10 nov 2016

La questione Renzi e delle riforme




PREMIER LEGITTIMATO DA UN PARLAMENTO ILLEGITTIMO
di vincenzocacopardo
Da tempo si scorgono nei social appunti sulla validità del nostro Premier o meglio del presidente del consiglio dei
ministri, circa il fatto che non sia passato dalle elezioni popolari. In realtà l'attività dei presidenti del Consiglio è sempre stata più quella di mediazione fra i partiti della maggioranza, che quella di direzione dell'attività del governo.

Il presidente del consiglio dei ministri della nostra Repubblica è uno degli organi monocratici che compongono il governo, i ministri ed il Consiglio ai sensi dell'articolo 92 della Costituzione della Repubblica italiana.
Il presidente del Consiglio può essere indicato dal presidente della Repubblica anche se non eletto dal popolo. E' quindi un errore che si commette quando lo si vuole fare passare come un intruso non legittimato.

Ma è anche vero che nella fattispecie odierna che tocca il nostro presidente del consiglio Renzi.. il problema, coinvolge ugualmente la illegittimità della sua nomina.. in quanto ha ottenuto una fiducia da parte di un Parlamento reso illegittimo dalla Corte Costituzionale.

Cerchiamo perciò di mettere ordine su questa strana faccenda:

Con una sentenza depositata in Cancelleria il 13 gennaio 2014 la Corte Costituzionale dichiara che le consultazioni elettorali già svolte(attraverso il porcellum), ancorché in applicazione, sono da ritenere illegittime. 
Tanto ciò è vero che, proprio al fine di assicurare la continuità dello Stato, è la stessa Costituzione a prevedere a seguito delle elezioni, una prorogatio dei poteri delle Camere precedenti «finchè non siano riunite le nuove Camere» art. 61 Cost.- (Le elezioni delle nuove Camere hanno luogo entro settanta giorni dalla fine delle precedenti)
Le elezioni quindi costituiscono un fatto concluso e pertanto nessuna incidenza è in grado di spiegare la presente decisione “neppure con riferimento agli atti che le Camere adotteranno prima di nuove consultazioni elettorali”.

Ma la Corte ha altresì dichiarato
l’illegittimità costituzionale dell’art. 83, comma 1, n. 5, e comma 2, del d.P.R. 30 marzo 1957 n. 361;
l’illegittimità costituzionale dell’art. 17, commi 2 e 4, del decreto legislativo 20 dicembre 1993, (Testo unico delle leggi recanti norme per l’elezione del Senato della Repubblica);
dichiarato l’illegittimità costituzionale degli artt. 4, comma 2, e 59 del d.P.R. n. 361, nonché dell’art. 14, comma 1, del d.lgs. nella parte in cui non consentono all’elettore di esprimere una preferenza per i candidati...
insomma una lunga serie di illegittimità

    (a tal proposito, è utile ricordare che in base a quanto stabilito nell’art. 136 della Costituzione “quando la Corte dichiara l’illegittimità costituzionale di una norma di legge o di un atto avente valore di legge la norma cessa di avere efficacia dal giorno successivo alla pubblicazione della decisione”. Si tratta, dunque, di una efficacia pro futuro che riguarda, vale a dire, solo i rapporti che si sono realizzati dopo la pubblicazione della sentenza di incostituzionalità).

NONOSTANTE CIO'


- Il 22 febbraio del 2014..ottenendo la fiducia di questo Parlamento.. Renzi si insedia col suo Governo a capo dell'Esecutivo restando segretario del Partito di maggioranza dal 2013

    - Ad Aprile del 2014 il Governo, ottenuta la fiducia da un Parlamento dichiarato illegittimo, fa partire il ddl Boschi riguardante la riforma costituzionale.

    - Nel gennaio del 2015 questo stesso Parlamento nomina il nuovo presidente della Repubblica.

    - Il 6 maggio 2015, - lo stesso Parlamento approva attraverso la fiducia la nuova legge elettorale detta Italicum.


    - Nel Dicembre del 2015, lo stesso Parlamento..dopo un lunghissimo ed estenuante numero di sedute.. nomina i tre giudici mancanti della Corte Costituzionale.

Ora.... se questo processo può apparire lecito, deve sicuramente destare molte perplessità nel contesto in cui... dopo che la stessa Corte ha rilevato chiare e profonde irregolarità, questo Parlamento, sulla spinta di un Governo in fiducia dello stesso, ha continuato ad accumularne altre ...attraverso nuove fondamentali nomine ed insoliti processi di riforme!


Non si dubita della circostanza che durante il regime di prorogatio le Camere, seppur non più pienamente rappresentative del corpo elettorale, mantengano, comunque, funzioni relative alla ordinaria amministrazione, compresi gli atti di controllo politico sul Governo e di garanzia costituzionale, ma se questo stesso Parlamento, dopo una simile sentenza che parla di legittimazione politica, per opportunità, possa o no dare vita lecitamente ad un processo di riforma della Carta fondante non rendendo, di contro, la dovuta necessaria garanzia alla Costituzione stessa.

