25 set 2015

Questa America...così ricca di contraddizioni


OBAMA ACCOGLIE PAPA FRANCESCO
di vincenzo cacopardo

Paese davvero strano l'America! 
Una Nazione piena di contraddizioni ..si direbbe sempre più dicotomica nel suo cammino verso la crescita e la propria morale sociale. Un Paese..nel contempo meraviglioso nell'imprimere speranza ed incomprensibile nella sua stessa ricerca! Incline nel dimostrare i suoi principi di uguaglianza, ma meno nel metterli in atto... Che si esprime sulla democrazia, gridando tanto alla libertà ed al benessere.. esaltando in modo alquanto superlativo i suoi valori, ma che continua a  condizionare la propria popolazione attraverso altri principi del tutto diversi. Un Paese, però, dichiaratamente autocritico che fa tanto pensare ! 

Non è tanto per l'atteggiamento ospitale avuto col Santo Padre che ha visto Obama decantare l'opera evangelica di Papa Francesco a favore della abolizione della pena di morte ed all'uso delle armi, per poi assumere nella realtà politica del proprio Paese posizioni del tutto diverse, ma la profusa condotta di una Nazione che finisce col promuovere politiche costantemente contraddittorie. l’America si vanta di essere il Paese più democratico, quando invece..a volte..appare del tutto diverso: I suoi principi consumistici hanno sempre influenzato la cultura degli altri paesi compreso il nostro.  Il virus della sua cultura si evidenzia in un certo stile di vita che poggia spesso su una futile promessa di ricchezza e ad un richiamo al benessere materiale che sembra irresistibile.

Quello che distingue questo Paese è proprio la concezione della democrazia che vorrebbe apparire la migliore, ma non tiene in considerazione i limiti di un liberismo eccessivo che, privo di alcune fondamentali regole.. toglie ogni indispensabile misura e il dovuto equilibrio: Se da un lato si da spazio ad una libertà sociale fondata sul principo dell'uguaglianza che esalta ed incide sulla vita quotidiana imprimendo pericolose esaltazioni..da un altro lato si assiste ad episodi che indicano principi intransigenti, grande severità ed una rassicurante vittoria della giustizia.Una democrazia che pare distribuirsi bene nel percorso della sua realizzazione..ma che parte da una base non propio corretta che premia una rappresentanza attraverso la forza del denaro. 

Malgrado le parole belle e sentite del Presidente Obama dirette al Pontefice, questa America, forte di un richiamo di natura patriottica e del suo principio di eguaglianza e libertà, sembra restare inconsapevole: La sua effimera democrazia guidata dalle risorse dei più potenti.. non riesce a rispondere a quei principi legati ad una rappresentanza popolare che sono la base di partenza senza la quale ogni vera partecipazione non può esistere. 

Eppure..stranamente.. si evidenzia una esasperata dicotomia che la mette sotto i riflettori come uno dei pochi Paesi autocritici. Basterebbe visionare la lunga serie di una certa cinematografia da loro prodotta..sicuramente ben trattata e con sceneggiature profonde di ottima fattura...che, al contrario, promuove un costante rimprovero al loro sistema e che mette in mostra la vittoria di una giustizia sul potere corrotto..Quasi impensabile!

Verrebbe spontaneo chiedersi a quale delle due Americhe  dar credito!..

I principi civili del continente Americano sono concentrati sulla libertà..sulla sana famiglia, sulla buona condotta civica e su una crescita sociale all'ombra di una morale a volte fin troppo ipocrita e bigotta, mentre la politica appare alquanto espansionista ed imperialista...a volte non priva di contorni non del tutto chiari e limpidi. Tutto ciò la distingue e la pone sotto i riflettori come uno dei Paesi più incoerenti, ma che...al contrario di altri.. nel momento della scelta.. sembra sempre operare in favore del valore supremo di una giustizia  



23 set 2015

Senato, Costituzione e.. pasticci di comodo


di vincenzo cacopardo
Le condizioni per un’intesa con la sinistra del PD ..più pusillanime..che dissidente..sembrano vicine dopo l'apertura di Matteo Renzi. 
L'accordo ancora oggi nasconde una serie di punti non proprio chiari. Al più presto il Senato riprenderà la discussione generale sulla riforma costituzionale. La minoranza dem che conta oggi 28 senatori non sembra comunque ririrare i suoi emendamenti. Come sappiamo tre di questi riguardano l'articolo 2 della riforma, gli altri, invece, riguardano le funzioni del futuro Senato e i poteri di verifica e di controllo.

Sulla tanto discussa ammissibilità dell'emendamento dell'articolo 2 del ddl Boschi il presidente del Senato Pietro Grasso esprimerà la propria decisione in aula in fase di discussione dell'articolo. La discussione intanto prosegue con i tempi contingentati ridotti a 10 minuti e voluti dallo stesso Grasso.

Ciò... per quanto riguarda il cammino della riforma! Ma rimane sempre difficile poter dare un giudizio positivo su questo riordino che sembra mortificare una Camera alta riducendola in una sorta di “pasticcio di comodo” per un principio che risponde unicamente ad evidenti convenienze di governabilità. Se tanti cittadini oggi restano assenti da questo processo di rinnovamento che in sé rinnova assai poco e contrasta un'efficienza che dovrebbe rendersi ad ogni processo istituzionale, non è... come si vuol far credere... per un disinteresse, ma per la caratteristica ignoranza rivolta in direzione di questi temi. Temi che... al contrario... dovrebbero essere di principale interesse dato che.. il formarsi delle normative che regolano la società.. partono tutte dalla qualità e dal metodo espresso dalle stesse istituzioni.

Come si fa a non intuire che il vero problema non è quello del bicameralismo in sé, ma di come esso si potrebbe rendere più funzionale al sistema? Il bicameralismo perfetto, che in realtà non è mai sembrato perfetto...aveva solo bisogno di modifiche funzionali che avrebbero dovuto garantire una migliore efficienza nel suo percorso normativo. Una distinzione dei ruoli più appropriata che, unita alla diminuzione dei compensi e delle presenze...sarebbe bastata a renderla efficace. Ciò che invece si è voluto fare con la fretta ...provocherà danni che nel prossimo futuro avremo modo di constatare. Danni evidenti al percorso di una espressione democratica..e motivi di scoraggiamento per la chiara mancanza di una utile funzionalità istituzionale...

