4 nov 2016

il rispettoso contegno di Di Battista

di vincenzo cacopardo

Una volta non vi erano gli strumenti messi a disposizione dalla rete internet..ed il vero confronto non avveniva!..Nel senso che chi parlava era solo il candidato o l'onorevole di turno al quale era consentito esprimersi persino malamente, ma con la forza dei Media che lo sostenevano. I candidati erano imposti e ti intrattenevano con la efficacia della potente macchina del Partito di turno che finanziava.

Adesso chi ha avuto la possibilità di far conoscere il proprio pensiero attraverso le piattaforme informatiche ed i Social può essere in grado di apparire anche in TV..e ciò sarà ancora più possibile nel futuro. Il movimento 5 Stelle..ha iniziato così con l'apporto di Casaleggio e l'immagine ..(forse un po' teatrale) di Grillo..ma è riuscito a sfondare quel muro mediatico ristretto!

Oggi tutto sta cambiando ..e se un Di Battista si esprime con coraggio e grande rispetto nei confronti di un giornalista di fama come Eugenio Scalfari che si sente autorizzato ad ostacolarlo sul piano del dibattito attraverso battute e toni poco garbati in uno studio sulla Sette..vuol dire che un cambiamento in atto esiste anche sul piano socio culturale..oltre che di pensiero: Con un certo tono di velato dileggio Scalfari si rivolge a Di Battista per criticare l' inconsistenza del programma politico del M5S e la comicità che lo stesso esprime.. Ma il giovane deputato, con deferenza , stile ed equilibrio, gli risponde di esser fiero del programma e della crescita politica del Movimento a cui appartiene.. dovuta non a demeriti altrui, ma alla sensatezza di alcune proposte. Inoltre ricorda al giornalista che proprio nel Movimento ha potuto esprimere la forza del suo pensiero ..cosa che al contrario non era riuscito a fare nei Partiti tradizionali.

Eugenio Scalfari è stato un brillante e valente giornalista, ma ieri è apparso nello studio della Gruber esprimendo il peggio di sé nei confronti di chi, al contrario, sembra avergli dato una lezione di coerenza.. educazione e persino di saggezza quando a fine trasmissione, nonostante l'irrispettoso trattamento, si è alzato per stringergli la mano.


Al di là di ogni mia riserva sulla organizzazione politica interna dei 5Stelle, delle loro difficoltà di esprimere capacità e concretezza, il confronto Scalfari-Di Battista è servito da insegnamento al popolo italiano per mettere a raffronto una classe intellettuale..per certi versi un po' radical chic..e fin troppo compresa in se stessa... che rimugina attraverso le ideologie passate. Una classe che sembra provare quasi disprezzo..oltre che astio, snobbando chi oggi parla di idee ed innovazione senza assumere posizioni assolute legate ad una storia che non esiste più.     

3 nov 2016

REFERENDUM..si voterà a Dicembre?



di vincenzo cacopardo
Siamo ancora appesi alla decisione del tribunale civile di Milano, verso cui il presidente emerito della Corte Costituzionale Onida ha  sollevato una questione di legittimità costituzionale su un quesito che ammette solo un Sì o un No. Il quesito.. apparendo multiplo e omogeneo, pone una più variegata mole di domande. Si parla quindi di una richiesta di un possibile «spacchettamento», di cui si è già molto parlato.

L'ex presidente della Corte, fa riferimento alla legge del 1970 ( quella che istituisce il referendum) affermando che andrebbe corretta, poichè non prevede l'obbligo di formulare più quesiti in presenza di diversi temi.. violando la libertà di voto.

L'attesa per la decisione del Tribunale è persino snervante e, ove il Tribunale la accogliesse le ragioni di Onida, potrebbe persino giovare al premier Renzi in considerazione del fatto che i pronostici danno avanti il fronte del NO. Renzi otterrebbe uno slittamento ed il tempo necessario per riprendere fiato e spingere il SI. Naturalmente il Paese, seppure in fibrillazione, comincia ad essere stanco di questi continui slittamenti.

Ricordiamo che detta riforma e nata con un disegno di legge presentato dal governo Renzi il 18 aprile 2014 ( Quando la Corte Costituzionale aveva già emesso la sentenza depositata in Cancelleria il 13 gennaio 2014).

Detta riforma, aspramente avversata dalle opposizioni parlamentari e da alcuni giuristi, è stata approvata con una maggioranza inferiore ai due terzi dei membri di ciascuna camera: di conseguenza, come prescritto dall'articolo 138 della Costituzione, il provvedimento non è stato promulgato direttamente, essendo prevista la facoltà di richiedere un referendum per sottoporlo al giudizio degli elettori.



Per meglio comprendere... poniamo all'attenzione degli elettori le ultime righe della sentenza della Corte che dovrebbero far riflettere sull'opportunità di procedere verso una riforma che stravolge 47 articoli della Costituzione


È evidente che la decisione che si assume, di annullamento delle norme censurate, avendo modificato in parte qua la normativa che disciplina le elezioni per la Camera e per il Senato, produrrà i suoi effetti esclusivamente in occasione di una nuova consultazione elettorale, consultazione che si dovrà effettuare o secondo le regole contenute nella normativa che resta in vigore a seguito della presente decisione, ovvero secondo la nuova normativa elettorale eventualmente adottata dalle Camere.”

