14 mar 2017

IL PAESE ED IL PROCESSO ECONOMICO CONNATURATO ALLA EVOLUZIONE

Il treno perso di un processo economico più connaturato alla nostra evoluzione
di vincenzo cacopardo

L'America..come altri osservatori della politica italiana pensa che l'attività politica riproposta dal “mito” Renzi potrà essere contrastata proprio all'interno del suo stesso Partito. Potranno esservi altre divisioni al loro interno che renderanno difficile il cammino ripreso dall'ex premier. Tuttavia la stampa italiana che si occupa di chiarire l'andamento della nostra politica a Washington sostiene che il centro Nord del nostro Paese rimane disposto a sostenere ancora il sindaco d'Italia ed un possibile suo nuovo governo pur mettendo in risalto alcune incertezze riguardo alle sue ambiziose idee programmatiche che potrebbero essere non del tutto condivise all'interno del PD.

Il dubbio pare essere quello di non comprendere fino a che punto il programma riformista di Renzi possa ottenere un successo o se vi possano essere poche possibilità di metterlo in atto anche per la maggioranza estremamente limitata di cui gode. Dubbi esaltati dai dati economici esistenti: Una lunghissima recessione - la crescita economica che si è appiattita alla fine del 2013 e che quest’anno non si aspetta più dello 0,8% -un tasso di disoccupazione ufficiale altissimo del 12,6%. Nonostante le esportazioni relativamente in salute che potrebbero forse favorire un po’ di ripresa... la risalita dagli otto punti persi durante gli anni passati sarà lenta. Sono condizioni che pongono seri dubbi ed allontanano gli investitori.

Malgrado si guardi ancora a Renzi come il possibile risolutore dei problemi economico politici del nostro Paese, la mancanza di riforme più corrette durante il suo triennio governativo, unite alle continue sfide sulla competitività a lungo termine, diminuiscono una potenziale crescita del nostro Paese. Sarebbe dovuta attuarsi già da tempo una ricerca su riforme più congenite per supportare la dura lotte di competizione che una globalizzazione ci ha imposto.

Nessuna politica renziana ha parlato in termini di qualità e di idee ed il nostro sistema economico ha finito col marciare e vivere cinicamente di riflesso ad un’economia globale forzata da una primaria esigenza di produzione. Ma una competizione il nostro Paese la può vincere solo con un percorso basato sulla “qualità”. Un prezioso aggettivo sempre appartenuto alla storia ed alla tradizione della nostra Nazione. Ciò che già da tempo occorreva per poter potenziare questa dote naturale che ci appartiene era una innovazione profonda per riuscire ad operarvi in supporto con impegno di metodo, prospettiva e lungimiranza. Con l’uso di una guida politica che sposasse questo tipo di sviluppo e che potesse fungere di vera utilità attraverso riforme per spingere una crescita in tal senso.

Genialità, estro, tradizione e bellezza naturale si sarebbero dovute sposare con una moderna innovazione ed una logica politica più funzionale al fine di raggiungere un riscontro con quella qualità che poteva rappresentare il futuro economico del nostro Paese. La Comunità Europea ed il nostro Governo in tal senso, avrebbero dovuto avere un ruolo preminente per un processo economico più connaturato alla nostra evoluzione.





Testamento biologico: Aula deserta

La discussione in un'Aula irragionevolmente deserta
di vincenzo cacopardo
Ad otto anni dalla morte di Eluana Englaro e sotto la pressione emozionale del suicidio assistito di qualche giorno fa in Svizzera di Fabiano Antoniani, detto Fabo, il nostro Parlamento pareva voler riprendere la discussione sul testamento biologico. Ma la sorpresa non si è fatta attendere...ed ecco presentarsi in Aula solo venti deputati su seicentotrenta.
Sappiamo bene che il tema sul suicidio assistito è di per sé una questione difficile da risolvere, ma sappiamo anche che è urgente potervi provvedere per non arrecare maggiore dolore ai malati terminali ed a chi... come il dj Fabo... ha espresso più volte il desiderio di porre fine alle proprie sofferenze. La necessità di porvi rimedio è ormai confermata e l'urgenza di una legge su questo delicato argomento è resa evidente dal dolore dei tanti che, immobili e senza più speranze, non hanno alcun potere di decidere sulle proprie sofferenze.
Se per Roberto Giachetti, vicepresidente della Camera, l'Aula vuota si verifica sempre in occasione delle discussioni generali, per molti cittadini..rimane l'espressione della insensibilità politica dei tanti deputati che giorno dopo giorno occupano le poltrone dei talk per continuare a dibattere sulle figure che un domani dovranno ottenere il posto di comando nel governo o a capo di un Partito. 
Questo è ciò che maggiormente irrita l'opinione pubblica!
Prima di arrivare al voto degli articoli si devono superare pregiudiziali di costituzionalità, ma la discussione è necessaria come lo è la presenza in Aula dei deputati che dovrebbero avere in animo il dovere di affrontare un tema come questo che si presenta ormai primario rispetto ad altri.




