25 nov 2015

Breve nota sul commento di Domenico Cacopardo sull'incidente dell'aereo russo

"Una vera presa di responsabilità è sicuramente quella che in questo momento non si scorge. Al di là del fatto che un incidente militare prima o dopo sarebbe accaduto..in un'area di per sé rischiosa..e nella totale confusione che in questi giorni ivi regna, quello che non convince è il fatto che possa trattarsi di un incidente. Se era chiaro che aerei militari russi avrebbero dovuto bombardare in territorio Siriano passando inevitabilmente in quello spazio aereo ..quale ragione vi era di colpirli con tale convinzione? La Turchia sembra aver mostrato a viso aperto la sua posizione antirussa e comunque poco utile e di imbarazzo per la sicurezza di un patto atlantico ..Azione pericolosa per un conflitto già di per sé confuso e che potrebbe aggravare lo stato delle cose. Domenico chiarisce a fondo le vere responsabilità di Obama che persevera in un territorio lontano dai suoi confini verso una lotta che non lascia vedere risultati più utili per accordi di pace.
vincenzo Cacopardo


Era fatale che l'incidente dovesse accadere: un caccia Sukhoi24 dell'aviazione russa è stato abbattuto perché avrebbe violato lo spazio aereo di quel Paese. Sostengono i russi che il Sukhoi, che volava con un aereo gemello, era all'interno dello spazio siriano, tanto che il recupero di uno dei piloti si sta svolgendo all'interno dei confini siriani. Il governo turco, presieduto da Ahmet Davutoglu, stretto uomo di Erdogan, ha informato la Nato chiedendo una consultazione d'urgenza con gli alleati.
C'è una constatazione elementare da effettuare: in una zona piuttosto delimitata, in questo momento, volano e bombardano aerei di Russia, Stati Uniti, Francia, Giordania, Siria di Assad e, marginalmente (visto che si dirigono verso le zone curde), turchi. Quindi, prima o dopo doveva scapparci l'incidente. In realtà, un coordinamento operativo tra "alleati" sembra esserci solo tra russi e francesi, anche se si tratta di un'alleanza sui generis proclamata da Putin che, con una diretta spettacolare, ha dato ordine al comandante della flotta in Mediterraneo di comportarsi da alleato nei confronti dei francesi. Se la guerra all'Isis e il sostegno russo-iraniano ad Assad continueranno sulla strada attuale, gli incidenti potranno ripetersi con conseguenze imprevedibili.
La responsabilità primaria di quanto sta accadendo ricade sugli Stati Uniti e sul presidente Obama: al di là della difesa della propria strategia che Obama continua a formulare, la realtà è ben diversa. Gli atti e i comportamenti americani testimoniano di incertezze e contraddizioni sin qui non sanate, talché l'America è alleata, per esempio dei curdi e della Turchia che s'è inserita nel conflitto proprio per combattere i curdi. E, proprio a causa delle proprie indecisioni, è stata costretta ad accettare il fatto compiuto della presenza delle forze armate di Putin nella zona e dovrà accettare che truppe di terra e corazzate realizzino ciò che Obama aveva escluso con specifica enfasi: “Boots on the ground”.
L'altra questione è la Francia, vittima e detonatore di un conflitto nel conflitto, rispetto al quale gli stessi Stati Uniti, ma anche Germania e Italia rimangono freddi, anzi gelidi. Il rischio che il mondo corre è quello di una già troppo annunziata, anche da papa Francesco, Terza guerra mondiale che, oggettivamente, per ora non c'è.
Non si possono aspettare le elezioni americane: la messa in sicurezza dei rapporti tra le potenze che si confrontano sul medesimo terreno e con obbiettivi non contrastanti è la prima priorità. Dalla coalizione dei volenterosi occorre passare alla coalizione dei responsabili.
domenico Cacopardo


24 nov 2015

Una nota..sull'arte profetica di Sgarbi..

L'arte è espressione di una storia nella quale le immagini sono dei correlativi oggettivi della realtà vivente degli uomini: ed essi possono, per altro, non percepire l'avanzamento di conoscenza che l'arte indica.Quindi la situazione creativa, artistica e letteraria di un'epoca può essere molto più avanzata rispetto a quanto i cittadini percepiscono.”

Mi colpisce questa frase di Sgarbi che indica in pieno tutta la percezione avanzata del critico... Un maestro delle analisi critiche che.. nel dialogo con chi intende conciliarsi con l'arte.. appare davvero unico. Il suo intuito percepisce al di là di ogni comune osservatore e la sua dielettica brillante riesce a farsi intendere anche da chi.. ..potrebbe anche non essere vero amante dell'arte. Naturalmente per chi.. come il sottoscritto.. si è già da tempo impegnato nello studio dell'arte ed ha una buona conoscenza del ricco patrimonio artistico del nostro Paese, le parole di Sgarbi sulla correlazione esistente con la nostra realtà e la mancata percezione rispetto ai tempi.. è chiarissima.

L' evoluzione espressa in tutti i tempi sia nell'arte che nella letteratura.. a dispetto di chi non riesce a percepirla.. rimane un fatto inequivocabile: Assai più evidente è la percezione creativa sull'arte moderna a partire da quella impressionista..futurista e cubista dei primi del novecento o anche, come afferma il critico, la letteratura di Italo Svevo..ed il particolare cinema espresso dalle pellicole di Spielberg .

Indubbiamente ogni forza creativa costituisce una potentissima anticipazione sui tempi e quindi una mancata percezione rispetto ad una collettività. Un argomento non del tutto alieno da un comparabile rapporto con la cultura politica che oggi non vede alcuna spinta creativa. Spinta compressa ed ostacolata da un prevalente cinico pragmatismo che si inserisce nel costante dialogo di una dialettica sterile privata costantemente da un' essenziale forza delle idee.
Una politica che guarda in assoluto solo ad una realtà esistente o copia pedissequamente gli esempi degli altri Paesi.. privandosi conseguentemente nella ricerca delle idee creative, Ciò finisce col restare paragonabile a quella pseudo arte manierista a cui manca ogni carattere creativo e lungimirante a cui lo stesso Sgarbi fa riferimento... Una politica di sicuro non profetica!