Vale appena ricordare che il principio secondo il quale gli effetti delle sentenze di accoglimento di questa Corte, alla stregua dell’art. 136 Cost. e dell’art. 30 della legge n. 87 del 1953, risalgono fino al momento di entrata in vigore della norma annullata, principio «che suole essere enunciato con il ricorso alla formula della cosi detta “retroattività” di dette sentenze, vale però soltanto per i rapporti tuttora pendenti, con conseguente esclusione di quelli esauriti, i quali rimangono regolati dalla legge dichiarata invalida» (sentenza n. 139 del 1984).”

Le elezioni che si sono svolte in applicazione anche delle norme elettorali dichiarate costituzionalmente illegittime costituiscono, in definitiva, e con ogni evidenza, un fatto concluso, posto che il processo di composizione delle Camere si compie con la proclamazione degli eletti. Del pari, non sono riguardati gli atti che le Camere adotteranno prima che si svolgano nuove consultazioni elettorali.

Rileva nella specie il principio fondamentale della continuità dello Stato, che non è un’astrazione e dunque si realizza in concreto attraverso la continuità in particolare dei suoi organi costituzionali: di tutti gli organi costituzionali, a cominciare dal Parlamento.”

È pertanto fuori di ogni ragionevole dubbio che nessuna incidenza è in grado di spiegare la presente decisione neppure con riferimento agli atti che le Camere adotteranno prima di nuove consultazioni elettorali: le Camere sono organi costituzionalmente necessari ed indefettibili e non possono in alcun momento cessare di esistere o perdere la capacità di deliberare. Tanto ciò è vero che, proprio al fine di assicurare la continuità dello Stato, è la stessa Costituzione a prevedere, ad esempio, a seguito delle elezioni, la prorogatio dei poteri delle Camere precedenti «finchè non siano riunite le nuove Camere» (art. 61 Cost.), come anche a prescrivere che le Camere, «anche se sciolte, sono appositamente convocate e si riuniscono entro cinque giorni» per la conversione in legge di decreti-legge adottati dal Governo (art. 77, secondo comma, Cost.).

Per Questi Motivi
LA CORTE COSTITUZIONALE
1) dichiara l’illegittimità costituzionale dell’art. 83, comma 1, n. 5, e comma 2, del d.P.R. 30 marzo 1957 n. 361 (Approvazione del testo unico delle leggi recanti norme per la elezione della Camera dei deputati);
2) dichiara l’illegittimità costituzionale dell’art. 17, commi 2 e 4, del decreto legislativo 20 dicembre 1993, n. 533 (Testo unico delle leggi recanti norme per l’elezione del Senato della Repubblica);
3) dichiara l’illegittimità costituzionale degli artt. 4, comma 2, e 59 del d.P.R. n. 361 del 1957, nonché dell’art. 14, comma 1, del d.lgs. n. 533 del 1993, nella parte in cui non consentono all’elettore di esprimere una preferenza per i candidati.
Così deciso in Roma, nella sede della Corte costituzionale, Palazzo della Consulta, il 4 dicembre 2013. Depositata in Cancelleria il 13 gennaio 2014.


Osservazioni

la Corte chiarisce – richiamando la propria giurisprudenza - che il termine “retroattività”, riferito alle sentenze di accoglimento, vale unicamente per i rapporti pendenti, “con conseguente esclusione di quelli esauriti, i quali rimangono regolati dalla legge dichiarata invalida”. Sicché, la sentenza di annullamento della legge elettorale non incide in alcun modo sugli atti posti in essere “in conseguenza di quanto stabilito durante il vigore delle norme annullate, compresi gli esiti delle elezioni svoltesi e gli atti adottati dal Parlamento eletto”.
Ne consegue, che le consultazioni elettorali già svolte, ancorché in applicazione di una legge poi dichiarata incostituzionale, costituiscono un fatto concluso e pertanto nessuna incidenza è in grado di spiegare la presente decisione “neppure con riferimento agli atti che le Camere adotteranno prima di nuove consultazioni elettorali”.

A tal proposito, non sembra inutile ricordare che in base a quanto stabilito nell’art. 136 della Costituzione “quando la Corte dichiara l’illegittimità costituzionale di una norma di legge o di un atto avente valore di legge la norma cessa di avere efficacia dal giorno successivo alla pubblicazione della decisione”. Si tratta, dunque, di una efficacia pro futuro che riguarda, vale a dire, solo i rapporti che si sono realizzati dopo la pubblicazione della sentenza di incostituzionalità.


Non si dubita della circostanza che durante il regime di prorogatio le Camere, seppur non più pienamente rappresentative del corpo elettorale, mantengano, comunque, funzioni relative alla ordinaria amministrazione, compresi gli atti di controllo politico sul Governo e di garanzia costituzionale, ma se le Camere, dopo una simile sentenza, possano o no dare vita legittimamente ad un processo di riforma della Carta fondante non rendendo di contro alla stessa la dovuta necessaria garanzia. 