un articolo di Enzo Coniglio sulle nuove elezioni americane


Ma negli USA non ha vinto la barbarie… e il mondo metabolizza l’effetto Trump

di Enzo Coniglio

È comprensibile la reazione preoccupata dei nostri concittadini e del mondo intero di fronte alla vittoria di Donald Trump, divenuto a sorpresa,  il 45^ Presidente degli Stati Uniti.
Avevamo sempre pensato che gli Americani non tollerano i politici bugiardi, quelli che non pagano le tasse, che non rispettano le regole soprattutto quelle relative alla immigrazione clandestina, che non tengono un comportamento corretto nei confronti delle donne…
E lo abbiamo pensato a ragione perché questi sono principi fondamentali dell’etica americana  radicata nei cosiddetti Padri fondatori. E francamente i media che contano e gli stessi “benpensanti” non potevano neppure immaginare che potesse imporsi a livello di massima carica dello Stato, un candidato la cui vita esprime una trasgressività su tutta la linea.
Come dire che si rivoluziona un sistema di valori su cui poggia la società ritenuta la più avanzata e democratica del pianeta. Una sorta di rivoluzione della Costituzione reale…
E invece è successo… Almeno apparentemente. Proprio così: apparentemente.
Apparentemente perchè il voto espresso a favore di Donald Trump non esprime adesione ai “non valori” evidenziati in campagna elettorale.
1. Il voto esprime innanzitutto una opposizione, un rigetto della politica governativa che ha ignorato la popolazione americana degli Stati del centro e del sud a vantaggio di una pretesa globalizzazione e internazionalizzazione. Quasi che continui anche oggi quella opposizione emersa alle origini durante la guerra di secessione…
2. Esprime una opposizione e un rigetto verso un establishment che ha favorito l’arricchimento finanziario di una minuscola parte del Paese a scapito della economia e del benessere della maggioranza e soprattutto del ceto medio che si impoverisce.
3. Gli stipendi non crescono da 15 anni mentre i super ricchi si arricchiscono a gogó. E il futuro appare grigio e  con poche speranze.
4. È vero, l’occupazione cresce ma nei nuovi settori e non certo in quelli tradizionali che caratterizzano gli Stati del centro e del Sud. Quelli tradizionali diminuiscono e quelli  che restano appaiono minacciati da una presenza sempre maggiore e più agguerrita degli immigrati ispanici e asiatici che stanno diventando maggioranza soppiantando il nocciolo duro anglosassone mentre gli USA come potenza, sono soppiantati dalla Cina…
E’ il modello di sviluppo e la politica della globalizzazione fin qui perseguiti,  che vanno messi sotto accusa.. 
Certamente non possiamo sottacere il fatto ben noto a tutti che Hillary Clinton non è molto amata e che su di lei si addensano le nubi di una gestione trentennale del potere, diverse zone d’ombra e in particolare la politica della fondazione Clinton. In altre parole, non sembra  essere lo specchio più limpido dell’etica americana, autentico cemento del Paese.
Di fronte a questo stato di cose, non c’è da meravigliarsi quindi che la paura faccia 48 e che si cerchi una alternativa al potere tradizionale, ritenuto non più idoneo. Finalmente si riconosce che il mito dell’America unita è un feticcio perchè di fatto spaccata in due come sottolineato dal risultato elettorale.
Ed è in questo contesto contraddittorio e per nulla lineare,  che si arriva a dare fiducia ad un improvvisato politico che dà corpo alla opposizione,  parla la loro stessa lingua e promette ciò che questa maggioranza fino ad ora silenziosa, sogna ma non ha avuto l’opportunità di esprimere.
Trump lo sa e accentua i toni fino al parossismo proponendosi come l’eroe trasgressivo, anti sistema che sfida il potere e ripete quello che questa massa vuole sentire.
Adesso che ha raggiunto l’obiettivo, ritornerà nei ranghi come è normale che avvenga in un Paese strutturato in un sistema di valori e di alleanze e di impegni internazionali che costituiscono il fulcro stesso di una società globale.
Trump sa bene che il Presidente degli Stati Uniti non è un imperatore e deve fare i conti con un sistema di limitazioni e di controlli da parte dei poteri fortirappresentati soprattutto dalla finanza, dalle multinazionali e dalle potentissime lobbies a cui deve in grandissima parte la sua stessa fortuna. Ed è questo potere di contrappesi presenti nel Congresso e nella stessa società americana che ha riassicurato i mercati dopo un primo momento di comprensibile sbandamento che sono già tornati in territorio positivo.
Ritornerà tutto normale? Non del tutto. Ma certamente anche Trump sa benissimo, come lo sapeva Garibaldi e Nino Bixio dopo la conquista della Sicilia, che c’è un tempo delle parole e un tempo dell’azione.

9 nov 2016

Tra Trump e Clinton.. perde la politica americana



di vincenzo cacopardo

Non sembra esserci nulla di buono in Trump..come v'è poco di positivo nella Clinton!..E' proprio il sistema americano della politica bifronte e contrapposta... erroneamente declamato di "democrazia" che non potrà mai convincere!..Una democrazia che si pretenderebbe anche da esportare: Oggi in America trionfa Trump perchè il ristretto sistema politico in uso non potrà mai far venir fuori figure migliori! La politica degli USA resterà sempre all'insegna della spettacolarità, dell'imperialismo e dello strapotere! Bisogna capire che queste figure politiche che si affermano negli Stati Uniti sono l'espressione di un sistema che funziona in modo davvero particolare..sicuramente in favore delle lobbjes finanziarie e non certamente per un equo benessere sociale!..Qualcosa che dovrebbe comprendere il nostro paese... da tempo avviato verso una deteriore americanizzazione del proprio sistema! 


Abbiamo assistito ad una campagna elettorale a dir poco vergognosa! Tra convention, dibattiti e faccia a faccia.. sembra essere stata una lotta più di spettacolo che di impegno e percettibilità politica..Questi sono i limiti della politica Americana che fondano i loro principi sulla mitizzazione o la denigrazione delle figure.. sull'aspetto spettacolare di quella che, al contrario, dovrebbe rappresentare la visione di una cultura fondata sull'uguaglianza..sul principio dei valori e sul rispetto per la propria società. Un percorso che ha finito ancora una volta col vedere questo grande paese spaccato nel quadro della infelice serie di insulti tra i due candidati.

