrebbe rimanere separato da una semplice unione legale..e se il rito.. rimanendo civile.. e quindi..non entrando nella liturgia della Chiesa, possa essere impedito..Potrà forse non avere nulla a che fare con la stessa etimologia della parola, ma quello che conta sono i diritti ed il rispetto che si deve per chi si ama e si vuole bene.

Tuttavia il problema di queste unioni rimane molto più complicato di quello che appare se si entra nella sfera diversa delle adozioni..poiché si aprono confini enormi e problematiche assai più complesse sul tema. Nell'unione tra due sessi uguali il problema dell'adozione lascia molti dubbi..in quanto si tocca la sfera intima di colui che viene adottato.. incidendo con forza sull'innocenza e le sue scelte personali (un figlio adottato o messo al mondo secondo sistemi diversi): Ricordiamoci che ambedue le coppie (femminili o maschili) avrebbero la possibilità di mettere alla luce un figlio...l'uno attraverso l'utero in affitto- le altre attraverso un seme diverso.Le circistanze sul tema restano..quindi.. svariate.

Difficile prendere una decisione in proposito, ma è certo che questo è il vero punto focale del problema...un punto che assume una connotazione molto diversa. Per evitare di divenire bloccati su una posizione assoluta... dobbiamo almeno avere l'equilibrio e la saggezza di porci il dubbio se la figura adottata... (inconsapevole)..potrebbe avere una crescita sana, come al contrario, una meno sana. Chi può stabilire quale può essere la reazione di coloro che non potranno ancora avere una reale certezza sulla propria natura?. Chi deve difendere la loro natura ed i loro diritti? Credo che nel dubbio bisognerebbe soprassedere sulle adozioni da affidare alle coppie sessualmente simili... lasciando di certo libero il desiderio di chi.. al contrario (consapevole).. vuole unirsi civilmente con un suo simile...o una sua simile.

A differenza di tanti che pensano di avere la verità in mano..credo sia davvero complicato operare scelte per la giusta strada in proposito. ..Queste problematiche rappresentano quindi una serie di confini sulle decisioni che una legge dovrebbe (non con semplicità) stabilire.L'argomento, a differenza di come si affronta e spesso si vuol far credere ..è di difficilissima decisione! 

Le difficoltà sulle scelte non sembrano comunque poter escludere un referendum popolare!  

Alfio di Costa ci scrive nel suo giro di incontri nell'isola...


(riceviamo e trasmettiamo)

"Amiamo questa nostra isola ed il nostro lavoro continua senza sosta nella Sicilia che ci apprezza"..

Alfio di Costa.. un politico emergente che in Sicilia attrae  un numero sempre più considerevole  di follower.

Certo.. se si provasse a guardare più in profondità l'impegno di alcuni movimenti come il nostro che operano in Sicilia in favore della crescita dei suoi valori. ..Se si cercasse di leggere con maggiore attenzione ciò che si vuole infondere e diffondere..Se si provasse almeno a immedesimarsi sui nostri temi messi costantemente sul tavolo..dibattuti e diffusi costantemente attraverso i network, ci si potrebbe rendere conto di quale difficile e faticoso compito affrontiamo giornalmente.

Ma il sentimento a conforto della nostra bella isola è tanto forte quanto intenso e nessuno può mai pensare che facilmente potrà estinguersi. Il constatare.. girandovi giorno per giorno.. quante bellezze vi sono presenti, quanta arte abbandonata, quanta bella natura avvolta da una particolare luce, quanti frutti e che fioriture, quanto inaspettato e poco conosciuto artigianato, quanta potenzialità di idee, quanta volontà dispersa.. che solo noi.. con l'impegno di costruire qualcosa di solido.. possiamo davvero rendere proficua.

Il potenziale esiste e noi lottiamo giorno per giorno perchè non si disperda ..Perchè si possa davvero credere ad una nuova attività politica diversa dalla solita, una politica sociale in una regione che dia occasione per far crescere le aziende conformi al territorio.. poiché questo basta ad arricchirla nel senso più appropriato...Perchè non si realizzino più inadeguate aziende per arricchire i pochi opportunisti, ma soprattutto per un sostegno ai nostri cittadini che meritano il rispetto che si deve ai propri valori e la conseguente realizzazione delle adeguate infrastrutture oggi mancanti.

