2 ott 2015

nuovo articolo di Domenico Cacopardo sull'operato del sindaco Marino

Questo articolo del cugino Domenico mette in evidenza ciò che hi  già messo in evidenza in un post precedente. “Marino ..l'onesto incapace” Il sindaco di Roma Marino è l'esempio tipico che dimostra come in politica l'onestà non è sufficiente: Poco importa avere una persona rettamente integra se poi non risulta capace di sostenere con impegno, con controllo e con prevenzione.. l'iter di una amministrazione! la via.. in politica, come in ogni disciplina, non può essere affidata unicamente alla rettitudine, richiede competenza, non può correre sugli unici binari della strada dell'integrità morale, poiché per logica un'Amministrazione pone problematiche diverse e tra loro differenti: Bisogna saper leggere in lungimiranza, saper approntare idee immediate e, soprattutto.. conoscere la materia amministrativa.. sapendo agire con prevenzione.
Domenico descrive in modo puntuale le inopportune mosse di un sindaco che amministra un città che oggi vive difficili condizioni e che lo vede spesso assente nei momenti più importanti “
vincenzo cacopardo



È assolutamente singolare che il papa assuma su di sé il compito di smentire le voci su un suo invito a Ignazio Marino, sindaco di Roma, di partecipare alle cerimonie religiose in programma a Filadelfia, il 26 e il 27 settembre. L’Osservatore Romano –il giornale che pesa attentamente le parole almeno quanto il Rénmín Rìbào (Il quotidiano del popolo, organo del Partito comunista cinese)- ha scritto: «Il Papa ha smentito “categoricamente” che da parte sua ci sia stato un invito o che sia stato fatto dagli organizzatori».
L’imbarazzata e imbarazzante difesa del sindaco di Roma, attribuendo l’invito al sindaco e al vescovo di Filadelfia (ma non erano loro gli organizzatori?) non spiega nulla. Rimane il fatto che il prof. Ignazio Marino non trova nulla di disdicevole nell’abbandonare Roma, in questo momento cruciale, alla vigilia dell’inizio dell’Anno santo, con la città sconvolta dai lavori preparatori e mille problemi quotidiani, dalla conferma che gli affidamenti illegali di lavori e forniture sono continuati sino alla primavera del 2015 ai frequenti incidenti alla rete metropolitana che paralizzano la città pesando direttamente sui lavoratori.
Nulla di tutto questo è risultato rilevante per Marino e, nella sua mente, è stato più importante fare da par terre al papa e ai suoi accompagnatori, impegnati in una missione in terra americana considerata da osservatori neutrali particolarmente difficile. Particolarmente difficile perché questo pontificato s’è caratterizzato, sin dall’inizio, per il suo spiccato carattere politico, prevalente rispetto ai contenuti religiosi della missione pastorale affidata a Francesco. L’attenzione di sua santità s’è rivolta ai problemi economici e sociali, oggetto d’ogni esternazione estemporanea o ufficiale o, addirittura, ex-cathedra. Il messaggio è stato sempre il medesimo: la condanna dell’individualismo (e, quindi, implicitamente, la promozione dello Stato regolatore comune) e del capitalismo, soprattutto nella versione amerikana, figlia della riforma luterana e calvinista, di quel capitalismo che è stato ed è il motore del mondo, che l’ha condotto sulla via della crescita materiale (sottraendo 1 miliardo e mezzo di uomini dalla tragedia della fame) e spirituale (mai tanti beni immateriali sono stati a disposizione dell’umanità). Ha scritto papa Francesco che questa economia «uccide», un’espressione retorica che non corrisponde al vero, e che, quindi, bisogna uccidere quest’economia (nell’unico modo conosciuto per ucciderla: quel dirigismo di Stato che ha portato l’Argentina dalla condizione di Nazione ricca a quella di Nazione povera, disastrata e in preda alla corruzione). Il tema dell’ambiente è diventato tema elettivo di questo pontificato, ma è stato coniugato con tante discutibili banalità, le medesime per le quali il comico Grillo è stato condannato a risarcire un professore universitario (che sosteneva l’energia nucleare), tra le quali l’aria condizionata, a smentita del saggio principio romano de minimis praetor non curat. Questione, l’aria condizionata, particolarmente urticante per i nordamericani, che hanno voluto rendere la vita indipendente dalle variazioni di temperatura.
Non appena un po’ di polvere si sarà depositata sulle emozioni suscitate dal papa americano, ci si renderà conto, soprattutto negli Stati Uniti (la comunità cattolica che mantiene economicamente in vita tutta la Chiesa cattolica e le sue opere) che il suo richiamo alla necessità di una comunità politica al di sopra degli individui alla quale sia dato il pieno potere di decidere sull’allocazione ottimale delle risorse ripropone un collettivismo sconfitto dalla storia più recente del tutto contrario all’american life’s style, nel quale è la libertà il principale canone della vita democratica. Certo, nella visione di Francesco c’è ancora la teologia del pueblo, nella quale è lo Spirito santo a ispirare il popolo e, quindi, la comunità politica che prevale sugli individui.
Una inaccettabile aberrazione ideologia o, alternativamente, un mero sofisma, un espediente per acquisire populistica popolarità nel momento di maggiore crisi vocazionale e di militanza della Chiesa cattolica dal 31 ottobre 1517, giorno della presentazione delle 95 tesi di Martin Lutero nella cattedrale di Wittenberg e, quindi, della nascita della riforma protestante.
Quindi, Marino doveva essere presente, spettatore, alle esternazioni di Filadelfia, e assente dalla sua città in giornate cruciali come quelle che la capitale sta vivendo.
Segno questo, che questo sindaco non ha ancora compreso (e, a questo punto, non lo comprenderà mai) quale compito delicato gli sia stato affidato dagli elettori, quali siano le attese che ha alimentato, quali delusioni ha suscitato.
Forse hanno ragione coloro che sostengono che Roma va meglio quando Marino è assente. Ma, razionalmente, rimane un errore il non avere commissariato il comune, sulla spinta degli interessi politici (e personali?) di Matteo Orfini, presidente del Pd, commissario del Pd romano, romano egli stesso.
Il pasticciaccio del nuovo inatteso viaggio del sindaco conferma, infine, tutte le perplessità sorte intorno alla sua caratura politica.
Non c’è da sperare più molto. Solo che la prossima scivolata non abbia, come questo viaggetto non ha avuto, conseguenze gravi per i cittadini dell’urbe caput mundi, oramai talmente mitridatizzati da non reagire più alle tossine che quotidianamente vengono loro inoculate.
Domenico Cacopardo


