POTERI SUPERATI, VECCHIE CONTRAPPOSIZIONI ED ETERNI CONFLITTI
di vincenzo cacopardo
“Nella forma politica di organizzazione dei poteri del nostro Stato, quello “legislativo” ha una importanza fondamentale per la concreta realizzazione di uno “Stato di diritto” nel quale tutte le istituzioni sono sottoposte alla legge. La realizzazione dello Stato di diritto comporta l’obbligo delle istituzioni statali a mantenersi entro i limiti della legge, ma questi limiti assumono un carattere di rilievo politico quando il cittadino, titolare delle sue libertà civili, vi si trovi in conflitto.”
Molti cittadini si domandano oggi, se possano ancora esistere
concetti fondati su una divisione Destra-Sinistra, e se la vita politica,
malgrado sia sempre stata segnata da un percorso ideologico costruito
attraverso questa dialettica, possa continuare a contribuire positivamente in
favore di un funzionamento sociale.
I politici di tutto il pianeta fanno ancora credere che possano esistere questi percorsi anche perchè, tale suddivisione ideologica, offre loro la possibilità di continuare ad esprimersi in una vecchia logica al fine di poter restare incollati ad un sistema.
I politici di tutto il pianeta fanno ancora credere che possano esistere questi percorsi anche perchè, tale suddivisione ideologica, offre loro la possibilità di continuare ad esprimersi in una vecchia logica al fine di poter restare incollati ad un sistema.
Che possano esistere ideologie diverse, nel nostro pensiero,
è più che legittimo sebbene, in un contesto di moderna politica, si dovrebbe
lavorare per un processo di crescita e di benessere in favore dei cittadini con
più sinergia, seppure, con idee diverse. Una nuova politica dovrebbe spingersi
a vedere la sua capacità funzionale non più nella classica visione di una linea di
divisione che contrapponga una Destra e una Sinistra, ma in quella più
moderna di una linea che divida, in modo equilibrato ed efficace, la funzione
Governativa da quella Parlamentare.
Questo è ciò che in parte ho già messo in evidenza in un precedente post “le nuove geometrie politiche”. In quel post aggiunsi che sarebbe ormai
fuori dal tempo poter continuare ad indicare come “poteri” quelli che oggi
dovrebbero essere interpretati come “ordini od organi”.
Andando avanti nella ricerca pare individuarsi la forza di un potere nel fondamentale principio in un “programma”. Un programma guidato dai cittadini con la stretta collaborazione dei Partiti che, appositamente rinnovati e disciplinati, sarebbero in grado di renderlo fattivo e funzionale.
Andando avanti nella ricerca pare individuarsi la forza di un potere nel fondamentale principio in un “programma”. Un programma guidato dai cittadini con la stretta collaborazione dei Partiti che, appositamente rinnovati e disciplinati, sarebbero in grado di renderlo fattivo e funzionale.
Il programma condotto dai cittadini potrebbe rappresentare il vero punto fermo ..un principio su cui potrebbe far forza la
società civile ed attorno al quale dovrebbe ordinarsi funzionalmente tutto il complesso istituzionale. Il programma dovrebbero rappresentare il vero punto di partenza.. quanto, invece, non
potrà mai esserlo un esecutivo che opera al suo servizio. Nè potrà mai esserlo un ordine giudiziario che opera per la difesa ed il rispetto della legalità.
Oggi un grosso equivoco consiste nella visione di “potere” di un Ordine
giudiziario e nel fatto che, ogni giudice, a causa della delicatezza del suo
compito e.. per poterlo svolgere in modo realmente indipendente, ciò che
dovrebbe rifiutare è proprio un suo governo, tanto che sia in mano
all’esecutivo o in mano a qualsiasi altro organo. Forse la strada da seguire
dovrebbe essere quella di ridurre al minimo la necessità di governo dei
giudici.. facendo il possibile per regolare a mezzo della legge la loro
carriera: Nella allora costituzione del CSM non si è tenuto in giusta considerazione quell’assioma
politico che, creare un potere…comporta, inevitabilmente, il sorgere di
molti desideri per la sua conquista. Se questo potere si pone nelle mani degli
stessi giudici, la conseguenza inevitabile sarà sempre quella dello scatenarsi di una
guerra interiore tra di loro per la stessa conquista di detto potere.
Dare una responsabilità, di tutto ciò che oggi accade nelle
istituzioni, all’ordine giudiziario, significherebbe, perciò, non aver ben compreso il
grande conflitto permanente nella politica in quell’azzardato gioco delle parti
che tiene legati legislativo ed esecutivo da una vecchia logica, la quale genera inequivocabili e perenni conflitti che aprono la strada agli evidenti
compromessi, richiamando l’interesse ed il dovere di chi, in vero, è chiamato ad un controllo per Costituzione.
Se la divisione delle carriere dei giudici (magistratura
requirente-giudicante) è corretta, non potrebbe essere utile e complementare..
anche quella dei politici (politica legislativa-esecutiva)?