11 mar 2017

"Ricominciare"... avendo mal concluso

RETORICA PERSISTENTE E SLOGAN A GO-GO
di vincenzo cacopardo

"Al di là di ogni valutazione sulla figura e sul suo modo di far politica, quello che continua a scorgersi è il persistente atteggiamento di presunzione senza alcuna considerazione rispetto a ciò che il suo governo ha lasciato nel Paese e soprattutto nel mezzogiorno."

Si torna a casa per ricominciare», come recita il suo slogan sullo sfondo verde foglia del salone del Lingotto. Per lui ancora Futuro, speranza ed identità contro la paura, le divisioni ed i rancori. Tutto condivisibile e di buon auspicio se non fosse che il suo appare essere il solito artificioso ottimismo dopo la disfatta su un modo di procedere che lo ha visto più come un millantatore di aspettative.. che un umile portatore del buon senso!
Un pieno di folla nel salone del Lingotto tra coloro che ancora lo vedono come il profeta di una politica innovativa e di rottamazione che in realtà ha solo fatto perdere tre anni al nostro Paese smuovendo ben poco. Mancavano naturalmente Bersani e D'Alema..ma anche Romano Prodi che aveva sperato in una maggiore considerazione da parte dell'ex Premier . C'erano Fassino Chiamparino, Giorgio Tonini ed Enrico Morando, che ai tempi furono i formulatori del manifesto veltroniano. Ancora una kermesse renziana che al Lingotto prova a sminuire la recente scissione all'interno del Partito.
"Noi siamo gli eredi, non i reduci", e se si "torna a casa", al Lingotto, non è per "nostalgia" ma per "ripartire". Altro slogan enfatico, ma vuoto.. proposto dal sindaco d'italia come nulla fosse accaduto in questi anni!...Per poi aggiungere il suo disdegno per la nauseante politica del quotidiano...Tutto ciò senza porsi la domanda ovvia di chi ha scatenato in questi anni, imbarbarendola ancora di più, questa politica disgregativa e di reazione dovuta dai suoi eccessivi zeli oltre che dalla mancanza di una sensibilità politica più che mai espressa.
"Io dico che ci vuole un partito pensante, che sappia discutere, dialogare, ascoltare e consapevole della propria forza". "serve maggiore collegialità, ideali e contenuti": Cosa si può aggiungere a frasi di questa portata?.. Slogan ripetitivi promossi da chi, al contrario, non pare mai avere ascoltato e discusso. Comunicazioni che potrebbero apparire nuove, ma delle quali non si è proprio avuta prova negli anni del suo governo!
Mentre per le proposte concrete si dovrà attendere l'esito dei 12 tavoli programmatici che si riuniranno per integrare la mozione congressuale, Renzi rimane fermo sulla posizione del doppio incarico premierato e segreteria di Partito (un concetto veltroniano di matrice americana che ha ridotto il PD nello stato in cui è)
La presunzione dell'ex Premier, unita alla mancanza di una lettura politica appropriata.. è tale da non percepire che se egli non avesse avuto il doppio incarico.. lo stesso PD..malgrado la sconfitta al referendum, avrebbe potuto non scindersi! Col doppio incarico era evidente che l'attività all'interno del Partito sarebbe rimasta bloccata dalla mancanza di un indispensabile dialogo costruttivo.
Adesso un'altra trovata per "non lasciare l'invenzione del web a chi fa business e soldi"..una piattafroma su cui si potrà discutere...Il suo nome tanto per non cambiare la costante esterofilia anglo-americana di Renzi avrà un nome: "Bob" ...in memoria del fratello Kennedy 

