22 nov 2016

Verdini: il costituente benvoluto da Renzi

di vincenzo cacopardo

E' strano come Renzi pensi di poter innovare la politica legandosi a figure come Verdini .

Non è mia abitudine..nè quella di questo Forum, gettare fango su qualsiasi personaggio politico. L'unica cosa che ci è concessa fare è quella di raccogliere solo dati in proposito alla figura di un politico che si è sempre mosso da un Partito all'altro.

Sappiamo che tutt'oggi Verdini è inquisito e sotto processo : La procura a chiesto quattro anni di carcere per il processo sulla presunta associazione massonica P3, il cui presunto obiettivo era di “condizionare le scelte dello Stato”. Qualche settimana fa, prima della P3, Verdini è stato rinviato a giudizio dal gup di Firenze per il “buco” da oltre cento milioni di euro della sua banca, il Credito cooperativo fiorentino. I reati, secondo l’accusa sono di associazione a delinquere, bancarotta fraudolenta, appropriazione indebita, truffa ai danni dello Stato.
Insomma un pluri indagato che riesce a sostenersi in politica e mantenere in piedi un governo

Un vivido esempio quello del senatore Denis Verdini, venuto fuori alla ribalta della scena politica improvvisamente negli ultimi anni seguendo a braccetto il Cavaliere. Oggi.. in Senato.. è riuscito a creare un gruppo autonomo che continua a dare aiuto alla maggioranza renziana..

La domanda che i tanti cittadini dovrebbero porsi è quella di come Renzi abbia preteso di rottamare personaggi dello stampo di D'Alema (sicuramente politicamente più  profondi e preparati) lasciando il campo aperto ad altre figure come quella dell'ineffabile e fin troppo discusso Verdini. Se è vero che il personaggio non appartiene al suo Partito ..è anche vero che con esso il premier mantiene un considerevole dialogo ed il sostegno al suo governo!

La evidente dicotomia che contrasta fortemente con la deontologia politica di chi, come Renzi, ha sempre preteso di rottamare per rinnovare..trova sfogo nella figura emblematica di Verdini. Sappiamo bene che Renzi opera pragmaticamente e per fini politici determinati non ponendosi problemi..ma qualche grosso interrogativo in proposito.. ipocritamente.. non intende proprio porselo! Anche se ancora non vi è una condanna definitiva..vi sono motivi etici e morali che vanno al di là di ogni ragionevole dubbio.


Questa in breve la storia del politico che oggi tiene in piedi un governo e risulta uno dei nuovi padri costituenti della riforma Boschi:

-Nel passato è titolare di macellerie, da laureato in scienze politiche, si specializza come dottorecommercialista, esercitando a lungo la professione, prima di ricevere l'incarico di presidente del Credito Cooperativo Fiorentino.
-Il 14 marzo 2013, i PM di Firenze chiedono il rinvio a giudizio per Verdini nell'ambito del procedimento sulla gestione del suddetto Credito Cooperativo Fiorentino. La richiesta viene accolta dal gup di Firenze. Verdini dovrà rispondere per truffa ai danni dello Stato.

-Successivamente nell'ambito di una inchiesta per truffa per una presunta indebita percezione di fondi per l'editoria, la Procura della Repubblica di Firenze emette un'ordinanza attraverso la quale la Guardia di finanza sequestra beni per 12 milioni di euro alla società Settemari di Verdini

-Poi ancora.. il 19 novembre 2014, Verdini, viene rinviato a giudizio dal gup Cinzia Parasporo per concorso in corruzione. Il 25 novembre 2014 viene indagato dalla procura di Firenze con l'accusa di bancarotta fraudolenta in riguardo al fallimento della Scietà Toscana Edizioni.

Non dimenticando altri casi come quello della Maddalena, della P3 e P4..


21 nov 2016

QUELLA CURIOSA DEMOCRAZIA DECIDENTE....

di vincenzo cacopardo
Da tempo si discute su un effettivo problema di governabilità stabile..governabilità che..in realta' si pone spesso contrapposta ad un bisogno dinamico di un' attività parlamentare e ciò tocca lo scopo ed  il lavoro di un Parlamento... Lavoro che dovrebbe lasciarsi libero ed in dialogo costante. La limitazione di un percorso di utile democrazia viene quindi bloccato da questo contrasto che, a detta di tanti , dovrebbe imporre l'uso di quella che hanno sempre individuato come una “democrazia stabile” o “decidente”: Un termine comodo, a dir poco astruso..che suona quasi come un ossimoro: La democrazia è democrazia..non si può imporre stabile, ma costruire solida alla base affinchè si renda robusta ogni governabilità. 
Le figure, le decisioni e la validità dei progetti le deve suggerire il popolo, onde evitare che si rivolti. L'opera dei Partiti..invece.. dovrebbe funzionare in rapporto con i cittadini e dovrebbe successivamente affinare e determinare le normative utili alle scelte .