Come si fa a non comprendere che il processo di rinnovamento operato da Renzi per mano della sua incantata ministra Boschi e sposato con enfasi dalla sapientona vicesegretaria Serracchiani, è stato promosso con particolare pressappochismo ed una evidente premura in barba ai principi di una Costituzione che ha come valore primario il rispetto per una democrazia? Non è possibile affrontare riforme costituzionali senza tenere presente lo schema integrale e la natura stessa di una Costituzione che contiene in sé valori e principi sacri... Non è possibile snaturarla solo per dare corpo ad una governabilità che in sé andrebbe ricercata per altre strade. La governabilità è un fine che varicercato attraverso i mezzi necessari..mezzi che non possono definirsi in uno stravolgimento dei valori di base più importanti come quelli del rispetto che si deve ad una democrazia.

Ora..se Renzi e la sua Ministra intendono dare sfogo ad un vero cambiamento costituzionale...attraverso riforme... queste devono seguire una logica di efficienza e non di superficiale semplicismo. Al di là di ogni accusa di autoritarismo ...è proprio il saper fare funzionare in senso democratico un sistema istituzionale il vero scopo che dovrebbero prefiggersi.. e non la premura di chiudere attraverso un combinato di queste che non danno alcun risultato positivo in senso democratico...Troppo comodo, oltre che irresponsabile, condurre le riforme in tal senso!!

Queste dovrebbero anche essere le circostanze più che valide per un intervento da parte del Capo dello Stato che.. invero.. pare essere del tutto assente dal preservare un processo di rinnovamento frettoloso e quanto mai inefficiente. Ma come risulta evidente ..malgrado le sue esternazioni rispetto alle leggi elettorali nel periodo in cui esercitava il ruolo nella Consulta, il ruolo odierno di garanzia a protezione dei principi più importanti di una Costituzione..sembra non competere alla sua figura.


D'altronde cosa ci si può aspettare oggi da una politica che è riuscita ad operare attraverso una legge elettorale chiamata “Porcellum”? ..Un nome che la dice lunga su come ci si sia ridicolizzati agli occhi delle altre Nazioni.     

22 set 2015

il Premier comunica ed incanta i dissidenti ...

di vincenzo cacopardo

E' sempre più sorprendente la capacità comunicativa del sindaco d'Italia che davanti al suo Partito ha sciorinato il quadro completo dell'attività del suo governo mettendo in risalto l'importanza delle sue riforme come l'unica vera spinta verso la crescita del Paese. Intanto la sinistra all'interno del Partito che di continuo alza la voce, non pare essere più un ostacolo sulla sua strada: Come sempre fatto Bersani ed i suoi seguaci..alzano il tono.. per poi dividersi confusi e rifuggiarsi su strade più sicure e tranquille! Per Bersani quello che ha riproposto ultimamente Renzi rappresenta un'apertura significativa. Queste le sue ultime parole in proposito : se si intende che gli elettori scelgono i senatori e i consigli regionali ratificano va bene, è quello che abbiamo sempre chiesto».Ma anche qui..cosa può significare scegiere e ratificare.. se non si specifica meglio nel merito?

Si continua a perdere ogni riferimento con una sinistra dissidente all'interno del PD che si rende ripetutamente incostante ..incoerente.. e persino timorosa..perdendo una battaglia di pensiero alla quale... in realtà... non sembra per nulla legata. Non c'è quindi da meravigliarsi..di fronte a tali pavide ed indolenti intenzioni di costoro che, in tal modo, continuano a rendere solo vantaggi al loro leader premier. 

Renzi mira ad attaccare Grasso e dichiara: «Ma se apre l'articolo 2 anche nelle parti già votate in doppia conforme sarà un fatto inedito, e sarà necessaria una convocazione di Camera e Senato». Se il presidente del Senato applica la Costituzione e il regolamento senza stravolgimenti, la soluzione tecnica su come si scelgono i senatori la troviamo in dieci secondi netti» Parole che sembrano avere scatenato una reazione da parte del presidente del Senato e persino quella del “taciturno Quirinale” che, in tono sommesso, invita ad evitare ulteriori scontri.

Al di là di queste accuse e dell'indignazioni, quello che continua ad evidenziarsi nella loquace esposizione di Renzi circa le sue riforme... è il fatto di farle apparire come le uniche possibili per il cambiamento ..non evidenziandole mai nel merito, ma dandole quasi per scontate.Emblematica la sua frase: “Ci stiamo riuscendo, ma senza riforme questa legislatura non esiste” : che dimostra con evidenza il suo continuo parlare di riforme senza mai entrarne nel merito.. evitando ogni dialogo nella qualità e del suo opportuno funzionamento. Poi la capacità di responsabilizzare chi.. in seno al partito.. non la pensa come lui: Se si evitano i diktat di minoranza e si mette da parte l'elezione diretta, esclusa dalla doppia conforme, si può trovare un punto d'incontro». Il chè appare, al contrario, una vera intimazione.. dato che i diktat li ha sempre posti lui minacciando di continuo la caduta del suo governo...

Il suo rimane solo ed esclusivamente un motivo di fretta..la premura di chiudere al più presto le riforme. Entrare nel merito sarebbe per lui solo una perdita di tempo inutile. Per la bella addormentata tra i Boschi, infine, secondo le sue dichiarazioni, il vero problema non pare fondarsi sulle sue riforme, ma su un risvolto che potrebbe avere..in caso contrario.. una possibile caduta di governo a beneficio del Movimento 5 stelle o di Salvini. Anche la ministra sembra non  entrare nella sostanza di tali riforme... preoccupandosi unicamente di una possibile vittoria dei partiti opposti, dimostrando con evidenza tutt'altro interesse. 
   
Se mettiamo insieme tutto questo e vi aggiungiamo le scontate anomalie di un premier che esercita contemporaneamente le funzioni di segretario del partito di maggioranza che, attraverso il combinato di tutte le sue riforme, si erge a capo assoluto di una politica nazionale condizionata, non possiamo evitare di criticare volta per volta.. proprio sul merito.. ogni sua proposta riformatrice : Non si tratta di “autoritarismo”, ma del rafforzamento di  un “errata funzione” di un sistema che non potrà più avere i connotati di una democrazia con i suoi pesi e contrappesi.

