di vincenzo cacopardo
E' difficile toccare l'argomento riguardante il nostro Premier senza essere considerati gufi o negativi verso un cambiamento. Quando parliamo di come Renzi procede nella sua opera di rinnovamento veniamo mal interpretati e restiamo vittime di un Paese che vive solo di dure contrapposizioni esaltando o buttando giù senza alcuna via di mezzo.
E' difficile toccare l'argomento riguardante il nostro Premier senza essere considerati gufi o negativi verso un cambiamento. Quando parliamo di come Renzi procede nella sua opera di rinnovamento veniamo mal interpretati e restiamo vittime di un Paese che vive solo di dure contrapposizioni esaltando o buttando giù senza alcuna via di mezzo.
L'operazione
che il sindaco d'Italia, Matteo Renzi, conduce ormai da qualche
anno... altro non è che un intervento voluto da un processo di
globalizzazione che si muove per accompagnare la politica ed il mondo
imprenditoriale al fine di semplificare le strade che ogni processo
democratico.. invero.. tende a rallentare. E' la strada Machiavellica
di chi si impone giustificando i mezzi per un fine!... Il fine è
di certo quello di dare più forza al comando... ossia ad una
governabilità in un processo istituzionale che vede nel Parlamento
rallentamenti poco graditi.. in un mondo dove la parola d'ordine è la
dura lotta alla concorrenza e quello che conta, oltre al risultato, è
il tempo in cui lo raggiungi. Quello che fa specie è proprio il
fatto che nulla si fa per cercare di porre rimedio ad un processo
istituzionale che si voglia democratico (riforma dei partiti-
differenziare i ruoli eliminando conflitti e compromessi).. se non porre categoricamente più forza ad
una governabilità.
In
questi processi, come quello operato da Renzi, l'unico principio è
quello di correre verso le soluzioni, al di là di quello che esse
possono portare come reazione, sono processi che non possono guardare
ad una qualità..sia che si tratti di operare al fine di un bene
sociale ..che economico o culturale. La conseguenza è quella di
perdere ogni contatto con la qualità ed ogni visione lungimirante..
poiché la fretta non mette in condizione di farlo. Quello che oggi
si avverte è soprattutto la perdita di una percezione che non aiuta
a guardare in prospettiva ..ma solo al momento!
Oggi
la politica tende a muoversi di frequente e con prepotenza, nella
comune logica machiavellica, esaltando il fine e mortificandosi
nell‘uso dei mezzi più disperati ed assurdi: Il concetto assoluto
di una governabilità sembra uno di questi fini che prescinde da ogni
sensato mezzo usato per il suo compimento. La politica odierna sembra
ingabbiata in questa logica ricercando più spesso un risultato
finale e non tenendo in ben più alta considerazione i mezzi che
vengono usati per lo svolgimento del suo compito. Un insegnamento non
del tutto positivo per il futuro dei nostri giovani poichè il
messaggio di Machiavelli deve sapersi interpretare non prescindendo
dai singoli casi e dalle azioni.
Il
paragone che calza è sicuramente quello che ci porta alla nuova
politica industriale di Marchionne(di cui il premier, non a caso, è
un ammiratore) e che ci dà la chiara visione di un processo di
industralizzazione che guarda esclusivamente ai profitti attraverso
libere regole di un mercato globalizzato senza porsi alcun problema
sulla qualità della vita che si sviluppa intorno...Nel caso della
nuova Fiat, dopo anni di contributi forniti dal nostro Stato,
Marchionne... è andato avanti inserendosi in quel nuovo meccanismo
fatto di fusioni industriali e finanziarie, ed ha smantellato con
determinazione la vecchia fabbrica, imponendo ai sindacati un nuovo
modello di relazioni industriali. Un processo del tutto nuovo
rispetto al passato che ha visto nel manager prendere atto di un
cambiamento e assoggettarsi a quel principio di una globalizzazione
che pare giustificare ogni mezzo.
La
globalizzazione ha imposto questo modello di crescita e non possiamo
farne una colpa a Marchionne... se non guardare il personaggio come
colui che sfrutta con cinismo i nuovi principi al fine di crearsi più
immagine e enormi remunerazioni. Questa è una realtà diversa!
Ma
quando questi processi vengono esaltati in politica attraverso
operazioni promosse da un premier per porre un rinnovamento come si
trattasse di rinnovare un'azienda, e quando i mezzi che vengono usati
sono quelli di una selvaggia globalizzazione che guarda alla
semplificazione per facilitare il processo.. i termini cambiano e la
qualità della vita che si sviluppa intorno conta!
Renzi
crede che solo con questi principi il processo di cambiamento può
avere un senso: La sua parola d'ordine è cambiare in fretta! E'
chiaro che in questi termini ogni possibile valenza qualitativa andrà
a perdersi e quando ciò viene operato in un contesto sociale (e non
industriale) il pericolo è quello di perdere ogni contatto con le
vere esigenze di una società e con il suo futuro. Se anche la sua
visione di cambiamento verrà risolta in termini di PIL e debito
pubblico, resterà l'handicap di una crescente forbice di
disuguaglianza all'interno del paese. Un Paese che non potrà
crescere senza l'uso della forza dei propri valori qualitativi.
La sua gita in America per assistere alla finale degli Open tutta italiana, al di là dei costi, non può essere che criticata per un semplice motivo di opportunità. Prima di considerare l'opportunità sui costi..sarebbe stato utile..sul piano della sensibilità politica..considerare l'opportunità sul gesto. Mentre nell’ambito della sfera del privato sussiste l’uguaglianza tra l’essere e il sembrare, nella sfera pubblica tale corrispondenza viene meno: azioni che hanno come fine il bene della società sembrano per questi ultimi perseguire fini opposti. Per questo..oggi ..un premier deve dimostrarsi umile e fedele ai principi del proprio Paese, nel senso che deve comportarsi in modo tale da ingenerare in chi considera i suoi atti.. il convincimento che questi ultimi sono ispirati a sani valori. La società politica della nostra nazione non può esistere senza che questi valori vengano affermati e riconosciuti.
La sua gita in America per assistere alla finale degli Open tutta italiana, al di là dei costi, non può essere che criticata per un semplice motivo di opportunità. Prima di considerare l'opportunità sui costi..sarebbe stato utile..sul piano della sensibilità politica..considerare l'opportunità sul gesto. Mentre nell’ambito della sfera del privato sussiste l’uguaglianza tra l’essere e il sembrare, nella sfera pubblica tale corrispondenza viene meno: azioni che hanno come fine il bene della società sembrano per questi ultimi perseguire fini opposti. Per questo..oggi ..un premier deve dimostrarsi umile e fedele ai principi del proprio Paese, nel senso che deve comportarsi in modo tale da ingenerare in chi considera i suoi atti.. il convincimento che questi ultimi sono ispirati a sani valori. La società politica della nostra nazione non può esistere senza che questi valori vengano affermati e riconosciuti.