Il nostro Movimento ci tiene uniti e..quindi ci lega “insieme” in un dialogo che non può più attendere e che merita il rispetto dei nostri conterranei, ma anche quello dell'intero Paese Italia.

Alfio di Costa
fondatore del mov. “Insieme si può”




25 gen 2016

Politica e finanza.. nella ricerca di una vera democrazia

Mentre in America Hillary Clinton non pare più dover sfidare alle primarie per le presidenziali la preparata candidata Elizabeth Warren, (professoressa di economia che molti democratici avrebbero voluto alla Casa Bianca)..la sua sfida si arricchisce di nuovi candidati come Bernie Sanders e Martin O'Malley,

Tra i repubblicani, per la monotona discesa in campo della ricca famiglia dei Bush...vi sarà Jeb.. fratello dell'ex presidente George...nonchè figlio del 41° presidente USA. Ma a partecipare vi sarà amche Donald Trump (miliardario a cui fa capo un impero)..oltre ad una serie di governatori degli Stati federati...

Non è pensabile immaginare diversamente una campagna per le primarie in uno Stato come quello americano dove chi è già al comando potrà solo crescere politicamente ed ancora di più chi possiede immense ricchezze tali da poter far fronte ad una dispendiosa campagna elettorale.

Credo sia difficile ormai poter immaginare nel mondo intero un possibile cambiamento in proposito.. dato che rimane di tutta evidenza come l'America abbia influito in questi anni del dopo guerra col suo paradigma democratico sui tanti paesi occidentali.. affermandolo come il vero emblema di una democrazia moderna. Ma ciò può sicuramente essere messo in discussione persino nell'evidenza di una società come la nostra che come principio vive sempre più in modo esterofilo ogni progetto di sviluppo democratico.

Persino il nuovo Movimento 5 Stelle che si richiama ad una democrazia diretta e partecipata, esclude la possibilità più che utile di un finanzamento pubblico, quando è di tutta evidenza (ed in questo caso l'America insegna) che, mancando un pubblico finanziamento, i Partiti e qualunque altra organizzazione politica, non potranno che far fronte a quelli privati..in tal modo mettendo in crisi una equa partecipazione fondata sul libero pensiero. Il chè.. in un Paese come il nostro, dove persevera il malcostume, si evidenzierebbero ulteriori scalate da parte di un potere economico che sottometterebbe queste organizzazioni politiche ad un personale comando e..quindi a propri interessi. Un Movimento che dovrebbe cambiare questo suo pensiero in favore di regole più utili ed equilibrate!

Rimane perciò incomprensibile constatare come da più parti si prenda gioco dei fondamentali principi per la edificazione di processo democratico più corretto..facendo credere..da una parte.. che una corretta democrazia possa espandersi senza la necessità di quelle indispensabili risorse per trasmetterne il suo costrutto ed i bisogni. Mentre.. da un'altra parte..si possa pensare che l'unico modo sia quello di personalizzarne il concetto attraverso la forza di una privata risorsa economica.

Un finanzamento pubblico dovrebbe essere disciplinato!..Sarebbe sufficiente condurlo con equilibrio e disporlo attraverso regole in modo equo. Ma affidarsi al privato..sebbene attraverso regole (che..come è noto..verrebbero con i soliti espedienti aggirate) rimane un errore che premierà costantemente la politica di convenienza a favore dei potenti e che non potrà mai dare risultati utili di equità e di vero sviluppo sociale.

post correlato: i confini della democrazia americana




23 gen 2016

Un cambiamento di facciata..poco utile

di vincenzo cacopardo
Il vero pre-giudizio appartiene a quella stampa che continua a definire "gufi" coloro che ancora credono al sostegno di una democrazia popolare..
C'è in atto un cambiamento che non appare per nulla un vero cambiamento!  

Sarà mai possibile far comprendere a coloro che difendono l'operato delle riforme costituzionali di Renzi che.. chi non la pensa come loro.. non pretende per nulla ostacolare il bisogno di un cambiamento? Sarà mai possibile far percepire che non si tratta di un capriccio contro una figura, ma di motivi precisi che intervengono sia sul merito che sul metodo?