Rimane sorprendente la sua capacità di comunicare tirando acqua al suo mulino sottolinendo per convenienza l'entità delle sue riforme e ponendo per comodità le contrapposizioni con tutti coloro che non credono (i rinomati gufi), non certamente al desiderio di una ripresa, ma al metodo ed al merito stesso di ogni riforma che lui riesce a far passare come l'unica possibile. 
In verità non pare esistere nessuno... nè all'interno del suo Partito...né fuori da questo, in grado di opporsi nel giusto senso sul tema del “funzionamento” più che sul pericolo di una possibile "deriva autoritaria".




20 set 2015

Padoan... ed il suo trend fiscale


di vincenzo cacopardo
Per il ministro dell'economia Padoan sono state studiate le variabili del quadro macroeconomico ed analizzati i trend delle entrate fiscali, tenendo sotto controllo i parametri imposti dall'Europa: "Il Pil crescerà dello 0,9 per cento. Il debito comincerà a scendere dal prossimo anno, il deficit è fissato nel 2,2%. Insomma...tutto è stato fatto ma bisogna completare l'opera con i provvedimenti e la chiusura delle riforme."

Secondo il ministro c'è più crescita perché c'è più lavoro, perché c'è più occupazione rispetto al cosiddetto andamento tendenziale. Poi, aggiunge che ci saranno altre tasse da abbassare. Il ministro sostiene che non si è cominciato all'improvviso: “Abbiamo iniziato appena questo governo è stato costituito, fa parte di un percorso che abbiamo iniziato e che continueremo sino alla fine del mandato”.

Il nostro ministro dell'economia asserisce che diminuire le tasse è di sinistra! 
Al di là del fatto che sembra inutile pensare ancora in questi termini ad una destra ed una sinistra, quello che si omette è il modo con cui si pensa di diminuirle! Cioè... se questo può continuare ad avvenire in modo lineare... o con una visione differente che possa, invece, aiutare i più bisognosi. Quello che appare nella politica del governo del ministro Padoan, se dobbiamo dirla alla sua maniera, non appartiene proprio a quella sinistra a cui si fa riferimento, continuando ad evidenziarsi una disparità tra chi ne giova e chi, in realtà, ne avrebbe bisogno. Una identica disparità si è gia evidenziata sugli ottanta euro distribuiti ad una fascia sociale che, nel bene e nel male, aveva già un lavoro, trascurando tutta quella fascia sociale meno abbiente dei pensionati con la minima, gli esodati, i tanti che, pur lavorando, non arrivano alla soglia per il beneficio... o coloro che oggi, con una libera professione, non hanno alcuna sicurezza di lavoro.

Quando si osservano i dati esposti dal governo sulla crescita degli impiegati a tempo indeterminato per effetto del jobs act.. si potrebbe restare soddisfatti..così quando si esaltano le cifre del PIL in leggero aumento, ma quello su cui maggiormente bisognerebbe immedesimarsi è il divario all'interno del nostro Paese.. tendente sempre più verso una forbice in apertura: Un crescente divario tra ricchezza e povertà al quale proprio in forza ai continui tagli ed i provvedimenti lineari, non potrà mai avere possibilità di perequazione.

Il problema dunque resta la forbice che dovrebbe stringersi e non allargarsi..il chè difficilmente potrà avvenire se non si esercita una politica economica che guardi ad un principio diverso e cioè in direzione di una politica che tenga in considerazione un più corretto sviluppo fondato su una fiscalità variabile in base alle esigenze e le possibilità dei cittadini e del loro lavoro..Uno sguardo più approfondito sulla sostenibilità, sul sistema pensionistico, sulle esigenze di base anche per differenze territoriali: Al sud, ad esempio, vi è una netta differenza sulla qualità dei servizi ed il taglio lineare sulla tassa degli immobili, fa tanto riflettere alle enormi difficoltà alle quali i comuni dovranno far fronte.

Infine la frase del ministro sull'immagine del Paese in riferimento ai turisti rimasti fuori dal Colosseo :Facciamo una fatica enorme ogni giorno a costruire un'immagine migliore del nostro Paese, e poi rischiamo di rovinarla perché migliaia di persone tornano a casa con l'idea che l'Italia non funzioni. è emblematica e tipica di un governo che pare sempre rivolgere le colpe altrove.



18 set 2015

Riforme: la furbizia comunicativa di un Premier che trascura sempre nel merito



di vincenzo cacopardo
Qualcuno dice che nella riforma del Senato andiamo troppo di fretta...ora...questa riforma aspetta da circa settant'anni” declamando queste parole con abile furbizia comunicativa ..il premier Renzi la gira a suo vantaggio. Quando..chi è attento.. sa bene che non si tratta di questa riforma, ma della peculiarità stessa della riforma...cioè che quello che si contesta non è una riforma, ma il merito di quella che lui pretende debba essere approvata. Ha sempre proceduto in questo senso il percorso del sindaco d'Italia mettendosi contro chi contesta il merito.. oltre che il metodo.. con cui affrontano le sue riforme coprendosi con una comunicazione faziosa e facinorosa. In tal modo glissando ogni altro dialogo in proposito...

Come si trattasse di cambiare una gomma dell'auto..Per lui...cavalcare le riforme sembra essere un gioco..in forza del fatto che oggi rappresenta una politica assoluta.. godendo dell'esagerata doppia carica di segretario di Partito e Presidente del Consiglio..(tema sul quale dovrebbe affrontarsi l'illogico conflitto persino all'interno del suo Partito) senza alcun passaggio di elezioni politiche e che gli consente persino di nominare un presidente della Repubblica. Questa della riforma del Senato che, l'ormai monocorde, Salvini vuole fare apparire come una discussione a cui i cittadini non devono prestare una giusta attenzione, rappresenta, al contrario, un considerevole riordino istituzionale al quale bisogna prestare la dovuta attenzione, poiché da questo riordino partono le leggi che influenzano sulla conduzione del Paese. Salvini ormai batte unicamente su una più comoda strada della riforma Fornero.. trascurando una riorganizzazione che influenzerà persino sulla stessa autonomia delle regioni.

Tutto ormai sembra deciso dall'alto... dalla stessa Europa che indica in Renzi il vero riformatore di un Paese ormai perso nei rivoli di una politica allo sbando. Ciò si evidenzia anche attraverso la sicumera e la supponenza dello stesso premier. Sono in molti in politica a vendersi al sistema invece di modificarlo...e lo fanno attraverso comode riforme che chiuderanno nel futuro ogni rispetto per un fondamentale principio di democrazia.