Questo discorda e non va esattamente in favore di qualunque Premier che insiste ripetutamente parlando di cambiamento..finendo poi con lo schiacciare ogni valore democratico. Sembra.. infatti.. che si corra con estrema semplificazione verso una “stabilità governativa” reprimendo ogni principio dell' azione parlamentare che rappresenta la base dell'ordinamento politico di una Repubblica che si dichiara ancora democratica!

Se da un lato si pretende una democrazia parlamentare... dall'altro si cerca di bloccare il suo percorso dinamico nella ricerca di quella che oggi ignobilmente viene appellata come una “democrazia decidente”La strada per ovviare a ciò..trattandosi di due azioni differenti ..non può essere quella di metterle in contrasto, ma di separarne ruoli e funzioni per sortire un utile fine: Una visione di ruoli nettamente divisa ed in equilibrio.. in modo da diminuire i continui conflitti ed assecondarne un unico fine positivo.

Lo studio di una ricerca in tal senso dovrebbe essere proiettato verso una visione innovativa. Ad esempio:
-La nomina di un presidente della Repubblica diretta dal popolo..con gli stessi poteri odierni, ma un significativo impegno sulla garanzia delle elezioni e della Costituzione.
- Occorre un programma votato dai cittadini le cui linee devono essere dettate dal basso e discusse in Parlamento
- Nella ricerca potrebbero identificarsi due votazioni (amministrative di governo- parlamentari) in modo da offrire al Parlamento il ruolo di dialogo per la formazione delle leggi.. separato nettamente da quello di un esecutivo che non potrebbe intervenire.
- Due votazioni per le differenti capacità dove il ruolo parlamentare risulti più libero e dinamico suggerito dal Partito.. e quello amministrativo votato solo sulle capacità della figura per curriculum e meriti.
- Occorre un esecutivo che si limiti ad eseguire, non condizionando un Parlamento la cui dinamica sulla definizione del programma cittadino è fondamentale.
- Occorre in primis un cambiamento dell'art 49 per dare corpo, significato e funzione ai Partiti che devono comporre e studiare il programma con i cittadini.

Insomma ..sarebbe necessario ricercare con ordine un cambiamento dell'ordinamento politico ed istituzionale attraverso una logica innovativa che determini un mezzo forte per un utile fine governativo...senza imporlo. Sappiamo bene che non risulta facile, ma ci accorgiamo anche che non ci si adopera in alcun modo a tale scopo! Quando oggi si insiste affermando che non ci possono essere alternative al nostro sistema se non scopiazzando quelli delle altre Nazioni occidentali, si commette un errore enorme..ma lo si commette perchè si rimane fissati su una “forma mentis” bloccata oltre la quale non si riesce a vedere al di là.
Non si vede o non si vuole vedere? 

Sta di fatto che si commette un errore sostanziale proprio per il fatto che un politico deve costantemente saper guardare oltre ed in lungimiranza!

19 nov 2016

In primis riformare i Partiti..


di vincenzo cacopardo

Ha ragione il professore Montanari quando in un acceso dibattito sul referendum afferma che la nuova riforma tende a rafforzare i Partiti tradizionali accentrando troppo i poteri su un governo! 



D'altronde in questo Forum mi sono espresso già da tempo abbondantemente in proposito parlando di oligarchia dei Partiti ..e meno.. di deriva autoritaria.

Quando si cerca di cambiare il Titolo V° con la precisa intenzione di accentrare i poteri (contraddicendo il principio fondamentale dell'articolo 5 della prima parte della Costituzione che invita al decentramento) lo si fa ritenendo che, con le nomine dei consiglieri ed i sindaci.. ogni regione possa conservare una sorta privilegio strategico di territorialità. Insomma..da un lato si tende ad accentrare attraverso una clausola di supremazia..e, nel contempo, si fanno apparire le nomine dei consiglieri e dei sindaci come di interesse regionalistico..Quando invece non potranno che essere proprio i Partiti a dirigere le operazioni per le nomine.

La riforma del Titolo V°.. oltre ad andare contro ogni forma federalista, rende più forza ai Partiti di governo. Ma saranno solo quelli più forti a dirigere le nomine.. poiché, col combinato della legge elettorale, i piccoli Partiti conteranno meno che niente.

Il nocciolo della questione sta proprio sui Partiti!

Sono i Partiti che andrebbero riformati e regolati prima di ogni riforma che tende a stravolgere un Senato della Repubblica!

Invece di far fronte in fase di principio ad una seria riforma per renderli più funzionali alla cittadinanza, con questa riforma..si lasciano come sono dandogli anche una forza maggiore. In tal modo il nostro sistema democratico resta più sottomesso ad una preponderante loro oligarchia. L'art 49 della Costituzione andrebbe di sicuro disciplinato e regolato rendendo maggiore chiarezza alla loro funzione, poiché è quello sul quale si costruisce tutto l'ordinamento della politica!