Ora.. c'è chi afferma che gli attacchi al Premier siano stati già previsti poiché sarebbe divenuto il bersaglio di un “vecchio mondo” ancorato ai riti.. ai “compromessi”.. ed ai ricatti generati da una vecchia Repubblica. In proposito si fa riferimento a ciò che è avvenuto con Craxi e Berlusconi (esempi veramente difficili da collegare a Renzi proprio per il momento storico ben differente che attraversa un Paese alle prese con la globalizzazione).

Veramente sbalorditivo per chi la pensa a favore di questo strano cambiamento.. dato che i "compromessi" a cui si fa riferimento rimarrebbero intatti se non addirittura esasperati dalla riforma voluta da Renzi ..Per non parlare del "vecchio mondo" a cui ci si riferisce che rimane ancora intatto e bloccato su figure che sembrano non essere state per nulla rottamate.

Una certa stampa a favore di questo cambiamento, a cui persino il cugino Domenico Cacopardo pare fare da stampella, esalta Renzi e si scaglia contro i cosiddetti gufi contrari. Una stampa che esalta la politica di determinazione di un presidente del Consiglio nato in seno ad un Parlamento che ha espresso un governo che pretende di cambiare la Costituzione secondo un combinato con la forza di una maggioranza ricca di un grosso premio contestato dalla Consulta ...Persino troppo facile.. oltre che apparire anomalo ed aberrante!

Non so cosa possa spingere con tale forza il cugino Domenico.. scrittore e giornalista.. verso la strenua difesa in favore di Renzi, ma mi limito a fargli presente che lui stesso fino a poco tempo fa scriveva di un governo incapace se non inetto che raccoglieva figure poco preparate... Per non parlare di quella corte formata dal Premier in seno a palazzo Chigi.. di cui lo stesso Domenico ha menzionato più volte in tono dispregiativo.

Per quanto riguarda le difese estreme in favore della ministra Boschi.. questo innalzarla come fosse il simbolo di una bellezza che deve gioco forza riscontrare astio ed antipatie.. questo continuo sottolineare come lei sia obbiettivo di una campagna mediatica le cui connotazioni più evidenti scatenano sessismo..poichè bella, volitiva e intelligente..si manifesta ormai come una monotona retorica. Si tocca sempre questo argomento senza porre l'attenzione dovuta su quelle che sono in realtà le sue riforme tanto deleterie e non in linea con un principio democratico funzionale. Continuare a buttarla sull'estetica comuncia a diventare pesante..e menarla con questo sessismo appare ormai una mediocre difesa.

Tanta stampa si scontra da un lato e dall'altro ponendosi in contrapposizione l'una con l'altra e scadendosi spesso sull'estetica o sulla capacità comunicativa di questo o quel politico ..senza occuparsi di come.. sia sul merito che sul metodo ..queste riforme, possano aver destato critiche suffragate dall mancanza  di principi validi e valori non riscontrati..
C'è in atto un cambiamento che non appare per nulla un vero cambiamento!   

20 gen 2016

Renzi interviene al Senato..accendendo il tono


di vincenzo cacopardo
Esiste una rabbia che appare come il ruggito di chi sta proteggendo la propria fragilità 

Con particolare arroganza.. che non nasconde la strategia di una comunicazione capziosa e subdola, Renzi risponde al dibattito in Senato. Lo fa asternando col solito modo che gli è consueto e cioè con una crescente ed accesa determinazione... alzando il tono di voce per contrastare le forze di opposizione che, al contrario, sono sempre entrate nel merito e sulle modalità delle riforme costituzionali.

Il merito dell'approvazione di questa ignominia sarà reso anche alla figura di un presidente d'Aula che si è dimostrato totalmente asservito al volere del governo.. non avendo condotto sin dall'inizio le giuste ed equilibrate procedure per le importantissime riforme costituzionali per la prima volta dettate ed imposte da un governo... e non come consueto... da un'assemblea Costituente: La Costituente aveva un compito fondamentale e cioè.. quello di riformare attraverso figure scelte in modo proporzionale..poichè le Costituzioni devono potersi modificare solo attraverso un'assemblea ricavata in senso proporzionale. In tal modo un governo tenuto su da una maggioranza determinata attraverso un ricco premio..determinerà un cambiamento anomalo. Ma quale stortura simile può avvenire senza che un presidente di Assemblea o della Repubblica non se ne interessino? Un difetto anche sul metodo... oltre che sul merito.