2 nov 2016

Il principio di “Indipendenza” e quello dell' ”Autonomia”



Ciò che oggi..ci allontana dalla possibilità di creare una politica unita sui principi ed i valori a difesa degli interessi della nostra isola.

di vincenzo cacopardo

La cronaca politica della nostra regione vede oggi il fiorire di tanti Movimenti locali che affrontano un'analisi sul difficile percorso di una Sicilia che, malgrado la forza di uno Statuto Autonomo, non ha saputo gestire una politica in favore del proprio sviluppo...ed altri che insistono su un Indipendentismo fin troppo audace e di più difficile attuazione. Sarebbe opportuno anche mettere in evidenza la differenza tra un'Autonomia e un'Indipendenza, poichè sembrano essere in tanti i cittadini che, nella confusione, non ne hanno ancora ben percepito la differenza. E' chiaro che se si resta nel campo dell'”Autonomia” si rimane in un ambito di regole in favore della Regione più percorribile.. e se si intende percorrere la strada della “Indipendenza” è più facile percepire il difficile percorso in direzione di una autosufficienza in un momento storico come quello odierno.

-L'indipendenza  è  la situazione in cui un Popolo non è più sottomesso all'autorità di un altro: Il territorio che diventa indipendente è libero da qualsiasi vincolo o peso preesistente prima dell'indipendenza... L'indipendenza si identifica quindi in un'emancipazione da un potere altrui.

-L'Autonomia invece, è quella situazione in cui continuano ad esistere alcuni vincoli istituzionali tra i territori ed i popoli: Il potere assoluto lo mantiene sempre lo Stato su una Regione, sebbene nel caso della presenza di uno Statuto.. vi siano delle regole che per determinate competenze variano rendendo le decisioni più autonome nell'interesse della stessa Regione.

Non vì è dubbio che nello Statuto siciliano vi siano i presupposti per poter rendere più autonome alcune decisioni in favore del proprio territorio di competenza...e questo non è poco!..Se negli anni passati vi fosse stata una politica capace di sostenerlo in favore di una politica più efficiente, integra e lungimirante..tutto sarebbe stato diverso. Se avessimo, al contrario, davvero conquistato una indipendenza nel quadro di una politica odierna già difficile in sé, avremmo forse potuto avere maggiori difficoltà e..probabilmente saremmo potuti restare fuori da una possibilità di vero sviluppo...


L' Autonomia si sarebbe dovuta condurre con sapienza, equilibrio e spirito costruttivo attraverso ciò che uno Statuto ci ha sempre offerto..In quel caso avremmo potuto portare maggiore benessere e sicurezza. A mio modesto parere: Un'Autonomia rimane ancora sostenibile..tanto quanto una indipendenza resti quasi impossibile e potrebbe creare nel futuro ulteriori difficoltà ed insicurezze. 

Il nostro problema non è allontanarci.. ma difendere i nostri interessi! 

Al di là di chi può pensarla in modo differente..quello che al sottoscritto preme chiarire.. è il fatto che in un territorio come il nostro... ricco di valori naturali straordinari.. non si dovrebbe nemmeno porre il dubbio dell'importanza di avere avuto uno Statuto Autonomo con in quale si sarebbe potuto procedere in favore di quei principi più consoni per la salvaguardia e la promozione degli stessi...Qualunque politica locale governativa ha mancato nel suo ruolo di portatrice di idee e capacità attraverso l'uso di uno "strumento" che avrebbe reso facile la strada di uno sviluppo sicuramente più logico e congenito.

31 ott 2016

Social, politica e figure


di vincenzo cacopardo

Molte delle irrispettose immagini e delle frasi oggi postate sui social sono l'espressione tipica dei tanti che non riescono a porre pensieri o analisi ragionevoli o che.. nella totale incapacità di esprimersi, trasmettono i loro consueti profondi limiti. 
Ormai questa pare proprio una pessima abitudine: Si prendono le figure politiche e si travestono in ogni maniera con sotto motti o scritture di ogni volgarità!..Tra esaltazioni e vilipendi..si finisce col non contenersi nei limiti dell'educazione, del rispetto e dell'equilibrio.

Si esalta o si disprezza senza alcuna misura!
Nella nostra società moderna sono soprattutto la stampa ed i Media ad esaltare le figure politiche contribuendo, non poco, a mitizzarli ed ha crearne false simbologie. La politica ha subito il fascino di questa pubblicità, favorendo l'enfasi di questo tipo di comunicazione e, di conseguenza, una reazione avversa senza più limiti o confini! 
Ciò, in un percorso che si vorrebbe sano, non può che arrecare risultati negativi e poco funzionali legati prevalentemente ad immagini immotivatamente esaltate o maltrattate, riducendo di conseguenza il processo di costruzione di una attività politica di funzionamento ed arrecando chiare difficoltà ad un vero percorso democratico.
Certo è.. che se i Media e la stessa politica si occupassero con maggior impegno dei contenuti di una politica più che sull'aspetto e l'immagine delle stesse personalità, si potrebbe meglio educare un mondo che persiste in queste impietose piattaforme informatiche attraverso mitizzazioni, simbologie ed ingiurie.

La cultura politica sembra aver lasciato il passo alla subcultura dell'insulto e dell'offesa! Il mito e l'utopia contro il disprezzo e l'assolutismo! Come si può dunque pretendere di guidare una politica sana se insano e dissennato rimane lo stesso messaggio politico che si muove ed insiste solo attraverso l'immagine delle sue figure?   

27 ott 2016

Legge di Stabilità e Trattati..