Ci si mette pure Confindustria ad esaltare i dati della crescita di cui Renzi si fa portatore..quando è del tutto evidente che il forte calo del petrolio e il Q.I. di Draghi ha offerto logici benefici all'economia del Paese...Ma quello che fa pensare è la continua enfasi su uno sviluppo che nella realtà non appare: In un contesto internazionale in cui tutta l'Europa stenta a crescere ...giusto il nostro martoriato Paese riesce a farlo!... Con un Sud ridotto al lumicino ..la crescente corruzione..il costo della progressiva invasione di immigrati..una giustizia ancora non riformata..e tutto il resto......Auguriamoci che tutto ciò sia vero e non sia la voce di coloro che guidano la società attraverso una forza economica finanziaria che impone un falso e conveniente ottimismo. L'ottimismo potrebbe andare bene se poi nella realtà non vi fossero nel futuro risvolti negativi che potrebbero arrecare maggiori danni ad una società ormai del tutto impoverita.

Al Senato intanto tutto andrà come già stabilito..Renzi trionferà per l'interesse di coloro che pur non d'accordo con questa riforma, hanno stabilito per un proprio interesse di assecondarlo, ma trionfare in questa politica non significa vincere!   

17 set 2015

Tra illegalità e mancanza di infrastrutture..


IL SUD MERITA DI PIU'

La legalità è sicuramente un principio sul quale lavorare, ma è sopratutto un valore da ricercare..poiché, se è vero che senza un principio di legalità non cresce sviluppo, è anche vero che senza un funzionale sviluppo.. non potrà mai affermarsi un giusto processo di legalità.”

Quando si pensa in modo assai approssimativo che il problema possa essere nella testa e nel cuore dei cittadini che vivono al sud... napoletani, siciliani, calabresi, i quali fino a quando non decideranno di diventare italiani ed europei abbandonando il crimine.. non ci potrà mai essere forza pubblica capace di batterlo e di rimuoverlo, non si fa altro che generalizzare un problema che ha inizio soprattutto dalla evidente mancanza di un progresso che già da tempo doveva partire da un impegno da parte dello Stato in direzione delle indispensabili infrastrutture. Mancando queste ed il lavoro che vi gira intorno... non si potrà mai mettere in moto un progresso e non potranno mai essere le piccole evidenze locali private a far progredire un territorio che necessita di un compito che nessun politico da anni ha mai considerato con attenzione e vero interesse sociale.
Al contrario.. al nord, malgrado le innumerevoli illegalità sulle grandi opere, non si è mai trascurato tale impegno!

Quando si parla del Sud..il riferimento è sempre quello dell'illegalità...A differenza che per la magistratura..per un vero politico, il funzionamento del sistema dovrebbe essere visto come un principio fondamentale anteposto a quello della legalità. Un pensiero che non può essere interpretato in modo diverso se non attraverso un’ottica che tende a porre la legalità come il fine costruttivo di un valore ed il funzionamento del sistema come mezzo per dare corpo allo stesso principio. Attenzione..dunque..ogni pretesa di “legalità”, per quanto giusta possa essere in linea di principio, non potrà che camminare di pari passo con il buon funzionamento di una società...insomma: non si potrà mai pretendere dai cittadini di un territorio il vero rispetto per un sistema quando lo stesso, mal funzionante, finisce col frustrare altri e più importanti principi come quelli del lavoro..della giustizia e di una vera democrazia. La legalità è sicuramente un principio sul quale lavorare, ma è sopratutto un valore da ricercare..poiché, se è vero che senza un principio di legalità non cresce sviluppo, è anche vero che senza un funzionale sviluppo.. non potrà mai affermarsi un giusto processo di legalità.

Detto questo..il problema che attanaglia da decine d'anni tutto il meridione..non è mai stato affrontato col giusto metodo e le giuste idee. Se nel passato l’arretratezza del meridione era in parte dovuta alle difficoltà ambientali e concrete che dovevano affrontare i suoi abitanti, come i terreni argillosi e cretosi, le lunghe siccità, la malaria e l’isolamento geografico. Con la comparsa dell’apposita Cassa del Mezzogiorno, che fu creata per una migliore progettazione e una spesa controllata e che avrebbe potuto avere un ruolo importantissimo ancora oggi, si è ha finito con arrecare maggior danno all’economia del Sud del Paese. Essa andava sicuramente ridisegnata per una migliore efficienza ed una minor presenza politica che ha finito, nel tempo, col crearvi un forte centro di potere. Ciò ha generato la costruzione di opere non del tutto utili per lo sviluppo del territorio. Per il Sud abbiamo diverse volte assistito ad un falso e non appropriato sviluppo nel settore petrolchimico, o supportato da una new economy spesso instabile dove sarebbero dovute servire strutture e conoscenze più adatte. Infine si sono sfruttate spesso agevolazioni senza un vero arricchimento per il territorio. Agevolazioni prestate a puro scopo speculativo.

Dopo l’ingresso del nostro Paese in Europa, il problema del Mezzogiorno non può che essere affrontato nel contesto più ampio di un Parlamento ed di un Governo Internazionale. Un problema che avrebbe, già da tempo, dovuto impegnare meglio le forze politiche governative del nostro Paese col fine di riuscire a soddisfare un primario bisogno di occupazione. I forti contrasti regionali del nostro variopinto Paese hanno sempre richiesto una distinta autonomia locale attraverso l’uso di un federalismo amministrativo suggerito da un pensiero politico più completo. Questa è anche la ragione per la quale può sembrare anomalo impegnarsi oggi in un federalismo fiscale trascurando l’aspetto amministrativo storico culturale di un sistema regionalizzato come il nostro. Alcune Regioni del sud del Paese si trovano oggi in netto svantaggio rispetto ad altre e questo divario si sarebbe dovuto ridurre, sicuramente prima dell’ingresso del nostro Paese in Europa, con un’azione politica nazionale logicamente coordinata con le amministrazioni locali.

Ritornando quindi alle responsabilità..non possiamo, in tono approssimativo, responsabilizzare in pieno il Sud per l'aumento del crimine e dell'illegalità senza legarci ad un visione globale che ha visto uno Stato (e la sua incapace politica) trascurare l'interesse per lo sviluppo del meridione e operare con metodologie inadeguate..generando al contrario un accrescimento dell'illegalità che non poteva che essere previsto. Una cattiva politica che ha influenzato e condizionato il pensiero delle stesse politiche regionali del meridione edificatasi di conseguenza su un percorso che ha visto crescere incapacità e convenienze personali.