8 mar 2017

LA BOSCHI RIAPPARE NEL SALOTTO DI VESPA

La “bella addormentata tra i Boschi” della stagione renziana rispunta nello studio di Bruno Vespa
Se qualcuno dei Cinquestelle avesse causato un decimo dei disastri che ha procurato Maria Elena Boschi, sarebbe stato massacrato dall'opinione pubblica, preso per ignorante e non di certo premiato! 
di vincenzo cacopardo
Per molto tempo è rimasta in silenzio ..come nascosta e messa da parte ..benchè in realtà sia stata premiata con un incarico di governo determinante. Si vocifera adesso che Maria Elena Boschi possa tornare più spesso in TV e persino avere un ruolo importante in seno al PD. Ma lei ripete che rimane poco interessata a tali ruoli e di essere felice per l'incarico di governo che mantiene.
Naturalmente è facile intuire che sosterrà con tutta la sua forza Matteo Renzi alla segreteri del Partito «Sosterrò convintamente Matteo Renzi, ci aspettano a Lingotto tre giorni di discussione piena e franca. Nel nostro partito la figura del segretario e quella del candidato premier coincidono». Ed ecco reiterarsi, attraverso queste sue parole, la ostinazione su un argomento che ha portato alla sconfitta la leggenda ed il mito dell'ex premier tanto osannato: 
La presunzione unita alla mancanza di una lettura politica appropriata.. è tale da non percepire che se Renzi non avesse avuto il doppio incarico.. lo stesso PD..malgrado la sconfitta al referendum, avrebbe potuto non scindersi.
Ma lei insiste dando la colpa agli scissionisti ritenendoli mossi soltanto da uno spirito di vendetta e ripetendo a memoria il solito motivo di un governo Renzi che si è sempre mosso a sinistra.. ritenendo che non esiste in realtà un problema di sinistra e poi con la solita litania del riformismo che solo il suo Renzi ha saputo condurre.
In realtà la politica condotta il questi anni da lei e Renzi è stata un vero disastro, un fallimento politico sopra ogni limite al quale si è assistito senza una vera garanzia a protezione delle stesse istituzioni! La loro  limitata visione bipartitica con la quale ha nno  cercato di portare avanti una riforma per nulla innovativa, e' risultata poco convincente al Paese.. una inutile perdita di tempo. 
Il nuovo incarico affidato alla Boschi nel governo risulta oltre che eccentrico.. incomprensibile come premio per nulla meritato per gli enormi errori commessi.
Legge elettorale e referendum costituzionale da lei promossi hanno portato solo tempo perso e costi notevoli per quel persistente modo di procedere arrogante di chi crede di conoscere ed insegnare. In conclusione è sembrato che sia lei che Renzi ci abbiano capito assai poco!
La fedele Maria Elena.. avvocato dalla breve, ma brillante carriera legale nei più prestigiosi studi di Firenze, ha dimostrato in toto, oltre che l'incapacità di saper portare riforme serie e costruttive, una presunzione sopra ogni limite stigmatizzata dal suo incessante sorriso stereotipato... Insomma.. un duo che ha portato al disastro la nostra Nazione e che ha fatto perdere tempo prezioso per le istituzioni. Mancando della necessaria umiltà, di cui oggi la politica necessita, la Boschi con protervia ed ostinazione ha pensato di poter cambiare un Paese attraverso formule semplificative e assai poco funzionali bocciate ripetutamente dai cittadini e dalla Corte Costituzionale...

Ricordiamo anche che a Dicembre è arrivata un'altra bocciatura sulla riforma delle banche popolari, (quella che portò una serie di polemiche proprio per la Boschi) Il Consiglio di Stato, dopo aver sospeso in via cautelare la circolare della Banca d'Italia che conteneva le misure attuative della riforma, ha eccepito l'incostituzionalità del decreto legge. La riforma oggi rimane congelata, e persino a rischio di una bocciatura.

Un vero disastro, un fallimento politico sopra ogni limite ..Oggi il Paese paga! Di contro costoro parlano di incompetenza dei 5Stelle..come fossero degli asini alla ricerca di una stalla!

Mentre per la Banca Etruria, a Maria Elena Boschi non rimane che attendere curiosa la commissione d'inchiesta.... per l'affare Consip di questi giorni la sottosegretaria alla Presidenza continua a prendersela con il Movimento 5 stelle per gli attacchi mediatici. La sua fiducia per Lotti.. ovviamente.. non può che essere uguale a quella che depone in Renzi!