Questa riforma non fa che spaccare il Paese..spacca persino il partito di maggioranza...Pone acredine nella nostra società messa in evidenza da stupidi continui pettegolezzi sui social.. Divide la Nazione invece di tenerla unita verso il suo bene ed il bene di una democrazia. Una condizione voluta da un premier saccente che, per ambizione e supponenza, continua a brandirla come una spada. Un'arma che sembra tagliare con furbizia un nodo.. perchè non si è stati in grado di scioglierlo! 
Un premier in pieno conflitto di interessi poiché riveste due ruoli in uno scenario politico assai particolare in cui si vota un delicato referendum della Carta fondante del Paese!


17 nov 2016

Un disegno politico incomprensibile e preoccupante!

di vincenzo cacopardo
E' difficile comprendere come si possa ancora insistere sulla politica delle vecchie contrapposizioni in un contesto mondiale che ha visto.. in una globalizzazione e nel duro gioco del capitalismo imperialista.. determinare il prosciugamento di una classe sociale borghese senza più alcuna attenzione e sprovvista di ogni difesa.
Da una contrapposizione orizzontale (Destra-sinistra) ..con i mercati aperti verso la globalizzazione ..si è passati a quella verticale (elites- povertà). Un passaggio avvenuto in poco più di una decina di anni che ha steso un mercato di qualità sul quale, noi italiani, avevamo la supremazia. Per non di meno quando la classe povera reagisce manifestando viene subito appellata in modo dispregiativo come demagoga o “populista”!

Non c'è quindi da meravigliarsi degli esiti di elezioni e dei risvolti sociali che in questi ultimi anni a livello mondiale hanno espresso un consenso antisistemico in nome di un cambiamento più equo!

Oggi.. grandissima parte delle piccole aziende è in crisi..mentre la media e piccola borghesia è ridotta in povertà.. non riuscendo nemmeno ad inventarsi un lavoro soprattutto al sud. Difficile che la politica odierna non capisca ciò e continui imperterrita nel suo percorso?

Il concetto di uguaglianza in un Paese che si ritiene democratico deve sapersi esprimere con le opportune e dovute differenze: Oggi per via della crisi che attanaglia il nostro Paese non tutti i cittadini sono in grado di pagare il dovuto in tasse! Per una miriade di casi non è un capriccio, ma un chiaro segno di impossibilità! Se la politica odierna non vede ciò ..significa che non serve a nulla! 

E' inutile negarlo: Chi guadagna..o riceve in pensione al di sotto dei mille euro e non possiede proprietà..può forse assicurarsi una propria sopravvivenza.. ma non potrà mai essere in grado di pagare altri orpelli. Costoro si salvano non pagando un bollo auto o altre piccole imposte indirette e cercando qualche piccolo lavoro in nero! Non sarà giusto, ma è una chiara logica di difese senza la quale non ci sarebbe possibilità di sopravvivenza!

Come risponde a queste difficoltà la politica del nostro Paese? Come reagisce in questi delicati casi il nostro Stato? Si accanisce sulla classe debole escogitando imposte televisive legate alla bolletta Elettrica o studia forme di pagamento del Bollo auto legate alla revisione! Impedendo in certi casi la possibilita' del mezzo per lavorare e senza ottenere nessun recupero..Un accanimento fuori da ogni logica se effettuato in modo lineare e senza tener conto delle possibilità vere del singolo cittadino. Un cittadino che.. se dovesse far fronte alla montagna di orpelli che lo Stato gli impone.. potrebbe sopperire nel breve tempo...
Ma forse il disegno è proprio questo!



16 nov 2016

Renzi.. figura politica a cui tutto sembra permesso

di vincenzo cacopardo


Impressiona
come Renzi sembri essere coperto da poteri forti e persino occulti in tutto ciò che fa!..Nessuno osa fargli notare nulla! Nessuno lo ostacola nei suoi evidenti conflitti! Non si è mai visto un Premier capo di partito usare ogni mezzo per difendere le sue discutibili linee politiche su un referendum. 
Renzi parla in nome del Partito e contemporaneamente, in qualità di Premier, usa mezzi e risorse dello Stato per muoversi...proteggersi e promuovere il suo SI al referendum... Rimane sempre più difficile comprendere dove inizia l'uno.. e dove finisce l'altra!

Non è ancora chiarita del tutto la questione del finanziamento delle lettere scritte per promuovere il SI all'estero..che Renzi persevera nel giro di tutte le regioni in un lungo peregrinare dettando l'importanza di cambiare la Costituzione a modo suo.. esprimendosi nella consueta dialettica ingannevole.
-Mi domando quanta fatica in meno per lui se non fosse entrato in questo argomento delicato e quanto guadagno per il Paese se si fosse dedicato con maggiore impegno nei riguardi di azioni più necessarie e sicure!

