di vincenzo cacopardo
E' incomprensibile accorgersi di come ci si
concentri in una battaglia contro la Boschi per lo scandalo che l'ha
sfiorata e non ci si preoccupi con ugual impegno
delle sue provocatorie riforme costituzionali che daranno la stura ad
un cambiamento peggiorativo a danno del nostro sistema di democrazia.
Eppure per ogni vero politico che vive nell'interesse di un valido
ordinamento istituzionale sarebbe molto più importante smontare
l'orrendo pasticcio delle riforme volute da chi continua a non tenere
conto dei principi fondamentali di una democrazia.
Rimane
comunque ed oltremodo stupefacente l'immobilità di chi.. prima di lei ..dovrebbe
farsi garante dei valori di questa nostra Carta
Costituzionale..
Lo
stesso potrebbe dirsi in riferimento all'impegno oltre misura sul
tema delle unioni civili che appare quasi come una operazione voluta
per distrarre l'attenzione in temi più critici: Sappiamo che gli
omosessuali rappresentano una stretta minoranza rispetto agli etero e
non è detto che di questa minoranza siano tutti predisposti nel
voler unirsi in un matrimonio. Malgrado l'interesse.. stiamo parlando
di una infinitesima parte della minoranza del Paese. In questo caso
l'importanta eccessiva su un tema “etico” che dovrebbe poi
concernere il nostro personale io.. non sembra per nulla paragonabile ai
problemi di maggiore importanza che riguardano il tema della
disoccupazione.
Ma
tornando alla Boschi,
personaggio politico oggi maggiormente esaltato per una critica su
un'ipotetico conflitto (la cui competenza sarebbe meglio esser
lasciata alla magistratura).. si continua con questo scandalo (che
finisce con l'offrirle maggiore visibilità).. non mettendo in primo
piano la paradossale riforma da lei voluta. Una riforma che
trasformerà di colpo il metodo di eleggibilità di un Senato che
storicamente.. oltre
a svolgere un ruolo fondamentale nel procedimento legislativo (e di
revisione costituzionale), accordava e revocava la fiducia al
Governo. Il Senato è sempre stato titolare, nei confronti dello
stesso Governo, attraverso poteri di controllo politico, che si sono
esplicati attraverso l'adozione di atti di indirizzo (mozioni,
risoluzioni, ordini del giorno) e di atti di sindacato ispettivo
(interrogazioni, interpellanze). Una sorta di Camera alta che fino ad
oggi non partecipa alla creazione di norme giuridiche (funzione
legislativa in senso stretto), ma concorre nella determinazione
dell'indirizzo politico o controlla l'operato del Governo,
nell'ambito del rapporto fiduciario.
Sarebbe
stato giusto
trovargli una funzione più appropriata legandolo ad un ruolo
differente da quello del Parlamento di Montecitorio, dimezzargli i
componenti..forse, ma non certamente escluderlo da un sistema di eleggibilità rendendolo una irrisoria Camera delle regioni e non
certamente in favore di esse: Una sorta di umiliazione per gli stessi
componenti che avrebbero poturo avere un ruolo più efficiente e
valido in favore di una politica più utile per il Paese.
Se
nel contempo
analizziamo tale riforma insieme al combinato disposto di una legge
elettorale (più astuta che inefficiente), ci accorgiamo di come il
pensiero di questa ministra..malgrado il suo parlare ricercato e
composto.. sia pervaso da un immaginazione fuori da ogni logica. Ma
anche estremamente limitato nell'interpretazione di una politica che
pretende di assurgere ad una governabilità con mezzucci scaltri, maldestri.. e
poco costruttivi..calpestando tutto il resto.
Bisognerebbe
condannare
per questo l'operato di colei che ritiene di poter mettere sotto i
piedi una Costituzione che come valore primario vorrebbe che si
rispettasse un sistema di democrazia. E non spingere troppo
l'accelleratore su ipotetici conflitti che, sebbene tutti da
verificare, arrecheranno meno problematiche immediate su
quell'assetto istituzionale che ci coinvolgerà tutti.