La domanda è sempre la stessa: E' mai possibile che in questo Paese non si riesca a tagliare in modo opportuno la spesa? 
di vincenzo cacopardo

Sappiamo che stanno venendo a galla difficoltà sulla legge di stabilità. La Comunità europea vede sempre il nostro Paese con l'occhio critico servendosi dei soliti rigidi parametri.Il tempo è stretto ed il governo deve in tutti i modi evitare l'applicazione delle pesanti clausole di salvaguardia.

Si tratta di appena un decimale ...e sappiamo anche che siamo talmente stretti che rimane difficile poterlo compensare! Se queste coperture non dovessero trovarsi potrebbero..scattare i primi aumenti sulle accise sui carburanti e anche gli acconti sulle imprese di novembre di Irap e Ires. Ma è chiaro che quello che più preoccupa è l'aumento delle aliquote IVA che potrebbe alzarsi dal 10 al 13% e dal 22 al 25%: Una mazzata bella e buona che il governo cercherà sicuramente di evitare. Sappiamo che il governo è stato costretto a inserirla per rassicurare Bruxelles sulle possibili mancate coperture.

L'Europa continua a preoccuparsi per il debito in aumento anche se ogni anno la tendenza è lievemente a ribasso, ma per il nostro Premier la manovra rimane legittima e regolare perché si basa sulle stesse regole e clausole che l'Europa prevede. Ciò non toglie che egli perseveri su una sfida ai burocrati della Commissione..mettendo sul piatto le evidenti problematiche dell'immigrazione oltre a quelli degli eventi naturali del terremoto.

A voler essere imparziali ...la manovra sulla legge di stabilità proposta dal governo.. ha anche qualche piccolo punto interessante.. seppure una gran parte resti a debito: Al di là della rottamazione cartelle, del "voluntary disclosure bis" e l'enfasi sullo scioglimento di Equitalia, vi è una piccola parte interessante in favore dello sviluppo: C’è un miliardo di euro in più per il Fondo PMI: 895 milioni di euro per l’anno 2016, ulteriori 100 milioni a valere sugli stanziamenti del programma operativo nazionale “Imprese e competitività 2014-2020″ e sono a titolarità del ministero dello Sviluppo economico. Ci sono poi 30 mln di euro nel 2016 per l’Istituto di servizi per il mercato agricolo alimentare, per favorire l’accesso al credito delle imprese del settore. Per il contribuente...inoltre..oltre alle misure sulla dichiarazione dei redditi integrativa.. un’eventuale credito può essere utilizzato in compensazione negli anni...Il decreto prevede anche una serie di misure per il finanziamento di esigenze indifferibili: fondo occupazione, trasporto regionale ed altro. Poca roba in termini di risorse dove le maggiori sono impegnate nelle pensioni (APE e quattordicesima), ma sempre quel poco che potrebbe aiutare a spingere verso la crescita.

Rimangono molte perplessità sulla manovra ed il debito ..ma ciò che adesso preme a Renzi è una battaglia sulla legge di Stabilità che diventi propedeutica a quella sulla modifica dei Trattati. Questa ..però ..è anche condizionata da una sua vittoria al referendum di Dicembre. Ogni intenzione di Renzi di ingaggiare una battaglia potrebbe anche essere vista dai NO come una simulata propaganda per attrarre consensi da parte di coloro che non amano questa Europa.

26 ott 2016

Parlamento... legittimo o no?



Ci si domanda ormai da tempo se nel Paese delle tante anomalie il suo Parlamento sia legittimo o no? 
di vincenzocacopardo

La bocciatura della legge Calderoli da parte della Corte Costituzionale avvenuta nel 2014..ha di certo scatenato un acceso dibattito in proposito. La domanda è persino logica: Se una legge elettorale viene considerata incostituzionale (a causa delle liste bloccate e del premio di maggioranza esorbitante) allora dovrebbero esserlo anche i parlamentari eletti da questa stessa legge!

La logica conseguenza, dopo la sentenza, sarebbe dovuta essere quella di tornare direttamente alla legge elettorale precedente il Mattarellum e di andare subito a elezioni, visto che un Parlamento illegittimo era anche impossibilitato a riformare la legge elettorale.

La Corte Costituzionale, (che storicamente non si è mai espressa in modo più chiaro, definito e comprensibile per i cittadini), non ha mai voluto considerare la sua decisione..per quel principio detto di "continuita'". Questo significa che il Porcellum è da considerarsi anticostituzionale solo dalla data della sentenza e cioè dal 2014. Quindi le elezioni scorse - essendosi tenute prima della decisione della Corte - sono da considerarsi valide a tutti gli effetti. Insomma, una singolarità.. difficile da comprendere! Ma c'è chi afferma che tale concetto sia abituale: chi ha compiuto un "reato" prima che questo venga definito tale, non può essere incarcerato..ma lo puo' essere certamente dopo! Un paragone tendente a rendere l'idea..

Secondo alcune letture, a non essere legittimi sono solo i deputati (circa 150) che sono stati eletti in forza del premio di maggioranza. Ma la Corte, a prescindere dai deputati provenienti dal premio di maggioranza, ha altresì dichiarato l’illegittimità costituzionale delle norme che stabiliscono la presentazione di liste elettorali “bloccate”, nella parte in cui non consentono all’elettore di esprimere "una preferenza". Ciò significa che, al di là della del connesso principio di continuità, l'intero Parlamento sarebbe comunque dovuto decadere dopo la sentenza.