4 mar 2017

IL CASO CONSIP E LE CONTRADDIZIONI SUI FINANZIAMENTI ALLA POLITICA


Dopo i recenti fatti di corruzione sulla Consip che hanno portato in carcere l'imprenditore Romeo coinvolgendo alte figure istituzionali, si dimostra come sia incomprensibile permettere il finanziamento privato ai Partiti che in un modo o in un altro legano in modo equivoco chi finanzia il sistema con la politica”
di vincenzo cacopardo

Ricordiamo che la Consip è la centrale acquisti della pubblica amministrazione italiana. La legge prevede che operi nell'esclusivo interesse dello Stato. Il suo azionista unico rimane il Ministero dell'economia e delle finanze. Al di là delle questioni giudiziarie che per opportunità e buon senso lasciamo alla magistratura, quello che importa sottolineare è l'aspetto politico istituzionale su una legge che ha tolto di mezzo la possibilità di provvedere ad un finanziamento pubblico a favore di quello privato.

Ma andiamo ai fatti: La Camera ha già da tempo approvato la conversione del decreto legge che abolisce il finanziamento pubblico ai partiti. Una abolizione che sarebbe avvenuta nel giro di tre anni: Con tale decreto il finanziamento pubblico è stato perciò sostituito da un sistema di finanziamento basato sulle detrazioni fiscali delle donazioni private e sulla destinazione volontaria del due per mille dell’imposta sul reddito delle persone fisiche. Il finanziamento pubblico – che formalmente era un “rimborso elettorale”- è stato del tutto abolito: Nel 2014 i fondi erogati ai partiti sono stati tagliati del 25 per cento, nel 2015 del 50 per cento e nel 2016 del 75 per cento. Da quest'anno il finanziamento dello Stato, in forma di rimborsi, sarà completamente abolito.

Riesce davvero difficile poter comprendere come si possa pensare di togliere un finanziamento pubblico ai Partiti che operano nel campo della politica..e non ci si immedesimi.. invece.. in uno sforzo di ricerca per disciplinare le loro organizzazioni interne attraverso regole funzionali allo scopo: Che sia certo che si debba porre un limite stabilito attraverso delle regole sicure è ormai assodato..... ma che si pretenda di poter ottenere un risultato migliore attraverso l'abolizione di un finanziamento pubblico a favore di quello privato.. è pura illusione! Un finanziamento privato, opera in dispregio delle logiche più appropriate, imponendo un criterio di natura privatistica e di interesse che premia solo chi finanzia!

Cosa può mai comportare una netta abolizione di un finanziamento pubblico da parte dello Stato?..
Se si vuole interpretare.. a puro scopo propagandistico.. che ogni finanziamento pubblico equivale a mantenere una politica spendacciona ed inoperosa..la risposta potrebbe essere quella di provvedervi attraverso regole più precise e rendicontazioni controllate..senza alcun bisogno di abolire in toto i finanziamenti, ma contenendoli... Se invece si pensa che in tal modo la politica possa diventare più corretta e funzionale, si commette il solito peccato demagogico affermando logiche qualunquiste...ma si fa anche di peggio.. (quasi inducendo alla concussione chi finanzia)

Desta perciò meraviglia che in tal modo possa pensarla il Movimento 5 Stelle che oggi cavalca l'onda del cambiamento attraverso l'uso di processi che comprendono maggiore partecipazione democratica. Ma come si pensa che in tal modo si possa operare più democraticamente? Come si fa a non comprendere che sarà proprio il finanziamento privato a rendere sempre più forza alle diseguaglianze...smantellando conseguentemente ogni logica che si vorrebbe democratica e di equa partecipazione? Più aumenta il peso del denaro nel sistema ..più si svilisce il valore della politica nella società..E' chi detiene la forza del denaro..se non i pochi potenti?

Questa contraddizione che tocca da vicino anche il Movimento Pentastellato rimane un altro dei motivi tendente a frenare la loro marcia verso il successo, poiché..è una chiara contraddizione in essere! Se prima..nella percezione popolare.. abbattere ogni pubblico finanziamento poteva dare l'illusione di maggiore ordine e integrità....oggi alla prova dei fatti.. mette in evidenza la forza delle risorse private (società finanziarie e lobbies ) che riescono a gestire e controllare meglio ed a proprio vantaggio la politica del Paese...Fa quasi rabbia pensare che l'unico Movimento in grado di interrompere l'escalation di una politica vecchia e sistemica (che affida ancora il suo potere nella forza del denaro), non sia in grado di percepire che questa è una chiara contraddizione nel cammino del loro percorso.