Il discorso del nuovo presidente...dopo il  risultato accertato..è sembrato però chiaro e cioè verso un impegno a muoversi per fare dell'America un grande Paese... cicatrizzando quelle ferite degli ultimi anni in cui è stato governato. Trump ha specificato di voler tenere unito il suo popolo...intendendo trasmettere tutta la sua capacità imprenditoriale per il bene del Paese di cui sarà presidente. Parole che suonano simili a quelle di Berlusconi al suo esordio!

Non c'è che sperare che gli stessi americani possano un domani affermare che questa scelta sia stata quella giusta per esserne soddisfatti. Ma di sicuro possiamo asserire che una pessima campagna elettorale, che ha dominato per lungo tempo sui Media, si è finalmente conclusa...non rendendo alcun merito.. nè gloria al sistema politico americano.   

8 nov 2016

Parità di genere..o per merito?

Una delle tante sciocchezze della riforma costituzionale è quella che fissa il principio di parità di genere.
di vincenzo cacopardo

Si usa dire che Paese è più equo e più stabile, dove i cittadini sono trattati allo stesso modo indipendentemente dalla regione in cui vivono, dal loro sesso o dalla loro età, ma non si evidenzia che nello svolgimento di un lavoro ciò che conta prima di ogni cosa, al di là del genere, è proprio la capacità di saper operare!

Per non essere fraintesi.. occorre una breve premessa:
Quando si parla di politica si parla di società e quando si parla di società non si può certo trascurare la forte presenza femminile che la rappresenta. L’impegno femminile in politica risulta logico ed essenziale, un ruolo determinante giacché la stessa presenza della donna nella società è enormemente cresciuta. Molti problemi che coinvolgono la nostra moderna società, in un’ottica femminile, potrebbero essere affrontati con un impegno più profondo. Il ruolo femminile è ormai affermato per logica perché la stessa società lo ha richiesto avendo la donna raggiunto la totale parità e quel rispetto necessario. 
Negli ultimi anni, la donna ha dato al mondo politico un contributo significativo anche se nel suo cammino, è stata impedita da pregiudizi sfavorevoli. Il suo significativo contributo nel futuro non potrà più essere messo in discussione, nè potrà essere identificato come un semplice riscatto nei confronti di una società ormai meno maschilista, ma come il fondamentale impegno per una costruzione di pensieri che un distinto mondo femminile può orgogliosamente apportare

Detto questo..se è chiaro che la donna ha vinto già da tempo questa battaglia avendo oggi potuto dare prova delle sue capacità nello stesso modo in cui da tempo lo fa l'uomo, è anche estremamente facile comprendere che non ha più alcun bisogno di essere raccomandata nel suo genere.

La nuova riforma costituzionale vorrebbe eliminare l'ormai inesistente gap di genere, attraverso l’introduzione in Costituzione dell’equilibrio “tra donne e uomini nella rappresentanza”. Qualcosa che non si percepisce proprio in favore del mondo femminile, ma..al contrario, contro una potenziale loro capacità che.. in tal modo.. potrebbe essere messa in dubbio. Insomma..ormai quel mondo che separa il maschile dal femminile in favore del maschio non esiste ed il volerne sottolineare ancora la differenza come fosse un handicap per la donna..non può che portarle svantaggi alla stessa figura femminile: Si rischierebbe di affermare che una donna, per il sol fatto dell'esistenza di una norma che le assegna le quote(anche se capace) verrebbe posta volutamente in una posizione di favore...immaginiamoci poi..se la stessa fosse incapace!

Questa riforma sulla parità di genere, come altre, facenti parte di tutto l'insieme del complesso di rinnovamento della nostra Carta voluto da Renzi, è una ulteriore dimostrazione della inadeguatezza di saper portare avanti innovazione a beneficio della qualità e del funzionamento..guardando solo ad aspetti esteriori ormai sorpassati.

Il bisogno di “quote rosa” risulterebbe persino pleonastico poiché, trattandosi di capacità e meriti, non mancherà allo spirito femminile ogni possibilità di affermarsi a prescindere da una qualsiasi “quota”: la necessità di una “quota” può persino risultare  penalizzante poiché finisce col collocare la sua figura su un piano inferiore, con un bisogno di aiuto del quale non necessita. Credo che chiunque entri in politica con la passione necessaria, uomini o donne che siano, possa essere in grado di farlo esprimendo idee e pensieri facendosi valere. Saranno..poi.. gli essenziali valori aggiunti la vera affermazione sul campo!

Con questo principio, dovremmo quindi, accettare qualunque figura femminile o maschile per una legge che stabilisce una parità, anche se tali non risulteranno capaci e preparate! 


Cosa può quindi mai significare dividere equamente i seggi politici tra il maschile ed il femminile, se ciò che veramente conta dovrebbe essere la qualità e la capacità di saper lavorare? Una riforma che in un certo senso dovrebbe offendere tutto quel mondo femminile che ormai non ha alcun bisogno di protezione per imporsi..e che può dimostrare e se stessa ed a tutto il mondo maschile le proprie capacità lavorative.  

QUELLE MINACCE DELLE AGENZIE DI RATING


di vincenzo cacopardo
Adesso siamo addirittura alle minacce : E' quella dell'agenzia Moody's  che paventa un declassamento dell'Italia in caso di vittoria del No!
Secondo Moody's il rating potrebbe migliorare se aumenteranno le prospettive di crescita dell'economia e se il Paese riuscirà a realizzare con successo le riforme economiche e del lavoro.
Qualcuno direbbe: e che c'azzecca? Cosa può entrarci l'economia ed il lavoro con una riforma costituzionale?..Forse perchè avendo un comando assoluto.. chi governerà con la nuova legge elettorale ed un Senato profondamente sminuito..potrà prendere ogni decisione senza impedimenti?