Oggi la percezione di una mancanza di infrastrutture si evidenzia in modo lampante per affrontare la concorrenza con le altre regioni del Paese e con l'intero panorama internazionale.La responsabilità dell'impoverimento del meridione non può mai prescindere da una visione di una impotente politica nazionale... così come l'incremento dell'illegalità di un territorio è sempre proporzionale alla mancanza di un impegno per il suo funzionale sviluppo.



16 set 2015

Senato...avanti tutta!


di vincenzo cacopardo
Si va avanti...si va avanti!...dichiara le ministra Boschi..in riferimento alla legge del Senato.

Come è dato capire tutto passerà alla faccia della faciloneria e della inettitudine di chi oggi è in politica solo per semplificare ed a beneficio di alcuni che si prestano a vendere il loro pensiero per non perdere una poltrona comoda e quanto mai remunerativa. In fondo cosa può importare come cambierà una Camera ad alcuni politici oggi seduti in queste confortevoli poltrone ..quando .. il complesso di tutte queste leggi costituzionali .. consente di poter restare incollati al velluto rosso delle sedute per almeno altri due anni. Un Senato che per storia ha sempre rappresentato una sorta di Camera alta e che oggi viene completamente svuotato da un ruolo di grande importanza.

E' inutile forzare su quella che sarebbe stata una idea più funzionale e cioè .. la volontà di renderla più utile.. non concorrenziale all'altra Camera...senza per questo restituirla praticamente inutile e persino rappresentata da un insieme di persone fin troppo diverse indicate da chi oggi siede al comando dei Partiti più forti. Ma è il complesso d'insieme di tutte queste riforme che desta inquietudine anche se si vuole fare intendere che ciò viene fatto in nome di una semplificazione utile per rendere più facile il percorso della definizione delle leggi.

Oggi si sottovaluta questa riforma del Senato...asserendo che i cittadini se ne fregano poiché i loro problemi sono concentrati sui temi del lavoro e del loro sostentamento. Ma chi conosce in profondità questi aspetti istituzionali.. non può non soffermarsi sull'importanza che tali riforme hanno sulla conduzione di una politica governativa che determina in seguito..tutto il resto. La tecnica di sottovalutare questo tema è subdola e mira a distrarre l'attenzione che ogni cittadino dovrebbe evere sulla questione.

Oltre al discusso articolo 2 (composizione del Senato)..un altro articolo che tende a sottovalutarsi è quello dell'art 1 (ossia le sue vere funzioni) che attualmente sembrano poco chiare e per niente funzionali. Nell'esame degli emendamenti alle riforme costituzionali in Commissione Affari costituzionali, saranno considerati inammissibili gli emendamenti all'Articolo 2, tranne il comma 5 modificato dalla Camera, a meno che non ci sia un accordo politico da parte di tutti i gruppi...( un accordo politico che..in realtà.. potrebbe suonare come una posizione di convenienza.. più che di pensiero)

In Commissione è iniziata l'illustrazione degli emendamenti da parte dei presentatori.

Quello che si intuisce e che gli emendamenti all'Articolo 2 del ddl Boschi saranno considerati inammissibili perché esso è stato votato in doppia lettura conforme sia dal Senato che alla Camera. L'Articolo 104 del regolamento di Palazzo Madama permette di presentare emendamenti solo nelle parti del testo toccate da modifiche della Camera. Per questo motivo verranno ammessi gli emendamenti solo al comma 5 dell'Articolo 2. Le modifiche ai testi approvati con doppia seduta conforme, sembrano modificabili solo se c'è l'accordo di tutti i gruppi parlamentari, secondo il principio del diritto parlamentare.

Tutto pare essere in mano delle decisioni del presidente del Senato..ed in queste ore sapremo come si svilupperà l'intera faccenda, ma quello che si intuisce e preoccupa è la costante indecisione di chi, pur non condividendo tale riforma, continuerà a vendersi ad un voto per una comune logica di convenienza personale.


“Voleva la rivoluzione..creò il casino” di Renato Campisi

Un libro da leggere

Dal recente libro scritto da Renato Campisi, attento giornalista e conoscitore dei problemi di mafia e della politica regionale, dal titolo: “Voleva la rivoluzione..creò il casino” edito Città Mia 2015..dedicato al presidente della regione Crocetta, mi ha hanno colpito alcune note significative riferite al capitolo dell'Expo.

Nella lettura del capitolo si evince l'assoluta mancanza di coordinamento e l'incapacità della politica locale regionale di saper affrontare con prevenzione e logica quello che sarebbe dovuto essere il fiore all'occhiello dell'inquilino di palazzo d'Orleans..sempre più alle prese con i suoi rimpasti di governo. Crocetta sembra quasi baloccarsi offrendo incarichi che volutamente scompigliano l'ordine politico all'interno del suo governo. La confusione regna sovrana in quello che pare voler essere il feudo di un politico che non riesce a condurre con equilibrio  un programma così delicato come quello della realizzazione di uno Stand dell'Expo nelle intenzioni del suo stesso governo e che dovrebbe esprimersi come una fondamentale vetrina all'occhio del mondo.

Campisi scrive:

Doveva essere un giorno di festa. Non solo perchè coincideva con il primo di Maggio, ma perchè avrebbe dovuto rappresentare il momento della riscossa.Quello voluto dai duri che, quando scendono in campo nei momenti di massima difficoltà, sono convinti di poter insegnare al mondo intero come le cose devono esser fatte.”
In politica c'è sempre una spinta in più. Per distinguersi interviene la voglia di dimostrare a qualunque costo la discontinuità tra il prima e il dopo. Sostituendo l'inerzia con l'intraprendenza, la vecchia staticità con il nuovo dinamismo”

Allestita per dare risalto all'economia siciliana, ambiziosamente posta al centro del Cluster BioMediterraneo,nel quale l'agricoltura isolana si era auto- assegnata il compito di capofila di quella degli undici paesi che si affacciano sul bacino. Imponendo le sue prelibatezze e le indiscusse punte d'eccellenza partorite dalle imprese manifatturiere e da quelle di trasformazione.

"L'investimento, sebbene oneroso, andava fatto per provare a svincolare la regione dall'angolo della recessione che ha raggiunto livelli prossimi al tracollo."