Resta persino logico che..tutto questo.. non puo' restare scollegato dalla inopportuna pretesa da parte di questo Parlamento di operare su una riforma Costituzionale che stravolge l'assetto della nostra Carta! Per tornare al punto: Se la legge elettorale è incostituzionale, ne deriva necessariamente che tutto quello che declina da quella legge è anch’esso incostituzionale! In particolare..oltre al Parlamento... lo è anche il governo!

E' quindi più che chiaro che, passati oltre due anni dalla sentenza della Consulta, un Parlamento, dal 2014 definito incostituzionale, non può modificare la Costituzione poiché rimane il presupposto che.. più in là..di conseguenza..la stessa modifica..potrà essere dichiarata incostituzionale.


La strada pragmatica e semplificativa che frena il percorso delle idee.



"A volte, come qualcuno asserisce, risulta più utile coniugare le diversità, anziché tentare di aggregare certe omogeneità".
di vincenzo cacopardo

A sentire la cronaca giornalistica di una certa stampa nazionale ed internazionale..Matteo Renzi rappresenta l'unica vera risorsa politica del Paese. In tanti ancora lo definiscono l’ultimo autobus che il Paese democratico ha a disposizione..poichè.. al di fuori di lui, non esiste alcuna alternativa valida. Ma quali principi porta avanti questo suo governo? Si può definire ancora il nostro un Paese in equilibrio?

Oggi...figure come il nostro Premier, sono l'espressione assiomatica di come ogni procedura per una soluzione si concretizzi in modo veloce e semplificativo.. contenendo ogni possibile ricerca politica creativa più funzionale. Può essere che il suo modo di procedere sia vincente...ma se una visione realistica può accompagnare ogni percorso amministrativo... quella delle idee risulta essenziale per guidare una vera crescita politica nel suo complesso!
Negli ultimi tempi... il mondo intero della politica sembra aver preso la strada più semplice della ricerca di soluzioni concrete e pragmatiche, rendendo irresponsabilmente più difficile una costruzione dello sviluppo basata sulle idee e così, anche la società sembra essersi rinchiusa in questa ristretta mentalità, mettendo in primo piano una visione fin troppo realistica che occlude sempre di più ideali ed inventiva.  Attenzione però...ciò non vuol dire che il pragmatismo non debba avere la sua valenza positiva...ma quando lo si intende porlo come “la teoria di una verità” volendolo identificare come “esclusivo principio” di utilità pratica.. e senza la base di una ricerca di pensiero che coinvolga le idee, si finisce col non rendere mai alcun positivo funzionamento allo sviluppo politico e sociale.
Quando nel passato Platone stesso ci informava sulle “ idee” ponendole come fondamento del suo stesso principio filosofico, contribuiva... forse inconsapevolmente... a porre le basi essenziali della filosofia occidentale, poichè... per lui.. queste erano il presupposto della conoscenza ed avrebbero contribuito alla formazione dell'essere legata al proprio pensiero. Non v'è dubbio che nel momento storico attuale, si sopravvive attraverso l’unica risorsa mentale della tangibilità e della concretezza e questo percorso mentale, sembra purtroppo opporsi con forza alle iniziative ed alle idee. Una strada che ha anche reso più forza a principi di furbizia e che premia costantemente una certa ignoranza od interessi personali. Non ci si può dunque meravigliare della mancanza di una migliore crescita sociale qualitativa!
In tanti come il nostro Premier piace comunicare ed agire col pragmatismo tipico dei tempi odierni: Una narrazione particolare ed una interpretazione realistica che tanto attrae quei cittadini che hanno poco tempo per pensare. E' possibile che la sua possa essere una strada giusta! Possiamo però sperare che la maggioranza dei cittadini riesca mai ad interpretare la crescita attraverso le idee.. se continua ad inseguirla con più facilità ed approssimazione attraverso ogni figura predominante che li incanta?


Mi domando come potrà mai convivere un principio di equilibrio.. se viene soffocato in partenza da quella costante procedura pragmatica condotta col l'uso forzato di un determinismo! Fatto sta che  nel momento storico attuale,  forse anche a causa di una forte recessione mondiale, si sopravvive attraverso l’unica risorsa mentale della tangibilità e della concretezza, non reagendo con la forza delle iniziative e delle idee e questo penalizza il percorso della crescita qualitativa di una società. 

Il pragmatismo odierno si fonda sempre di più sulla forza economica della finanza. Eventi storici, come quelli dell’unione dei paesi europei, avrebbero dovuto determinare, attraverso una naturale integrazione ed aggregazione, maggior successo per iniziative ed innovazione. Si sarebbe dovuta riscontrare l’affermazione di un  percorso costruito attraverso un naturale scambio della conoscenza, del dialogo e delle idee e non solo attraverso la realizzazione di una moneta unica . A volte, come qualcuno asserisce, risulta più utile coniugare le diversità, anziché tentare di aggregare certe omogeneità.

25 ott 2016

Legge di stabilità: la attesa di un responso!