Siamo ormai alla ricerca di qualunque pretesto per manovrare un SI attraverso la paura infondendo panico al cittadino che spesso rimane persino inconsapevole e di scarsa conoscenza della materia costituzionale! Le agenzie di rating che non dovrebbero mai mettere naso su queste delicate questioni riguardanti le regole della nostra Carta fondante, arrivano persino a descrivere un quadro del deterioramento delle prospettive di crescita se vi fossa una vittoria del NO!

Una cosa è certa: Da qui al 4 Dicembre, i poteri finanziari, comprese le loro ambigue agenzie di rating, faranno di tutto e di più per infondere la paura, facendosi forza sulla poca conoscenza dei tanti ancora oggi indecisi o poco convinti di andare al voto.

Secondo le autorità finanziarie internazionali le riforme costituzionali volute da questo governo.. sorto dalle ceneri di un Parlamento illegittimo ..aiuterebbero persino a creare un ambiente più attraente e stimolante per le stesse riforme economiche: Sarebbe come dire che uno che deve venderti mobili ..volesse anche importi di cambiare la tua casa!

Siamo alle tristi, ma anche pericolose comiche di un Paese allo sbando in cui l'economia finanziaria internazionale pretende di incidere sulle regole della nostra società..Resteremo venduti a questa finanza globalizzata che allo stato attuale ci ha già penalizzato fin troppo togliendoci qualità e lavoro..e se passasse il Si si chiuderebbe definitivamente quel che resta di uno spiraglio per una politica sociale più adeguata e coerente al nostro Paese! Non si tratterebbe solo di vedere un uomo solo alle decisioni ed al comando, ma una attività Parlamentare resa inutile della quale se ne potrebbe persino fare a meno!   

7 nov 2016

Grillo..teatrale, ma consapevole del suo ruolo.


Il successo del Movimento 5 stelle resta sicuramente legato alle figure che lo rappresentano che dovranno affermarsi attraverso capacità, ed impegno sulla nuova innovazione della politica!

di vincenzo cacopardo

Leggendo il mio post “la componente pragmatica sulla politica e sul sociale” nella pagina “studio e analisi” di questo blog, vi è un punto in cui affermo:
Se, come oggi, ci si adatta lavorando nel proprio campo senza l’apporto di una vera e rivoluzionaria ricerca, si rimarrà sempre immobili in un sistema dal quale si attinge ma, al quale, non sarà mai reso un contributo per il giusto efficace cambiamento. Ciò porta ad un inevitabile stallo dove lo stesso sistema si costringe in un percorso viziato che tenderà sempre a riparare falle senza innovare mai nulla”.

Oggi Grillo col suo Movimento..in un certo senso lavora per una difficile rivoluzionaria ricerca..ed è arrivato in cima ad i consensi lanciando un messaggio di rottura verso un sistema politico ormai fallito. Su questo non si può che essere d’accordo…ma sappiamo anche quanto la sua volontà di voler poi costruire il nuovo... trovi naturali ostacoli.

Se una certa volontà di spingere verso il cambiamento non può che essere sostenuta in pieno da chiunque…non potrà di certo esserlo la fase di edificazione di un programma che impone cambiamenti tali per i quali a volte non basterebbero cento anni per ricavarne le soluzioni. Anni nei quali si potrebbero accavallare ulteriori problematiche che complicherebbero ancora di più le sorti di tutta la società civile. Questo è ciò che ancora oggi frena una buona parte del popolo verso il consenso a 5 Stelle.

Conosciamo queste difficoltà tuttavia non possiamo manifestare apprezzamento per la forza di volontà dimostrata da questo Movimento, poiché... se fino a poco tempo fa la sua accesa battaglia appariva incomprensibile, oggi è una realtà dettata dagli alti consensi dei tanti che vi sperano.

La difficoltà sta nel fatto che quando si vuole sostenere una battaglia per una (pur condivisibile) rottura del sistema..non si può fingere di dimenticare la necessaria e conseguente fase di ricostruzione…fase che, non potrà mai non identificarsi in un adeguato contesto di funzionamento o di possibile ricaduta.

Nel passato il sottoscritto, ancora prima della uscita in campo di Grillo, ha scritto un libro (ed.1999) sul desiderio di cambiamento della politica nella ricerca di nuove idee: Abbandonando le vecchie contrapposizioni politiche.. pur cogliendo le notevoli difficoltà che imponeva un tale processo nel campo.

Ricordiamo che il Movimento 5 Stelle è nato attraverso i Meetup.. uno strumento social commerciale creato da una società nordamericana, Meetup Inc., con sede a New York Dal sito contenitore di tutti i meetup che ha permesso di cercare i gruppi di discussione entro un certo raggio dalla città che viene indicata e di crearne poi di nuovi, è venuto fuori quel “supercontenitore” come quello creato appunto per il M5S.
Meetup per molti è sinonimo di Movimento 5 Stelle, ma in realtà quest’ultimo è stato solo tra i “clienti” di meetup.com.

Quando in moltissimi che credevano nel cambiamento, nel passato, hanno cercato di inserirsi all’interno del Movimento si sono ritrovati nella incomprensibile difficoltà di farsi conoscere attraverso dibattiti ed assemblee per poter esporre meglio il loro pensiero. In tanti si son sentiti abbandonati nel silenzio di un computer collegato ad un sito, attraverso il quale, hanno sottoposto un dialogo senza ottenere il dovuto riscontro diretto con l'interlocutore. Ciò ha creato disordine ed ulteriore incomprensione. Ma nel tempo questo sembra essersi trasformato..ed i vecchi principi dell'esasperato moralismo sembrano oggi lasciare il passo ad una più aperta considerazione delle capacità e delle idee. La speranza odierna è quella di poter vedere nuove aperture nel confronto e nuovi personaggi in grado di sostenere tale forza di cambiamento.