Vittorio Sgarbi, quasi incosapevolmente, attraverso una profonda dialettica che riguarda l'arte.. sfiora un argomento che tocca in pieno il tema della politica e del sociale.. in un momento storico che non sembra appartenere ad un Rinascimento..ma che appare identico, per scopo e pensiero, ad un infelice manierismo.

vincenzo cacopardo




Io ho avuto un certo imbarazzo questa mattina, questa notte anzi, nell'immaginare quale potesse essere il percorso di un discorso su arte e profezia, perché possiamo contemporaneamente dire che tutta l'arte nella sua espressione più alta è profezia, e contemporaneamente che l'arte è espressione di una storia nella quale le immagini sono dei correlativi oggettivi della realtà vivente degli uomini: ed essi possono, per altro, non percepire l'avanzamento di conoscenza che l'arte indica.Quindi la situazione creativa, artistica e letteraria di un'epoca può essere molto più avanzata rispetto a quanto i cittadini percepiscono.
Quando Joyce scriveva l'Ulisse a Trieste, probabilmente il pensiero dei triestini era molto lontano dalla formidabile visione espressa in quel capolavoro complesso della letteratura del Novecento. Probabilmente i triestini erano anche più arretrati sul piano della loro visione e conoscenza della realtà di quanto non lo fosse, negli stessi anni, Italo Svevo, che era loro più vicino per cultura, consonanza, esistenza. E quindi, due presidi della letteratura italiana e inglese del Novecento sono presidi legati ad una dimensione visionaria non percepita, pure in tempi in cui la scolarizzazione era molto più avanzata, non quanto nel nostro tempo, visto che oggi dovremmo essere nel tempo reale, cioè, in un tempo in cui qualunque cittadino può essere sintonizzato con quello che l'arte indica o la letteratura propone. È forse la prima volta che la sensibilità comune può funzionare in parallelo con le forze creative.In tutta la storia le forze creative costituiscono una potentissima anticipazione e spesso una separazione sostanziale dalla sensibilità collettiva.
Possiamo quindi dire che non so da dove sia uscito il genio di Cosmè Tura, ma per intuizioni come queste, così come per quelle di Ludovico Ariosto, la possibilità di comprensione o di immedesimazione doveva essere di una porzione inferiore all'uno per cento della popolazione, cioè del mondo contadino di Ferrara, il mondo dei sudditi degli Estensi, ossia il mondo delle persone che potevano essere state ai primi del Trecento ad ammirare la Cappella degli Scrovegni, che era privata, un numero di persone assolutamente ridicolo e tale da indicare la separazione sostanziale tra il concetto di universale e il concetto di popolare o di pop che riguarda il nostro tempo.
Partiamo in questa carrellata da un'opera universalmente nota che è, anzi, popolarmente nota: la Cappella degli Scrovegni di Giotto (1267 ca. -1337). Quando essa fu concepita per Enrico Scrovegni, figlio di un usuraio, che attraverso quella Cappella cercava in qualche modo di lavare le nequizie del padre, l'accesso alla cappella a Palazzo degli Scrovegni non poteva che essere limitato a una porzione molto ristretta di persone. Certo, la leggenda di quel capolavoro, come un film di Spielberg, doveva essere arrivata molto più in là della fascia colta della società, ed è anche vero che probabilmente molti pittori arrivando da Firenze o scendendo dal Nord potevano entrare a Padova, non so da quale accesso, certo non pagando un biglietto o con questa specie di camera iperbarica che c'è ora.
Vittorio Sgarbi


Errori continui.. ed infedele propaganda

Sappiamo come la nostra società rimane piegata su informazioni che i media propagandano e che il nostro Paese resta schierato a prescindere con la Nato. E' naturale (seppur non ugualmente 


giustificabile) pensare che proprio i mezzi di comunicazione siano impediti a fornire una più chiara informazione sull'andamento dei fatti.

Dopo l'11 settembre 2001, L'America ha iniziato una guerra contro un terrorismo creando guerriglie in Afghanistan, Iraq, Libia e ora Siria e non ottenendo alcunchè sulla risoluzione di una politica estera più efficace. Il dolore ed il sangue versato dalle vittime americane alle torri ha emozionato tutto il mondo..ma la reazione voluta dagli Stati Uniti ha finito col non risovere il nodo del problema ed oggi in Afganistan non si scorge alcun cambiamento reale, il territorio appare terra desolata ed il terrorismo è aumentato.

Le primavere arabe hanno generato una spinta in più sulla nascita di altri guerriglieri e sappiamo anche che gli Stati Uniti hanno commesso molti errori su questi delicati argomenti di carattere bellico..come il fatto che abbiano armato i ribelli al “regime” di Assad. Sembrerebbe che lo stesso “califfato”, ossia lo “Stato Islamico” – continui a combattere con armi e mezzi forniti dalla stessa America. Come siano arrivate queste armi in mano ai terroristi sembrerebbe restare ancora poco chiaro.

La questione Siria, (con Assad che pare reprimere con forza e col sangue ogni ribellione al suo regime)... pare sia sempre stata proposta come motivazione da parte di Washington per poter agire anche in forza dei finanziamenti forniti dai regni sauditi. Ma l'idea di rovesciare in tal modo regimi.. (per nulla limitrofi e di pertinenza americana).. ha generato solo un odio perpetuo ormai quasi difficile da coprire. In più sia l'Europa che l'America non hanno mai dato conto al richiamo della Russia contro la condanna del regime siriano.

Solo oggi dopo le stragi di Parigi sembra essersi risvegliata l'accortezza di tener conto dell'importanza di una strategia comune condivisa con Putin anche attraverso iservizi segreti di tutte le forze in campo. Una strategia che permetterebbe all'intelligence di operare con più efficacia e consapevolezza contro gli efferati terroristi dell'ISIS.

Tutto restava prevedibile e scontato ed è talmente impensabile rendersi conto di come la politica estera europea e americana abbiano potuto commettere simili errori fatali non avendo saputo leggere in lungimiranza ciò che qualunque singolo cittadino avrebbe potuto intuire ed il cui conto salato essi stessi pagano.

