Domenico
Cacopardo scrive su referendum trivelle e tenore politico
Nel
paese dei fuor d'opera il presidente della Corte costituzionale si
ritaglia il tempo per recitarne uno del tutto inappropriato. Anche
errato. Sostiene Paolo Grossi, già professore ordinario di storia
del diritto italiano, nominato giudice costituzionale da Giorgio
Napolitano, che il cittadino italiano deve votare nel prossimo
referendum del 17 aprile, il cosiddetto Notriv.
In
realtà, il cittadino ha diritto di votare e di non votare e di
queste opzioni si è sempre servito in passato. La opinione si può
legittimamente esprimere con il voto o con l'astensione che diventa
opportuno esercizio delle proprie facoltà quando si ritiene che la
mobilitazione degli elettori favorevoli al quesito referendario sia
tale che solo il non raggiungimento del quorum può scongiurarne il
successo. Quindi, per Paolo Grossi, non solo un fuor d'opera, ma
anche un'asserzione erronea e un ingiusto intervento a gamba tesa sul
referendum in corso di celebrazione.
Continua
poi Domenico Cacopardo descrivendo il tenore politico vissuto in
questi giorni dal premier scrivendo:
Visto
che, per ora, ha perso il controllo dei fattori del potere, deve
ricostruire, senza impazienze, il proprio blocco sociale (anche la
conservatrice burocrazia romana gli è nemica: passata dal Movimento
Sociale al Pds nelle sue varie successive declinazioni, oggi deve
ancora trovare un efficiente riferimento politico, visto il
riformismo (sgangherato in materia, appunto di apparati dello Stato)
dell'attuale governo. La sensazione generale negli ambienti che
contano è di una forte perdita di affidabilità del Renzi primo
ministro, giudicato incapace di realizzare ciò che ha promesso a
tutti.
Quindi,
invece di rilanciare, dovrebbe dedicarsi alla ritessitura dei
rapporti (gli imprenditori che si è portato a Teheran come gli altri
che lo hanno accompagnato nelle varie gite all'estero possono
portargli, al massimo, il loro voto personale e, in qualche caso
fortunato, quello delle loro mogli, compagne o amanti), un'operazione
contraria al suo temperamento superficiale e guascone, la cui
gestione dovrebbe affidare all'unica persona dell'inner circle capace
di farlo e alla grande, Maria Elena Boschi (non a caso individuata da
iene e avvoltoi come l'obbiettivo primario della guerra al primo
ministro). Altrimenti, il destino che –è evidente- gli si è
girato contro, assumendo le fattezze dei magistrati di Potenza, di
Pier Camillo Davigo e di una serie di personaggi rimessi
improvvisamente in gioco, potrebbe procurargli, a partire dal
referendum NoTriv,quella battuta d'arresto che avrebbe lo stigma di
una imminente sconfitta definitiva.
domenico cacopardo
Quando
Domenico Cacopardo affronta un argomento che comprende la società... si
tira spesso fuori da ogni più obiettivo commento in favore di quella
popolazione che soffre.... restandone più in superficie. Si immedesima nella retorica logica delle regole (anche se queste in atto possono non
essere eque e giuste)... bloccandosi nei limiti ed in favore di quei principi assoggettati ad un sistema e contro chiunque cerchi
di cambiarli. Quello che al contrario una politica innovativa dovrebbe fare è un lavoro per cambiare queste incomprensibili regole: Molte di queste non
dovrebbero più perdurare se nel contesto sociale si riscontrano
continue anomalie e disuguaglianze!
Per
quanto attiene al referendum delle trivelle non è tanto importante ciò
che afferma l'uno o l'altro, ma rimane di tutta evidenza che vi è
una forte contraddizione quando un Premier durante un intervento alla
Camera sulla questione del voto per le ignobili riforme
costituzionali afferma con enfasi che
“chiunque
può dire che non è d'accordo su tutto o su niente,
votare a favore o contro, ma scappare dal dibattito e' indice di
poverta' sui contenuti”...per
poi invitare i cittadini a dileguarsi da un referendum che rappresenta
un dibattito democratico popolare...
Bisognerebbe prima mettersi d'accordo! Cercando di comprendere meglio quale strano modo di muoversi vi è in una figura politica di premier che comunica con un evidente indice di
convenienza ed opportunismo! Assai meno importa se poi certe regole possano o no regolare
la facoltà ad voto referendario!
Al
di la della fantastica visione di immaginare la pupilla Maria Elena
Boschi ancora circondata da avvoltoi e iene.. Domenico, nella qualità
di alto magistrato, dovrebbe intuire più di altri e con maggior sensibilità il
contesto di queste riforme costituzionali... anche in considerazione
del suo trascorso in politica che lo ha visto più volte a capo dei
gabinetti di alti ministeri. Strano anche che non si accorga dei
tanti che oggi...a cui sono stati sottratti propri risparmi, a causa di un
sistema malato, soffrono per l'incapacità di chi.. con supponenza... persiste in un percorso talmente iniquo e poco
edificante..Domenico Cacopardo non potrebbe che criticare certi
atteggiamenti che dimostrano pochissima umiltà e scarsissimo senso
sociale.
vincenzo cacopardo