Nel passato ..Grillo è apparso come un moderno profeta che urlava per le piazze "slogan" e "vaffa" in modo spropositato..oggi il personaggio sembra diverso!..Pare essersi allontanato da questo tipo si esternazioni ricercando un dialogo diverso: Pur rimanendo di ispirazione teatrale, Grillo affida ai suoi collaboratori il compito di far crescere il pensiero ed un consenso.

Quando si accenna a Beppe Grillo si parla di forza e dell'ardore di uno spregevole populismo…senza meditare attentamente su ciò che egli ha saputo realizzare in questi ultimi anni! Sappiamo bene che Grillo appare spettacolare poiché viene fuori dal palcoscenico della comicità e della irrisione, ma ciò non deve per nulla impedire di osservare l'altra faccia..ossia quella dell'uomo impegnato in un difficilissimo processo di ricostruzione di una politica diversa ..di rottura, ma anche proiettata verso le nuove idee e la ricerca di nuove figure capaci... assai difficile da trovare e di cui fidarsi.

Grillo..in modo alquanto spettacolare.. propone le sue idee…ma lo fa con l'anima.. usando una forma teatrale e spettacolare per richiamare l'attenzione, poiché è a conoscenza di ciò che significa attirare l'attenzione..e se a volte esagera..lo si può certo giustificare come lo si fa con i tanti che a volte amplificano in modo altrettanto spettacolare la loro figura.

Un personaggio che potrebbe persino non essere credibile e che lascia sempre delle incognite sulle quali meditare: Una di queste è sicuramente quella che.. non è detto che le sue idee siano realizzabili e possano essere svincolate da un principio di integrazione legato al contestuale cambiamento di tutto il sistema internazionale... Un sistema che, a detta di tanti, non potrà mai ricostruirsi in modo così aleatorio e teatrale. 
Ma lui si propone comunque con la forza di una passione... sulla possibilità di immaginare un futuro diverso e migliore...e questo fa la differenza con chi ancora in politica resta immerso in quella forma mentis vecchia ed obsoleta: E' proprio la divergenza tra chi insiste nel vedere la vita sociale nei termini rinchiusi di un estremo pragmatismo e chi ricerca, al di là di esso,  una realtà diversa da scoprire e proiettare verso un futuro...Ed è proprio l'incertezza di quel futuro a porne i limiti!

Comunque si voglia vederlo.. il suo appare un preciso compito: Quello di immettere nuova speranza nel cambiamento che porti a galla certe verità, più equità e maggiore consapevolezza per una migliore vita sociale...qualcosa che riesca ad infondere nuove speranze al Paese! Di certo Grillo, grazie al suo contenitore politico, è riuscito ad arginare possibili rivolte assai più pericolose per le quali bisognerebbe quantomeno ringraziarlo! Sta poi al suo Movimento mettere in atto una politica più concreta.

Al di là di Beppe Grillo, che ritengo consapevole del suo difficile ruolo, il successo del Movimento 5 stelle resta sicuramente legato alle altre figure che lo rappresentano che dovranno affermarsi attraverso capacità, ed impegno sulle nuove idee!

















SI SPACCA UN PARTITO..SI APRE UNA LEOPOLDA..

di vincenzo cacopardo
COME SI PUO' IN UN CONTESTO SIMILE COSI' ACCESO IN UN PAESE A PEZZI E DISGREGATO.. ACCETTARE ANCORA CHE UN PREMIER COSI' LITIGIOSO POSSA ANCHE ESSERE LEADER DI UN PARTITO DI MAGGIORANZA?
SAPPIAMO BENE CHE E' LEGITTIMO, MA E'DAVVERO IMBARAZZANTE CHE TALE PREMIER FAUTORE DI UNA CONTESTATA RIFORMA COSTITUZIONALE..NELLO SVOLGIMENTO DI UN REFERENDUM.. URLI A FAVORE DELLA STESSA IN UNA LEOPOLDA CHE APPARE L'IMMAGINE SINGOLARE DI UN TEATRO DELLA MISTIFICAZIONE..DOVE GLI ACCOLITI LO OSANNANO FINO ALLE LACRIME: UNA VETRINA DELL'APPARENZA.. CHE NON PUO' CHE PROVOCARE ULTERIORI REAZIONI DI OGNI SORTA.

UN PARTITO SI E' SPACCATO ED UNA LEOPOLDA SI E' ACCESA... MENTRE I TIMIDI TENTATIVI DI RICOMPORRE I PEZZI DI UNA RIFORMA PROMOSSI DA UN CUPERLO PIU' IMBARAZZANTE CHE FRUSTRATO, FANNO DA CORNICE. AD OGNI TENTATIVO DI RIORDINARE CIO' CHE ORMAI PARE IMPOSSIBILE METTERE IN ORDINE..