La politica ha i suoi costi!..e se anche questi devono essere controllati e contenuti ..sarebbe molto meglio farlo attraverso una mano pubblica, ma disciplinandone il metodo! Quando oggi, attraverso le nuove normative che si pensano essere innovative, si offre ai privati di foraggiare una politica (che in sé dovrebbe rappresentare espressione del pensiero e delle idee) non si fa altro che favorire interessi personali e successivo malcostume: Si favoriscono interessi per poi urlarvi contro!

Al di là di chi decide o no... di versare il due per mille ai partiti..nel momento in cui si accettano le donazioni.. tutto cambia e tende a modificarsi in base ad interessi precisi: I privati che potranno dare fino a 100 mila euro l’anno (cifra che nel corso degli anni potrebbe anche cambiare in eccesso) usufruiranno di una serie di detrazioni fiscali sulle cifre donate..come anche le persone giuridiche, cioè le società e gli enti...Ma potranno controllare anche i propri interessi..Una inspiegabile ed insopportabile contraddizione alla quale bisognerebbe mettere ordine!



3 mar 2017

due parole sul "populismo"


Ormai nei talk non si fa che discutere sulla parola “populismo” e lo si fa senza la dovuta percezione su quella che rimane come una reazione ad un modo insensato di procedere nei confronti dei fondamentali problemi sociali
La parola “populismo”sembra essere entrata di moda nel linguaggio politico odierno per sottintendere con disprezzo un atteggiamento culturale e politico che esalta in modo demagogico e velleitario il popolo. Al di là di ogni esaltazione... il populismo odierno non è altro che la comune reazione di chi vede nella propria comunità un insieme di diritti negati...poichè nulla di sociale pare più appartenere al popolo, se non un diritto al voto che oggi viene manipolato attraverso sistemi che favoriscono certe elites o alcune lobbjes.
Il populismo odierno altro non è che il riflesso naturale..di un sistema che non guarda con equilibrio a principi e regole nuove che possano rendere più equo il sistema. Il concetto di governabilità odierno esteso in quasi tutte le Nazioni occidentali..confligge spesso con la mancanza di una vera democrazia intesa come “suggerita dal popolo” . In quasi tutti i sistemi democratici europei, si tende a simulare una vera democrazia, quando al contrario questa viene manipolata fin dall'inizio.
Come ci si può illudere sul fatto che una forma popolare detta in modo sprezzante “populismo” possa affievolirsi o addirittura debellarsi...quando questa non può che rappresentare la normale reazione verso chi pretende di costruire una governabilità con la forza, l'astuzia e la caparbietà.. invece di farlo partendo da una logica base popolare?
vincenzo cacopardo

Nadia Spallitta:una donna che crede nel cambiamento della sua città


"Se c'è qualcuno che in seno al Consiglio comunale di Palermo si è sempre mossa in favore dei cittadini... questa è Nadia Spallitta: Una figura femminile preparata che rimane in pole position per le prossime amministrative di Palermo."
di vincenzo cacopardo

"Mentre i Partiti tradizionali si muovono nella totale confusione da destra verso sinistra o in senso inverso, l'unica domanda da porsi è quella di non comprendere chi si muove per la città di Palermo"..Queste le parole della neo candidata a sindaco

Un avvocato cassazionista nata ad Agrigento e laureata in Giurisprudenza presso l’Università di Palermo con 110/110  e la lode.
ll suo ricco curriculum è pieno di lavori svolti tra pratiche notarili e l’esercizio della professione di procuratore legale.
Tra i suoi meriti dopo conseguito l’abilitazione all’esercizio della professione di procuratore legale presso la Corte d’Appello di Palermo e vinto un concorso per esami  carriera direttiva  presso il Comune di Palermo; ha persino collaborato, su incarico della Regione Siciliana Direzione Regionale Programmazione, alla redazione di alcuni disegni di legge; Dopo aver conseguito l‘abilitazione all’insegnamento di “Discipline giuridiche ed Economiche” presso gli istituti secondari di secondo grado..per quattro anno fino al 94 ha svolto attività Istruttore Amministrativo Direttivo presso il Comune di Palermo.
Ma il suo curruculum non si ferma qui! Nel 1991, su incarico del Sindaco ha redatto uno studio fra “Libertà di pensiero in materia di attività cinematografiche e poteri di pubblica sicurezza del Sindaco”,
Ha redatto, per conto del Segretario Generale il “ Regolamento in materia di attività culturali e sportive , approvato nel 1993 ed ha partecipato alla redazione del “Regolamento in materia socio-assistenziale” , approvato dal Consiglio Comunale nel 1992, e del “Regolamento degli interventi a favore delle categorie svantaggiate” Dal 1995 al 2000 ha svolto attività di consulenza per alcuni comuni della Provincia di Palermo– Dal 1995 al 2000 ha svolto attività di consulenza per il Comune di Palermo redigendo, insieme all’ing. Messina, il Progetto Urban...Nel 1993 è stata nominata “Cultrice di Diritto Comunitario” presso la facoltà di Scienze politiche di Palermo ed ha prestato la propria collaborazione nell’ambito della ricerca e dell’insegnamento del Diritto Costituzionale.