1 ott 2015

Senato.. arrivano i primi canguri..

di vincenzo cacopardo
Assistendo al dibattito al Senato di questi giorni, ci si accorge di come i giochi sembrano siano fatti, di come ormai si andrà avanti sulla nuova riforma senza tener conto di alcun rallentamento (seppur giustificato) forzato dagli emendamenti delle forze di opposizione. La via è ormai segnata! Le strategie decise con forza da un monolitico PD che pone qualsiasi freno a possibili ostacoli..e che vede il presidente Grasso assoggettato ad una maggioranza smontando sul nascere ogni possibilità di ribaltare un programma che va avanti come un treno su ordine del governo.

Un emendamento proposto ad arte dal senatore della maggioranza Cociancich (di fede renziana) è apparso come una sorta di canguro.. Risultato ammissibile per il presidente Pietro Grasso, consente di saltare tutti gli emendamenti all'articolo 1. Il fatto ha generato un'autentica bagarre all'interno dell'emiciclo. Alla fine del lungo dibattito della giornata di ieri..dopo una lunga lotta di nervi..il presidente ha ammesso al voto soltanto gli emendamenti che mirano a modificare o sopprimere il comma 5 dell'articolo 1. Si tratta di diciannove voti segreti .

Paolo Aquilanti, ex alto funzionario del Senato, ora segretario generale a Palazzo Chigi, sembra voler dare una mano al governo fornendo una appropriata regia dall'alto della sua esperienza...insomma.. si va avanti a suon di strategie verso una riforma che deve a tutti i costi esser portata al traguardo nei tempi previsti dal ministro Boschi. Naturalmente vi è stata una gara scatenata contro il senatore Cociancich appena stemperata dalle parole a sua difesa del capogruppo Zanda..parole che hanno generato ulteriore caos ed urla. Qualche senatore della minoranza ha dichiarato con forza che ormai anche per questioni come le riforme costituzionali vengono usati dalla maggioranza espedienti abnormi simili alle “fiducie”

Questa riforma assai pasticciata sta portando ulteriore caos all'interno della politica e la gestione condotta da Grasso appare imbarazzata e persino non del tutto convinta.. Malgrado la sua determinazione si intravedono perplessità nascoste. La sua vicinanza al PD ed a Bersani che lo ha candidato alla presidenza.. non può nascondersi..nè celarsi una certa titubanza. Ma sembra che gli ordini del Partito siano precisi ..”andare avanti a tutti i costi”. Il ruolo di chiunque viene posto alla carica di presidente di un'Assemblea (che in sé deve essere di arbitro e garante), soprattutto in ordine a questioni costituzionali, non dovrebbe mai essere promossa da un Partito. Nella fattispecie abbiamo un presidente del Consiglio che è anche segretario del Partito di maggioranza che propone riforme costituzionali avvalendosi del fatto che il presidente dell'Assemblea di pertinenza è stato promosso e nominato dal suo stesso Partito..Non è difficile poter pensare che possano esservi imbarazzi o pressioni ..seppur non espresse con precisa volontà.. Ancora una volta si mette in evidenza l'esigenza di separare e distinguere i ruoli con maggior determinazione e più coerenza al fine di non generare conflitti e.. persino sospetti.

Si poteva più sapientemente sperare di arrivare ad un obiettivo più adatto attraverso un bicameralismo più funzionale, ma l'accoppiata Renzi-Bersani non sembra aver ricercato qualcosa di più valido ed utile, accontentandosi di rinchiudere la funzione di questo questo Senato in un vero coacervo di incongruenze .Ricordiamoci dei bersaniani.. che fino a poco tempo fa gridavano: "Sui princìpi costituzionali non si tratta” e che oggi appaiono come risucchiati in un vortice renziano non essendo in grado di opporsi ad un domani che vedrà un Senato non eletto dal popolo, né nominato dalle Regioni..una sorta di pasticcio contro il quale non sembrano capaci di intervenire.

Mancano 13 giorni per chiudere una riforma di grande importanza che pare affrontarsi come fosse un giochetto da nulla! Regna un gran disordine e molta confusione, ma ciò che si comprende è il fatto che allo stato delle cose ..nulla potrà fermare la volontà di Renzi verso questa imbarazzante riforma. Il futuro ci dirà chi ha ragione! Di fronte a ciò che sta accadendo in Senato e della manifesta vessazione di una maggioranza che prosegue imperterrita come un treno ..non si capisce quale può essere la ragione di non abbandonare un'Aula..lasciando alla prepotenza della maggioranza la responsabilità di un cambiamento costituzionale di tale portata.









30 set 2015

Il suo principio è la fretta..


...ma rimane assopita su ogni altro eminente valore.
di vincenzo cacopardo
La ministra Boschi esordisce affermando che la sua proposta di riforma non è frutto.. né di un tentativo estemporaneo.. né di approssimazione. 
Riguardo ai milioni di emendamenti proposti da Calderoli “la bella addormetata tra i Boschi” risponde che il sistema è fatto per decidere. "Abbiamo sempre riconosciuto il valore sacro del Parlamento", "noi crediamo nel valore del confronto politico" non nella creazione di un "algoritmo". In questo caso la frecciata è rivolta a Calderoli... senza accorgersi che la mole degli emendamenti proposti non può vedersi in altro modo che come una provocazione ad un sistema che in sé sembra non funzionare affatto e che pare non abbia dato precedentemente ai partiti il tempo di illustrare in commissione gli emendamenti. ..Questione non di poco conto!!