RICORDIAMO ANCORA IN CHE MODO OGGI SI TENTA DI DARE CORPO AD UNA RIFORMA COSTITUZIONALE MALGRADO LE ENORMI ANOMALIE DI UN PARLAMENTO DICHIARATO ILLEGITTIMO, UN CAPO DELLO STATO VOTATO DALLO STESSO, MEMBRI DELLA CORTE E GOVERNO PROMOSSI IN EGUAL MODO. OVVIAMENTE NESSUNO DI COSTORO SI INTERROGA PERCHE' OGNUNO E' RIMASTO COMPROMESSO IN QUESTE  ANOMALIE..RESTANDO A PARLARE SOLO NEL MERITO.
SE ANCORA SI POTRA' VOTARE A DICEMBRE, COLORO CHE ANCORA OGGI RIMANGONO PERPLESSI , TRAGGANO DA CIO' LE DOVUTE DEDUZIONI



4 nov 2016

Per la riforma Boschi la speranza rimane Onida


TRA METODO E MERITO QUESTA RIFORMA PARE FAR ACQUA DA TUTTE LE PARTI
di vincenzo cacopardo
Al di là dei pesanti dubbi sollevati circa l'illegittimità di un simile Parlamento dopo la sentenza della Corte Costituzionale, .. della quale abbiamo ampiamente scritto..si vanno scoprendo macroscopici difetti di merito di questa riforma costituzionale voluta ed imposta da una disordinata maggioranza di governo.

Sembra che il «difetto» odierno si riscontri con le Regioni a Statuto autonomo. Come ad esempio.. quello della Sicilia che al comma 7 del terzo articolo così recita: L'ufficio di Deputato regionale è incompatibile con quello di membro di una delle Camere, di un Consiglio regionale ovvero del Parlamento europeo. Il chè specifica chiaramente che l'eletto nell'Assemblea regionale non può contemporaneamente ricoprire la carica di deputato o di senatore della Repubblica come si vorrebbe nella nuova riforma...E' il costante problema delle delicate riforme volute da Renzi con la premura e con una sorta di imposizione!

Vi è dunque una chiara questione di incompatibilità con le Regioni a Statuto speciale che potrebbero essere modificati solo con una ulteriore legge costituzionale e solo dopo un'intesa con la stessa Regione. Ciò comporterà che.. prima di mettere in atto questa riforma.. sarà necessario modificare tali Statuti e sembra che per questo occorrano altre 5 leggi costituzionali (il numero delle Regioni a statuto autonomo), i dovuti passaggi parlamentari.. ed il vincolante parere di ciascuna Regione. .Cosa non di poco conto!

Ma un problema rimane.. poiché.. se dovesse passare il SI.. il Senato non potrà interamente rinnovarsi generando altri problemi istituzionali che porterebbero ulteriori disagi.

Ricordiamo ancora che già di per sé la Costituzione nella parte riguardante il Titolo V all'art 122 (seconda parte) che si è inteso modificare, indica che -il sistema di elezione ed i casi di ineleggibilità e di incompatibilità del Presidente e degli altri componenti di una Giunta regionale nonchè dei consiglieri regionali sono disciplinati con legge della Regione nei limiti dei princìpi fondamentali stabiliti con legge della Repubblica, che stabilisce anche la durata degli organi elettivi: Nessuno può appartenere contemporaneamente a un Consiglio o a una Giunta regionale e ad una delle Camere del Parlamento, ad un altro Consiglio o ad altra Giunta regionale, ovvero al Parlamento europeo.
Dove vi è espresso chiaramente che si disciplina attraverso legge regionale!

Adesso forse..per la Boschi e questo Governo.. vi è un motivo in più per sperare che la questione di incostituzionalità sollevata dal presidente Onida al Tribunale (relativa al quesito della scheda) possa essere accolta e dare fiato a Renzi per porre rimedi alla serie di anomalie che pian piano vengono a galla in questa strampalata riforma..


il rispettoso contegno di Di Battista

di vincenzo cacopardo

Una volta non vi erano gli strumenti messi a disposizione dalla rete internet..ed il vero confronto non avveniva!..Nel senso che chi parlava era solo il candidato o l'onorevole di turno al quale era consentito esprimersi persino malamente, ma con la forza dei Media che lo sostenevano. I candidati erano imposti e ti intrattenevano con la efficacia della potente macchina del Partito di turno che finanziava.

Adesso chi ha avuto la possibilità di far conoscere il proprio pensiero attraverso le piattaforme informatiche ed i Social può essere in grado di apparire anche in TV..e ciò sarà ancora più possibile nel futuro. Il movimento 5 Stelle..ha iniziato così con l'apporto di Casaleggio e l'immagine ..(forse un po' teatrale) di Grillo..ma è riuscito a sfondare quel muro mediatico ristretto!

Oggi tutto sta cambiando ..e se un Di Battista si esprime con coraggio e grande rispetto nei confronti di un giornalista di fama come Eugenio Scalfari che si sente autorizzato ad ostacolarlo sul piano del dibattito attraverso battute e toni poco garbati in uno studio sulla Sette..vuol dire che un cambiamento in atto esiste anche sul piano socio culturale..oltre che di pensiero: Con un certo tono di velato dileggio Scalfari si rivolge a Di Battista per criticare l' inconsistenza del programma politico del M5S e la comicità che lo stesso esprime.. Ma il giovane deputato, con deferenza , stile ed equilibrio, gli risponde di esser fiero del programma e della crescita politica del Movimento a cui appartiene.. dovuta non a demeriti altrui, ma alla sensatezza di alcune proposte. Inoltre ricorda al giornalista che proprio nel Movimento ha potuto esprimere la forza del suo pensiero ..cosa che al contrario non era riuscito a fare nei Partiti tradizionali.

Eugenio Scalfari è stato un brillante e valente giornalista, ma ieri è apparso nello studio della Gruber esprimendo il peggio di sé nei confronti di chi, al contrario, sembra avergli dato una lezione di coerenza.. educazione e persino di saggezza quando a fine trasmissione, nonostante l'irrispettoso trattamento, si è alzato per stringergli la mano.