La lunga serie di attacchi aerei susseguitesi nelle aree conquistate dai guerriglieri dell'Isis sembrano..poi.. aver generato tanta morte di innocenti..poichè le forze francesi.. con l'intervento anche della Russia.. si sono viste condizionate da un risvolto quasi inaspettato.In questo quadro la posizione del governo Italiano rimane la migliore. 

Oggi si continua a bombardare..quasi condizionati.. senza risolvere il nodo del problema e coinvolgendo tanti innocenti che hanno la sventura di vivere in quei Paesi martoriati. Ma se un vero condizionamento vi è... questo si ravvisa tristemente sull'imposizione di una forza distruttiva che sembra aver lasciato campo libero alla prova di nuovi armamenti sofisticati da dover collaudare per un futuro nuovo mercato.

23 nov 2015

L'Autonomia buona a difesa del territorio


L'autonomismo siciliano come rivendicazione della propria autonomia politica e amministrativa fondata sui valori

di vincenzo cacopardo

Non dovrebbe esistere alcuna incertezza sulla forza e l'utilità di uno Statuto Autonomo se questo viene usato in forza di azioni politiche e vantaggi economici positivi!..
E' certo che l'autonomia può essere un valore in più..un vantaggio se usato con fini di funzionalità ed intelligenza politica, ma anche con rispetto verso una Nazione il cui confronto oltre che necessario deve rimanere integrante e di buona collaborazione.

Quello che al contrario è avvenuto in questi ultimi anni è stato il cammino grossolano di una politica che ha preteso di usare lo strumento dell'autonomia per usi immotivati e distinti dalla logica di una naturale crescita..Attraverso susseguenti proposte poco lungimiranti per nulla utili ad uno sviluppo dell'intera isola e per accrescere uno sconsiderato consenso personale.

Quando un Movimento politico oggi volesse farsene una forza propria per aumentare un proprio valore...usando tale strumento per precisi vantaggi in favore di uno sviluppo, questo potrebbe anche risultare una appropriata e decisiva forza in più. L'importante è saper guidare con l'equilibrio (soprattutto nel difficile ambito mentale) tale necessario strumento in positivo.... come efficace valore per sostenere la politica sociale di un territorio come il nostro, distinto per qualità ambientali e per i diffusi prodotti naturali di non trascurabile attenzione.

Crescere meglio con un proprio Statuto in forza dei valori naturali non deve significare abbandonare il rispetto politico che si deve alla Nazione ed ai principi di una Repubblica, ma servirsi delle proprie regole per migliorarsi ed ottimizzare una economia locale in senso positivo e per un maggior benessere.

Per migliorare una qualità più che un meno necessario desiderio di quantità!



una nota sull'analisi di Enzo Coniglio sul cristianesimo e l’Occidente

Quello che Enzo Coniglio esprime come un desiderio di riflessione e che mi sento di condividere..dovrebbe spingere a meditare profondamente sulle cause e le ragioni che oggi hanno portato alle odierne cruenti reazioni.
In realtà Weber non ha inteso sostenere che un fenomeno economico possa essere causato direttamente da un fenomeno religioso. Nel passato l'intervento della religione luterana aveva messo in evidenza l'inefficacia delle buone opere per ottenere la salvezza. Era la dottrina che giustificava un'espressione della onnipotenza divina. La Chiesa ha sempre operato una mediazione tra chi era fedele e quel Dio presente nel cattolicesimo...Ciò che, al contrario, nel luteranesimo, era stato cancellato. Con Calvino..poi.. sembra essersi riscontrata una soluzione. Il segno della grazia divina diventa visibile e sicuro ed è la ricchezza, anzi..meglio... quel benessere generato dal lavoro. Il lavoro in sé acquistava il valore di vocazione religiosa. La concezione calvinista del valore del lavoro per il lavoro stesso.. trova proprio riscontro per Max Weber in alcune caratteristiche che differenziano le due religioni: mentre il cattolico celebra la sua messa o prega per ottenere qualcosa, il protestante ringrazia Dio per quello che ha già ottenuto.
L a mentalità religiosa calvinista era per Weber una mentalità di tipo capitalista:  Lì dove la prima fu una pre-condizione culturale insita nella popolazione europea assai utile al formarsi della seconda. Ma l'uso del termine "capitalismo" associato a un fenomeno religioso del cinquecento non sarebbe appropriato, in considerazione del fatto che il sistema capitalistico è da riferirsi più giustamente nell'ambito della prima rivoluzione industriale della metà del settecento. Essa è comunque riferita allo spirito, ad un ordinamento socio-culturale che, correggendo la spontanea sete di guadagno, induce il calvinista a reinvestire i frutti della propria attività per generare nuove iniziative economiche.

Max Weber aveva notato come i paesi che osservavano una religione di tipo calvinista, erano arrivati primi al capitalismo rispetto a quelli Cattolici come persino l'Italia: Ma se il capitalismo genuino è caratterizzato essenzialmente da un profitto e dalla volontà di reinvestire incessantemente quanto guadagnato, l' atteggiamento non potrebbe avere alcuna relazione con una mentalità calvinista. Questo potrebbe spiegare il ritardato arrivo del capitalismo in quei paesi rimasti cattolici.

Nondimeno tra il cristianesimo dei popoli dell'Europa centro settentrionale e di quelli della fascia Mediterranea, sin dall'inizio esisteva una differenza: Si rappresentavano due culture profondamente diverse. Sin dall'inizio sembra esservi stato un doppio cristianesimo. Nel Medioevo la cristianità era stata improntata dal feudalesimo venuto dal Nord Europa, ma poi..nel tempo..fu la cultura cristiana dei mercanti e banchieri italiani a diffondersi in Europa.

Una vera aggregazione tra i due cristianesimi non pare mai essersi concretizzata.