La ministra aggiunge che tale strategia non inciderà sui tempi di approvazione. "Ce la faremo prima della sessione di bilancio”. Ponendo ben manifesto un primario principio dei tempi su ogni altra considerazione di merito di ciò che sta avvenendo. E' evidente che la sua è solo una premura di poter chiudere al più presto per potersi prendere una gloria che in realtà non sussiste. Una fretta che supera ogni altra logica cognizione di ciò che, in realtà, si sta facendo in barba ad una Costituzione e che la dice lunga sull'approssimazione con la quale la ministra affronta tale riforma.

Al di là di ciò che viene per comodo definito ostruzionismo, ma che in realtà rappresenta un diritto (se pur spinto da una manifesta provocazione attraverso ottantacinque miloni di emendamenti) da parte dei partiti di opposizione..che declamano dai propri scranni del Senato l'irresponsabile maneggio di una Costituzione a beneficio di una governabilità spinta all'eccesso, quello che appare chiaro è il voler raggiungere lo scopo di un traguardo temporale per una sorta di principio in barba ad altri più importanti valori. La tendenza per la Boschi è chiudere in fretta!!

La visione d'insieme è dunque quella di sminuire il valore di questa Camera attraverso logiche ancora non del tutto chiare e per lo più contraddittoie rispetto ai principi costituzionali ...Dare forza politica ad una sola Camera attraverso la determinazione di una legge elettorale tendente ad intrappolare e mettere all'angolo ogni possibile opposizione. In tal modo giungendo un domani verso l'ambito bipartitismo che svuoterà ogni possibile sano dibattito relegando il Parlamento in una scatola vuota ed inutile. Ciò avrà riempito di gioia la Boschi e tutta la l'allegra combriccola dei renziani, ma contrasterà con le logiche stesse del nostro ordinamento istituzionale che non ha, ancora oggi, alcun punto di riferimento con qualsiasi forma di presidenzialismo.

E' inutile aspettarsi un intervento a garanzia da parte del presidente della Repubblica che, come altri, in precedenza, sembrano restare sottomessi ai principi governativi non considerando col giusto peso l'importanza dei valori primari e il rispetto che la politica deve ad una repubblica democratica ..Forse è un fatto di visione..di percezione..di interpretazione personale di un percorso che oggi appare oltre che frettoloso, anche spinto da un eccesso di protagonismo e non certo indirizzato verso una più appropriata ricerca a beneficio di una più sicura democrazia, ma rimane il fatto che questo governo sembra volersi imporre con forza su un cambiamento per principio e non per valori e funzionamento. 

Per uno come me, che vede nella Costituzione principi che si fondano soprattutto su un sistema proporzionale nell'ambito dei consensi e nell'espressione politica di base, partecipare ad un simile smantellamento diretto verso maggioranze costruite in modo effimero e simulato.. per un unico principio di governabilità ( che in sé non può che essere un fine) non è solo triste, ma addirittura insensato. La forza eccessiva in direzione di questo cambiamento sembra del tutto decisa anche in ragione del fatto che alcuni senatori(determinanti per la maggioranza) appaiono asserviti al potere di Renzi e all'interesse per la propria poltrona. Ciò che conta verrà fuori nel futuro con la speranza che non vi sia troppo da rimpiangere e pentirsi.



29 set 2015

Un ponte sempre più sospeso..


"Una infrastruttura ferroviaria. Cosa vuol dire ferroviaria? Solo per i treni? Senza passaggio delle auto e degli altri mezzi di trasporto? ...Forse .un ponte dimezzato? Quanta lungimiranza in queste idee!...La cosa appare fin troppo ridicola ed in linea con questa politica.."

Sembrerebbe essere stata approvata alla Camera una mozione di NCD riformulata su suggerimento del sottosegretario ai Trasporti, Del Basso De Caro. Ma il freno posto dal ministro Del Rio con la solita litania sulle valutazioni ed i rapporti costi-benefici" ..non poteva che essere scontato ed il dossier non pare essere ancora sul suo tavolo

Il partito di Alfano ha spinto il governo a valutare per l'ennesima volta l'opportunità di riguardare i costi e benefici di un progetto che aspetta da lunghissimo tempo e che potrebbe cambiare l'economia della Sicilia oltre ad unire in modo più stretto il nostro paese. Ma per l'emiliano Del Rio non sembra esistere un serio impegno per questo ponte essendovi dossier più urgenti".. Il ministro dichiara "Noi non abbiamo il dossier sul tavolo in questo momento - ma se una forza politica o il parlamento ci invita a valutare se un domani potremo riaprirlo, noi non diciamo di no. 

Secondo il sottosegretario alle Infrastrutture, Umberto Del Basso De Caro, c'è un impegno a valutare l'opportunità di una riconsiderazione del progetto del ponte sullo stretto come infrastruttura ferroviaria previa valutazione e analisi rigorosa del rapporto costi-benefici, come possibile elemento di una strategia di riammagliatura del sistema infrastrutturale del Mezzogiorno. Quello che rimane insopportabile quando una infrastruttura deve operarsi al sud è la perenne e lunga valutazione, persino rigorosa, del rapporto costi benefici e dell' impatto ambientale. Valutazioni tenute assai meno in considerazione quando ci si appresta ad operare per le infrastrutture del Nord.

Ma lascia un po' confusi e disorientati il fatto di prevedere questo ponte come una infrastruttura ferroviaria. Cosa vuol dire ferroviaria? Solo per i treni? Senza passaggio delle auto e degli altri mezzi di trasporto? ..Un ponte dimezzato? Quanta lungimiranza in questa politica del fare!...La cosa appare fin troppo ridicola ed in linea con questa politica..

Con ciò..non sfugge il fatto che il governo resti in un'alterata fase di valutazione, potendosi in tal modo tenersi buono il suo alleato NCD che, nel bene o nel male, lo sostiene nella maggioranza. Come del resto.. non potrebbe sottovalutarsi il fatto che lo stesso NCD usi questi mezzi..solo per invogliarsi un certo elettorato al sud.