La Commissione europea ha già reso noto l'aggiornamento del rapporto sugli squilibri macroeconomici. E' l'immagine dei principali indicatori per comprendere se gli Stati membri sono sulla via giusta, ma è soprattutto l'indirizzo sui giudizi di Bruxelles.
di vincenzo cacopardo
Sappiamo quanto l'attesa e l'incertezza possano far male all'Italia. Sembriamo ancora instabili...Ciò deriva dal fatto che rimaniamo più esposti per via del debito.. ed anche il Pil potrebbe risentirne. La legge di Stabilità italiana sembra essere a rischio e non pienamente conforme.. anche se il nostro Paese migliora di quel poco..Ma non siamo i soli: Se per noi è l'elevato debito pubblico in relazione alla crescita a creare paure..vi sono altri Paesi dove aumenta l'instabilità in una negativa visione del debito-Pil..Persino la Germania, pare avere problemi nel surplus commerciale troppo elevato. Vi è di certo una preoccupazione generale per una tendenza del potenziale di crescita o competitività dettato da un sistema nel quale convive tutta l'Unione europea.
Naturalmente la Commissione tende a voler capire bene l'andamento di ogni singolo Stato.. e i nostri dati restano ancora preoccupanti, soprattutto dopo i lunghi anni di ininterrotta crisi. Già da tempo l'Europa ci aveva indicato una misura su debito e competitività ed il nostro governo ha fatto il possibile per cercare di mettere mano ad una legge di Stabilità che, sebbene limitata, ha teso a dare maggior fiducia, una manovra in parte a debito, ma anche a favore di uno sviluppo interno per via di abbassamento di aliquote fiscali. Il problema per la Commissione sta in quella competitività che rafforza il loro malcontento anche per via di quella riduzione fiscale che non parte dal costo del lavoro.
Pare che Bruxelles non vorrebbe darci margini di spesa in deficit che il governo ha chiesto. Il governo dovrà quindi ancora lavorare e mettervi mano per riuscire ad ottenere il via libera alla legge di stabilità entro i termini previsti. Fatto sta che si è leggermente sforato dai parametri ed il debito pubblico dell'Italia secondo le stime di Bruxelles è già al 133% del Pil, il livello più elevato dell'Unione europea dopo la Grecia.

Sembrerebbe uno scontato giudizio negativo, ma di certo la manovra si potrà correggere. Insomma si vedrà ben presto fino a che punto si potrà usufruire di una flessibilità supplementare. Lo sforzo del governo non sarebbe potuto andare oltre e sappiamo che Renzi, malgrado i suoi notevoli sforzi, rimane appeso tra le evidenti difficoltà di uno spaventoso debito, l'impossibilità di sforare sui parametri imposti.. ed un lavoro politico personale in favore del proprio consenso..Un difficile equilibrio!  

L'ostinato percorso dei tagli alla politica



...che si contrappone all'inerzia per un suo migliore funzionamento

Se si mettesse lo stesso impegno per ricercare soluzioni di funzionamento più utili ..avremmo risultati anche sui risparmi!
di vincenzo cacopardo

IN POCHI FORSE NON HANNO COMPRESO CHE LA MOSSA DEI 5 STELLE E' SOLO SERVITA PER SCOPRIRE IL PD. ..CHE SULLA DIMINUZIONE DELL'INDENNITA' DEI PARLAMENTARI SAREBBE DOVUTO ESSERE D'ACCORDO IN VISTA DI UN REFERENDUM CHE DICHIARA DI TAGLIARE I COSTI DELLA POLITICA. TUTTI I DEPUTATI CHE SI SONO SCHIERATI CON I 5 STELLE LO HANNO FATTO BEN SAPENDO CHE TALE PROPOSTA NON SAREBBE MAI PASSATA! LO SCOPO PER GRILLO ERA QUELLO DI FAR CONTRADDIRE IL PD CHE NELLA SCHEDA HA SOTTOLINEATO IL TAGLIO DEI COSTI DELLA POLITICA!

UNA MOSSA POLITICA OPPORTUNA..ANCHE SE NEL MERITO MENO CONDIVISIBILE..

Quando si parla di politica nel nostro Paese si fa fin troppo spesso riferimento ai suoi costi..mettendo in secondo piano l'importanza del suo funzionamento: Tra il nuovo referendum e le nuove proposte dei 5 Stelle ..tutti ormai fanno a gara per abbassarli solo per attirare l'attenzione dei cittadini.Certo ..rende di più l'immagine del risparmio e..di fatto si pensa meno a far funzionare la macchina istituzionale in termini più efficaci!

Tra l'altro l'idea che abbattendo i compensi degli onorevoli si possa risolvere l'enorme spesa del meccanismo politico delle Camere e di Palazzo Chigi, è assai debole. Se ciò può servire come esempio ..per offrire ai cittadini una diversa visione.. che ben venga, ma la vera questione sta tutta nel trovare un equilibrio e soprattutto una migliore efficienza della macchina istituzionale.

Adesso approderà alla Camera la proposta di legge del Movimento di Grillo portato dalla deputata Roberta Lombardi, sul dimezzamento degli stipendi dei parlamentari. Il provvedimento sarà licenziato dalla Commissione senza un esame degli emendamenti e potrebbe essere destinato a non avere vita facile sin dalla partenza. L'impegno della proposta prevederà anche la riduzione delle spese con l'obbligo della rendicontazione.