Certo..nella storia.. il messaggio cristiano a contribuito in gran parte alla costruzione di una comunità occidentale attraverso l'opera evangelica di una Chiesa che storicamente ha influito di continuo nel pensiero, ma la società è rimasta per lo più laica nelle scelte di una politica e si avvia ad esserlo sempre di più. Tuttavia nel messaggio cristiano rimangono espressi concetti che continuano a contribuire alla formazione della nostra società..Il concetto di famiglia, ad esempio, potrebbe definirsi determinante per la stessa crescita sociale dei Paesi occidentali. Una crescita che disegna la cultura di una società che crede nella vita, nell'unione..sui figli.. ed in una speranza fondata nell'uomo e nel suo lavoro .. Questo principio che in sé rappresenta un vero valore..non potrà mai essere abbattuto e rappresenta un cardine, oltre che il punto forte, su cui vive e si nutre l'Occidente
Se Papa Francesco, sempre attento e rispettoso dell’Islam e del suo profeta.. opera attraverso l'umiltà ed in rispetto all'opera di Cristo, un certo Occidente ha continuato ad imporsi con forza in senso sociale ed economico, ma..forse.. senza quell'essenziale equilibrio ed a volte privo di ogni rispetto per una cultura orientale di difficile tendenza che ha visto e vede oggi nell'Isis un fondamento nelle loro azioni. Una realtà terroristica sicuramente condannabile e da contrastare, ma determinata da un effetto politico sociale in cui anche l'Occidente sembra aver fallito.
vincenzo cacopardo


Benedetto Croce, Max Weber e L’ISIS: una percezione sul cristianesimo e l’Occidente che ci costa cara

di Enzo Coniglio


Analizzando le dichiarazioni dell’ISIS, appare evidente che a fondamento delle loro azione contro Roma vi è la identificazione dell’Occidente con il Cristianesimo: uno dei maggiori nemici da abbattere. Non ce l’hanno con Papa Francesco, sempre attento  e rispettoso dell’Islam e del suo profeta. Né tantomeno con le Istituzioni ecclesiastiche gerarchiche vaticane che sono solite seguire il Pontefice in tema di dialogo interreligioso. 
La diatriba quindi, il conflitto con annessi possibili risvolti cruenti, non è religioso e va ricercato altrove. Ma dove? Sono molti i documenti scritti e i comportamenti da cui prendere lo spunto per una riflessione e non certo per una analisi approfondita in questa sede. Ripeto: per uno stimolo alla riflessione.
Iniziamo da un apprezzato uomo di cultura: Benedetto Croce,  filosofo, storico, politico e critico, tra i più influenti intellettuali italiani ed europei del secolo scorso.Nel 1942, scrisse un breve saggio, lui liberale e in conflitto con le autorità cattoliche, dal titolo significativo: “perchè non possiamo non dirci cristiani” Afferma: ” Sono profondamente convinto e persuaso che il pensiero e la civiltà moderna sono cristiani, prosecuzione dell’impulso dato da Gesù e da Paolo. ”  Come dire che il fondamento storico della civiltà occidentale sia il cristianesimo. 
Ma anche recentemente e con altre motivazioni, Giovanni Paolo II, chiedeva che la Costituzione europea fosse fondata sul cristianesimo. Fuori di casa nostra, ma negli stessi anni, in Germania per l’appunto,  un altrettanto illustre storico, filosofo, sociologo ed economista, Max Weber, scriveva una opera magistrale: “L’Etica protestante e lo spirito del capitalismo.” E così, sia in ambito cattolico che in quello riformato della “protesta” si sottolinea la centralità fondante del pensiero e dell’etica cristiani con tutte le conseguenze a livello locale ed internazionale trattandosi appunto di una religione e di un “sistema egemone” non solo in quello religioso, ma anche in quello etico, sociale ed economico.
Il mondo arabo e islamico ne restano fuori, soggiogati e in parte vittime. E soprattutto dei due maggiori Paesi cristiani protestanti: Stati Uniti e Gran Bretagna e che quindi devono essere puniti e comunque colpiti anche e soprattutto in quei principi che sarebbero il fondamento dell’Occidente: i principi cristiani e con loro, Roma e il papato, centrali e non solo simboli del Cristianesimo!
E dire che la realtà fattuale, vista dal Vaticano e dal Papa, è esattamente opposta: questo Occidente non si comporta da Occidente cristiano e lo stesso Papa chiede un rivoluzione a 360 gradi.
Ma è evidente che la diatriba non è religiosa e neppure si tratta di uno “scontro di civiltà”, perchè ambedue le aree accusano una falsa interpretazione dell’Islam da parte dell’ISIS, e della Bibbia da parte dei governanti e dei  fedeli. E così la religione non sembra più essere l’oppio dei popoli ma  un poderoso instrumentum Regni. 
E così sia.


22 nov 2015

Un conflitto di religione o una ribellione politica sociale?

Per smantellare il conflitto all'interno del mondo islamico occorrerebbe innanzitutto  abbandonare l'identificazione tra la sfera sociale e quella religiosa.Oggi i Sunniti costituiscono rispettivamente l’85% e gli Sciiti il 15% del mondo islamico. Ma qual è la differenza di fondo che separa questi due ambiti religiosi?

di vincenzo cacopardo


Per intendersi..sarebbe più corretto premettere che tutti sono musulmani e credono nel Corano come definitiva rivelazione di Dio all’umanità e in Muhammad (Maometto) come ultimo Profeta. Ambedue usano pregare cinque volte al giorno, digiunano nel mese di Ramadan, fanno l’elemosina e vanno in pellegrinaggio alla Mecca. La diversa concezione religiosa degli sciiti resta quella trasmissione autoritaria al cugino e genero di Alì e di lì alla sua famiglia. Per i sunniti invece l’autorità è rimasta nel Corano e nell’esempio del Profeta, interpretata dalla comunità e dai suoi esperti religiosi. Se sul piano teologico gli sciiti sostengono una rivelazione coranica composta da un senso esteriore, letterale, e di un nucleo interiore, spirituale, per i sunniti invece “la mano di Dio è con la comunità”: Muhammad resta il testimone originario della rivelazione. Per gli sciiti Muhammad avrebbe designato ‘Alî come suo successore (califfo) alla guida della comunità islamica, mentre per i sunniti Muhammad non avrebbe dato nessuna disposizione specifica in proposito.