Al di là di ogni mia riserva sulla organizzazione politica interna dei 5Stelle, delle loro difficoltà di esprimere capacità e concretezza, il confronto Scalfari-Di Battista è servito da insegnamento al popolo italiano per mettere a raffronto una classe intellettuale..per certi versi un po' radical chic..e fin troppo compresa in se stessa... che rimugina attraverso le ideologie passate. Una classe che sembra provare quasi disprezzo..oltre che astio, snobbando chi oggi parla di idee ed innovazione senza assumere posizioni assolute legate ad una storia che non esiste più.     

3 nov 2016

REFERENDUM..si voterà a Dicembre?



di vincenzo cacopardo
Siamo ancora appesi alla decisione del tribunale civile di Milano, verso cui il presidente emerito della Corte Costituzionale Onida ha  sollevato una questione di legittimità costituzionale su un quesito che ammette solo un Sì o un No. Il quesito.. apparendo multiplo e omogeneo, pone una più variegata mole di domande. Si parla quindi di una richiesta di un possibile «spacchettamento», di cui si è già molto parlato.

L'ex presidente della Corte, fa riferimento alla legge del 1970 ( quella che istituisce il referendum) affermando che andrebbe corretta, poichè non prevede l'obbligo di formulare più quesiti in presenza di diversi temi.. violando la libertà di voto.

L'attesa per la decisione del Tribunale è persino snervante e, ove il Tribunale la accogliesse le ragioni di Onida, potrebbe persino giovare al premier Renzi in considerazione del fatto che i pronostici danno avanti il fronte del NO. Renzi otterrebbe uno slittamento ed il tempo necessario per riprendere fiato e spingere il SI. Naturalmente il Paese, seppure in fibrillazione, comincia ad essere stanco di questi continui slittamenti.

Ricordiamo che detta riforma e nata con un disegno di legge presentato dal governo Renzi il 18 aprile 2014 ( Quando la Corte Costituzionale aveva già emesso la sentenza depositata in Cancelleria il 13 gennaio 2014).

Detta riforma, aspramente avversata dalle opposizioni parlamentari e da alcuni giuristi, è stata approvata con una maggioranza inferiore ai due terzi dei membri di ciascuna camera: di conseguenza, come prescritto dall'articolo 138 della Costituzione, il provvedimento non è stato promulgato direttamente, essendo prevista la facoltà di richiedere un referendum per sottoporlo al giudizio degli elettori.



Per meglio comprendere... poniamo all'attenzione degli elettori le ultime righe della sentenza della Corte che dovrebbero far riflettere sull'opportunità di procedere verso una riforma che stravolge 47 articoli della Costituzione


È evidente che la decisione che si assume, di annullamento delle norme censurate, avendo modificato in parte qua la normativa che disciplina le elezioni per la Camera e per il Senato, produrrà i suoi effetti esclusivamente in occasione di una nuova consultazione elettorale, consultazione che si dovrà effettuare o secondo le regole contenute nella normativa che resta in vigore a seguito della presente decisione, ovvero secondo la nuova normativa elettorale eventualmente adottata dalle Camere.”

Vale appena ricordare che il principio secondo il quale gli effetti delle sentenze di accoglimento di questa Corte, alla stregua dell’art. 136 Cost. e dell’art. 30 della legge n. 87 del 1953, risalgono fino al momento di entrata in vigore della norma annullata, principio «che suole essere enunciato con il ricorso alla formula della cosi detta “retroattività” di dette sentenze, vale però soltanto per i rapporti tuttora pendenti, con conseguente esclusione di quelli esauriti, i quali rimangono regolati dalla legge dichiarata invalida» (sentenza n. 139 del 1984).”

Le elezioni che si sono svolte in applicazione anche delle norme elettorali dichiarate costituzionalmente illegittime costituiscono, in definitiva, e con ogni evidenza, un fatto concluso, posto che il processo di composizione delle Camere si compie con la proclamazione degli eletti. Del pari, non sono riguardati gli atti che le Camere adotteranno prima che si svolgano nuove consultazioni elettorali.

Rileva nella specie il principio fondamentale della continuità dello Stato, che non è un’astrazione e dunque si realizza in concreto attraverso la continuità in particolare dei suoi organi costituzionali: di tutti gli organi costituzionali, a cominciare dal Parlamento.”

È pertanto fuori di ogni ragionevole dubbio che nessuna incidenza è in grado di spiegare la presente decisione neppure con riferimento agli atti che le Camere adotteranno prima di nuove consultazioni elettorali: le Camere sono organi costituzionalmente necessari ed indefettibili e non possono in alcun momento cessare di esistere o perdere la capacità di deliberare. Tanto ciò è vero che, proprio al fine di assicurare la continuità dello Stato, è la stessa Costituzione a prevedere, ad esempio, a seguito delle elezioni, la prorogatio dei poteri delle Camere precedenti «finchè non siano riunite le nuove Camere» (art. 61 Cost.), come anche a prescrivere che le Camere, «anche se sciolte, sono appositamente convocate e si riuniscono entro cinque giorni» per la conversione in legge di decreti-legge adottati dal Governo (art. 77, secondo comma, Cost.).

Per Questi Motivi
LA CORTE COSTITUZIONALE
1) dichiara l’illegittimità costituzionale dell’art. 83, comma 1, n. 5, e comma 2, del d.P.R. 30 marzo 1957 n. 361 (Approvazione del testo unico delle leggi recanti norme per la elezione della Camera dei deputati);
2) dichiara l’illegittimità costituzionale dell’art. 17, commi 2 e 4, del decreto legislativo 20 dicembre 1993, n. 533 (Testo unico delle leggi recanti norme per l’elezione del Senato della Repubblica);
3) dichiara l’illegittimità costituzionale degli artt. 4, comma 2, e 59 del d.P.R. n. 361 del 1957, nonché dell’art. 14, comma 1, del d.lgs. n. 533 del 1993, nella parte in cui non consentono all’elettore di esprimere una preferenza per i candidati.
Così deciso in Roma, nella sede della Corte costituzionale, Palazzo della Consulta, il 4 dicembre 2013. Depositata in Cancelleria il 13 gennaio 2014.