"Che l'occasione fosse da non perdere lo attesta una singolare dinamicità della macchina burocratica che si metteva in moto come non aveva mai fatto in precedenza.
"In un'era in cui la Sicilia si è caratterizzata nello restituire al mittante i finanziamenti provenienti dall'Europa per mancanza di progetti, con un pregevole virtuosimo venivano recuperati otto milioni di euro comunitari che si sarebbero sommati ai primi tre. Undici milioni in totale con i quali dare massimo lustro al nuovo marketing isolano."

Il giornalista continua la sua narrazione mettendo in evidenza le strane logiche perpetrate da Crocetta che investe come coordinatore di tutte le attività dell'Expo il suo consulente personale Sami Ben Abdelaali. Azione sufficiente a porre in crisi l'intera giunta con tre assessori pronti a rimettere il mandato. I risvolti di tutta la faccenda vengono descritti con puntualità da chi asserisce, senza indugi, come l'epilogo di tutta la storia rimane in perfetta linea col prologo...evidenziandosi tutte le carenze che sembrano aver costretto alla resa l'intero compito della Regione.

Campisi chiude il suo capitolo con queste parole:
C'è un'altra domanda che resterà sospesa nel vuoto. Chi pagherà per questa ennesima occasione sprecata? Poco importa. Alla fine, scemata l'attenzione e ammortizzate le critiche, come accade nelle migliori favole a lieto fine, tutti i sopravvissuti continueranno a vivere felici e contenti.In attesa del prossimo patatrac, i siciliani, commossi, ringraziano.

Non si può che essere grati a Campisi per averci reso, attraverso questo nuovo libro, una descrizione accurata su tutta la storia.

vincenzo cacopardo

15 set 2015

Renzi... e quel principio machiavellico nella societa globalizzata


di vincenzo cacopardo
E' difficile toccare l'argomento riguardante il nostro Premier senza essere considerati gufi o negativi verso un cambiamento. Quando parliamo di come Renzi procede nella sua opera di rinnovamento veniamo mal interpretati e restiamo vittime di un Paese che vive solo di dure contrapposizioni esaltando o buttando giù senza alcuna via di mezzo.

L'operazione che il sindaco d'Italia, Matteo Renzi, conduce ormai da qualche anno... altro non è che un intervento voluto da un processo di globalizzazione che si muove per accompagnare la politica ed il mondo imprenditoriale al fine di semplificare le strade che ogni processo democratico.. invero.. tende a rallentare. E' la strada Machiavellica di chi si impone giustificando i mezzi per un fine!... Il fine è di certo quello di dare più forza al comando... ossia ad una governabilità in un processo istituzionale che vede nel Parlamento rallentamenti poco graditi.. in un mondo dove la parola d'ordine è la dura lotta alla concorrenza e quello che conta, oltre al risultato, è il tempo in cui lo raggiungi. Quello che fa specie è proprio il fatto che nulla si fa per cercare di porre rimedio ad un processo istituzionale che si voglia democratico (riforma dei partiti- differenziare i ruoli eliminando conflitti e compromessi).. se non porre categoricamente più forza ad una governabilità.

In questi processi, come quello operato da Renzi, l'unico principio è quello di correre verso le soluzioni, al di là di quello che esse possono portare come reazione, sono processi che non possono guardare ad una qualità..sia che si tratti di operare al fine di un bene sociale ..che economico o culturale. La conseguenza è quella di perdere ogni contatto con la qualità ed ogni visione lungimirante.. poiché la fretta non mette in condizione di farlo. Quello che oggi si avverte è soprattutto la perdita di una percezione che non aiuta a guardare in prospettiva ..ma solo al momento!

Oggi la politica tende a muoversi di frequente e con prepotenza, nella comune logica machiavellica, esaltando il fine e mortificandosi nell‘uso dei mezzi più disperati ed assurdi: Il concetto assoluto di una governabilità sembra uno di questi fini che prescinde da ogni sensato mezzo usato per il suo compimento. La politica odierna sembra ingabbiata in questa logica ricercando più spesso un risultato finale e non tenendo in ben più alta considerazione i mezzi che vengono usati per lo svolgimento del suo compito. Un insegnamento non del tutto positivo per il futuro dei nostri giovani poichè il messaggio di Machiavelli deve sapersi interpretare non prescindendo dai singoli casi e dalle azioni.

Il paragone che calza è sicuramente quello che ci porta alla nuova politica industriale di Marchionne(di cui il premier, non a caso, è un ammiratore) e che ci dà la chiara visione di un processo di industralizzazione che guarda esclusivamente ai profitti attraverso libere regole di un mercato globalizzato senza porsi alcun problema sulla qualità della vita che si sviluppa intorno...Nel caso della nuova Fiat, dopo anni di contributi forniti dal nostro Stato, Marchionne... è andato avanti inserendosi in quel nuovo meccanismo fatto di fusioni industriali e finanziarie, ed ha smantellato con determinazione la vecchia fabbrica, imponendo ai sindacati un nuovo modello di relazioni industriali. Un processo del tutto nuovo rispetto al passato che ha visto nel manager prendere atto di un cambiamento e assoggettarsi a quel principio di una globalizzazione che pare giustificare ogni mezzo.

La globalizzazione ha imposto questo modello di crescita e non possiamo farne una colpa a Marchionne... se non guardare il personaggio come colui che sfrutta con cinismo i nuovi principi al fine di crearsi più immagine e enormi remunerazioni. Questa è una realtà diversa!

Ma quando questi processi vengono esaltati in politica attraverso operazioni promosse da un premier per porre un rinnovamento come si trattasse di rinnovare un'azienda, e quando i mezzi che vengono usati sono quelli di una selvaggia globalizzazione che guarda alla semplificazione per facilitare il processo.. i termini cambiano e la qualità della vita che si sviluppa intorno conta!

Renzi crede che solo con questi principi il processo di cambiamento può avere un senso: La sua parola d'ordine è cambiare in fretta! E' chiaro che in questi termini ogni possibile valenza qualitativa andrà a perdersi e quando ciò viene operato in un contesto sociale (e non industriale) il pericolo è quello di perdere ogni contatto con le vere esigenze di una società e con il suo futuro. Se anche la sua visione di cambiamento verrà risolta in termini di PIL e debito pubblico, resterà l'handicap di una crescente forbice di disuguaglianza all'interno del paese. Un Paese che non potrà crescere senza l'uso della forza dei propri valori qualitativi.

