Finalmente
qualcosa di nuovo all'orizzonte di un Partito che sembra esser
rimasto per parecchio tempo bloccato: Esce Pippo Civati introducendo
una chiara reazione dentro la minoranza interna.Oggi al Senato il
governo dovrà fare i conti con un equilibrio instabile. La
maggioranza si basa ormai su una soglia massima di 174 senatori e su
una minima di 161.
Bisogna
dare atto a Civati di aver preso una decisione determinata... anche
se impegnativa nell'attesa che altri possano seguirlo. Ma non si
tratta oggi di combattere un divorzio tra PD e sinistra..poichè i
tempi sembrano ormai cambiati e, se resta evidente lo spostamento di
questa sinistra verso il centro, è del tutto chiaro che le visioni
ideologiche di un tempo appaiono superate e poco costruttive in una
odierna società che pone soprattutto esigenze di equità e posizioni
democratiche più sicure e corrette.
Una
lotta interna per cercare di evitare dissidi interni ad un Partito
costruito su valori ormai non compatibili con la realtà moderna
(costretto a spostare la sua visione sociale verso un pensiero
centrista più moderato) appare una perdita di tempo e sarebbe più
logico costruire altri Partiti più liberi e meno costretti nella
loro ideologia anziché limitarne il pensiero. D'altronde... non si
vuole capire che il pensiero del parlamentare deve restare il più
libero possibile nella determinazione delle normative..sebbene legato
da un progetto programmatico guidato dal dialogo con i cittadini:
Questa che appare oggi una tesi assurda.. diverrà negli anni un vero
comandamento per una politica di vero funzionamento condotta proprio
dai cittadini. ..malgrado certe logiche bipolari del tutto forzate
che premiano solo la governabilità.
Le
piazza che in questi giorno protestano con manifestazioni contro la
nuova legge elettorale, la riforma della scuola..della
giustizia..quelle costituzionali etc, sono una prova evidente di come
ci si ritrovi in un vero pasticcio riformista che non lascia
intravvedere né una logica costruttiva, nè un futuro certo e
stabile: Un guazzabuglio di anomalie che dovrebbero dare spunto ad
una riflessione più profonda per spingere verso la ricerca di
percorsi più innovativi, coerenti e funzionali.
La
retorica del Partito che deve scegliere da che parte vuole stare, non
potendo rappresentare tutti.. è obsoleta e le parole del Premier
Renzi che insiste asserendo che in seno ad un Partito la democrazia
si trova attraverso una maggioranza.. è riduttiva e poco edificante:
Sarebbe (per esagerazione) come ritenere che.. se un domani la
maggioranza di un Partito optasse per la pena di morte ..tutti
dovrebbero seguirlo senza dissidi e defezioni. La libertà concessa
al parlamentare è fondamentalmente quella che lo lega ad un
programma elettorale, al proprio pensiero ed ai propri valori. Nel
caso del governo Renzi non vi è stato.. né un programma preciso
studiato col consenso degli elettori, né un metodo confacente... se
non una, quanto mai, ricca ed ornamentale comunicazione.
Ecco
la ragione per la quale nasce il presupposto essenziale per ricercare
un modello innovativo che non impedisca le libere scelte dei
parlamentari e che possa basarsi su un criterio programmatico
studiato preventivamente con i cittadini...Ed ecco il motivo per il
quale la prima riforma dovrebbe essere quella indirizzata verso la
regolamentazione degli stessi Partiti: Parlamentari e cittadini
insieme per un programma che deve misurarsi preventivamente
attraverso una campagna elettorale che.. poi.. vedrà nel metodo lo
stesso parlamentare libero di espletare il compito per renderle
attive. Diverso rimane il compito amministrativo che dovrebbe (come
nei sistemi presidenziali ) eleggersi ed operare in modo separato,
non potendosi inserire nel contesto normativo spettante solo al
parlamentare... Figure amministrative.. che dovrebbero rispecchiare
nel merito alta moralità e forti capacità organizzative.
La
regolamentazione dei Partiti rimane dunque primaria, ma resta vecchia
riguardo ad un dovuto rinnovamento che per effetto di una nuova
visione politica dovrebbe offrire maggior rispetto al singolo
parlamentare e maggior dialogo con la comunità che rappresenta: E'
vecchio il criterio del tesseramento, sono vecchi i metodi di
formazione dei direttivi, dei consigli, rimane anomalo ed imprudente
il doppio incarico di un segretario di partito con la carica di
Premeir...ma soprattutto resta vecchio il contrasto tra i Partiti in
termini di vecchie ideologie che provoca contrapposizioni reattive
viziate proprio dalle rigide posizioni...Ecco la ragione per la quale
ogni posizione moderata finisce sempre col vincere!
Il
problema, purtroppo, rimane fondato su queste vecchie visioni dalle
quali i politici odierni non riescono (o non vogliono per comodità)
estraniarsi.. potendo, al contrario, dare maggior sfogo a nuove idee.
Parlare ancora di destra e sinistra non fa che arrestare una visione
innovativa che meriterrebbe più impegno per la ricerca, rendendo
analogamente maggior rispetto ai cittadini.