La sua è la solita litania diretta verso un Paese che "non vuole cambiare"  per restare nella palude .. Quando è di tutta evidenza che questo giochino del “non voler cambiare” è ormai noto a tutti: E' proprio nel metodo e nel merito stesso della sua riforma che dovrebbe trovare le risposte!
Prima o dopo dovrà farsene una ragione!

Ma..se in un certo senso una ragione se l'è già fatta sostenendo di cambiare ormai tutto ( legge elettorale-collegi-votazione diretta dei senatori- ballottaggio.. etc) rendendosi del tutto incoerente, il nostro Premier resta ormai la figura politica meno credibile esistente sulla terra! Un giorno dice una cosa..il giorno appresso la smentisce perseverando nelle assicurazioni di bonus e distribuzione di risorse non esistenti...promesse e poi promesse...


In questi giorni gira in tutto il meridione alla ricerca di consensi sul SI parlando di bisogno di infrastrutture per il mezzogiorno dopo che per tre anni ha completamente dimenticato ogni attenzione per questo territorio da proteggere e rinvigorire. In questo suo giro viene scortato in modo esagerato: E' tanto amato dal popolo che non gli basta l'immensa scorta, le squadre di poliziotti con i manganelli e la chiusura di enormi spazi limitrofi. 

15 nov 2016

QUEL PRINCIPIO SUI POTERI



di vincenzo cacopardo
"il tema rimane tuttavia attuale soprattutto quando un capo di Partito con i poteri di Premier sembra in grado di dirigere tutto limitando il ruolo dei due poteri e concentrandoli in uno solo che di fatto finisce con l'assumere una fin troppo restrittiva funzione oligarchica".

OGGI TUTTO SEMBRA PASSARE INOSSERVATO!
La dialettica politica dovrebbe avere lo scopo di far funzionare attraverso la partecipazione di chi sostiene le idee e di chi è veramente capace di metterle in atto, in una collaborazione di rispetto reciproco e non nella distruttiva odierna contrapposizione. Una politica indicata per ruoli e non per contrapposizioni che finiscono col generare confusione e persino spropositate congiure e complotti.
Negli ultimi tempi alcuni parlamentari hanno posto il rilievo di salvaguardare meglio le proprie posizioni politiche in difesa di un potere che sembra avere invaso fin troppo lo spazio della politica. Qualcuno continua a definire la magistratura.. fin troppo invasiva, politicizzata e persino manipolata in favore di precisi interessi di parte.

Si è parlato da tempo della divisione dei ruoli in seno alla magistratura rimanendo di sicuro indispensabile una ricerca per il giusto posizionamento dell’ordine giudiziario in riferimento ai poteri dello Stato…Ma sorgono però spontanee alcune domande frutto di una analisi specifica in riferimento alla importanza che potrebbe avere un potere esecutivo in perenne compromesso o, persino in conflitto, con quello parlamentare: Qual'è oggi la sicura linea di demarcazione tra il potere esecutivo e quello Parlamentare? Quali sono i confini per limitare i conflitti? Quali.. le regole?

Al di là del fatto che si tratta di due specifici poteri, diversi dall’ordine autonomo giudiziario, si potrebbe azzardare che un conflitto permane costantemente allorquando, gli stessi, eletti in Parlamento, assurgono alla carica di ministri o sottosegretari, attribuendosi di fatto un ruolo esecutivo che influenza in modo definitivo il lavoro dello stesso gruppo parlamentare di loro riferimento: Anche qui, una certa consociazione trova forza e si alimenta giacché gli interessi sono estremamente forti ed i ruoli politici vengono espressi nella comune casa di un Partito.

Nella fattispecie il politico, in ruolo esecutivo, potrebbe esercitare un particolare potere agendo in modo dubbio sull’obiettivo pensiero del singolo parlamentare appartenente al proprio Partito, nella identica maniera con cui il magistrato requirente potrebbe influenzare il pensiero del giudice (poichè riconosciuti in uno stesso ordinamento)

Non deve, quindi..sfuggire questo importante particolare che da tempo trascina la nostra politica in uno dei più orrendi teatrini del compromesso.... Non dovrebbe nemmeno sollevare stupore l'avversa posizione di alcuni magistrati che, pur in considerazione di un loro autonomo percorso, potrebbero porsi il dubbio dei pregiudizievoli infiniti conflitti ormai costruiti tra la politica dei Partiti rappresentati nel Parlamento ed ogni Esecutivo.