Sembra proprio che i deputati grillini abbiano questo preciso pallino dei tagli ..quando sarebbe nel contempo più utile da parte loro una ricerca per un riscontro con un funzionamento di tutto l'insieme del meccanismo parlamentare: La loro appare più una limitata lotta sui numeri del risparmio che potrebbero essere di poco superiori a quelli proposti dal referendum...Insomma..la sensazione pare essere quella di un monolitico principio che deve passare sopra ogni altra proposta di riforme. Naturalmente da parte del PD si parla di mossa demagogica, ma anche di opportunismo.. in un percorso che vede fra poco più di un mese un voto al referendum nel quale lo stesso Movimento 5Stelle rimane schierato per il NO.
Questa..in linea di principio la loro proposta: L'indennità per i membri del Parlamento, prevista dal nuovo decreto sarebbe di 5.000 euro lordi mensili ed erogata per dodici mensilità. Ai membri del Parlamento, tranne a quelli che risiedono a Roma, verrebbe riconosciuto un rimborso delle spese di soggiorno e di viaggio entro il limite massimo di euro 3.500 mensili. Ad ogni membro del Parlamento, verrebbero riconosciuti 3.690 euro mensili a titolo di rimborso delle spese per l'esercizio del mandato rappresentativo e la retribuzione di collaboratori. Un diritto al pensionamento al compimento del sessantacinquesimo anno di età e dopo almeno cinque anni effettivi di esercizio dell'attività parlamentare versando un proprio contributo pari all'8,80 per cento dell'indennità lorda . Infine sulla voce “Trasparenza, controlli e sanzioni” si è tenuti a pubblicare, con aggiornamenti bimestrali: il complesso delle indennità riconosciute al membro del Parlamento, il numero dei giorni per i quali, nel corso del bimestre, il membro del Parlamento è risultato presente alle sedute dell'Assemblea e delle Commissioni e ha ottenuto il riconoscimento del rimborso delle spese di soggiorno e di viaggio, a la rendicontazione delle spese rimborsate.
Si attendono quindi i risultati di questa ulteriore proposta fatta con opportunismo dal Movimento di Grillo in reazione al referendum, ma si rimane sempre più convinti ed interessati ad anelare proposte per un miglior funzionamento della stessa macchina istituzionale. La proposta ha di certo un sapore provocatorio e di sfida nei confronti del PD. Si sente parlare troppo di trasparenza e meno di efficienza, quando è di tutta evidenza che attraverso un migliore funzionamento anche i costi si abbasserebbero!






24 ott 2016

Il rettore Micari riceve Renzi..l'intervento di Miccichè




Il Magnifico Rettore spera che la politica, attraverso i tagli, non tradisca gli studenti e possa garantire loro un lavoro qualificato per il futuro
di vincenzo cacopardo
L'intervento di Gaetano Miccichè
Come è noto..vi era già nell'aria una certa opposizione nei confronti del governo da parte del Collettivo universitario autonomo, che aveva in mente una forte opposizione all'arrivo di Renzi. Ciò perchè gli studenti ritengono che lo stesso Renzi rimanga il vero responsabile di una politica che non ha voluto migliorare il loro diritto allo studio.
Al di là dei momenti di tensione con la polizia...dove i ricercatori hanno protestato per ricordare i pericolosi tagli e l'importanza dello studio e della ricerca, la cerimonia all'interno del teatro Massimo blindato come non mai, ha visto il solito Premier girarsi da un lato e l'altro della platea con un discorso a tutto tondo sull'importanza dello studio e delle eccellenze di una Sicilia che, a suo parere, avrebbe bisogno di credere più in se stessa.

Ma vi sono stati altri interventi tra cui quello di Gaetano Miccichè presidente di Banca IMI..sui quali mi piace soffermarmi. Gaetano è una persona che conosco..è stimabile ed intelligente..ha avuto una meritata carriera... davvero invidiabile. Miccichè ha messo l'accento sulle sfide che i ragazzi devono affrontare in una terra difficile come la Sicilia nel Paese Italia dove la crescita si è fermata. In proposito ha parlato di “sistema” e.. da banchiere ormai sistemico.. ha sostenuto la cultura globalizzata tendente ad ingurgitare ogni azienda piccola.

Secondo Miccichè bisogna abbandonare la leggenda che il piccolo è bello..poichè ogni azienda troppo piccola è destinata ad essere acquistata o inglobata dai competitori esteri...favorendo soggetti stranieri tra cui manager e consulenti.. oltre alle stesse università.

Il discorso di Miccichè continua inserendosi nel quadro di una visione della nostra regione dove mancano le importanti infrastrutture: porti, ferrovie,strade, aeroporti e persino una giusta sanità...
Questo in breve il suo commento di chiusura del discorso che non si può che condividere: Credo che alla Sicilia si adatti bene l'immagine che spesso viene ripetuta per il sud; La prima quando arrivano per l'inefficienza e l'arretratezza dei servizi e del caos quotidiano...La seconda quando partono e devono separarsi da quel calore della gente e dalla qualità dei cibi e dell'ambiente”..

