"Con
la nuova riforma sulla prescrizione si vorrebbe mettere fine al
principio che il cittadino debba rimanere in balìa della giustizia
penale, sia come imputato che come persona offesa del reato, fino a
quando e se lo Stato avrà modo di definire la sua posizione
processuale."
di vincenzo cacopardo
In
sostanza la norma entrata in vigore il 1° gennaio 2020, (approvata
da M5s e Lega nel dicembre 2018), prevede l’abolizione di fatto
della prescrizione dopo una sentenza di primo grado, in egual modo: sia essa di condanna o di assoluzione..a differenza di prima.
Ovvero.. dopo il primo grado di giudizio... i processi non avranno mai una
fine decisa dalla prescrizione e potranno durare all'infinito:
Lo
stop
alla prescrizione non si intende più porre in base all'esito di una
sentenza di primo grado...ma si mantiene ugualmente.. sia che essa sia di
condanna o di assoluzione.
A
tal proposito lo stesso ministro della giustizia Bonafede, promotore
della stessa riforma, tiene a precisare che i veri effetti della
stessa si potranno vedere nel futuro di qualche anno poiché nel frattempo
si riuscirà a provvedere ad un'altra riforma diretta a velocizzare i
processi. Tuttavia non è difficile pensare per chi si oppone alla
riforma... che questa seconda parte rimane poco chiara e definita...
restando nei contorni delle ipotesi.
Ciononostante per
il ministro il principio fondamentale rimane il fatto che questa
riforma permetterebbe l’accorciamento dei processi e la riduzione
del rischio di impunibilità a causa della scadenza delle
tempistiche.
Eppure.. alcune forze politiche di maggioranza sono ancora in disaccordo e ne discutono con calore..rimanendo critiche su alcuni aspetti.
Per
buona parte del PD non si è del tutto convinti: I
dem mettono sul piatto due proposte che dimostrano una chiara
differenza di pensiero in proposito :
-La prima è l’allungamento della sospensione della prescrizione
dopo il processo di primo grado, portando l’attuale sospensione di
18 mesi prevista dalla riforma Orlando a
tre anni.
-La seconda è una prescrizione processuale, ossia
che scatti per i diversi gradi di giudizio.
Quindi ogni fase del procedimento dovrebbe avere una durata: indagini
preliminari, primo grado, appello e infine Cassazione.
-,
I dem propongono... che dopo la sentenza di condanna in appello...
il termine resti sospeso fino alla pronuncia della sentenza
definitiva e comunque per un tempo non superiore a 1 anno e 6
mesi...Ed
in
caso di assoluzione dell’imputato in secondo grado,
ovvero di annullamento della sentenza di condanna, vengano
ricomputati ai fini del calcolo del termine di prescrizione.
Insomma..una
discussione ancora in corso che pone evidenti differenze di
valutazione!..E' inutile ripetere che nella stessa maggioranza
persistono in materia visioni assai diverse che da un lato tendono
a proteggere fin troppo l'imputato e dall'altro dargli fin troppa
opportunità di cavarsela con l'allungamento dei tempi giudiziari. Quando in
realtà il primo provvedimento dovrebbe essere quello di far
funzionare in modo ineccepibile la macchina della giustizia ed il
lavoro di magistrati e giudici.
Vi
sono rospi da digerire nella stessa maggioranza di un Governo che in
tutti i modi cerca di restare a galla..le cui componenti politiche.. rischiano di svendere principi in una
materia davvero delicata che dovrebbe in tutti i modi trovare una
strada comune per la sicurezza della giustizia e quella della vita
sociale dei cittadini.