E' chiaro che l'astuto premier, pare aver campo libero in proposito ..aperture che sicuramente una figura come Berlusconi non avrebbe mai avuto. Anche in questo suo intervento, Renzi, non ha avuto alcuna intenzione di entrare nel merito della riforma..poichè non gli è conveniente, e purtroppo sono ancora in tanti a farsi abbindolare dal suo modo di proporsi con un dialogo accattivante tale da far credere ogni cosa e giocando molto sull'ignoranza che i tanti cittadini di questo Paese hanno sempre dimostrato verso questa riforma. Naturalmente... in tal senso... il governo, attraverso la sua forza determinata con l'appoggio dei media ed il potere dei ministeri, gode di una efficacia tale da poter intrappolare il suo popolo nella convinzione che detta riforma è una panacea, ma se dovesse vincere il referendum in favore di questa, i cittadini si accorgeranno presto delle miriadi di ulteriori anomalie che si genereranno.. determinando la fine dei diritti di una sana civiltà democratica.    

Principi di una costituzione... o costituzione di un principe?

All'attenzione dei tanti cittadini che non hanno alcuna conoscenza nel merito del referendum 
di vincenzo cacopardo

Salvare la nostra democrazia significa fornirgli un supporto valido sul quale sostenersi con forza. Per fornire tale appoggio bisogna dialogare con la base in una unica direzione, ma con le diverse funzioni: induttive e deduttive.Quando queste due funzioni si intersecano nella fase della costruzione e si fondono nel compito di chi le esercita, nascono inevitabilmente i compromessi che arrestano in modo automatico l’efficacia del fluido percorso democratico: -Nessuna governabilità potrà mai essere imposta in un sistema che deve rimanere legato ai nostri principi democratici. La governabilità rimane un "fine" e questo fine deve essere ricercato attraverso un sistema che agevoli la ricerca dell'utile "mezzo" occorrente.

E' assai semplice percepire che l'odierno sistema di portare avanti un simile percorso non potrà mai rendere funzionalità alle istituzioni. Se oggi si vuole mortificare la Costituzione attraverso le deformanti riforme volute dal governo Renzi..lo si vuole esclusivamente perchè un sistema finanziario internazionale lo impone al fine di dirigere la politica a suo modo e convenienza:La serie di compromessi concepiti.. agevola il percorso dominante di chi manipola attraverso la forza del denaro. L' alterazione conseguente che genera continue anomalie.. inoltre.. spinge..in un cammino che favorisce quei potentati che possono condurre con più facilità il loro gioco di dominio sulla politica. Non potrebbe mai esserci la desiderata collaborazione ed il rispetto dovuto in una fase di riforma della Costituzione come quella di oggi voluta esclusivamente da un Premier altero.. nemmeno votato alle elezioni politiche. Poco o niente può valere il fatto di riconoscere che.. al momento.. non si intravede alcun altro politico capace di imporsi con tale determinazione e fermezza..non lontana da un'arroganza. 

Bisognerebbe prendere esempio da politici come De Gasperi, per riconoscere la grande percezione su temi tanto delicati...quanto circondati da conflitti e possibili anomalie: Ricordiamoci che.. esaurita la fase preparatoria, De Gasperi partiva con un’Assemblea Costituente nella quale la sua DC aveva la maggioranza relativa dei seggi (207), ma rimaneva indietro di 12 unità rispetto al blocco socialcomunista (219 deputati).

Oggi...altro che Costituente! Per la prima volta al mondo in un sistema democratico parlamentare si pretende di cambiare i principi costituzionali attraverso una riforma imposta da un governo (un governo venuto fuori da un pasticcio in seno ad un Parlamento che ha visto una maggioranza affermarsi attraverso un grosso premio di maggioranza e deputati saltare nel carro del vincitore... che di vittoria non pare averne ottenuta alcuna! ..Senza nessun dialogo costituente..si toglie di mezzo con altrettanta superficialità una storica Camera senatoriale per renderla una..quanto mai.. ininfluente Camera delle Regioni (non per le Regioni)

Si daranno poteri fortissimi ad un'altra Camera il cui comando sarà in mano ad un unico Capo di Partito...rendendo di fatto il Parlamento inefficace o del tutto inutile..Si procederà così per una riforma elettorale che determinerà un ricco premio di maggioranza anche a chi otterrà il consenso da una estrema minoranza da parte del Paese! Se questo combinato non nasconde approssimazione, fa intravedere sicuramente la voglia di chi pretende di poter governare da solo e senza il peso di un Parlamento!