Si potrebbe..perciò.. azzardare che tale motivo è di per sè sufficiente ad individuare una ulteriore anomalia anche rispetto ad una Costituzione che, da un lato vorrebbe identificare due poteri con ruoli ben diversi (esecutivo e parlamentare) e dall’altro, non pone sufficienti e chiare limitazioni a questa separazione di compiti destinando, in modo troppo sintetico, la guida e l’indirizzo della politica dello Stato all’Esecutivo e raccordandosi in modo assai generico con il Parlamento.. senza tener conto della casa comune di un Partito che li condiziona. Son passati diversi anni da quando su questo punto la Costituzione si è espressa, ma lo ha fatto secondo i tempi ed i principi dapprima esistenti tra politici di alto valore democratico. Oggi sia quella linea di demarcazione.. che il rispetto dei compiti tra i ruoli sono decisamente cambiati!

Tuttavia il tema rimane attuale.. soprattutto quando un capo di Partito con i poteri di Premier sembra in grado di dirigere ogni cosa limitando il ruolo dei due poteri e concentrandoli in uno solo.. che di fatto finisce con l'assumere una fin troppo restrittiva funzione oligarchica.


Viviamo in uno Stato parlamentare e questo basterebbe per porre l’importante azione delle Camere come centralità dalla quale dovrebbe dipendere ogni regola ed ovviamente l’indirizzo culturale ed economico del nostro Stato democratico. I ruoli legislativi, quindi, non possono che essere primari e propedeutici a quelli governativi. Una giusta governabilità dovrebbe seguire un principio di qualità poiché, non si tratta solo di diminuire o di aumentare i ministeri o le poltrone di comando di un esecutivo ma, di determinare un percorso costruttivo e funzionale attraverso una richiesta che partendo dalla domanda deve finire col trovare un logico fine di utilità.

Lomonte..un candidato di cultura che merita rispetto

Ciro Lomonte è oggi il candidato a sindaco nelle future elezioni a Palermo per “Siciliani Liberi” fondata da Massimo Costa.

di vincenzo cacopardo

Un candidato, la cui figura è ormai conosciuta nell'ambiente cittadino e che non avrebbe bisogno di alcuna presentazione. Uomo di cultura che dal 1986 esercita la professione di architetto. È stato promotore e vice coordinatore del Master in Storia e Tecnologie dell’Oreficeria dell’Università di Palermo. Nel 2015 ha creato con alcuni amici la Monreale School of Arts & Crafts. Insegna presso il Master di II livello in Architettura, Arti Sacre e Liturgia dell’Università Europea di Roma.


Per Lomonte l'importanza sta nel saper coordinare! Il candidato (come per l'isola) parla di una Palermo che non c'è.. indicando un difetto di creatività da parte di chi dovrebbe gestire e saper organizzare adattandosi ai tempi.

Il compito di un sindaco deve essere quello di sapersi costruire una squadra valida per competenze in un progetto comune che guardi tanto al sociale quanto alla viabilità, la pulizia e l'ordine, ma anche e soprattutto a saper valorizzare il grande patrimonio artistico culturale che la città detiene.Un infinito patrimonio di ricchezza!"

Nella sua presentazione in pubblico ha parlato di protezione e sostenibilità della nostra particolare qualità insita in diversi campi..ribadendo il desiderio di poter portare a conoscenza dei cittadini palermitani l'infinito patrimonio artistico ed il modo per preservarlo grazie all'amore per la propria città...al fine di poterlo usare come un importante richiamo per il turismo. Ma per ottenere i risultati sperati occorre che il palermitano stesso ne sia consapevole e si educhi alla fondamentale cultura del rispetto.Il compito del nuovo sindaco dovrà quindi anche essere quello di educare a questa forma di cultura. 


14 nov 2016

REFERENDUM: La forza del doppio ruolo e l'alterato uso dei mezzi di Stato

GLI ITALIANI DEBOLI..AMANO QUESTE FIGURE FORTI E DECISE E LE MISTIFICANO FACENDONE MITI...GLI ITALIANI FORTI AMANO VALORI E CONTENUTI E NON MITIZZANO NESSUNO.

di vincenzo cacopardo

Che ci possa essere il rischio di manipolazioni e brogli all'estero è anche probabile!...Per via dell'accanimento con il quale il nostro Premier ha deciso di affrontare questa battaglia non restandone neutrale..anzi fomentando una feroce lotta con l'appoggio di tutto il suo governo.

Nel silenzio di un Presidente della Repubblica che nulla esprime circa la lettera inviata dal premier ai cittadini non residenti, Renzi continua imperterrito come se nulla fosse in grado di arrestare ogni sua azione: 
Non si è mai visto.. nella storia della nostra Repubblica..un premier tanto discusso a cui tutto viene permesso con tale semplicità nella evidente consapevolezza di un ruolo governativo che dovrebbe non prendere parte attiva in una campagna referendaria.

