In una normale logica
politica.. un pensiero non potrebbe mai essere “costretto”!.. Può essere
forzato per seguire un percorso obbligato da una linea del Partito discussa e
definita nel contesto dei propri dibattiti interni.
Altra cosa, poi, possono
essere i metodi che lo stesso Partito
deve operare al fine di seguire una strada suggerita dalla propria maggioranza.
Ma pensare, oggi, di far sottostare un
libero pensiero...ad un
percorso imposto per dare forza ad un unico principio di governabilità, sembra una
contraddizione priva di senso. Un modo incoerente .. del tutto
figurato… di partecipare ad azioni politiche determinate solo ed esclusivamente dai loro leaders. Leaders che
in sé non potranno mai rappresentare la volontà di un gruppo…e quindi.. che finiscono con l’agire in contrasto ad un percorso di sana democrazia.
Quando oggi …facendosi
sempre più decisa una volontà di staccarsi dal proprio gruppo parlamentare,
(poiché non se ne condividono le idee) si attacca un deputato… e lo si apostrofa
in modo assai leggero come “voltagabbana od opportunista”, non si spiega in profondità che tutto ciò nasce da
una errata costruzione dell’iter politico istituzionale che, pur riconoscendo
costituzionalmente una libertà di voto ad ogni deputato, non
considera le innumerevoli difficoltà di lavorare insieme ad un gruppo
parlamentare…dove un unico presidente finisce con l’imporre, quasi sempre,
ogni decisione.
Se noi, proseguendo con
queste contraddizioni speriamo di salvare la politica istituzionale del Paese e
se per un unico motivo determinato dal fornire una qualsiasi governabilità,
continuiamo illudendoci di costruire
positivamente, ci troveremo di continuo verso la strada del non ritorno.
Il pensiero politico deve restare
libero!..e questo non può che essere un assioma … e deve poter
prendere le proprie direzioni senza alcun ostacolo: il deputato eletto dovrebbe
dunque poter dirigere le sue idee ed i suoi concetti senza alcun obbligo da
parte di un presidente di gruppo che lo condizioni al fine di salvare un
qualsiasi percorso.
Detto
ciò, il vero principio che non funziona è proprio quello di considerare la
governabilità come un fatto acquisito a prescindere da una sua indispensabile costruzione dal
basso e cioè.. da quel mezzo necessario che ne dovrebbe generare un logico
fine.
La strada per poter dare più
forza ad un libero pensiero può sostenersi solo se si cambiano alcuni
fondamentali percorsi ormai obsoleti dell’iter politico istituzionale per una costruzione più logica della governabilità.
Ciò che più stupisce, oltre
questa dovuta considerazione, è proprio la misera assuefazione di chi crede di
esercitare un ruolo in politica e che si assoggetta ad un proprio leader per un
obbligo che sembra essere spinto più da una senso dell’onore e di lealtà nei
confronti dello stesso leader (una sorta di patto di sangue). Un patto che
finisce con l‘obnubilare la mente del vero ”homo politicus” e della sua
matrice ideologica, spingendolo similmente ad un adepto al servizio del “capo” e non per quella utile politica in favore del cittadino.
Anziché
provvedere alla ricerca di un sistema che preservi ogni libero pensiero
(dividendo meglio i ruoli) si preferisce seppellirlo attraverso una illogica
procedura che possa sostenere, a prescindere, una qualunque... illusoria.. governabilità.
vincenzo cacopardo