Certo i tempi sono molto cambiati... ma non lo è lo spirito della Costituzione che non può che rimanere lo stesso di quello che animò i padri costituenti..e cioè quello che vede nei valori comuni della nostra società (una società sicuramente cresciuta) un punto di incontro dal quale non ci si può estraniare: Valori che impongono chiari principi ed un rispetto sia nel metodo che nel merito. Cambiare una Costituzione attraverso le riforme non può voler dire stravolgerne i valori! Togliere una Camera parlamentare assegnandogli un compito talmente blando ...riformare una legge elettorale a favore di maggioranze costruite ad arte...principi costituzionali senza prevedere i contrappesi necessari... con tale fretta ed approssimazione, è sempre piaciuto a quelle figure machiavelliche che farebbero la qualunque pur di procedere nella loro determinazione.

Per chi andrà al voto per il referendum di Ottobre, sarà più che necessario aver chiaro e prendere informazioni precise sull'ignobile stravolgimento dei principi base di una Costituzione voluti dal governo Renzi. Non dovrà mai votare per o contro il Renzi furbo e scaltro conquistatore di una approssimativa e falsa nuova politica, ma per i valori fondamentali che la nostra Costituzione dovrebbe esprimere in favore di un popolo.

19 gen 2016

Italia-Europa..manca un dialogo ed una visione più avveduta

Non sarà mai una questione di essere o non essere ottimisti, ma..di percepire l'impossibilità di governare in un sistema che non ha più traccia delle necessarie solide basi sulle quali immedesimarsi per lavorarvi con efficacia..accortezza ed equilibrio.  
di vincenzo cacopardo
Sembra che L'Italia resti sempre più assente da tavoli europei dove si decide. La prova è portatata dal fatto che l'unione Europea afferma che vi è una chiara mancanza di dialogo sui documenti più importanti. La polemica di questi giorni tra Juncker e Renzi pare dare ragione ai tanti che hanno più volte denunciato l'assenza di una forte leadership in Europa. La Commissione europea non nasconde un certo malumore e dopo due anni di governo Renzi ..pare che il sindaco d'Italia.. in Europa conti davvero poco. Opportunismo, superficialità.. e la risaputa comunicazione ricca di enfasi, sono sempre meno sopportate.
Il suo aver voluto contare sulla Mogherini come figura italiana diversa(giovane ed inesperta) nella commissione... torna indietro poiché gli ha reso ancora più difficile mantenere un rapporto sereno all'interno della UE. Economia e immigrazione sono oggi i temi più caldi e Renzi... anche attraverso una figura non del tutto capace.. ha operato scelte poco avvedute ed accorte. Sappiamo ormai che il sindaco d'Italia, premier del Paese che ama il mito della comunicazione esagerata, malgrado la sua congenita astuzia, non abbia mai saputo leggere in lungimiranza..Ma come lui in tanti altri poiché..in questi ultimi anni è venuta a galla la sprovvedutezza di una politica approssimativa e parolaia.
Il Premier toscano (più di altri) appare un convalidato tappabuchi. Nella sua comunicazione persevera assicurando giorno per giorno promesse, ma contemporaneamente rimane in attese degli avvenimenti per procedere di conseguenza...inserendosi appresso nel contesto dell'immediata questione sopraggiunta per poterla in qualche modo risolvere con superficialità e facendo apparire il tutto come una contingenza di grandissima importanza!....Insomma non manifesta mai nel suo procedere una qualche minima intenzione di prevenzione agli ostacoli: Gli manca chiaramente quella lungimiranza che fa della figura furba ed astuta anche un avveduto statista che sa elaborare preventivamente e con equilibrio. 
Anche per l'Europa si è mosso solo dopo due anni..quando, all'inizio del suo mandato, è rimasto sempre sottoposto ad ogni principio di una Comunità che gli imponeva la qualunque... Oggi.. che sugli immigrati si è aperta una finestra che vede tanti Paesi reagire.. il nostro premier si muove con aria più spavalda criticando i difetti di un'Europa costruita solo su parametri e principi.. 
In questo quadro.. chi è oggi all'opposizione.. si sfrega le mani in attesa di riconquistare un potere che ormai di potere manifesta ben poco. Berlusconi rimane in attesa e resta sornione pensando ad una ennesima rivincita per il centrodestra, una ricossa che ai suoi occhi pare prossima per via dei bluff portati avanti da Matteo Renzi. Si illude forse che risalendo ancora una volta al potere possa risolvere le grandi problematiche nell'ottica di un sistema talmente fragile.