Nel 1992 ha anche pubblicato pubblicato con l’avv. Nicolò Maggio e con la dott.ssa Carmela Agnello il “Testo Coordinato con la legge di riforma delle autonomie locali”

E potremmo continuare... visto che la lista del suo curriculum è assai lunga oltre che ricca e varia! Ma quello che ci piace sottolineare è quella sua grande passione per la politica amministrativa, più volte espressa, che l'ha messa subito in evidenza come una delle consigliere ( oggi vicepresidente di Sala delle Lapidi ) più apprezzate del comune di Palermo.

Recentemente Nadia Spallitta.. ha promosso un'assemblea pubblica con i cittadini per discutere della nuova "Ztl centrale". Un incontro con il quale affrontare collegialmente con tutti i soggetti coinvolti (residenti, esercenti, cittadini) i problemi delle zone interessate alle decisioni dell'amministrazione sulla mobilità urbana a Palermo..dimostrando attenzione sia per i cittadini che per il funzionamento stesso dei servizi.

Assieme a Ciro Lomonte, Nadia Spallitta rappresenta uno di quei pianeti diversi che si muovono nell'universo di questa campagna elettorale per la sindacatura di Palermo caratterizzati ambedue da uno spirito libero ed una passione non comune.

Sarebbe stata auspicabile una sua unione con alcuni movimenti civici ed autonomisti con i quali avrebbe potuto rafforzare la sua lotta per vincere la difficile battaglia contro i Partiti tradizionali. Ma sembra più facile pensare per lei che sia più fattibile sfondare senza alcun appoggio o alleanza, meno che mai dei grandi Partiti che oggi potrebbero persino penalizzarla. Certo è che la suo forte trasporto, unito alla volontà e l'impegno fino ad oggi dimostrato, la rendono oggi una tra le possibili candidate più apprezzate e preparate.   

25 feb 2017

L'innovazione politica di Alfano


"Il ministro degli Esteri pensa ad una nuova DC, ma non esistono programmi e idee se non quelle dettate da motivi di opportunismo politico ed interessi di comando."
di vincenzo cacopardo

Cosa si fa per cercare di restare sempre a galla! Ci si inventa di tutto col solito atteggiamento di chi pare restare distratto da ciò che avviene all'interno del nostro Paese. Adesso Alfano, ministro degli Esteri voluto da Renzi, si prepara a modificare il nome alla forza politica che aveva fondato nel 2013,

Insomma.. l'indefesso Alfano, dovendosi preparare ad appoggiare i futuri governi..sembra voler smontare il suo NCD: Insistendo col suo incessante sistema di inserirsi in politica nei governi per convenienza, si inventa una nuova DC ...come fosse la grande idea del secolo e dimostrando, al contrario, i limiti dei tanti che usano la politica solo per comodi ripieghi: il massimo dell'opportunismo!

Nonostante le resistenze dell'ex ministro Maurizio Lupi che avrebbe optato per un ritorno nel centrodestra... passa la linea più comoda ed opportuna dei dettata dai filorenziani,. C'è chi ritiene che questo sia il passo per traghettare Ncd nell'arco del centrosinistra di natura progressista e per questa ragione gli è stato imposto di eliminare la sigla “Destra” dal simbolo.

Nella vasta fantasia dei nomi si fanno quelli di «Italia Popolare» o «Moderati e Popolari» . Non era difficile pensare che si sarebbe rinforzato l'asse tra il ministro degli esteri con l'ex premier al quale è rimasto legato per chiari motivi di interesse politico personale. Si parla di un aiuto per una legge elettorale che sposti il premio di maggioranza dalla lista alla coalizione; Con tale sistema il piccolo partitino di Alfano avrà possibilità di sopravvivere e soprattutto di inserirsi in un possibile governo del futuro in considerazione del fatto che questo pare essere l'unico principio che ha sempre guidato le mire di Alfano.