Di questa storia vedremo ancora tanti film..Una palla che rimbalzerà da una parte all'altra senza trovare mai il suo canestro.Ma non possiamo sottovalutare nè il contesto di una politica subdola che trae vantaggi da simili promesse..nè il fatto che questa infrastruttura rappresenta un passo fondamentale per lo stesso sviluppo del mezzogiorno ed il ravvicinamento di un Paese che oggi appare spaccato in due.
di vincenzo cacopardo


Intanto si governa..poi si vedrà!

La "rivoluzione copernicana" del sindaco d'Italia in tema di tasse

di vincenzo cacopardo

E' di questi giorni la notizia che la Commissione europea propende per mantenere la tassa sulla casa. I cosidetti “euroburocrati” vorrebbero spingere Renzi a mantenerla poiché l'Italia avrebbe bisogno di indicare altre strade..come ad esempio.. aver assoluto bisogno di ridurre un carico fiscale alto sul lavoro, e di aumentare tasse sui consumi e sulle proprietà. In alcuni Paesi...tra cui il nostro.. le tasse sulla casa continuano a favorire una chiara accumulazione del debito.

Renzi respinge ogni dettato in proposito proveniente dall'Europa e conferma l'abolizione della tassa sulla casa con queste parole "Quali tasse ridurre lo decidiamo noi, non un euroburocrate a Bruxelles. Il compito dell’Ue non è mettere bocca su quali scelte fiscali fa uno stato e non deve decidere al posto dei singoli governi"

Tuttavia i problemi che si pongono sono due : il nostro Paese è in grado di poter togliere un'entrata simile in un momento così delicato? Non è difficile intuire.. che quando la tassa sulla casa sarà abolita si potranno generare vere e proprie difficoltà per i comuni?. Una tassa che di per sé aveva ed ha uno scopo preciso inerente l'amministrazione delle singole città in quanto.. per logica.. l'abitazione permane all'interno del territorio cittadino ed è difficile concepire tale tassa come un'imposta separata da ogni contesto comunale.

Siamo stati abituati alle esternazioni del sindaco d'Italia fatte con promesse dirette verso il futuro, ma questa (riguardante la casa) ..al di là di come verrà stabilita..suona innanzitutto come una propaganda.. e se veramente il Governo la metterà in atto potremmo accorgerci solo col tempo quanto peserà: Ci accorgeremo se dopo meno di un anno vi sarà bisogno di rimetterla o provvedere con altro tipo di balzello.

Quello che non si spiega nella politica di Renzi è sicuramente la mancanza di idee più idonee riguardanti la crescita del Paese tenendo conto di uno sviluppo più congenito ed armonico.. anche se più lento: Potenziare le infrastrutture del Sud, dare forza alle start up, promuovere le idee, favorire il credito. Insomma...tutto ciò che può dare risultati più consistenti solo col tempo. La sua metodologia, al contrario, si impone con la fretta, una certa rigidità..il persistente semplicismo e persino con le continue promesse che incantano.. i cui risvolti potremo vedere solo fra qualche anno.. Intanto si governa..poi si vedrà!


28 set 2015

Bergoglio: rigido verso i peccati del clero

Si conclude il suo viaggio in America.. e si riafferma l'umile opera evangelica
di vincenzo cacopardo
Nel suo viaggio negli Stati Uniti..nella città di Filadelfia..ilPapa incontra alcune vittime di preti pedofili..manifestando una partecipazione alla loro sofferenza per le ferite arrecate da membri del clero o collaboratori ecclesiali.. assicurando..in tal modo una più sicura opera di prevenzione. Le sue parole colpiscono:"Vergogna per i gravi danni causati ..Mi dispiace profondamente”. "tutti i responsabili dovranno renderne conto" Parole che mettono un punto e propongono un cambiamento radicale per chi, operando nello spirito di una religione cristiana in questa parte del pianeta, ha osato usare violenza verso i tanti non in grado di porre proprie difese.

Bergoglio diventa ancora più rigido ed afferma che chi abusa sessualmente di un minore «profana la stessa immagine di Dio» ...”Non può esserci posto nella Chiesa per questi sacerdoti». Il Papa, quindi, assicura l'impegno affinchè la sua Chiesa possa per sempre proteggere i minori...tuttavia questo incontro di Francesco con le vittime di abusi sessuali sembrerebbe essere il primo che si tiene in Vaticano: Bergoglio comprende l'importanza di tale errore e.. come sempre.. si preoccupa di porre fine ad episodi che hanno compromesso l'immagine e lo spirito stesso della Chiesa cattolica.
Sono ancora in tanti a criticare l'operato di questo Pastore della Chiesa..accusandolo di inclusione in un ruoli che non gli appartengono. Ma questo viaggio in America ha marcato ancora di più la volontà del suo operato in favore di una società più giusta ed equilibrata. Il suo discorso davanti al presidente Obama ed a tutto il Paese americano contro la guerra e le armi ..verso la protezione dell'ambiente...ed una economia più equa che guardi al benessere sociale, non potrà mai essere interpretato in modo difforme..Per il Papa l’uomo è cambiato ed anche il suo modo di pensare ed interagire … ma ha sempre bisogno di credere allo scopo della sua vita in terra, ha bisogno di comprendere quale senso darle…desidera conoscere meglio il significato della sua esistenza. ..Tutto ciò fa parte dell'opera evangelica di Papa Francesco poiché inerente ad un contesto ed ai valori sui quali si dovrebbe costruire un benessere sociale.
Bergoglio continua a trasmettere ciò che ha posto in evidenza nella sua enciclica “evangelii gaudium” nella quale comunica la poca importanza che certe gioie terrene possono avere se esse non attingono al sentimento dell’amore promosso da Cristo, un amore verso il prossimo che deve manifestarsi con gioia.. al di là di ogni futile ricerca del benessere. Egli lo  stigmatizza con una frase precisa e coraggiosa «All’inizio dell’essere cristiano non c’è una decisione etica o una grande idea, bensì l’incontro con un avvenimento, con una persona, che dà alla vita un nuovo orizzonte e, con ciò, la direzione decisiva»

Ancora una volta il messaggio di Cristo sembra prevalere rispetto al più enigmatico credo assoluto…Francesco intende richiamare l’attenzione verso la Chiesa continuando ad usare la via umile e discreta che fu nel messaggio di una figura tanto saggia ed equilibrata..quanto misericordiosa ed umana.. mettendo meno in evidenza (per le circostanze attuali insite nel mondo)… la figura centrale del creatore e potendosi conquistare.. in tal modo.. persino  una buona parte di ascolto e l’interesse dei non credenti. La religione cristiana oggi, attraverso la figura umana di questo Pontefice, sembra esercitare il suo compito in modo più giusto e corretto, ma anche più semplice ed benevolo.