Gaetano Miccichè fa riferimento ad una qualità di vita e contemporaneamente ad una immagine di inefficienza ed arretratezza. Questa parte del discorso non fa una piega se non fosse, per certi versi, in contrapposizione con il tema sulle aziende piccole...Cioè verrebbe spontaneo chiedersi se queste piccole aziende nate in Sicilia per combattere contro questa globalizzazione (che guarda solo ai numeri e non alla qualità) avessero le necessarie infrastrutture, non sarebbero in grado di sfidare un mercato internazionale con maggior impegno in forza delle proprie qualità!..Insomma.. qualunque piccola azienda potrebbe essere di maggiore competitività se avesse le adeguate infrastrutture oggi mancanti ..

Verrebbe perciò spontaneo chiedergli se per questo caos e la mancanza dei servizi e delle infrastrutture, oltre alla mentalità, non abbia influito lo stesso processo di globalizzazione favorito da un politica debole e sottomessa al grande gioco degli interessi del mercato.. che, nel suo asettico percorso, ha teso sempre a travolgere ed impedire ogni principio di peculiarità, bellezza e qualità.


Personalmente credo che la qualità per noi italiani sarebbe l'unica strada per la salvezza della concorrenza, ma è la stessa globalizzazione a contrastarla!..Ed è proprio il sistema di cui parla Gaetano ad agevolarla! In ogni modo le infrastrutture soprattutto al Sud mancano e non si può di certo credere in proposito questo governo vi abbia provveduto! Lo stesso vale per la ricerca e le Università dove un Premier che parla a ruota libera.. ha fin'ora solo promesso.


Tuttavia il problema non può fermarsi alle promesse più o meno valide e veritiere di un governo! Esiste un preciso problema che si chiama Sud. Un problema che coinvolge anche la Sicilia..terra dello stesso amico Gaetano! Non vi è solo il dubbio sulle risorse distribuite a gettito o sulle infrastrutture in genere, ma quello di uno studio mancante.. di un piano di sviluppo che coinvolga le regioni del sud nel loro insieme. Un progetto utile dove non si accavallino superflue infrastrutture e piani di accrescimento senza un equilibrato controllo..ma dove si possa approfondire l'idea di ciò che deve affermarsi nel mezzogiorno..che, come tutti ormai sappiamo, si chiama turismo,arte, mare, natura, risorse agroalimentari, pesca, artigianato locale e valori culturali inestimabili..in cui la ricerca universitaria, se ben supportata, potrebbe apportarvi un enorme contributo.    

I rapporti di forza con Bruxelles per una vittoria al referendum

di vincenzo cacopardo


Se Renzi, solo adesso, si scaglia contro la Comunità europea potrebbe farlo per difendere il suo SI al referendum!

Adesso, dopo oltre due anni di sottomissione al volere di questa Europa dei parametri finanziari, Renzi sembra mostrare i muscoli per opportunismo e non per difendere i diritti di un Paese in difficoltà..  come prima non ha fatto! Probabilmente è sicuramente capace di regnare quanto non appare esserlo nell'opera di governare!

Ogni cosa che fa l'astuto Premier è sempre dettata dall'incedere di un particolare opportunismo: E' il momento di mostrare forza.. non proprio per difendere il nostro Paese, ma per spingere la massa dei cittadini indecisi a votare il suo SI. Si deve raccogliere quella gran parte degli elettori che odiano l'Europa! Se un dubbio vi può essere, la certezza si avrà solo se il Si dovesse vincere e vedremmo allora il nostro Premier correre di nuovo a chinare la testa a questa Europa dei numeri e della forzata globalizzazione che a sua volta si è spesso mostrata serva dell'America.

Le sue continue promesse unite alle bugie ed i metodi poco accettabili non lo possono più giustificare! Sembra proprio che voglia condizionare i rapporti di forza con Bruxelles per una possibile vittoria al referendum! Malgrado gli evidenti problemi degli immigrati..della manovra finanziria e del terremoto che ha colpito il centro Italia, il suo improvviso incedere contro l'Europa appare pretestuoso...Quel suo proclamare che con una Italia forte delle riforme vi sarà più forza in Europa non può essere vista come la verità assoluta che cerca di infondere, poiché le stesse riforme (volute proprio in complicità con la Comunità europea) tendono a sminuire la stessa forza qualitativa di una politica in favore del nostro Paese...rendendola forse più stabile e serva dell'Europa, ma molto meno democratica al suo interno.

Renzi si lamenta perchè in tanti gli sono contro a prescindere, ma ha già abbondantemente dimostrato come il suo assolutismo e la notevole presunzione siano riuscite a tagliare in due un Paese...(Ma chi è causa del suo male.. dice un detto!...).
Credo che un Premier debba al contrario cercare di amare ed integrare quel popolo che lui stesso amministra e ricercare con maggiore equilibrio il senso di una politica democratica dettata da un governo che, anche se indirettamente, appartiene al suo stesso popolo.
Un premier che persevera e sottolinea«La Ue scelga tra noi e l'Ungheria». Un altro accenno di particolare arroganza verso la Unione europea..che sebbene studiato, rimane pur sempre pericoloso, anche perchè viene indirizzato a chi ha la visione di un nostro debito pubblico aumentato in modo considerevole durante il suo governo. Il suo problema non sta quindi nell'idea di farsi valere, ma di farlo di continuo con opportunismo e di procedere in modo del tutto irriguardoso nell'opera di disgregazione del suo popolo.