Detto questo rimane un forte dubbio che tali differenze possano creare tanto astio e la composizione di cellule terroristiche spinte oltre l'inverosimile. Per noi Occidentali...se dobbiamo dare un senso alla parola religione, resta difficile poter comprendere ciò e scorgere come nella comunità islamica possano confondersi autorità religiosa e politica.

Non sono in pochi, come tral'altro il sottoscritto, a pensare che tali divergenze rimangono questioni prevalentemente politiche ..più che religiose..Una questione per certi versi anche sociale che investe i paesi dell'Oriente che si sentono vessati da un Occidente che per cultura e modernità e temi sociali avanzano verso il futuro in barba a principi che loro difficilmente possono comprendere e condividere.

La divisione sunniti-sciiti non può spiegare in toto la tremenda realtà di tutto quello che sta avvenendo in questo periodo in Medio Oriente. Appare assai semplificativo ridurre il tutto in questa ottica riduttiva. Nel passato le comunità orientali hanno alternato momenti di convivenza più o meno stabile a periodi di forte contrapposizione e questo è avvenuto persino in funzione del mutare delle differenti condizioni politiche. La domanda che nascerebbe spontanea sarebbe: Per disarmare il conflitto religioso tra sunniti e sciiti è necessario privarlo della sua componente politica? Rinunciando in tal modo a quell’identificazione tra la sfera secolare religiosa e quella dell’Islam politico?

Comunque la si voglia pensare l'argomento è assai delicato, ma pone grandi dubbi su come si potrebbero muoversi in quest'ambito le forze terroristiche del'ISIS: E cioè..se, nascondendosi più agevolmente dietro una religione, in realtà manovrano per un'azione di tipo sociale che muove in modo alquanto feroce nei confronti di una società Occidentale per un preciso fondamento di stampo politico: Questa particolare strategia li coprirebbe dall'opinione di un Islam più radicale e, nel contempo, li agevolirebbe sul pensiero di una gran parte della popolazione Orientale che soffre per le condizioni difficili di un territorio continuamente dilaniato da ripetute guerre.
Sembrerebbe essere un conflitto colorato strategicamente da culto, ma voluto a scopo politico.. e forse per questo anche finanziato da forze politiche legate all'Occidente. Ciò potrebbe spiegare perchè anche una parte debole dei cittadini dello stesso Occidente..che soffre per iniquità ed ingiustizia.. si senta persino trascinata in questa lotta tutt'altro che ideologica.   

Interessante nota di Enzo Coniglio sui recenti episodi a Mali

Mali, il perchè di un attentato 
di Enzo Coniglio
Il resoconto di un avvenimento da chi guarda con profondità e conoscenza la storia dei paesi nei quali si vive una perenne istabilità
Il recente attentato all’hotel Radisson Blu di Bamako, capitale del Mali che ha fatto oltre 27 vittime, ha lasciato esterefatte molte persone che a stento conoscevano l’esistenza di questo Paese africano a Sud dell’Algeria, con un territorio quattro volte l’Italia e una popolazione di 1/4 quella italiana. Ex colonia francese, indipendente dal 1960. 
Paese povero e senza sbocchi sul mare, si sono alternati nel Mali colpi   Stato e brevi periodi di democrazia. Ma nel 2012 abbiamo assistito ad una svolta importante: ha ripreso la guerra civile con l’etnia Tuareg che ha formato il Movimento Nazionale di Liberazione della regione dell’Azawad, alleata al gruppo fondamentalista Ansar Dine, aderente al gruppo Salafita per la Predicazione e il Combattimento, denominato Al-Qua’ida nel Maghreb islamico. 
Questa guerra civile ha un effetto insperato e preoccupante: la distruzione dei reperti religiosi della tradizione “Sufi”, delle tombe denominate Marabutti di alcuni santi musulmani essendo il Wahhabbismo ostile ad ogni forma di culto che non fosse rivolta esclusivamente ad Allah. Non solo sono stati distrutti questi simboli della antica cultura del Mali ma sono state introdotte rigide leggi islamiche non presenti in quel Paese.

Il Wahhabbismo rappresenta l’ala più rigida della corrente sunnita dominante nella penisola arabica e in Arabia Saudita e abbracciata da Osama Bin Laden e dai Talebani. Chi non la pensa come loro, è considerato nemico dell’Islam.
Nell’aprile del 2012, il Movimento tuareg laico e separatista denominato: Movimento Nazionale di Liberazione dell’Azawad (MNLA), ha dichiarato unilateralmente l’indipendenza della vasta regione dell’Azawad dalla durata di due mesi essendo stato subito dopo, sconfitto da tre gruppi islamisti: Ansar Dine, MUJAO (Movimento per l’Unicità e la Jihad nell’Africa Occidentale), e al-Qaeda nel Maghreb Islamico (AQIM).
E qui comincia il disastro: i tre gruppi hanno fatto di tutto per imporre la SHARIA più rigorosa, compreso il taglio delle mani ai ladri, l’imposizione in pubblico alle donne dell’abito Hijab e la separazione dei ragazzi dalle ragazze a scuola. Oltre 100 mila maliani sono stati costretti a emigrare all’interno del Paese e nei Paesi vicini.

Il 9 gennaio 2013 il Presidente del Mali, ha chiesto l’intervento francese a François Hollande che accettò, dopo aver ottenuto il parere favorevole delle Nazioni Unite e dell’ECOWAS. L’operazione francese, denominata Sérval, si concluse con successo nel luglio del 2014, dopo essersi associati i Francesi alla Danimarca, al Belgio, alla Gran Bretagna, alla Germania, alla Spagna, all’Italia e agli Stati Uniti. Dalla reazione occidentale, si sono salvati i capi rivoluzionari Mokhtar Belmokhtar, nato a Ghardaia in Algeria e Iyad ag Ghali che si è rifugiato in Algeria e che ritroviamo nel recente attentato al Radisson Blu.
Chi ha vissuto come me in Algeria, sa benissimo che il Sud di questo Stato è abitato dalla Comunità dei Monzabiti, uno dei tanti gruppi autonomi islamici che occupa l’Oasi di Ghardaia e dalla Comunità dei Tuareg, denominati gli “uomini blu”, alti e imponenti, nomadi, che si spostano lungo le rotte carovaniere del Marocco, Algeria, Tunisia e Libia, assolutamente pacifici. Questi gruppi, insieme ai Maliani, non hanno nulla a che vedere con i Wahahabbiti e con i movimenti estremisti arabo-islamici: sono anch’essi delle vittime. 