Il sistema fa acqua come in Italia anche all'estero malgrado lo si voglia far vedere diversamente. Le anomalie crescono e con loro i conflitti e.. se appena 60 persone detengono la richezza della metà del mondo, ciò significa che questo sistema non potrà mai funzionare. La politica internazionale persevera con errori spaventosi e dopo aver distrutto volontariamente le barriere che mantenevano argine all'afflusso dell'immigrazione ..pensano di doversene lamentare oggi attraverso la chiusura dei confini. Se questa non è mancata lungimiranza.. cos'altro può essere? E se l'avvedutezza non rimane un principio fondamentale tra coloro che esercitano un ruolo politico..come si potrà mai migliorare?   

16 gen 2016

Quel principio di distinzione dei ruoli..mai preso in giusta considerazione


di vincenzo cacopardo

Torna spesso come un'esigenza la questione della contrapposizione tra la politica e l'amministrazione. Un principio di distinzione che genera sempre caos..e conseguenti anomalie.

Nel nostro ordinamento vige uno strano concetto per il quale anche la burocrazia generata da una amministrazione è sempre più spesso assoggettata all’indirizzo della politica. Ma qual'è questo rapporto tra la politica e l'amministrazione?..E' possibile liberare la burocrazia dalla interferenza politica? Se esiste davvero questo compromesso che genera strani conflitti dovremmo poter affrontare il tema con una logica che non potrebbe mai escludere in proposito una attenta analisi sul metodo.

C'è chi ritiene che la burocrazia si sia indebolita per aver ceduto potere in cambio di sicurezza occupazionale e persino progressione di carriera o che sia oltremodo vero che l’invadenza della politica sia stata tenuta a bada da una burocrazia che è riuscita a monopolizzare un ambito decisionale, condizionando al contrario, un’attività politica.

Occorrerebbe.. perciò.. mettere in chiaro lo scopo dei due ruoli: In molti oggi determinano sinteticamente lo scopo fondamentale della politica in una ristretta interpretazione legata alla “funzione del governare” Ma se la politica deve rappresentare l'arte di regolare i rapporti tra i cittadini e di governare uno Stato...sembra chiaro che quel principio dell'arte sia fondato principalmente nel pensare..nel teorizzare..nel ricercare.. dialogare...mediare...ideare...insomma quello di suggerire attraverso le idee...senza le quali non potrebbe conseguirsi il giusto processo di governabilità. In altre parole, la politica di ideazione (creativa e di idee) e la gestione amministrativa e governativa.. seppur in un unico scopo, dovrebbero restare distinte. Chi amministra deve sicuramente avere un ruolo determinato e diretto verso la conoscenza scientifica di ciò che si deve con efficienza realizzare. Al contrario di chi idealizza a scopo di ricercare la progettualità e la propone in modo induttivo attraverso le idee.

Una distinzione che, a differenza della separazione, consente una stretta interrelazione, poiché i due ruoli (l'uno induttivo e l'altro deduttivo) forniscono una serie di interpretazione ai bisogni della collettività, ed una traduzione degli indirizzi. L’odierno sistema vede invece  il politico inserito contemporaneamente nei due ruoli come appartenenti ad un unico lavoro. Questo sistema ha fatto sì che oggi il politico venga considerato colui che crea e nel contempo esegue, nel contesto di un’unica linea politica. Linea politica che, nel tempo, viene condizionata da una vera e propria oligarchia dei Partiti.