Osservazioni

la Corte chiarisce – richiamando la propria giurisprudenza - che il termine “retroattività”, riferito alle sentenze di accoglimento, vale unicamente per i rapporti pendenti, “con conseguente esclusione di quelli esauriti, i quali rimangono regolati dalla legge dichiarata invalida”. Sicché, la sentenza di annullamento della legge elettorale non incide in alcun modo sugli atti posti in essere “in conseguenza di quanto stabilito durante il vigore delle norme annullate, compresi gli esiti delle elezioni svoltesi e gli atti adottati dal Parlamento eletto”.
Ne consegue, che le consultazioni elettorali già svolte, ancorché in applicazione di una legge poi dichiarata incostituzionale, costituiscono un fatto concluso e pertanto nessuna incidenza è in grado di spiegare la presente decisione “neppure con riferimento agli atti che le Camere adotteranno prima di nuove consultazioni elettorali”.

A tal proposito, non sembra inutile ricordare che in base a quanto stabilito nell’art. 136 della Costituzione “quando la Corte dichiara l’illegittimità costituzionale di una norma di legge o di un atto avente valore di legge la norma cessa di avere efficacia dal giorno successivo alla pubblicazione della decisione”. Si tratta, dunque, di una efficacia pro futuro che riguarda, vale a dire, solo i rapporti che si sono realizzati dopo la pubblicazione della sentenza di incostituzionalità.


Non si dubita della circostanza che durante il regime di prorogatio le Camere, seppur non più pienamente rappresentative del corpo elettorale, mantengano, comunque, funzioni relative alla ordinaria amministrazione, compresi gli atti di controllo politico sul Governo e di garanzia costituzionale, ma se le Camere, dopo una simile sentenza, possano o no dare vita legittimamente ad un processo di riforma della Carta fondante non rendendo di contro alla stessa la dovuta necessaria garanzia. 

2 nov 2016

Il principio di “Indipendenza” e quello dell' ”Autonomia”



Ciò che oggi..ci allontana dalla possibilità di creare una politica unita sui principi ed i valori a difesa degli interessi della nostra isola.

di vincenzo cacopardo

La cronaca politica della nostra regione vede oggi il fiorire di tanti Movimenti locali che affrontano un'analisi sul difficile percorso di una Sicilia che, malgrado la forza di uno Statuto Autonomo, non ha saputo gestire una politica in favore del proprio sviluppo...ed altri che insistono su un Indipendentismo fin troppo audace e di più difficile attuazione. Sarebbe opportuno anche mettere in evidenza la differenza tra un'Autonomia e un'Indipendenza, poichè sembrano essere in tanti i cittadini che, nella confusione, non ne hanno ancora ben percepito la differenza. E' chiaro che se si resta nel campo dell'”Autonomia” si rimane in un ambito di regole in favore della Regione più percorribile.. e se si intende percorrere la strada della “Indipendenza” è più facile percepire il difficile percorso in direzione di una autosufficienza in un momento storico come quello odierno.

-L'indipendenza  è  la situazione in cui un Popolo non è più sottomesso all'autorità di un altro: Il territorio che diventa indipendente è libero da qualsiasi vincolo o peso preesistente prima dell'indipendenza... L'indipendenza si identifica quindi in un'emancipazione da un potere altrui.

-L'Autonomia invece, è quella situazione in cui continuano ad esistere alcuni vincoli istituzionali tra i territori ed i popoli: Il potere assoluto lo mantiene sempre lo Stato su una Regione, sebbene nel caso della presenza di uno Statuto.. vi siano delle regole che per determinate competenze variano rendendo le decisioni più autonome nell'interesse della stessa Regione.

Non vì è dubbio che nello Statuto siciliano vi siano i presupposti per poter rendere più autonome alcune decisioni in favore del proprio territorio di competenza...e questo non è poco!..Se negli anni passati vi fosse stata una politica capace di sostenerlo in favore di una politica più efficiente, integra e lungimirante..tutto sarebbe stato diverso. Se avessimo, al contrario, davvero conquistato una indipendenza nel quadro di una politica odierna già difficile in sé, avremmo forse potuto avere maggiori difficoltà e..probabilmente saremmo potuti restare fuori da una possibilità di vero sviluppo...


L' Autonomia si sarebbe dovuta condurre con sapienza, equilibrio e spirito costruttivo attraverso ciò che uno Statuto ci ha sempre offerto..In quel caso avremmo potuto portare maggiore benessere e sicurezza. A mio modesto parere: Un'Autonomia rimane ancora sostenibile..tanto quanto una indipendenza resti quasi impossibile e potrebbe creare nel futuro ulteriori difficoltà ed insicurezze. 

Il nostro problema non è allontanarci.. ma difendere i nostri interessi! 

Al di là di chi può pensarla in modo differente..quello che al sottoscritto preme chiarire.. è il fatto che in un territorio come il nostro... ricco di valori naturali straordinari.. non si dovrebbe nemmeno porre il dubbio dell'importanza di avere avuto uno Statuto Autonomo con in quale si sarebbe potuto procedere in favore di quei principi più consoni per la salvaguardia e la promozione degli stessi...Qualunque politica locale governativa ha mancato nel suo ruolo di portatrice di idee e capacità attraverso l'uso di uno "strumento" che avrebbe reso facile la strada di uno sviluppo sicuramente più logico e congenito.