26 set 2015

Lo spirito costituzionale e le logiche del cambiamento


Senato e titolo V

di vincenzo cacopardo

La storia ci dice che dopo sei anni dall'inizio della seconda guerra mondiale e venti anni dall'inizio della dittatura, il 2 giugno del 1946 si svolsero contemporaneamente il referendum istituzionale e l'elezione di un' Assemblea Costituente, La partecipazione dei cittadini fu alta (l'89% degli aventi diritto). Il 54% dei voti (più di 12 milioni) fu per lo stato repubblicano, superando di 2 milioni i voti a
favore dei monarchici. L'Assemblea fu eletta con un sistema proporzionale e furono assegnati 556 seggi, distribuiti in 31 collegi elettorali. 
Il passato, quindi, ci sottolinea l'importanza che ha avuto il referendum per l'elezione di un'Assemblea che avrebbe dovuto affrontare un tema talmente delicato attraverso il quale si legavano gli importanti principi di una Repubblica. La Costituzione italiana è una Costituzione scritta,rigida, lunga,votata,compromissoria,democratica e programmatica. Come Costituzione vera e propria si intende un corpo di leggi fondamentali prodotte dalla sovranità del popolo di solito per il tramite di una Assemblea costituente.

Detto questo..la nostra Costituzione, che come scopo dovrebbe avere il compito di guidare e fornire una traccia al complesso di norme per meglio definire la struttura dello Stato, non sembra avere oggi un giusto funzionamento che la porti al raggiungimento del suo desiderato fine. In se, essa potrebbe apparire perfetta nella rappresentazione dei valori per la determinazione di una democrazia... ma, in particolari occasioni, può solo idealizzarne il raggiungimento. La passata Assemblea Costituente, che ebbe il compito di porre le norme fondamentali dell’ordinamento dello Stato, determinò le regole per una concezione politica in opposizione ad una visione di assolutismo, riconoscendo la validità di uno Stato fondato sulle norme e sui poteri. Ma qualunque norma o confine di potere, dopo la smisurata e sregolata crescita economica e sociale di questi sessant’anni, non potrebbe che essere rivisitata affinché non possano continuare a riscontrarsi ulteriori anomalie dovute ad un progresso che ha alterato gli stessi valori della società. Anomalie che non potranno mai dare innovazione al percorso di una politica che si vorrebbe efficiente e costruttiva. Una Costituzione che, per una sua utile modernizzazione, non dovrebbe esimersi dall’osservare in lungimiranza un possibile sistema funzionale basato su principi più moderni in proiezione delle normative e della suddivisione dei poteri.

Una carta utile ed indispensabile, ma sicuramente da rinnovare, poiché non potrebbe mai essere richiesto un suo stravolgimento. Ma se risulta necessario operare dei ritocchi e modernizzare alcuni suoi principi in favore di un percorso di crescita del Paese più funzionale, non è di certo pensabile poterlo fare con i metodi e nel merito quasi imposti da un governo condotto da un premier saccente che oggi assume la forza da una doppia anomala veste essendo contemporaneamente a capo del partito di maggioranza. Oggi si intende cambiare una parte della Costituzione senza alcuna Assemblea Costituente ma solo con l'impegno interessato di un governo (tra l'altro nemmeno eletto dal popolo attraverso un consenso espresso dalle elezioni )..in tal modo stravolgendo ancuni principi posti dai padri costituenti che in sé hanno sempre rappresentato delle caratteristiche fondamentali. Ad esempio se si e' inteso separare per comparto i poteri delle regioni attraverso un articolo del titolo V (art.122)..una ragione vi è!..L'art 122 si esprime così: “Il sistema di elezione e i casi di ineleggibilità e di incompatibilità del Presidente e degli altri componenti della Giunta regionale nonché dei consiglieri regionali sono disciplinati con legge della Regione nei limiti dei princìpi fondamentali stabiliti con legge della Repubblica, che stabilisce anche la durata degli organi elettivi. Nessuno può appartenere contemporaneamente a un Consiglio o a una Giunta regionale e ad una delle Camere del Parlamento, ad un altro Consiglio o ad altra Giunta regionale, ovvero al Parlamento europeo”. Adesso...se si vuole cambiare in senso più funzionale il rapporto tra il governo centrale e gli enti locali regionali, non può essere logico farlo senza un'alternativa valida che tuteli un presupposto di legittimità dell'esercizio..nè senza un consenso da parte dei cittadini nel contesto del singolo territorio e quindi dovendo considerare i possibili compromessi derivanti.

La ragione di inconciliabilità consiste nel fatto che la Costituzione, secondo i principi generali espressi dalla Consulta, accoglie il principio base sul quale il potere dell'amministrazione merita tutela solo sul presupposto della legittimità del suo esercizio. In ordine all'estensione di tale garanzia-posta a salvaguardia dell'autonomia e dell'indipendenza costituzionalmente riservata al Consiglio regionale- è indubbio che essa ricomprenda in primo luogo tutte quelle attività che costituiscono esplicazione di una funzione consiliare tipica o di attribuzioni direttamente previste dalla stessa Costituzione. Quando i consiglieri regionali (in base al nuovo disegno di legge voluto da questo governo) verrano posti nella nuova Camera del Senato, verrà a cadere il presupposto di base della legittimità dell' esercizio, poiché si creeranno ulteriori conflitti e compromessi legati ad una politica centralista di governo che potrà costringere una politica locale.. che in sé.. dovrebbe riguardare la particolare politica di territorio in cui ci si esprime e si opera. Diverso sarebbe se costoro(i senatori) eletti a parte, potessero esercitare un ruolo politico per competenza territoriale seppur con regole diverse e ruoli separati.