L'immensa mole di conflitti che ha incancrenito il procedere di una politica condotta in simile modo ha generato un numero sempre più considerevole di anomalie che mettono in seria crisi l'intero assetto sistemico. Idee e funzionamento dovrebbero restare distinti come ruoli: Ruoli che, per scopo ed esigenza, definiscono due strade diverse che dovrebbero raggiungere un unico percorso costruttivo in relazione alla definizione di una “politica” che si vorrebbe più funzionale, meno conflittuale e più confacente ai principi di una democrazia.

Questo indirizzo di riforma dovrebbe in teoria essere preso in alta considerazione da parte di una classe politica che pare non avere alcun interesse in proposito.. a causa di una forma mentis.. o di specifici interessi che ne bloccano la visione. Una interpretazione della politica che rimane purtroppo logora ed intrisa di quel particolare negativismo .. che ne blocca ogni visione più utile ed innovativa.


15 gen 2016

Una nota al recente articolo di Domenico Cacopardo

Non posso di certo essere d'accordo con ciò che scrive in questo articolo il cugino Domenico. 
Se pure possa sposare la critica riferita allo spropositato moralismo e la assurda mancanza di confronto e di serio dibattito, Domenico sembra non tener conto che l'opera prevalente di questo Movimento rimane quella di scardinare un sistema ormai viziato da una mentalità antiquata che persevera in una forma di ordinamento politico senza innovazione, con scarse idee.. e nel continuo fiorire di anomalie istituzionali.

Quando Domenico scrive:"Il governo, nel momento in cui la riforma costituzionale ha superato la penultima boa, deve porsi questo obbiettivo nell’interesse della democrazia del Paese e del futuro degli italiani"....Oltre a stupirmi ..sembra ostinarsi a non entrare nel merito delle suddette...  non cogliendo che di democratico.. in esse.. non vi è proprio nulla. Il tutto è ricercato in modo evidente per rendere forza ad un governo a discapito di un Parlamento reso privo di ogni potere!..Un percorso troppo fecile che chiunque, anche il meno preparato, potrebbe percorrere.

In questo articolo sembra esservi un astio contro questi ragazzi del Movimento 5Stelle che, seppur poco esperti e conosciuti..(persino tra di loro), cercano in qualche modo di suggerire un cambiamento... Poco può importare avere una laurea o no..se tantissimi che di lauree ne hanno persino due, non hanno mai dimostrato di saper esprimere un'idea sull' innovazione. Naturalmente quella particolare concezione dell'integrità morale che finisce col diventatare moralismo spinto.. e la mancanza di un confronto serio del dibattito ..unito al perseverare di un comando proveniente dall'alto..finisce col rallentare una marcia verso un cambiamento più appropriato.

Un' andatura che dovrebbe procedere ponendo con attenzione la ricerca di un futuro politico migliore attraverso logiche diverse e senza presunzione. Ma l'importante adesso è sfondare il muro granitico del marciume e del parassitismo politico e il determinismo di chi vorrebbe imporrre, con la forza di una immagine ed una simulata comunicazione, una politica che tende a chiudere ogni spiraglio. Una politica alla quale in tanti ancora come Domenico..restano attaccati per paura del nuovo...

Verrà un giorno in cui “il nuovo” non sarà nemmeno rappresentato dai 5Stelle.. ma da coloro che, anche grazie agli stessi, avranno l'opportunità di essere in grado di dimostrare le proprie idee ed i metodi in proprosito. Ma ciò non potrà mai avvenire senza una prima rottura del vecchio e granitico sistema che, attraverso subdole manovre, vorrebbe continuare ad esprimere una democrazia imponendo una governabilità edifidata solo dall'alto.
Altro che sistema democratico!!..
vincenzo cacopardo