Ma Renzi si fa forte dell'altro ruolo: quello di capo assoluto del Partito di maggioranza in uno scenario anomalo e compromissorio a cui pochi fanno attenzione!

Il doppio ruolo ormai accettato da quella stolta politica che guarda solo al principio di una governabilità forte voluta dall'alto (non essendo in grado di ricercare altre strade più eque e funzionali)..rappresenta oggi una autentica malformazione a danno della stessa democrazia..soprattutto quando, in questo caso, si tratta di referendum popolare! Se non si vuole percepire ed affrontare nel profondo questo problema, non si potrà mai comprendere quanto tutto ciò guasta la logica di un percorso di vera ed fattiva democrazia..Se a ciò aggiungiamo la lunga lista delle anomalie generatisi dopo la ineleggibilità del Parlamento che ha creato una ambigua maggioranza..possiamo di certo affermare una mancanza assoluta dei principi che regolano uno Stato democratico come il nostro che continuerà a portare tanti cittadini a non votare!

La doppiezza del ruolo(Premier -Capo del Partito) crea conflitti e genera ulteriori anomalie ed il primo a doversene accorgere dovrebbe essere il Capo dello Stato che in qualità di garante dei valori della nostra Costituzione..proprio sul metodo della riforma ..sarebbe potuto intervenire!

Sembra che il Governo continui ad usare in modo alquanto irregolare tutti i mezzi a disposizione per sostenere le ragioni del SI: Dagli elicotteri di Stato... agli aerei.. le auto..il personale..e tutte le risorse possibili... in una lotta sleale che, nel Paese della rassegnazione, sembra non sorprendere più nessuno!

La gestione del trasporto aereo di Stato, ad esempio, dovrebbe essere condotta in armonia con precisi obiettivi governativi. I voli di Stato limitati al Presidente della Repubblica, ai presidenti di Camera e Senato, al presidente del Consiglio dei ministri e al presidente della Corte costituzionale. Ma ogni istanza per la concessione dei voli di Stato deve sempre essere provvista da una documentazione attestante le circostanze che rendono impellente ed eccezionale l'utilizzo del mezzo: Nella fattispecie non sembra per nulla che l'uso di questi mezzi da parte del governo possa essere introdotto tra quelli impellenti ed eccezionali!



10 nov 2016

La vittoria di Trump.. contro l'establishment



IL VOTO ANTISISTEMICO DI UNA AMERICA INDECISA E DIVERSIFICATA

DI VINCENZO CACOPARDO

Il voto americano è sembrato più un voto contro la Clinton che in favore di Trump, ma è di sicuro apparso come la logica conseguenza di una politica che nel paese del capitalismo diffuso non ha saputo tenere conto di un benessere sociale cui occorreva maggiore attenzione.

E' un chiaro voto antisistema.. quello che vince su ogni altro desiderio di crescita che non guarda attentamente ai temi sociali e di equità!
Se la Clinton ha fatto di tutto per farsi odiare nella sua campagna elettorale con la solita aria saccente di quei democratici che nel paese oggi hanno finito col mettere in crisi la loro stessa democrazia, Trump non ha dovuto fare molto per ottenere il consenso dei tanti che ormai non temono più di andare contro un sistema politico che pare avergli tolto ogni speranza!

Donald Trump..per merito della stessa Clinton, è apparso persino migliore di come non è!
Le sue promesse hanno così potuto essere espresse con la solita enfasi con la quale può esprimerle chi vive nel contesto di quella politica spettacolare che mitizza... come quelle sulle quali nel passato insisteva il nostro premier Berlusconi e attraverso le quali oggi ritiene malamente di fare Renzi!

La Clinton gli ha aperto una strada.. ed in questa.. il suo avversario si è trovato più libero di affondare e ribattere attraverso le solite promesse. Un duro colpo per chi, con presunzione, a creduto di poter vincere e affondare sui pettegolezzi e sugli insulti!


Naturalmente non possiamo vedere con apprezzamento i confronti svolti da parte di ambedue i candidati, ma possiamo intuire e ribadire che se una vittoria da parte di Trump vi è stata, è stata oltre che spinta dalla stessa candidata malamente oppostasi, anche e soprattutto da un senso di rivincita sociale che ha visto gli stessi cittadini americani di fronte a due candidati poco apprezzati. Il popolo americano ha finito col mettere in preferenza un cambiamento rispetto ad un establishment ed ai suoi sostenitori, che nel paese federato hanno fin troppo occupato un posto di rilievo nella vita sociale e culturale americana.