La sua gita in America per assistere alla finale degli Open tutta italiana, al di là dei costi, non può essere che criticata per un semplice motivo di opportunità. Prima di considerare l'opportunità sui costi..sarebbe stato utile..sul piano della sensibilità politica..considerare l'opportunità sul gesto. Mentre nell’ambito della sfera del privato sussiste l’uguaglianza tra l’essere e il sembrare, nella sfera pubblica tale corrispondenza viene meno: azioni che hanno come fine il bene della società sembrano per questi ultimi perseguire fini opposti. Per questo..oggi ..un premier deve dimostrarsi umile e fedele ai principi del proprio Paese, nel senso che deve comportarsi in modo tale da ingenerare in chi considera i suoi atti.. il convincimento che questi ultimi sono ispirati a sani valori. La società politica della nostra nazione non può esistere senza che questi valori vengano affermati e riconosciuti.

14 set 2015

Sicilia: Credere nei valori del proprio territorio



...terra piena di politici girovaghi ....
di vincenzo cacopardo
Se il mondo sta cambiando e se la politica internazionale trema per i ripetuti problemi derivanti da un'esodo ed una globalizzazione senza regole. Se...nel nostro Paese la politica sembra arrancare poiché costretta ad un esorbitante mutamento condizionato dai continui problemi economici e sociali..in Sicilia si pagano le spese di tutto ciò in modo anche eccessivo: La regione, oltre a non vedere alcuno sviluppo, sembra avvolta in una spirale senza via d'uscita. Ma c'è di più!..Ancora oggi.. quando si affronta il tema di possibili nuove elezioni..i nomi delle figure e dei loro partiti..continuano ad appartenere al passato...come nulla fosse cambiato!

E' di questi giorni la voce che..alcuni politici girovaghi ed ambiziosi della Sicilia..qualcuno cresciuto all'ombra dell'anima gesuitica, altri legati al barroccio delle due grandi aree nazionali, mirino costantemente ad una loro possibile candidatura per assurgere a ruoli amministrativi che..quanto prima.. si libereranno. Vi sono tanti politici pronti ad elaborare piani e strategie vincenti al fine di assumere poteri in seno ad una politica regionale ormai lontana da logiche costruttive e funzionali...Insomma.. il tema sembra essere sempre quello: assumere un incarico amministrativo e salvarsi l'anima oltre che la posizione!

Questa mentalità che tanto appartiene alla nostra Isola ..e cioè..quella di vedere la politica esclusivamente come un lavoro per incrementare il proprio reddito, rimane la devastante subcultura stratificatasi negli anni che continua a condannare le logiche funzionali di una politica che si vorrebbe integra ed efficace.

Occorre perciò saper leggere nel futuro di una crescita attraverso un modus pensandi del tutto nuovo e differente... e cioè scoprendo l'importanza che un ruolo politico può avere a beneficio di una terra e di una società come la nostra che necessita di logiche imprenditoriali e culturali innovative, seppur audaci. La paura del nuovo tende spesso a sottovalutare ogni possibile mutamento, ma sono le idee oggi quelle vincenti, oltre che l'integrità e le capacità di chi le propone.

Oggi vi è un crescere costante di tanti giovani movimenti regionali tendenti a identificarsi col proprio territorio e con i valori ad esso legati...L'azione vincente per chi intende vivere e prosperare in un difficile territorio come la Sicilia è quella di proiettarsi verso l'indubitabile dipendenza di questi valori. Di conseguenza bisogna sperare nel nuovo, senza abbandonarsi nelle demagogie ed i populismi, riuscendo ad interpretare i messaggi di chi vuole operare per un bene sociale e la crescita attraverso le idee ed i valori reali del territorio che si intende sostenere.



L'opportunismo di un Premier

Il sindaco d'Italia affida agli USA OPEN la sua immagine 
di vincenzo cacopardo
Non poteva mancare l'opportunismo del sindaco d'Italia! Renzi corre col suo nuovo aereo di Stato a New York per la finale di tennis femminile tutta italiana..L'avesse fatto Berlusconi..si sarebbe scatenato l'inferno!

Al di là di ogni possibile giustificazione su una finale sportiva di grande importanza..quello che è difficile da accettare è il mettere in evidenza questo gesto come quasi un obbligo da parte del primo ministro nei confronti dello sport ..quando è di tutta evidenza l'opportunismo in eccesso studiato per mettere in evidenza la sua immagine in un' occasione che rimarrà unica..
Lascio ai Grillini ogni critica riguardo ai costi del viaggio (poiché su questo sembra soprattutto fondarsi di continuo la loro polemica) , ma mi riesce davvero difficile poter pensare che questo tipo di azioni non siano studiate da Renzi per dare forza alla sua immagine, persino quando i problemi più importanti del Paese dovrebbero obbligarlo ad occuparsi in profondità dello stato attuale del Paese e ad una diversa riservatezza circa queste costose scampagnate: E' un ulteriore gesto che sottolinea la sua costante ipocrisia.. dato che non è difficile che ciò.. lui stesso non possa comprenderlo. Sono in molti a pensare che questi siano atti di arroganza inopportuni..mentre altri li condividono poichè facenti parte di un pensiero politico..a parer mio solo opportunistico.

Rimane del tutto evidente che Renzi abbia preso la palla al balzo...partecipando alla finale di tennis degli Open Usa, per poter offrire la propria immagine ad un pubblico sportivo portatore di voti. Fin qui nulla di male... se non fosse che il teatro della competizione si trova dall'altra parte del pianeta..e che..in un momento così delicato per la Nazione .. avrebbe potuto tranquillamente guardarla in un mega schermo nel proprio Paese...mostrandosi più vicino e più consapevole delle difficoltà che i tanti cittadini vivono e che mai potrebbero vedere dal vivo un tale spettacolo: Un'azione che entra nella logica e nei costumi di un premier privo di ogni sobria visione politico sociale. 

Ma guai a toccare l'animo dei tanti sportivi (ormai carichi di milioni..più che di agonismo) ..che tengono spesso ad osannare questo tipo di interventi da parte di figure politiche interessate escusivamente a crearsi un consenso!    
       

12 set 2015

L'utopia di uno Stato per gli immigrati



di vincenzo cacopardo
Questo post.. da me scritto e proposto circa un anno fa ..sembra oggi più attuale e comprensibile... persino da non sottovalutare.