Bisogna anche tener conto che questa zona del sud Sahara non ha nulla in comune con l’Occidente cristiano e, pertanto, andava rispettata e protetta nelle sue peculiarità e non snaturata e combattuta da un colonialismo che in extremis si è convertito nel “Salvatore” da un nemico islamico che appare addirittura peggiore. Questa è la dinamica storica che non dobbiamo dimenticare e che ci chiede di avviare al più presto un processo di decolonizzazione e di rispetto delle identità locali compatibili con i diritti elementari delle persone umane. Questa è in fondo la grande sfida che siamo chiamati a gestire se vogliamo vivere in pace.L’ISIS e il terrorismo sono soltanto una sfaccettatura anche se importante e tragica.

21 nov 2015

Se un Dio veramente esiste...


di vincenzo cacopardo
"In molti oggi scrivono sull'esistenza di un'entità superiore ponendosi dubbi e ritenendo che i continui cruenti avvenimenti e le guerre comprovano la mancanza di ogni sua possibile esistenza. Nessuno, però, si pone il dubbio se.. per una volontà a noi sconosciuta..questa “Entita superiore” potrebbe essere impedita in ogni intervento ..lasciando volutamente libero un arbitrio terreno."

Tanti non riescono ad immaginare la possibilità di un diverso universo in cui l'ultraterreno rimane completamente distinto e separato da un mondo terreno senza alcuna possibilità di intromissione tra i due. L’ignoto e l’ultraterreno rimangono le vere incognite che coinvolgono l’essere umano che, seppur credente, non può riuscire a percepirne il senso. Ma sono anche i misteri che potrebbero ostacolare la difficile ricerca del suo equilibrio.”

La ricerca dell'esistenza terrena rimane tutta nostra..costruita sulla storia della nostra società terrena! Se è vero che l’uomo è stato posto in questa terra per una sopravvivenza in vista di un fine spirituale, è anche vero che è stato provvisto di un corpo, delle sue sensazioni e di tutta la sua parte antropica per poterne godere a suo piacimento, ma solo nel rispetto reciproco e senza uso di violenza. Nessun peccato appare più grave di quello della violenza nei confronti di chi ha ottenuto in dono il bene presioso della vita. Nessuna azione può mai ritenersi libera se non tiene conto del rispetto che si deve al prossimo, quindi non può mai essere svincolata da ogni presupposto della non violenza. Nel nostro pensiero questo confine può però essere spezzato, in quanto, nel segreto di esso, si può superare qualunque ostacolo, paradossalmente anche quello del sopruso.Quando il nostro pensiero, assai libero, confluisce nel massimo dell’immaginario può defluire nel massimo della dissolutezza. Così quando viene esaltato da una qualunque ideologia spinta ai limiti...può imporsi con forza e determinazione senza limiti. 

L’importante è avere avuto il dono dell’equilibrio che consente di non mettere mai nella realtà ciò che consapevolmente può portare dolore e violenza agli altri. Questo fa dell’uomo la differenza con la bestia: Un uomo, provvisto di un equilibrio,, difficilmente non potrà percepire l’importanza di un pensiero rivolto verso un mondo spirituale divino, più facilmente potrà distinguere ogni differenza e trovare quella simbiosi con una realtà terrena utile per la ricerca e l’individuazione della propria esistenza e di quella altrui.

Ogni intenzione, buona o cattiva che sia, alimenta un’immaginazione ed un idea utile per la ricerca di noi stessi e fa sì che l’essere umano possa meglio identificare la propria esistenza ed il suo scopo in rapporto con un mondo superiore. L’uomo è stato costruito con una mente ed ognuno ha un proprio pensiero ed un immaginario diverso dagli altri. Ciò impone un esame per individuare se esiste una ragione per la quale questa differenza, che arreca difficoltà nel comprendersi, sia stata posta per bisogno ad un principio di scambio necessario per la costruzione di una società più articolata o se invece sia frutto di un percorso naturale che non tiene conto di alcuna motivazione. Nella concezione cristiana vi è sempre una motivazione che offre una giustificazione alla immensa opera dell’entità superiore. Per un agnostico come me non è dato sapere quale sia questa motivazione.

L’uomo ha bisogno di riflettere in quanto, ogni suo gesto, viene suggerito proprio dalla mente ma, la riflessione ed il peso che si frappone in ogni sua azione, lo condizionano nel suo stesso agire. Eppure non tutti rispondono allo stesso modo…non tutti vengono condizionati alla stessa maniera…non tutti manifestano allo stesso modo..non tutti pensano alla medesima maniera… La diversità della mente determina, quindi, una chiara differenza nei caratteri, nelle relazioni e nello sviluppo delle politiche sociali.

Nella società moderna di oggi l’uomo appare cambiato.. ed anche il suo modo di pensare ed interagire, ma ha sempre bisogno di credere allo scopo della sua vita in terra... di comprendere quale senso darle…desidera conoscere meglio il significato della sua esistenza. Nessun essere umano può sostenere l’esistenza di un essere divino superiore..così come non potrebbe mai sostenere il contrario. 

In questa visione il messaggio cristiano sembra già completo di ciò di cui l’essere umano ha bisogno : amore e speranza. Se poi l'interpretazione vuole faziosamente confondersi e sfociare nella violenza..il problema rimane di natura individuale, poiché quell'essenziale equilibrio sembra disperdersi... Comunque sia…quello che più andrebbe colto nel messaggio, è proprio quella parola sull’amore tra gli uomini. Quando, poi si parla di un regno divino, ciò potrebbe identificarsi come un legittimo messaggio di speranza per un riscontro verso una vita migliore realizzata attraverso la costante attesa di ciò che pare essere più giusto e misericordioso, ma soprattutto nel rispetto che si deve alla vita….E cosa vi è di più giusto in questa terra.. se non l’espressione di un sentimento d’amore verso il nostro prossimo?