Come da sempre... in tutta questa manovra.. non si percepisce da parte del nuovo ministro degli Esteri ..quale possano essere i programmi e le idee per la sua politica innovata. Per Alfano rimane primaria l'arte di costruire appoggi e tessere accordi pur di restare a galla e, per calcolo, riuscire a tenere una poltrona di comando. Fino a quando c'è chi gli offre il consenso.. il Paese avrà poco da lamentarsi!

Un dato di fatto pare certo: Se passa il voto anticipato, potrebbe non esserci il tempo per dare corpo ad un nuovo partito centrista... Potrà però formarsi una lista, tra Alfano, ed i soliti storici e desueti personaggi di un tempo come Pier Ferdinando Casini in una nuova( si fa per dire) costituente centrista. Costituente che potrebbe partire ad estate inoltrata nell'ipotesi in cui si dovesse giungere alla scadenza naturale della legislatura. Alla fine del percorso Alfano potrà presentarsi pronto per le elezioni con la sua nuova DC...
Quante novità ...e che fantasia per una politica che si innova!!.




23 feb 2017

Il proporzionale e la dinamica politica parlamentare.


di vincenzo cacopardo

“Il fallimento del sistema maggioritario a favore di quello proporzionale non deve vedersi come un a sconfitta, ma.. al contrario.. come la naturale rivincita di una politica che si apre e che si arricchisce di quel dinamismo di cui necessita.”

Una nuova legge elettorale dovrebbe ormai prevedere la coalizione tra i Partiti che.. a questo punto.. sembrano sempre più frantumati sia a destra che a sinistra. Una legge che, però, avrà bisogno di essere sostenuta attraverso ulteriori riforme (tra cui una quella primaria per disciplinare i Partiti).

Non c'è da farne un dramma! Come usano fare i soloni e gli analisti della politica odierna: Sono i tanti che temono che la frammentazione dei grandi Partiti possa essere negativa e ciò perchè non mette in sicurezza la stabilità governativa. Ma se la governabilità è un fine che appartiene al sistema di democrazia di un popolo, è proprio per questo che andrebbe protetta nel suo utile percorso: Dovrebbe essere giusto poterla ricercare attraverso una base più aperta ed un dialogo più allargato potendosi ricercare diversificando i ruoli(nel senso di un esecutivo che esegua), ma il programma politico deve indicarlo una base costruita attraverso un dialogo dinamico con i Partiti e se questi.. per formare una maggioranza..dovessero essere quattro o cinque.. come fu col pentapartito di una volta, ciò non potrà che aiutare lo scambio ed il percorso stesso della politica. Cosa che al contrario il maggioritario ha sempre teso a soffocare...ponendo una serie di contraddizioni e conflitti all'interno.

Oggi il percorso della politica è totalmente bloccato da una visione realistica e pragmatica che non permette una diversa visione: Una forma mentis che pare non offrire spiragli alla logica di tanti politici e politologi che partono dall'assoluto principio di governabilità stabile (che ormai costituisce quasi un complesso..) per scendere poi verso il basso. Ciò impedisce ogni altra visione più libera verso le nuove idee.

Abbiamo avuto ampia prova di come in questi anni si è persa la strada verso le idee e ciò è stato dovuto proprio al fatto che si è teso a chiudere ..anzi a racchiudere il pensiero di tanti in due antitetiche posizioni. Abbiamo assistito a scontri politici riformisti basati su scelte che non hanno promosso idee veramente innovative e sembra che, per la nuova tendenza alla semplificazione, si sia voluto metaforicamente tagliare il nodo del problema per non scioglierlo. Per far ciò, si è fatto riferimento e ci si è accostati ai processi politici evoluti delle altre Nazioni prendendo ad esempio solo i loro sistemi.

Bisognerebbe, anche se non risulta facile, trovare un modello innovativo nostro che possa garantire libere scelte democratiche e contemporaneamente un’appagante stabilità governativa, ma è anche vero che oggi non si fa nessuno sforzo per trovare una soluzione ottimale in questa direzione proprio perché si è bloccati da una visione non adeguata ai tempi. Una visione meno congenita e fin troppo esterofila, che ne frena in modo anche pretestuoso l’innovazione. Si potrebbe azzardare che sarebbe preferibile vedere più Partiti in Parlamento per garantire una migliore espressione di vera democrazia. Ben altro rimane un concetto di stabilità governativa che potrebbe essere ricercato ed espresso differentemente in ruolo distinto.