Come il calvinismo fu espressione sado-masochistica del rapporto con la religione e con la società, così il Movimento 5Stelle è espressione di un’analoga parafilia che si esprime nel politico e nel sociale.
Gli aderenti e gli esponenti sono manifestazione prevalente di un ceto perdente, che non è riuscito ad affermarsi nella vita e nella società, studenti falliti, professionisti marginali, insomma il mondo degli scontenti che per un naturale, ma patologico transfert attribuiscono agli altri (sistema e partiti) la colpa dei loro fallimenti.
In una società sempre più selettiva e competitiva come quella globale, in un’Italia delle scuole (nelle mani della generazione ’68) incapaci di formare e di istruire, il numero di disadattati che nella loro esistenza non avranno un’occasione di affermazione e di successo, è cresciuto in modo esponenziale, tale che uno spregiudicato analista capace di maneggiare il web (un personaggio marginale che per farsi notare è costretto a mettersi il berretto di traverso) e un excomico in crisi di ispirazione hanno potuto interpretarlo e trasformarlo nel loro successo personale, col potere che ne consegue. Tali Casaleggio e Grillo, tali gli esponenti parlamentari: basti pensare a Di Maio, uno studente universitario che non è riuscito a terminare il proprio corso di studi, diventato vicepresidente della Camera dei deputati.
È questo il personale politico del Movimento 5 Stelle: di fondo è un’effimera espressione, studiata in psichiatria, di un’esigenza di ribaltamento dei valori interpersonali, tale da permettere agli infermieri di comandare i medici, ai muratori gli ingegneri, insomma  agli asini tutti gli uomini.
La cosiddetta ideologia cui si ispira, un miscuglio di proposizioni strampalate e false che si possono leggere in rete, dalle questioni ambientali, agli ufo, dalle stragi dell’11 settembre a quelle più recenti, comprende tuttavia un elemento di maniaco moralismo, di cui le recenti vicende del comune di Quarto recano lo stigma.
Questo moralismo, cui s’ispira l’allegra brigata grillina, è una politica  masochista che, però, viene meno nella gestione quotidiana del partito e delle sue decisioni. Prima calate dal vertice, cioè da Grillo e Casaleggio, poi dal direttorio, senza alcuna forma di confronto e di serio dibattito che non sia la truffa quotidiana del web.
Per questo, la strada più corretta per contrastarli è governare bene e portare a compimento la proposta di legge che impone ai partiti, per partecipare alle competizioni elettorale, uno statuto democratico, garantito da procedure a pubblica evidenza, certificate da un soggetto terzo.
Il governo, nel momento in cui la riforma costituzionale ha superato la penultima boa, deve porsi questo obbiettivo nell’interesse della democrazia del Paese e del futuro degli italiani.
Guardando nei giornali o nei televisori le facce degli animatori del «No» nel referendum costituzionale, estratti dal sarcofago per l’occasione, cresce l’idea che il «Sì» non avrà problemi ad affermarsi.
Quindi, per completare il percorso di riassetto istituzionale, quel cambiamento di rotta che conduce a una democrazia governante, non paralizzata da illegali diritti di veto di gruppi e gruppetti politici, sindacali, mediatici e da singole persone, è solo necessario il punto fermo della nuova legge sui partiti politici. Si garantirebbero così non solo l’attuale maggioranza, ma anche le minoranze, tutte oggi incapaci di mettere in piedi quel processo di partecipazione che è il lievito dello Stato di diritto e di popolo al quale aspiriamo da quando la prima Repubblica è deceduta per la non guarita malattia della corruzione diffusa.
Il messaggio che era passato con il compiacente aiuto di alcune mosche cocchiere insediate nel sistema televisivo –che i nuovi arrivati a 5 Stelle fossero diversi dagli uomini normali e contemporanei- sta mostrando, non per Quarto, ma dopo Quarto, la sua vacuità.
Ciò non significa che va tollerato il rapporto con le mafie e il sistema corruttivo. Significa che non c’è nessuno cui consegnare il monopolio della pulizia, giacché il compito riguarda tutti gli italiani che lo debbono esercitare con il voto e, in un sistema democratico, ripeto garantito, tramite i partiti politici. Ferme restando le funzioni dell'autorità giudiziaria cui compete di perseguire i reati.
Il resto è mistificazione. Il resto è Goebbels che lancia le sue parole d’ordine a coloro che le colgono: in definitiva una manipolazione di gente che si lascia, consapevolmente per interessi non dichiarati e non dichiarabili, o inconsapevolmente, per mancanza di capacità critiche e di autodeterminazione, manipolare.
Domenico Cacopardo