Siamo già da tempo sommersi da questa problematica enorme e pericolosa.. in gran parte voluta per responsabilità diretta di Cameron e Sarkozy circa la loro personale guerra per interessi voluta in Libia. Tra i due... Cameron tiene ancora oggi a sottovalutare il dramma non muovendosi col dovuto rispetto ed un impegno preciso. Ma sembra inutile (se non per puro contenimento) voler cercare soluzioni ottimali per bloccare l'attraversamento in mare dei barconi dove ormai una esperta manovalanza...quasi leggittimata in un paese africano assai poco legalizzato, la fa da padrona: La vera soluzione sarebbe dovuta essere quella di bloccare questo flusso rendendo fruttuosi e più umani gli stessi territori dai quali gli indigeni scappano.

Quello che riesce poco comprensibile è il fatto di aver sottovalutato per anni un fenomeno storico di portata immane che ci coinvolge giorno per giorno e che sembra montare in modo spropositato portando insicurezza in tutto il paese Europa. Malgrado i mutamenti politici della Germania rispetto al fenomeno..non sarà mai possibile procedere su questa strada.. se non ponendovi dei limiti. Eppure non sarebbe difficile immaginare un impegno da parte di tutte la forze politiche occidentali europee per un piano da studiare con altri paesi orientali che possa prevedere la ricerca di spazi in territori abbandonati dove ricostruire insieme nuovi paesi e nuove economie.  In ciò non ci si è voluto impegnare con efficacia sul piano internazionale attraverso un coordinamento strategico che potesse mirare ad un'azione politica in complicità con tutti i paesi limitrofi comprese le super potenze degli Stati uniti e della Russia. Con uno sforzo interattivo che avrebbe potuto vederci coplici e fattivi nella costruzione di un futuro insieme.

L'idea di poter edificare un nuovo Stato per risolvere gli innumerevoli problemi di collocamento dei profughi ..può sembrare campata in aria, ma potrebbe anche essere una possibile soluzione ove vi fosse, oltre che una precisa volontà, una compartecipazione internazionale..anzi mondiale.. degli Stati e una loro disponibilità ad un programma coordinato di integrazione serio e costruttivo. Nel passato in paesi del sud america ciò avvenne, seppur con difficoltà e con meno problematiche.

Se ne parla oggi poco e sommessamente, poiché rendere attuabile un piano di simile portata..oltre che per gli esosi oneri, pone dubbi sulla vera capacità di riuscire nell'impresa, ma resta tuttavia una soluzione da non scartare se messa in confronto con l'enorme numero di profughi le cui speranze l'Europa stessa non potrà mai soddisfare in pieno. Rimane forse una speranza di chi oggi scorge in prospettiva, malgrado le difficoltà, le possibili soluzioni ad un problema di dimensioni catastrofiche. Ma la terra è grande e la popolazione è troppa..e quello che fa tanto pensare.. è la cattiva distribuzione e la anomala concentrazione della popolazione.  





11 set 2015

La realtà manipolata e la percezione del tempo


Non esiste una realtà assoluta. Esiste la ricerca costante di ciò che può essere utile e tangibile momento per momento.. e quindi anche mutevole in base al bisogno ed alla capacità di saper percepire il tempo “

di vincenzo cacopardo
Uno dei più sconosciuti storici della Rivoluzione francese, Augustin Cochin, ... sostenne come l’utopismo ideologico (fondamentale per la storia del pensiero) sia permeato dal sospetto sistematico nei confronti della realtà.

Secondo lui, la Rivoluzione francese sarebbe stato un colpo di Stato organizzato da alcune che lui stesso definiva “società di pensiero” che avrebbero previsto ed orchestrato la propria presa di potere, e non da un movimento popolare spontaneo. Per questa ed altre ragioni, egli fece leva sul metodo sociologico cercando di eliminare il “determinismo”. La sua tesi principale era che la democrazia moderna fosse nata dalla presa di potere di un genere radicalmente nuovo, caratterizzato dalla dualità tra la realtà dei rapporti politici.. e la loro complessa rappresentazione sociale.

Oggi sono in molti ad affermare che proprio dalla realtà, dobbiamo partire. Ma la realtà è davvero quello che appare?... O forse e' determinata da fatti dovuti all'uomo stesso? Insomma..è lecito pensare che alcuni fatti improvvisi ed involuti possano definire i contorni di una realtà in senso oggettivo, senza che l' uomo stesso non li veicoli o non ne influenzi il percorso?

Sono altrettanti a pensare che ..dovendo partire da una realtà, bisogna sapersi muovere di conseguenza e quindi procedere attraverso le logiche ad essa legate: E' una osservazione che rimane assai limitativa..poichè ci si dimentica spesso di come, tali logiche, siano state elaborate negli anni da noi stessi ..dal nostro pensiero ..dal  criterio mentale..da una cultura irrorata giorno per giorno su un presupposto di difficile convivenza sociale che ha portato conflitti e compromessi che.. di per sé.. rendono la stessa realtà manipolata e quindi mai un dogma assoluto.

Se la realtà..in assoluto.. si definisce attraverso ciò che esiste effettivamente e risulta concreto, si potrebbero comunque avere dubbi su una effettiva manipolazione di questa.. quando.. per opportunità o convenienza.. la si distorce, anche inconsapevolmente, per motivi politici e sociali di interesse strumentale. In base a ciò e per non restare troppo limitati nei meandri della complessa filosofia...potremmo definire la realtà come qualcosa da scoprire momento per momento..qualcosa che la si definisce nello scorrere del tempo...qualcosa di mutevole e quindi meno concreto di quanto possa pensarsi.

Basterebbe questo per aprire il pensiero dei tanti che ancora precepiscono una certa realtà come un cammino da seguire ed al quale sottostare senza alternative. Sarebbe sufficiente allargare la mente su queste considerazioni per accorgersi di quanto spazio vi è in ognuno di noi per mutare in parte una realtà che sembra esserci imposta. Non è lontana da questi principi la politica alla quale bisognerebbe accostarsi con un particolare occhio..con la forza di un proprio pensiero e senza occludere la propria vista in forza di una visione realistica che spesso viene manipolata.

Non esiste una realtà politica assoluta. Esiste la ricerca costante di ciò che può essere utile e tangibile momento per momento.. e quindi anche mutevole in base al bisogno ed alla capacità di saper percepire il tempo .