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Le tematiche esistenzihttp://vincenzocacopardo.blogspot.it/2013/08/le-tematiche-esistenziali-sul.htmlali sul Cristianesimo tra i secoli delle riforme ed il pensiero odierno.






Si presenta a Catania un Movimento di speranza e di vera innovazione

Questo è il fine di un Movimento che marcia dritto verso la salvaguardia delle bellezze naturali di un'isola che mostra un ambiente unico.
di vincenzo cacopardo
Insieme si può di Alfio di Costa non insegue sogni o la solita retorica politica, ma intende rafforzare l'armonia tra lo spettacolo naturale e gli abitanti di chi vive in Sicilia e che interpreta la politica come consonanza congenita...come amore e rispetto che si deve alla propria terra....Insomma basta guardare questo naturale spettacolo per occorgersi di come non vi è alcun bisogno di aggiungere alcunchè..tranne
protegerlo da chi si ostina a disperderlo con la classica noncuranza o chi, senza indugio, non si accorge nemmeno del suo immenso valore.
Catania con l'Etna... come Palermo col suo suggestivo golfo naturale... Messina col suo panorama... Agrigento con le sue bellezze archeologiche...Trapani con i suoi spettacolari tramonti sulle saline..sono valori esistenti che permangono e contro i quali nulla può l'arroganza dei noncuranti che pensano di poter procedere con la politica opportunista e gli interessi personali.
Il giovane Movimento "Insieme si può" si inserisce in un contesto di innovazione della politica regionale partendo proprio da questi naturali valori per salvaguardarli e ricercare con cura un fine più utile allo sviluppo congenito dell'isola. La ricerca procede in direzione di un riscontro più ragionevole verso le indispensabili infrastrutture che all'Isola necessitano. Per questo Movimento la ricerca deve dirigersi in prospettiva e lungimiranza... preservando l'ambiente e la scelta delle figure che amano e vogliano proteggere questi infiniti valori.
Si parte dai naturali valori .... per ricercare un futuro di innovazione

20 nov 2015

L'amplificata percezione di una realtà evidenziata dai network

di vincenzo cacopardo

Se l'Italia ha paura o impaurita dai possibili atti terroristici..la colpa non è certo di un premier che in questo caso continua a dimostrare molto equilibrio e posizioni da ritenere prudenti e più appropriate. La tensione è alta e si può comprendere!.... Tuttavia le parole di Renzi appaiono più convincenti ed incitano a meditare con saggezza «Dopo gli attentati di Parigi due sono i rischi opposti che non possiamo permetterci: la sottovalutazione e l'isteria».
La sicurezza del Paese rimane in primo piano..superando altri importanti temi come l'occupazione e l'inquinamento ambientale e la corruzione, il chè.. in un certo senso... aiuta lo stesso Premier nel già difficile cammino delle problematiche già esistenti che riguardano affari interni e riforme. In questo quadro si continuano a percepire ancora di più le differenze tra il nord ed il Mezzogiorno del Paese: Se sul piano della sicurezza il Sud si sente presumibilmente meno attaccabile da inverosimili atti terroristici ed, al contrario ..la capitale ed il Nord molto più vulnerabile, sul fronte del lavoro e della politica economica terriroriale, nel Mezzogiorno si percepisce di continuo la mancanza di una efficace ed utile presenza governativa.
Questo dato denota come il problema sicurezza pare oggi legato ad una società modernizzata ed un contesto che vede nelle metropoli più avanzate del Nord pagare un prezzo più alto. La cultura dei rapporti sociali e dell'integrazione non è mai stata tenuta nella giusta considerazione da chi opera anche per la crescita dei grandi agglomerati cittadini. Ma sia le azioni.. che i comportamenti nei rapporti restano i valori fondamentali su cui poggia il sostegno di ogni collettività metropolitana: La cultura, da sempre sottovalutata, avrebbe dovuto orientare i comportamenti e le azioni nei rapporti sociali. Politica e sociale, in tal senso, non possono che vedersi unite nel rapporto di uno sviluppo metropolitano ...ed, a maggior ragione, quando il fine vuole essere l'unione dei Paesi. Il processo di unificazione dell’Europa, ha finito col fare uso solo di principi regolati da una economia globale succuba di una finanza..non mettendo in evidenza le chiare problematiche dedotte delle differenze etnico culturali delle diverse comunità.

Oggi..i principali social network hanno di certo cambiato la società rendendola più consapevole... La maggiore conoscenza dei fatti trasmessa attraverso lo scambio in internet .. apre la la mente di chi prima non aveva alcuna cognizione sui fatti che accadono di continuo, una maggiore percezione della politica e del sociale sugli accadimenti internazionali e sulle guerre in atto. Indubbiamente Internet ha cambiato il mondo, la cognizione e le abitudini di tanti cittadini oggi più consapevoli. La possibilità di interagire è sicuramente fondamentale e suggerisce una diversa percezione dello stato sociale. Internet è meno manipolabile rispetto a mezzi di trasmissione come la tv e la radio. La quota di famiglie che ha un accesso ad Internet dalla propria abitazione sale dal 55,5% ad oltre il 60%, e quella che possiede un personal computer dal 59,3% al 62,8%. Il telefono cellulare..addirittura.. nel 93% delle famiglie.  Oltre 14 milioni hanno una connessione a banda larga. Ma..purtroppo le differenze territoriali sono ancora ampie ed il Mezzogiorno sembra vivere ancora isolato dal contesto di una possibile crescita in tal senso.

19 nov 2015

I consensi di oggi..nella realtà di una riforma del domani


Parigi monopolizza l'attenzione e agevola di riflesso l'illogico processo di rinnovamento del Premier..
di vincenzo cacopardo
Dopo i recenti fatti di sangue avvenuti a Parigi Matteo Salvini cavalca l'onda della paura e dell'insicurezza dei cittadini.. aumentando i suoi
consensi. La Lega sembra porsi al 15%..mentre Forza Italia di Berlusconi raggiunge a stento il suo 11%, il partito di destra Fratelli d'Italia il 4% ..Il che significa che se messi assieme raggiungono all'incirca la stessa quota di consenso che oggi ha un PD che in questi ultimi tempi ha visto una netta caduta.