La questione Renzi e delle riforme




PREMIER LEGITTIMATO DA UN PARLAMENTO ILLEGITTIMO
di vincenzocacopardo
Da tempo si scorgono nei social appunti sulla validità del nostro Premier o meglio del presidente del consiglio dei
ministri, circa il fatto che non sia passato dalle elezioni popolari. In realtà l'attività dei presidenti del Consiglio è sempre stata più quella di mediazione fra i partiti della maggioranza, che quella di direzione dell'attività del governo.

Il presidente del consiglio dei ministri della nostra Repubblica è uno degli organi monocratici che compongono il governo, i ministri ed il Consiglio ai sensi dell'articolo 92 della Costituzione della Repubblica italiana.
Il presidente del Consiglio può essere indicato dal presidente della Repubblica anche se non eletto dal popolo. E' quindi un errore che si commette quando lo si vuole fare passare come un intruso non legittimato.

Ma è anche vero che nella fattispecie odierna che tocca il nostro presidente del consiglio Renzi.. il problema, coinvolge ugualmente la illegittimità della sua nomina.. in quanto ha ottenuto una fiducia da parte di un Parlamento reso illegittimo dalla Corte Costituzionale.

Cerchiamo perciò di mettere ordine su questa strana faccenda:

Con una sentenza depositata in Cancelleria il 13 gennaio 2014 la Corte Costituzionale dichiara che le consultazioni elettorali già svolte(attraverso il porcellum), ancorché in applicazione, sono da ritenere illegittime. 
Tanto ciò è vero che, proprio al fine di assicurare la continuità dello Stato, è la stessa Costituzione a prevedere a seguito delle elezioni, una prorogatio dei poteri delle Camere precedenti «finchè non siano riunite le nuove Camere» art. 61 Cost.- (Le elezioni delle nuove Camere hanno luogo entro settanta giorni dalla fine delle precedenti)
Le elezioni quindi costituiscono un fatto concluso e pertanto nessuna incidenza è in grado di spiegare la presente decisione “neppure con riferimento agli atti che le Camere adotteranno prima di nuove consultazioni elettorali”.

Ma la Corte ha altresì dichiarato
l’illegittimità costituzionale dell’art. 83, comma 1, n. 5, e comma 2, del d.P.R. 30 marzo 1957 n. 361;
l’illegittimità costituzionale dell’art. 17, commi 2 e 4, del decreto legislativo 20 dicembre 1993, (Testo unico delle leggi recanti norme per l’elezione del Senato della Repubblica);
dichiarato l’illegittimità costituzionale degli artt. 4, comma 2, e 59 del d.P.R. n. 361, nonché dell’art. 14, comma 1, del d.lgs. nella parte in cui non consentono all’elettore di esprimere una preferenza per i candidati...
insomma una lunga serie di illegittimità

    (a tal proposito, è utile ricordare che in base a quanto stabilito nell’art. 136 della Costituzione “quando la Corte dichiara l’illegittimità costituzionale di una norma di legge o di un atto avente valore di legge la norma cessa di avere efficacia dal giorno successivo alla pubblicazione della decisione”. Si tratta, dunque, di una efficacia pro futuro che riguarda, vale a dire, solo i rapporti che si sono realizzati dopo la pubblicazione della sentenza di incostituzionalità).

NONOSTANTE CIO'


- Il 22 febbraio del 2014..ottenendo la fiducia di questo Parlamento.. Renzi si insedia col suo Governo a capo dell'Esecutivo restando segretario del Partito di maggioranza dal 2013

    - Ad Aprile del 2014 il Governo, ottenuta la fiducia da un Parlamento dichiarato illegittimo, fa partire il ddl Boschi riguardante la riforma costituzionale.

    - Nel gennaio del 2015 questo stesso Parlamento nomina il nuovo presidente della Repubblica.

    - Il 6 maggio 2015, - lo stesso Parlamento approva attraverso la fiducia la nuova legge elettorale detta Italicum.


    - Nel Dicembre del 2015, lo stesso Parlamento..dopo un lunghissimo ed estenuante numero di sedute.. nomina i tre giudici mancanti della Corte Costituzionale.

Ora.... se questo processo può apparire lecito, deve sicuramente destare molte perplessità nel contesto in cui... dopo che la stessa Corte ha rilevato chiare e profonde irregolarità, questo Parlamento, sulla spinta di un Governo in fiducia dello stesso, ha continuato ad accumularne altre ...attraverso nuove fondamentali nomine ed insoliti processi di riforme!