Nel nostro Paese si è sempre creduto di poter avviare processi più funzionali, ma con la nuova formula bipolare si è continuato a costruire governi frutto della fusione di alcune forze politiche che, nel momento o per opportunità, si sono accorpati dando forza ad una maggioranza quasi inventata. Un sistema sempre più compromesso da logiche posizioni di convenienza ed illogiche posizioni di convivenza.

Che ben venga quindi un proporzionale! Un sistema che avrà comunque bisogno di essere accompagnato da riforme adeguate ..altrimenti crollerà proprio per volontà dei tanti che oggi non hanno convenienza a tenerlo in piedi.


22 feb 2017

SCISSIONI E RESPONSABILITA'

"Perchè meravigliarsi di una rottura in seno ad un Partito che non ha saputo guidare con equilibrio il suo percorso verso il futuro offrendo un doppio incarico ad una figura troppo individualista e determinata?"
di vincenzo cacopardo

Adesso sembra essere Prodi il più preoccupato! Colui che potrebbe definirsi il padre nobile del Pd, l'uomo che ne ha ispirato il progetto e l'unico a portare il centrosinistra alla vittoria, prima nel 1996 sotto le bandiere dell'Ulivo.. e dopo nel 2006 . Nonostante tutti gli sforzi.. le posizioni fra renziani e scissionisti restano ultradistanti. Prodi ..che non è pienamente amato da tutto il Partito..potrà fare da mediatore, ma le speranze di una ricucitura restano sempre pochissime!

Se Emiliano col suo vado o resto, ha contribuito a metter su il teatrino della scissione, rubando la scena a Renzi e facendo precipitare l'assemblea Pd in una classica commedia all'italiana,.. la scissione ha sicuramente alimentato una lettura in chiave tristemente comica: Dopo quasi tre anni di potere finiti con le dimissioni del segretario...il finale è apparso persino inaspettato..

Si cerca ancora di addossare maggiori responsabilità agli scissionisti della minoranza continuando a trascurare la tracotanza di un leader che in questi anni ha costruito il suo disegno nel Partito.. usandolo come trampolino di lancio.. per la propria immagine. Nel suo doppio ruolo, accettato incomprensibilmente dallo stesso Partito, ha messo in risalto il massimo della presunzione e di un pericoloso determinismo che ha finito col fare implodere l'intero PD.

In molti oggi si domandano se in questa faccenda non vi sia una volontà da parte del giovane ex segretario per rompere col passato e trasformare nel futuro il PD come forza centrista capace di integrare varie vedute politiche nazionalistiche..insomma il discusso e più volte accennato "Partito della Nazione"

Il PD ha quindi poco da lamentarsi avendo offerto a Renzi troppa apertura ed avendo posto in lui una fiducia non compensata da un costruttivo dialogo e dai giusti risultati. In tanti all'interno del Partito non si sono resi conto del putiferio che ciò avrebbe portato: Il giovane segretario..sulla spinta dell'incarico a Premier, ha dimostrato il massimo della boria attraverso un assoluto modo di procedere.. sgretolando lentamente ogni principio di scambio costruttivo al suo interno. 

Ma era del tutto prevedibile (come più volte messo in evidenza da questo blog) che sarebbe finita in questo modo!

Oggi lo scenario si presenta confuso e la vittoria del Movimento di Grillo sembra prossima. Il Movimento 5 Stelle si pone in testa alla classifica come primo partito italiano con una maggioranza relativa valutata al 30 per cento..ma forse anche oltre! Malgrado si rimanga cauti nei sondaggi ..questa rottura all'interno costerà cara al PD. ..E se ancora molti giovani non avessero abbandonato Renzi ed il suo deciso carattere, di certo il sindaco d'Italia non ha saputo dare prova di compattezza.. spaccando il Paese persino su un referendum costituzionale sul quale lui ed il suo governo..non avrebbe dovuto metter bocca.

L'effetto dei macroscopici errori di Renzi, il fallimento del maggioritario e della legge Italicum, l'apertura verso un sistema proporzionale, cambia oggi le regole stesse in seno ai Partiti spostando l'attenzione verso un personalismo politico nella ricerca dei leader. Questo ...malgrado possa sembrare meno utile ai fini di una governabilità, potrà trasformarsi in una sorta di rivoluzione che arricchirà la qualità stessa della politica..favorendo i piccoli che avanzano e le stesse idee. Adesso di certo si spalanca un portone a Grillo, mentre una buona parte di elettorato popolare che prima era di Berlusconi, o voterà i cinquestelle o resterà a casa.