Ma non possiamo non tener conto del consenso di un buon 5% in mano alla nuova sinistra italiana che ha visto il suo battesimo di recente..composto da 31 deputati di cui 25 appartenenti a Sel e 5 fuoriusciti dal Partito Democratico: Difficile pensare che tra i due partiti non si riescano a trovare nel futuro accordi in vista di nuove elezioni alla fine di questa perigliosa legislatura che ha dato inizio ad uno sconclusionato riformismo. Non è nemmeno trascurabile quel leggero 3% rimasto in mano al partito di Alfano che persevera nel chinarsi al volere della politica riformatrice del Premier che persevera nella sua paranoia contro i gufi.

Rimane solitario.. ma integro e sempre più robusto l'avanzamento del consenso nel movimento 5Stelle con ben il 28% di stima dei consensi odierni. Ma come tutti ormai sappiamo la nuova legge elettorale non prevederà le coalizioni, ma le liste bloccate, per cui non potranno essere ammesse unioni tra partiti: Questa bella idea della Boschi..voluta da un Premier protervo ed ostinato.. non consentirà unioni di idee politiche lasciando ai Partiti creare le singole liste.

Con i dati odierni.. non raggiugendo la soglia, il Partito della sinistra con appena il 30% dei consensi..se la dovrà vedere con il Movimento di Grillo..oggi secondo partito. Si avrebbe perciò una dispersione di voti (15% Lega-11% Nuova Forza Italia- 5 Nuova sinistra Italiana-4% Fratelli d'Italia).Un pacchetto del 35% che dovrà spalmare i suoi consensi da un lato o dall'altro.. senza un vero progetto od un'idea che potrebbe collimare. Una sorta di guazzabuglio senza senso!

Bisognerà, poi, considerare quanti dei consensi di chi da tempo non partecipa al voto (oltre il 45%) verrà indirizzato ai due partiti in ballottaggio. ..Una gran confusione che metterà qualsiasi governo in uno stato di crisi perenne..o..al contrario determinerà un assoluto comando isolando le funzioni di un Parlamento.

Questi i dati nel contesto odierno! Ma sappiamo bene che non si arriverà presto al voto politico nazionale senza prima chiudere queste sconclusionate riforme..grazie anche alle comode posizioni in seno alle Camere di tanti deputati e senatori ben remunerati e più interessati alla comoda poltrona. Bisognerà vedere cosa accadrà con il referendum e dopo il ritorno al voto che potrebbe cambiare consensi ed equilibri..Intanto oggi... persino i nuovi sanguinari episodi accaduti in Francia.. non potranno che agevolare il percorso del premier, poiche si tenderà a far forza sull'effetto traumatico di possibili guerre che sposteranno l'attenzione sulle problematiche internazionali di immediata necessità...abbandonando quelle di carattere interne alla politica economica ed al nostro ordinamento.




18 nov 2015

ideologie di chi non pone dubbi


"Chi si fa esplodere in disprezzo della propria esistenza.. e chi, al contrario, crede al valore della vita!"
di vincenzo cacopardo
E' inutile pensare di poter risolvere alcunchè con i bombardamenti che uccidono anche innocenti e che fomentano un odio destinato a crescere.Un errore che l'Occidente continua a commettere contro una più che provata ideologia di chi non si pone dubbi e che avanza in modo infido verso il sacrificio di tanti innocenti.

Vi sono persino ragioni evidenti che mettono in serio dubbio gli inutili spietati bombardamenti da parte di chi si sente ferito dalle ultime azioni terroristiche: L'una è proprio il fatto che una gran parte degli stessi terroristi risiede nascosta in Europa. L'altra è il ragionevole dubbio che tali azioni non fanno che aumentare l'odio degli stessi terroristi..sottoponendo tutta l'Europa in uno stato di preoccupazione maggiore: Così facendo nell'Occidente si vivrà sempre nell'insicurezza e nella paura..

Sposo in pieno il pensiero del nostro Premier sullo stato dei fatti relativi ad una politica estera che non può usare solo la forza e che il problema deve riguardare la soluzione di qualcosa di più complesso come la cultura e l'equilibrio nel modo di procedere .. Un Renzi per il quale non condivido molte delle sue iniziative relative alla politica interna..ma che in proposito appare assai più misurato di altri Premier dei Paesi amici.

Purtroppo il danno che può apportare una ideologia ostinata basata su un proprio credo assoluto che nulla sposa con qualsiasi culto, è gigantesco! Una contesa difficilissima da contrastare poiché da un lato vi è chi tiene e crede nella vita e... dall'altro chi cerca con volontà la morte. Sono ostinati attentatori che non ammettono dubbi e confini e che sembrano agire con l'unico scopo di dover morire per una sorta di causa legata ad una propria salvezza in rapporto col mondo divino. Il dubbio, al contrario, dovrebbe sempre esistere nell'uomo!.. E' una componente essenziale per chi è in grado di pensare..Se costoro non riflettono la lotta è chiaramente impari e pare inutile cercare di farli riflettere!.. 

Credere di poter sconfiggere una ideologia attraverso le bombe (bombe.. che tra l'altro possono uccidere innocenti) è come pretendere di spegnere un fuoco con l'uso della benzina. Risulta essenziale (anche se in forte ritardo sull'argomento) lavorare politicamente nello scacchiere mediorientale per tagliare definitivamente i fondi ai terroristi che riescono disinvoltamente a rifornirsi di armamenti e trovare un accordo per agire sul territorio senza destabilizzare o distruggere luoghi di culto, preservando la cittadinanza. Il fenomeno, come tanti altri fenomeni..è soprattutto di tipo culturale! Per estirparlo bisogna agire su quella mentalità in disprezzo per la vita ed i massacri indiscriminati, ma anche far crescere la società orientale nel libero arbitrio di un proprio culto.



Anche la divisione tra la religione Sciita e quella Sunnita appare costruita sui poteri.. nella identica maniera in cui nel lontano passato anche nell'Occidente si è pensato che il potere della religione cristiana potesse agire con forza e determinazione su un potere che deve sempre rimanere laico. Ma questo terrorismo fondamentalista non sembra appartenere a qualsiasi culto.