Ma non è soltanto questo spirito di cambiamento approssimativo quello che oggi colpisce ..quanto il metodo usato dall'attuale governo che, con la pretesa di poter stravolgere una Camera e l'assetto politico territoriale del Paese, pur essendosi rifugiato dietro un articolo 39 (disposizioni transitorie), non si e' accorto che ha reso tutto ciò logicamente emendabile e non sottoponibile ad una norma della doppia conforme...Una doppia conforme che e' sempre apparsa come un pretesto campato in aria..e la cui interpretazione dovrebbe impedire di poter emendare..Quasi un'invenzione da parte di chi oggi è in politica e che rappresenta una sorta di interruzione verso la logica di un percorso normativo che non può stare in piedi e che configge con lo stesso spirito costituzionale.



Lo spirito e la logica vorrebbero che si osservasse e si modificassero alcune parti della Costituzione in un contesto di visione di insieme dei suoi principi che pone la democrazia al suo centro come assoluto valore primario.

25 set 2015

Questa America...così ricca di contraddizioni


OBAMA ACCOGLIE PAPA FRANCESCO
di vincenzo cacopardo

Paese davvero strano l'America! 
Una Nazione piena di contraddizioni ..si direbbe sempre più dicotomica nel suo cammino verso la crescita e la propria morale sociale. Un Paese..nel contempo meraviglioso nell'imprimere speranza ed incomprensibile nella sua stessa ricerca! Incline nel dimostrare i suoi principi di uguaglianza, ma meno nel metterli in atto... Che si esprime sulla democrazia, gridando tanto alla libertà ed al benessere.. esaltando in modo alquanto superlativo i suoi valori, ma che continua a  condizionare la propria popolazione attraverso altri principi del tutto diversi. Un Paese, però, dichiaratamente autocritico che fa tanto pensare ! 

Non è tanto per l'atteggiamento ospitale avuto col Santo Padre che ha visto Obama decantare l'opera evangelica di Papa Francesco a favore della abolizione della pena di morte ed all'uso delle armi, per poi assumere nella realtà politica del proprio Paese posizioni del tutto diverse, ma la profusa condotta di una Nazione che finisce col promuovere politiche costantemente contraddittorie. l’America si vanta di essere il Paese più democratico, quando invece..a volte..appare del tutto diverso: I suoi principi consumistici hanno sempre influenzato la cultura degli altri paesi compreso il nostro.  Il virus della sua cultura si evidenzia in un certo stile di vita che poggia spesso su una futile promessa di ricchezza e ad un richiamo al benessere materiale che sembra irresistibile.

Quello che distingue questo Paese è proprio la concezione della democrazia che vorrebbe apparire la migliore, ma non tiene in considerazione i limiti di un liberismo eccessivo che, privo di alcune fondamentali regole.. toglie ogni indispensabile misura e il dovuto equilibrio: Se da un lato si da spazio ad una libertà sociale fondata sul principo dell'uguaglianza che esalta ed incide sulla vita quotidiana imprimendo pericolose esaltazioni..da un altro lato si assiste ad episodi che indicano principi intransigenti, grande severità ed una rassicurante vittoria della giustizia.Una democrazia che pare distribuirsi bene nel percorso della sua realizzazione..ma che parte da una base non propio corretta che premia una rappresentanza attraverso la forza del denaro. 

Malgrado le parole belle e sentite del Presidente Obama dirette al Pontefice, questa America, forte di un richiamo di natura patriottica e del suo principio di eguaglianza e libertà, sembra restare inconsapevole: La sua effimera democrazia guidata dalle risorse dei più potenti.. non riesce a rispondere a quei principi legati ad una rappresentanza popolare che sono la base di partenza senza la quale ogni vera partecipazione non può esistere. 

Eppure..stranamente.. si evidenzia una esasperata dicotomia che la mette sotto i riflettori come uno dei pochi Paesi autocritici. Basterebbe visionare la lunga serie di una certa cinematografia da loro prodotta..sicuramente ben trattata e con sceneggiature profonde di ottima fattura...che, al contrario, promuove un costante rimprovero al loro sistema e che mette in mostra la vittoria di una giustizia sul potere corrotto..Quasi impensabile!

Verrebbe spontaneo chiedersi a quale delle due Americhe  dar credito!..

I principi civili del continente Americano sono concentrati sulla libertà..sulla sana famiglia, sulla buona condotta civica e su una crescita sociale all'ombra di una morale a volte fin troppo ipocrita e bigotta, mentre la politica appare alquanto espansionista ed imperialista...a volte non priva di contorni non del tutto chiari e limpidi. Tutto ciò la distingue e la pone sotto i riflettori come uno dei Paesi più incoerenti, ma che...al contrario di altri.. nel momento della scelta.. sembra sempre operare in favore del valore supremo di una giustizia  



23 set 2015

Senato, Costituzione e.. pasticci di comodo


di vincenzo cacopardo
Le condizioni per un’intesa con la sinistra del PD ..più pusillanime..che dissidente..sembrano vicine dopo l'apertura di Matteo Renzi. 
L'accordo ancora oggi nasconde una serie di punti non proprio chiari. Al più presto il Senato riprenderà la discussione generale sulla riforma costituzionale. La minoranza dem che conta oggi 28 senatori non sembra comunque ririrare i suoi emendamenti. Come sappiamo tre di questi riguardano l'articolo 2 della riforma, gli altri, invece, riguardano le funzioni del futuro Senato e i poteri di verifica e di controllo.

Sulla tanto discussa ammissibilità dell'emendamento dell'articolo 2 del ddl Boschi il presidente del Senato Pietro Grasso esprimerà la propria decisione in aula in fase di discussione dell'articolo. La discussione intanto prosegue con i tempi contingentati ridotti a 10 minuti e voluti dallo stesso Grasso.