Non si dubita della circostanza che durante il regime di prorogatio le Camere, seppur non più pienamente rappresentative del corpo elettorale, mantengano, comunque, funzioni relative alla ordinaria amministrazione, compresi gli atti di controllo politico sul Governo e di garanzia costituzionale, ma se questo stesso Parlamento, dopo una simile sentenza che parla di legittimazione politica, per opportunità, possa o no dare vita lecitamente ad un processo di riforma della Carta fondante non rendendo, di contro, la dovuta necessaria garanzia alla Costituzione stessa.

un articolo di Enzo Coniglio sulle nuove elezioni americane


Ma negli USA non ha vinto la barbarie… e il mondo metabolizza l’effetto Trump

di Enzo Coniglio

È comprensibile la reazione preoccupata dei nostri concittadini e del mondo intero di fronte alla vittoria di Donald Trump, divenuto a sorpresa,  il 45^ Presidente degli Stati Uniti.
Avevamo sempre pensato che gli Americani non tollerano i politici bugiardi, quelli che non pagano le tasse, che non rispettano le regole soprattutto quelle relative alla immigrazione clandestina, che non tengono un comportamento corretto nei confronti delle donne…
E lo abbiamo pensato a ragione perché questi sono principi fondamentali dell’etica americana  radicata nei cosiddetti Padri fondatori. E francamente i media che contano e gli stessi “benpensanti” non potevano neppure immaginare che potesse imporsi a livello di massima carica dello Stato, un candidato la cui vita esprime una trasgressività su tutta la linea.
Come dire che si rivoluziona un sistema di valori su cui poggia la società ritenuta la più avanzata e democratica del pianeta. Una sorta di rivoluzione della Costituzione reale…
E invece è successo… Almeno apparentemente. Proprio così: apparentemente.
Apparentemente perchè il voto espresso a favore di Donald Trump non esprime adesione ai “non valori” evidenziati in campagna elettorale.
1. Il voto esprime innanzitutto una opposizione, un rigetto della politica governativa che ha ignorato la popolazione americana degli Stati del centro e del sud a vantaggio di una pretesa globalizzazione e internazionalizzazione. Quasi che continui anche oggi quella opposizione emersa alle origini durante la guerra di secessione…
2. Esprime una opposizione e un rigetto verso un establishment che ha favorito l’arricchimento finanziario di una minuscola parte del Paese a scapito della economia e del benessere della maggioranza e soprattutto del ceto medio che si impoverisce.
3. Gli stipendi non crescono da 15 anni mentre i super ricchi si arricchiscono a gogó. E il futuro appare grigio e  con poche speranze.
4. È vero, l’occupazione cresce ma nei nuovi settori e non certo in quelli tradizionali che caratterizzano gli Stati del centro e del Sud. Quelli tradizionali diminuiscono e quelli  che restano appaiono minacciati da una presenza sempre maggiore e più agguerrita degli immigrati ispanici e asiatici che stanno diventando maggioranza soppiantando il nocciolo duro anglosassone mentre gli USA come potenza, sono soppiantati dalla Cina…
E’ il modello di sviluppo e la politica della globalizzazione fin qui perseguiti,  che vanno messi sotto accusa.. 
Certamente non possiamo sottacere il fatto ben noto a tutti che Hillary Clinton non è molto amata e che su di lei si addensano le nubi di una gestione trentennale del potere, diverse zone d’ombra e in particolare la politica della fondazione Clinton. In altre parole, non sembra  essere lo specchio più limpido dell’etica americana, autentico cemento del Paese.
Di fronte a questo stato di cose, non c’è da meravigliarsi quindi che la paura faccia 48 e che si cerchi una alternativa al potere tradizionale, ritenuto non più idoneo. Finalmente si riconosce che il mito dell’America unita è un feticcio perchè di fatto spaccata in due come sottolineato dal risultato elettorale.
Ed è in questo contesto contraddittorio e per nulla lineare,  che si arriva a dare fiducia ad un improvvisato politico che dà corpo alla opposizione,  parla la loro stessa lingua e promette ciò che questa maggioranza fino ad ora silenziosa, sogna ma non ha avuto l’opportunità di esprimere.
Trump lo sa e accentua i toni fino al parossismo proponendosi come l’eroe trasgressivo, anti sistema che sfida il potere e ripete quello che questa massa vuole sentire.
Adesso che ha raggiunto l’obiettivo, ritornerà nei ranghi come è normale che avvenga in un Paese strutturato in un sistema di valori e di alleanze e di impegni internazionali che costituiscono il fulcro stesso di una società globale.
Trump sa bene che il Presidente degli Stati Uniti non è un imperatore e deve fare i conti con un sistema di limitazioni e di controlli da parte dei poteri fortirappresentati soprattutto dalla finanza, dalle multinazionali e dalle potentissime lobbies a cui deve in grandissima parte la sua stessa fortuna. Ed è questo potere di contrappesi presenti nel Congresso e nella stessa società americana che ha riassicurato i mercati dopo un primo momento di comprensibile sbandamento che sono già tornati in territorio positivo.
Ritornerà tutto normale? Non del tutto. Ma certamente anche Trump sa benissimo, come lo sapeva Garibaldi e Nino Bixio dopo la conquista della Sicilia, che c’è un tempo delle parole e un tempo dell’azione.