Ciò... per quanto riguarda il cammino della riforma! Ma rimane sempre difficile poter dare un giudizio positivo su questo riordino che sembra mortificare una Camera alta riducendola in una sorta di “pasticcio di comodo” per un principio che risponde unicamente ad evidenti convenienze di governabilità. Se tanti cittadini oggi restano assenti da questo processo di rinnovamento che in sé rinnova assai poco e contrasta un'efficienza che dovrebbe rendersi ad ogni processo istituzionale, non è... come si vuol far credere... per un disinteresse, ma per la caratteristica ignoranza rivolta in direzione di questi temi. Temi che... al contrario... dovrebbero essere di principale interesse dato che.. il formarsi delle normative che regolano la società.. partono tutte dalla qualità e dal metodo espresso dalle stesse istituzioni.

Come si fa a non intuire che il vero problema non è quello del bicameralismo in sé, ma di come esso si potrebbe rendere più funzionale al sistema? Il bicameralismo perfetto, che in realtà non è mai sembrato perfetto...aveva solo bisogno di modifiche funzionali che avrebbero dovuto garantire una migliore efficienza nel suo percorso normativo. Una distinzione dei ruoli più appropriata che, unita alla diminuzione dei compensi e delle presenze...sarebbe bastata a renderla efficace. Ciò che invece si è voluto fare con la fretta ...provocherà danni che nel prossimo futuro avremo modo di constatare. Danni evidenti al percorso di una espressione democratica..e motivi di scoraggiamento per la chiara mancanza di una utile funzionalità istituzionale...

Come si fa a non comprendere che il processo di rinnovamento operato da Renzi per mano della sua incantata ministra Boschi e sposato con enfasi dalla sapientona vicesegretaria Serracchiani, è stato promosso con particolare pressappochismo ed una evidente premura in barba ai principi di una Costituzione che ha come valore primario il rispetto per una democrazia? Non è possibile affrontare riforme costituzionali senza tenere presente lo schema integrale e la natura stessa di una Costituzione che contiene in sé valori e principi sacri... Non è possibile snaturarla solo per dare corpo ad una governabilità che in sé andrebbe ricercata per altre strade. La governabilità è un fine che varicercato attraverso i mezzi necessari..mezzi che non possono definirsi in uno stravolgimento dei valori di base più importanti come quelli del rispetto che si deve ad una democrazia.

Ora..se Renzi e la sua Ministra intendono dare sfogo ad un vero cambiamento costituzionale...attraverso riforme... queste devono seguire una logica di efficienza e non di superficiale semplicismo. Al di là di ogni accusa di autoritarismo ...è proprio il saper fare funzionare in senso democratico un sistema istituzionale il vero scopo che dovrebbero prefiggersi.. e non la premura di chiudere attraverso un combinato di queste che non danno alcun risultato positivo in senso democratico...Troppo comodo, oltre che irresponsabile, condurre le riforme in tal senso!!

Queste dovrebbero anche essere le circostanze più che valide per un intervento da parte del Capo dello Stato che.. invero.. pare essere del tutto assente dal preservare un processo di rinnovamento frettoloso e quanto mai inefficiente. Ma come risulta evidente ..malgrado le sue esternazioni rispetto alle leggi elettorali nel periodo in cui esercitava il ruolo nella Consulta, il ruolo odierno di garanzia a protezione dei principi più importanti di una Costituzione..sembra non competere alla sua figura.


D'altronde cosa ci si può aspettare oggi da una politica che è riuscita ad operare attraverso una legge elettorale chiamata “Porcellum”? ..Un nome che la dice lunga su come ci si sia ridicolizzati agli occhi delle altre Nazioni.     

22 set 2015

il Premier comunica ed incanta i dissidenti ...

di vincenzo cacopardo

E' sempre più sorprendente la capacità comunicativa del sindaco d'Italia che davanti al suo Partito ha sciorinato il quadro completo dell'attività del suo governo mettendo in risalto l'importanza delle sue riforme come l'unica vera spinta verso la crescita del Paese. Intanto la sinistra all'interno del Partito che di continuo alza la voce, non pare essere più un ostacolo sulla sua strada: Come sempre fatto Bersani ed i suoi seguaci..alzano il tono.. per poi dividersi confusi e rifuggiarsi su strade più sicure e tranquille! Per Bersani quello che ha riproposto ultimamente Renzi rappresenta un'apertura significativa. Queste le sue ultime parole in proposito : se si intende che gli elettori scelgono i senatori e i consigli regionali ratificano va bene, è quello che abbiamo sempre chiesto».Ma anche qui..cosa può significare scegiere e ratificare.. se non si specifica meglio nel merito?

Si continua a perdere ogni riferimento con una sinistra dissidente all'interno del PD che si rende ripetutamente incostante ..incoerente.. e persino timorosa..perdendo una battaglia di pensiero alla quale... in realtà... non sembra per nulla legata. Non c'è quindi da meravigliarsi..di fronte a tali pavide ed indolenti intenzioni di costoro che, in tal modo, continuano a rendere solo vantaggi al loro leader premier. 

Renzi mira ad attaccare Grasso e dichiara: «Ma se apre l'articolo 2 anche nelle parti già votate in doppia conforme sarà un fatto inedito, e sarà necessaria una convocazione di Camera e Senato». Se il presidente del Senato applica la Costituzione e il regolamento senza stravolgimenti, la soluzione tecnica su come si scelgono i senatori la troviamo in dieci secondi netti» Parole che sembrano avere scatenato una reazione da parte del presidente del Senato e persino quella del “taciturno Quirinale” che, in tono sommesso, invita ad evitare ulteriori scontri.

Al di là di queste accuse e dell'indignazioni, quello che continua ad evidenziarsi nella loquace esposizione di Renzi circa le sue riforme... è il fatto di farle apparire come le uniche possibili per il cambiamento ..non evidenziandole mai nel merito, ma dandole quasi per scontate.Emblematica la sua frase: “Ci stiamo riuscendo, ma senza riforme questa legislatura non esiste” : che dimostra con evidenza il suo continuo parlare di riforme senza mai entrarne nel merito.. evitando ogni dialogo nella qualità e del suo opportuno funzionamento. Poi la capacità di responsabilizzare chi.. in seno al partito.. non la pensa come lui: Se si evitano i diktat di minoranza e si mette da parte l'elezione diretta, esclusa dalla doppia conforme, si può trovare un punto d'incontro». Il chè appare, al contrario, una vera intimazione.. dato che i diktat li ha sempre posti lui minacciando di continuo la caduta del suo governo...

Il suo rimane solo ed esclusivamente un motivo di fretta..la premura di chiudere al più presto le riforme. Entrare nel merito sarebbe per lui solo una perdita di tempo inutile. Per la bella addormentata tra i Boschi, infine, secondo le sue dichiarazioni, il vero problema non pare fondarsi sulle sue riforme, ma su un risvolto che potrebbe avere..in caso contrario.. una possibile caduta di governo a beneficio del Movimento 5 stelle o di Salvini. Anche la ministra sembra non  entrare nella sostanza di tali riforme... preoccupandosi unicamente di una possibile vittoria dei partiti opposti, dimostrando con evidenza tutt'altro interesse. 
   
Se mettiamo insieme tutto questo e vi aggiungiamo le scontate anomalie di un premier che esercita contemporaneamente le funzioni di segretario del partito di maggioranza che, attraverso il combinato di tutte le sue riforme, si erge a capo assoluto di una politica nazionale condizionata, non possiamo evitare di criticare volta per volta.. proprio sul merito.. ogni sua proposta riformatrice : Non si tratta di “autoritarismo”, ma del rafforzamento di  un “errata funzione” di un sistema che non potrà più avere i connotati di una democrazia con i suoi pesi e contrappesi.

Rimane sorprendente la sua capacità di comunicare tirando acqua al suo mulino sottolinendo per convenienza l'entità delle sue riforme e ponendo per comodità le contrapposizioni con tutti coloro che non credono (i rinomati gufi), non certamente al desiderio di una ripresa, ma al metodo ed al merito stesso di ogni riforma che lui riesce a far passare come l'unica possibile. 
In verità non pare esistere nessuno... nè all'interno del suo Partito...né fuori da questo, in grado di opporsi nel giusto senso sul tema del “funzionamento” più che sul pericolo di una possibile "deriva autoritaria".




20 set 2015

Padoan... ed il suo trend fiscale


di vincenzo cacopardo
Per il ministro dell'economia Padoan sono state studiate le variabili del quadro macroeconomico ed analizzati i trend delle entrate fiscali, tenendo sotto controllo i parametri imposti dall'Europa: "Il Pil crescerà dello 0,9 per cento. Il debito comincerà a scendere dal prossimo anno, il deficit è fissato nel 2,2%. Insomma...tutto è stato fatto ma bisogna completare l'opera con i provvedimenti e la chiusura delle riforme."

Secondo il ministro c'è più crescita perché c'è più lavoro, perché c'è più occupazione rispetto al cosiddetto andamento tendenziale. Poi, aggiunge che ci saranno altre tasse da abbassare. Il ministro sostiene che non si è cominciato all'improvviso: “Abbiamo iniziato appena questo governo è stato costituito, fa parte di un percorso che abbiamo iniziato e che continueremo sino alla fine del mandato”.

Il nostro ministro dell'economia asserisce che diminuire le tasse è di sinistra! 
Al di là del fatto che sembra inutile pensare ancora in questi termini ad una destra ed una sinistra, quello che si omette è il modo con cui si pensa di diminuirle! Cioè... se questo può continuare ad avvenire in modo lineare... o con una visione differente che possa, invece, aiutare i più bisognosi. Quello che appare nella politica del governo del ministro Padoan, se dobbiamo dirla alla sua maniera, non appartiene proprio a quella sinistra a cui si fa riferimento, continuando ad evidenziarsi una disparità tra chi ne giova e chi, in realtà, ne avrebbe bisogno. Una identica disparità si è gia evidenziata sugli ottanta euro distribuiti ad una fascia sociale che, nel bene e nel male, aveva già un lavoro, trascurando tutta quella fascia sociale meno abbiente dei pensionati con la minima, gli esodati, i tanti che, pur lavorando, non arrivano alla soglia per il beneficio... o coloro che oggi, con una libera professione, non hanno alcuna sicurezza di lavoro.

Quando si osservano i dati esposti dal governo sulla crescita degli impiegati a tempo indeterminato per effetto del jobs act.. si potrebbe restare soddisfatti..così quando si esaltano le cifre del PIL in leggero aumento, ma quello su cui maggiormente bisognerebbe immedesimarsi è il divario all'interno del nostro Paese.. tendente sempre più verso una forbice in apertura: Un crescente divario tra ricchezza e povertà al quale proprio in forza ai continui tagli ed i provvedimenti lineari, non potrà mai avere possibilità di perequazione.

Il problema dunque resta la forbice che dovrebbe stringersi e non allargarsi..il chè difficilmente potrà avvenire se non si esercita una politica economica che guardi ad un principio diverso e cioè in direzione di una politica che tenga in considerazione un più corretto sviluppo fondato su una fiscalità variabile in base alle esigenze e le possibilità dei cittadini e del loro lavoro..Uno sguardo più approfondito sulla sostenibilità, sul sistema pensionistico, sulle esigenze di base anche per differenze territoriali: Al sud, ad esempio, vi è una netta differenza sulla qualità dei servizi ed il taglio lineare sulla tassa degli immobili, fa tanto riflettere alle enormi difficoltà alle quali i comuni dovranno far fronte.

Infine la frase del ministro sull'immagine del Paese in riferimento ai turisti rimasti fuori dal Colosseo :Facciamo una fatica enorme ogni giorno a costruire un'immagine migliore del nostro Paese, e poi rischiamo di rovinarla perché migliaia di persone tornano a casa con l'idea che l'Italia non funzioni. è emblematica e tipica di un governo che pare sempre rivolgere le colpe altrove.